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Autore: Mew_vale    09/08/2016    2 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 46.
 
 
 
Daniele
Mia moglie e mia figlia questa mattina prenderanno il volo di ritorno.  Chissà cosa dirà Patrizia di tutta questa faccenda. Io volevo fare qualcosa per lei, perciò sono andato da Roberta. Non pensavo che sarebbe nato tutto questo scandalo, di alzare tutto questo polverone. Quella ragazza è davvero in collera con me e la mia famiglia e non la biasimo! Ma non capisco cosa c’entra Lorenzo? Ficcanaso!
<< Oggi stesso mi metterò in contatto con la Camera di Commercio, manderò un mio fido aiutante a procurarmi quelle informazioni. >> Intervengo nei confronti di mio figlio, dopo essermi pulito con la bocca con il fazzoletto di stoffa che appoggio sulle mie gambe.
<< Lorenzo e Roberta… Avremmo dovuto prevederlo visto quanto sono sempre stati uniti! >>
<< Sinceramente del pettegolezzo non m’importa granché. L’unica cosa che vorrei è vendicarmi con lui per l’affronto che ha commesso, irrompere in casa mia e insulare la mia famiglia! Se per farlo devo buttare nel fango anche Diego tanto meglio! >>
<< E Roberta? Se lei dovesse essere coinvolta in qualsiasi cosa di sconveniente dovessero fare o hanno fatto caccerai anche lei? >> Mi domanda mio figlio versandosi del succo d’arance rosse.
<< No. Se in futuro dovessimo scoprire qualche illecito nella gestione di Diego sarò io in persona ad impedire che Roberta venga licenziata, addurrò che, visto il legame di parentela con i miei figli, intendo risparmiarla e concederle una seconda chance! >> Spiego a mio figlio.
<< Alla mamma prenderà un colpo quando saprà che miss lust è ritornata! >> Scherza Giulio.
<< Deve solo azzardarsi a mettere gli occhi su David… Non credevo che l’avrei detto ma per fortuna David si è fidanzato con Camilla! >> Asserisco davanti a Giulio, non considerando i precedenti.
<< Parlando di quella ragazza, Silvia, quanto ci vuole per sedurla e portarla dalla nostra?! >> Mi domando!
<< Papà, non è come premere un interruttore, soprattutto perché quella tipa mi detesta! >>
<< Mandale dei fiori! >>
<< No papà non ci cascherebbe. Come te lo spiego… I nostri incontri fino ad ora si sono basati sulle frecciatine e sugli scontri! >>
<< Come fu tra me e tua madre! Per me andare all’Ecomoda e prenderla in giro era una specie di divertimento. S’infiammava sempre! >>
<< E alla fine come l’hai conquistata? >> Mi domanda.
<< Ho continuato con le frecciatine e le prese in giro fino ad alzare al massimo la tensione sessuale tra di noi! >> Gli spiego. Sorrido dentro di me mentre ricordo quei momenti! Sul volto di Giulio compare un’espressione disgustata.
<< Se non le vuoi mandare dei fiori mandale qualcos’altro, fai qualcosa che la faccia arrabbiare! Ciò che conta è che tu non sparisca, devi essere una presenza nella sua vita! >> Gli spiego.
<< Ho appena avuto un’idea a proposito. >> M’informa alzandosi. << Devo andare il libreria! >> Afferma.
<< In libreria?! >> Domando confuso. Mi saluta per poi uscire di casa. Io afferro il cellulare e chiamo mia moglie.
<< Daniele! >> Afferma appena accetta la comunicazione, a mo di saluto, non reprimendo uno sbadiglio.
<< Ciao Patrizia, come state? E’ andato tutto bene? >> Le chiedo.
<< Sì Daniele, qualcosa mi dice che la prenderanno! Ti racconteremo tutto quando ci vedremo! >> Prenderà paura quando vedrà il mio labbro e la mia mano destra!
<< Ci sono delle cose importanti di cui ti parlerò, sono successe alcune cose tra l’altro ieri e ieri. >>
<< Daniele, cos’è successo?! Non ci si può allontanare che… >>
<< Non allarmarti Patrizia, stiamo tutti fisicamente bene. >> Più o meno!
<< Anticipami qualcosa! >>
<< Te ne parlerò di persona! >> Insisto.
 
 
Roberta
E’ inutile, mi giro ancora nel letto assonnata più che mai. Non avrei dovuto scolarmi quella bottiglia di vino una volta a casa… Ho il vago ricordo di qualcuno che bussa ripetutamente alla porta, non mi sorprende che qualcuno sia venuto a sincerarsi sulle mie condizioni emotive. Schiaccio la testa contro il cuscino quando mi rendo conto che è mattino. Non sono nelle condizioni mentali di andare in ufficio…. E vederlo! Anche se questa è la cosa che più ho desiderato, che Lorenzo si accorgesse di me come donna. Mi vergogno troppo al solo pensiero di vederlo, cosa gli dovrei dire? Afferro il cellulare per chiamare Diego e chiedergli una giornata di riposo e trovo molteplici chiamate di Lorenzo… Balzo seduta sul letto. Non posso fare a meno di sorridere. Tiene davvero a me più di un’amica? E se si dovesse preoccupare eccessivamente non vedendomi al lavoro? Ma non posso andarci in questo stato… mi gira la testa per lo scatto di essermi messa a sedere tanto velocemente. Diego risponde subito e sembra che abbia la bocca piena.
<< Diego ciao, ti ho svegliato?... Ah stai mangiando le crepes alla nutella con panna e fragole?... Sì, Isabella ti vizia ed è proprio un tesoro… Io sto non troppo bene, ti chiamo per questo, ti vorrei chiedere una giornata di permesso…. Lo so Diego, domani mi sentirò più in forma che mai…. Ti ringrazio, tengo il cellulare acceso se dovessi avere bisogno di me. Buona giornata. >> Lo saluto ponendo fine alla comunicazione. Mi copro, mi giro dall’altro lato e torno a dormire o almeno ci provo.
 
 
 
Diego
<< Era Roberta, ha chiesto un giorno di permesso. >> Informo la mia fragolina prima di posare il cellulare.
<< Le servirà una giornata per confessare i suoi peccati al parroco! >> Rimango basito da questo suo intervento. E questa cattiveria da dove l’ha tirata fuori?
<< Scusa, non so cosa mi è preso. E’ che mi scaldo parecchio quando ci vanno di mezzo persone a cui voglio bene specie Silvia e mio cugino che mi sono sempre stati vicini. >>
<< Questo lo capisco amore mio, ma tu sbagli a giudicare Roberta. Non è certo colpa sua se si è innamorata di mio fratello o se lui ha deciso di difenderla in quel modo davanti a tutti senza criterio. Roberta porta dentro la consapevolezza di essere stata abbandonata dalla sua madre naturale e questa cosa le pesa, anche se dice di fregarsene! Un po’ ci pensa. Tu più di chiunque altro dovresti sapere quanto si soffre quando sono proprio i tuoi genitori a voltarti le spalle. >> Intervengo.
<< Dico solo che non doveva illudere mio cugino, se sapeva di non potergli dare mai niente! >>
<< Su questo ti do ragione… Magari credeva di dimenticarsi di mio fratello! Ma così non è andata, queste cose non si possono predire! E’ come dire che Silvia non dovrebbe più uscire con nessuno perché è ancora innamorata di mio fratello… Non sarebbe giusto, ha ogni diritto di rifarsi una vita! >>
<< Sei così saggio. >> Mi risponde.
<< Ti sto solo dando i mezzi per vedere le cose con raziocinio, ci basta mio fratello che sragiona! Beh, basta parlare di questo… Cosa stavi dicendo della nostra futura vita come due ragazzi fidanzati, molto innamorati e conviventi? >> Gli domando per poi gustare le sue labbra.
<< Che mi piacerebbe da matti arredare il giardino… Con un gazebo, un salottino, un tavolo e un barbecue… >> Mi spiega sognando ad occhi aperti.
<< E un’amaca! Poi quest’estate abiteremo lì e daremo delle belle feste all’aperto! >> Aggiungo. Lei sorride. Afferro una fragola dalla scodella e l’accompagno leggermente verso la sua bocca, lei l’addenta.
<< E un’altalena per i bimbi! >> Aggiungo sorridendo. Lei distoglie lo sguardo e ride imbarazzata.
<< Sarà bellissimo scegliere insieme i mobili e le tinte per le pareti. >> Osserva Isabella.
<< Fossi in te mi sbrigherei a disdire l’affitto del tuo appartamento, fino a quando non avremmo una casa nuova abiterai ufficialmente qui da me! >> Lei sorride.
<< Oggi stesso chiamerò il padrone di casa. Questo vuole dire che avrò bisogno di due braccia forti che mi aiutino con il trasloco della mie cose! Chissà dove le posso rimediare!  >>
Intreccio con vanto le dita dietro la nuca per evidenzare i miei bicipiti. Isabella distoglie lo sguardo e ridacchia.
<< Presuntuoso! >> Mi canzona.
 
 
David
<< Sei affamato! >> Chiosa Camilla, seduta sulle mie gambe.
<< Lo sai che mi piace fare una ricca colazione. E poi serviranno molte energie per affrontare la giornata di oggi. I problemi tra Roberta e tuo fratello, la visita in azienda dei tuoi zii, e tu ogni giorno per le prossime settimane avrai le prove con le modelle… Non ti invidio! >>
<< Vuoi dirmi che lavoro a contatto con un mucchio di donne avvenenti e tu non mi invidi per questo?! >> Interviene a mo di battuta.
<< Come devo fare per dirti che mi piaci solo te, che amo solo te? >> Le domando posando un dolce bacio sulle labbra. Mi viene una bella idea per dargliene prova!
<< Ed io che volevo chiederti di scambiarci i lavori per le prossime settimane! >> Scherza.
<< No signorina Mendoza! >>
<< Perché, temi che potresti cadere in tentazione? >>
<< Io cado già in tentazione, ogni giorno, sei tu la mia unica tentazione! Poi con solo questa camicia addosso… Ti conviene vestirti o finisce male. >> Le soffio, sorridendo maliziosamente, a poca distanza dalle sue labbra. Lei per tutta risposta apre lentamente il primo bottone della camicia, poi il secondo…
<<< Camilla non provocarmi… >>
<< Non abbiamo ancora assaggiato il divano! >> Le tolgo la parola con un bacio mentre la prendo in braccio alla volta del divano.
 
