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Autore: Karasu98    30/07/2016    1 recensioni
Avete presente quando la notte siete distesi sul letto, i vostri nervi insieme a voi sono distesi e la mente viaggia tra i sogni? Blake Reedus non dimenticherà mai quando per lui e suo fratello la tranquillità della notte fu sconvolta in un modo brutale.
Genere: Drammatico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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New York-Stati Uniti, ore 24.03

Da pochi minuti era scoccata la mezzanotte, in un condominio nella contea di Jackson, Blake Reedus stava leggendo un libro a lume di candela dopo aver messo a letto suo fratello Tate, 8 anni. Fuori c'era un temporale tremendo che aveva fatto saltare la luce su buona parte della città, si sentiva l'acqua picchiettare sul vetro della finestra e i tuoni continuare a rimbombare sulla rampa delle scale del condominio. Tate inizia a piangere e posando il libro sul divano Blake si alza e si dirige con calma nella stanza del fratello. Il bambino salta fuori dalle coperte e appena vede il ragazzo davanti alla porta della sua cameretta corre verso di lui urlando "Ho visto qualcuno fuori! Sulle scale di emergenza, fratellone ho paura!", Blake prese Tate e lo posò sul letto, gli strofinò la testa e aprì la finestra parandosi il volto dalle folate di vento "Non c'è nessuno...Era solo un sogno" disse sorridendo e dando una pacca sulla spalla del fratello, il bambino continuava ad asciugare i fiumi di lacrime dalle sue guance "NON ERA UN SOGNO!" gridò saltando tra le braccia di Blake, il quale sospirò e chiudendo la finestra consolò ancora il fratello, insieme andarono nel salotto, si sedettero sul divano e poco dopo ripiombò il dolce silenzio della notte. 
Un tonfo, due, tre, quattro, sembravano non finire più, Blake sobbalzò e disse a Tate di andare in camera sua e chiudere le serrande per poi nascondersi sotto il letto, il bambino fece come lui gli aveva appena detto, mentre  Blake senza fare rumore salì al piano di sopra del condominio "CREPA! MUORI! CORAGGIO MUORI! NON STRILLARE RAZZA DI SCHIFOSA!" si sentì dall'appartamento di Mandy all'ultimo piano, Blake velocizzò il passo,arrivato in cima tra le varie urla dello sconosciuto iniziarono i botti dei pugni che lui stava dando alla porta per attirare l'attenzione "DANNAZIONE!" gridò Blake per poi sfondarla,non si sentivano più rumori, niente di niente, si diresse in cucina, prese il coltello più grande che riuscì a trovare ed inizio a vagare per l'appartamento, arrivato ad un corridoio deglutì sbarrando gli occhi, davanti a lui una lunga striscia di sangue partiva dalla sala per andare in bagno, asciugandosi il sudore dovuto all'agitazione andò a passo lento verso il bagno, lentamente aprì la porta e vide la donna,Mandy, con il cranio fracassato immerso nella vasca da bagno colma di acqua e di sangue, il ragazzo si avvicinò e poggiando il coltello per terra prese tra le braccia la vittima, tentò di rianimarla in tutti i modi che gli erano possibili, fino a quando poco attimi dopo si accorse che la morte non era provocata da annegamento, ma dalle contusioni che aveva sul cranio... Blake aveva le mani piene di sangue e conati di vomito si alternavano a profondi respiri i quali vennero interrotti da un fischiettio irritante che echeggiavano nel corridoio, Blake deglutì per poi pararsi una mano davanti alla bocca per non far uscire neanche un singhiozzo, con l'altra mano afferrò il coltellaccio da cucina e lentamente si alzò in piedi, si fermò per un istante per ascoltare i passi dell'assassino allontanarsi lungo l'andito, deglutì ancora una volta e avvicinandosi lentamente verso la finestra alle sue spalle uscì sulle scale