L’ECCITAZIONE
DELLA SECONDA
<<
… in conclusione, questa posizione offre un
fantastico spettacolo visivo per entrambi, oltre ad essere romantica e
avvolgente. Inoltre potrete anche guardarvi in faccia, parlare e
baciarvi
>>
Sheldon
annuì serio alla sua amica.
Ma subito dopo
iniziò a ridacchiare.
<<
Che c’è? >> gli chiese, notando la
sua espressione.
<<
Stavo ancora pensando a quando hai proposto
a Leonard di provarla >> rispose, sghignazzando ancora di
più.
<<
Lo so, pensavo che ce l’avrebbe fatta se
avesse usato dei cuscini come appoggio, invece non era cambiato niente
!
>> continuò Penny, iniziando a sbellicarsi
dalle risate insieme lui.
<<
Ehi, cosa avete tanto da ridere? >>
domandò, curioso, il fisico sperimentale a sua moglie,
entrando in soggiorno,
intento ad aggiustarsi la vestaglia rossa.
<<
Stavamo parlando del compleanno di Amy >>
gli rispose, asciugandosi con il dorso della mano gli occhi pieni di
lacrime.
<<
Ok, basta che non mi raccontiate i dettagli.
Non voglio rovinarmi la colazione! >> li
avvertì, mentre era concentrato
a versarsi il caffè in una tazza.
Aveva intuito
subito di cosa stessero discutendo.
Di sesso e di
tutto ciò ad esso collegato:
preliminari, posizioni e organi riproduttivi.
E il fatto che i
genitali del suo migliore amico fossero
molto più funzionanti-e, soprattutto, duraturi- dei suoi, lo
infastidiva
leggermente.
Intento a bere,
immaginò gli Shamy nudi, sudati e
ansimanti, che ci davano dentro per ore, per niente stanchi, su un
letto che
sbatteva incessantemente contro il muro, tanto da rompersi.
<<
Scusatemi >> disse improvvisamente,
mettendosi una mano davanti alla bocca, dirigendosi poi verso il bagno,
colto
da un attacco di vomito improvviso.
<<
Leonard, cerca di stare bene per stasera poiché
dovrai guidare per tutta Los Angeles! >> gli
gridò Sheldon, alzandosi di
scatto dal divano per avviarsi verso il bagno, in modo da farsi sentire
tra un
conato e un altro.
<<
E smetti di vomitare presto che non voglio
fare tardi all’appuntamento. Koothrappali ha detto che ci
aspetta lì >> affermò
al suo migliore amico, al di la della porta, spostandosi poi verso la
sua
camera.
Dopo aver chiuso
la porta dietro di sé, si sedette
sul bordo del letto, prese il cellulare e compose il numero della sua
ragazza,
con lo scopo di darle indicazioni e orari per quella sera.
Sul suo volto
apparve un’espressione perplessa, sentendo
il telefono squillare a vuoto.
Stava per
staccare, quando la voce di Amy lo fece
desistere.
<<
Ciao Sheldon. Scusami, ma ero sotto la
doccia >> rispose, con il telefono tra
l’orecchio e la spalla, cercando
di allacciarsi l’accappatoio.
<<
Non ti ruberò molto tempo. Volevo solo
dirti che, se ti entra ancora, ecco… vorrei che stasera
indossassi l’abito del
ballo >> dichiarò, senza tanti giri di parole.
<<
Come
mai? >> gli domandò incuriosita, adagiandosi
sul letto, tamponandosi i
capelli bagnati con un asciugamano.
<<
Beh… ecco…io… >>
balbettò, indeciso
se dirle o meno del programma che aveva organizzato per lei con
l’aiuto dei
suoi amici.
Poi,
però, immaginò la sua espressione colma di
stupore quando avrebbe visto cosa l’avrebbe attesa
giù al palazzo.
Un sorriso
comparve sulle sue labbra.
<<
… non te lo posso dire. Però non andremo a
ballare! >> aggiunse.
Ci mancavano
solo le danze!
<<
Oh… va bene >> rispose la ragazza,
semplicemente.
Non voleva
insistere.
Dal tono agitato
della sua voce, aveva intuito che stava
cercando di non farsi sfuggire niente di compromettente.
E non voleva
rovinare tutto a causa del suo
desiderio di sapere.
<<
Ti vengo a prendere alle sette >> affermò
il ragazzo.
<<
Ok. A stasera >>
Stava per
attaccare, quando ripensò a ciò che le
aveva detto all’inizio della telefonata.
Se
ti entra ancora…
<<
Sheldon? >>
<<
Si? >>
<<
Mi trovi ingrassata, per caso? >>
Il fisico
teorico sbiancò di fronte a quella
domanda.
Accidenti!
Doveva
inventarsi una scusa al più presto.
<<
P…perdonami ma devo soccorrere Leonard che
sta vomitando >> dichiarò, chiudendo subito la
chiamata prima che Amy
potesse continuare.
~
<<
Leonard, il cravattino è troppo lento! Non
voglio fare brutte figure con Amy. Sistemamelo! >> gli
ordinò Sheldon,
lamentandosi, come al solito.
Il fisico
sperimentale alzò gli occhi al cielo,
mentre cercava di accontentare il suo amico.
<<
Aggiustato! >> esclamò, una volta portato
a termine il suo compito.
Indietreggiò
di poco, per osservare meglio il suo
amico.
Con addosso una
semplice camicia bianca-ovviamente
il papillon-e dei pantaloni neri, stava davvero bene.
Sembrava davvero
un adulto!
<<
Peccato che il mio sia stato solo tempo
sprecato e non durerà su di te a lungo >>
aggiunse, poi, malizioso.
<<
Se l’hai sistemato alla perfezione, mi
sembra alquanto impossibile che lo possa perdere >>
affermò il fisico
teorico, non capendo dove volesse andare a parare il suo coinquilino.
Leonard scosse
la testa.
Sheldon e i
doppi sensi non andranno mai d’accordo!
<<
Sto solo dicendo che visto che tu e Amy tra
qualche ora farete sesso, lei ti spoglierà e lo
butterà chissà dove! >>
spiegò.
<<
Oh! Si… certo >> mormorò,
arrossendo
leggermente.
Leonard gli
sorrise, intenerito dal suo imbarazzo.
Dopotutto non
era davvero un robot.
Era un essere
umano.
Con un apparato
riproduttore!
Inoltre, aveva
dei sentimenti.
E anche degli
ormoni!
<<
Sei nervoso? >> gli domandò.
<<
Perché dovrei esserlo? >>
<<
Beh… farai l’amore con la tua ragazza. Dopo
un anno, per giunta >>
<<
Ecco, appunto. Non è la mia prima volta
>> dichiarò, con voce sicura.
Ma la
verità era un’altra.
Si, era agitato.
E parecchio.
Penny gli aveva
spiegato una nuova posizione
sessuale e, doveva ammettere, la trovava davvero curiosa.
Talmente tanto
da volerla sperimentare.
Ma se ad Amy non
fosse piaciuta?
Se
l’avesse trovata fastidiosa?
La sua amica,
tuttavia, gli aveva detto che non se
ne sarebbe affatto lamentata.
Anzi.
Avrebbe
continuato ad incitarlo a continuare.
Ma se non fosse
stato così?
Certamente
gliel’avrebbe fatto capire.
Sperava con le
parole, poiché aveva sempre trovato
difficoltà a leggere gli indizi facciali.
Ma
perché si stava creando tutti questi problemi?
Poteva
semplicemente chiedere.
Non
c’era nulla di male.
<<
… metti sempre le sue esigenze in primo
piano, non andare di fretta e poi…vediamo un
po’… ah si! Non dimenticarti le
precauzioni! >>
Sheldon,
sentendo le sue raccomandazioni, ritornò
alla realtà.