 
 
Lorenzo
Quando arrivo in azienda non vedo la sua auto.
<< Buon giorno Wilson, sa dirmi se la dottoressa Mora è già arrivata? Ha parcheggiato in garage? >> Gli domando. Lui non smette di guardare il mio livido che sporge dagli occhiali da sole, nonostante ieri sera fosse presente allo spettacolo!
<< Non è ancora arrivata. Le duole molto il volto? >>
<< Mi duole parlare perciò non mi ponga domande cretine, grazie! >>
<< Buon giorno! >> Squittisce Valentina. Che croce!
<< Lorenzo, cosa ti è successo?! >> Mi domanda notando il mio viso turgido.
<< Niente che debba riguardarti. >> Rispondo scontroso.
<< Mamma mia, abbiamo mangiato punteruoli stamane a colazione? Perché non vieni con me a prendere un caffè per mandarli giù? >>
<< No grazie. Puntine comunque, il proverbio recita “hai mangiato puntine a colazione”! >> Specifico entrando in ascensore prima che lei abbia il tempo di emularmi. Sono molto nervoso, dopo ciò che è successo ieri sera, dopo il bacio che le stavo per dare ieri mattina cosa cambierà? Cosa farà lei quando arriverà in azienda?
 
 
Massimiliano
Oggi tornerà. Oggi Giulia tornerà vale a dire che domani al massimo la vedrò, dopo diversi giorni di silenzio tra di noi. Si sarà già dimenticata di me e di ciò che è successo!
<< Ragazzi, ma che è successo al dottor Lorenzo? E’ finito in un arena di leoni? >> Chiedo ai miei amici e colleghi.
<< Si può dire così… Ha fatto a botte con Daniele Valencia, ieri sera alla cena! >> Mi spiega Freddy.
<< E per quale motivo avrebbe fatto una cosa del genere? >> M’incuriosisco. Chissà cosa starà passando Giulia a causa di questo ennesimo problema!
<< Beh… il fatto che Valencia ha avuto qualche problema con la dottoressa Mora, diciamo! >> Introduce Jimmy evitando di scendere nei dettagli.
<< So perfettamente che la madre di Giulia è anche la madre biologica della dottoressa Mora, e non andrò certo a sbandierarlo in giro. Me l’ha raccontato Giulia perciò parlate liberamente! >> Faccio loro sapere.
<< Non sapevamo che tu e… Giulia foste in vena di confidenze! >> Mi canzona Wilson.
<< Ad ogni modo i due si sono presi a pugni e insulti perché Valencia e la moglie stanno tentando di farsi perdonare dalla dottoressa Mora. Pare che ieri sera Lorenzo sia andato a casa di Valencia dove c’è stato il primo round, poi Valencia voleva andare dai Mendoza per dire loro tutto ma non si aspettava di trovare una cena in corso. A casa Mendoza si è tenuto il secondo round! >> Racconta Jimmy. Che soggetto quel Daniele… E’ pazzesco che occupi una poltrona governativa! Penso a Giulia e a come dovrà stare. Avrà elaborato la notizia di avere una sorellastra che le è sempre stata tenuta nascosta?
<< E con la faccenda di Lena com’è andata? >> Domando a Jimmy.
<< La tipa ha l’occhio lungo… Praticamente per tutta la sera adocchiava prima me poi David… Tutto così! >> Spiega Jimmy fin quando non è la voce del presidente a distrarci. Entra in compagnia di Isabella, Camilla e David.
<< Dico non bastava la banda delle racchie, vi ci mettete anche voi ora?! Alla prossima parola che sento su quello che è successo ieri sera vi caccio tutti! Qui non siete a casa di Betty e Armando, i vostri amici, ma siete nella loro azienda a lavorare. Esigerei un minimo di rispetto! Cosa fa qui Wilson? Il suo posto è fuori sulla porta! >> Ci redarguisce il presidente. Torniamo tutti alle nostre attività.
 
 
Camilla
<< Sperando la notizia non sia già arrivata in produzione! >> Chiosa Diego mentre occupiamo l’ascensore. Mi sembra un po’ troppo ottimista, di questo argomento se ne parlerà da qui all’eternità, fino a che non si sarà un altro scoop o un altro scandalo più succulento, ma dubito che possa verificarsi un fatto più grave di quello di ieri sera!
<< Camilla ti chiedo scusa se ieri sera mi sono scaldata… Infondo le ragioni di Roberta non sono affari miei. >>
<< Non me la sono presa Isabella, capisco tu sia in pena per tuo cugino. Come ti ho detto ieri sera Roberta non lo ha ferito in modo intenzionale, non farebbe mai queste cose! >> Cerco di rassicurarla.  << Sapete se Roberta è arrivata? Non ho visto la sua auto. >> Faccio presente.
<< Mi ha telefonato prima, ha chiesto una giornata libera. >> Mi fa sapere Diego. Durante la pausa pranzo vado a casa sua e la trascino al lavoro per i capelli! Lorenzo si espone così tanto per lei, ottiene quello che ha sempre desiderato e lei che fa? Non si presenta al lavoro? Quando raggiungiamo il piano amministrativo incrociamo Lorenzo che esce dal suo ufficio. Anche se eravamo spettatori della rissa vedere il suo viso livido provoca in noi una certa impressione.
<< Buon giorno, sapete se Roberta è arrivata? Nel suo ufficio non c’è. >> Domanda Lorenzo.
<< No, mi ha telefonato per chiedermi un giorno libero. Appendete un cartello di avviso sulla porta del suo ufficio prima che me lo chieda anche il cestino! >> Risponde Diego.
<< Io cosa faccio oggi se lei non c’è? >> Si chiede Isabella.
<< Darai una mano alle altre segretarie, a me, a chi servirà aiuto insomma! >> Propone Diego. La bacia e si allontana alla volta del suo ufficio. Lorenzo sta per tornare nel suo studio quando Isabella lo richiama all’attenzione.
<< Dottor Lorenzo io avrei bisogno di parlare la vorrei farlo fuori dall’azienda. Le andrebbe bene se ci trovassimo all’ingresso alla pausa pranzo? Sarà una cosa velocissima. >> David ed io ci guardiamo negli occhi, cos’avranno da chiacchierare? Sarà a causa del tradimento a Silvia, spero non lo uccida! Lorenzo accetta quindi i due prendono vie diverse.
<< Comincia proprio bene questa giornata… >> Chiosa David.
<< Durante la pausa pranzo andrò a casa di Roberta a tirarla fuori tirandola per i capelli se necessario, sono convinta che sia rimasta a casa ad auto commiserarsi è perché si vergogna ad affrontare Lorenzo… Vieni insieme a me? >> Gli chiedo.
<< Sì ti accompagno, voglio vedere come sta! Magari è rimasta a casa perché non si sente bene! >> Mi risponde. Ne dubito!
 
 

Silvia
La sua segretaria mi ha confermato che si trova in ufficio e l’ho convinta passargli la telefonata. Resto in attesa per pochi istanti.
<< Ciao Silvia, non mi aspettavo la tua chiamata, anche se a dirti il vero ci tenevo a chiamarti per ringraziarti ma non avevo il tuo numero. >> Mi saluta.
<< Ciao Leon, neanche io ce l’ho per questo ho telefonato al tuo ufficio trovando il numero sulla guida. Come ti senti? >> Gli domando.
<< Ho esagerato parecchio ieri sera… Sono stato noioso? Sgradevole? >>
<< No cosa dici? Mi hai solo spiegato delle cose di cui non ero a conoscenza, adesso ho un quadro più chiaro del tipo di persone che sono quei due. Che se la veda lei adesso, sarà la prossima sedotta, cornificata e abbandonata! >> Affermo.
<< Non è un mio problema… >> Asserisce affranto ma so furibondo.
<< Ti ha cercato? >> Gli chiedo.
<< Sì, questa notte, ma non ho risposto! Non le voglio parlare per ora. >>
<< Fai bene e poi non avrà niente di buono da dirti, vorrà solo scaricarsi la coscienza “chiudendo la storia civilmente” come dicono tutti… Come ha fatto con me Lorenzo l’altra sera! >>
<< Ha chiesto a Daniele Valencia cosa ne sa lui dei sentimenti… Come se lui fosse un esperto! >> Ricorda con amarezza riportando un episodio di ieri sera.
<< Non devi pensarci continuamente, così starai solo peggio e ti ammalerai! >>
<< Hai ragione… Cosa ne diresti di una piazza questa sera? Vorrei sdebitarmi con te per avermi soccorso, per avere guidato la mia auto fino a casa mia. Poi come te ne sei andata? >>
<< Ho chiamato Francesco, è venuto a prendermi lui. Accetto volentieri. >>
<< Non ho nessuna voglia di stare a casa da solo stasera, e poi non farei che deprimermi. >>
<< Ti farà bene scambiare quattro chiacchiere con un’amica! Decidi tu il posto? Ci vediamo lì? >>
<< Va bene, ti invio tutti i dettagli. Mi detti il tuo numero? >> Mi domanda. Rispondo alla sua domanda fornendogli il mio contatto telefonico.
<< Buon lavoro! >> Lo saluto.
<< Anche a te! >> Risponde chiudendo la comunicazione.
<< Silvia, c’è una consegna per te! >> Mi spiega Freddy avanzando verso di me. Dalla sua tracolla estrae un pacchettino senza mittente!
<< Da parte di chi?! >> Gli domando, come se lui potesse saperne qualcosa!
<< Non saprei bella signorina. Ma che bella giornata, la vita è colorataaaaa… >> Canticchia saltellando mentre continua a consegnare la posta. Quando scarto il pacchetto dentro vi trovo un copia de “Il Decameron”. Non capisco! Inizio a sfogliarlo fin quando arrivo alla fine: sull’ultima pagina, un tempo bianca, vi trovo una dedica:
 
“ Non sarà Dostoevskij, ho voluto iniziare con qualcosa di più leggero e alla tua portata. Leggilo attentamente che poi pretendo il riassunto! Potresti anche imparare qualche lezione di vita! “
 
