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Autore: Silkye96    02/08/2016    2 recensioni
Una fanfiction su come vorrei che andasse l'episodio 32.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Lysandre's heart

                                     Lysandre's heart

CAPITOLO 1: How to love a broken rose.

Mi siedo sul mio letto, ancora sconvolta dall'aver saputo tutta la storia di Rosa e Lysandro, o meglio...Dopo averla intuita, dato che Rosalya non mi ha spiegato un bel niente, è vero anche che forse non le ho dato il tempo.
Sospiro amaramente, non so cosa fare, né cosa pensare, è vero che Lysandro ha perso la memoria ma, onestamente, non posso fare a meno di chiedermi perché si ricorda di tutti tranne che di me e Nina.
Mi ostino a fissare un punto nel vuoto, non riesco ad elaborare nemmeno parzialmente l'intera situazione, è così strano per me visto che l'unica persona con cui vorrei confidarmi è la stessa che non si ricorda nemmeno chi sia...Sospiro di nuovo.
Mia madre entra in camera senza nemmeno bussare, dovrei arrabbiarmi ma sono troppo stanca per farlo, alzo lo sguardo per poterla vedere meglio, lei si siede accanto a me e mi osserva come stanno facendo tutti i miei amici in questi giorni, il tipico sguardo di chi prova pena per te insomma.
Non sopporto di essere vista come la poveretta che piange ogni volta che il suo ragazzo le dice che non sa chi sia.
-Tesoro, perché non esci un po' domani? Andiamo a fare un giro al centro commerciale...- mi dice con tono soave.
-Va bene- mormoro.
-Allora ti passo a prendere dopo la scuola, sentiti libera di invitare le tue amiche...-
Annuisco, non riesco a parlare più di tanto, sono troppo triste ma insomma, non posso nemmeno farci nulla, è colpa mia!
Rosa mi ha servito la mia occasione su un piatto d'argento e io l'ho buttata alle ortiche per una stupida gelosia!
E' che non sopportavo di vederli così stretti l'uno all'altra, ad abbracciarsi con così tanta foga, così tanto amore...
Mi sono sentita morire e avevo un nodo alla gola così stretto che non riuscivo nemmeno a parlare.
Mia madre esce dalla mia stanza.
Mi stendo sul mio letto e osservo il soffitto senza muovere un muscolo, mi sento come schiacciata dall'intensità delle mie sensazioni, non riesco quasi a respirare per via del nodo enorme che ho in gola.
-Che razza di situazione- sbuffo.
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Torno al liceo, le pareti di quest'ultimo non mi sono mai sembrate così spoglie e tetre come ora.
Mi dirigo con andatura trascinata verso la classe del professor Faraize, per sorbirmi una delle sue noiosissime lezioni di storia.
Mi guardo attorno, sono la prima ad essere arrivata in aula, mi toccherà aspettare qui in silenzio e da sola finché la stanza non si riempirà.
Inizio a tirare fuori il libro ed il quaderno, svogliatamente, sbuffo con fare annoiato ma, non appena avverto lo schricchiolio della porta, alzo lo sguardo: è Nathaniel.
-Buongiorno- dico con un filo di voce.
-Buongiorno, come hai dormito?-
-Non bene- rispondo.
-Si vede, hai un aspetto orribile...- confessa lui.
Assumo un'espressione allibita :-Ah beh, non si può certo dire che tu sia un cavaliere-
Nath scoppia a ridere e mi passa affettuosamente una mano sulla spalla :-Ma dai su! Di solito ti presenti bene-
-Ah, rigira pure il coltello nella piaga- dico ridendo.
Visto che Nathaniel è qui come me, siamo soli...Ne approfittiamo per ripassare insieme prima della lezione.
La classe va piano piano a riempirsi mentre noi non ci accorgiamo dell'arrivo dei nostri compagni, presi ognuno dal suo libro di testo.
Quando anche Faraize arriva, io e Nath ci dividiamo e riusciamo a seguire la lezione un po' meglio grazie al ripasso di poco fa.
Ascolto distrattamente le parole del professore mentre ci spiega con pazienza alcuni argomenti, non sto seguendo così bene da capire di che cosa stia parlando però, la mia testa è altrove e non mi sorprende, mi aspettavo che non sarei riuscita a distrarmi in nessun modo...Mi sento tremendamente sotto pressione, le occhiate di Rosalya non mi aiutano nemmeno un po'.