<<
Davvero, Leonard? Parli proprio tu che la
durata massima dei tuoi coiti è di nove minuti, preliminari
esclusi? >> gli
domandò, incrociando le braccia al petto.
<<
Beh... non conta la durata del coito ma la
qualità >> rispose, cercando di difendersi.
<<
Tua moglie non la pensa allo stesso modo,
lo sai, vero? E poi i preservativi li so usare meglio di te, visto che,
da come
mi risulta, più di una volta Penny ha temuto di essere
incinta >>
<<
Tuttavia, i suoi test di gravidanza sono
risultati sempre negativi, quindi non si può dire neanche
che tu sia poi tanto
capace >> rifletté, poi.
Il fisico
sperimentale fece un respiro profondo, per
placare il suo istinto improvviso di ucciderlo.
Non era colpa
sua se offendeva gli altri, senza
rendersene conto.
E poi non voleva
che Amy tornasse nuovamente single.
C’era
una sola cosa da fare.
<<
V… vado a cambiarmi >> dichiarò,
avviandosi verso la sua camera.
~
<<
Allora, che te ne pare? >> domandò
Penny mentre porgeva ad Amy uno specchio.
<<
E’… è davvero bellissima
>> rispose,
guardando rapita l’acconciatura che la sua migliore amica le
aveva realizzato
con tanta cura.
<<
Vediamo che effetto fa su tutto il resto
>> dichiarò, poi, dirigendosi verso la camera
da letto.
Quando
aprì l’armadio, l’immagine che vide
riflessa
nello specchio a figura intera le tolse il fiato.
Si era vista con
quel vestito verde acqua addosso
solamente due anni fa.
Eppure,
all’epoca, non le fece il medesimo effetto
di adesso.
Forse
perché la pettinatura non era la stessa
dell’ultima volta.
Oppure…
<<
Cavolo! Sei proprio uno schianto! >>
esclamò Penny, una volta raggiuntala.
La neurobiologa
fece una smorfia.
<<
Con tutta onestà, mi vedo… non lo so…
diversa! >>
espresse, un po’
preoccupata.
La
rappresentante farmaceutica rise.
<<
Perché adesso sei un’adulta
>>
Amy
rifletté sull’ultima parola.
Anche se diverso
tempo fa, la sua amica le aveva
detto l’esatto contrario, era stato proprio il sesso a
renderla tale.
Tutto il suo
corpo era cambiato.
Era come se
gridasse al mondo intero che non era più
vergine.
Era passato un
anno e ancora doveva farci
l’abitudine.
<<
Mi sa che hai ragione. Tu sai come mai
Sheldon ha voluto che mettessi quest’abito? Insomma, ha detto
che non
parteciperemo ad alcun ballo e non so proprio cosa pensare
>> domandò,
piena di curiosità, mentre guardava ancora una volta il suo
vestito metterle in
risalto i fianchi in modo perfetto-alla faccia del suo ragazzo!-per poi
cadere
morbido fino ai piedi.
<<
N…no, non mi ha detto niente. Perché avrebbe
dovuto chiedermi se conoscevo qualche posizione sessuale adatte per gli
spazi piccoli?
>> rispose, mantenendo la calma, mordendosi poi il labbro
inferiore.
Accidenti, aveva
detto troppo!
<<
Spazi piccoli?! >> ripeté la
neurobiologa, non capendo.
<<
Beh… a dir la verità, dove starete,
c’è
spazio in abbondanza. E’ il tuo fidanzato che è
fissato >>
Doppio accidenti!
<<
Va bene, Penny. Lo so che non vuoi dirmi
niente ma DEVO sapere! >> dichiarò, allarmata,
prendendola per le braccia
per farla accomodare sul suo letto, sedendosi poi accanto a lei.
<<
Ok ok, ti dirò tutto! >> disse,
arrendendosi.
<<
La scorsa settimana, quando sei rimasta
bloccata a lavoro fino a tardi, Raj ha obbligato me e gli altri a
guardare Bella
in Rosa, Carrie e Mai Stata Baciata.
La
mattina seguente, Sheldon mi ha chiesto se ti avrebbe fatto piacere
fare un
giro in limousine per le strade di Los Angeles il giorno del tuo
compleanno. Io
gli ho risposto di si, facendomi sfuggire che era anche il luogo in cui
da
adolescente avresti voluto fare sesso con il tuo cavaliere, al ritorno
dal
ballo. Ecco perché ha detto di vestirti così >>
dichiarò, tutto d’un fiato.
<<
COOOSA?
Come ti è saltato in mente di dirglielo? Era
una stupida confessione
durante la serata tra ragazze! >> urlò Amy.
La
rappresentante farmaceutica stava pensando ad un
modo per uscire in fretta da quella discussione, quando
l’inconfondibile suono
del citofono la salvò.
<<
Questo deve essere Leonard. Andiamo!
>> dichiarò, prendendo la sua amica per mano,
invitandola ad alzarsi.
<<
Cosa ci fa tuo marito qui? >> domandò
Amy, bloccandosi.
<<
Sheldon ha noleggiato la limousine ma non
voleva un estraneo come autista. Io gli farò compagnia. Non
ti preoccupare, c’è
il divisorio. Noi
non sentiremo niente!
>>
<<
V…va bene. E adesso che fai? >>
chiese, poi, vedendola prendere di tasca il cellulare, puntandoglielo
contro.
<<
Voglio avere un ricordo del mio lavoro. Da
quel poco che hai raccontato lo scorso anno, non credo che i capelli
rimarranno
così sistemati dopo il coito >> rispose,
spingendola, poi, verso il
soggiorno.
<<
Fammi almeno prendere il coprispalle. Fuori
fa freddo! >>
Penny scosse la
testa.
<<
Tranquilla! Ci sarà Sheldon a scaldarti
>> le disse, maliziosa,
facendole l’occhiolino, per poi farla uscire di casa in men
che non si dica.
~
<<
Penny, smettila di spingermi! So camminare
benissimo da sola e… Oh! >>
Nonostante,
ormai, sapesse del piano di Sheldon, la
limousine bianca con il tetto nero, lunga circa dieci metri,
parcheggiata sotto
casa sua, la fece rimanere letteralmente senza parole.
Istintivamente
si avvicinò ad essa, quando la sua
amica la fermò.
<<
Aspetta solo un momento >> le disse, mentre
mandava un messaggio con il suo telefonino.
Qualche secondo
dopo, videro Leonard uscire da lato
del guidatore che, impacciato, fece il giro per trovarsi davanti alla
portiera
del passeggero.
Amy trattenne a
stento una risata notando che indossava
una divisa da autista, con tanto di cappello.
Ovviamente, per
Sheldon, doveva
essere tutto perfetto!
<<
Prego >> disse, semplicemente, aprendole
la portiera.
<<
Wow >> esclamò, non sapendo
cos’altro
dire.
Gli interni,
rivestiti da vera pelle, erano eleganti
e raffinati.
C’erano
in tutto otto sedili, predisposti in due
gruppi da quattro, messi uno di fronte all’altro.
La distanza tra
loro non era molta.
Ma abbastanza da
far stendere a terra una nona persona,
se ce ne fosse stato il bisogno.
Altro che spazi
piccoli!
La
rappresentante farmaceutica, vedendo il suo amico
concentrato sul suo cellulare, talmente tanto da non accorgersi della
loro
presenza, glielo strappò di mano.
<<
Questo te lo sequestro! >>
<<
Ehi! Ci stavo giocando! Come ti salta in
mente di… >>
Ma non appena i
suoi occhi incrociarono la figura di
Amy, si dimenticò del telefonino.
E di ogni altra
cosa.
Aveva
già visto la sua ragazza indossare quell’abito
e, avendo una memoria eidetica, ne ricordava perfettamente ogni minimo
particolare.
Non doveva
rimanerne colpito più di tanto.