Il mittente non si firma ma tanto non serve. Chiudo il libro e, furibonda, lo getto nel cestino sotto la scrivania di Camilla. Come osa deridermi così?! Il Decameron l’ho letto e sviscerato prima di lui, mentre lui giocava a rubare la dote a povere ragazze ingenue! So io come rispondergli a tono!
Mi dirigo in bagno per raggiungere la banda e raccontare del regalo sgradito di Giulio quando mi accorgo che Isabella si è defilata, siede alla sua scrivania a lavorare. Ormai vive in un mondo tutto suo… Esiste solo Diego! E’ sparita, non saluta più, con ci racconta più niente.
<< Ciao! >> La saluto. E pensare che l’ho sempre considerata come la mia migliore amica!
<< Ciao Silvia… Vai a prendere un caffè? >> Mi domanda.
<< Sì in effetti… Vieni con me? >> Le domando.
<< Non posso, visto che oggi non c’è Roberta sto dando una mano a Diego. Devo terminare di inviare queste e-mail! >>
<< Comunque il padre di Francesco si è svegliato… Se ti interessa saperlo! >>
<< Quando si è svegliato? Non ne avevo idea… >>
<< Ieri mattina! >> La informo. << Ha detto che ci è rimasto male perché non sei passata! >>
<< Oh mi dispiace ha ragione… Ho avuto tante cose per la testa… >> Adduce come scusa.
<< Il tuo appartamento ha le ragnatele! >> La punzecchio sperando che mangi la foglia.
<< Tanto a breve non ne avrò più bisogno… Diego mi ha chiesto di andare a vivere insieme! Oggi ho appuntamento con il padrone di casa per prendere accordi! >> Mi racconta tutta contenta. Cambio umore, sono contenta per lei!
<< Veramente? E come te lo ha chiesto? Dove andrete a stare? Te l’ho detto che Diego è pazzo di te! >> Mi complimento.
<< E’ un quartiere residenziale poco lontano di qui, Diego ha adocchiato la villetta dove attualmente vive un suo amico il quale l’ha messa in vendita. >> Mi spiega, facendomi vedere le foto.
<< Sembra bellissima… Mi piace moltissimo il particolare dell’arco in mattoni! >> Chioso osservando le foto della sala da pranzo abitabile.
<< Potremmo mettere la cucina da questa parte, dividento l'ambiente con un piccolo bancone e da quest’altra il tavolo da pranzo. >>
<< Accidenti avete già pensato a tutto. Sono contenta per voi… Sai di recente ci sei mancata. >> Confesso, riferendomi anche a Francesco.
<< So di essere sparita di recente e mi dispiace… Cosa ne dite di uscire a cena questa sera? Solo noi tre! >>
<< Per la verità ho appena preso un impegno! >> Confesso.
<< Esci già con qualcun altro?! >> Mi chiede stupita Isabella.
<< Non nel verso che intendi tu. Tuo cugino mi ha invitata a cena, per chiacchierare un po’ e ringraziarmi di averlo aiutato ieri sera quando l’ho incontrato in un locale… stava messo male! >> Le racconto.
<< Sapevo che l’aveva presa male ma non pensavo così tanto… Lo vedo a pranzo! >> M’informa. << Immagino ti abbia detto tutto di ieri sera! Che spettacolo rivoltante… Per non parlare di quel soggetto, Daniele Valencia, saltarsene fuori così dopo tanti anni e picchiare uno che ha meno della metà dei suoi anni! >> Interviene poi Isabella.
<< Quell’individuo farebbe meglio a scavare una grotta nelle montagne dell’Himalaya, nascondervisi e restarci, da cavernicolo e selvatico qual è! A momenti sarà odiato anche dal suo cane, se ha un cane e dalla sua stessa ombra! L’unico che gli da retta è quel degenere di Giulio, giusto lui! Eppure io e ero certa… Sapevo che tra Roberta e Lorenzo non scorre solo amicizia. >> Rifletto ad alta voce con amarezza.
<< Per non parlare di sua figlia… Sarebbe un incubo avere una famiglia così, non biasimo Roberta se non vuole averci a che fare! >>
<< Poco fa mi è arrivato un pacchetto da Giulio. Mi ha regalato una copia del “Decameron”, dentro vi era una dedica… diciamo così! Diceva a grandi linee che voleva iniziare con qualcosa di comprensibile, perché secondo lui sarei un’ebete! Che vuole il riassunto e che potrei trarne insegnamenti di vita! Lo ha fatto per stuzzicarmi! >> Isabella scoppia a ridere davanti al mio racconto.
<< Vuole il riassunto mentre vi rotolare sotto le lenzuola… Durante il denudarsi “Ser Ciappelletto”, durante i preliminari “Andreuccio da Perugia”, durante l’atto…. >> Mi canzona. Le do un buffetto sulla spalla.
<< So io come controbattere a questa sua bella trovata! >> Intervengo sorridente e decisa.  << Ti lascio al tuo lavoro… Bacio! >>
<< Ciao… bacio a te. >> Mi allontano per raggiungere il bagno quindi la banda. Quando entro nell’antibagno il cicaleccio termina e smettono di parlare.
<< Silvia… ciao! >> Mi salutano scambiandosi degli sguardi. Non ci vuole un premio Nobel per capire che stavano parlando di Lorenzo. Mi lavo le mani, me le asciugo per poi fingere di uscire dal bagno.
<< Devo tornare da Ugo e Camilla! >> Adduco come scusa per nascondermi a origliare.
<< Avete visto che faccia da funerale ha? Povera cara! >> Commenta Mariana.
<< E tra poco le toccherà vedere il suo ex ragazzo accompagnato ad un’altra donna! >> Prosegue Berta. Stringo i pugni.
<< Abbiamo fatto bene a non raccontarle niente… >> Interviene Annamaria.
<< Ragazze, siete proprio tonte… glielo avrà detto Isabella! >> Fa notare loro Berta.
<< Figurati se non è venuta a conoscenza della cosa! >> S’inserisce Sandra.
<< Ragazze, che resti tra noi ma io li vedo bene quei due… Secondo me Roberta è la donna giusta per Lorenzo, sono sempre stati carini insieme! >> Commenta Annamaria. Dopo questo commento fuggo via sconvolta, quasi sull’orlo del pianto. Mi scontro con una delle modelle.
<< Mi dispiace… >> Farfuglio all’orlo del pianto.
<< Ma ti senti bene? >> Mi domanda. Annuisco e faccio per allontanarmi.
<< Tu sei Silvia, sei amica del receptionist, giusto? >> Mi domanda la ragazza.
<< Sì esatto. Non siamo esattamente amici, diciamo che è una lunga storia… Comunque lo conosco e lo frequento anche fuori dall’azienda. >> Confermo.
<< Mi chiamo Jenny Lopez. >> Si presenta. Ha lungi capelli rossi, lisci, con la frangia e occhi azzurri. La pelle è chiarissima e il viso decorato da lentiggini.
<< Silvia Duarte, molto piacere. Cosa mi dicevi di Massimiliano? >>
<< Massimiliano… Si chiama così quindi! E’ solo che lo trovo molto carino, è impegnato? >> Mi domanda sorridendo dolcemente.
<< Che io sappia no! Posso presentartelo! Se per pranzo non hai altri impegni potremmo invitarlo, cosa ne pensi? >>
<< Lo faresti veramente? Ti ringrazio tanto! >> Mi rende grazie. Almeno si toglierà dalla testa Isabella!
<< Non vai a pranzare con le altre modelle? >> Le domando.
<< No… Che resti tra di noi ma non mi vanno tanto a genio! Oltre al fatto che non pranzano! Non so come faranno ad arrivare vive e vegete alla sfilata. Allora è deciso? >>
<< Certo. Andremo a pranzo noi due, Massimiliano, e i nostri amici Jimmy e Francesco! >> La informo. Lei mi ringrazia ancora una volta prima di tornare allo show room dove stanno provando i passi della coreografia per la sfilata. Mi siedo ad assistere… Quanto vorrei sfilare quella sera! Dopo pochi minuti torno in atelier perché mi annoio davvero a morte… Stacco un foglio dal blocco di Camilla (spero non se la prenda) e comincio a scarabocchiare.
 
 
Mario
Sto per rivelare al mio amico che sono stato con la sua ex e che da quella notte insieme è nata una nuova vita! Smanetto con il mio smartphone, mentre aspetto Armando, seduto su una panchina. Un pallone mi finisce sotto i piedi, un bimbo corre verso di me per prenderlo ma quando nota che ho afferrato la sfera si ferma e mi osserva intimorito, avrà poco più di 4 anni. Una signora, seduta poco più in là, si alza, presumo sia la mamma. Viene verso di noi.
<< Come ti chiami bambino? >> Gli domando.
<< Javier. >> Risponde il piccoletto timidamente.
<< JEVIER! >> Interviene la madre avvicinandosi. Magari teme che sia un maniaco!
<< E’ un bambino bellissimo, signora. Sei capace di palleggiare? >> Lui scuote il capo. << Vuoi che ti insegni? Ero bravissimo a scuola. >> Mi alzo dalla panchina e inizio a palleggiare facendogli vedere come si fa.
<< Dev’essere un bravo papà o nonno! >> Interviene la signora. Quest’affermazione mi stupisce. Pensare che avrei potuto farlo con mio figlio!
<< Non ho nipoti signora! >>
<< Allora avrà figli? >> Mi domanda quando noto Armando seduto su una panchina, mi guarda divertito.
<< Devo allontanarmi, è arrivato il mio amico. Tieni la palla piccoletto, ricordati come si fa! Signora. >> La saluto raggiungendo Armando, sta ridendo.
<< Cosa vedono i miei occhi?! Mi hai chiamato qui per presentarmi la tua famiglia? >> Scherza Armando. Mi siedo accanto a lui.
<< Ah ah ma quando mi fai ridere! >> Rispondo, mentre cerco di raccogliere le idee. Qual è la formula giusta?
<< Entro Natale Mario, devo portare a pranzo mia moglie, mia sorella e la sua famiglia! >> M’invita a parlare Armando.
<< Non è una cosa tanto facile! Armando i giri di parole sono inutili e non sono nel mio stile! Quasi 28 anni fa, dopo le nostre dimissioni, Marcella ed io una sera ci siamo incontrati in un bar. Sai come vanno queste cose… Abbiamo bevuto, abbiamo parlato male di te e di tua moglie, abbiamo ancora bevuto… La serata è finita nel suo appartamento. >> Spiego senza tanti convenevoli. Armando rimane sbigottito.
<< Cosa vuol dire che la serata è finita nel suo appartamento? >> Mi domanda Armando.
<< Andiamo tigre! Non ti manca l’immaginazione! >> Rispondo.
<< Tu e Marcella? >> Domanda sconvolto.
<< Sì! Ho scoperto pochi giorni fa di essere il padre naturale di suo figlio! >> Concludo. Armando abbandona la schiena contro la panchina, è completamente senza parole!
<< Non posso crederci… Tu e Marcella, Marcella e tu! >> Ripete come un automa.
<< Sì Armando, credevo lo avessimo chiarito questo punto! >>
<< Che storia… Non vi siete mai sopportati! >> Chiosa incredulo Armando.
<< Per la precisione lei non ha mai sopportato me. Quella sera era fragile, sconvolta, ubriaca e cercava un appoggio… Non per questo me ne sono approfittato, che sia chiaro! >>
<< Anche perché saresti morto o in galera a quest’ora! >> Mi fa notare Armando.
<< Non ce l’hai con me? >> Gli chiedo.
<< Per quale motivo dovrei? >>
<< E’ la tua ex ed io un tuo amico! >>
<< Neanche all’epoca avrei fatto una piazzata, figurati ora che ho tre figli da Betty! Non vedo perché dovrei avercela con te… Per lo più visto che è stato un atto consenziente! Ma torniamo al figlio… Alexander lo sa? >> Mi domanda, scuoto la testa.
<< Ha dei problemi con la fidanzata, la figlia di Nicola, non so sei aggiornato. Perciò Marcella vorrebbe aspettare che le acque siano più calme prima di sconvolgerlo con questa notizia… La poverina è convinta che il marito la tradisca, una brutta storia, è piena di problemi. >> Racconto per sommi capi.
<< Certo che sarà un brutto colpo per lei se veramente la tradisce. >>
<< Penserà di essere maledetta in questo senso! >> Intervengo.
<< Beh, all’epoca avrei sfidato chiunque a sopportarla e a sposarla. Non dico niente in merito al suo matrimonio perché non conosco suo marito. Tu hai un figlio… Non ci posso credere! >> Esclama ancora sorpreso dalla notizia.
 
