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Autore: tinasharman    03/08/2016    0 recensioni
Marco Cristaldi non è altro che un sognatore pieno di rimpianti, un medico visionario ed un padre amorevole.
Questa vuole essere una raccolta di avventure, promesse infrante, cuori spezzati e gioie universitarie destinate ad avere una fine.
Genere: Angst, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I


Gli occhi del giovane uomo percorrono veloci il corpo del ragazzino posto davanti a lui, esaminandone con estrema concentrazione ma senza apparente motivo ogni centimetro. Non v'è alcun danno sulla pelle diafana di Alessandro, così gli suggerisce la cartella medica che tiene tra le mani, eppure Marco lo guarda, lo ispeziona, cercando un minimo difetto ─ un livido, un graffio ─ che possa giustificare quella reclusione ospedaliera. 
Ricorda bene, Marco, quanto il peso della verità possa gravare sulle spalle di un bambino e di togliere uno spensierato sorriso speranzoso com'è stato fatto con lui nel lontano duemilauno non ha alcuna voglia, nonostante abbia superato quel trauma con il naturale ottimismo che ha sempre caratterizzato Marco Cristaldi. 
Guardando Alessandro, guardando ogni altro bambino presente in quella stanza, il peso della scelta della facoltà di medicina gli scivola sulle spalle ; l'ha abbandonato la prima volta che è entrato nell'ospedale veneziano, il sogno di divenire un topo da laboratorio. Quel sogno l'ha abbandonato non appena è riuscito a salvare per la prima volta la vita di un bambino con l'ausilio delle sue stesse mani. 
( . . . ) Osservando l'esame che lui stesso ha condotto, la sua mente torna indietro agli anni dell'università che, a conti fatti, non sono nemmeno così lontani. La scoperta della leucemia di Aleksey gli martella in testa ma lo fa, un sorriso ad Alessandro. Si siede accanto a lui e gli poggia una mano sulla spalla, schiacciandogli l'occhio.
‹ Pensavi davvero di stare male, campione? Sarai presto fuori di qui. Tutto finirà, tra poco, siamo noi gli stupidi che ti teniamo ancora qui. Sai, i protocolli sono lunghi e noiosi ma vanno rispettati. Che dici di giocare con gli altri bambini, nell'attesa? › 
E' quello per cui ha studiato Marco. Riuscire a strappare un sorriso anche nei momenti più bui e portare la speranza fino a dove può. Ma Marco cura prima l'animo, solo dopo il fisico. 
( . . . ) ‹ Come sta? › ne ha sentite tante di domande del genere. Dai toni privi di speranza e ormai senza vita, a quelli più gioiosi ed ignari della sorte dei propri cari. Posata la cartella clinica sul carrellino, il dottore sospira e incrocia lo sguardo con quello che riconosce essere di una madre senza la minima intenzione di perdere un figlio. 
‹ E' un bambino forte › comincia, facendo un piccolo cenno con il capo. ‹ Deve solamente tornare a vivere come tutti gli altri. Lo troveremo, un donatore. Ma nel frattempo lei deve ricordarsi che deve essere forte per lui, che non può assistere al minimo cenno di debolezza. › 
Prima di tornare a parlare, abbassa lo sguardo e reprime una risata intenerita e nostalgica per ciò che sta per dire.
‹ Una volta, qualcuno mi ha insegnato che bisogna sempre cercare una ragione per respirare, anche quando non ne vogliamo proprio sapere. E' l'unico segreto per riuscire ad andare avanti. Lo faccia per lui, sono convinto che lei abbia molte ragioni per respirare. › 
Data un'ultima occhiata alla stanza che ospita il bambino, fa un cenno con il capo per salutarla e si rintana nella sua stanza, afferra il computer, ogni cartella e prende a cercare. 
Non l'ha potuta salvare, sua sorella, e non ha potuto contribuire neanche per Aleksey. Ce la farà, questa volta.

 
            –––––––––––––––––––––––––––––

I dovuti ringraziamenti a Tris, Gabriella e Alice che hanno reso tutto questo possibile e mi hanno aiutato con quel degenerato che è Marco.
Un piccolo ma doveroso grazie va anche ai vostri personaggi, che faranno sempre parte della vita del mio.
Vi voglio bene, e ve ne vuole anche Marco. 
Se qualcuno è arrivato fino a qui lo ringrazio, sperando di non esser stata troppo noiosa e di aver fatto capire qualcosa riguardo al mio italiano preferito.
Grazie. 

 
   
 
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