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Autore: rora02L    07/08/2016    2 recensioni
Tratto dal testo: - Mi vennero in mente le parole di Sally che- anche se era ubriaca- restava molto saggia ed introspettiva. Come sarebbe se una ragazza entrasse nel corpo di un maschio? Potrebbe, in qualche modo, renderlo migliore? E se i ragazzi imparassero dalle ragazze come ci si sente ad essere femmina in questo mondo così maschilista? - Come sarebbe allora se una donna entrasse nel corpo e nella vita di un uomo? E se succedesse il contrario?
Userò come prestavolto molti attori famosi... scoprite con me quali. Spero che l'idea, anche se non così originale, piaccia. Penso di averla resa più interessante.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1: A Boy?


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If I were a boy
Even just for a day

“Un altro!” gridò la mia amica Sally, agitandosi col bicchiere vuoto in mano per attirare l’attenzione del cameriere, che con un cenno del capo prese il bicchiere e si dileguò in fretta, pronto a riempirlo con altra tequila.
Sally sospirò affranta, rivolgendosi a me: “Non ne posso più degli uomini. Fanno tutti schifo. Ecco, lo vedi quello seduto al centro della sala, con quella bella biondina? – mi indicò un uomo sui trent’anni dai capelli brizzolati, sorriso splendente e camicia azzurra stirata- Quello in realtà è uno stronzo che si vuole solo infilare sotto la gonna della malcapitata biondina che, rincitrullita dall’amore, non se ne accorge nemmeno!” Guardai meglio la coppia e mi chiesi se Sally avesse o meno ragione su di loro. Poi notai che lui aveva appena allungato le mani sulla coscia della giovane: questo chiariva molte cose. Il cameriere arrivò giusto in tempo e la mia amica esultò alzando le braccia e gridando: “Alleluia! La mia unica salvezza: alcol e la mia migliore amica.”
Tracannò l’ennesimo bicchierino tutto in un sorso, assaporando il bruciore che le pervadeva la gola. Sally era sfinita, come me del resto: sulla soglia dei trent’anni e senza nemmeno uno straccio di fidanzato. Ci avevamo provato, per molti anni, nella speranza di trovare la nostra fantomatica anima gemella. Il mio primo ragazzo è stato al primo anno di college, Luke era perfetto: intelligente, simpatico, bellissimo e studioso. Aveva solo un piccolo, enorme problema: era un bastardo traditore, mi avrà messo le corna con almeno metà delle ragazze presenti nel campus. L’ho mollato appena l’ho scoperto e non gli ho più nemmeno rivolto uno sguardo, per me era morto.
Trasferendomi a New York, la grande mela dalle mille possibilità, ho conosciuto molti ragazzi, ma sono stata a lungo con Mattew. Un ragazzo dolcissimo, dai riccioli color cenere e gli occhi verdi. Mi trattava come una principessa ma, ovviamente, c’era sempre un tranello pronto a battermi sul tempo: era un militare e venne chiamato a trasferirsi dall’altra parte del paese, non ci fu modo di tenerci in contatto. Già, perché lui mi mollò, sostenendo che le relazioni a distanza non erano cosa per lui. Non volli insistere: chi mi vuole mi tiene stretta, no?
