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Autore: DreamAngel24    04/08/2016    1 recensioni
[ Avvertenze: Gender Bender e - per sicurezza - presenza di Occ ]
Questa è una raccolta che ho scritto in onore della mia senpai, sopravvissuta agli esami di maturità. Ogni capitolo, incentrato su un determinato tema, avrà al suo interno quattro storie più o meno lunghe, due sulla KageHina e due sulla TsukiYama. Sono nuova nel fandom e spero solo che queste storielle vi siano gradite.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Tsukishima, Shouyou Hinata, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Incompiuta
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CAP 1 ] Cute

Smile 笑顔 ( KageHina )

Era vicina. Troppo vicina: con il naso a poco più di un centimetro dal suo e sollevata sulle punte dei piedi, con equilibrio incerto, per mantenere quella distanza. Così l'aveva trovata quando la sensazione inusuale di essere osservato l'aveva portato a voltarsi incontrando i suoi splendenti occhi color nocciola, concentrati sul suo viso come mai li aveva visti prima. Lo fissava con inquietante quanto adorabile serietà, senza muovere neanche un muscolo. Pensierosa teneva le labbra semiaperte a manifestare uno stupore latente e le braccia tese lungo l'esile busto coperto dalla divisa della squadra. Neanche l'improvviso contatto visivo che ebbero le fece cambiare intenzioni, per quanto fossero risapute le " non molto " gentili reazioni del corvino a ciò che minava alla sua già debole sanità mentale.
<< Si può sapere che diavolo hai da fissare, Baka?! >> chiese scocciato Kageyama mostrando i canini e stringendo i pugni, pronto a colpirla in testa se la risposta non gli fosse risultata gradita.
<< Sai Bakageyama... Il tuo sorriso fa davvero paura... >> riflette' innocentemente ad " alta " voce la ragazza, senza indietreggiare neanche di un centimetro.
<< Lo so'! Lo so'! Già me lo hai detto! >> urlo' furioso il numero nove della Kurasuno, pronto a prenderla per il colletto ed alzarla ad un piede da terra, se avesse continuato a trattare quel determinato discorso.
<< Però... >> disse la rossa allungando, all'improvviso, la mano fino ad accarezzargli delicatamente la guancia destra con i polpastrelli, pietrificandolo sul posto con gli occhi sbarrati << Guardandolo da vicino... Quasi, quasi... Sembra carino... Molto carino. >>
Non fece in tempo a proferire parola che la maggiore - dopo aver sfoggiato uno dei suoi più brillanti ed infantili sorrisi - si allontanò, ricongiungendosi al resto della squadra e lasciandolo scioccato e immobile al lato del campo. Gli affilati occhi blu erano ridotti a due fessure, mentre le labbra, coronate dal bruciante rossore delle guance, tremavano insicure per l'imbarazzo. Abbasso' lo sguardo al pavimento nel rimembrare tristemente il dolce contatto delle dita candide e affusolate di lei, per poi passare le proprie, incredulo, sulle labbra trillanti. Quella innocente parola... Quella maledettissima ed innocente parola che ora, in un eco soffuso e perenne, rimbombava nella sua testa con fastidiosa dolcezza accompagnato dal battito, ormai fuori controllo, del suo cuore:
<< C-Carino...? >>

Photo 写真 ( YamaTsuki )

