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Autore: elfanika2    03/08/2016    3 recensioni
Dean è bloccato nella sua mente, dai suoi ricordi più dolorosi per colpa di una strega, Sam deve entrare nella sua testa per salvarlo e si accorge solo in quel momento di cosa ha passato davvero Dean da bambino. Capisce quindi che non ha mai avuto una vera infanzia, con un peso troppo grande da portare sulle spalle e un persistente senso di inadeguatezza che lo assale.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Memories

 

Era risaputo che la vita dei fratelli Winchester fosse un disastro. Le cose andavano spesso per il verso sbagliato, perché quei ragazzi sembravano davvero sprovvisti di fortuna. Ma stavolta avevano superato ampiamente il limite. Mentre Sam trascinava il fratello maggiore fuori dalla macchina, verso il motel squallido che si erano trovati per pochi soldi in Virginia, aveva imprecato mentalmente, convinto più che mai che la dea della fortuna avesse loro voltato definitivamente le spalle. Erano appena scappati a una strega, una molto particolare. Di solito si limitavano a mangiarsi i bambini o a fare incantesimi sgradevoli, come farti crescere delle verruche o farti venire il singhiozzo, ma non stavolta. Mentre stavano combattendo contro di lei, e sapevano che era una cosa molto pericolosa, la donna aveva fatto un incantesimo che aveva spinto via con forza Dean, che era atterrato scompostamente sul pavimento e aveva battuto la testa, perdendo i sensi. Sam si era allora avventato con rabbia sulla strega che era morta poco dopo. Il maggiore dei Winchester non sembrava sul punto di svegliarsi nemmeno ora, anche se erano passate diverse ore dall'aggressione. Sam aveva escluso il coma e lo svenimento, quindi rimaneva un incantesimo e questa, non era affatto una buona notizia. Non appena era entrato nel motel con Dean, lo aveva adagiato sul letto, gli aveva tolto le scarpe e lo aveva coperto il più possibile, mentre lui si era sistemato sul letto accanto con il computer sistemato in grembo e un paio di libri aperti al suo fianco. Finalmente dopo ore, aveva trovato una risposta, mentre Dean cominciava ad agitarsi scompostamente sotto le pesanti coperte. L'incantesimo gettato dalla strega era una terribile maledizione che vedeva costretta la vittima a rivivere i suoi ricordi più dolorosi in modo tremendamente vivido, fino a morire senza risvegliarsi. Il giovane Winchester sapeva che il fratello maggiore aveva una lista di brutti ricordi spiacevolmente lunga e che sicuramente lo stessero già tormentando da un pezzo, anche senza l'ausilio della magia.

Era cosciente del fatto che avrebbe dovuto svegliare il fratello il prima possibile e per farlo poteva soltanto sperare di poter fare un incantesimo abbastanza accurato da proiettarlo nella mente dell'altro. Così aveva preparato tutto l'occorrente, aveva chiuso porte e finestre, sistemato il sale in ogni angolo per prevenire eventuali aggressioni e si era disteso, cercando di rilassarsi mentre recitava con cura l'incantesimo.

Capì di aver fatto la cosa giusta quando una sensazione di leggerezza che non gli apparteneva si era fatta strada in lui. L'oscurità che aveva avvertito fino a pochi istanti prima era stata rischiarata da una luce al neon, come quelle che si trovano negli hotel scadenti. Infatti, era proprio in un hotel, mentre osservava un Dean di circa sei anni chiuso nella stanza, mentre lui ne aveva appena due. Erano già in fuga, mentre John dava la caccia al demone dagli occhi gialli. Sam non serbava alcun ricordo di quei momenti, ma ora più che guardarlo da fuori, si sentiva attratto inevitabilmente dalla mente di Dean, così chiuse gli occhi e quando li riaprì, era nella testa del fratello, sentiva quel che pensava e come vedeva le cose, anche se studiava tutto ancora dal suo corpo invisibile.