Sally aveva scoperto Darren che amoreggiava nel nostro bar preferito qualche settimana fa, in compagnia di una biondina con tacco dodici. Da allora, odia le bionde e abbiamo cambiato bar, trovandone uno molto attrezzato per quel che riguardava gli alcolici e con poche teste chiare nello staff. Sono passate due settimane e Sally sta smaltendo il lutto a modo suo. Io solitamente mi chiudevo in casa, mettevo il DVD di “Le pagine della nostra vita”, mi rannicchiavo sul mio divano e mi divoravo una intera vaschetta di gelato alle amarene, condito con lacrime amare, fazzoletti e versi di tristezza disumana. E la mattina dopo tornavo a lavoro, aiutata da un forte espresso e tre chili di fondotinta e correttore applicati nei punti giusti. Indossavo il mio ultimo acquisto e un sorriso smagliante, tornando così al mio ufficio nella direzione della rivista “Gossip Girl”. Almeno il mio lavoro mi piaceva e mi distraeva- solitamente- dalle mie pene amorose.
“I maschi fanno tutti schifoo!” strepitò Sally, nel mezzo della sala: era chiaro che i tequila stavano facendo effetto, infatti iniziava già a barcollare. Iniziai a preoccuparmi: Sally ha una stazza che è il doppio della mia, se avessi dovuto trascinarla fuori fino ad un taxi… non so se sarei sopravvissuta. Ma dovetti farlo e, miracolosamente, riuscii nell’impresa. Sally appoggio la sua testolina bionda- che ironia- sulla mia spalla, iniziando sbavare sulla mia camicetta lilla e a dire frasi sconnesse: “Jane… ricordami… di nascere uomo, la prossima volta. Se fossi stata un maschio…”
Crollò tra le mie braccia, imbrattandomi la gonna bianca a fiori blu di mascara e eyeliner nero. La lascia dormire finché non arrivammo nel nostro appartamento e, con la mia forza disumana- magari- riuscii a trascinarla fino all’ascensore e poi al nostro appartamento al quarto piano.
Le indicai il divano bianco, su qui si stese con la grazia di una balena spiaggiata e riprese a dormire. Io mi sedetti sulla poltrona color panna e mi misi a pensare. Sally era una bella donna, dal carattere forte e gioioso, un bel viso allegro e tanta energia. Se fossi stata un uomo, l’avrei adorata. Già… ma io non son un uomo. Iniziai a chiedermi come sarei stata in versione maschile, se fossi nata ragazzo. Niente scarpe alte vertiginosamente e scomode, niente da curare meticolosamente, niente cuori infranti.
La immaginavo come la vita perfetta e come bonus avrei potuto fare pipì ovunque senza avere il terrore di macchiare il vestito. Appoggia la testa allo schienale e chiusi gli occhi, lasciandomi andare: buon cielo, erano le tre di notte.

