Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    05/08/2016    3 recensioni
Storia ambientata sei anni dopo la fine del film.
Elsa è ormai regina e governa sul regno di Arendelle con saggezza, nonostante la giovane età. La ragazza però si porta dietro un segreto che l'ha profondamente segnata, di cui solo Anna e Kristoff sono a conoscenza. Questo segreto le viene ricordato ogni qualvolta che guarda negli occhi il figlio Helge, principe illegittimo avuto da un uomo sconosciuto.Il suo cuore verrà messo nuovamente alla prova quando farà la conoscenza di Jack Frost, spirito dell'inverno e dotato come lei di poteri sensazionali.
Cosa si nasconde dietro l'apparente perfezione della regina dai poteri di ghiaccio?
E la sua famiglia riuscirà a rimanere unita dinnanzi a tutte le minacce che incomberanno su essa?
.
Jelsa - Kristanna - Accenni Helsa
ATTENZIONE: Alcuni capitoli potrebbero salire al rating giallo
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4- Sogni o ricordi?

"Elsa, Elsa!"
Era inverno o almeno doveva essere così, a giudicare dal candore che ricopriva tutto ciò che era visibile. Si trattava però di un bianco fin troppo splendente, tanto da accecare quasi completamente la regina.
Aveva portato le mani in avanti, per assicurarsi di non cadere, mentre s'incamminava seguendo la scia di quella voce a lei familiare, ma anche troppo lontana per poterla riconoscere.
"Chi sei?" - domandò. La propria voce appariva strana, quasi un sussurro. Non era infatti certa che quel qualcuno l'avesse sentita, ma poco dopo sorprendentemente ricevette una risposta.
"Sono io, Elsa! Mi hai trovato!"
"Cosa? - domandò - in che senso ti ho trovato?"
"Significa che mi hai trovato! - insistette - devi soltanto ricordare"
"Ricordare... ricordare che cosa?" - fu l'ultima cosa che domandò. Infatti, poco dopo, tutto ciò che aveva intorno scomparve come risucchiato da un vortice invisibile e ben presto il candore stranamente caldo della neve lasciò posto ad un gelido buio.


La regina si svegliò, esalando un lungo respiro, come se fosse stata in apnea.
Si era trattato solo di un sogno...  un sogno strano. Era nella sua camera, al buio, mentre fuori i fiocchi di neve si poggiavano sul davanzale.
Sospirò. Ciò che le era rimasto impresso di quel sogno ora più sbiadito era quella voce che continuava a chiamarla. Ma cosa voleva significare?
Era da quando aveva incontrato Hans e Jack che si sentiva strana ed ora quelle sue sensazioni influivano anche sul proprio sonno.
Sbuffò, mettendosi seduta sul materasso. Adesso il sonno le era passato. Osservò gli aliti di freddo condensati poggiati sul vetro della finestra. Immediatamente il suo pensiero andò al guardiano. Incredibile, pensò, non avrebbe mai immaginato di conoscere una persona del genere, una persona diversa e simile a lei al contempo. 
Mentre continuava a tormentarsi, alzò lo sguardo. Adesso sul vetro erano apparsi dei ghirigori in vetro che prima non c'erano. Si alzò, avvicinandosi ad essa. Dopodiché poggiò una mano sulla finestra. In quel momento, dal lato opposto, si materializzò la figura di Jack, cosa che le fece sussultare.
"Oh, cielo! - disse cercando di non gridare - tu? Non è possibile!"
Aprì a finestra ed immediatamente Jack si sedette sul davanzale, guardandola.
"Perdonami, non volevo crearti spavento" - disse.
"Beh, avresti dovuto pensarci prima di rimanere lì a fissarmi. Sai che è una cosa piuttosto inquietante?"
"Non per me. Io non posso dormire quindi mi piace osservare gli altri mentre dormono"
"E fra tutti proprio me devi osservare?"
"Beh... sì - rispose facendo spallucce - solo che poi ti sei svegliata. Qualcosa mi dice che hai avuto degli incubi"
"Non era un incubo era soltanto un sogno. Mi trovavo in mezzo alla neve e sentivo qualcuno che... mi chiamava... Oh, ma perché ne sto parlando con te?"
