Vi auguro una (spero) buona lettura, e per favore ditemi cosa ne pensate, ci tengo! 

 

 

 

Capitolo uno - Aspettare è doloroso, ma un giorno ne sarà valsa la pena.

 

 

E' passato un mese, da quando la Shinsengumi ha lasciato Edo, e lo Shogun Nobunobu continua a regnare su un trono che non è il suo.

In quegli ultimi mesi, sembrava non smettere mai di piovere, anche quando vi era il sole alto nel cielo. Per tutti, esso sembrava sempre oscurarsi, come se tutto il dolore di coloro che avevano combattuto, fosse stato vano.

La mancanza della Shinsengumi si sentiva ogni giorno, loro che proteggevano le strade di Edo e i suoi cittadini, loro che nonostante tutto hanno sempre combattuto, anche dopo esser stati abbattuti seguendo i loro ideali.

Una di questi cittadini era da quel giorno che sentiva la loro mancanza, lei che li conosceva fin dall'inizio, sopratutto il loro capitano, Isao Kondo, colui che rendeva la Shinsengumi forte e indistruttibile.

Otae stava facendo ritorno a casa dopo il suo lavoro nel club, era sfinita e le dolevano le guance per il troppo sorridere, non riusciva a sorridere come faceva una volta, aveva promesso a Shinpachi di continuare a farlo ma proprio non ci riusciva, almeno non quando era con loro. Quando era da sola i pensieri venivano a galla, non riusciva a frenarli, non riusciva a smettere di pensare a lui.

Ci sono volte che sperava di trovarlo appeso ad un lampione o nascosto in qualche cespuglio a spiarla, così poi da picchiarlo a sangue infastidita, come faceva sempre.

Continuava a camminare per la via che portava al dojo di suo padre, i suoi passi erano lenti, il suo sguardo era triste e soffermo a guardare il pavimento, ma un rumore la fece rinsavire. Un cassonetto vicino si stava muovendo, quella scena le ricordava qualcosa, non sarà mica..

 

''Kondo-san..'' si avvicinò a quell'oggetto che continuava a muoversi come posseduto da qualche spirito maligno, esitante afferrò il manico del coperchio e con i cuore che le batteva all'impazzata e con la speranza che lì ci fosse Kondo, tolse il coperchio, ma uscì fuori qualcos'altro.

Un gatto nero saltò fuori e corse via, molto probabilmente stava cercando del cibo e così è rimasto chiuso dentro.

Otae sospirò delusa lasciando poi cadere il coperchio a terra. Alla fine lo sapeva, sapeva che Kondo non era lì, lui non c'era più, non era più lì ad infastidirla come faceva sempre, non c'era più a scaldarle il cuore. Ma sapeva anche che non doveva essere triste perché quel giorno, quell'ultimo giorno in cui lo vide, promise che sarebbe tornato, che avrebbe aperto la porta di casa come ogni persona normale.

Lei continuava ad aspettarlo e lo farà sempre, perché quei sentimenti che lei provava, che non gli aveva mai detto, non se ne andranno mai. Guardando il cielo pieno di stelle, Otae scorse una stella cadente, espresse un desiderio.

 

''Torna presto a casa stupido Gorilla'' disse sorridendo mentre le lacrime le rigavano il viso, aspettare è doloroso, ma un giorno ne sarà varrà la pena, quando il gorilla ritornerà a casa ogni cosa ritornerà al suo posto.