Invece,
avvertendo il suo cuore battere a ritmi
decisamente fuori dalla norma, gli sembrava di essere tornato indietro
nel
tempo.
Era bellissima.
Distinta e
curata.
Pur mantenendo
un aspetto semplice e dolce.
Amava
quell’immagine di lei!
<<
C…ciao >>
Il timido saluto
di Amy lo distolse dai suoi
pensieri.
<<
Ciao >>
Penny
guardò entrambi i suoi amici con aria
incredula.
Tutti e due, in
quell’istante, erano impacciati e tesi
per il loro appuntamento.
Manco fosse il
primo!
Eppure,
esattamente un anno fa, avevano avuto uno
sfrenato rapporto sessuale per più di due ore!
Come era
possibile?
<<
Sheldon, vorresti scalare di posto in modo
da far accomodare Amy? >> domandò, rompendo il
silenzio imbarazzante
creatosi.
<<
Cosa? O certo, scusami! >> rispose
distrattamente, per poi spostarsi per dare spazio alla sua ragazza.
<<
Mi raccomando ragazzi: dateci dentro! >>
ordinò loro Penny, prima di chiudere la portiera.
<<
Se sapessi cosa significa lo farei >>
disse il fisico teorico, non capendo le parole della sua amica.
Amy
ridacchiò.
Nonostante
avesse perso la verginità, Sheldon era
sempre lo stesso!
<<
Comunque questa pettinatura ti dona
moltissimo >> aggiunse, poi, rivolto alla sua ragazza,
osservando la
cascata di boccoli che scendevano lungo la spalla nuda sinistra.
<<
D…davvero? Grazie >> riuscì solo a
dire, la voce appena udibile.
Le aveva fatto
un semplice apprezzamento.
Eppure era
bastato a farle capire che le stava
prestando attenzione e che aveva apprezzato il suo sforzo di apparire
più bella
per lui.
<<
… e grazie anche… beh… di tutto
questo. Non
dovevi >> continuò, ancora emozionata.
<<
Penny ha detto che ne saresti stata
contenta. Comunque hai fame? Perché Leonard
guiderà per tutta la città senza
fermarsi, però… >>
<<
Non ho fame! >> affermò, prontamente.
Ovviamente
voleva passare direttamente al “dolce”.
<<
Ok. Allora ti va di giocare ad un gioco per
non annoiarsi durante il tragitto? >>
La ragazza
alzò gli occhi al cielo, sospirando.
Proprio non
riusciva a capire!
<<
E’ un idea carina. Prima però mi potresti
dare il tuo “regalo” >>
dichiarò, maliziosamente, avvicinandosi di più a
lui.
<<
Oh! >> esclamò, comprendendo
finalmente il suo “sfuggente” linguaggio.
<<
E’… è lo stesso dello scorso anno?
L’intimità tra noi due? >>
Amy sapeva che
quella domanda era stupida.
Ma
c’era un motivo ben preciso per cui gliel’aveva
fatta.
Lo scorso anno,
Sheldon, a fine coito, le aveva
detto che non vedeva l’ora che arrivasse nuovamente il suo
compleanno per
rifarlo.
Tuttavia, fino a
quel momento, non ne avevano mai
parlato apertamente.
Si era basata
semplicemente su ciò che la sua amica
le aveva raccontato negli ultimi giorni.
Da quando
Leonard aveva messo in moto la limousine,
non aveva fatto altro che stuzzicare il suo fidanzato.
Ma chi le dava
la certezza assoluta che non avesse
cambiato idea?
Aveva tutto il
diritto di farlo e...
<<
Va bene per te? >> le chiese, dopo
aver annuito, serio.
Amy, sentendolo
pronunciare quelle parole, con un
tono tra il dolce e il preoccupato, si rilassò e sorrise.
Quella si che
era una domanda davvero stupida!
Gli
appoggiò una mano sulla guancia calda,
accarezzandogliela.
Gradualmente si
avvicinò al suo viso.
Voleva baciarlo.
Voleva fare
l’amore con lui.
Aveva aspettato
un anno.
Non ce la faceva
più a tenere a bada la sua libido.
<<
Mi occorre una risposta verbale >>
mormorò Sheldon, bloccandola.
La ragazza rise.
Si sarebbe
dovuta aspettare quella frase ogni anno,
ne era certa.
<<
Si >> sussurrò, chiudendo gli occhi e
avvicinando dolcemente la bocca alla sua, sfiorando finalmente le sue
labbra,
per poi baciarlo con calma e dolcezza, muovendosi attentamente.
Amy si
sentì improvvisamente felice, euforica e,
soprattutto, meno stressata.
Era vero quello
che si diceva.
Baciare creava
dipendenza.
E fu per quel
motivo che, lentamente, introdusse la
lingua nella sua bocca, cercando la sua.
Sheldon
assecondò i suoi movimenti, lasciandosi
andare e concentrandosi sulle sensazioni che stava provando.
Si
meravigliò di quanto fosse facile seguire il suo
stesso ritmo, ascoltare le sue emozioni, il suo respiro, il battito del
suo
cuore.
Il desiderio per
lei era così forte e istintivo che
la prese per i fianchi, mettendola a cavalcioni su di lui.
Amy rimase
sorpresa da quel gesto, tanto che gli
appoggiò le mani sulle spalle per non perdere
l’equilibrio.
Ne
approfittò per staccarsi da lui, in modo da
rallentare il proprio respiro, per beneficiare di quelle sensazioni il
più a
lungo possibile.
Ma il fisico
teorico sfruttò quel momento e quella
vicinanza per baciarle il collo in modo sicuro, con movimenti lenti e
decisi,
facendole stordire i sensi.
Ansioso di
sentire la sua pelle contro la propria, lasciò
che la mano destra cercasse la zip del vestito mentre il braccio
sinistro le
cingeva la vita e la bocca assaporava nuovamente le sue labbra,
sorridendo,
compiaciuto, ad ogni suo gemito.
Una volta
tirata, fece scivolare l’abito lungo la
vita, scoprendole i seni.
<<
Sei così bella >> mormorò,
accarezzandone piano uno con il pollice, saggiandone la superficie
liscia e
dolce, di una morbidezza unica e di una qualità tattile
incomparabile,
guardandola negli occhi.
Amy
avvampò, divisa tra imbarazzo e desiderio,
sentendosi osservata con tanto affetto.
Eppure, quel
semplice complimento, la fece sentire
perfettamente a suo agio con il proprio corpo.
Dimenticandosi
di tutte le sue insicurezze, lo baciò
con passione, gli sciolse il cravattino, per poi iniziare a
sbottonargli la
camicia, bisognosa di lui.
Gli
accarezzò il petto tremante, caldo e teso,
sfiorandolo poi con le labbra, avvertendo un formicolio su di esse
quando
giunse al suo cuore, tanto erano forti i suoi battiti.
<<
Spogliati >> le sussurrò Sheldon,
senza fiato.
Amy, avvertendo
la sua richiesta come una supplica e
no come un ordine, si sistemò allora sul sedile, facendo
scorrere il vestito
lungo le gambe perfettamente lisce.
<<
E tu? Non finisci di svestirti? >>
gli chiese, ridendo, quando rimase in intimo, notando che aveva gli
occhi fissi
un po’ più in basso rispetto ai suoi.
<<
Cosa? S…si, certo >> farfugliò,
incapace di articolare una frase di senso compiuto, distogliendo lo
sguardo dai
suoi seni, diventati, per l’eccitamento, più
eretti e, soprattutto, più grandi.
Mentre si
toglieva i pantaloni, ripensò alla
conversazione avuta con Penny quella mattina.
Ovviamente gli
aveva spiegato nei minimi dettagli come
stimolarli correttamente.
E non solo con
le mani!
<<
C…cosa fai? >> gli domandò Amy,
curiosa, vedendolo inginocchiarsi di fronte a lei.