"Non preoccuparti, io sono molto bravo ad ascoltare. Pensi che questo sogno voglia dirti qualcosa?"
"Non lo so. La voce diceva "mi hai trovato", ma non capisco, io non sto cercando nessuno"
"Magari non è necessario che tu stia cercando qualcuno, magari è quel qualcuno che vuole essere trovato da te" - sussurrò.
"E tu che ne sai? Mi parli come se mi conoscessi da sempre"
Il guardiano non rispose, distogliendo lo sguardo.
Elsa alzò gli occhi al cielo.
"Non importa. Vuoi rimanere lì a fissarmi tutta la notte?"
"Se vuoi posso infilarmi nel tuo letto" - scherzò con una punta di malizia. Elsa capì quest'ultima eppure non riuscì a dispiacersene. Per quanto volesse rimanergli indifferente, sapeva di non poterci riuscire del tutto, per un motivo a lei sconosciuto.
"Aspetta - fece ad un tratto l'albino guardandosi intorno  - perché dormi da sola? E tuo marito?"
La regina corrugò la fronte. Jack non riusciva proprio a non farle domande che potessero ferirla. Ma dopotutto, che cosa poteva saperne lui?
"Insomma, che razza di curioso che sei - sbuffò - se proprio vuoi saperlo, non sono sposata, adesso, se non ti dispiace, vorrei tornare a dormire"
"Aspetta, che vuol dire che non sei sposata? Tu sei una regina, hai un figlio, devi avere per forza un marito!"
"Vedo che sei abbastanza esperto, ma non sono affari tuoi"-  tagliò corto.
"Io... va bene - disse avvicinandosi al suo viso - ma almeno posso potrò tornare?"
"Mh - fece inarcando un sopracciglio, per poi ridacchiare - ho l'impressione che  anche se ti dico di no lo farai lo stesso"
"Potrei, ma voglio chiederti il permesso"
Elsa lo guardò negli occhi. Adesso ne aveva avuto la conferma, non aveva mai incontrato nessuno come lui, così particolare, così testardo, con due occhi carichi di gioia, storia e tristezza dietro. Una tristezza molto antica, probabilmente quanto gli anni che il guardiano si portava sulle spalle.
Ciò la incuriosiva, la affascinava. Non sapeva cosa la portasse a trovarsi così bene con lui. Sì perché, anche se non lo avrebbe ammesso facilmente, si trovava bene con Jack, come ormai non accadeva da tanto tempo con nessun altro.
Aveva dell'incredibile.
"Se proprio ci tieni - sospirò - ma rimani fuori"
"Ai tuoi ordini, vostra maestà" - disse sorridendo, mettendosi in piedi sul davanzale esterno. Elsa chiuse la finestra. Adesso che sapeva che Jack la guardasse, pareva molto più tranquilla. E questo poteva permetterle di tornare a dormire con un sorriso sulle labbra.

La principessa Anna stava giocando assieme alla sorella nei loro giardini. Era inverno, la stagione preferita di entrambe. Ogni volta era un divertimento con la sorella maggiore, la quale creava dal nulla splendidi pupazzi di neve e decorazioni di ghiaccio. Elsa era donata di un potere straordinario. L'unica cosa un pò triste, era quella di essere l'unica in famiglia a possedere simili doni. La bambina più grande non si lamentava mai di questo, ma la più piccola, nella sua ingenuità e bontà d'animo, sapeva che doveva essere triste non avere nessuno con cui condividere certe cose. Se solo avesse potuto trovare un amico per sua sorella, un amico simile a lei.
Era abbastanza improbabile, lo sapeva, dopotutto la magia era una rarità.
In fondo però, per delle bambine con tanta gioia di vivere, la magia era ovunque, viveva nei loro stessi occhi.
Le due principesse  corsero per il giardino, dovevano aver avuto sette e cinque anni rispettivamente. 
"Dai Elsa, falla ancora, fallo ancora!" - esclamò la più piccola battendo le mani e incitando la più grande a costruire ancora quelle bellissime statuine di ghiaccio. Dopodiché presero a giocare a palle di neve. Nessuna delle sue sapeva chi avesse cominciato per prima, ma oramai erano troppe assorte nel gioco per pensarci. 
Con la neve gelata negli occhi e i polmoni che bruciavano, Anna aveva preso a correre senza una meta precisa. per sfuggire ai colpi della sorella.