So che lei vuole che racconti tutto a Lysandro, tutto su di noi, ma non penso che lo aiuterebbe, anzi...Sono sicura che peggiorerebbe la nostra situazione ulteriormente, il fatto è che mi sentirei come se lo stessi forzando troppo, come se volessi costringerlo a ricordare...Se non dovesse ricordarsi di me, possiamo sempre riniziare tutto da capo, non ho problemi, certo sarebbe difficile ma mai quanto vivere nel dubbio che mi abbia scordata perché per lui non sono poi così importante.
Sospiro per l'ennesima volta, mi volto verso Rosalya che, con l'ausilio delle labbra, mi sillaba silenziosamente un "ci vediamo in cortile".
Ecco, so già perfettamente di che cosa vuol parlare!

Finita la lezione, come promesso, Rosa mi aspetta impaziente in cortile, ha un'espressione tesa che la dice lunga, ho quasi paura ad avvicinarmi.
-Tu!- esclama nervosa.
-Rosa...- faccio per iniziare a parlare ma lei mi blocca con un rapido gesto della mano.
-Ora te ne stai zitta e buona e mi ascolti! Ho fatto di tutto, i salti mortali, per aiutarti, e tu che fai? Te ne vai?- esclama.
-Rosalya...-
Lei mi blocca di nuovo :-Eh no! Eh no carina! Non ho finito sai?! Ne ho ancora per molto! Mi vuoi spiegare perché cavolo non ci hai parlato?- esclama furiosa.
-Ero gelosa ok?!- le grido contro :-Ero gelosa...- mormoro nuovamente.
Rosa sgrana gli occhi con fare sorpreso, è come se non potesse credere alle sue orecchie.
-Gelosa...Eri gelosa di me?- chiede sconcertata.
-Sì, in quel momento mi sono sentita di troppo...E...-
Rosalya mi abbraccia di colpo, sento tutto il suo dispiacere per la mia situazione, al tempo stesso però, mi rendo conto che sono una vittima, mi sto comportando come se lo fossi almeno, anzi che prendere in mano le redini della situazione mi lagno di continuo, è quel che so fare meglio a quanto pare...E forse Rosa ha ragione sul mio conto, in fondo lei mi ha dato un'opportunità per migliorare le cose e io sono fuggita via come una ladra.
-Andrà tutto bene vedrai- mormora.
-C'è anche il fatto che non voglio forzarlo a ricordarsi, potrebbe fargli male, non credi?- chiedo incerta.
Rosa sembra pensarci su per un attimo, poi mi sorride caldamente :-Forse, allora lasciamo che ricordi tutto da solo?-
-Penso che ci toccherà fare così- mormoro.
Entrambe ci arrendiamo all'evidenza, non possiamo fare nulla per cambiare le cose nonostante vorremmo tanto poterlo fare.
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Mamma viene a prendermi come promesso, ho deciso di invitare Rosa e Alexy, andiamo in un centro commerciale e quel campo è di loro competenza.
Ci sistemiamo tutti in auto e io metto subito la musica a tutto volume, la musica mi rilassa.
Arriviamo al centro commerciale, Alexy è felicissimo, è praticamente una vita che non mi porta a fare shopping!
-Hanno rinnovato il centro commerciale?- chiedo confusa.
-Mh? Sì, credo di sì...- risponde Rosa distrattamente.
L'ho già persa, sta addocchiando un paio di jeans strettissimi e strappati sulle ginocchia, non sono niente male a dire il vero, ma non so se li metterei mai.
Mentre girovaghiamo per il centro commerciale, ci imbattiamo nella panetteria "Chez Louis", nell'area ristoro, non posso fare a meno di chiedere alla mamma qualcosa da mangiare, e lei è più che felice di comprarmi la merenda dato che sono dimagrita cinque kg in tre giorni.
-Prendiamoci tutti un bel succo di frutta e una buona brioche, vi va?- chiede la mamma.
-Volentieri signora-
-Offro io- risponde mia madre.
-Non serve, ci sentiremmo in colpa- si affretta a dire Alex.
