---What
have
you done to me?---
Claire
è seduta di fianco al proprio
divano, dove Matt sta dormendo dopo che lei lo ha rimesso in sesto. È
la quarta
volta in quella settimana che lui si presenta alla sua porta mezzo
morto e
Claire comincia a non poterne più.
Non dorme praticamente più la notte, perché quando non lo sta ricucendo rimane stesa a letto a chiedersi se lui stia bene o se non stia morendo dissanguato da qualche parte, in uno dei tanti angoli scuri di Hell’s Kitchen. Poi lo sente bussare e capisce che anche quella volta non sono riusciti a completare l’opera e farlo fuori.
Ci sono volte in cui vorrebbe chiudergli la porta in faccia, dirgli di smetterla di fare il pazzo con la maschera o almeno di andare in ospedale invece di venire da lei, ma proprio non ce la fa. È come se avesse paura che il mondo là fuori possa non essere in grado di prendersi cura di lui.
“Ma io ne sono in grado?” si domanda mentre lo guarda respirare a fatica nel sonno.
A volte Claire si chiede perché lui continui a cercarla. Ogni tanto si dice che non può trattarsi soltanto di essere ricucito quando ne ha bisogno, che Matt non sfrutterebbe una persona in quel modo. Ma poi controbatte che lei non lo conosce davvero, di lui sa soltanto quel poco che le racconta. E quello che sente. Il suo cuore le dice che Matt non è una persona cattiva, la sua testa le risponde che non lo può sapere.
In questo preciso istante, Claire vorrebbe andar via. Alzarsi e correre via da quel condominio, da quella città, da quell’uomo, perché sente che lui la farà soffrire e un po’ le fa paura.
Ma Claire non lo farà. Matt ha bisogno di lei e continuerà ad averlo e lei non può impedirsi di aiutarlo, per quanto lo desideri.
«Che cosa mi hai fatto?» chiede sottovoce all’uomo addormentato accanto a lei.
Le ha spezzato il cuore senza averla rifiutata, perché Claire sa che un giorno Matt non tornerà. Lei resterà ad aspettarlo per giorni e lui non verrà. E Claire saprà che è morto, perché nient’altro gli impedirebbe di farsi picchiare a sangue finché l’unica cosa che riesce a fare è trascinarsi da lei per farsi rimettere in sesto. Nient’altro gli impedirebbe di ritornare da lei.
Ormai è una donna divisa tra ciò che sarebbe meglio fare e ciò che è giusto fare. Dovrebbe andarsene il più lontano possibile per soffrire di un po’ di nostalgia e poi dimenticare, sarebbe meglio per lei, ma non è giusto. Matt conta su di lei e Claire non vuole, non può lasciarlo da solo, per quanto stufa possa essere di quella vita. Non importa quanta paura abbia che lui possa farla soffrire. Non importa quanto sia certa che prima o poi succederà.
Non dorme praticamente più la notte, perché quando non lo sta ricucendo rimane stesa a letto a chiedersi se lui stia bene o se non stia morendo dissanguato da qualche parte, in uno dei tanti angoli scuri di Hell’s Kitchen. Poi lo sente bussare e capisce che anche quella volta non sono riusciti a completare l’opera e farlo fuori.
Ci sono volte in cui vorrebbe chiudergli la porta in faccia, dirgli di smetterla di fare il pazzo con la maschera o almeno di andare in ospedale invece di venire da lei, ma proprio non ce la fa. È come se avesse paura che il mondo là fuori possa non essere in grado di prendersi cura di lui.
“Ma io ne sono in grado?” si domanda mentre lo guarda respirare a fatica nel sonno.
A volte Claire si chiede perché lui continui a cercarla. Ogni tanto si dice che non può trattarsi soltanto di essere ricucito quando ne ha bisogno, che Matt non sfrutterebbe una persona in quel modo. Ma poi controbatte che lei non lo conosce davvero, di lui sa soltanto quel poco che le racconta. E quello che sente. Il suo cuore le dice che Matt non è una persona cattiva, la sua testa le risponde che non lo può sapere.
In questo preciso istante, Claire vorrebbe andar via. Alzarsi e correre via da quel condominio, da quella città, da quell’uomo, perché sente che lui la farà soffrire e un po’ le fa paura.
Ma Claire non lo farà. Matt ha bisogno di lei e continuerà ad averlo e lei non può impedirsi di aiutarlo, per quanto lo desideri.
«Che cosa mi hai fatto?» chiede sottovoce all’uomo addormentato accanto a lei.
Le ha spezzato il cuore senza averla rifiutata, perché Claire sa che un giorno Matt non tornerà. Lei resterà ad aspettarlo per giorni e lui non verrà. E Claire saprà che è morto, perché nient’altro gli impedirebbe di farsi picchiare a sangue finché l’unica cosa che riesce a fare è trascinarsi da lei per farsi rimettere in sesto. Nient’altro gli impedirebbe di ritornare da lei.
Ormai è una donna divisa tra ciò che sarebbe meglio fare e ciò che è giusto fare. Dovrebbe andarsene il più lontano possibile per soffrire di un po’ di nostalgia e poi dimenticare, sarebbe meglio per lei, ma non è giusto. Matt conta su di lei e Claire non vuole, non può lasciarlo da solo, per quanto stufa possa essere di quella vita. Non importa quanta paura abbia che lui possa farla soffrire. Non importa quanto sia certa che prima o poi succederà.