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Autore: i luv rainbow    29/07/2016    2 recensioni
La grotta finalmente si fa più affollata con l'aggiunta di Oliver al gruppo, anche se il giorno in cui saranno tutti riuniti è ancora lontano. Jason però, dopo essersi assicurato che tutti quanti stanno bene, cerca come sempre andarsene e sparire nella giungla. Le cose però andranno diversamente, visto che stavolta i suoi nemici sono stati più bravi del solito a cercare di ucciderlo...
FanFic incentrata sul rapporto d'amicizia tra Ollie e J, con contorno di Bromance tra fratelli Brody e quel pizzico di Vaas/Jason che ovviamente non guasta mai. Pubblicazione settimanale (possibilmente, altrimenti slitta a quella dopo...o a quella dopo ancora).
Max lunghezza tra i 5 o 6 capitoli (Forse anche 8 o 9).
[2° Parte The Warrior Inside Me - Tutti i missing moment del gioco parte 3]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Slash | Personaggi: Jason Brody, Oliver Carswell, Vaas Montenegro
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Warrior Inside Me'
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I Got You

Author - I luv Rainbow
(I_luv_Rainbow_000)
EFP | AO3

Il rating della storia potrebbe cambire e diventare rosso - forse. Come potrebbero aggiungersi i soliti avvertimenti (come violenza, contenuti forti ecc...) che se avete giocato al gioco sapete benissimo che vanno a braccetto con il fandom. Detto questo, buona lettura.

Oblivious Desires

Mi hai salvato...

Ancora risentii la gratitudine nella voce di Ollie per aver impedito che fosse venduto come schiavo.

Cazzo, stavano minacciando mio padre. Avrebbe sborsato un sacco di soldi...

Non gli piaceva mai parlare dei suoi, divorziati da tanti anni ormai e che nonostante ciò ancora non facevano altro che sbranarsi a vicenda; dimenticandosi spesso e volentieri di quel figlio che avevano messo al modo. Fortunatamente almeno non in questo caso, non dopo essere stato rapito da uomini spietati e privi di una qualsiasi coscienza.

Ollie, ti avrebbero venduto come schiavo dopo...anche se avesse pagato

Perché glielo avevo detto? Potevo tenermelo per me, ormai era al sicuro, perché aggiungere altro schifo a tutta questa storia già del tutto orribile? Ma la mia bocca aveva corso più del mio cervello; solo l'attimo dopo capii che così l’avrei solo fatto sentire peggio...

Oh cazzo...questa è proprio una storia di merda! Non so se ne esco sano

Già, chi di noi ne sarebbe uscito sano? Io no di certo, ormai ne dubitavo ogni giorno in più passato sull’isola. Anche se nonostante le continue allucinazioni e qualche vuoto di memoria, continuavo a rifiutarmi di credere di star perdendo completamente la testa. Anche se temevo che Daisy e Liza ormai cominciassero a intuire qualcosa dalle ultime volte che avevo parlato con loro...

Ricordati che i coltelli le uccidono le persone, non le riportano indietro

Già...

In qualche modo questo lo sapevo anch’io ma non vedevo comunque l'ora di ficcarla in quel petto ambrato, circondato da un'inconfondibile collana da cui pendeva una più che famigliare pietra verde giada e per farlo, sarei dovuto continuare a rimanere vivo.

Evitando il più possibile di fare l’idiota testardo come al solito.

J, ma stai be...

Ricordai ancora la voce preoccupata di Ollie, dopo che l'avevo portato al sicuro e che ero andato a parlargli infondo alla grotta. Giusto pochi secondi dopo avermi rifiutato un tiro dal suo spinello.

Mio Dio, ma tu sei ferito! Prima loro in realtà ti hanno preso!

Aveva urlato attirando involontariamente l'attenzione anche di Daisy e Liza, che smisero quello che stavano facendo e ci vennero subito incontro. Io invece come prima cosa mi maledissi; non volevo assolutamente farli preoccupare. Sopratutto ora che dovevo fargli capire che andava tutto bene, che erano del tutto al sicuro e che non ci sarebbe stato nulla ad impedirmi di riportarli a casa.

Nulla.

Si, ogni tanto riescono a beccarmi...

Avevo risposto sarcastico, sforzandomi di sorridere il più possibile così da mascherare il dolore ma ormai l'emorragia era fin troppo evidente e anche fin troppo dolorosa. L'effetto dell'adrenalina stava incominciando a svanire, tanto che rese ormai inutile nascondermi l'enorme macchia di sangue che mi si stava formata sul mio fianco, imbrattandomi buona parte della maglietta. Un rivolo di sangue incominciò a scendermi anche dall'angolo delle labbra e come aveva saggiamente detto una volta Edward Norton in Fight Club, c'è un limite al sangue che un essere umano può ingoiare e trattenere nello stomaco; io l'avevo appena superato...