Mia mamma lo ignora volutamente, non riesco a non sorridere.
-Lo fa sempre, non preoccuparti- gli dico sottovoce.
Dopo aver mangiato, ci dirigiamo verso il negozio di intimo, ho bisogno di un completino nuovo e anche di un costume da bagno.
Appena entriamo, non posso fare a meno di notare un completino meraviglioso composto da un body di pizzo viola con dei fiocchi neri ai lati e un paio di calze nere a rete con dei reggicalze abbinati ornati da dei fiocchi viola.
-Ti piace?- chiede mia madre.
-Molto- rispondo con un sorriso.
-So io a chi potrebbe piacere quel completo- ridacchia Rosalya.
La fulmino con lo sguardo, ci manca solo che mia madre sappia che sono fidanzata con Lysandro, in teoria...
Per fortuna non ha sentito.
-Vorrei provarlo- mormoro.
-Non so tesoro, non è il tuo stile, pensa se lo vedesse tuo padre- mi dice lei con tono nervoso.
-Ma mamma! Non penso davvero che papà rovisti fra la mia biancheria- rispondo con saccenza.
-Forse no, ma se dovesse fare una lavatrice...-
-Sappiamo entrambe che non succederà mai- dico ridendo.
Mia mamma ride con me, alla fine accetta di farmelo provare.
-In fondo sua figlia ha un fisico da modella, può permettersi qualcosa del genere- commenta Alexy.
Non posso non arrossire di fronte ad un simile complimento.
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Torniamo tutti a casa soddisfatti, io ho quel che mi serve, mamma pure e anche Rosa ed Alex.
Ci salutiamo e andiamo ognuno per la propria strada.
Arrivata a casa, trovo Castiel e Leigh ad aspettarmi sugli scalini del portico.
-Che ci fate qui?- chiedo sconvolta.
Penso subito al peggio.
Leigh ha in mano un oggetto che conosco fin troppo bene, gli corro incontro lasciando cadere a terra tutte le buste.
Mia mamma mi grida qualcosa ma non riesco a sentirla, non mi importa, voglio solo prendere quell'oggetto fra le mani per un' altra volta ancora.
-Tieni- mi dice serio Leigh porgendomi il quaderno di Lys.
-Questo devi averlo tu, senza dubbio- aggiunge Castiel.
Li guardo sorpresa.
-Perché?- chiedo.
-C'è scritta un sacco di roba qui, su di te...E...-
-E Lysandro non vuole che si legga il suo quaderno- rispondo frettolosamente.
-Lo so ma...Dovresti leggerlo- continua Leigh.
Faccio cenno di no con la testa, gli porgo nuovamente il taccuino.
-Non voglio, non lo leggerò mai- rispondo.
Castiel mi sorride e mi porge anche un'altra cosa.
-Il...Il regalo...- mormoro.
-Si è scordato di attaccarlo al quaderno ma...Questo non lo ha mai perso- mi confessa Leigh.
Il congegno "anti-perdita di oggetti"...Non lo ha perso, eppure...
Non posso trattenere le lacrime, sono così felice che potrei scoppiare, mi volto verso mia madre, prendo il quaderno e le dico che vado in ospedale, che torno subito.
Corro verso la fermata con il cuore in gola, forse posso fargli ricordare un po' di più dei nostri trascorsi e, non lo nego, questo mi emoziona moltissimo, vorrei gridare così forte da far fermare il mondo.
Spero solo che la mia gioia non sia prematura.
Senza che me ne renda conto, una foto scivola dal quaderno, la raccolgo e mi cade l'occhio sul soggetto: sono io.
In quella foto ci sono io durante la corsa di orientamento, non mi sono nemmeno resa conto che mi stesse fotografando.
Ma allora, Lysandro ha sempre avuto una cotta per me...
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Arrivo in ospedale per il rotto della cuffia, corro verso l'ascensore e non posso trattenere l'emozione, tremo come una foglia.
Arrivo nella sua stanza, da cui esce sua madre, mi avvicino lentamente.
-Salve signora- dico sorridendo.
-Salve cara, sei così gentile ad essere passata di nuovo-
-Sa, io voglio molto bene a suo figlio, non potrei essere in un altro posto che non sia questo- rispondo.