<<
Ti
va di sperimentare un coito capricciosamente fantasioso?
>> le domandò a
sua volta, prendendola per le gambe, sistemandola in modo da averla
perfettamente di fronte a lui.
<<
Beh, se riuscirai a portarmi a livelli di
piacere inimmaginabili… >> disse, con tono di
sfida, avvicinando le
labbra alle sue, nonostante non avesse minimamente idea di cosa le
avesse
chiesto.
<<
Lo sai che ne sono capace >> disse,
ridacchiando, sorprendendola, poi, spostando la bocca sul suo seno,
soffiandoci
sopra.
Quando
arrivò ad accarezzarlo con le labbra, Amy
chiuse gli occhi e gli passò le dita tra i capelli,
invitandolo ad andare oltre,
offrendogli la propria femminilità.
Sheldon
approfittò di quell’ulteriore avvicinamento
per lasciare una scia di baci delicati e dolci lungo le curve.
Più
si avvicinava all’areola più si sentiva
sconvolto e pieno di gioia.
Ci
passò sopra la lingua e, quando si decise a carezzarla
lentamente, la sua ragazza ebbe un brivido.
Si
concentrò, allora, sulla punta del capezzolo,
circondandola con le labbra, baciandola e lambendola dolcemente.
Con i suoi occhi
azzurri sbirciò Amy, sentendola
gemere, mormorare e ansimare man mano che aumentava
l’intensità dei tocchi.
Ne
approfittò per sfiorarle nuovamente le labbra
bollenti e frementi, assaporando uno l’eccitazione
dell’altro, ormai giunta al
limite, tanto che, in men che non si dica si liberarono della
biancheria, non
riuscendo più a sopportare la loro presenza.
<<
Non ricordavo che i tuoi genitali fossero
così piacevoli alla vista >> disse,
prendendolo in giro, osservando,
incantata, la sua evidente erezione, sollevando le ginocchia per
ricevere
finalmente il suo membro duro, pulsante e pronto per lei,
abbracciandogli con
le gambe i fianchi, per poi appoggiarsi con le braccia sul sedile in
modo da
poter inclinare il busto all’indietro, assumendo
così una posizione di totale
abbandono.
<<
E perfettamente funzionanti >>
aggiunse, circondandole la schiena con le sue lunghe braccia.
Il fisico
teorico la fissò a lungo, ora serio,
completamente rapito dai suoi capelli ormai spettinati, le labbra
gonfie di
baci e gli occhi lucidi di passione.
<<
Buon compleanno, Amy >> le sussurrò
all’orecchio, prima di entrare in lei lentamente e con la
massima intensità.
Quando la
sentì sospirare per il piacere, iniziò a
muoversi attentamente nel
luogo in cui
era stato accolto, incominciando a
sentirsi fortemente legato a lei, tanto che non riusciva a distogliere
lo
sguardo dal suo viso supplicante e dal suo corpo ansante e bollente che
si
accordava perfettamente al suo ritmo.
Era
semplicemente autentica.
Usciva di casa
come le pareva.
Non si faceva
mai problemi su come si vestiva.
Si mostrava a
lui come si mostrava a se stessa,
ammettendo anche, più di una volta, tutta la sua
fragilità, non curandosi del
pensiero degli altri.
Ma, soprattutto,
era comprensiva.
Fin dal loro
primo incontro, l’aveva accettato per
com’era.
Certo, le aveva
fatto cambiare opinione su diversi
argomenti, come l’intimità fisica.
Ma sapeva che
non poteva stravolgere completamente
la sua personalità.
E allora lo
capiva.
Lo capiva se
ogni mercoledì sera il suo unico
desiderio era quello di giocare ad Halo con Leonard, Howard e Raj.
Non se ne
lamentava, facendolo diventare un
problema, poiché poteva trascorrere tranquillamente quel
tempo con le sue
amiche Penny e Bernadette.
Perché,
in primis, Amy era una donna libera.
Aveva un lavoro
a tempo pieno e un’auto tutta sua.
E
incominciò improvvisamente ad avere paura.
Paura di
perderla e di essere rimpiazzato nuovamente
da uno migliore di lui a causa di qualche sua parola di troppo detta
nel
momento meno opportuno.
<<
Va tutto bene? >> gli chiese Amy, preoccupata,
vedendolo intento a fissarla con aria turbata.
Per un attimo
pensò che la colpa fosse sua.
Forse non era
abbastanza brava a soddisfarlo
sessualmente.
Forse trovava
fastidioso il modo in cui esprimeva il
suo piacere.
Forse…
<<
Si. Vuoi diventare mia moglie? >>
La ragazza
sgranò gli occhi, la bocca spalancata e
il cuore che stava per esploderle.
Stava succedendo
davvero?
Sheldon le stava
chiedendo di sposarlo mentre
stavano facendo sesso?
In ginocchio,
per giunta!
Cercò
il suo sguardo.
Aveva gli occhi
colmi di speranza e non proferiva
parola.
Neanche un
“ Bazinga”.
Non era uno
scherzo.
Era tutto vero.
Aspettava
semplicemente una sua risposta.
Gli
sfiorò la guancia, sorridendogli dolcemente.
<<
Certo che voglio diventare tua moglie
>>
Lo
baciò, come a rendere ufficiali le loro promesse,
e i loro respiri divennero inconfondibili.
Gli strinse
ancor di più la vita con le ginocchia
tremanti e i loro dolci e morbidi gemiti risuonarono attutiti contro le
loro
labbra mentre cercavano di prolungare quella piacevole, emozionante e
stupenda
cavalcata d’amore.
<<
SHELDON! >> gridò improvvisamente
Amy, facendo
trapelare tutto il suo godimento, aprendo di scatto gli occhi, ancora
pieni di
sorpresa, sollevando istintivamente i fianchi per andare incontro ai
suoi, dopo
essere stata toccata in un punto a lei sconosciuto.
Il fisico
teorico si lasciò sfuggire un sorriso
felice e la avvicinò ancora di più a
sé, cecando di tenerla ferma, mentre si
scuoteva senza tregua tra le sue braccia, incominciando a spingere
rapidamente
e profondamente finché anche tutto il suo corpo non fu
scosso dall’orgasmo.
<<
Wow! E stato… divertente! >>
esclamò, crollando su di lei.
La ragazza non
aveva la forza né di parlare né
tantomeno di muoversi.
Mentre
recuperava il fiato, aspettando che il
battito cardiaco tornasse a livelli accettabili, la sua mente
iniziò a
ritornare più lucida e razionale, realizzando ciò
che era appena successo.
Eppure, sentiva
ancora il bisogno di sentire una
conferma da parte del suo fidanzato.
<<
Sheldon? >>
<<
Si? >>
<<
Davvero vuoi sposarmi? >>
<<
Perché dici così?! >>
esclamò di
colpo il ragazzo, con voce preoccupata, recuperando i boxer e
sistemandosi sul
sedile, una volta indossati, in modo da guardarla negli occhi.
La ragazza
sospirò.
<<
Rispondi alla mia domanda. Lo vuoi davvero
o ti sei fatto prendere… che so… dalla foga del
momento? >> gli chiese,
mentre si sistemava le mutandine, una volta che anche lei le aveva
ritrovate.
Insomma, Sheldon
non le aveva voluto fare la
proposta, dopo che la sua nonnina le aveva rivelato
dell’anello e ricevuto la
sua approvazione, perché le aveva donato la sua
verginità e che quindi doveva
raffreddare i motori.
Quindi quella
domanda era del tutto legittima.
Il fisico
teorico distolse lo sguardo, imbarazzato.
In effetti, non
era decisamente da lui fare una
domanda così importante di colpo, senza riflettere.
E, soprattutto,
nel bel mezzo di un coito.
Si era ridotto
come Leonard, accidenti!
