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Autore: HighByTheBeach    04/08/2016    0 recensioni
"Cuori di vetro" è la storia di Chris ed Erin. Lu E' nata di getto, senza troppe pretese.
Un ragazzo e una ragazza come tanti, in una città sconosciuta ai più, dove la perdizione è sempre dietro l'angolo. La loro è un'amicizia che dovrà sbocciare come un fiore dal cemento. Affronteranno tanti problemi, ma quello più importante sarà il diventare adulti.
"In quel momento mi sentivo vuota. Il mio corpo era vuoto. La mia anima era vuota. La mia testa era vuota. Ma la cosa peggiore era il mio cuore. Era diventato di vetro."
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Era passato qualche minuto da quando Erin era entrata in bagno. Si sciacquò rapidamente il viso, pronta a uscire.

 

-Allora Franky, hai finito?-

-Arrivo!-

 

Franky uscì da uno dei gabinetti e si avvicinò al lavabo per potersi lavare le mani. Erin osservò il proprio riflesso allo specchio affiancato a quello della migliore amica. Quest'ultima era più alta di qualche centimetro, aveva lunghi capelli neri, occhi scuri, molto intensi, che avrebbero incantato chiunque. Era bellissima. Lo era sempre stata, fin da quando erano bambine.

Le ragazze uscirono dal bagno e si recarono al cortile, dove i loro amici le stavano aspettando da un po'.

-Ce ne avete messo di tempo, eh!- esclamò Cora, ridacchiando.

-Avanti Cora, come se avessi altro da fare nella tua vita- rispose Franky, smorzando immediatamente il sorriso dell'amica bionda.

-Quindi verrete alla festa di stasera a casa dei Dunhill? Ho promesso a Derek che avrei portato più persone possibile- chiese Dan.

 

Tutti sapevano della festa dei fratelli Dunhill, Jeremy e Derek. La loro famiglia possedeva una villetta situata fuori città, in campagna, molto fuori mano. Il che poteva soltanto significare musica a tutto volume, fiumi di alcool e droghe di ogni tipo. Le feste dei Dunhill erano una sorta di istituzione, ed Erin sapeva che Franky non se la sarebbe persa per nulla al mondo.

 

-Certo che ci saremo, dì pure al tuo amico che verremo tutti. A tal proposito, comunque, dovresti portare la tua macchina Cora- disse Franky -Prenderei la mia, ma è troppo piccola per noi sei-

-Ma anche Dan ha la macchina, perché non prendiamo la sua?-

-Sei seria? Vuoi rischiare di sederti su un preservativo usato o su chissà quale altra schifezza? Dai, non vorrai mica farci perdere una festa così importante-

 

Erin osservò il sorriso di Franky. Quel sorriso che l'aveva sempre caratterizzato, fin da quando era bambina. Era il sorriso che appariva sul suo volto quando era certa di aver ottenuto quello che voleva. E lei otteneva sempre ciò che voleva.

 

-Va bene allora...-

-Bene! Allora è deciso! Adesso io ed Erin dobbiamo andare a comprare qualcosa da mettere stasera. Inviterei anche te Cora, ma hai già quel top blu che ti ho regalato al tuo compleanno, e visto che non l'hai ancora messo potresti indossarlo stasera. A stasera gente!-

 

Detto ciò, Franky non diede neanche il tempo a Cora di ribattere che si avviò verso l'uscita del cortile, portandosi dietro Erin. Allora lei non se ne rendeva pienamente conto, ma l'atteggiamento arrogante di Franky era uno dei motivi per cui gruppo si stava lentamente disgregando. Più volte Ethan le aveva parlato di Cora e del modo di merda in cui Franky la trattava, ma Erin lo aveva sempre ritenuto esagerato. Certo, Franky era molto brava ad influenzare le persone. Era così sicura di se (o almeno così sembrava), così sprezzante, così forte. Eppure Erin sapeva che dietro quella boria si nascondeva qualcos'altro, qualche lato fragile che a Franky non piaceva mostrare. Preferiva ferire gli altri piuttosto che ferire se stessa.