 
Armando
Betty stenterà a crederci. Quando glielo dirò si farà un mare di risate, dopo aver compatito quel ragazzo per essere il figlio di Calderon!
<< Betty! >> Esclamo appena entro in casa. Mi viene incontro e ci baciamo per salutarci.
<< Ti ho messo la camicia sul letto… indossala così andiamo a pranzo al Le Noir! >>
<< Prima ti vorrei parlare un secondo in privato, non posso aspettare per darti questa notizia. >>
<< Se riguarda l’incontro tra te e quel degenerato del tuo amico passo! Forza sennò facciamo tardi! >>
<< Betty è davvero una notizia importante… Ti giuro che stento a crederci! E’ una notizia bomba! >> Aggiungo per cercare di provocare curiosità in lei.
<< Cosa sarà mai successo? Ha deciso di entrare in seminario? Ha trovato un bravo esorcista? Ah no ecco… Ha deciso che vuole una famiglia con moglie e figli! >> Scherza lei.
<< Beh non ci sei andata tanto lontano. Calderon ha scoperto di avere un figlio! >> Le confesso. Mi guarda sbigottita e chiude la porta della stanza per impedire che mia sorella o altri sentano.
<< Spero sia uno scherzo! >> Scuoto il capo mentre mi tolgo la camicia che ho addosso.
<< E non ti ho ancora raccontato la parte migliore… Questo figlio oggigiorno ha l’età di nostra figlia e si chiama Alexander… Cosa ti suggerisce? >>
<< Che Alexander è un nome diffuso visto che anche il figlio di Marcella si ch… Oh mio Dio! >> Risponde mia moglie, interrompendo ciò che stava per dire in favore di un’esclamazione di stupore.
<< Mario e Marcella…? >> Chiede conferma incredula.
<< Sì! Mario mi ha raccontato che una sera di 28 anni fa, dopo le loro dimissioni, si sono incontrati in un locale, si sono ubriacati in compagnia e in compagnia hanno fatto anche altro! Dopo quella notte sembra non si siano più visti… Finché Mario non ha condiviso il taxi con Mariabeatrice e lei con la bocca larga che si ritrova gli ha messo la pulce nell’orecchio. A quel punto Marcella ha dovuto dirglielo! >>
<< A distanza di 28 anni? Ha nascosto a un uomo di avere un figlio per 28 anni? Certo, trattandosi di Mario Calderon posso in parte capirla… Però ha deciso il corso della vita di un’altra persona, Calderon sarebbe stato diverso se l’esistenza di un figlio l’avesse costretto a mettere la testa apposto! >> Asserisce mia moglie.
<< E magari questo avrebbe influenzato la vita di Alexander, magari oggi avrebbe un altro carattere se fosse cresciuto con Mario accanto. Comunque queste sono questioni che non ci riguardano. >>
<< Non avrei mai immaginato Marcella con Mario… lo disprezzava così tanto! >>
<< Pare che, almeno per quella notte, li abbia uniti l’astio verso di noi! >>
<< E quel ragazzo ne è a conoscenza? >> Scuoto il capo.
<< No, glielo devono ancora dire. >>
<< Pensa a Nicola quando scoprirà di avere Calderon come consuocero! >> Chiosa mia moglie, scappa ad entrambi un risolino quando sento la voce di mia sorella.
<< Usciamo?! >> Strilla dal soggiorno. Mi vesto e usciamo dalla stanza da letto.
<< Sapete, pensiamo di cercare un’altra sistemazione visto che non sappiamo quanto ci tratterremo. Non vogliamo sconvolgere più di tanto le vostre abitudini e invadere il vostro spazio! >> Ci fa sapere mia sorella.
<< Non c’è alcun problema per noi. >> Interviene mia moglie.
<< Credo sia meglio così, è giusto che ogni uno abbia i proprio spazi. >> Insiste mio cognato.
<< Prendete la scelta che più ritenete giusta, ricordando che potete restare qui se volete! >> Ricordo a mio cognato.
 
 
 
Isabella
Questa mattina è volata e finalmente posso stare un po’ in tranquillità con il mio Diego, anche se solo per un paio di ore. Suo fratello ci aspetta all’uscita dell’azienda, come eravamo d’accordo.
<< Vai a pranzo dopo? >> Gli domanda Diego.
<< Mangerò un panino in caffetteria. >> Risponde Lorenzo.
<< Tesoro metto in moto l’auto mentre ti aspetto! >> M’informa Diego allontanandosi. Suo fratello ed io restiamo soli.
<< Immagino di cosa vorrai parlare. Diego mi ha detto di averti raccontato tutto. >> E’ lui a prendere la parola per primo.
<< Lorenzo io non ti conosco granché. So solo una cosa,  un pensiero che mi ha sempre accompagnato in questo periodo. Dentro di me ho sempre avuto la sensazione che non fossi sincero con Silvia, che ci fosse qualcosa sotto. Il tuo comportamento era strano! Un giorno non la degnavi di uno sguardo, per te che ci fosse o non ci fosse era uguale e il giorno dopo le regalavi dei fiori. Ora capisco il perché e mi domando come tu abbia fatto a specchiarti ogni giorno! >> Asserisco. Lui abbassa la testa mestamente.
<< Mi cospargo il capo di cenere anche davanti a te. Non ho riflettuto attentamente sulle conseguenze… >>
<< E tutto questo per salvare il tuo segreto? Credevi davvero che Silvia avrebbe messo i cartelloni? >>
<< I cartelloni no… quello che temevo e temo è la presenza di Giulio, sai anche tu che ha delle mire su di lei. >>
<< Non dovresti neanche fiatare per come la vedo io… Già il fatto che hai raccontato cose così confidenziali a una persona di cui è evidente che non fidi la dice lunga su di te. >>
<< E’ avvenuto prima che sapessi di Giulio! >>
<< Le hai detto quelle cose per le ragioni sbagliate. A mente fredda non penso che tu sia di animo crudele… penso che tu sia immaturo, non ti fermi mai a riflettere prima di dire e fare qualcosa. Non sei capace di separare lo stimolo dalla risposta e questo si ripercuote anche sulle vite degli altri! Magari le mie parole di sembreranno ridicole… Spero farai i conti con la tua coscienza! >> Concludo voltandogli le spalle.
<< Lo faccio Isabella, anche se non ci credi. >> Ribatte.
 
 
 
Massimiliano
Non ha telefonato o inviato un messaggio. E non è passata in azienda. Si vede che per lei quel momento insieme non è contato niente!
<< No grazie, niente vino per me. >> Afferma Jenny ponendo la mano aperta sopra il suo bicchiere. << Cerco di evitare le calorie in eccesso evitando alcolici, spunti fuori pasto e cose del genere… Per via del mio lavoro! >> Spiega ai presenti. A parte questo non mi sembra che applichi una dieta ferra visto che ha ordinato spaghetti al pomodoro e speck.
<< Almeno mangi, a differenza di quelle tue colleghe. >> Interviene Silvia arrotolando le fettuccine fungi e panna attorno alla forchetta. Pure lei non scherza, e sono magre come acciughe, ma dove la mettono tutta questa roba?
<< Quelle sono matte. Un conto è mangiare con criterio, suddividere gli alimenti nel modo giusto nella settimana, un altro conto è digiunare. Come fanno ad affrontare la giornata? >>
<< Questa sera mi toccherà mangiare un’insalata… e pensare che devo uscire a cena! >> Interviene Silvia.
<< Siete in formissima così a mio parere… Non ammalatevi! >> Commento mentre taglio la mia bistecca.
<< Io segno tutto ciò che mangio, faccio il conteggio delle kcal per non superare mai il fabbisogno giornaliero. Quando vedo che ingrasso faccio un po’ di palestra! Questo mi aiuta a mantenere il peso forma! >> Spiega Jenny. Ne ha di pazienza!
<< Potrei iniziare anche io. Se divento una botte Ugo non mi farà mai sfilare! >> Chiosa Silvia.
<< Ma se hai il metabolismo più veloce del mondo! Mangi come una scrofa e non metti su un etto! >> La prende in giro Francesco, beccandosi un buffetto sul braccio.
<< Ma che gentile che sei a definirmi una scrofa! >> Tutti noi ridiamo. Incrocio lo sguardo di Jenny.
<< E tu pratichi qualche sport? >> Mi domanda Jenny.
<< No, e sinceramente non saprei dove andare, sono qui da poco e non conosco la città. >> Le spiego.
<< Da dove vieni? >> Mi domanda.
<< Padova, Italia. Lì facevo nuoto! >> Le spiego.
<< Potrei indicarti la mia palestra se ti fa piacere, c’è anche la piscina olimpionica. >> Mi spiega.
<< Non sarebbe una cattiva idea qualche vasca ogni tanto… Per lo meno mi aiuterebbe a distrarmi. >>
<< Ti do il biglietto da visita della palestra! >> Afferma. Estrae dalla borsetta il suo portafoglio e, dopo averci frugato dentro, mi passa il biglietto.
<< Questa sera mi alleno, se a te va posso passarti a prendere e ci andiamo insieme? La prima entrata è sempre gratuita come prova! >> Mi spiega.
<< Perché no? >> Accetto.
<< Io invece non so nuotare… Sono una fifona! >> Mi fa sapere.
<< Non ci vuole niente, solo la volontà di imparare come in tutte le cose. Se a te va posso insegnarti qualche volta. >> Mi propongo verso una ragazza che conosco poco ma la cui compagnia è piacevole.
<< Allora ci conto! >> Esclama, segnando il suo numero di cellulare dietro al biglietto da visita della palestra.
<< Un po’ di attività fisica farebbe bene anche a te… Stai mettendo su pancia, sembri un maiale! >> Interviene Silvia nei confronti di Francesco per canzonarlo. Abbasso lo sguardo imbarazzato quando incrocio quello di Jenny. Carina lo è, ma non è Giulia!
<< Tu sei Colombiana? >> Le domando.
<< Venezuelana, i miei genitori hanno lasciato Valencia quando avevo 5 anni, per ragioni lavorative. >>
<< So che non si domanda l’età ad una donna ma adesso quanti anni hai? >> S’intromette Jimmy.
<< 22. Ho cominciato a fare la modella a 19 anni per mantenermi gli studi! Voglio diventare archeologa. >> Spiega stupendoci.
<< Però… Allora ti piace viaggiare, ne deduco! >> Annuisce.
<< Tra due mesi partirò per l’Italia, per l’appunto! Per due giorni assisterò agli scavi in un sito in Sicilia. >> Ci informa.
<< Ti stiamo facendo mille domande! >> Interviene Silvia.
<< Non mi da fastidio… Anche se lo confesso mi piacerebbe conoscere qualcosa in più su di voi! >> Risponde. Quando dice “voi” guarda me.
 