"Anna! -la chiamò Elsa - fa attenzione a dove vai!"
Anna però parve non averla sentita. Solo quando avvertì il silenzio si rese conto di essere da sola. Si guardò intorno. Poi ad un tratto ecco un'altra  palla di neve gelida colpirla sulla testa.
"Hey! - esclamò - ma chi è stato?"
Non poteva essere stato nessuno, poiché non vi era effettivamente nessuno.
Poi guardò verso l'alto. Seduto comodamente su un ramo vi era un ragazzo. Doveva essere lui il colpevole.
"Tu! - esclamò - guarda che ti ho visto, sei stato tu a tirarmi la palla di neve!"
"E anche se fosse? - domandò - è così divertente"
"Allora se è per questo scendi da quel ramo e vieni a giocare come si deve" - borbottò gonfiando le guance. Sorpreso da tanta decisione, il ragazzo le diede retta.
"Non hai freddo?" - gli domandò Anna.
"Assolutamente no- rispose - il freddo è mio amico, guarda"
Dicendo ciò poggiò una mano sul tronco dell'albero, coprendolo di ghiaccio.
. La bambina spalancò gli occhi.
"Wow! - sussurrò - ma tu sei magico, proprio come Elsa!"
"Elsa? Chi è Elsa?" - chiese.
"E' mia sorelle maggiore! - esclamò afferrandolo per mano - lei è nata con dei poteri come i tuoi, sono sicura ce andrete molto d'accordo, le farà piacere avere un amico simile a lei, dai vieni!"
"Cosa? - domandò - emh, va bene, magari posso venire solo per qualche minuto"


Anche Anna si svegliò in seguito in modo simile a quello della sorella, con un grande sospiro. Si era trattato di un sogno. Anzi, più che un sogno sembrava un ricordo, uno di quelli sbiaditi e dimenticati.
"Woah - sussurrò - ma che succede?"
"Anna? - la chiamò ad un tratto Kristoff allungando una mano verso di lei - è tutto apposto? Ti ho sentita agitarti nel sonno"
"Oh, emh sì Kristoff, è tutto apposto, ho solo  fatto un sogno un po' strano, non sono neanche sicura che fosse un sogno"
"Che intendi?"- domandò sollevandosi appena.
"Era come se fosse qualcosa che ho già vissuto, qualcosa che avevo dimenticato.. della mia infanzia.."
"Non so, forse è successo perché è necessario che ricordi qualcosa"- suggerì.
"Sì, può essere... ma non preoccuparti, torniamo pure a dormire" - disse stampandogli  un bacio sulle labbra. Kristoff poggiò  nuovamente la testa sul cuscino, non potendo però ignorare quanto la moglie fosse diventata strana.

La mattina seguente, sia Elsa che Anna a colazione sembravano molto stanche, probabilmente  a causa del sonno interrotto. Helge e Aurora invece erano pimpanti e  allegri come sempre, e non mancavano di fare baccano.
"Io voglio il pane tostato!" - esclamò Aurora.
"E' l'ultima fetta, ti prego lasciala a me!" - sbuffò Helge.
"Ma tu ne hai già mangiate due! Madre ti prego, fai smettere Helge!"
"Eh... cosa?" - domandò Anna distrattamente.
Kristoff notò immediatamente quel suo essere così sovrappensiero. Forse non sembrava, ma tendeva ad osservare tutto ciò che gli interessava, soprattutto se si parlava di Anna. E dalla notte precedente, aveva trovato alcuni dei suoi atteggiamenti strani.
"Suvvia bambini, andate pure a giocare - disse infatti egli  voltandosi verso Anna - noto che sei un po' con la testa tra le nuvole"
"Oh, ma che, non sono per niente con la testa sulle nuvole - fece alzandosi - ora se volete scusarmi, vado fuori anche io"
Il marito avrebbe voluto chiederle qualcosa, ma non ne ebbe tempo.
La principessa se ne andò, lasciandolo da solo con Elsa.
"Ohi - sospirò - Elsa, tu sai qualcosa dei comportamenti strani di Anna?"
"Che.. intendi con comportamenti strani?"
