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Autore: Crilu_98    28/07/2016    1 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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James si grattò la testa, pensieroso e a disagio: l'aria di quella stanza era troppo tesa. Lui fuggiva lo sguardo di Amélie che invece lo fissava con insistenza, François indirizzava occhiate furenti e sdegnate all'espressione pregante di Claire e Mouchoir Rouge osservava quest'ultima senza lasciar trasparire nulla dei suoi pensieri. Gli unici a non essere scontenti di dover condividere il proprio tempo con gli altri erano Rénard e il Cardinale Richelieu, imperturbabili come al solito.
Alla fine lo scozzese si decise a prendere la parola: voleva chiedere spiegazioni sui loro compiti nello sventare la congiura, ma dalla bocca gli uscì ben altro.
-Cosa ci fa lei qui?- disse, indicando Amélie con un cenno della testa e rivolgendosi in particolar modo a François: conosceva l'abilità di Claire e date le ultime circostanze gli sembrava anche giusto che fosse presente, ma Amélie no. Amélie era un angelo puro, una bambina che si affacciava al mondo e che aveva visto già troppo del male che si annidava in esso. Doveva restare all'oscuro di tutto e, soprattutto, al sicuro. Lei non sembrava pensarla allo stesso modo, perché ribatté in modo piccato:
-Sono io che sono stata rapita e tenuta chiusa in una prigione sotterranea senz'aria! E' da me che è partito tutto, ho il diritto di sapere come andrà a finire!-
-Non credo proprio! Secondo me sapete già troppo!-
-Intendete dire che parlerò a sproposito perché sono una donna? Proprio voi, che mi avete chiesto di svestirvi in un fosso, di notte!-
-Che cosa?- ringhiò François, puntando gli occhi di brace verso di lui. James sbuffò:
-Ero ferito a morte, dannazione!-
-Non usate certe parole in presenza di mia sorella!-
-Dovreste sentire cosa ha detto lei nella stessa occasione, Mister Marchand!-
-Cosa intendete insinuare!?-
-Ma che vi salta in mente, io...-
-... Voi mi avete baciato senza preavviso, nella stessa prigione di cui ho detto prima!- continuò Amélie, con un sorriso astuto. Claire le lanciò un'occhiata d'approvazione: il carattere intraprendente della giovane nobile si stava risvegliando, dopo giorni di torpore.
A quel punto solo l'intervento di Rénard impedì al moschettiere di lanciarsi contro James, che si mise le mani nei capelli, esasperato:
-Era per succhiarle via il veleno dalla bocca! Cos'altro potevo fare, lo stava per ingoiare!-
-Veleno?- sibilò François, girandosi verso la sorella -Non mi ricordo che voi mi abbiate parlato di veleno, sorella!-
Amélie sobbalzò: quando parlava con quel tono, era incredibilmente simile al padre e al fratello Antoine.
-Ecco, io...-
-Gliel'ho dato io.- la interruppe James, scuro in viso -E io gliel'ho tolto. E' per questo che non vi ha detto niente.-
-Avete quasi ucciso mia sorella, ve ne rendete conto!? E avete anche cercato di sedurla!- urlò François, sbattendo un pugno sul tavolo di noce che aveva davanti.
-François, datti una calmata!- sbuffò Claire, ignorando lo scintillio guizzato negli occhi di Jean Martin nel sentirla usare la seconda persona singolare.
-Voi non mettetevi in mezzo, li avete protetti e giustificati dal primo giorno!-
-Certamente, perché sei tu ad essere in torto, con la tua gelosia e la rabbia eccessiva!- riprese la ragazza, sporgendosi verso di lui. Il giovane la imitò:
-Ad essere sincero, la mia rabbia non è eccessiva perché in gran parte è indirizzata contro di voi!- ringhiò. Erano così vicini che se si fosse sporto ancora un po' avrebbe potuto baciarla: da quella distanza vedeva benissimo i riflessi più chiari degli occhi blu e le ciocche ribelli che le scivolavano nell'ampia scollatura del corsetto.
"E' in una posizione sconveniente, davvero sconveniente!" pensò, deglutendo a fondo. Claire non si rese conto del suo imbarazzo, in parte perché troppo concentrata a trovare una risposta sufficientemente astiosa: non poteva fargli capire che il suo profumo la stava stordendo.
-La tua ira nei miei confronti è ingiustificata: cosa avrei dovuto fare, secondo te? Dire ad un ricercato, forse un congiurato, "sono la figlia del Cardinale Richelieu"?-
-Avreste potuto! Non subito, ma dopo... Dopo avreste potuto!- sbottò il moschettiere, ancora ferito.
-Mi avresti creduto? E se così fosse stato, ti saresti ancora fidato di me?-
-Non credo.-
-Ecco, visto? E' per questo che non ti ho detto nulla!-
-Avete ragione, meglio aspettare di trovarci circondati e in procinto di morire prima di svelare il vostro segreto, eh?-
-Moderate i toni, Marchand! Non ci si rivolge così ad una signora!- intervenne Mouchoir Rouge, infastidito.
-Moderateli voi, piuttosto!- ringhiò il moschettiere scostandosi da Claire quel tanto che bastava per lanciargli un'occhiata gelida -I vostri pensieri su di lei sono tutto, tranne che casti e signorili!-
-Ciò non è affar vostro!-
-Silenzio!- tuonò Richelieu, palesemente infastidito. Lisciandosi il pizzetto, fece un vago gesto con la mano:
-Non possiamo andare avanti così. Avete due ore di tempo per risolvere le vostre diatribe personali, che, come vedete tutti, vi impediscono una convivenza pacifica e civile: non salverete la Francia in queste condizioni!-
 