Di certo non volevo morire ma ero convinto di riuscire a fare in tempo ad allontanarmi e curarmi da solo come al solito. Stavolta sbagliai i mie calcoli e non appena me ne resi conto, caddi seduto sulla pietra lì vicino; Ollie mi si avvicino subito con sguardo terrorizzato, mettendomi le mani sulle spalle e tentando di richiamare la mia attenzione ma ormai ero già al limite. Stavo cedendo e anche se capivo che stava chiamando il mio nome, in qualche modo, non riuscii a reagire minimamente e continuai solo a fissare il vuoto davanti a me.

Poi credo…

Io credo…

Non saprei. Mi parve soltanto che le ragazze corsero a chiamare il Dr. Earnhardt e l'attimo dopo svenni, visto lo stacco improvviso che ci fu da quel momento, al ritrovarmi sdraiato dentro la tenda blu; già tutto bendato, pulito, curato e con accanto...

«Liza?» sussurrai come me la vidi addormentata al mio fianco e fu in quell'attimo che mi accorsi anche che mi stava stringendo la mano.

La guardai commosso e per un attimo pensai di accarezzarla e baciarla, il secondo dopo invece mi obbligai a stroncare quelle effusioni sul nascere. Dalla vergogna spostai anche il viso verso il lato opposto pensando soltanto che ero un maledetto idiota e anche, un dannato bastardo...

Le mi amava ed io invece le stavo solo facendo passare l'inferno.

Ma non potevo farci niente; l'intensità dei mie sentimenti non era lo stesso che lei provava, già da un bel po', verso di me. Da tempo sapevo che era profondamente innamorata ed io, semplicemente, avevo ingenuamente pensato che prima o poi sarei arrivato a ricambiarla.

Perché con Liza mi trovavo perfettamente a mio agio e le volevo un gran bene; ma non l'amavo.

Non come lei amava me...

Prima o poi avrei dovuto dirglielo. Di certo le avrei fatto male ma almeno sarebbe stata libera di trovare la felicità con qualcuno che la ricambiasse sul serio. Solo che ora come ora, non avevo il coraggio di farlo. Come avrei potuto dopotutto? Rompere la nostra relazione lì, in quella grotta, su quella maledetta isola dove eravamo stati rapiti, maltrattati e per poco anche venduti come schiavi?

Un trauma alla volta bastava e avanzava eppure, avevo il timore che non ci sarebbe stato modo di dirglielo se non mentre eravamo ancora sulle Rook. Perché io...

Non voglio tornare?

Subito mi morsi il labbro, pensieroso.

Non lo sapevo, non ne avevo idea; forse sì. Forse no. Lo volevo? I Rakyat continuavano a dirmi che il mio posto era qui insieme nella tribù e ormai mi trattavano come fossi loro fratello.

Citra...

Bell'enigma quella donna ma nemmeno lei era il motivo del mio voler restare; lo ammettevo, era vero che quando stavo con lei ero rapito dalla sua bellezza e rapito dal tutto fascino che emanava, tanto che spesso e volentieri smettevo anche di ragionare. Chiunque l'avrebbe definita una reazione normale, come avrebbero potuto tranquillamente pensare che tutto quello che quindi io facevo era solo per farmi valere ai suoi occhi ed alcune volte, persino io lo credevo.

Eppure non era così...

Non appena tornavo dalla giungla, non appena non l'avevo più sotto gli occhi, quell'incantesimo si rompeva sempre come nulla fosse…

Di mio non pensavo quasi mai a lei e anche se lo facevo, non ne sentivo la mancava – mai. Era raro che mi tornasse alla mente la sua voce, il suo profumo o il suo corpo. A malapena ricordavo queste prime due cose quando le ero distante e cosa ancor più fondamentale, non mi dispiaceva affatto.

Non mi importava, non me ne fregava niente.

Eppure che cos'era, allora? Non ne avevo idea; quando ero là fuori, da solo, per metà io pensavo ai miei amici e a mio fratello. Invece per l'altra metà a…

«Vaas...» sussurrai con frustrazione stavolta.

Già, pensavo quasi solo al momento in cui l'avrei avuto tra le mani. In cui gli avrei fatto pentire di essere nato. In cui finalmente, abbandonando totalmente la pietà, l'avrei ucciso – vendicando Grant.

Poi c'era anche Citra…

Era un'ottima sensazione quella che provavo; l'immaginarmi con il pugnale in una mano e il sangue di Vaas sopra e nonostante questa mia immersione totale, mi accorsi del sussultare di Liza e di come gemette anche dalla paura al mio solo pronunciare il nome di quel bastardo. Subito mi girai su di un fianco per voltarmi verso di lei e consolarla, accarezzandole la spalla e sussurrandogli delle parole confortanti senza svegliarla, per poi continuare a stringere la mia mano con la sua.