 

 

“ Devi stare attento a quel che fai, Dean. Io starò via per un paio di giorni e non sarò qui intorno se avrete bisogno di aiuto, quindi dovrai prenderti cura tu di Sammy”
 

Certo che mi prenderò cura di Sammy. Lui non sa che ci sono i mostri là fuori, che sotto il letto potrebbe esserci qualcosa e per quanto mi riguarda non dovrà mai saperlo. Io non ho un'infanzia, ma lui si, deve ancora crescere e deve essere sereno, lui che ancora può.“

 

Sam rabbrividiva mentre ascoltava questi pensieri rimbombargli nella testa. Aveva solo sei anni, per l'amor del cielo, non avrebbe dovuto nemmeno pensarci a queste cose, ma evidentemente la vita di Dean era sempre stata difficile. Sam non si era mai voluto soffermare, non voleva sapere quanto avesse sofferto, né ne aveva avuto la possibilità, il fratello odiava aprirsi con qualcuno quando si trattava delle sue emozioni, anche se quel qualcuno era lui e di lui si fida. Capisce che la reticenza del maggiore a rispondere alle sue domande non era per metterlo in difficoltà o tenerlo all'oscuro in senso negativo. Voleva proteggerlo da quel mondo spietato finché ne aveva la possibilità.

Sam vide uscire il padre e Dean subito aveva chiuso la porta, messo il sale in ogni fessura con la mano esperta di chi compiva quel gesto più volte al giorno, poi aveva preso in braccio la sua versione piccola e paffuta che piangeva e protestava, lo aveva cullato con dolcezza, anche se un po' goffamente, gli aveva dato da mangiare e poi gli aveva cambiato il pannolino. Si era steso sul letto, tenendo in braccio Sam e si era addormentato.

La scena era cambiata appena, erano sempre nella stessa stanza e Sam era in braccio a Dean quando un rumore svegliò quest'ultimo. Il giovanissimo cacciatore aveva subito messo mano al fucile appoggiato alla parete, aveva sistemato il fratellino sul letto e si era alzato mettendosi fra il mostro e Sam. Qualcosa si agitava nell'oscurità e per un attimo Dean esitò, terrorizzato dall'essere che aveva davanti. Era un demone, che era riuscito ad entrare perché il sale era venuto via dal sotto la porta. Dean aveva caricato il fucile e poi aveva sparato più e più volte, finché il corpo davanti a lui non si era accasciato ed era rimasto immobile, bruciato dalle pallottole al sale e morto.

Sam allora si era svegliato e aveva pianto per il rumore e Dean, nonostante fosse visibilmente scosso e impaurito, tremante, si era accostato al piccolo e lo aveva preso in braccio, cullandolo finché non si era addormentato. Aveva rimesso il sale e si era rannicchiato nel letto, quasi come se nulla fosse successo.

 

La stanza fu presto rimpiazzata da un altro luogo. Erano fuori, pioveva ed erano accanto all'Impala, al cui interno Sam giocava con un soldatino e c'era di nuovo John che stavolta sembrava molto arrabbiato. Erano entrambi cresciuti di tre o quattro anni e il padre guardava severamente il giovane Dean.

“ Sei stato uno sconsiderato, Dean. Sei uscito da solo e tuo fratello è quasi morto per questo! Ti avevo avvisato, non devi lasciarlo mai da solo, perché i demoni potrebbero prenderselo, ma forse pensi che io stia parlando al vento”

“ Papà, non ne posso più di stare chiuso in un motel. Ogni tanto vorrei uscire...” non aveva fatto in tempo a finire la frase che lo schiaffo era arrivato prepotente sulla sua guancia con uno schiocco, lasciandogli un vistoso segno rosso. Dean aveva stretto i pugni e ricacciato indietro le lacrime con un'espressione ferita ma orgogliosa in viso e al Sam adulto si era stretto il cuore in una morsa mentre aveva ascoltato i pensieri del fratello.