"E' dalla scorsa sera che si comporta diversamente dal solito. Forse è a causa dei sogni che fatto, quelli riguardanti la sua infanzia..." 
La regina sussultò. Anche lei aveva fatto dei sogni strani, seppur diversi.
Nei suoi, qualcuno continuava a chiamarla. Quelli di Anna invece, cosa volevano significare?
"Oh emh.. sta tranquillo Kristoff - cercò di rassicurarlo, per poi alzarsi - sono sicura che non è niente di che"
"Lo spero" - borbottò l'altro.

Helge e Aurora intanto erano corsi fuori a giocare. Aveva nevicato tutta la notte e ora il manto sul terreno appariva  morbido e pieno di neve umida,  perfetta per creare palle e pupazzi di neve.  Olaf invece se ne stava lì a guadare,  prendendo  ogni tanto parte  ai giochi dei due.
"Pff, "deve migliorarsi" - sbuffò Helge imitando Jack - non ho bisogno che me lo dica, gli faccio vedere io!"
"Stai ancora pensando a Jack? Beh, forse non hai torto, non sei bravo come lui"- puntualizzò la cugina.
"Lo diventerò allora! - esclamò - guarda!"
Dicendo ciò tese le braccia, concentrandosi. Dopo qualche secondo però dovette rendersi conto che non era accaduto nulla.
"Oh - sbuffò - ma che succede?"
Ad un tratto avvertì una risata provenire da sopra la sua testa.
"Ci sarà un motivo per quello che ho detto" - disse Jack
"Tu..." - fece il principe assottigliando lo sguardo.
"Oh, è Jack! - fece Aurora con aria sognante - com'è bello!"
"Bello? Pff. Perché ci stavi guardando? Sei in cerca di guai?"
Jack sorrise, raggiungendolo.
"Che spirito combattivo, ragazzino. Se vuoi controllare il tuo potere devi essere concentrato e non devi farti influenzare dalle tue emozioni. Coraggio, prova a colpirmi"
"Potrebbe essere pericoloso!" - disse Aurora.
"Io provo  lo stesso!" - borbottò Helge. Il bambino quindi si concentrò. Cercò di non pensare a nulla, di esternare ogni emozione ed ogni sensazione. Effettivamente qualcosa questa volta  accadde: dalle sue mani ne uscirono dei candidi e delicati fiocchi di neve, che non avrebbero causato a Jack neanche un graffio e cosa che causò delle risatine da parte di Aurora ed Olaf.
"Aurora, Olaf smettetela di ridere!" - esclamò arrossendo violentemente
"Olaf? - domandò Jack indicandolo - tu sei Olaf?"
"Emh.. - rispose il pupazzo di neve - sì perché? Ci conosciamo"
"Oh - sussurrò il ragazzo - non... importa"
"Mamma!" - esclamò ad un tratto Aurora. Il guardiano si voltò. Davanti a lui vi era la principessa, la sorella di Elsa. Si fece avanti sorridendo.
"Ciao - salutò - tu... sei Jack, giusto? Colui che ha salvato mia figlia"
"Sì - rispose alzandosi in piedi - sono io"
"Io mi chiamo Anna - si presentò -  E' la prima volta che vieni qui ad Arendelle?"
"Io... sì, credo di sì.."- rispose vago.
"Penso allora che vorrai visitarlo. Che ne pensi di fare un giro?"
Jack rimase parecchio stupito da quella proposta. Tuttavia non se la sentì di rifiutare.
"Io.. ecco... penso che potrebbe andare bene" - rispose portandosi una mano sulla testa.
"Bene allora - disse Anna sorridendo - seguimi"
Così, la principessa e il guardiano si incamminarono verso la direzione opposta, mentre i due bambini li osservavano con tanta sorpresa negli occhi.
I due uscirono dal castello, prendendo a passeggiare lungo le strade, in mezzo a tanta folla.
"Vedo che hai fatto la conoscenza di mia sorella Elsa - esordì ad un tratto Anna -  Sai, voi siete così identici"
"Questo l'ho notato anche io"- ammise l'altro.
"Perdona il suo carattere un pò indisponente. Era riuscita a cambiare,  ma poi è tornato tutto come prima.."
"Come  mai?"
Anna si fermò, morendosi le labbra. Non aveva mai parlato con nessun estraneo di una cosa così importante ed effettivamente non se la sentiva di portare avanti quella discussione.
