Anime & Manga > Toradora
Segui la storia  |       
Autore: maeg    29/07/2016    4 recensioni
Sono fan di TORADORA! (il mio manga preferito) così ho pensato di scrivere come immagino il futuro della coppia drago(Riuji)&tigre(Taiga). La storia inizia al termine della cerimonia per il diploma, quando dopo essersi rincontrati, si ritrovano a casa Takasu dove Yacchan ha una notizia sconvolgente per i due piccioncini, che cambierà le loro vite.
Non vi anticipo nulla, spero la leggerete.
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ryuji Takasu, Taiga Aisaka, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nuovo giorno. Stessa situazione.

Ryuji era di nuovo da solo in casa, la colazione ed il pranzo in frigo. Nessuna traccia di Taiga. Impegnata in chissà quale commissione che la costringeva a uscire presto al mattino. Avrebbe indagato più a fondo se la sera precedente non fosse crollato sul divano mentre tentavano di vedere un film assieme. Lei accoccolata contro il suo corpo. Lui la teneva stretta, ma per quando fossero un groviglio di corpi, Ryuji la sentiva terribilmente lontana. Come se la sua mente fosse altrove. Aveva più volte tentato di intavolare una conversazione, ma lei sembrava non averne voglia e riportava la sua attenzione o sul film o sulla sua giornata. Ryuji ben presto finì con il raccontarle delle stramberie di Tomatsu e riusciva ogni tanto a strapparle qualche risata sommessa. Lei non lo aveva svegliato, quando si era accorto che si era addormentato profondamente sul divano, ma si era limitata ad aiutarlo a stendersi per bene. Aveva troppa vergogna di spogliarlo ed infilargli il costume per poterlo far dormire più comodamente, per questo gli aveva lasciato addosso i vestiti e si era infilata sotto le coperte del letto. Era molto stanco e non voleva disturbarlo.

D’altra parte neanche lei sembrava passarsela così bene dopo tutto. Si guardò allo specchio infilandosi il pigiama e notò che i suoi lineamenti avevano perso la loro naturale spigolosità. Era dimagrita, ma mangiare in quella situazione era proprio l’ultimo dei suoi problemi. Che erano veramente tanti.

Stendendosi sul letto fece mente locale, cercando di focalizzare la propria attenzione su quelle che erano le situazioni più spinose al momento.

Vedeva il suo ragazzo distruggersi di lavoro a soli tre-quattro giorni dall’inizio del nuovo lavoro. Era talmente stanco che certe volte sembrava non riuscisse a mangiare. Non le importava neanche del fatto che non le facesse complimenti sulla sua cucina o sul fatto che lei si impegnava a tenere sempre la casa in ordine, di modo che non avessi troppi pensieri oltre a quelli che riguardavano il lavoro. Quello che faceva, svegliarsi presto per preparare la colazione, il pranzo, pulire e mettere in ordine prima del suo arrivo, erano cose che aveva sempre visto fare a Ryuji e le prime volte che si era cimentata nelle pulizie, aveva la sensazione di star facendo qualcosa di sbagliato. Eppure, pian piano, lo aveva inteso come un gesto di affetto nei confronti del suo fidanzato. Un modo per prendersi cura di lui. E quando ci si prende cura di qualcuno che si ama, non è necessario sentirsi dire grazie. Gli bastava veder comparire sul suo viso un sorriso stanco quando tornava a casa e vedeva la tavola pronta e Taiga che lo aveva aspettato per mangiare, anche se faceva molto tardi la sera. Quel sorriso, per lei, era qualcosa di inimitabile, appagante. Le faceva battere il cuore più veloce. 

Si meravigliò di se stessa, quando si rese conto che con il tempo il suo carattere era davvero cambiato, i suoi angoli si erano leggermente smussati. Prima non si sarebbe mai accontentata solo di un sorriso ed invece ora la faceva sentire in paradiso. 

Per questo era decisa a non raccontare nulla a Ryuji della questione di Minori, almeno fino a che il suo periodo di prova non fosse del tutto finito e fosse stato assunto a tempo pieno. Non voleva che andasse a lavoro con pensieri tristi o preoccupato per lei.  In fondo lei era una tigre, se la sarebbe cavata al meglio anche da sola. Bastava solo capire il perché di quello strano atteggiamento di Minori. Cosa che ancora non riusciva a spiegarsi. 