 

*****

 

Più tardi quel giorno, Erin e Franky si erano ritrovate in un negozio d'abbigliamento. Se c'era una cosa in cui Erin si distingueva dalle ragazze tipiche era lo shopping. Non lo trovava piacevole o divertente, si chiedeva perché dovesse sudare per negozi quando poteva tranquillamente ordinare vestiti onine. Inoltre, Erin trovava ridicoli la maggior parte degli abiti che trovava in quei negozi. Franky l'aveva più volte presa in giro a riguardo. Erin, infatti, indossava quasi sempre abiti scuri, molto semplici, adorava i tessuti in jeans e le giacche di pelle.

Come prevedibile, quel giorno non aveva trovato niente che le piacesse particolarmente. Quei pochi vestiti che avevano attirato la sua attenzione, erano stati prontamente scartati dalla sua migliore amica.

-Vorresti presentarti così alla festa dei Dunhill? Sai vero che ho intenzione di portarmi Derek Dunhill a letto?-

 

Si era ormai rassegnata, quando notò in esposizione un vestito di un viola molto scuro e intenso.

-Questo si che mi piace!- esclamò Franky, apparendole alle spalle.

-Hai visto quanto costa? Non potrei mai permettermelo-

-E quando mai questa cosa è stata un problema? Poco fa ho avuto lo stesso problema, vuoi vedere come ho risolto?-

 

Erin non fece in tempo a rispondere che Franky prese il vestito in questione e lo portò nel camerino. Quando ne uscì, tuttavia, indossava ancora i vestiti con cui era entrata.

 

-Andiamo- disse con un ghigno.

 

Erin aveva una vaga idea di quello che aveva fatto, ma sapeva già che discutere sarebbe stato inutile. Quando Franky si mette in testa un'idea...

Non appena misero piede fuori dal negozio, il dispositivo anti-taccheggio posto all'ingresso iniziò a suonare all'impazzata.

 

-Corri!-

 

Erin non fece in tempo a dire nulla che Franky la prese per il braccio e iniziarono a correre, mentre sentivano sempre più lontana la voce del negoziante. Corsero il più veloce possibile, finché dovettero fermarsi per riprendere fiato. Erin quasi non si sentiva più la milza.

Franky rise, ed Erin con lei. Fin da bambine, Francesca era sempre stata così coraggiosa, così sprezzante del pericolo. Erin era sicura di non aver mai visto una traccia di spavento sul volto dell'amica, mai. Nemmeno nei momenti in cui avere paura era la cosa più ovvia. Franky sorrideva in faccia al pericolo in qualsiasi occasione.

La risata delle ragazze fu interrotta dal suono del telefono di Franky. Le era arrivata una serie di messaggi. La ragazza li lesse, e smise di ridere. Per un attimo il suo volto diventò serio, ma per un solo istante. Dopo tornò a sorridere con sarcasmo.

 

-Ora che ci siamo procurate dei vestiti per stasera, devo tornare a casa. Mia madre ha bisogno di me per una cosa. Ci sentiamo più tardi!-

-Ma...-

 

Franky si incamminò a passo rapido. Non era la prima volta che la ragazza appariva in qualche modo misteriosa. Erin le diceva qualsiasi cosa, ma iniziava a credere che l'amica non si comportasse allo stesso modo. Aveva così tanti segreti, non parlava mai della propria famiglia. Era piuttosto raro che la invitasse a casa sua, e quelle poche volte i genitori erano assenti. Erin si chiedeva se prima o poi Franky si sarebbe aperta del tutto.

 

 

*****

 

Cora guidava in silenzio. La macchina era pervasa dalla musica che rimbombava a tutto volume. Per gli amici di Erin, la festa era già iniziata durante il tragitto per la casa dei Dunhill. Il posto era abbastanza distante, per cui avevano deciso di ravvivare il tragitto. Sul sedile del passeggero, accanto a Cora, c'era seduta Erin, mentre dietro c'erano i tre ragazzi, Dan, Jason ed Ethan. Sulle ginocchia di Dan, il quale si trovava al centro, era seduta Franky.

 

-L'hai rollata o no?- chiese quest'ultima.