"Diciamo solo che qualcosa l'ha segnata - tagliò corto - Sai, mia sorella al contrario mio non crede nell'amore"
"E' una cosa triste, l'amore è il senso della vita"- rispose alzando gli occhi al cielo.
"Lo penso anche io! In questi anni ho sognato e sperato che potesse incontrare qualcuno. Sai, crescere un figlio da sola non è neanche tanto facile"
"Il padre di Helge.. perchè Elsa non sta con lui?"
"Non è... possibile che stiano insieme. Non è l'uomo giusto per Elsa. Per lei ci vorrebbe qualcuno  simile a te"
"Simile a me? Mi spiace ma non credo che ne esistano di persone simili a me
"Allora forse dovrò accontentarmi dell'originale" - disse distogliendo lo sguardo.
"Cosa? E che dovrei fare io?"
"Non ti sto dicendo mica di portarla all'altare. Solo... vorrei che passassi il tuo tempo con lei... le farà bene stare con qualcuno con cui ha tanto in comune... " 
Jack si portò una mano sulla testa. Se c'era una cosa che un guardiano o un essere immortale non doveva fare, era passare troppo tempo con un mortale, con il rischio di affezionarsi o di creare un legame. Ovviamente Anna non sapeva della sua vera natura di guardiano ed inoltre Jack, per la seconda volta, non riuscì a dirgli di no.
"Va bene, ci proverò"- sospirò
"Davvero? Oh, sei così gentile! Prima però dovresti conquistare Helge, sai è molto geloso nei confronti di sua madre"
"Sì... ho notato"

Kristoff aveva fatto caso all'assenza della moglie. Aveva cercato di starsene tranquillo, ma non sapeva quanto ancora avrebbe potuto trattenere le sue preoccupazioni. E poi non era da Anna sparire senza dire nulla!
Aveva pensato quindi di uscire fuori, nei giardini, sparando di poter quietare le sue ansie. Lì vi trovò sua figlia e suo nipote che ancora, dopo ore, non si erano stancati di giocare. 
"Aurora - la chiamò ad un tratto, un pò incerto - hai visto tua madre?"
"Sì, è uscita dal castello assieme a Jack Frost! - esclamò assumendo poi un'espressione sognante - Oh, lui è così bello" 
"Cosa..? - domandò - chi è Jack Frost?"
"E' quello che ha salvato me ed Helge!" - rispose ingenuamente.
Ma certo, era plausibile come spiegazione, dopotutto Anna non gli aveva detto nulla circa il salvatore dei due bambini. Ma la vera domanda era... perché sua moglie non gli aveva detto nulla e soprattutto perché si trovava fuori con quello lì?
In quel momento l'ansia lasciò posto alla gelosia. In realtà non era mai stato geloso, perché non vi era stato motivo, ma adesso, il pensiero di immaginarla accanto ad un uomo che non fosse lui, lo faceva ribollire di rabbia.
Decise però di trattenersi e di aspettare che Anna tornasse.
Questo accadde verso metà pomeriggio. Jack ed Anna si erano ritrovati a parlare come due amici di vecchia data, strappandosi ogni tanto qualche risata a vicenda. 
"E' incredibile la quantità delle cose che hai visto, sembra quasi che tu abbia vissuto una vita intera!"- esclamò Anna, mentre varcavano i cancelli della reggia.
"E' un pò come se fosse così" - rispose facendo spallucce. La principessa rise nuovamente, zittendosi poi di colpo. Si era soffermata nuovamente a pensare al sogno che aveva fatto. Il ragazzo che aveva visto era identico a Jack. Era sicura di non conoscere quest'ultimo, ma allo stesso tempo non lo sentiva per niente distante.
Forse avrebbe potuto raccontargliene.
"Jack... come te la cavi con l'interpretazione dei sogni?"
"Beh... dipende... perché?"
"E che... forse è un pò ridicolo, ma ho fatto un sogno in cui..."
"Ah, eccoti qui!" - esclamò ad un tratto una voce. 
Ad aver parlato era stato Kristoff, il quale si stava dirigendo a grandi passi verso i due.