 
Camilla
Roberta, vestita di un pesante pigiama, ci apre la porta e struscia per terra i piedi avvolti in pelose (e inguardabili) babbucce rosa shocking. Torna a sedere sul divano, riprende a ingozzarsi di gelato mentre guarda una telenovela brasiliana.
<< Mi spieghi cosa stai facendo? >> Le domando sconvolta.
<< Espio le mie colpe. >> Risponde con la bocca piena di gelato alla stracciatella.
<< Secondo me stai solo cercando di finire in coma diabetico… >> Controbatte David. Afferro il telecomando e spengo la tv.
<< Perché lo hai fatto?! >> Si lamenta Roberta. David le prende il gelato per impedire che ingrassi irrimediabilmente!
<< Smettila di fare l’infante e alzati! Fatti una doccia, truccati, indossa un bel vestito e andiamo di filata al lavoro! >> Le ordino.
<< Non voglio. >> Piagnucola lei.
<< Allora chiamo Lorenzo, vedrai che si precipiterà qui, e ti troverà in pigiama, a mangiare gelato con i capelli arruffati! >> Minaccio afferrando il cellulare.
<< NO NON FARLO! >> M’implora lei.
<< Si può sapere cosa stai facendo? >> Le domanda David. Notiamo una bottiglia di vino vuota che giace in cucina.
<< Perché non vuoi venire a lavorare? >> Le domando.
<< Mi sento in colpa per Leon! >>
<< E questa ti sembra una buona ragione per non venire al lavoro? >> Le domanda David. Mi chino e le do tre o quattro sberle sul braccio, lei si massaggia il punto.
<< Alzati subito da questa catacomba e fatti la doccia! Quel poveretto si prende un camion rimorchio di botte per difenderti e tu non ti degni neanche di dirgli grazie? Che ti prende? E’ quello che aspettavi da tanto tempo! >>
<< Ok, lo ammetto, non sono venuta in ufficio per non vederlo, contenti?! La verità è che non so cosa dirgli… So che appena lo vedrò diventerò rosso porpora e farò scena muta come una cretina! Adesso è cambiato tutto tra di noi! E se dovessi aver frainteso tutto? Se si fosse comportato così perché tiene a me come un’amica e nient’altro? >> Si lagna. La prendo per i piedi e la tiro. Lei strilla il mio nome e si mette a ridere.
<< Alzati di qui! >> Le ripeto quando suonano al campanello. E’ David a osservare dallo spioncino.
<< E’ Lorenzo! >> Ci fa sapere.
<< Non vorrai farlo entrare! Non mi può vedere così! >> Si lamenta Roberta. Nascondo Roberta in cucina mentre David ed io apriamo la porta, dalla faccia che fa Lorenzo capiamo che non si aspettava di trovarci qui.
<< Lorenzo! >> Esclamiamo.
<< Vedo che abbiamo avuto la stessa idea. Cos’ha? Come sta? >> Domanda. Sta per entrare nell’appartamento ma lo fermiamo.
<< Che vi prende? >> Domanda confuso.
<< Sta meglio… E’ sotto la doccia adesso, questo pomeriggio verrà in ufficio! >> Spiego a Lorenzo.
<< Ok. Ma cos’aveva di preciso? >> Si domanda. David ed io ci guardiamo a vicenda.
<< Emicrania…. >> Asserisce lui.
<< Vino! >> Intervengo io nello stesso suo momento. Lorenzo solleva un sopracciglio.
<< Mai sentita una malattia di nome “vino”! >> Ci fa notare.
<< Volevo dire che ieri sera era talmente sotto che si è scolata una bottiglia di vino… >> Introduco.
<< Sì, e questo le ha causato l’emicrania! >> Continua David.
<< E ha anche vomitato tanto… Sapessi, è stata malissimo, ma una mattinata di sano riposo l’ha rimessa al mondo! >> Concludo questo racconto ridicolo!
<< Perciò ieri sera era in casa quando ho bussato ripetutamente e non ha aperto. >> Osserva Lorenzo.
<< Sono certa che fosse già crollata o era piegata sulla tazza a rimettere, comprendi che non poteva aprirti la porta in quello stato! >> Rispondo.
<< Ci pensiamo noi qui… Tu vai a pranzo o torna tranquillamente in azienda! >> Interviene David posandogli una mano su una spalla.
<< Se lo dite voi… Siete strani comunque, molto strani! >> Commenta prima di imboccare la scale. Alziamo gli occhi al cielo e chiudiamo la porta.
<< Potevi evirare la scusa del vomito… Che figura mi hai fatto fare?! >> Si lamenta.
<< Allora la prossima volta gli dico che non sei venuta in ufficio perché avevi paura di affrontarlo! Fila in bagno! >> Affermo perentoria. Che fatica! So che avrò il mio da fare con questi due!
 
 
 
Leon
Dopo aver consumato il nostro pranzo ordiniamo il dessert, il cameriere è costretto a portarmi un cachet perché la sbornia epocale che mi sono preso ieri sera ha avuto conseguenze devastanti. Diego ed io ordiniamo crostata alle mele mentre Isabella ordina macedonia di frutta.
<< Non ditele che domani parto per Cartagena. >> Prego loro.
<< Va bene, non lo faremo! >> Mi assicura Isabella.
<< Però secondo me fareste bene a parlarvi… Non puoi neanche chiudere la storia in quel modo, per quanto breve sia stata. >> Fa presente Diego.
<< Il punto è che non me la sento di affrontarla! Sto male quando penso a lei, figurati se dovessi vederla! >>
<< Almeno chiamala e dille che ti stai allontanando per qualche giorno… >>
<< Amore, se mio cugino non vuole dovremmo fare quello che ci chiede. Evidentemente Roberta non tiene a lui come tiene a tuo fratello, dalla loro conversazione di ieri sera credo sia chiaro anche per lei che la storia è terminata. >> Controbatte Isabella.
<< Non la penso come te. Non credo che smettere di vedersi e di sentirsi di punto in bianco sia il modo più civile per chiudere una relazione. >> Replica Diego.
<< Diego io ho preso la mia decisione! E poi in questo modo lei sarà felice accanto all’unico uomo che ama. Mi sentirei dire cose del tipo “scusami”, eccetera, eccetera. >> Ribadisco.
<< Va bene, i miei erano solo consigli. >> Interviene Diego quasi offeso.
<< Ieri sera mi sono sentito un povero scemo. >> Se ci ripenso mi viene voglia di ciucciarmi tutti gli alcolici del ristorante!
<< Beh, non ci pensare più adesso. Chi non è incappato in una delusione? >> Domanda Diego. Sia io che mia cugina posiamo lo sguardo su di lui.
<< Ok, non sarò la persona più indicata per parlare di delusioni amorose visto che le ho sempre inflitte e mai subite… Voglio dire che succede a moltissima gente, persone che si rimettono in piedi e ricominciano! Il mondo non finisce qui! >> Si spiega meglio Diego.
<< Magari durante questo breve soggiorno a Cartagena incontrerai il vero amore! >> Lo rincuora Isabella.
<< Certo sarebbe un colpo di fortuna… anche se non lo riconoscerei, facciamo passare un po’ di tempo! >> Chioso.
<< Ti ricordi la nostra grotta? >> Mi domanda Isabella strappandomi un sorriso.
<< Quando passavamo le vacanze estive a Cartagena giocavamo sempre in una grotta scavata negli scogli, quasi sulla spiaggia. Quando c’era l’alta marea la grotta si riempiva di acqua! >> Spiega Isabella a Diego.
<< Ci farò un salto. >> La informo.
<< Vorrà dire che dovrai farmela vedere… Mettiamo anche Cartagena nella lista delle cose da fare! >> Propone Diego baciando mia cugina. Sono davvero carini! Oggi sono scettico a proposito ma so che, prima o poi, incontrerò la donna che si innamorerà di me ed io di lei!
 
 
 
Daniele
Quando Patrizia e mia figlia mi vedono sui loro volti compare un’espressione di stupore.
<< Daniele cosa ti è successo? >> Mi domanda mia moglie ancor prima di salutarmi, osservando la ferita al labbro.
<< Ve lo spiego in auto, andiamo. Ben tornate! >> Le saluto posando un bacio sulle labbra a mia moglie e sul capo a mia figlia.
<< Non c’è l’autista? >> Chiede Giulia quando nota che occupo il posto di guida.
<< No, non volevo sentisse ciò di cui vi voglio parlare. Riguarda Roberta! >> Introduco. Il nome che pronuncio attira l’attenzione di entrambe. Quando mia moglie mi esorta a parlare espongo ad entrambe gli avvenimenti, accompagnando il nome di quel cretino con parole non proprio dolcissime!
<< Papà era ovvio che non ti buttasse le braccia al collo… >> E’ il commento di mia figlia al termine del mio racconto. Ok, sarò stato troppo ottimista, ma basta ripetermi la stessa cosa! E che cazzo!
<< Io pensavo di fare una cosa bella per te. >> Confesso verso mia moglie. Posa la sua mano sulla mia che impugna il pomello della leva del cambio.
<< Ti ringrazio Daniele, sappiamo che sarà dura ottenere il suo perdono. E quel Lorenzo non ha nessuna classe, cosa si può pretendere da un ragazzo che è stato cresciuto dallo sgorbio! >> Chiosa Patrizia che non ha mai apprezzato Betty.
<< E così è tornata Lena! >> Constata mia figlia.
<< Dovevate vedere come si è infervorata Camilla quando ho offeso la sua mangia uomini! >> Intervengo.
<< Le strapperò tutti i capelli definitivamente se dovesse mettere di nuovo i suoi artigli su uno dei miei figli! Non credo che l’avrei mai detto ma Annamaria e Freddy ci hanno dato una bella salvata! >> Interviene mia moglie.
<< Anche se potrebbe sempre mettere gli occhi su Giulio…Che problema! >> Commenta mia moglie. Spero di no!
<< Non ti preoccupare mamy, Giulio ha già i suoi pensieri, e chi ha orecchie per capire capisca! >> Interviene Giulia dal posto centrale dei sedili posteriori. Che significa? Che è coinvolto dalla modella di sartoria?
<< Raccontatemi del provino. >> Ordino loro. Quando mi raccontano del bacio che le ha rubato quella specie di attore da strapazzo inchiodo bruscamente al semaforo
 
 
Giulio
<< Signorino Giulio, è appena venuto un fattorino dall’Ecomoda a consegnarle un pacchetto. >> M’informa Rhonda passandomi quel che sembra un libro. Scommetto che è suo! Ha ceduto alla mia provocazione, vuol dire che non le sono del tutto indifferente! Lo scarto e mi trovo davanti un libro intitolato “Manuale delle buona maniere”. Il biglietto recita:
 
“ Millanti di aver letto molti libri quando la verità è che non hai neanche aperto quello più importante. Magari dopo averlo letto riuscirai a trovare una donna! Consideralo un regalo per la sfortunata, la tua presenza sarà meno fastidiosa per lei se avrai letto questo libro!”
 