d'emergenza, la tempesta continuava, non sembrava volersi placare, la scala in ferro era scivolosa e un solo passo falso avrebbe potuto buttarlo tra le braccia della morte, lentamente si avviò verso il suo appartamento dove entrò dalla finestra della sala, la quale richiuse insieme alle serrande. Blake prese un attimo il fiato, si passò una mano tra i capelli e andò nella camera di Tate, si avvicinò al letto e si chinò "Tate,sono io,vieni fuori, dai svelto" il fratello uscì dal letto, guardò Blake sconcertato e sussurrò "Che cosa è successo?" poi balbettò "E'... Sa-sangue?" il ragazzo si guardò le mani e si avvicinò a Tate e disse "Senti, è successa una cosa brutta, molto brutta, ma stai tranquillo, io-" si sentì un tonfo per le scale partire da pian terreno fino  ad arrivare al lucernario al piano più alto, "Fai silenzio, ti spiegherò tutto, ma fai silenzio...Non ti succederà nulla, TE LO PROMETTO..." fece prendendo il cellulare dalla tasca destra dei jeans, "911, con chi parlo, qual è l'emergenza?" Blake fece un sospiro "Mi chiamo  Blake Reedus e vivo in una palazzina 

145 longstreet Ground Zero! Ho sentito dei tonfi al piano di sopra e... Dannazione! Sono salito e ho trovato il corpo di Mandy Jackson, il cadavere! Sono uscito dalla finestra del bagno e sono riuscito a tornare al mio appartamento, ho...Ho paura che siano più persone sento dei tonfi venire dalle scale!" ansimò intanto che si puliva una mano sui pantaloni imbevuti anch'essi di sangue, "Okay, senta si calmi, manderemo al più presto dei soccorsi, resti in casa, ascolti la mia voce, c'è qualcuno in casa con lei?" Il ragazzo sussurrò "Si, c'è mio fratello, ha 8 anni, maledizione perché non l'ho ascoltato!?", la voce al telefono non si sentì per alcuni secondi "Era stato avvisato da suo fratello?" fece la voce disturbata al di là della cornetta, Blake sospirò e disse "S-si, però non avevo visto o sentito nulla allora... Avevo pensate avesse solo fatto un incubo..." la voce riprese a parlare dopo che il fruscio di una penna e il battere alla testiera si fermarono "Okay, ho capito, senta ora è meglio che io riagganci, non vorrei che qualcuno ci sentisse parlare, ho mandato i soccorsi, lei attenda senza farsi scoprire", il ragazzo chiuse la chiamata e prendendo per mano il fratello lo portò nel ripostiglio lungo il corridoio "So che è una situazione strana e spaventosa, okay? Però devi fare come ti dico; stai tranquillo qui dentro, chiudi la porta a chiave dall'interno e cerca di bloccarla per bene con i manici di scopa che ci sono,okay?" fece tendendogli un peluche. Blake si poggiò alla porta dell'appartamento sedendosi a terra con il coltellaccio tra le mani, sentiva ancora quel fischiettio, questa volta echeggiava fastidiosamente per le scale, mentre tonfi e spari si alternavano per tutto il condominio, una lacrima colò lungo la guancia destra del ragazzo, subito dopo si ricordò che i suoi genitori non erano ancora rincasati, prese il telefono, la batteria era quasi scarica e la luce ancora non era tornata, chiamò alla svelta al cellulare del padre "Papà! Senti, ascolta, non c'è la luce qui, okay, senti il punto è che qui, maledizione, ci sono delle persone e la signora Mandy, oddio..." singhiozzò "Non tornate a casa okay? Non dovete tornare! Non ora! Ho chiamato i soccorsi!" singhiozzò ancora, il padre fece un lungo respiro "Blake, tu e tuo fratello state bene? Non vi hanno fatto nulla vero??" il ragazzo si asciugò le lacrime con la manica della felpa "No, no, stiamo bene, spaventati si, ma non abbiamo ferite..." l'uomo sospirò ancora "Okay, senti noi stavamo tornando a casa, andiamo in centrale per vedere se si sono mobilitati i soccorsi, voi mettetevi al sicuro!" Blake sussurrò "Okay, va bene...". 