“Minori.. Minori.. La mia Minori”. Si addormentò con questo pensiero nella testa.

 

Al mattino, mise in ordine, cucinò e poi uscì senza svegliare Ryuji. 

Aveva appuntamento con Kawashima al solito bar e poi sarebbero andate tutte e due a casa di Kitamura.

Da quando gli avevano dato quella tremenda notizia, si erano visti tutti i giorni. Ad avere l’idea era stata la stessa Kawashima. Si era accorta che quella notizia aveva spezzato qualcosa dentro Taiga. Qualche parte di lei si era sgretolata e non sapeva come rimettersi in piedi. Per Taiga era una situazione nuova e non voleva aiuto da parte di nessuno, eppure Ami sapeva che non poteva lasciarla da sola. Più di una volta la piccolina si era messa nei guai con le sue stesse mani e, per quanto in passato non fossero proprio migliori amiche, lei sapeva perfettamente che tutta questa brutta situazione non aveva nulla a che fare con Taiga. Lei non c’entrava nulla. Era solo una ragazza innamorata, corrisposta e che per la prima volta aveva a che fare con l’amore. Poteva essere una colpa, questa, per lei? Ami non lo accettava. Non accettava quello strano comportamento di Kushieda, un comportamento senza senso, da parte di quella che doveva essere la migliore amica di Taiga! Perché tutto questo? Neanche lei riusciva a farsene una ragione ed a dispetto della fama di insensibile ragazza di copertina che si era creata, vedere la sua neo-amica stare male e soffrire, le faceva male. Per questo aveva deciso di non lasciarla sola. E si era meravigliata di quella strana sensazione che provava, quella che normalmente senti quando decidi di aiutare qualcun altro senza chiedere o ottenere nulla in cambio. Ami volle farlo, solo perché sapeva che era la cosa giusta da fare.

Si incontrarono al bar come nei giorni precedenti e nel vedere Taiga, Ami si rese conto che la situazione stava peggiorando. Era trasandata. Sembrava essere appena uscita dalla doccia, i capelli legati in una coda alta e una tuta che la faceva sembrare molto più piccola. Era evidente che non mangiava da qualche giorno, perché il viso si era leggermente incavato ed era di un colorito pallido che lasciava trasparire il dolore che provava. Ami si chiese quanto possa essere visibile il dolore altrui, quanto potessero essere mascherati i segni della sofferenza. Perché Taiga per lei era diventato un libro aperto. “Ma Ryuji lo sa?”. Si rispose da sola guardandola negli occhi. No. Ryuji non sapeva nulla di tutto quello che le stava succedendo. Del mondo che era crollato sulle spalle di Taiga nel giro di pochi secondi. Tutte le sue certezze si erano sbrindellate dietro una raffica di parole. E Ryuji non ne sapeva nulla. Avrebbe dovuto dirglielo?

Ami sorrise a Taiga, cercando nel suo repertorio il sorriso più sincero e preoccupato che riuscisse a trovare. Ma ne venne fuori una smorfia spaventosa che fece ridere Taiga. Senza dire una parola si avviarono verso casa di Kitamura.

 

- Ryuji lo sa?- decise di iniziare la conversazione.
- Di che cosa?- chiese Taiga sulla difensiva.
- Di quello che è successo. Di te e Minori.-

Taiga non riuscì a rispondere, limitando a guardare in basso verso la punta dei suoi piedi. Ami capì che era un no.