<< Che impertinente. >> Commento sorridendo. Chissà che non sia tu questa donna! Nascondo il libro dietro la schiena, sotto la maglietta e dentro alla vita dei pantaloni quando vedo la macchina di mio padre nel vialetto.
<< Ciao Giulietto! >> Mi saluta mamma posando un bacio per parte sul mio viso. Detesto quando mi chiama così!
<< Ciao Giu! >> Mi saluta mia sorella evitando di chiamarmi come il cocco di mamma!
<< Com’è andato il provino? >> M’informo.
<< Bene! Probabilmente mi prenderanno. >> Si vanta Giulia.
<< Raccontagli anche del bacio. Dovrebbero avvertire di certe cose! Torno in ufficio… a stasera! >> Saluta papà. Prima di uscire di casa bacia a stampo la mamma.
<< Rhonda, lasci qui i bagagli, li disferemo dopo! Io mi faccio un bagno e riposo! >> Ci informa mamma allontanandosi. Resto solo con mia sorella.
<< Allora fratellino… Ci sono state novità qui? >> Mi domanda sedendosi sul grande divano.
<< Direi di sì. Beh immagino papà ti abbia raccontato di Lorenzo! >>
<< Certo. Quel troglodita! >>
<< Pensa invece che, se intraprenderà una relazione con Roberta, diventerà nostro cognato! >>
<< Per la legge della biologia magari ma non per quella dei rapporti umani, continuando di questo passo! Cosa nascondi lì? >> Mi chiede. Si avvicina a me e afferra il biglietto di Silvia che mi è scivolato dalla tasca. Le faccio vedere il libro per renderle più comprensibile il contenuto del biglietto. Scoppia a ridere.
<< Io le ho regalato “Il Decameron” dicendo che potrebbe imparare qualche lezione e, trattandosi di una lettura somministrata ai bambini delle scuole medie, dovrebbe essere di facile comprensione per lei! >>
<< Io non mi ricordo di aver letto questo libro che dici alle scuole medie! >> E ti pareva!
<< Forse perché lo usavi per uccidere le zanzare! >> La canzono, lei mi fa la linguaccia. Mi avvicino a lei per parlarle sotto voce.
<< Papà mi ha assicurato il suo appoggio per ottenere la presidenza, non ha digerito il comportamento di Lorenzo. A patto che mamma non lo sappia, pare avessero stretto una promessa, perciò acqua in bocca! >> La informo. Lei si passa due dita unite lungo la bocca simulando una cerniera.
<< Presto sapremo cosa sono andati a fare alla Camera di Commercio… Papà si è già mosso! >> Le spiego.
<< Ottimo… Cerca però di darti una leva con Silvia prima che te la soffi qualcun altro adesso che è tornata single! Parlando d’altro, hai notizie di Paola? >> Mi chiede.
<< No, perché dovrei? Ho un favore da chiederti, mi devo procurare il numero di Silvia. >>
<< Ed io come dovrei fare scusa tanto? >>
<< Ed io che ne so?! Domani quando sarai in azienda a girare lo spot fruga nella sua borsa, inventati qualcosa! >>
<< Lo spot non verrà girato in azienda. A proposito, devo passare di lì per prendere accordi. Mi accompagni? >> Mi domanda alzandosi.
<< Vuoi vedermi morire? Se David, Camilla o chi che sia mi vedono lì mi sgozzano! >> Le faccio presente.
<< Da quando hai terrore di loro? Possiedi delle azioni e hai tutto il diritto di stare lì… Tu non parlare con nessuno e vedrai che andrà tutto bene. Non avranno ragione di cacciarti se non li provochi! >> Mi fa notare. << Così già che sei lì potrai domandare il numero alla tua bella! >> Sé…. Come se me lo darà su richiesta!
<< Pensa per te! Il tipo ti ha chiamato? >> Domando riferendomi a Massimiliano.
<< No! >> Piagnucola tutta offesa mentre montiamo sulla sua Mini Cooper che in questi giorni è rimasta parcheggiata in garage. Non vedo l’ora di riavere la mia patente!
 
 
Roberta
Quando sono in auto alla volta dell’azienda inforco l’auricolare e telefono a mio padre. Risponde quasi subito.
<< Figliola! Come stai? >> Mi chiede.
<< Ciao papà, abbastanza bene e voi? La serata con Alexander e Marcella come si è svolta? >> Gli chiedo. Emette un grugnito.
<< Lo devo ammettere ok? Non è terribile come pensavo. >>
<< Chi il ragazzo o la madre? >> Chiedo scherzando.
<< Marcella ho sempre saputo quanto è terribile! Sei a pranzo bimba? >>
<< Sto andando in azienda. Papà ci sarete al lancio della collezione? >>
<< Non lo so bimba. Sai che Olga non si può allontanare, figurati lasciare lo Stato! Troveremo il modo di esserci. In più oggi è arrivata la comunicazione che Olga è stata cacciata da scuola… Non ne va bene mezza! >>
<< A proposito di questo papà c’è una ragione precisa per cui ti chiamo! Sono successe delle cose che dovete assolutamente sapere. >> Introduco. Mio padre, allarmato, mi domanda di cosa si tratta. Inserisce il viva voce e racconto tutto per filo e per segno. Papà esplode con varie imprecazioni.
<< Come diavolo si permettono quei soggetti di venirti a cercare?! Dovrebbero essere colpiti da qualche malattia deformate, così perderebbero le idoneità fisiche oltre che mentali, quelle sono andate a farsi benedire da un pezzo! Leonora, nostra figlia è in balia di quei due soggetti! >>
<< Papà non sono in balia di nessuno, l’ho messo al suo posto due volte in meno di 24 ore quello svitato di Daniele. >> E poi ho chi mi difende a quanto pare. Mi scappa un sorriso.
<< Dai a Lorenzo carta bianca per fargli tutto quello che vuole! >>
<< Nicola, che idee ti vengono? Vuoi che quel ragazzo finisca in prigione? >> Interviene mia madre.
<< Non credo che tornerà tanto preso a infastidirmi. Papà sono giunta al lavoro, ci risentiamo! >>
<< Come vanno i preparativi? >> Chiede mio padre.
<< Bene papà. Le modelle sono arrivate ieri e stanno montando la coreografia, David sta collaborando con Sierra Events per l’organizzazione della serata… Procede tutto! A presto papà passate una buona giornata! >>
<< Ciao bimba! >> Mi saluta. Provo a chiamare Leon ma ancora una volta squilla a vuoto, alla fine scatta la segreteria telefonica.
 
 
 
Giulia
Mancano pochi metri per rivederlo. Neanche un messaggio! Bene, se le cose stanno così mi comporterò di conseguenza, cos’altro posso fare? Quando, accompagnata da mio fratello, entro nella hall aziendale è come se ricevessi un pugno allo stomaco perché vedo una tizia che posa le sue zampacce di Massimiliano. Sono entrambi di spalle e non capisco cosa stiamo facendo! Lui ha le braccia a 90 gradi, sotto suggerimento di lei le unisce e poi le separa ancora simulando l’utilizzo di un attrezzo per la palestra, stanno parlando di attività fisica. Giulio attira la loro attenzione tossendo. I due si voltano e i nostri sguardi s’incrociano a quel punto cancello ma mia espressione di donna gelosa per stamparmi in viso un’espressione più seria.
<< Buon giorno, è finita da un pezzo da vostra pausa, da quello che so! >> Li riprende Giulio.
<< Lei non ha niente da fare di sopra? Immagino che Ugo le abbia dato le ferie! >> La prendo in giro.
<< Buon giorno. Jenny loro sono i fratelli Valencia, Giulio e Giulia, azionisti dell’azienda. >> Ci presenta Massimiliano. E così Anna dai capelli rossi si chiama Jenny!
<< Chiedo scusa, torno subito di sopra. Ci vediamo questa sera! >> Lo saluta quella. Hanno un appuntamento?! Quando i nostri sguardi s'incrociano distolgo subito il mio con aria sostenuta. Entriamo tutti e tre in ascensore.
<< Tutto bene? >> Mi sussurra Giulio alla presenza di Anna dai capelli rossi.
<< Sì, a meraviglia. Devo solo farmi dare da Diego istruzioni per domani e possiamo andarcene. Io non devo imparare alcuna coreografia dato che la conosco a memoria e sono la star della sfilata, quella che sfilerà in chiusura con l’abito di più prestigio. >> Mi vanto di fronte a quella.
<< Arrivederci. >> Saluta avviandosi verso l’atelier.
<< Sai credo che la seguirò. >> Interviene Giulio avviandosi verso l’atelier.
<< Ma guarda un po’ chi è tornata! Se è tornata tanto presto significa che non l’hanno presa, bionda tinta! >> Mi prende in giro la giraffona.
<< Ma non vi vergognate a prendervela con una ragazza di soli 20 anni? >>
<< Noi per lo meno ci limitiamo a qualche battutina, non veniamo alle mani con in ventenni… Come fa qualcun altro! >> Chiosa Sandra facendomi girare i 5 minuti.
<< NON SI AZZARDI! SI FACCIA GLI AFFARI SUOI PER UNA VOLTA! Ah, scordavo che non ne ha, che ha una vita piatta come la superficie di questo tavolo, anzi questo tavolo è più interessante, per questo non può evitare di farsi gli affari degli altri! >> Dopo aver risposto per le rime mi avvio verso l’ufficio di Diego. Busso e quando ricevo risposta entro. Lo trovo seduto sul divano con quella persona con le sembianze di una donna cha scelto come fidanzata.
<< Giulia, neanche sei tornata e già ti si sente urlare! >> Mi provoca Diego.
<< Ciao Diego, ciao, ehm… >> Fingo di non ricordare il nome.
<< Isabella! >> Tuona contrariato Diego.
<< Giusto. Se non vuoi sentirmi urlare di alle tue amiche di là di tenere a freno la lingua! Sono qui per domani! >>
<< La troup vi aspetta all’Hotel Carlton. Camilla vi accompagnerà! C’è altro? >> Asserisce Diego riferendosi a me e a Michael.
<< No, vi lascio alle vostre effusioni stomachevoli. Asserisco a mo di saluto, uscendo dal suo ufficio.
<< Antipatico! >> Brontolo contro la porta chiusa.
 