"Fratellone, sono stanco" Si sentì una voce sconsolata venire dal ripostiglio, "Fai silenzio, lo so che sei stanco, lo sono anche io, ma i soccorsi ancora non arrivano e non possiamo fare nu-" la sua voce venne interrotta da un proiettile che attraversò la porta di ingresso per finire ai piedi di Blake che sbarrò gli occhi, si alzò di scatto e impugnando il coltello si girò verso la porta, "Ehi, adesso sfondo la porta, se tenti di scappare di uccido subito, se aspetti possiamo anche discutere tranquillamente, okay? La signora al piano di sopra ha già provato a chiamare la polizia, hai visto che fine ha fatto vero?"urlò una voce rauca per le scale "Okay, adesso entro!", il telefono di Blake iniziò a suonare, l'uomo sfondò di fretta la porta e con poche mosse disarmò il ragazzo e gli puntò la pistola alla tempia, "Dammi il tuo cellulare e nessuno si farà male" Blake con gli occhi gonfi di lacrime non poté far altro che cedere il telefono all'uomo, "Bravo ragazzo!"... Rispose alla chiamata "Salve 911, quindi qui qualcuno vi ha chiamato,eh? Beh meglio così, almeno saprete che io e dei miei amichetti abbiamo assediato l'edificio e non andremo via di qui senza fare altre vittime se non per una modica cifra di 1.000.000$" la voce dall'altro capo del telefono esitò un attimo "Siete i sequestratori? Sentite posso dirvi con certezza che qui nessuno è disposto a cacciare tale cifra e-" venne interrotta dall'uomo "SENTA! STIA BENE A SENTIRE! Qui ci sono in gioco delle vite e non mi pare che vi convenga buttarle via per qualche spicciolo,non credete?" la voce tentennava ancora a rispondere "Senta mi faccia parlare con Blake Reedus." l'uomo guardò in faccia il ragazzo, "Sei tu? BLAKE?" intimorito fece cenno di si con il capo per poi afferrare il telefono che gli era stato passato dal sequestratore "P-pronto?" fece con la voce tremante, "Blake? Senti qui ci sono i tuoi genitori, sono arrivati un momento fa, i soccorsi purtroppo sono bloccati dall'acqua, le strade sono bloccate, è tutto un casino, non sappiamo quando potremo mandare i soccorsi e purtroppo dai piani alti ci è stato detto di non trattare con gente del genere-" la donna venne brutalmente interrotta, si sentì uno strillo assurdo dall'altra parte del telefono "COME DIAVOLO SAREBBE A DIRE? Senta in quel condominio ci vivono trenta persone e due di quelle sono i miei figli!  Lei deve fare qualcosa, siete la legge siete...DANNAZIONE!" la signora tentò di calmarlo ma non ci riuscì facilmente, l'uomo prese le prese il telefono dalle mani "Blake, senti, cercherò di fare il più possibile, non vi succederà nulla, nulla!" Il cellulare si spense, il sequestratore sbatté con violenza la testa del ragazzo contro il muro "Sei stato svelto a chiamarli ragazzo, ma purtroppo a nessuno con a disposizione quel milioncino importa abbastanza di voi e di questa gente..." Sghignazzò "Senti, dov'è tuo fratello? Ho sentito che siete in due, lo ha detto tuo padre, no?" Blake fece cenno di no con la testa pulendosi il sangue che gli era uscito "S-sono da solo, mio fratello era andato a dormire dai nostri zii... Deve essergli sfuggito di mente..." L'uomo lo fissò per qualche minuto "Ti crederò, ma se non fosse vero, sappi che farete entrambi una brutta fine" fece pestando sotto un piede il cellulare del ragazzo.
