Si trovava di nuovo sulla lancia, di
nuovo in direzione
dell’isola, quell’isola cupa, tetra e malarica; con
le braccia conserte se ne
stava a fissare il profilo dell’isola che si avvicinava
sinistramente,
minacciosamente, morbosamente invitante.
E mentre la risacca sciabordava
contro le paratie e i remi
annegavano ritmicamente, per poi riemergere con uno sgocciolio
snervante,
l’isola era sempre più vicina: con i tronchi
galleggiante che sembravano
coccodrilli voraci, con i rami degli alberi tesi ad artigliare, con la
palude
putrescente e melmosa.
Poi chiuse gli occhi e si
ricordò quello chi gli avevano
detto:” L’isola che non c’è
non è reale, è solo una percezione delle nostre
emozioni, concentrati, cerca un pensiero felice e potrai
volare.”
Quando gli riaprì
l’isola era completamente cambiata:
radiosa, sensuale, succosa.
Poi però si
ricordò anche quello che gli aveva detto Wendy:”
Non ti fidare degli spirti loro mentono, evita di farti
irretire.”
Ancora una volta chiuse gli occhi e
quando li riaprì vide
per la prima volta l’isola come era davvero: nera, brulla,
coi rami grossi e
nodosi e spogli da vegetazione.
Jim non sapeva allora di che fidarsi,
anche il suo caronte,
con il fuoco nei capelli, doveva avere un secondo fine,
perché aiutarlo
altrimenti.
Ora che aveva memoria del suo
“essere” si sentiva ancora più
dilaniato, un’anima vecchia, amareggiata e disillusa in un
corpo ancora aitante
e pieno di possibilità.
Poi sentì la barca
sbattere contro la rena e si ridestò dai
suoi pensieri, scese e si avviò verso il punto prestabilito.
Non trovarono ostacoli e
così arrivarono all’accampamento
indiano.
“Sono Shanks, il rosso,
vengo a nome di Spugna, colui che
tiene il mare.” Disse la sua guida
“E io sono Giglio Tigrato e
rispondo per conto di Pan, colui
che tiene l’isola.” Rispose un’indiana
ammaliante, dai capelli neri, legati da
tue trecce a incorniciare il volto.
“E io Shanks il rosso dico
a Giglio Tigrato, che risponde
per conto di Pan, colui che tiene l’isola, che richiedo di
parlare con Toro
Castrato, il vostro sciamano.” Riprese Shanks
“Per quale motivo Shanks il
rosso, che viene a nome di
Spugna, colui che tiene il mare, chiede a Giglio Tigrato, che risponde
per
conto di Pan, colui che tiene l’isola, di poter parlare con
Toro Castrato,
nostro sciamano?” Ribatte l’indiana.
Intanto Jim si era seduto su di un
piccolo ceppo, perché
sapeva che si sarebbe tirato per le lunghe, era stato avvertito di
ciò da
Spugna.
“E
io, Shanks il
rosso, che viene a nome di Spugna, colui che tiene il mare, e che
chiede a Giglio
Tigrato, che risponde per conto di Pan, colui che tiene
l’isola, di poter
parlare con Toro Castrato, vostro sciamano perché
c’è una interferenza,
presento a Giglio Tigrato, che risponde per conto di Pan, colui che
tiene
l’isola, Jim Hawkins, mozzo non autorizzato della Queen Mary,
la nave di
Capitan Uncino, terrore dei mari liberi, saccheggiatore di porti,
squartatore
di nemici, mano d’argento e cacciatore di bimbi
sperduti”
Poi fece un cenno a Jim, e il ragazzo
si alzò e cominciò a
parlare così come istruito.
Si portò una mano sul lato
sinistro della gola, e cominciò:
“Io, Jim Hawkins, mozzo non autorizzato della Queen Mary, la
nave di Capitan
Uncino, terrore dei mari liberi, saccheggiatore di porti, squartatore
di
nemici, mano d’argento e cacciatore di bimbi sperduti, chiedo
di poter
conferire con Giglio Tigrato, che risponde per conto di Pan, colui che
tiene
l’isola.”
E l’indiana portandosi
anulare e indice sulla tempia destra
rispose: Jim Hawkins, mozzo non autorizzato della Queen Mary, la nave
di Capitan
Uncino, terrore dei mari liberi, saccheggiatore di porti, squartatore
di
nemici, mano d’argento e cacciatore di bimbi sperduti, Io
Giglio Tigrato, che
risponde per conto di Pan, colui che tiene l’isola, ti
autorizzo a chiedere.”
Trova quello sproloquiale inutile e
ridicolo, ma purtroppo
doveva stare al gioco o avrebbe finito per essere stritolato o peggio.
“Io, Jim Hawkins, mozzo non
autorizzato della Queen Mary, la
nave di Capitan Uncino, terrore dei mari liberi, saccheggiatore di
porti,
squartatore di nemici, e cacciatore di bimbi sperduti, che chiede di
poter
conferire con Giglio Tigrato, che risponde per conto di Pan, colui che
tiene
l’isola…”
Ma non poté continuare che
si trovò una lancia puntata alla
gola.
“Hai perso mozzo non
autorizzato della Queen Mary, la nave
di Capitan Uncino, terrore dei mari liberi, saccheggiatore di porti,
squartatore di nemici, mano d’argento e cacciatore di bimbi
sperduti.”
“Perché?”
Ma non ebbe risposta e fu condotto in
una capanna fatto di
fango e dal tetto di foglie intrecciate.
Una volta dentro, fra puzza e
oscurità, ebbe subito contezza
di non essere solo e mise, così, mani al suo coltellaccio.
“Chi è
la?”
“Jimbo.” Rispose
una voce familiare, e dall’ombra infatti
sbucò il faccione del vecchio cyborg Long John Silver.
“Silver”
Gridò di gioia Jim, correndo ad abbracciarlo.
“Non sei invecchiato di un
giorno, Jimbo.” Rispose Silver carezzandogli
paternamente la testa.
“è una lunga
storia, vecchio pirata.” Rispose Jim,
liberandosi dall’abbraccio.
“Racconta su abbiamo tutto
il tempo.” Disse Silver
E Jim si sentì in quel
momento più sicuro che mai che se la
sarebbe cava, se la cavava sempre, ma in quel momento, col suo vecchio
amico
affianco, sapeva che se la sarebbe cavata senza alcun dubbio.