 
 
Diego
<< Non potevano tenersela?! >> Brontolo riferendomi a Giulia.
<< Lascia stare, è solo una presenza fastidiosa ma non di certo un problema! Cosa stavi per dirmi? >> Mi domanda la mia fragolina mentre muoviamo dolcemente le nostre dita intrecciate.
<< Che non voglio discutere con te per i problemi degli altri, è evidente che abbiamo opinioni discordanti sulla faccenda ma non ho di certo voglia di scontrarmi con te per questo… >> Spiego. Prima a colazione e poi a pranzo… Avremo pace almeno a cena?
<< Mi dispiace… Divento un’altra persona toccando certi argomenti, vero? >>
<< E allora non tocchiamoli più… Non dico di non consolare tuo cugino o chi che sia ma cerchiamo di non farci coinvolgere più di tanto per non finire a litigare anche noi! >> Suggerisco. Annuisce e, dopo aver scostato il suo ciuffo, le bacio la fronte.
<< Tra poco saranno qui mia zia e la sua famiglia, devo presentarle un resoconto sullo stato dell’azienda. >> Intervengo alzandomi in piedi. Le tendo la mando per aiutarla a sollevarsi dal divano.
<< Stasera passiamo in ospedale? Vorrei andare a trovare il padre di Francesco. >>
<< Sì, ma dopo ho una sorpresa per te! >> Le rivelo toccando con l’indice la punta del suo naso.
<< Un’altra? E quale? >> Chiede.
<< E se lo dico adesso che sorpresa sarà?! >>
 
 
Lorenzo
<< E’ nel suo ufficio? >> Domando ad Isabella la quale esce dalla presidenza, puntando il pollice verso l’ufficio di Roberta. Isabella conferma ciò che ho detto. Busso e, quando sento dire “avanti”, faccio la mia entrata. E’ stesa sul divano, mi rivolge solo un breve sguardo prima di richiudere gli occhi. Sembra che stia male davvero!
<< Come ti senti? >> Le domando, prendendo una sedia, voltandola per poi sedermi su di essa a cavalcioni per appoggiare le braccia allo schienale.
<< Non ancora benissimo. Tu? >> Mi chiede. Apre gli occhi e osserva il mio volto livido. Mi tocco leggermente l’occhio.
<< Questo fa molto male, a parte questo sto bene. >> Le spiego.
<< Non avrei voluto che finisse così la serata… >> Commenta, tornando a chiudere gli occhi.
<< Posso chiederti una cosa? >> Le domando preventivamente. Lei annuisce. << Cosa sono per te? >> Le domando a bruciapelo. Ok, forse ho sbagliato a porle questa domanda così decisamente ma volevo coglierla in contropiede. Lei apre gli occhi fissando il soffitto e li richiude subito dopo. Attendo con ansia la sua risposta.
<< Al momento uno scocciatore. >> Risponde. Le mie labbra si piegano in un sorriso che lei non può vedere, sapevo che avrebbe aggirato la domanda!
<< Posso? >> Domanda una voce che conosco entrando nell’ufficio dopo aver bussato impercettibilmente e non aver aspettato risposta. Roteo gli occhi. Si fionda su di me e mi allaccia le braccia al collo per poi posarmi un bacio sull’angolo della bocca.
<< Stamattina mi sono dimenticata di ringraziarti per ieri sera! >> Squittisce tutta contenta. Io l’allontano subito.
<< Mi dispiace, le ho detto che non poteva entrare! >> Spiega Isabella dispiaciuta.
<< Non hai fatto niente di male Isabella, devi capire che per alcune persone le buone maniere sono cosa di nulla importanza, torna pure al tuo lavoro! >> Risponde Roberta. Isabella chiude la porta e si allontana. Roberta si mette seduta.
<< “Torni al lavoro” vale anche per lei signorina. Oltre al fatto che qui non è a casa sua per tanto deve chiedere permesso alle segretarie prima di accedere all’ufficio dei dirigenti, bussare e attendere via libera! Detto questo vi pregherei di andare a pomiciare nell’ufficio di qualcun altro. Ne hai uno bello grande a tua completa disposizione! >> Tuona Roberta fissandomi con aria truce. La sua gelosia mi diverte ma non posso mettermi a ridere in un momento del genere!
<< Scusami Roberta! >> Risponde Valentina. Roby la guarda esterrefatta. Ma è proprio cogliona Valentina!
<< Come dicevo le buone maniere sono demodé ormai. Per lei sono la dottoressa Roberta Mora, non sono sua madre o sua sorella! >> La riprende ancora Roberta.
<< Ma come? Non ti ricordi di me? >> Domanda lei come se le parole le entrassero dall’orecchio sinistro e le uscissero da quello destro! Roby la osserva per un lungo istante.
<< Ah! Sì. Lei è la ragazza del campeggio! >> Afferma Roby guardando me. Mi schiarisco la gola.
<< Voi… >> Cerco di intervenire.
<< Stai per chiedere se ci conosciamo? Disgraziatamente sì! Quella volta in campeggio, alle sei di mattina, mentre andavo alla toilette, l’ho sorpresa che sgusciava fuori dalla tua tenda. Abbiamo fatto colazione insieme e mi sono dovuta sciroppare la storia sulle due doti… E non intendo imprenditoriali! >> Avvampo quando Roby fa il suo resoconto circa l’incontro con Valentina.
<< Ah, questo non lo ricordavo! >> Interviene Valentina. Povera pazza!
<< Ebbene sì, ancora oggi sono scossa da incubi notturni e la mia psiche è segnata da cicatrici indelebili! Tuttavia quel fugace incontro che come dicevo ha compromesso la mia psiche non fa di noi due amiche, perciò mi dia del lei. Detto questo vi domando cortesemente di abbandonare il mio ufficio visto che non è un salotto! >> Ci invita alzandosi in piedi. Incrocia le braccia e mi guarda con aria indisposta. Vorrei solo attirarla a me e baciarla!
<< Va bene, ci sono alcune cose che la signorina ed io dobbiamo discutere in privato! >> La provoco con un sorriso beffardo. L’espressione di Roberta si fa più dura e ci sbatte fuori. Faccio di tutto per trattenere il riso. E’ pazza di me!
<< Di cosa mi devi p… >> Sta per chiedermi Valentina una volta in corridoio.
<< Di niente, tu ed io non abbiamo argomenti da discutere e non abbiamo nulla a che fare. Chiarito questo torna al lavoro e restaci per tutto il resto della giornata, come ti ha ordinato la dottoressa Mora! >> Affermo perentorio allontandomi, divertito più che mai, per tornare nel mio ufficio.
 
 
 
Giulio
Sono riuscito a introdurmi in atelier senza farmi notare, impegnati com’erano con le prove della coreografia non hanno fatto caso a me. Lei mi rivolge le spalle, non si è resa conto della mia presenza.
<< Spero tu stia leggendo il libro che ti ho mandato! >> Intervengo. Lei si gira di scatto e in seguito alza gli occhi al cielo. Copre i fogli sul tavolo con una cartellina.
<< Tu sicuramente non lo hai nemmeno sfogliato dato che in quel libro non c’è scritto che è buona norma spiare le persone! >> Mi redarguisce.
<< Cosa stavi facendo? >> Le domando cercando di sottrarle uno di quei fogli che ha tentato di nascondere. Prova a impedirmelo ma non ci riesce. Osservo il modello che ha disegnato.
<< Oddio… La tecnica fa un po’ spavento, però il modello in sé sembra carino, se disegnato da chi ha la mano. >> Commento. Non male l’idea in sé. E’ un minidress mono spalla caratterizzato sa larghe strisce oblique e a pieghe di colori diversi (rosa confetto e viola prugna).
<< Questo cosa sarebbe? >> Le domando indicando un particolare bianco.
<< Il corpetto a cuore. Sopra di esso il tessuto rosa pallido che forma anche la spallina e da sotto l’ascella il tessuto viola prugna… Io non so disegnare bene, i modelli hanno forma nella mia testa! >> Ammette imbarazzata. << E comunque fa schifo. >> Afferma accartocciando il disegno per poi gettarlo nel cestino. << C’è altro? >> Domanda scontrosa ponendo fine al breve momento di complicità che abbiamo avuto.
<< No! >> Rispondo. Lei si alza e esce dall’atelier senza salutarmi. Quanto a tecnica non sarà un granché questo disegno ma la fantasia non le manca. Mi chino per raccogliere il foglio dal cestino quando noto il libro che le ho regalato. Sì, mi da fastidio vederlo lì come un regalo non gradito! Lo prendo dal cestino e lo porto via con me.
 
 
 
Roberta
<< Quella poco di buono… Gli è saltata al collo come se non vedesse un uomo da mille anni, figurati se è così! E poi ieri sera è successo qualcosa tra i due a quanto pare! >> Chioso verso Camilla dopo averle riportato i fatti appena successi.
<< Dopo o prima di aver difeso il tuo onore facendo a botte? Ti sei dimenticata che si è incollato al tuo campanello ieri sera? Lui le avrà tenuto la porta aperta e quella lì si sarà fatta chissà quali film! >> Risponde Camilla.
<< E’ uscito di qui dicendo che doveva parlare con lei… Non di gestione aziendale, di sicuro! >>
<< Davvero ti ha raccontato i dettagli della loro scappatella? >> Ridacchia Camilla. Sì! E quella conversazione non me potrò più togliere dalla testa!
<< Non voglio neanche pensarci… Pensi che tra i due…? >>
<< Io non credo. Comunque ho in mente io un piano efficace per capire se Lorenzo si interesserebbe a un’altra ragazza! >>
<< E sarebbe? >> Domando con una nota di spavento.
<< Lo faremmo sedurre, per finta s’intende, da una! Noi ci manterremo a distanza per osservare il suo comportamento! >> Strabuzzo gli occhi a questo suo piano folle!
<< Ma sei folle? Dovrei darlo in pasto a un’altra?! >>
<< Non ti devi preoccupare di questo. Ho già in mente la persona giusta, una ragazza che mi deve un favore e non ci tradirebbe mai! Si chiama Adelaide, è bellissima, fa la veterinaria perciò è una persona per bene non una qualunque! E cosa più importante è gay, è stato Michael a presentarmela! >> Mi spiega.
<< Tu sei matta Camilla… E questa tizia si presterà a questa pagliacciata secondo te? >> Chi mai lo farebbe?
<< L’unico modo è chiederglielo. Come ti ho detto mi deve un favore ed è arrivato il momento di riscuoterlo! >> Camilla estrae il suo cellulare, la chiama e mette in viva voce. Io mi porto una mano alla fronte.
<< Pronto? >> Sento dire da una bella voce.
<< Sì, Adelaide, sono Camilla Mendoza! >>
<< Ciao Camilla, come stai? >> Le domanda.
<< Molto bene e tu? C’è anche la mia amica Roberta qui con me! >>
<< Ciao, sono Roberta! >> Mi presento.
<< Molto piacere Roberta. >> Tra le due inizia una breve conversazione di convenevoli: come stai, come va il lavoro, come sta la famiglia, ecc ecc.
<< Adelaide mi domandavo se potevi farmi un favore, un grosso favore! >>
<< Camilla tu puoi chiedermi quello che vuoi. Se non fosse per te non avrei la vita che avrei! Non starei con la mia compagna e non avremmo una bellissima bambina… A proposito, a Settembre ci sposeremo! Riceverai il mio invito! >> La informa.
<< Mi fa un immenso piacere Adelaide, congratulazioni! >>
<< Grazie cara. Che tipo di favore mi devi chiedere? >> Le domanda.
<< E’ un grosso favore. Vedi la mia amica Roberta ha dei dubbi su questo ragazzo che le piace molto… So che ti chiedo tanto e non ti biasimerò se non vorrai prestarti a questa farsa, ci domandavamo se potessi aiutarci a sottoporre il tipo a un test! Dovresti fingerti interessata a lui! >> Le comunica Camilla. Mi porto nuovamente una mano alla fronte. Mi sembra una cosa ridicola!
<< Quando hai detto che ti serviva un favore credevo ti servisse la mia casa al mare, per esempio! >> Controbatte lei. Ovvio che avrebbe rifiutato!
<< So che ti chiedo molto… Vedi il ragazzo è mio fratello Lorenzo! Lo vedrai spesso sulle riviste, diciamo che ama fare il farfallone. Noi saremo nei paraggi, non vi perderemo mai di vista. Sempre che la cosa non ti causi problemi con la tua compagna! >> Insiste Camilla.
<< Basta che non mi tocchi baciarlo! >> Scherza lei. Divento di tutti i colori.
<< No, non ci spingeremo tanto in là e sei autorizzata a scappare se dovesse provarci! Il piano sarebbe di agganciarlo quando esce dall’azienda, lui esce per ultimo, alle 18:15, puntuale come un orologio svizzero! >>
<< Va bene Camilla vi aiuterò. Ma sappi che mi riservo il diritto di schiaffeggiarlo se dovesse allungare le mani! >>
<< Allora vorrà dire che il test sarà fallito. Questa sera sei libera? >> Mi domanda.
<< No sono di guardia alla clinica questa notte, possiamo fare domani visto che ho il giorno libero! Spero di esservi utile! >>
<< Io non so come ringraziarti… Vuol dire che adesso devo io un favore a te! >> La tipa ridacchia prima di salutare e porre fine alla comunicazione.
<< A sembra un piano ridicolo! >> Asserisco quasi disperata. E se dovesse veramente fallire il test? Veniamo distratte quando Isabella ci informa dell’arrivo di Camilla, Lena e Kristof.
 