Di una cosa,
però, era certo.
Non se la
sarebbe rimangiata, tirandosi indietro.
Mai!
<<
Si Amy, voglio sposarti e sai perché?
Perché la mia vita è incredibilmente migliore da
quando ti ho conosciuta e,
soprattutto, dal quel giorno, hai sempre avuto un’influenza
positiva su di me.
Mi hai supportato, criticato costruttivamente e mi hai aiutato ad
imparare in
più di un’occasione. Inoltre, sei la mia
più grande sostenitrice. Sei stata
l’unica a credere che io potessi imparare a guidare e ci sono
riuscito. Nemmeno
io l’avrei mai immaginato! E poi, mi fido completamente di
te, così tanto da
averti rivelato della Fortezza della vergogna. Insomma, non
l’ho mai raccontato
a nessuno, nemmeno a Leonard che lo conosco da molto prima che ti ho
incontrata
>>
Il volto della
ragazza si illuminò e sulle sue
labbra comparve un sorriso enorme.
Era
così tutte le volte che Sheldon le diceva delle
belle parole che uscivano dal suo cuore.
Senza pensarci
sue volte lo abbracciò, sentendosi
ancora più felice quando lo sentì ricambiare.
<<
E tu? Perché vuoi sposarmi? >> le
domandò, con voce sommessa, staccandosi appena.
<<
Così posso baciarti quando mi pare >>
Il fisico
teorico alzò gli occhi al cielo.
Certamente,
adesso non avrebbe fatto come Jake, il
protagonista del film Tutta Colpa dell’Amore-film che fu
costretto a guardare a
causa di Penny-baciando Melanie.
No.
Lui era un uomo
razionale.
Anche se era
più che piacevole baciare Amy, sapeva
che c’era un limite al numero di baci.
Uno alla fine di
ogni appuntamento romantico.
Lungo e profondo.
Quella sera si
erano scambiati svariati baci
solamente per causa di forza maggiore.
Ecco tutto!
<<
Ritenta >>
<<
Va bene. Sei un uomo da sposare perché…
beh… fare l’amore con te è
sensazionale! >> gli rispose, maliziosa,
abbassando lo sguardo.
<<
Davvero? Riesci a pensare solo al sesso?!
>> esclamò, sconcertato, quando si rese conto
cosa stesse guardando.
Doveva
ammettere, però, che quel complimento non gli
dispiaceva del tutto.
Perché
pensava la stessa identica cosa.
Aveva sempre
definito il coito antigienico,
confusionale, ridicolo e degradante.
Eppure, non
appena si era unito ad Amy, si era
sentito appagato come non mai.
<<
Parli tu che non fai altro che fissarmi il
petto! >>
Le parole della
sua fidanzata lo riportarono al
presente.
<<
C…che cosa?! No, non è vero! >>
mentì, arrossendo improvvisamente.
La
verità era tutt’altra.
Ma non poteva
ammetterla apertamente.
Aveva una
reputazione da difendere.
<<
E… e allora rivestiti! >> le disse,
una mano davanti agli occhi e l’altra che cercava il vestito.
La ragazza si
morse il labbro inferiore, per
soffocare una risata, quando le porse l’abito con aria
imbarazzata.
Scosse la testa
e, una volta recuperato dalle sue
mani, se lo infilò dalle gambe.
<<
Mi aiuti con la cerniera? >>
Sheldon
aprì piano un occhio e quando vide la sua
fidanzata di spalle che con una mano si manteneva i capelli e con
l’altra
cercava di tener su il vestito, aprì anche l’altro
per mettere a fuoco l’immagine.
E, non appena
avvertì il battito cardiaco farsi
irregolare, si rese conto che la sua schiena nuda gli suscitava
maggiore
effetto del suo seno.
Ci mise tutto
sé stesso per controllare il suo
impulso di baciarla tutta, prima di alzarle la lampo.
La ragazza
ridacchiò, vedendo la scena riflessa nel
finestrino oscurato.
Ma quando si
accorse che mancava poco per arrivare a
casa, si rattristò.
Certo, adesso
era fidanzata ufficialmente.
Ma una volta
tornata nel suo appartamento sarebbe
stata accolta dal silenzio assoluto.
E da un letto
vuoto.
Perché
sicuramente Sheldon non le avrebbe chiesto di
trasferirsi da lui di punto in bianco, prima del matrimonio.
Il coito, la
proposta, la convivenza…
Troppi
cambiamenti nel giro di poche ore.
E sapeva
perfettamente che tutto ciò era troppo per
lui.
Non voleva
assolutamente mettergli fretta.
Però…
<<
Dovrei darti l’anello >>
<<
Cosa?! O certo, hai ragione! >>
esclamò distrattamente Amy, ancora immersa nei suoi
pensieri, dopo essersi
guardata la mano sinistra.
Quando le aveva
fatto la domanda si era sentiva così
felice come non mai che se ne era proprio dimenticata.
Si
voltò, per osservarlo.
<<
Domani ci vediamo e… >>
<<
No! Voglio dartelo adesso e… farti una
proposta più decente >> la interruppe, deciso,
iniziando a vestirsi.
La ragazza non
ebbe nemmeno il tempo di replicare
che subito il suo fidanzato si ritrovò a premere il pulsante
che alzava il
divisorio.
<<
Sheldon! Mi hai spaventata! >>
esclamò Penny, colta di sorpresa, cercando di non far cadere
il bicchiere di
champagne che aveva in mano.
<<
Si, ok. Leonard potresti portarci al nostro
appartamento anziché a quello di Amy? >>
domandò al suo migliore amico,
non pensando minimamente alla sua amica.
<<
Perché? >> domandò, curioso.
<<
Ho chiesto ad Amy di sposarla nel bel mezzo
dell’amplesso, però l’anello si trova a
casa, quindi fa come ti ho detto
>> dichiarò, tranquillamente.
Penny, la quale
era intenta a bere, sputò tutto lo
champagne in faccia al marito il quale, dopo aver appreso la notizia,
per poco
non fece andare la limousine fuori strada, tanto che la testa della
neurobiologa andò a sbattere contro il finestrino.
<<
AMY! E TU GLI HAI DETTO DI SI? >>
gridò la rappresentante farmaceutica, ancora sotto shock.
Anche se, lo
stato in cui si erano ridotti i suoi
capelli, la dicevano lunga.
Quei due,
anziché interrompersi, avevano continuato
a darci dentro di brutto come degli animali in calore!
<<
Ma certo! >> dichiarò la bruna,
massaggiandosi la tempia dolorante.
<<
E dopo le mie ovaie lo hanno afferrato e
non volevano più lasciarlo andare. Vero Sheldon?
>>
Il fisico
teorico arrossì violentemente.
La sua fidanzata
stava dicendo la verità.
Ma erano anche i
suoi genitali che non avevano
alcuna intenzione di staccarsi da lei, tanto che era riuscito a durare
molto di
più della prima volta.
Forse
perché Amy aveva risposto affermativamente
alla domanda.
Forse
perché semplicemente si amavano.
Forse…
<<
Ma che fai?! >> le chiese, poi,
improvvisamente, mentre cercava di stare alzata sui sedili, cercando di
aprire
il tetto della limousine.
La neurobiologa
ignorò le parole del suo fidanzato e
la risata fragorosa della sua amica e non appena entrò in
contatto con l’aria
fresca della città chiuse gli occhi e spalancò le
braccia.
Si stava
così bene.
Sembrava proprio
che stesse volando.
Ora capiva anche
lei come si era sentita Rose De
Witt Bukater Dawson Calvert sulla prua del Titanic.
<<
EHILA’
PASADENA! MI SPOSO CON SHELDON COOPER !
>> urlò alla città e alle auto che
sfrecciavano lungo la strada, tra il
vento che le scompigliava ancora di più i capelli.