 

Dan le porse una canna, la terza accesa fino a quel momento. L'altra era tra le dita di Erin, l'altra ce l'aveva Jason. Il ragazzo provò a sorridere a Franky, ma lei non se ne accorse, o almeno fece finta di non accorgersene. La cosa non passò inosservata ad Erin, la quale li guardava attraverso lo specchietto retrovisore. Aveva sempre sospettato che Dan avesse una piccola cotta per l'amica.

 

-Potreste almeno abbassare i finestrini? Non vorrei appestare l'auto- disse Cora.

 

Erin notò come la bionda fosse l'unica a non divertirsi. Non era la prima volta, dopotutto. Nell'ultimo periodo Franky era diventata sempre più cattiva nei suoi confronti. Ella però continuava a ripetere che lo faceva per scherzo, perchè voleva bene a Cora e voleva che si svegliasse di più. Ed Erin le credeva.

 

-Io ho un'idea migliore- rispose Franky -Apri il tettuccio dell'auto-

Cora scosse la testa scocciata ed aprì il tettuccio dell'auto. A quel punto, Franky si infilò nell'apertura, spuntando con il busto fuori dall'auto. Urlò rivolta alla luna, un urlo di eccitazione. Il vento le trafiggeva il corpo, i suoi lunghi capelli scuri come il cielo di quella notte svolazzavano. Aprì le braccia, con la canna ancora tra le dita, chiuse gli occhi e sorrise, mentre respirava l'aria pura della campagna.

I suoi amici ridevano. Erano abituati alle pazzie della ragazza. Avrebbe sfidato qualsiasi cosa, sarebbe entrata in una gabbia di leoni se lo avesse ritenuto divertente.

 

-Hey Jason, passami quella canna- disse Cora.

 

Il ragazzo gliela porse, sfuggi tra le dita della ragazza, che imprecò. Era finita vicino i pedali. Si abbassò con cautela, cercando di non perdere di vista la strada, ma era troppo lontana e pur allungando il braccio al massimo non riusciva ad arrivarci.

 

-Aspetta, la prendo io-

-No Erin, ce la faccio-

 

Cora si abbassò ulteriormente. I ragazzi dietro non avevano buona visuale della strada, e comunque erano già partiti. Lo stesso valeva per Erin. Fors non avrebbero dovuto aprire quella bottiglia di vodka prima di partire. E forse fu per questo che nessuno si accorse che, in quello stesso istante, la macchina si era impercettibilmente spostata, finendo nella corsia opposta. Quando Cora riuscì a prendere la canna e a riprendere la guida, i suoi occhi furono invasi da una luce fortissima. Luci di abbaglianti. Un suono baritonale, come un clacson, invase l'ambiente, ma non riuscì a sovrastare l'alto volume della musica proveniente dall'auto.

L'unica che si era accorta dello spostamento dell'auto era stata Franky, ma quando aveva chiamato i suoi amici essi non l'avevano sentita.

Francesca guardò il camion venirgli incontro. Forse avrebbe dovuto tornare a sedersi in macchina e chiudere il tettuccio, ma non lo fece. Erin non poteva guardare la sua migliore amica in quel momento, ma se avesse potuto, avrebbe visto come nemmeno in quel momento l'espressione di Franky tradiva paura. Nemmeno in quel momento Franky smise di sorridere. Osservò quel camion come si osserva un uragano in lontananza. Rimaniamo estasiati di fronte a quella terribile e devastante magnificenza, in parte perché sappiamo che quell'uragano è lontano e non può raggiungerci. E forse Franky era troppo fatta per capire che quell'uragano era fin troppo vicino. O forse lo aveva capito ma, ormai conscia del destino che l'attendeva, riteneva ormai una perdita di tempo avere paura e non godersi quegli ultimi istanti. Nemmeno in quel momento Franky ebbe paura. Nemmeno in quel momento smise di vivere.

 

A poco servirono le manovre disperate del conducente del camion o di Cora, che provò a sterzare il più velocemente possibile.

Le due autovetture si scontrarono in un boato devastante. Rumore di metallo e vetri rotti. Ma durò poco.

In pochi istanti, infatti, tornò il silenzio.

  
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