"Kristoff! - esclamò Anna, sorpresa - Jack, ti presento mio marito, Kristoff"
"Emh... salve" - salutò il guardiano un pò incerto, nel vedere come l'altro lo stesse fissando in malo modo.
"Il piacere è mio" - borbottò mentre continuava a fissarlo.
" E' stato lui a salvare Aurora" - disse poi la principessa.
"Beh, almeno ha fatto qualcosa di utile!" - sbuffò il biondo.
"Kristoff! - lo rimproverò la moglie - scusalo Jack.."
"E' tutto apposto, davvero - la rassicurò - piuttosto, per me si è fatto veramente tardi, è meglio che vada!"
Così, il ragazzo si allontanò. Quando ciò accadde, Anna si girò a guardare il marito, con aria di rimproverò.
"Ma si può sapere che ti è preso?" - domandò.
"Era un segreto così importante? Potevi dirmi sin dall'inizio chi era stato a salvare Aurora e magari potevi anche dirmi che uscivi di nascosto proprio con lui!"
"Uscire di nascosto, ma di che parli? - domandò - ho soltanto voluto approfondire la sua conoscenza. Credo che lui possa aiutarmi con il mio sogno"
"Oh, certo, la scusa del sogno" - sbottò.
"Guarda che non è una scusa! Ti ho capito molto bene, tu sei geloso!"
"E anche se fosse?" - domandò a braccia conserte.
Anna sospirò, andandogli vicino.
"E' soltanto un amico, credimi. Non hai motivo di essere geloso. Anche se ammetto che questo tuo modo di fare è piuttosto tenero"
"Ma non voglio essere tenero"
"Mi spiace, ma non ci riesci" - disse dolcemente, per poi baciarlo. Un gesto semplice che bastò a sciogliere completamente la freddezza di Kristoff.
Forse era stato un pò precipitoso. Ma ciò non toglieva il fatto che era geloso e che una prossima volta non sarebbe stato altrettanto gentile.

Quando giunse la sera, Anna pensò bene di andare a trovare la sorella nelle sue stanze. La regina si stava preparando per andare a dormire, non prima però di aver pettinato i suoi biondi capelli.
Ella avvertì ad un tratto bussare alla porta.
"Sorellina, posso entrare?" - domandò la minore.
"Ma certo, vieni pure" - rispose l'altra. Anna entrò, accomodandosi sul letto.
"Non ti ho vista oggi, dove sei stata?" - domandò Elsa, continuando a spazzolarsi.
"In realtà sono... stata con Jack..."  - ammise.
"Cosa? Jack? - domandò - Ma lui.. è.. insomma.. come mai?"
"L'ho visto giocare con i nostri bambini, così ho deciso di andare lì e parlargli. Sai, si vede che è un ragazzo speciale, è così... simile a te"
"Più di quanto immagini" - sussurrò.
"E tu... insomma.. perché non provi a stringere amicizia con lui? Secondo me potreste andare d'accordo.."
"Anna - disse duramente -  so bene dove vuoi andare a parare. Ma non posso, non posso permettermi di legarmi tanto a lui"
"Andiamo Elsa, non puoi andare avanti così! - esclamò - tu devi darti una seconda possibilità!"
"Io vorrei! - rispose - ma non posso! Sai bene anche tu quanto ho sofferto, sai bene anche tu delle ferite che mi porto dietro..."
Anna a quel punto, nel vedere la sorella sul punto di piangere, si zittì. Non voleva riportarle alla mente dei ricordi spiacevoli.
In realtà però, Elsa ci pensava in continuazione. E l'idea di ricostruire un rapporto di quel genere, la faceva tremare. Aveva la netta sensazione che l'amore non facesse per lei.





Nota dell'autrice
Ciriciao a tutti :)
Allora, come potete vedere i primi pezzi del puzzle iniziano ad incastonarsi tra di loro, Tengo a precisare che il ricordo di Anna è "ambientato" prima degli eventi narrati del film, prima che la principessa venisse colpita da Elsa eccetera.
Non per niente lei e Jack sono portati a fare amicizia così in fretta, anche se ciò a causato la gelosia di Kristoff.
Nel prossimo capitolo racconterò nel dettaglio del passato di Elsa ed Hans, sperando di essere esaustiva :D
Per oggi questo è tutto, ci rivediamo la prossima volta (:
   
 
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