<< Ah?! Tsukishima-kun?! Che bello vederti! Forza accomodati: Onee-chan scenderà tra un momento. >> esclamo' la donna aprendo la porta ed invitando il ragazzo ad entrare in casa.
Il biondo ringraziò la donna con un inchino e s'incammino' lungo il corridoio fino ad imboccare la porta del salotto, dove si fermò insicuro se sedersi approfittando dell'ospitalità datagli o aspettare la verde in piedi, per quanto non fosse sicuro dell'effettiva durata di quell'attesa. Sospirò nel sentire la padrona di casa salire precipitosamente le scale che portavano al piano superiore ed iniziò a guardarsi intorno spaesato in cerca di una qualche distrazione, finché non fece ricadere la sua attenzione su una serie di foto incorniciate ed ordinatamente disposte su un mobiletto di frassino. Preziosi ricordi di famiglia che, tenuti con così tanta cura, avrebbe fatto meglio a non sfiorare neanche con un dito, ma, alla vista di quella foto, non fu in grado di mantenere fede alle proprie promesse: la foto di classe di quando lui e Yamaguchi frequentavano il quarto anno di elementari. Al centro di quest'ultima vi era lei raggiante di innocente bellezza con gli occhi lucidi a brillare per via del sole accecante, il timido sorriso a far capolino tra le guance arrossate e piene di lentiggini ed le appuntite ciocche verdognole raccolte in due codini all'altezza del collo. Si ricordava ancora l'entusiasmo e la paura che l'avevano portato a placarla, anzi " azzittirla ", con freddezza prima ancora che le lezioni potessero avere inizio. Era tirata a lucido dalla testa fin sotto le caviglie: indossava una camicetta bianca sulla quale faceva capolino un piccolo fiocco nero, una gonna a vita alta da scolaretta lunga fino alle ginocchia, calze scure e ballerine nuove di zecca. Uno spettacolo per gli occhi, al quale nessuno dei suoi compagni di scuola, lui compreso, era stato in grado di resistere.
<< Kawaii... >> sospirò il biondo prima di rimettere a posto la foto, giusto in tempo per vedere l'oggetto dei suoi pensieri affacciarsi all'uscio della porta.
<< Scusa il ritardo Tsukki! Prendo le chiavi e usciamo. >> esclamo' Yamaguchi scomparendo per il corridoio.
<< Sbrigati. Non ho voglia di sorbirmi le prediche di Tanaka. >>

Asleep 眠って ( KageHina )

Quello che odiava di più dei viaggi in autobus era sicuramente la facilità con la quale quest'ultimi, in grado di far sembrare un mese intero anche un millesimo di secondo, riuscissero a distruggerlo fisicamente fino a farlo addormentare nelle posizioni più disparate. Più di una volta, infatti, si era ritrovato con il viso spalmato contro il vetro del finestrino, ignaro di star facendo le peggiori smorfie ai disinteressati passanti ed automobilisti, nonché di star appannando il vetro con il suo singhiozzante russare. Uno spettacolo osceno ed imbarazzante del quale si augurava di non avere mai più testimonianza digitale, soprattutto per mano di quel bastardo di Tsukishima. Mai aveva messo alla prova la propria resistenza come quel giorno. Molti dei suoi compagni, al contrario - compreso l'odiosissimo biondo precedentemente citato - si erano lasciati cullare dalle accoglienti ed immateriali braccia di Morfeo ed erano caduti inevitabilmente nel mondo dei sogni. Un sonno talmente profondo, che neanche le buche lungo la strada erano state in grado di minare. All'ennesimo sbalzo del veicolo - violento seppur ammortizzato - quasi fosse stato un malefico scherzo del destino, il capo di Hinata - addormentata al suo fianco - si adagiò sulla sua spalla destra, facendolo sussultare nonché imprecare internamente. Non poteva accusarla ne' di essersi addormentata, ne' di essersi seduta al suo fianco o di aver superato involontariamente i confini precedentemente stabiliti - per quanto l'avrebbe sicuramente fatto alla fine, facendo risuonare le sue piagnucolanti urla di terrore per tutta la palestra. No di certo, ma tra tutte le persone tra le quali poteva scegliere di appoggiarsi in uno stato di trans inviolabile, proprio lui doveva scegliere? Lui, che si tratteneva ogni giorno dal guardarla a sottecchi durante il pranzo o gli allenamenti con il rischio di essere scoperto. Lui, che la sognava ingiustamente tutta la notte per quanto gli fosse già difficile doverle stare a presso per tutto il giorno. Lui, che - a causa sua - rischiava di diventare pazzo da un momento all'altro. Ma non era colpa sua e sapeva, eccome se sapeva, che se avesse osato anche solo poggiare un occhio su di lei in quelle condizioni si sarebbe condannato con le sue stesse mani. Doveva resistere: doveva, ma non poteva.
<< Maledizione... >> digrignò a denti stretti, rosso in volto, prima di voltare il capo ed incontrare il volto sereno della più grande << Perché oltre che idiota, rompiscatole, attaccabrighe ed imbranata... Doveva essere anche carina?! >>
L'ultima parola la pronunciò con il tono più basso che gli potesse concedere il suo stato d'animo, per poi coprirsi il viso fiammante e dall'espressione sofferente con l'unica mano non impossibilitata a muoversi a causa del peso della ragazza. Hinata Shouyo era pericolosamente carina, sia quando era sveglia sia quando dormiva, e, a suo malgrado, non ci sarebbe voluto molto tempo prima che altri ragazzi se ne accorgessero.