Io volevo solo andare a fare un giro, senza dover pensare a niente e a giocare un po', perché non posso, solo per una volta essere come gli altri?”

Sam lo vede scuotere la testa, come per scrollarsi di dosso quel momento di debolezza. “ Papà ha ragione. È colpa mia, io devo prendermi cura di mio fratello, devo proteggerlo, ma se faccio così non andrò da nessuna parte e non posso perderlo. Se gli succede qualcosa, sarà solo colpa mia, della mia debolezza e stupidità e non posso permetterlo.”

Così Dean aveva iniziato in tenerissima età a incassare, colpo dopo colpo, i rimproveri del padre.

 

Un flash di luce bianca e ora era in piedi accanto al se stesso morto, pugnalato alla schiena, mentre Dean vegliava il suo corpo. Era addolorato, lo leggeva nella sua postura, piegata, schiacciata dal senso di colpa, dai suoi occhi, un po' più privi di vita e pieni di lacrime mal trattenute, dal suo viso un po' più stanco e invecchiato ancora un po', così presto. E poi inizia a parlare. Un monologo evidentemente, che non ha mai potuto ascoltare, così si siede e presta attenzione ad ogni singola parola.

“ Sai quand'eri piccolo, non potevi avere più di cinque anni, hai cominciato a fare domande. Perché non avevamo una mamma, perché dovevamo spostarci di continuo, dove andava papà quando spariva per giorni. Ricordo di averti chiesto di smettere di fare domande, di averti detto 'Non lo vuoi sapere fratellino'. Volevo solo che tu fossi un bambino, solo per un altro po'.”

un sorriso triste incurva le labbra di Dean mentre ne parla, come se quei ricordi avessero un gusto quasi dolce. Sam capisce d'improvviso che anche i momenti peggiori sono stati più belli quando lui era lì, vivo, accanto a lui. Capisce solo mentre lo guarda e le lacrime iniziano a scendere, a scavargli il viso come se fossero fuoco che arde legna, che il tempo in cui lui è stato via per studiare, lo ha ferito molto di più di quanto potesse immaginare. Dean ha sempre messo al centro della sua vita lui, perché era l'unica cosa sicura che aveva, proteggerlo. Lui invece per egoismo, per rivalsa, per sfida, lo aveva abbandonato per rincorrere un sogno di normalità che non gli apparteneva. Viene strappato dalle sue riflessioni dalla voce di Dean che si è levata di nuovo, più spezzata e triste di prima, quasi tremante a causa del pianto: “ Stavo cercando di proteggerti, tenerti al sicuro. Papà non aveva nemmeno bisogno di dirmelo, è sempre stata una mia responsabilità, sai. Avevo un solo compito e uno soltanto. E ho fallito e per questo mi dispiace. Immagino che questo sia cosa faccio. Deludo sempre le persone che amo. Ho deluso papà, così tante volte, e ora ho deluso anche te. Come dovrei riuscire a sopravvivere con questo peso? Come dovrei fare Sammy? Cosa dovrei fare?” le ultime parole escono con un grido dalla sua bocca e il ricordo sparisce, mentre Sam sente le lacrime che gli scivolano sul viso, ma non gli importa. Vuole vedere, deve sapere, per il bene di entrambi.

 

La scena si sposta all'ospedale, poco prima che John morisse. Anche lì Sam non era presente quindi si siede ai piedi del letto e ascolta il padre parlare.

“ Sai, quand'eravate bambini, io tornavo dalla caccia e dopo tutto quello che avevo visto e fatto, ero a pezzi. E tu, ti avvicinavi, mi mettevi una mano sulla spalla, mi guardavi negli occhi e mi dicevi: ' Va tutto bene papà'.”