Era
così bello e liberatorio dirlo ad alta voce.
Stentava ancora
crederci.
Sarebbe
diventata una moglie.
E una…
<<
Ahh! >> gridò, sentendosi presa per
le gambe, ritrovandosi senza sapere come nuovamente seduta sui sedili.
<<
Ricomponiti che siamo arrivati >>
l’avvertì
il fisico teorico, cercando di calmarla, non appena il suo migliore
amico
parcheggiò davanti al loro condominio.
Va bene che ora
si era fidanzata ufficialmente.
Però
doveva darsi una regolata!
<<
Leonard sei l’autista! Fa il tuo lavoro e
vienici ad aprire! >> ordinò, poi, a Leonard.
Il fisico
sperimentale eseguì gli ordini, sperando
che fosse l’ultimo.
<<
Bravo ! Da domani potrai vedere tutti gli
episodi di Babylon 5 che vorrai >> gli disse, una volta
che lui ed Amy
uscirono dalla limousine.
<<
Grazie >> rispose, sarcastico.
Certo, aveva
avuto l’ “onore” di guardare la serie
tv più odiata in assoluto dal suo amico.
Ma solo
nell’appartamento di Penny.
E quando Sheldon
non era in casa.
<<
Figurati >> disse, semplicemente, per
poi prendere per mano Amy per entrare nel palazzo e salire le rampe di
scale
più in fretta possibile.
Doveva
ammetterlo.
Non vedeva
l’ora di darle l’anello della sua nonnina
e, soprattutto, farle una “vera” proposta.
<<
Mettiti pure comoda >> le disse, una
volta essersi accomodati nell’appartamento 4A, mentre si
prestava a prendere il
l’anello.
<<
Da quando hai una cassaforte a muro?
>> domandò Amy, stupita, dopo averlo visto
spostare il modello del DNA e
aperto la lavagna su cui erano segnate le equazioni sue e di Leonard.
<<
Da quando è finita lo spazio in quella a
pavimento >> rispose, tranquillamente, indicandogliela.
La ragazza fece
un respiro profondo.
Aveva paura di
fargli la prossima domanda.
<<
E da quando ne hai una a pavimento?
>>
<<
Da quando c’è la telecamera di sicurezza
nella statua di Aquaman >> replicò, mentre
digitava il codice.
Amy
spalancò la bocca.
Quel giocattolo
per bambini stava riprendendo da
chissà quanto tempo ogni cosa fatta con il suo fidanzato.
Quando si era
infuriata perché Sheldon non le aveva
detto che aveva fatto domanda per una colonizzazione su Marte.
Quando avevano
costruito il loro primo fortino,
organizzando, di conseguenza, anche il loro primo sleepover.
I baci che si
erano scambiati il giorno del loro
quinto anniversario.
Compresa la sua
reazione quando, dopo che il suo
ragazzo si era staccato da lei, le aveva chiesto se avesse dovuto
iniziare a
seguire la serie tv The Flash.
Aveva esagerato
quella sera.
Davvero tanto
e…
<<
Non hai mai visto il documentario di Adam
Nimoy e Will Wheaton sul personaggio di Spock a cui ho partecipato,
vero?
>>
La domanda di
Sheldon la fece distogliere dai suoi
pensieri.
<<
N…no >> rispose, vergognandosi.
Quando aveva
ascoltato il messaggio che le aveva
lasciato in segreteria, quella volta, era andata su tutte le furie e lo
aveva
cancellato, senza alcun ripensamento, giurando a se stessa di non
guardarlo
mai.
<<
Ovviamente quel giorno non hai risposto
alla mia chiamata perché eri in compagnia di Dave
>>
Amy
sbiancò.
<<
Tu… come lo sai? >> chiese,
cautamente.
Sheldon
sospirò, guardandola finalmente negli occhi,
mentre faceva rigirare nervosamente l’anello tra le mani.
<<
Durante l’intervista, ho mostrato il
tovagliolo autografato da Leonard Nimoy che Penny mi aveva regalato per
Natale
diversi anni fa insieme all’anello e… per farla
breve ho avuto un crollo
emotivo, facendo una scenata davanti alla telecamera, e mi sono
rifugiato in
camera mia >> spiegò, mentre si sedeva al suo
posto.
<<
Mi dispiace >> riuscì solo a dire,
con un filo di voce, accarezzandogli un braccio.
<<
Quando ho realizzato che era inutile
rimuginare sulla questione, la decisione giusta da fare era quella di
andare a
casa tua e chiederti di sposarmi >>
<<
COOOSA?! >> esclamò Amy, talmente
forte da far sobbalzare il fisico teorico.
No.
Non poteva
credere alle sue orecchie.
Aveva perso la
possibilità di ricevere una proposta
di matrimonio di punto in bianco nel suo appartamento.
Colpa sua e del
suo bisogno di conoscere nuovi
ragazzi!
<<
Ero così felice, sicuro che mi avresti
risposto di si, che non ti avrei mandato a Ponfo Miran…
>>
<<
Ponfo che?! >> chiese, non capendo.
<<
E’ un’espressione vulcaniana. Vuol dire
mandare all’Inferno >> chiarì.
Amy
alzò gli occhi al cielo.
Se lo meritava
proprio.
<<
E poi? >> domandò, incitandolo ad
andare avanti anche se aveva paura di sapere il continuo.
<<
Invece ho visto Dave che ti accompagnava a
casa, che ti baciava, tu che sorridevi e fu in quell’istante
che capì di averti
persa per sempre >> concluse, tristemente, ripensando poi
al suo ritorno
a casa, quando aveva detto a Leonard quanto fosse stata assurda la sua
idea di
imitare Spock, un personaggio fittizio, per anni.
La neurobiologa
abbassò lo sguardo, consciamente
colpevole.
Sciocca!
Sciocca!
Sciocca!
Ora capiva
perché la sera del Ringraziamento le aveva
riferito che voleva che restassero solo amici.
Capiva
perché, nonostante fosse bravissimo in molte
cose, riuscire a dimenticarla non rientrava tra esse.
Aveva provato a
chiederle di sposarlo più di una
volta e lei che aveva fatto?
La prima volta
gli aveva chiesto una pausa mentre la
seconda volta aveva permesso a qualcun altro di baciarla.
E fu proprio
qualche giorno dopo quell’episodio che,
rendendosi anche lei conto di averlo perso per sempre, aveva deciso di
invitare
Dave a cena, per riprovarci.
A casa sua,
perché aveva bisogno di intimità, come
spiegò a Bernadette, anche se non ne era tanto sicura.
Non sapeva se
chiamarlo destino, segno Divino e
semplicemente coincidenza, ma si sentì davvero sollevata
quando Sheldon bussò
alla sua porta, con lo scopo di ritornare con lei.
E rimase davvero
sconvolta dal modo in cui l’aveva
riconquistata, molto diverso da quello utilizzato la prima volta che le
aveva
chiesto se voleva essere la sua ragazza.
L’aveva
definita come il tormentone del suo cuore,
come una canzone che non riusciva a togliersi dalla mente.
<<
A quale canzone ti riferivi quando hai
interrotto la cena tra me e Dave? >> chiese, di colpo,
rendendosi conto
che non gliel’aveva mai rivelato.
<<
Cosa?! Oh… si chiama Darlin’ dei Beach Boys.
La conosci? >> disse, riemergendo anche lui dai suoi
pensieri.
La ragazza
scosse la testa.
<<
Quale parte non riuscivi a toglierti dalla
mente? >>
Sheldon si morse
il labbro inferiore, imbarazzato.
Una cosa era
leggere il testo ai suoi migliori
amici.
Una cosa era
pronunciare quelle parole alla donna
della propria vita.
Ma, dopotutto,
Amy meritava di sapere.
<<
Vivevo come un uomo a metà.
Non riuscivo ad
amare, ma ora posso.
