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Autore: VeronicaFranco    03/08/2016    3 recensioni
Al centro di Craigh na Dun, pensieri e cuore di un uomo sotto le stelle.
Culloden è perduta, Claire non è più al mondo.
Jamie è vivo.
Genere: Malinconico, Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Love poems'
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Claire.

Tu, che mi hai moltiplicato le stelle
e dicevi che la loro luce
impiega millenni per raggiungerci
anche quando sono morte.
Vivrai.

Ricordo
le tue mani candide sulle mie ferite,
l’acqua dei tuoi occhi a bagnare i miei baci.
La Scozia è asservita al rosso del sangue,
eppure
è rosso anche il mio kilt, e nero come la morte;
non mi asservisco io, no.
Je suis prest.

Non ho una casa da darti.

Non potrò cullare il nostro sangue tra le braccia.
Ho la mia anima soltanto.
E godo di sapere che ancora non sei nata.

Ho divorato la tua luce.
Ti amo oltre il tempo, come quelle stelle.
Quando sarò morto
la mia luce, quella che ho raccolto da te, continuerà a cercarti. E ti sarà resa.


Quanto è grande lo spazio dell’anima
che hai costruito per noi, Sassenach.
Mi culla come un bambino.
Hai un bambino al seno, adesso?
Hai ancora Frank al tuo fianco?
Credo di averlo sognato; non era Black Jack, non mi faceva male il ricordo.
Vi ho visti insieme, ed era un brav’uomo.

Brucio nel tuo ricordo, non c’è creatura che possa
portare il tuo profumo.
Ma ho il tuo sangue nel mio.
Sangue del mio Sangue, Ossa delle mie Ossa.

E anche se ami un altro uomo, io so
che è sempre esistito un luogo per me, dentro di te.
E l’amore di un momento non sostituirà né vincerà mai l’amore del Tempo.
Sono nel Cielo, Sassenach.
Non meriterò il Paradiso, ma guarda, ho trovato una scorciatoia: viaggio
fin dentro il tuo presente.
Così distante e diverso dal mio,
ti ha fatta lui, il tuo mondo.
Ora so cosa desideravo, di te.
Che fossi diversa, così diversa da me.
Che mi insegnassi a essere un uomo.

Claire, Luminosa, dice il tuo nome.
Bella mia bruna con gli occhi di un felino
e il corpo morbido e bianco.
Stella d’acqua.
Amore delle mie viscere,
sollievo nel dolore,
mia dannazione felice.
Anche senza baciarti faccio l’amore con te ogni notte.
Anche senza guardarti, il mondo ha colore perché tu vi hai posato gli occhi.

Torno a queste pietre come un pellegrino.
Il mio amore è un culto pagano.

Claire, hai un nome che si scioglie come primavera,
mi tocca le labbra come neve.
Non ho riposo quando chiudo gli occhi. Stringo l’aria e soffoco, annaspando nel sogno di riaverti.
Ma sempre per questo, appena tu compari all’orizzonte del mio cuore, è come averti nella carne, unirmi a te come un tempo, sempre.
Uniti per non scioglierci.
Mai più, Dio, mai più.
 
Sono dentro di te e ti prendo, amore, e mi dimentico che sei divina e mi sento divino io, a torto, perché sono un uomo. Ti penso e ti prendo e ti ricordo e ti tengo stretta conficcata al mio cuore. Ho un cuore lacero di strazi, che batte, sempre batte.
Ti possiedo senza lasciarti in pace, ovunque tu sia, ad anni-luce.

Anni, luce, tu: quanto è grande l’Universo a causa tua.

Infine il riposo arriva esausto, come dopo il più aspro amplesso. Non ho i tuoi graffi sulla pelle, né i tuoi morsi sulle labbra, ma mi hai graffiato e morso sotto la pelle, nel cuore. Allora posso dormire abbracciato al tuo pensiero, sono appagato, arreso, morto.

Mia colomba bianca,
luna d’argento dagli occhi caldi
come whisky, aye, come whisky:
quanto sei grande.
Sai trovarmi sempre,
anche se non sei ancora nata.
Mi possiedi i sogni.
Mia piccola, adorata bruna,
mia sposa, mo nighean donn.





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