~

If I were a boy
I think I could understand
How it feels to love a girl
I swear I'd be a better man.

La mattina dopo fu un inferno. La sveglia suonò allarmante in camera mia ed andai a spegnerla, incavolata nera: le tirai un pugno ben assestato e smise. Svegliai Sally, ancora addormentata sul divano: “Dobbiamo andare a lavoro, dai…” Continuavo a incitarla e la spinsi giù dal divano, facendola atterrare sul parquet. E volevo buttarmici anche io, avevo un sonno pazzesco. In modalità zombie, decisi che l’unico rimedio possibile per svegliare entrambe era una bella tazza fumante di caffè. Così mi diressi in cucina e, dopo aver trafficato nella dispensa, trovai la caffettiera ed il tanto amato caffè e mi misi ai fornelli. L’odore aromatico del caffè mi ridiede un po’ di energia e fece lo stesso effetto sulla mia amica, che alzò una mano e, con la faccia spiaccicata contro il pavimento, biascicò: “Io lo voglio doppio, zuccherino!”
Sorrisi e versai la bevanda nelle apposite tazzine bianche, portandone una anche a Sally. Quel momento della mattinata ci fece riprendere almeno in parte e, mentre finiva la sua tazzina, Sally schioccò la lingua e disse solenne: “Ora sono ufficialmente pronta per prepararmi. Tesoro, se mi vuoi- si alzò dal pavimento, pulendosi la schiena- sono sotto la doccia, ho bisogno di una rinfrescata. Faccio in fretta, tranquilla.”
Mi fece l’occhiolino e si diresse in bagno. Io sorrisi e rimisi a posto la roba della cucina, per poi andare a scegliere cosa mettermi, mentre aspettavo che Sally finisse. Riuscimmo infine ad arrivare in redazione in tempo, nonostante la corsa matta.
Mi sedetti nel mio amatissimo ufficio, davanti al mio PC con la mia scrivania in mogano. Lessi allora i possibili articoli per quella settimana ed il primo mi fece sentire vecchia, senza speranze e da rottamare. Il titolo diceva tutto: “Le fasce d’età in cui è più probabile trovare marito.”
Indovinate un po’? Io e Sally avevamo superato la fascia con più possibilità da almeno sette anni. Mi accasciai sulla scrivania, fresca e liscia, sentendone il legno contro il viso, coperto da un leggero strato di fondotinta. Decisi di continuare a leggerlo per essere professionale, anche se mi scappava da piangere e vomitare allo stesso tempo. L’autrice era, ovviamente, Molly Anderson, donna di trent’anni con famiglia perfetta, composta da marito contabile e due figli perfetti. Perfetto. Continuai il mio lavoro fino all’ora di pranzo, in cui mangiai un tramezzino lattuga, gamberetti e maionese preso al bar sotto la redazione.
Dopo aver pranzato, decisi che era il momento di scrivere qualcosa io. Mi vennero in mente le parole di Sally che- anche se era ubriaca- restava molto saggia ed introspettiva. Come sarebbe se una ragazza entrasse nel corpo di un maschio? Potrebbe, in qualche modo, renderlo migliore? E se i ragazzi imparassero dalle ragazze come ci si sente ad essere femmina in questo mondo così maschilista? Iniziai a scrivere il mio articolo e le parole scorrevano sulla tastiera fluide. Avevo mille idee in testa e speravo che l’articolo piacesse al capo.
Me ne andai all’orario di chiusura, soddisfatta del mio lavoro. Sally uscì in contemporanea dal suo ufficio, battendomi il cinque ed esclamando: “Ed anche oggi è andata!”
Poi mi guardò incuriosita e disse: “Bella, conosco quel sorrisetto compiaciuto – alzò le sopracciglia – dai, dì alla tua cara Sally a cosa stai lavorando.” Risi, mi conosceva come poche persone al mondo, e le raccontai del mio progetto, vedendola annuire ripetutamente mentre tronavamo a casa.

~

Mi stesi finalmente sul letto, era ora di fare la nanna, anche se la mia amica stava guardando “Tutta colpa delle stelle” in soggiorno e non aveva intenzione di lasciare il film a metà. Io l’avevo già visto. Mi coprì con un leggero lenzuolo, ripensando ancora una volta al mio articolo e mi accorsi che forse era troppo tagliente nei confronti dei maschi. Ma poi la mia vocina interiore cattiva, che ha la stessa voce di Sally, mi disse: “Perché, non se lo meritano forse quei porci schifosi? Quante volte ci hanno ferite, abbandonate, sedotte, lasciate, umiliate e fatto piangere fino allo sfinimento? Penso sia ora di fargliela pagare!”
Ricordai tutte le frasi e le occasioni che, per colpa di un uomo, mi avevano fatta sentire insicura, brutta, inadatta, sciocca ed umiliata. Erano troppe. Annuì al soffitto, decisa a fare una denuncia pubblica che smantellasse il teatrino dei maschi, tagliando i fili che legavano noi donne alle loro mani da manipolatori.
Chiusi gli occhi determinata ed in pace con la mia coscienza, in attesa di finire quell’articolo.




Angolo autrice:
Anche se, come al solito, dovrei finire le storie che ho iniziato... ho voluto pubblicare il primo capitolo di questa. Nella foto del banner, c'è la protagonista, Jane... interpretata da? Ditemelo voi. Mi auguro che questo primo capitolo/prologo vi abbia incuriositi. Vi anticipo che si parlerà di divorzio, amori sull'orlo della fine, cotte adolescenziali e problemi di autostima... non dico altro. A presto!
Rora
  
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