Ho
più anima di quanto ne abbia mai avuta.
Ti amo per come
hai ammorbidito la mia vita >>
La neurobiologa
sorrise amabilmente, mentre
pronunciava quelle parole in modo impacciato ma tenero.
E poi
c’era il modo in cui arrossiva e distoglieva
lo sguardo…
Indescrivibili
erano le emozioni che stava provando
in quel momento.
Non aveva dubbi.
Era con Sheldon
che voleva passare il resto dei suoi
giorni.
<<
Sto ancora aspettando una proposta di
matrimonio >> gli ricordò, ridendo, vedendolo
giocherellare con l’anello.
<<
C… che?! Oh, giusto! Perdonami >>
esclamò, ritornando in sé, prendendole, poi, la
mano sinistra.
La
guardò dritta negli occhi, pronto a non perdersi
nessuna sua reazione, prima di iniziare a parlare.
<<
Insieme ci completiamo in maniera così
perfetta... Quali erano le probabilità? Amy, dici sempre che
siamo anime
gemelle... la persona perfetta per l'altro. Io ti do sempre una
risposta
decisamente non romantica visto che si tratta di avere a che fare con
il numero
di persone che ci sono sulla terra, ed è improbabile trovare
delle persone
migliori. Ho deciso di dare uno sguardo più profondo a
quanto è incredibilmente
grande la mia fortuna di averti nella mia vita. 7.000.000.000 persone
sulla
terra, 100.000.000 persone. Quanto avrei potuto averne incontrate? Non
più del
4 per cento o i 2 terzi, basandomi su un parziale algoritmo
sovrastimato che
rappresenta la popolazione dei luoghi in cui ho vissuto, il tempo che
ci ho
trascorso e il numero di persone con cui potrei aver interagito ogni
giorno.
Dividilo per due, per ottenere solo le donne. Poi, moltiplicalo per
0.08, la fascia dai
25 ai 29 anni. Se estrai l’88
per cento che non parlano bene l’Inglese sono 1.340.000 le
donne che potrei
aver incontrato, con cui avrei potuto parlare e di cui mi sarei potuto
innamorare nella vita. Ma ho ancora molto da dirti! Solo il 3 per cento
di queste
persone potrebbero farmi ridere, solo il 2 per cento sono belle dentro
e fuori
e solo il 6 per cento potrebbero amare un immenso nerd come quello che
rende
l’1 per cento le persone che potrebbero portare piena gioia
nella mia vita. Aspetta
un minuto! Questo, quindi, significa che sono 0,48 le donne totali
sulla terra
perfette come te.
Amy, la tua
perfezione è statisticamente impossibile
e hai fatto in modo che quest’uomo molto logico ammettesse
che i miracoli
accadono. Devono verificarsi e tu sei l’unica prova di cui
avrò sempre bisogno.
Ti amo.
Il che mi porta
alla domanda logica finale: Amy,
vuoi sposarmi? *>>
La ragazza
assistette a tutta la scena a bocca aperta
e con gli occhi spalancati, incredula.
La proposta
più strampalata, piena
di calcoli complessi e incomprensibili, ma anche la più
romantica, che avesse
mai sentito.
Un’altra
persona avrebbe certamente perso il filo
del discorso.
E
l’avrebbe trovata fredda e priva di emozioni.
Ma lei no.
Per niente.
Aveva ascoltato
tutto attentamente, con le orecchie
e con il cuore, colmo d’amore e di ammirazione.
Perché,
dopotutto, quella proposta rappresentava
l’immagine di Sheldon.
Un uomo
all’apparenza razionale ma che, conoscendolo
bene, sapeva amare una donna come nessun altro.
Si fece sfuggire
un singhiozzo.
Era
tutto… troppo per lei.
Da ragazza
impopolare e sfigata del liceo era
diventata la fidanzata-e, adesso, futura moglie- di Sheldon Cooper, il
ragazzo
dal quoziente intellettivo di 187, restio ai contatti fisici e ai
legami
personali ma che, con gli anni, come lui stesso aveva ammesso, era
riuscita a
cambiarlo per in meglio.
<<
H…ho detto qualcosa di sbagliato? Se si,
dimmelo, perché sai perfettamente che non capisco le
espressioni facciali…
>> disse Sheldon, agitandosi improvvisamente, vedendola
piangere a
dirotto.
<<
Sono lacrime di gioia >> chiarì,
asciugandosi gli occhi con il dorso della mano destra.
<<
Oh… ok. Allora è un si? >> le
domandò,
cauto, come per essere sicuro.
Amy
alzò gli occhi al cielo.
Aveva perso il
conto di quante volte gli aveva
risposto positivamente.
<<
Si! >>
Sheldon si
sentì visibilmente più rilassato e,
sicuro di sé, le infilò l’anello
all’anulare.
La ragazza si
portò la mano sinistra più vicina a
sé, per ammirare ogni minimo dettaglio dell’anello.
Il
più bello che avesse mai visto!
<<
Ti prometto che sarò una brava moglie
>> gli sussurrò, mentre accarezzava
l’anello con il pollice.
Si sarebbe
dovuta impegnare davvero tanto per
mantenere quella promessa.
Solo Leonard
poteva aiutarla.
Perché
era l’unico che conosceva alla perfezione
ogni “capriccio” del suo fidanzato, visto che era
il suo coinquilino da più di
dieci anni.
<<
E una brava mamma >> aggiunse Sheldon.
Amy, non appena
udì quelle parole, rimase nuovamente
a bocca aperta per lo shock.
<<
M…ma se tu non provi niente per i bambini.
Non fai che ripetere che non fanno altro che piangere e sporcare
dappertutto
>>
<<
Per quelli degli altri e, sicuramente, per
quello di Howard e Bernadette, ma i nostri saranno diversi. Di certo se
guarderò i nostri figli negli occhi capiranno assolutamente
tutto ciò che gli
dirò. E poi, sei stata tu
stessa a farmi notare, che tra il mio e
il tuo, il nostro materiale genetico ha il potenziale per produrre i
primi
esemplari di una stirpe di benevoli sovrani dall’intelletto
superiore in grado
di guidare l’umanità verso un futuro migliore
>>
La ragazza rise,
ricordando la volta in cui discussero
per la prima volta dell’argomento.
Si conoscevano
soltanto da pochi mesi ed entrambi
non volevano assolutamente avere alcun tipo di contatto fisico.
Infatti il suo
fidanzato aveva pensato a Penny come
madre surrogata.
Col passare del
tempo, però, le cose erano cambiate
in un modo del tutto inaspettato per entrambi.
Si baciavano.
Avevano fatto
l’amore.
Ok, due volte in
due anni, ma adesso erano
sessualmente attivi.
Si erano da poco
fidanzati ufficialmente.
Ma ritornando
sulla questione sesso e bambini…
<<
Lo sai, vero, che, il giorno in cui
decidessimo di avere un figlio, non basterà fare sesso una
volta all’anno?
>> dichiarò, con tono malizioso.
Sheldon
scrollò le spalle.
<<
Perché? Basta che abbiamo un coito in un
giorno dei tuoi giorni fertili e rimarrai incinta subito. Io sono un
genio e,
di conseguenza, ti ingraviderò al primo tentativo
>> rispose, naturalmente.
Amy
sospirò.
Per lui tutto
era semplice.
Tanto era un
uomo e lei…
L’uomo
può generare figli per tutta la vita ma gli ovuli che ti
porti appresso hanno
una scadenza.
Quella
frase…
Quella che fu la
goccia che fece traboccare il vaso…
Quella che la
spinse a chiudere definitivamente con
il suo ragazzo…
Ora,
quell’espressione, una volta ripetuta nella sua
mente con più attenzione e lucidità, aveva un
significato del tutto diverso.
Sheldon, quel
giorno, non voleva affatto insultarla
apertamente.