- Dovresti dirglielo?-
- NO!- fece spaventata.
- Perché no? Penso che essendo il tuo ragazzo dovrebbe sapere cosa sta succedendo.- Ami incrociò le braccia sul petto, guardandola con la coda dell’occhio.
- Non ce n’è bisogno. Si sistemerà tutto! Ne sono certa!- fece Taiga con così poca convinzione nella voce, da tradire il suo aspetto risoluto.
- E se non fosse così? Se non si sistemasse nulla?- Ami non aveva intenzione di cedere - Ryuji non se ne accorge, di quanto stai male?
- Io sto benissimo!- disse Taiga fermandosi al centro della strada - Non c’è nulla che lui debba sapere perché non c’è nulla di cui lui debba preoccuparsi. Ha già così tanti pensieri nella sua testa. E poi a te che importa Chiwawa Scema?
- A me? Niente figurati. Più che altro mi preoccupa il fatto che lui non si accorga del fatto che tu non stia mangiando nulla.-- Non è vero… è… è solo molto impegnato. E io non voglio disturbarlo oltre.-
- Se dici così, vuol dire che non gli vuoi bene.-
- MA CHE COSA VAI DICENDO! Non gli voglio bene? COME TI PERMETTI!- Taiga era fuori di se. Come poteva Kawashima dire una cosa del genere? Come poteva non volergli bene, se lo teneva allo scuro proprio per evitargli pensieri - TU NON SAI NIENTE!
- No, hai ragione io non so niente! - anche Ami aveva iniziato ad urlare - L’unica cosa che so è che la mia amica di sta facendo del male con le sue proprie mani! Che sta male ed il suo ragazzo, quello che più di tutti dovrebbe capirla e confortarla, non sa niente di tutto questo perché la mia amica deficiente ha deciso di fare la forte della situazione, quando si vede benissimo che sta male! Che sta male e non riesce a fare niente per uscirne! HAI RAGIONE NON SO PROPRIO NIENTE!

Le parole di Ami colpirono Taiga in pieno volto. “Quindi si preoccupa per me?”. Le lacrime cominciarono a scenderle calde sul volto. Era vero. Stava andando tutto in pezzi e non sapeva come fare. Sopratutto perché la persona che le aveva sempre dato una mano adesso sembrava odiarla più di qualsiasi altra cosa al mondo. Era vero. Per la prima volta da giorni, diede sfogo a tutte le lacrime che aveva covato dentro. A tutto il dolore che aveva dentro. Come era stato possibile finire in quel modo? Cosa era andato storto? Perché Minori le mandava messaggi in cui l’accusava di essere una poco di buono, una persona falsa e bugiarda? Perché tutto questo, senza neanche un spiegazione, un motivo? Cosa era successo? Non se lo riusciva a spiegare ed erano questi i pensieri che la assillavano da così tanti giorni. Kawashima se ne era accorta. Kitamura se ne era accorto. Probabilmente anche Ryuji sospettava qualcosa. Ma lei cosa poteva fare? Nei giorni precedenti, a casa di Kawashima si era cercata di mettere in contatto con Minori, aveva provato a chiamarla. Ma a quanto pareva non aveva intenzione di rispondere alle telefonate. Era solo brava a mandare messaggi offensivi e non avere un confronto diretto la faceva stare peggio. Perché non vuole parlarmi, se poi comunque riesce a scrivermi cose tanto brutte? Proprio non lo capiva.

Mentre ormai il pianto aveva assunto le dimensioni di un fiume in piena, si sentì circondare dalle braccia di Kawashima. Spalancò gli occhi e vide che la guardava con una dolcezza infinita. Proprio lei, che fino a qualche tempo prima, neanche riusciva a sopportare il suono della sua voce, adesso era l’unica in grado di darle esattamente ciò di cui aveva bisogno.

 

- So che è difficile, Taiga. - aveva usato il suo nome per la prima volta da quando la conosceva - So che cosa si prova ad essere il bersaglio di così tanta cattiveria gratuita. Da Kushieda poi. Ma ti prego, fatti aiutare. Così non va bene. Fai stare in pensiero tutti noi. 
- Non lo faccio apposta. Semplicemente non so cosa fare. Come comportarmi. - Taiga ricambiò l’abbraccio, aggrappandosi alla maglietta di Ami e stringendosi con più forza a lei. Una volta al suo posto ci sarebbe stata Minori, ma adesso dove era?
- Penso che sia arrivato il momento di parlare di persona con Kushieda.- disse Ami con risolutezza e Taiga non poté fare altro che acconsentire. Quella storia doveva avere una fine. In un modo o nell’altro.

 

Ripresero a camminare, ormai vicine a casa di Kitamura.

 

- Ami, un solo favore- la voce di Taiga uscì come il lamento di un bambino, debole e supplichevole - Non dire nulla a Ryuji.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Toradora / Vai alla pagina dell'autore: maeg