Eyes 視線 ( YamaTsuki )

<< Che hai da guardare? >> chiese irritato Tsukishima fulminandola con lo sguardo.
<< I-Io?! N-Niente?! >> balbettò imbarazzata la ragazza dai capelli verdognoli prima di voltarsi di scatto.
<< Allora smettila. Mi infastidisce. >> replicò il ragazzo sbuffando per poi tornare ad ascoltare la musica mediante le cuffie che teneva al collo.
<< S-Scusa Tsukki. >>
Invece c'era qualcosa da guardare in quella maledetta aula e non un qualcosa d'indifferente, contando come conferma di ciò il fatto che anche i loro compagni di classe faticavano a tenere lo sguardo ed i pensieri sulla lezione. Non era una cosa di tutti i giorni dopo tutto: Tsukishima Kei, dopo aver dato spiegazioni più che valide, si era presentato in classe con quindici minuti di ritardo e, a coronare il tutto, senza i suoi preziosi ed intoccabili occhiali. Inutile dire che perfino lei, pur conoscendo il ragazzo da quando andavano ancora all'elementari, aveva rischiato l'infarto, nonché un volo diretto dalla sedia con destinazione il pavimento, se solo non si fosse aggrappata - come invece fece - con le unghie e con i denti al proprio banco. Dopotutto Tsukishima non si era mai tolto gli occhiali se non per fare la doccia o andare a dormire, visto che la sua vista si era abbassata molto presto rendendogli difficile farne a meno anche quando andavano in spiaggia. Dal punto di vista sportivo non si era mai lamentato, visto che difficilmente li aveva visti lasciare la loro ubicazione anche dopo i movimenti più bruschi, non per questo non stava tenendo in conto la possibilità di comprarne un paio adatti all'attività sportiva entro i prossimi giorni. Nonostante l'iniziale titubanza dettata dall'imbarazzo, la ragazza dai capelli verdognoli non era riuscita a fare a meno di voltarsi più di una volta durante la lezione a costo di farsi riprendere dall'insegnante pur di assistere a quell'interessante ed inusuale spettacolo. E se la cosa le era risultata difficile durante le ore scolastiche, le risultò ancora più ardua durante gli allenamenti, dove a stento riusciva a trattenersi dal guardarlo a sottecchi con il rischio di essere ammonita dal Coach Ukai o di ricevere una delle tante schiacciate di Hinata sulla fronte. La sua completa disattenzione e l'ennesima battuta mal riuscita richiamarono su di se' quegli stessi occhi, ai quali aveva sacrificato tutta la sua concentrazione.
<< Oi, Yamaguchi?! Torna con i piedi per terra prima che Daichi se ne accorga! >> esclamò Tsukishima con la sua solita freddezza affiancandola e costringendola ad alzare lo sguardo.
Due pozze di oro liquido, ecco cosa erano gli occhi di Tsukki per Yamaguchi, la quale non poté che sussurrare incantata facendolo arrossire di colpo:
<< Kawaīdesu... >> 
<< S-Stai zitta Yamaguchi?! >>
   
 
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