Le ore passavano e nessuno faceva nulla, qualcuno bussò alla porta, l'uomo sussurrò con la sua voce rauca"Chi è?" ed una voce più rauca ancora rispose "Sono io, P13, puoi venire fuori un momento?" l'uomo si diresse verso la porta "Prova a fare qualcosa e sei finito" Blake deglutì e dopo aver visto la porta chiudersi davanti a lui si alzò lentamente e con la stessa lentezza andò verso il ripostiglio "Tate, senza fare troppo rumore apri la porta, okay?" "Okay" fece il bambino spostando i manici di scopa, aperta la porta Blake prese tra le braccia il fratello e si diresse nella cameretta, aprì la finestra e velocemente andò verso l'appartamento di Mandy, per caso notò degli uomini piazzati sotto il condominio con delle armi, fucili, pistole, mitra e tanto altro, il ragazzo entrò svelto dalla finestra del bagno, vide il cadavere della donna e sussurrò "Tate, non guardare", chiuse la finestra e sbarrò tutte le porte "Okay, senti, ti dirò come stanno le cose, queste persone sono cattive e vogliono dei soldi, non so a cosa gli servono, ma hanno minacciato di ucciderci, ma nessuno vuole dare questi soldi perché non vogliono contrattare con gente del genere, i soccorsi non stanno arrivando, le strade sono bloccate, per quanto tutto questo possa essere spaventoso cerca di essere coraggioso, dopo che tutto questo sarà finito potrai piangere quanto vorrai,ma adesso per favore, cerca di stare calmo,okay? Anche io ho paura" il fratello si grattò un occhio e guardando Blake sussurrò "D'accordo, va bene, farò il bravo, però non mi lasciare più da solo!" il ragazzo fece un leggero sorriso e rispose "Okay!". Passarono dieci minuti, si sentirono spari e ancora spari per tutta la durata di quei dieci esasperanti minuti, a quel punto si sentì bussare dolcemente al portone principale dell'appartamento “Mandy, Mandy cara, sono io, sono la mamma” Blake fece un sospiro di sollievo che si tramutò quasi subito in disperazione, aprì dolcemente la porta e fece entrare la signora che sussurrò “Oh ciao, Blake non sapevo fossi, qui, senti, dopo mi spiegherai tutto, prima aiutami a distendermi sul divano per piacere, “Blake senza dire nulla aiutò la signora, poi iniziò a parlare “Senta, Mandy...” la donna lo interruppe “Quei mostri la fuori mi hanno accoltellata, ma Shane, quell'uomo che vive al terzo piano, ne ha pestato uno per bene, io sono scappata qui a casa, ma mi fa tanto male la gamba destra, adesso caro, potresti dire a Mandy di placare il mio dolore? Sai lei è un medico, potresti chiamarla per piacere, ho gridato tanto dalla paura e ora non ho più voce.” Il ragazzo si incupì più di quanto non lo fosse prima “Senta, Mandy è... E' morta ore fa purtroppo, io sono scappato qui pensando che non sarebbero risaliti e...” La donna sbarrò gli occhi, si tappò la bocca per non far sentire troppo i suoi gemiti, le lacrime iniziarono a rigarle la faccia “Blake, stai parlando della mia Mandy? La mia povera Mandy? Oh mio Dio, perché proprio a lei, era così buona, era così gentile, la mia Mandy,la mia MANDY!” Il ragazzo prese del ghiaccio dal frigo e lo posò sulla ferita sanguinante della povera donna, intanto le sussurrava “Mi dispiace, io...Io non ho potuto fare nulla, ho provato a rianimarla, ma ormai... Sono arrivato tardi, mi dispiace, mi dispiace!” Blake singhiozzò un momento poi iniziò a fasciare la ferita dell'anziana, Tate si sdraiò accanto a lei poggiando la testa contro il suo braccio, la donna gli accarezzò la testa “E' tanto stanco, anche tu lo sei vero Blake? Perché non vi riposate un po' io farò la guardia!” Il ragazzo