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Autore: Cocomero_    08/08/2016    0 recensioni
Non so quali siano i suoi piani malefici, ma se il suo obiettivo è quello di farmici credere ci sta riuscendo benissimo...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA FINE

 
E poi mi sono persa.
E poi ti sei perso.
E poi ci siamo persi.

Dall’ultimo racconto ne è passata di acqua sotto ai ponti…lo studio, gli esami preparati insieme in balcone da te, il crepuscolo, la pizza comprata su justeat e la pasta scolata al volo, i tuoi periodi di silenzio, le donne usate per il sesso e lasciate in bilico pronte a essere ricontattate, amicizie nuove, gruppi di conoscenze che si allargano, restringono, ritornano, si mischiano, spariscono e cambiano, ma noi no, noi sempre in due.

Chiacchierate rubate tra una sigaretta e l’altra, mezzi chili di gelato con i gusti prestabiliti, il tuo, il mio e quello del padrone di casa, sensazioni contrastanti, pomeriggi non più da raccontare come romanzi, ma da vivere veramente.

Siamo cresciuti, 12 esami preparati in un anno…

Un anno in cui io ho scelto l’altro, l’amico di sempre, la sicurezza di essere amata, la sicurezza di amare, perché diciamocelo, tu da amare sei veramente difficile e io non sono brava, non sono brava a vivere con il dubbio di stare a chiedere troppo o che gli altri, l’altro, mi chieda troppo; ho quindi fatto la scelta migliore, ho scelto l’unico “lui” per cui sarei stata disposta a tutto, un misto di abitudine, fiducia e amore, si perché lo amo nonostante tutto, nonostante quello che saremmo potuti essere noi, un incendio di breve durata a parer mio.

E nella confusione di quei dodici esami non ci siamo accorti di niente, lo studio continuava, i pomeriggi passati insieme anche, le chiacchierate un po’ di meno…

E poi ho fatto la scelta che mi sembrava più giusta, a uno come te non potevo che servire su un piatto d’argento la mia migliore amica, il meglio per il meglio.

E passa l’estate, non ci sentiamo, ma io so tutto di te attraverso i suoi racconti, e probabilmente, allo stesso modo tu sai tutto di me.

Torna settembre, l’ultimo esame, giorni passati in simbiosi, e poi la tesi, pizze portate a casa da voi due, insieme, per me; e io non posso che essere la persona più felice del mondo, vi guardo e sono contenta, soddisfatta, giuro, neanche per un attimo ho mai pensato a noi, sicura della mia scelta, delle mie scelte.

E poi sarebbe stata una storia bellissima se non ci fossero stati i soliti intoppi che ci ricordano che non viviamo in un film: specialistiche diverse, studio separato, ma che importa, ormai siamo diventati amici, amici di quelli veri, che escono la sera e vanno a prendersi una birra, peccato per le corna, non mie, tue.

Ho tentato di farti passare un bel compleanno nonostante il bacio di troppo dato da lei, non a te, ti ho trascinato in giro per amici, prima gelato e poi pizza, hai messo in ballo tutto te stesso per quella storia, hai provato e sei stato il ragazzo che io avevo sempre sperato, ma purtroppo, dicevo, la vita non è un film, quindi anche se provi a perdonare, se il giorno della laurea lei è lì tra i tuoi, non i miei, invitati, l’amaro rimane sul fondo della gola.

Vi ho lasciato perdere, il dolore e la rabbia di una coppia non possono essere condivisi con gli altri, io ne sto fuori e spero veramente che riusciate a risolvere, perché mi piacete, potreste veramente farvi del bene a vicenda.

E poi una sessione andata male, problemi in famiglia, rodimento di culo e la lasci…

La lasci, dopo che ti ho dato la persona migliore, nonostante tutto, del mondo, dopo che passi tre mesi dicendo di averle perdonato uno stupido bacio la lasci, lo so che la colpa non è tua, è lei la stronza, lo so e gliel’ho anche detto come sempre e come tutto, ma la zappa sui piedi te la sei data tu, e io non posso assolutamente e non voglio assolutamente scegliere te, io ho lei, la mia Persona è lei, non la abbandonerei neanche se rapinasse una banca, figurati se la  tradisco dopo che tu l’hai lasciata per telefono.

E dopo sei mesi di tentativi di conversazione, di birre con rassicurazioni, di chiamate all’ultimo per trascinarti a studiare con me e i miei nuovi compagni di corso, non c’è più niente tra noi, neanche l’ombra di quella che era una flebile amicizia, due giorni di vacanza insieme da amici in comune e neanche ci siamo scambiati mezza parola, siamo conoscenti, a tratti nemici, in fondo come si può sopportare la persona che sei diventato, in 48 ore ti ho sentito dire e fare solo cattiverie, non vali più nulla, non ho più neanche la speranza di riuscire a trascinarti fuori dalla fossa di tristezza e autocommiserazione che ti sei scavato ancora di più sotto ai piedi.

Ogni tanto ci penso e mi sembra assurdo, esattamente un anno fa eravamo gli amici più felici del mondo, c’era da preparare l’ultimo esame e mangiavamo gelato seduti in balcone da te.

E poi mi sono persa.
E poi ti sei perso.
E poi ci siamo persi.
  
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