La donna mi rivolge un dolce sorriso e si scosta dalla porta in modo tale da permettermi di passare.
-Grazie- le dico in un mormorio lieve.
Entro nella stanza, è luminosa nonostante sia tardo pomeriggio, Lysandro è illuminato dai raggi del sole, sembra quasi un angelo, noto che ha gli occhi chiusi e respira profondamente, sta dormendo...
Mi siedo ai piedi del letto, ne approfitto per accarezzargli i capelli, sono così morbidi al tatto, lo guardo dolcemente e non riesco a non sorridere mentre i suoi capelli cadono dolcemente sul suo viso, accarezzandone i contorni definiti.
-Sei così bello...- mormoro.
Mi avvicino a lui, non posso resistere, muoio dalla voglia di baciarlo ancora una volta, di sentire il calore delle sue labbra carnose contro le mie, non posso farci nulla, penso di essermi innamorata!
Sono così vicina al suo viso, riesco a sentire il suo profumo di cannella e l'odore di dentrificio alla menta, trattengo il respiro dall'emozione.
Proprio quando disto pochi centimetri dalle sue labbra, Lysandro apre gli occhi, divento tutta rossa istintivamente.
-I...Io....- non so che dire.
Lysandro mi sorride :-Controllavi che dormissi?- chiede ingenuamente.
-Mh? Ah sì! Sì, sono venuta a...A portarti un paio di cose e...- sto blaterando senza sosta :-Tieni!- mi affretto a dire.
Gli porgo il taccuino e il congegno "anti-perdita di oggetti".
Lui li osserva dapprima stupito, poi fa un grande sorriso, il più grande che gli abbia mai visto in viso!
-Ma...Ma tu...- inizia a parlare, poi si prende la testa fra le mani come se provasse un dolore assurdo.
-Lysandro stai bene?- chiedo preoccupata.
Non mi risponde, emette solo dei lamenti strozzati, sto per chiamare il medico quando mi sento prendere per il polso, lui, con uno sguardo dolcissimo mi dice :-"Credo di aver dimenticato di attaccarlo al quaderno, scusami Silkye"-
I miei occhi iniziano a lacrimare dall'entusiasmo.
Poi ancora :-"Penso che siamo complementari, tu hai il dono di trovare tutto quello che io perdo"-
-Lysandro ma...Ti ricordi di me?- chiedo titubante.
-Mi ricordo come mi batteva forte il cuore quando mi hai riportato il quaderno per la terza volta- mormora.
-Ricordo anche che per qualche giorno feci finta di perderlo per avere un pretesto per parlarti- confessa.
-Sul serio?- chiedo divertita.
-Sì, volevo conoscerti meglio...Così ho usato questo stratagemma-
-Bè, ha funzionato- rispondo dolcemente.
-Non so ancora di preciso chi tu sia ma...So che per me conti molto, questo mi basta-
Non posso fare a meno di perdere il mio entusiasmo, quindi...Non si ricorda ancora ogni cosa...Immagino ci vorrà tempo, tanto tanto tempo.
Lysandro mi fissa in modo strano, i suoi occhi squadrano la mia figura come mai gli avevo visto fare prima d'ora, sento un caldo tremendo mentre i suoi occhi mi esaminano con curiosità e tentazione, non oso muovere un muscolo, vorrei che smettesse di fissarmi così, mi sento tremendamente a disagio.
-Non perdi mai la brutta abitudine di fissarmi a quel modo?- chiedo nervosa.
Lui inclina la testa da un lato, come se non sapesse di cosa stia parlando, poi mi torna a guardare con un'espressione ricca di sicurezza.
-Ti riferisci a quando, facendo le prove per la recita in aula A, ti fissavo senza ritegno?- chiede candidamente.
-S...Sì- balbetto.
-E' perché sei molto bella- risponde dolcemente.
Arrossisco di nuovo, sento un caldo pazzesco e non so come rispondere quindi, faccio quello che faccio sempre quando ricevo un complimento, scoppio in una risatina nervosa e poco contenuta che mi fa sembrare una pazza isterica a cui hanno fatto ingoiare un tacchino vivo.
-M...Ma che dici?-
Lui mi sorride in un modo che mi fa emozionare, non posso restare calma di fronte a quel sorriso così bello.