Assolutamente no.
Le stava
soltanto dicendo, in un modo tutto suo, che
voleva impegnarsi seriamente con lei e che non vedeva l’ora
di metter su
famiglia.
E lei che lo
aveva definito immaturo ed egoista!
Doveva farsi
perdonare assolutamente per tutto il
male che gli aveva fatto!
Se fosse stata
la donna di qualche altro uomo
avrebbe sicuramente giocato la carta del sesso.
Ma lei era la
donna del Dottor Sheldon Lee Cooper.
E sapeva
perfettamente cosa l’avrebbe eccitato più
di una femmina nuda.
<<
Hai più visto la serie tv The Flash?
>>
Sheldon
spalancò gli occhi.
<<
No! Leonard si, ma io non ho mai sentito un
dialogo né visto una scena di nessun episodio, non so
nemmeno se abbiano fatto
una seconda o terza stagione…. Te lo giuro! >>
dichiarò, agitato.
<<
Domani è domenica. Se vuoi, possiamo stare
tutto il giorno in casa e iniziare a seguirla insieme >>
gli propose.
<<
C… come?! Perché me lo chiedi?
Insomma… The
Flash è stata la causa della nostra rottura >>
disse, cauto, ripensando a
quel giorno.
Amy scosse la
testa.
<<
Ho reagito in maniera esagerata quella
volta. Non stavi facendo nulla di male. Volevi soltanto un opinione su
una
nuova serie tv e ovviamente l’hai domandato a me, alla donna
che ami >>
Davvero.
Si era lamentata
che il suo ragazzo, mentre la stava
baciando, stava pensando ad un personaggio dei fumetti che nemmeno
esisteva.
Che male
c’era?
Mica stava
pensando ad un modo per liberarsi di lei,
così da poter andare dalla sua amante per farci sesso?
<<
Beh, si. Sei stata la prima a cui ho
pensato di chiederlo >> mormorò.
La ragazza gli
sorrise calorosamente.
<<
Allora è deciso. Vengo domani mattina alle
otto >>
Stava per
alzarsi quando Sheldon le prese la mano,
costringendola a bloccarsi.
<<
Che c’è? >> domandò,
curiosa.
<<
Non puoi andare a casa a piedi! E’
notte, ci sono i malviventi… potrebbero picchiarti!
E sono totalmente sicuro che è quello che è
successo a Leonard e Penny visto che
ancora devono rientrare >>
le
rispose, preoccupato.
Amy rise.
Aveva
più di trent’anni e certamente non aveva paura
di camminare da sola per strada durante le ore notturne.
Ma, da come il
suo fidanzato le stringeva saldamente
la mano, da come la guardava, intuì che non se ne sarebbe
potuta andare.
Ed era una cosa
normalissima.
Voleva
proteggerla.
<<
Va bene, Sheldon. Resterò qui >> gli
disse, riaccomodandosi sul divano.
Il fisico
teorico cacciò un sospiro di sollievo.
<<
Ovviamente dormiremo insieme in camera mia.
Non sei più una “ragazza” ma la mia
fidanzata, quindi hai tutto il diritto di
entrare >> le evidenziò.
<<
Oh… beh… grazie >> gli rispose,
leggermente sorpresa, anche se sapeva benissimo che non doveva.
Sheldon era
entrato nella camera e aveva conosciuto
ogni minimo dettaglio del suo letto.
Ora toccava a
lei “ conoscere” la sua stanza e,
soprattutto, il suo materasso.
<<
Va a lavarti i denti e a metterti il
pigiama che andiamo a dormire >> gli ordinò,
vedendolo sbadigliare
sonoramente.
Anche lei era
stanca, dopo tutto quello che avevano
fatto.
E, soprattutto,
dopo tutto quello che era successo.
Il ragazzo le
annuì con gli occhi pieni di sonno,
per poi alzarsi e dirigersi verso il bagno.
Amy ne
approfittò per prendere il pigiama che aveva
riposto nuovamente sotto il cuscino del divano per poi cambiarsi
più in fretta
che poté.
Non vedeva
l’ora di addormentarsi nuovamente con
Sheldon!
<<
Lo sai che sei ancora più sexy in pigiama ?
>> gli disse, maliziosa, vedendolo uscire dal bagno,
raggiungendolo.
Il fisico
teorico sospirò, con aria rassegata,
mentre apriva la porta della sua camera.
<<
Entra. Questa volta non ti caccerò >>
le disse, facendole spazio
La ragazza
entrò prudentemente ma piena di gioia.
Si
guardò attorno con aria curiosa.
Si
avvicinò al bordo del letto e percorse con la
mano le lenzuola di The Walking Dead, prima di infilarsi sotto le
coperte,
seguita a ruota da Sheldon.
Rimasero per
alcuni minuti in silenzio, a guardare
il soffitto, ognuno in balia dei propri sentimenti, finché
fu Sheldon a
romperlo.
<<
Dormi? >>
<<
Non ancora. Stai bene? >> chiese,
poi, preoccupata, voltandosi per guardarlo.
Nonostante la
semi-oscurità della stanza, notava
perfettamente che era nervoso.
<<
Si… solo
che… stavo pensando che, magari, se sei
d’accordo, potresti rimanere a dormire qui dopo ogni
appuntamento romantico.
Sai, in modo da abituarmi gradualmente alla tua presenza in casa e ai
tuoi
oggetti personali prima del matrimonio >>
mormorò, imbarazzato.
<<
Oh! >> fu l’unica cosa che riuscì a
dire.
Rimase davvero
sorpresa della sua intenzione.
Ma doveva
aspettarselo.
Come aveva detto
prima, Sheldon non amava i
cambiamenti.
E, per adattarsi
ad essi, doveva fare piccoli passi
alla volta.
Così
a poco a poco sperava che si sarebbe abituato a
condividere l’armadio e ai suoi assorbenti in bagno.
Gli
accarezzò dolcemente la guancia.
Adesso sapeva
cosa rispondergli.
<<
Ne sarei davvero onorata >>
Sheldon le
sorrise, il petto
che esplodeva di contentezza.
Si.
Amy era il
tormentone del suo cuore.
<<
JALAN ATTHIRARI ANNI** >>
La ragazza
ridacchiò.
<<
SHEKH MA SHIERAKI ANNI*** >>
Il fisico
teorico la guardò ammutolita e la
neurobiologa ne approfittò per dargli un bacio lento,
profondo e pieno di
passione.
<<
Anche se non conosco il Klingon, non vuol
dire che non conosca la lingua Dothraki >>
*Questa
è la vera proposta di matrimonio di Drake
alla sua Stacy.
Qui potete
trovare la proposta originale.
http://visual.ly/proposal-infographic
** Sei la luna
della mia vita
*** Sei il mio
sole e le mie stelle
~
Salve. E niente
, l’astinenza da The Big Bang Theory
+ le notizie sul possibile fidanzamento degli Shamy + la proposta di
matrimonio
che ho trovato per caso su internet che appena l’ho letta
sembrava proprio da
Sheldon+ la mia pazzia hanno dato frutto a questa One Shot.
Spero che non
sia tuto troppo OOC, soprattutto la
scena del coito. Sinceramente, dopo aver visto la faccia di Amy
nell’undicesimo
episodio della nona stagione, sono certa che Sheldon sia capace anche
di meglio!
Ringrazio
milly92 per avermi tradotto la prima parte
della proposta. Senza di lei, non sarei riuscita a continuare a
tradurla.
Infatti se
trovate egli errori nella traduzione,
siate liberi di farmeli notare.
Grazie a tutti
coloro che la recensiranno e che l’ha
metteranno tra le preferite, ricordate e da seguire.
Buone vacanze a tutti,
sperando che nella decima
stagione ci sia davvero il fidanzamento degli Shamy e il loro
matrimonio.