rifiutò l'offerta, ad un tratto la porta d'ingresso cadde e dei passi tuonarono sul pavimento avvicinandosi velocemente alla sala “ECCOTI QUA! MALETTO! IDIOTA! Sei scappato eh? Ma guarda, allora non era dagli zii? MI HAI FREGATO! Ma questa volta me la paghi!” Gridò l'uomo prendendo per un braccio Tate che si lamentò della stretta troppo forte, Blake venne travolto da una rabbia immonda, senza pensare a nulla prese la rincorsa e diede una gancio destro sul volto dell'uomo che cadde a terra con del sangue che gli colava dal naso, la pistola che aveva stretta nella mano gli volò via e finì ai piedi di Tate che senza pensarci neanche un secondo la prese in mano e la puntò verso l'aggressore, in tutto questo le lacrime non smettevano di scendere dai suoi occhi e finire sulla moquette dell'appartamento. Blake si avvicinò al fratello e tranquillizzandolo gli prese l'arma delle mani, senza mai cambiare bersaglio. Passi veloci e pesanti quanto quelli di prima si sentirono entrare dalla porta d'ingresso, apparvero sulla soglia della sala due uomini alti e robusti che tenevano tra le mani delle mitragliatrici, Blake spinse il fratello dietro di sé, ma fece appena in tempo a fare quest'azione che uno dei due malintenzionati fece fuoco, per un attimo il ragazzo non ci capì più nulla, poi sentì un dolore lancinante alla gamba sinistra, cadde a terra e gridò talmente forte da farsi sentire per tutto il condominio, strinse forte la gamba a sé e mentre da essa sgorgava sangue dai suoi occhi sgorgavano lacrime amare, subito gli uomini fecero ancora fuoco, ora sull'anziana che venne colpita allo stomaco, strillò anche lei, con quel filino di voce che le rimaneva sussurrò “Per favore, basta, noi non abbiamo fatto nulla, che colpa ne abbiamo noi dei vostri problemi? Cosa?” e si strinse forte nel petto, intanto che la donna parlava Blake impugnò saldamente la pistola e senza che nessuno se ne accorgesse punto l'arma su uno dei due aggressori e fece fuoco, uno, due, tre colpi, l'uomo stramazzò a terra senza più rinvenire, all'altro si incupì il volto e si diresse verso il ragazzo che continuava inutilmente a premere il grilletto della pistola ormai scarica, tentava di indietreggiare, ma con la gamba in quelle condizioni ogni movimento era l'inferno, l'uomo cambiò leggermente direzione, fissò Blake un momento negli occhi e poi il suo volto si tramutò in uno degli sguardi più terrificanti che il ragazzo avesse visto in tutta la sua vita, un ghigno malefico, due occhi sparati fuori dalle orbite e poi delle risate diaboliche, quelle risate che non gli sarebbero mai più uscite dalla testa, , il movimento nervoso che faceva con la mano nella quale teneva la mitragliatrice era in contrasto con la calma con cui si avvicinava a Tate, Blake gridò “NON TI CONVIENE! Senti bene, siamo ostaggi no? Non credo ti convenga farci fuori! Avete già ucciso mezza palazzina! FERMATI!” la sua voce si faceva via via più sottile e malinconica, quasi singhiozzante “Ti prego... Fermati... Non farlo!” la sua voce si chiuse in un singhiozzo, strinse un pugno e lo batté con dolcezza al suolo, l'uomo stava per premere il grilletto e mentre faceva questo sogghignò “Perché non dovrei farlo? PERCHE'? Mi pare che tu non ti sia fatto scrupoli ad uccidere con tre proiettili mio fratello, perché adesso dovrei avere pietà di te? PERCHE'?” Blake stette un momento in silenzio e poi con la voce tremante iniziò a parlare “Non avrei mai voluto dover portare una morte sulle mie spalle, ma...Ma... Io ho solo tentato di difendere me, di difendere Tate e quella