Quando Richelieu aveva lasciato la stanza sdegnato, Amélie e James si erano guardati negli occhi, mentre tutti gli altri distoglievano il viso. E ciò che lo scozzese aveva letto nelle iridi azzurre del suo angelo l'aveva spinto a commettere una pazzia: senza curarsi del fratello moschettiere lì presente, aveva preso la ragazza per un braccio e l'aveva trascinata con sé fuori dallo studio e anche dal palazzo. Ora si fronteggiavano, infatti, nello stesso giardino in cui il giorno prima Amélie era stata raggiunta da Claire.
MacMallon incrociò le braccia al petto e sbuffò:
-Siete testarda ed insopportabile, miss: ho rischiato che vostro fratello mi togliesse la vita per le vostre parole.-
-E voi siete un codardo!- replicò lei con tranquillità -Pronto a gettarvi in mezzo ai nemici senza alcun timore, ma codardo fino al midollo se si tratta di compiere una scelta importante!-
Gli occhi di James scintillarono minacciosi e fece un passo avanti, fino a torreggiare su Amélie con la sua stazza:
-Non permetto che mi si manchi di rispetto in questo modo!-
-Ah sì? Beh, siamo venuti qui per chiarirci, giusto? Questo è ciò che penso di voi, Monsieur MacMallon! Codardo, siete stato codardo a darla vinta a mio fratello a quel modo! Voi avete confessato di amarmi, lo prova il fatto che la prima persona con cui avete voluto parlare sia stata io! Allora, di grazia, mi spiegate perché continuate a respingermi?-
James si lasciò sfuggire un gemito strozzato, poi prese bruscamente il suo viso tra le mani guantate e la baciò con irruenza.
-Respingervi è peccato, mio angelo...- mormorò, scostandosi un poco -La verità è che voi siete una tentazione troppo forte, a cui io non posso e non devo cedere, nonostante lo voglia con tutto me stesso. Voi non avete idea di cosa mi ispirate, miss, mentre vostro fratello lo sa molto bene e vi vuole proteggere da un uomo pericoloso quale io sono. No, non è affatto un bene l'amore che provo, per voi: voi siete così pura e...-
-Non osate pronunciare la parola "innocente". Ho ucciso un uomo. E l'ho fatto per voi.-
A quelle fredde parole lo scozzese ammutolì.
-Avete capito, James? L'ho fatto per voi e - il Signore mi perdoni - lo rifarei di nuovo. Tutto, pur di sapervi vivo e in salute. Se questo è amore, e io credo che lo sia, allora è devastante e forse è anche peccato. Ma io non intendo rinunciarvi, perché per la prima volta mi sono sentita qualcosa di più di una ragazzina da proteggere.-
Amélie annullò la distanza tra i loro corpi, circondando audacemente il collo dello scozzese con le braccia. Una parte di lei, quella più casta e rigida, arrossì e gridò di vergogna, ma non se ne curò: era così bello, così giusto il calore che James le trasmetteva...
-Voi mi avete fatto sentire viva e soprattutto complice. Leggo più cose nei vostri occhi che non in quelli di mio fratello, Monsieur!-
James chiuse gli occhi, estasiato, inalando il profumo delicato che la sua pelle emanava:
-Dio, Amélie...- balbettò, osando chiamarla per nome, come lei aveva fatto poco prima. -Se vi comportate così ho poche speranze di riuscire a trattenermi, ed io non voglio attentare in alcun modo alla vostra virtù, in un giardino aperto, per di più!-
Amélie ridacchiò:
-Ammettete di voler restare con me, quindi?-
-Lo vorrei, lo desidero ardentemente, ma... I nostri mondi sono così diversi, Amélie: come potrei mai sperare di sposarvi?-
-Facile: me lo chiedete ed io risponderò di sì!-
-E vostro fratello?- 
-Mio fratello è solo geloso, ma con un po' di pazienza potrete convincere anche lui. E se non bastasse sarei disposta anche a scappare con voi!-
James sussultò, sbalordito:
-Voi non sapete quello che andate dicendo!- esclamò, staccandosi da lei. Un attimo di più e il suo istinto avrebbe preso il sopravvento, stracciando quell'abito che nascondeva troppo bene le sue gambe pallide e longilinee, quelle che lui aveva avuto il piacere di vedere al chiaro di luna...
-Davvero lo fareste?- sussurrò.
-Sì!- rispose Amélie senza esitazione, e quasi si mise a piangere nel vedere James che le si inchinava di fronte e con un cipiglio severo, ma ugualmente bello le chiedeva:
-Miss Amélie Marchand: volete davvero diventare la moglie di un uomo che non ha nulla se non una coscienza sporca, ma che giura di amarvi oggi e per tutta la vita, e di venerarvi come l'angelo redentore che siete?-
-Lo voglio... Lo voglio, lo voglio, lo voglio!- esclamò lei gioiosa. Allora James si rialzò in piedi e finalmente le permise di riassaggiare con dolcezza e passione quelle labbra che per tante notti aveva solamente sognato.
-Non sarà così facile convincere vostro fratello...- borbottò lo scozzese, passandole una mano tra i capelli biondi.
-Troveremo un modo: se sarà necessario, sono anche disposta a chiedere l'intercessione del Cardinale!-
-E in base a quali credenziali?- rise l'uomo.
-Beh, ma è ovvio: il fatto che sono la migliore amica della sua unica figlia!-
 
