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Autore: Angie96    01/08/2016    1 recensioni
[One Punch Man]il cyborg aveva cominciato a chiedersi se davvero Saitama sensei lo avesse mai considerato realmente suo allievo o se, alla fine, non fosse stato altro che un peso, per lui; nonostante non avessero mai speso del tempo per parlare della questione, era abbastanza evidente che non era in grado di affrontare un mostro di quel livello da solo, cosa che Saitama faceva con un solo pugno e senza la minima fatica.
[Quasi sicuramente OOC] [quasi per niente SaiGenos] [Quasi del tutto Genos-centric]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genos, Saitama
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Let's go home
C'erano momenti dove Genos non poteva fare a meno di sentirsi un peso: accasciato a terra come un giocattolo rotto a cui avevano tagliato il corpo a metà (letteralmente, visto che l'altra metà, composta dalle gambe, era stata scaraventata verso il tavolo di un bar sul lato sinistro della strada dove, fino a qualche istante prima, stava avvenendo uno scontro contro un essere misterioso dalle sembianze di un enorme cinghiale) e a cui avevano completamente distrutto il braccio destro, il cyborg aveva cominciato a chiedersi se davvero Saitama sensei lo avesse mai considerato realmente suo allievo o se, alla fine, non fosse stato altro che un peso, per lui; nonostante non avessero mai speso del tempo per parlare della questione, era abbastanza evidente che non era in grado di affrontare un mostro di quel livello da solo, cosa che Saitama faceva con un solo pugno e senza la minima fatica.
Perché alla fine, per lui, quegli esseri non erano altro che degli insetti, perché non c'era nulla che potesse sconfiggere l'uomo più forte della terra.
«La prossima volta dovresti chiedere a quello scienziato con i capelli a fungo* di metterti pezzi di ricambio più resistenti» gli aveva detto, con il solito tono disinteressato ed apatico, mentre raccoglieva il braccio «a vederli staccarsi così facilmente sembrano quasi fatti di plastica» aveva concluso con quella che probabilmente, non era altro che una battuta di cattivo gusto: aveva tolto il martello, lo aveva adagiato a terra come fosse un lenzuolo, cominciando a mettere al centro tutti i pezzi dell'allievo che era riuscito a trovare tra le rovine, tra cui anche la parte inferiore del busto; ad ogni pezzo raccolto, Genos non faceva altro che sentire una voragine al petto minacciare di ingrandirsi sempre di più e, come ogni singola volta che accadeva, si ritrovava a maledire il Dottor Kuseno per aver lasciato il suo cervello intatto ed averlo utilizzato come unica parte biologica del suo corpo, perché per colpa di quel poco di umano che gli era rimasto si era ritrovato sempre a provare una sensazione di inutilità e impotenza per via della sua iniettitudine.
Nel mentre, Saitama si era avvicinato a lui, poggiando per terra la borsa che si era fatto con il mantello per caricare l'allievo sulle spalle
«Sbaglio, o sei diventato più pesante?»
In quel momento gli stava dando quasi fastidio la nonchalance con il quale il suo maestro si era rivolto a lui
«Sensei...»
Aveva cominciato a camminare
«Se per lei sono un peso, deve dirmelo»

*****

Una parte di sé, alla domanda del cyborg, avrebbe voluto dare una risposta affermativa, onestamente: per quanto, inizialmente, gli avesse dato abbastanza fastidio il fatto che lui fosse entrato nella sua vita senza il minimo preavviso, cambiando completamente la sua routine (non sapeva se in meglio o in peggio), non gli era mai passato per la mente il fatto che il ragazzo si ritrovasse così a disagio nel dipendere da lui per più di metà delle volte.
E Saitama non era bravo a consolare la gente.
«No, assolutamente!»
Ecco, ora come avrebbe dovuto continuare? Sicuramente uno come Genos si sarebbe aspettato una risposta più esauriente, rispetto a quelle due parole in croce
«Uhm... Credo sia colpa del fatto che la metà degli esseri misteriosi siano fuori dalla tua portata» emise una risata nervosa, probabilmente con un'affermazione del genere era riuscito a far deprimere l'allievo ancora di più «No, cioè, tu sei fortissimo e non mi ha mai dato assolutamente fastidio raccogliere i tuoi pezzi o riportarti a casa prendendoti in braccio o portandoti in spalla»
Aveva detto tutto d'un fiato.
Era quasi sicuro che Genos non avrebbe trovato la risposta accettabile, ma era quello che pensava.
Non gli aveva mai dato fastidio portarlo a casa in quel modo, non gli importava nemmeno degli occhi puntati su di loro della gente in metro quando salivano e prendevano posto, nulla.
Eppure era sicuro che questo non bastasse.
«Grazie»
Quella sola parola pronunciata dal ragazzo fece curvare le sue labbra leggermente all'insù: alla fine, non era sicuro di conoscerlo così tanto da sapere stesse mentendo o meno eppure, quella volta, era convinto che quello fosse un ringraziamento sincero.
«Torniamo a casa»



*=Nota mia, ho sempre pensato che Kuseno avesse una capigliatura a fungo, se poi ci aggiungete che Saitama è così disinteressato che, spesso, finisce per storpiare i nomi (tipo il colpo segreto della pallanuoto o qualcosa del genere per identificare il colpo del flusso dell'acqua spaccaroccia di Bang o altri che non mi vengono in mente) o mettere soprannomi strani alla gente, allora la scelta era più che giustificata.

L'angolo dell'autrice:
È notte e io, giustamente, finisco di scrivere robe dopo che, tipo due settimane fa, mia cugina mi cancella involontariamente la raccolta SaiGenos coi robottini (che tipo il culo).
E niente, beccatevi 'sta roba OOC come contentino, sperando di poter pubblicare più spesso e, soprattutto, che mettano 'sta povera sezione ahaha.
Alla prossima e grazie per aver letto!
Un abbraccio,
Angie 96
   
 
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