Claire. Tu, che mi hai
moltiplicato le stelle e dicevi che
la loro luce impiega
millenni per raggiungerci anche quando
sono morte. Vivrai.
Ricordo le tue mani
candide sulle mie ferite, l’acqua
dei tuoi occhi a bagnare i miei baci. La Scozia è
asservita al rosso del sangue, eppure è
rosso anche il mio kilt, e nero come la morte; non mi
asservisco io, no. Je
suis prest.
Non ho una casa da darti. Non
potrò cullare il nostro sangue tra le braccia. Ho la mia
anima soltanto. E godo di
sapere che ancora non sei nata.
Ho
divorato la tua luce. Ti amo oltre
il tempo, come quelle stelle. Quando
sarò morto la mia luce, quella che ho raccolto da te,
continuerà a cercarti. E ti sarà resa.
Quanto
è grande lo spazio dell’anima che hai
costruito per noi, Sassenach. Mi culla come
un bambino. Hai un bambino
al seno, adesso? Hai ancora
Frank al tuo fianco? Credo di
averlo sognato; non era Black Jack, non mi faceva male il ricordo. Vi ho visti
insieme, ed era un brav’uomo.
Brucio nel tuo
ricordo, non c’è creatura che possa portare il tuo
profumo. Ma ho il tuo
sangue nel mio. Sangue del mio
Sangue, Ossa delle mie Ossa.
E anche se ami
un altro uomo, io so che
è sempre esistito un luogo per me, dentro di te. E
l’amore di un momento non sostituirà né
vincerà mai l’amore del Tempo. Sono nel
Cielo, Sassenach. Non
meriterò il Paradiso, ma guarda, ho trovato una scorciatoia:
viaggio fin dentro il
tuo presente. Così
distante e diverso dal mio, ti ha fatta
lui, il tuo mondo. Ora so cosa
desideravo, di te. Che fossi
diversa, così diversa da me. Che mi
insegnassi a essere un uomo.
Claire, Luminosa, dice il
tuo nome. Bella mia
bruna con gli occhi di un felino e il corpo
morbido e bianco. Stella
d’acqua. Amore delle
mie viscere, sollievo nel
dolore, mia dannazione
felice. Anche senza
baciarti faccio l’amore con te ogni notte. Anche senza
guardarti, il mondo ha colore perché tu vi hai posato gli
occhi.
Torno a queste
pietre come un pellegrino. Il mio amore
è un culto pagano.
Claire, hai un
nome che si scioglie come primavera, mi tocca le
labbra come neve. Non ho riposo
quando chiudo gli occhi. Stringo l’aria e soffoco, annaspando
nel sogno di riaverti. Ma sempre per
questo, appena tu compari all’orizzonte del mio cuore,
è come averti nella carne, unirmi a te come un tempo,
sempre. Uniti per non
scioglierci.
Mai più, Dio, mai più. Sono dentro di
te e ti prendo, amore, e mi dimentico che sei divina e mi sento divino
io, a torto, perché sono un uomo. Ti penso e ti prendo e ti
ricordo e ti tengo stretta conficcata al mio cuore. Ho un cuore lacero
di strazi, che batte, sempre batte. Ti possiedo
senza lasciarti in pace, ovunque tu sia, ad anni-luce.
Anni, luce,
tu: quanto è grande l’Universo a causa tua.
Infine il
riposo arriva esausto, come dopo il più aspro amplesso. Non
ho i tuoi graffi sulla pelle, né i tuoi morsi sulle labbra,
ma mi hai graffiato e morso sotto la pelle, nel cuore. Allora posso
dormire abbracciato al tuo pensiero, sono appagato, arreso, morto.
Mia colomba
bianca, luna
d’argento dagli occhi caldi come whisky, aye, come whisky: quanto sei
grande. Sai trovarmi
sempre, anche se non
sei ancora nata. Mi possiedi i
sogni. Mia piccola,
adorata bruna, mia sposa, mo nighean donn.