purtroppo, PURTROPPO, è stata l'unica soluzione che ho visto in quel momento e anche se non potrò mai perdonarmi quello che ho fatto e tu non potrai mai perdonare me, ti prego, non farlo, lascialo andare, ti prego!” l'uomo sembrò non interessarsi minimamente alle parole del ragazzo, puntò l'arma verso il bambino e premette il grilletto, Blake strinse gli occhi gridando a squarcia gola, poi lentamente li riaprì e vide la madre di Mandy al suolo, dinanzi a Tate che piangeva al dirotto, in quel momento il ragazzo realizzò cosa fosse successo e con le ultime forze che gli rimanevano strisciò fino al corpo dell'uomo che aveva ucciso e prese l'arma, con tanta,troppa freddezza la punto verso il secondo uomo e sussurrò “Sai che non voglio farlo, ma se mi costringi io...” l'uomo si avvicinò con cautela a Blake, ma senza alcun timore si inginocchiò davanti a lui e poggiò la fronte sulla volata della pistola e disse “Avanti, SPARA! Cosa aspetti? SPARA!” il ragazzo strofinò i denti e poi disse “No, non voglio farlo, tu non mi porterai a questo, TU.... E' la prima volta che uccidi vero? E' la prima volta, si vede nei tuoi occhi, lo vedo, perché ti sei spinto a tutto questo?” all'uomo si rigarono le guance; “Io... Io ero in debito con lui, mi ha aiutato per tutta la vita, mio fratello e... Non ho potuto fare a meno di dirgli che questa volta lo avrei aiutato, io... Mi dispiace, mi dispiace...” Lentamente si rialzò in piedi “Mi dispiace, ma devo farlo, non posso perdonarti, si girò di colpo e fece fuoco su Tate, sparò, sparò, sparò, colpi a non finire entrarono in quel povero corpicino, poi un botto echeggiò per tutte le scale fino ad arrivare alle orecchie dei due, l'uomo corse di fretta fuori dall'appartamento, subito senza dire nulla rientrò e punto ancora l'arma verso il ragazzo “Okay, senti adesso la fac-” Dei passi svelti e rumorosi arrivarono dinanzi la porta “Mettete giù le armi, tutti e due” Entrambi buttarono le armi a terra, Blake sussurrò “E' finita?” il militare gli sorrise, poi atterrò il malvivente e gli mise delle manette ed intanto disse “E' tutto sotto controllo, entri pure” si vide un'ombra che con calma si avvicinava alla porta, poi Blake vide il padre e strisciò velocemente, gli afferrò la caviglia ed iniziò a piangere come un bambini “Mi dispiace, non ci sono riuscito a salvarlo, non... Non ho fatto abbastanza... SC-” l'uomo si chinò ed abbracciò il figlio “Okay, va tutto bene,va tutto bene, ora è tutto finito, tutto” intanto il suo sguardo si posò sul corpicino sgorgante sangue del piccolo Tate, aiutò Blake ad alzarsi e si avvicinarono al bambino, il ragazzo si chinò appoggiando la testa al petto del fratello, sentì una mano strofinarli i capelli ed una dolce voce dire “Adesso è tutto finito,giusto?Piangi,Blake, puoi smettere di essere coraggioso per ora...” la mano scivolò via cadendo sul pavimento ed il ragazzo pianse ancora e ancora sussurrando “Te lo avevo promesso, te lo avevo promesso che non ti sarebbe successo nulla, SCUSA! SCUSA!” strinse in una mano il peluche di Tate poi perse i sensi.

Dopo tutto questo Blake non fu mai più lo stesso, ma si unì alla polizia ed un giorno salvò ben cinquantadue persone da un attentato simile a quello che lui stesso aveva vissuto, in quel momento sentì tanti di quei ringraziamenti tra lacrime e singhiozzi di gioia che non poté far a meno di lasciarsi tutto lo schifo di quella notte alle spalle,senza mai dimenticare, ma senza più sentirsi un verme. Blake Reedus fu l'unico sopravvissuto.

   
 
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