In un attimo tornò tranquilla.

Sicuramente ora stava facendo sogni sereni, invece io tornai con la mente al maledetto figlio di puttana che era quasi sempre al centro dei miei e totalmente protagonista dei miei incubi notturni.

Ovvero ogni dannatissima notte...

Quanto avrei voluto ucciderlo cazzo e quanto avrei voluto essere personalmente destinato io a farlo. Assistere all'esalazione del suo ultimo respiro mi avrebbe dato una goduria immensa. Lo odiavo maledizione, lo odiavo più di ogni altra cosa al mondo; odiavo il suo sorriso predatorio, la sua risata sempre così sadica e divertita – o anche piena di euforia quando si lasciava andare in uno di quei suoi deliranti discorsi da paranoide schizzato.

Com'era possibile che qualcuno non avesse mai tentato di rinchiuderlo da qualche parte e gettare via la chiave?

Odiavo i suoi occhi e come mi guardavano, sembrava sempre volesse divorarmi vivo e odiavo nel modo più assoluto riuscire a leggerci dentro e capire, dalle pupille che variavano dal completamente dilatate all'essere piccolissime a spillo, quale tipo di droga o miscuglio di queste avesse assunto in giornata; come odiavo vedere le sue enormi occhiaie, segno di quella che doveva essere una terribile insonnia e constatare per l'ennesima volta che tutto questo contribuiva pericolosamente ad aumentare la sua instabilità e la sua brutalità, sopratutto nei miei confronti…

Odiavo il suo fisico perfetto, la sua forza bruta e così impossibile da soggiogare, tanto ogni volta mi pareva di scontrarmi contro una montagna che inevitabilmente mi franava addosso. Che ogni volta nei nostri brevi scontri per la giungla mi atterrava, sovrastandomi con tutta la sua imponenza, di come mi inchiodava a terra stringendomi i polsi fino quasi a romperli.

Odiavo come avessi ancora paura di lui, nonostante la rabbia e nonostante il disprezzo, di come finendo a guardarlo dal basso non potevo far altro delle volte a lasciarmi solo intimorire e dominare dalla sua sola presenza – di come lui, puntando i suoi occhi sempre affamati con insistenza nei miei, mi faceva sentire nudo anche sotto la mia stessa pelle.

Odiavo poi come invece di reagire subito, mi lasciavo sempre distrarre per un attimo da quella sua dannata collana verde che ciondolava sempre sopra i mie occhi. Prima che inevitabilmente tornassi a guardarlo dritto in faccia beccandolo a leccarsi maniacalmente le labb…

Dio, ma perché non riesco a pensare ad altro che a quel bastardo?

La consapevolezza di ciò mi colpi all'improvviso facendomi deglutire dal nervoso e lasciandomi solo la voglia di piangere dal dolore.

Pochissime volte era riuscito a catturarmi, compresa quella con Liza quando aveva tentato di darci fuoco vivi, ma non importava; era riuscito a entrare nella mia testa, fin dalla prima volta che l'avevo incontrato e avevo il terrore che non ne sarebbe mai più uscito. Forse dovevo ucciderlo, solo così mi sarei liberato di lui? Solo così – forse – avrei finalmente voluto di nuovo abbandonare l'isola? Solo così, sarei potuto di nuovo ritornare la notte a sognare qualcosa di diverso da quell'uomo terribile e da tutti gli orrori che con se portava? Solo così, sarei finalmente potuto ritornare normale?

perché era questo quello che volevo, giusto?

Non ne avevo più idea. Sia il mio corpo che il mio inconscio mi spingevano proprio nella direzione opposta; mi spingeva verso il primitivo, verso la giungla, verso il selvaggio. Invece la parte del tutto cosciente di me…io volevo solo la pace che avevo perduto, perdendo Grant. Io volevo troppe cose contrastasti quindi; che diavolo volevo per davvero?

Non Liza

Almeno di questo ne ero sicuro e mi fece male pensarlo, soprattutto come la sentii farsi più vicina e appoggiarsi contro di me, sussurrando il mio nome nel sonno.

Non mi meritava...

«Mi dispiace tanto, perdonami...» e sussurrai dispiaciuto, sporgendomi e baciandola sulla fronte: «Ma non è proprio destino...» conclusi malinconico, allontanandomi con calma e lasciandole quindi anche la mano.

In risposta la vidi lacrimare nel sonno. Forse anche lei, infondo, doveva aver già capito; non c'era speranza per noi due e come uscii dalla tenda, capendo che nessuno degli altri mi aveva notato, io sentii solo e subito l'impulso di…scappare via.

   
 
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