Claire batté nervosamente un piede - infilato in una scarpina delicata e leggera che le dava fastidio - sul pavimento marmoreo del corridoio. Lei e Mouchoir Rouge erano l'uno di fronte all'altro da diversi minuti ormai, ma nessuno sembrava particolarmente ansioso di dare inizio alla conversazione. Il bandito era languidamente appoggiato al muro stuccato e la fissava con gli occhi socchiusi, cercando nei suoi lineamenti una somiglianza, un cipiglio, un neo che gli confermasse che quell'incubo era realtà. Era rimasto colpito da lei dalla prima volta che l'aveva vista, così sfacciata e audace e poi, una volta scoperta la verità, aveva accarezzato l'idea di poterla fare sua: di certo Marchand, impacciato dal titolo nobiliare, non avrebbe mai potuto sposarla e Claire non gli sembrava donna adatta al ruolo di amante.
"Ma adesso è cambiato tutto." pensò, serrando gli occhi con un sussulto. In poche ore Claire era diventata irraggiungibile, al di fuori della portata di qualsiasi uomo onesto, e lui era addirittura un brigante con una condanna a morte sulla testa!
"Solo lei... Solo lei, se volesse... Potrebbe scegliere me. In fondo suo padre non può certo darle il suo nome, e lei è libera di sposare chi vuole. Io per te, Claire, diventerei una persona nuova... O forse, più semplicemente, tornerei ad essere la persona che ero."
-Monsieur Martin?- azzardò timidamente la ragazza, vedendolo come assopito. Lui tornò a guardarla con un sorriso triste:
-Mouchoir Rouge va benissimo, mademoiselle, ormai è questo il mio nome. O, se voleste farmi questo onore, Jean è il mio nome.-
Sospirò pesantemente, provando una fitta di dolore acuto nel forzarsi a dire ciò che si era preparato:
-Mademoiselle, noi abbiamo poco da chiarire, non vi farò perdere tempo: mi avete ammaliato da quando vi ho visto mordere la mano di quella carogna di Mauviette e in questi giorni il mio affetto per voi non ha fatto altro che crescere. Noi due veniamo entrambi dalla strada, nonostante voi adesso vestiate abiti eleganti e siate figlia di uno degli uomini più potenti di Francia: noi sappiamo come si risolvono certe cose tra la povera gente. Solo che io non ho nulla da darvi, né una casa, né un lavoro, neanche un futuro certo: per questo non ho osato prima e di certo non oso adesso proporvi di rimanere con me per tutta la vita. Con permesso.-
Mentre si allontanava, il brigante sperò con tutto sé stesso di sentire la voce di lei chiamarlo, di avvertire la stretta delle sue braccia attorno al torace e finalmente di assaporare quelle labbra rosso corallo. Ma non successe nulla e lui si ritirò nella stanza che divideva con Rénard.
 
 
Angolo Autrice:
Finalmente, grazie anche al deciso intervento di Richelieu, alcuni nodi vengono al pettine: James e Amélie finalmente ricongiunti e Mouchoir Rouge si deve rassegnare... Per il chiarimento tra Claire e François dovrete aspettare il prossimo capitolo, interamente dedicato a loro. Vi avverto che sarà piuttosto... Ehm... Acceso, e non certo per i litigi! *arrosisce e si va a nascondere in un cantuccio*
Alla prossima
 
Crilu
   
 
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