-Mi pare di capire che non sei una ragazza con un'autostima elevata- mi dice secco.
-Eh, no purtroppo no...- mormoro.
-Non dovresti essere timida, se ti dico che sei bella è perché è vero-
-Oh, grazie solo che...Non sono abituata a sentirti parlare così, di solito sei più riservato...- dico con un filo di voce.
Sono davvero in imbarazzo, come gli viene in mente di farmi tutti questi complimenti, eh?
-Riservato...Senti ma...Io, come sono?- chiede.
Lo guardo con tenerezza, gli rivoglo un sorriso materno e inizio :-Sei un cavaliere- rispondo.
Lui mi sorride ampliamente, poi posa lo sguardo sui suoi vestiti puliti messi sulla poltrona, ben piegati e ricchi di ogni particolare: la sua camicia bianca, il suo volant verde stretto al colletto, la giacca in stile vittoriano, i suoi jeans scuri e gli stivali abbinati alla cintura e al volant.
-Sono un tipo strano, vero?-
-Assolutamente no!- esclamo :-Sei perfetto-
Mi blocco di colpo, realizzando la scemenza che ho appena detto, arrossisco di nuovo, senza poterlo evitare in nessun modo, mi sento una perfetta idiota!
Stavolta però è arrossito anche lui, ha gli occhi sgranati come se non si aspettasse una frase del genere da me, è così rosso che sulla sua fronte si potrebbe cuocere un uovo, un po' sono felice di avergli provocato una tale reazione.
-G...Grazie- mormora.
-Ora sei tu quello timido- dico ridendo.
La nostra conversazione viene interrotta dal medico, il quale entra nella stanza per una visita di routine.
-Signorina la prego di andarsene, per favore, è necessario per la visita che il paziente non sia distratto in alcun modo- mi dice severo.
-Vado, ci vediamo presto Lysandro-
Esco dalla sua stanza a passo spedito, non so perché ma ho la morte nel cuore, forse dipende dal fatto che il fatto che si stia ricordando di me mi rende felice e triste al tempo stesso, in primo luogo, non capisco perché scordarsi proprio di me...Ma mi rendo anche conto che rimuginarci sopra continuamente non mi fa bene, se mi rilasso riuscirò a vivere questo viaggio con più serenità.
Forse dovrei provare.
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Arrivo a casa, mia madre è furiosa, la capisco, in fondo me ne sono andata senza dire una parola.
Quando le spiego la situazione lei capisce, si siede accanto a me in camera e, guardandomi dritta negli occhi, mi dice le seguenti parole :-Lo ami?-
Arrossisco violentemente, ma che razza di domanda è?!
-C...Come prego?- chiedo.
Sono visibilmente turbata.
-Tesoro, vorrei che parlassi con me...Sono tua madre, è vero...Ma prima mi dicevi ogni cosa, mi manchi-
Sorrido e cerco di calmarmi.
-Hai ragione mamma, scusa è che...Da quando ci siamo trasferiti qui sono successe molte cose, però devi credermi, non ti ho mai nascosto nulla prima di quella famosa sera-
-Ti credo- mi dice con un sorriso smagliante.
-E per quanto riguarda Lysandro...Stiamo insieme- rispondo :-Questo almeno, se lui si ricordasse di me- continuo.
Mia mamma mi costringe a raccontarle ogni cosa, finito di spiegarle ogni avvenimento, lei mi conforta, mi stringe forte a sé.
Ho deciso che non piangerò, non ancora, non più, in fondo questa cosa si risolverà, se non dovesse risolversi invece, sono disposta a ricominciare tutto da capo, se l'ho conquistato una volta non vedo perché non dovrei riuscirci una seconda, no?
Mi sento più forte e ottimista dopo averne discusso con mia madre, entrambe abbiamo però concordato di non farne parola con papà, se sapesse che ho il ragazzo si stresserebbe inutilmente, lo conoscerà a tempo debito.
Finalmente, stanotte, riesco a dormire sonni tranquilli senza stress e senza incubi, penso di aver imboccato davvero la strada giusta.
Farò di tutto affinché Lysandro si ricordi di me, anche l'impossibile, purché non comprenda vie subdole o illegali.



  
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