L'espressione che compare sul viso di Dean dice soltanto: ovviamente lo facevo. Non si rende conto di quanto sia grande il suo gesto, quanto importante, quanto coraggioso sia stato in tutti questi anni. Nemmeno Sam l'ha mai capito, fino ad ora, mai capito fino in fondo. Ascolta rapito il padre che parla: “ Mi dispiace Dean” e il suo fratellone chiede, quasi ingenuamente: “ Per cosa?” John risponde con le labbra che tremano strette, mentre a stento trattiene il pianto, emotivo con Sam non l'hai mai visto e come Dean non vuole vedere perché gli dà l'impressione, questo Sam lo vede dal suo sguardo, che ci sia qualcosa che non va, perché papà non era mai emotivo, non in quel modo: “ Io avrei dovuto dirlo a te, non tu a me. Ho messo troppo peso sulle tue spalle, ti ho fatto crescere troppo in fretta. Ti sei preso cura di Sammy, ti sei preso cura di me e non ti sei mai lamentato, nemmeno una volta.”

Dean ha l'espressione di chi non sa cosa dire. Non ci ha mai pensato, ha fatto soltanto quel che doveva per tirare avanti ed essere un bravo figlio. Ha incolpato il demone dagli occhi gialli per tutto, mai suo padre perché gli ha fatto del male. Al maggiore dei Winchester non importa perché è di famiglia, e la famiglia è tutto ciò che ha.

“ Volevo solo che tu sapessi, che sono davvero fiero di te Dean.”

 

La scena sfuma solo per diventare più nitida sull'ultima immagine, una che gli spezza il cuore, definitivamente, già incrinato da quel che ha visto.

Dean è bambino, piccolo e in ginocchio accanto al letto. Trema e controlla che non ci sia niente sotto, per poi alzarsi e sistemarsi accanto al comodino, con la luce accesa. Ha il viso ancora impastato dal sonno, ma i suoi occhi sono pieni di lacrime ed è sudato. Ha fatto un sogno molto brutto. Poi guarda il piccolo Sam che dorme. Il più giovane dei due che guarda la scena capisce che vorrebbe andare a chiamare il padre, che dorme sul divano, ma dal suo sguardo si vede che sta riflettendo e il suo pensiero gli attraversa la mente: “ E se mentre sono di là qualcosa lo attacca? Non posso andare anche se ho visto di nuovo mamma morire”

così prende un respiro profondo e si rimette a letto, spaventato come non mai. A quel punto Sam non ce la fa più e si china verso Dean e poi lo abbraccia, stringendolo forte. Il cacciatore più grande alza lo sguardo e gli sorride, tra le lacrime.

Sam gli sussurra, mentre lo stringe forte: “ Mi dispiace tanto Dean per quel che hai passato, non ho mai capito tutti i sacrifici che hai fatto fino ad ora. Grazie, dal profondo del cuore. Non sarai mai più solo o spaventato, lo prometto.”

tutto si dissolve in un accecante lampo di luce bianca e Sam si risveglia stordito e confuso nel suo letto, mentre Dean si gira dall'altra parte brontolando. Il più piccolo dei fratelli sorride a quel gesto involontario e così tipicamente suo. Si rilassa e quando ha quasi preso sonno, osservando la schiena di Dean e vedendo il suo petto alzarsi e abbassarsi regolarmente, sente un sussurro: “ Grazie, Sammy” .

Nessuna dichiarazione o frase sdolcinata, ma per Sam quel grazie è un balsamo che lo pervade e che gli da un senso di pace, perché anche se le cose andranno male, loro rimarranno sempre insieme e si guarderanno le spalle a vicenda, come hanno sempre fatto, anche a dispetto dei brutti ricordi.

 

Angolo dell'autrice.

Buonasera a tutti! È una storia un po' triste che mi è venuta in mente prima di addormentarvi (pensate a come sono messa). Mi scuso se dovesse esserci qualche imprecisione, è la mia prima ff su Supernatural e ho voluto iniziare ricordando il grande affetto che lega Dean a Sam. Sarei molto felice se mi lasciaste una recensione anche piccola piccola.

Alla mia prossima, folle storia.

Elfanika2 

   
 
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