 
Camilla
L’azienda che mio padre, mia madre, Giulio e Susanna Valencia hanno fondato tantissimi anni fa. Sembra la stessa ma in realtà è molto cambiata e adesso è condotta dalla terza generazione di Valencia e Mendoza. La produzione si è ingrandita, modernizzata, la moda è cambiata… E quel piccolo magazzino dove giocavamo Marcella ed io dopo la scuola è solo un vago ricordo!
<< Avete fatto molti cambiamenti, necessari aggiungerei! >> Chioso mentre prendiamo tutti posto in sala riunioni. La stanza è affollata.
<< Zia, ti presento il nuovo e temporaneo direttore del personale, Francesco Mèsa. >> Interviene Diego dando il via alle presentazioni che vengono interrotte da un aprirsi di porte. Fanno il loro ingresso Giulio e Giulia Valencia.
<< Buona sera! Camilla sei in splendida forma… >> Mi saluta Giulia praticamente travolgendomi con un abbraccio.
<< Salve Giulia, anche tu sei sempre bellissima. >> Saluto per cortesia.
<< Lena, Kristof ben tornati! >> Li saluta in modo più moderato.
<< Buona sera e ben tornati in azienda. >> Saluta con più discrezione Giulio.
<< Ciao Giulio, è da parecchio tempo che non ci vediamo! >> Lo saluta Lena.
<< Stavo bene anche prima! >> Risponde Giulio. Ho capito che mia figlia ha sbagliato molto in passato ma non posso proprio evitare determinate frecciatine?
<< C’è una cosa che non capisco Giulio…. Cosa fai qui?! >> Gli domanda Diego.
<< Ti ricordo che posseggo una fetta della torta! Ad ogni modo sono venuto ad accompagnare Giulia e adesso me ne vado. Non vorrei che a tuo fratello partisse nuovamente lo schizzo. >> Risponde Giulio riferendosi a Lorenzo il quale si alza e sbatte i palmi sul tavolo. Certo che uno è tale al padre (Giulio), l’altro è permaloso peggio di una donna (Lorenzo)!
<< Non ne vale la pena… >> Lo frena Roberta posando la sua mano su quella di Lorenzo. Quando lui la guarda la ragazza toglie subito la mano portandosela in grembo. Non serve il binocolo che vedere che tra i due non c’è solo amicizia!
<< Buon proseguimento! >> Ci augura Giulio togliendo il suo arrogante disturbo.
<< Se non è il padre è il figlio… sempre tra i piedi! >> Commenta Lorenzo beccandosi un’occhiataccia da parte del padre.
<< Ancora? Vuoi litigare pure qui? >> Lo rimprovera.
<< Perché non mi parlate della situazione dell’azienda?! >> M’intrometto impedendo che continui questa discussione. Diego inizia la sua presentazione mentre mia figlia chiede permesso per andare al bagno.
 
 
Lena
Dopo aver notato Giulio entrare di soppiatto nell’ufficio del direttore del personale e richiudere furtivamente la porta alle sue spalle, lo seguo. Spalanco di colpo la porta facendogli prendere spavento. Sta frugando nello schedario dei dipendenti. Trae un respiro di sollievo quando vede che sono io.
<< Chiudi quella porta, imbecille! >> Mi rimprovera, io ubbidisco.
<< Cosa stai facendo? Mio cugino lo sa che ti aggiri come un ladro in azienda curiosando negli schedari? Perché non hai chiesto a Mèsa di fornirti ciò di cui avevi bisogno? >> Lui emette un grugnito di disappunto.
<< Intendi quello che nei ritagli di tempo, quando non ha da fare con la sua nuova ragazza, gioca a fare l’imprenditore? >> Domanda prendendo in giro Diego ed eludendo la mia domanda.
<< Mi dici cosa stai facendo o devo andare a dire a Diego di averti sorpreso a frugare? >> Non ricevo risposta da lui perciò mi avvio verso la porta e l’apro. Giulio la chiude con un rapido gesto.
<< Non provarci! >> Sibila a poca distanza dal mio viso.
<< Senti, non voglio sapere cosa cercavi ma dovrai dirlo a Diego se non accetti di darmi una mano! >> Azzardo.
<< E’ un ricatto? Una mano a fare cosa? >> Mi domanda.
<< Desidero un appuntamento con David! >> Gli confesso. Scoppia a ridere davanti alla mia richiesta.
<< Tu sei pazza! >>
<< Va bene! >> Faccio per voltarmi e riaprire la porta ma lui mi afferra per le spalle e mi sbatte contro di essa. E’ un attimo il tempo che intercorre tra lo stimo e la risposta. Gli allaccio la braccia al collo e lo bacio con ardore. Giulio, dopo gli iniziali momenti di interdizione, si lascia andare e mi passa le mani sulla schiena, scendendo fino al fondoschiena. Avviene tutto in modo rapido e travolgente, come avvenne quella sera. Cadiamo sul divano dove prendo posizione accavallandomi su di lui. Siamo due incoscienti! Dopo avermi sceso la cerniera dell’abito mi bacia con ardente desiderio.
 
 
Lorenzo
In sala riunioni siamo soli, le luci sono spente, l’unica illuminazione penetra dalla finestra e dalle fessure dalla porta e proveiene dalle luci accese nel corridoio. Sono seduto a capotavola quando lei si alza dalla sedia all’altro capo del tavolo, ci monta sopra e si muove sinuosamente a carponi. Il vento le scompiglia i capelli. Sto sudando e sono costretto ad allentarmi il nodo della cravatta mente il desiderio in me aumenta. Roberta si ferma in ginocchio a gambe leggermente divaricate, afferra la caraffa di acqua e si butta addosso il contenuto. La sua camicia bianca zuppa diventa quasi trasparente e lo vedo… Indossa il baby doll della foto!
<< Lo so che mi vuoi! >> Asserisce con fare sensuale accarezzandomi sotto il mento con l’indice.
<< TERRA CHIAMA LORENZO! >> Mi riporta alla realtà Diego strillando il mio nome. Tutti i presenti ridacchiano e mi rendo conto che stavo osservando Roberta con aria stralunata.
<< Scusate ho un po’ di mal di testa… >> Adduco come scusa. La riunione prosegue parlando dell’imminente lancio. Roberta evita accuratamente di guardarmi. Dentro di me sorrido soddisfatto quando ripenso alla manifestazione di gelosia di prima!
 
 
 
Giulio
Una cazzata. Ho ragionato con l’arnese che ho nei pantaloni e ho commesso una cazzata! Anzi non ho proprio messo in moto il cervello! In religioso silenzio ci ricomponiamo, Lena mi chiede aiuto per tirar sù la cerniera del vestito.
<< Quello che è successo qui dentro non lo dovrà scoprire nessuno. >> Sentenzio.
<< Ho mantenuto il riserbo sulla nostra debolezza di qualche tempo fa quando venni per le feste di Natale. Riguardo a questa volta starò zitta se tu mi aiuterai! >> Ripete.
<< Ti ho già detto di no! >> Figurati se perorerei una storia tra lei e mio fratello! Sarebbe il mezzo più facile per bruciarmi ogni possibilità di perdono!
<< Non hai capito che non scherzo? Dovrai solo dare appuntamento a David ma lì ci sarò io non tu! >> Mi fa sapere. Sto per ripeterle di no quando ci ragiono: tanto David non si presenterebbe mai ad un appuntamento con me, chissà che poi questa tizia smetta di scocciarmi!
<< Se farò quello che vuoi starai zitta a proposito della nostra scopata e di avermi beccato qui? >> Domando rudemente, lei annuisce.
<< Dopo invierò un messaggio a mio fratello. >>
<< No, non fido di te. Scrivi un biglietto e lo lascerò sulla sua scrivania. >> Mi ordina prendendo carta e penna dalla scrivania. Non si fida di me? Buona questa! Faccio ciò che mi chiede e firmo. Tanto David butterà il biglietto nel cestino non appena leggerà il mio nome!
 
 
Giulia
L’ascensore si apre e giungo al pian terreno. Lui è ancora lì al bancone. Solleva lo sguardo verso di me ma subito dopo lo riporta sul banco.
<< Buona sera. >> Saluto.
<< Anche a te. >> Mi saluta. Per lo meno non è tornato a darmi del lei! Sto per andarmene quando ci ripenso e decido di affrontarlo.
<< Adesso non mi rivolgi più la parola? Io ti confesso i segreti della mia famiglia, facciamo l’amore e tu mi togli il saluto?! Ma certo, tanto tu ti sei solo fatto un giro per poi gettarmi come una scarpa vecchia! >> Esplodo. Lui si prende qualche secondo per raccogliere le idee prima di rispondermi.
<< Sei stata tu a partire senza neanche mandare un messaggio! >> Mi accusa. Perché lui cos’ha fatto?!
<< Io mio cellulare invece è incandescente da tutti i messaggi che mi hai inviato! >> Tuono. E’ l’entrata di Anna dai capelli rossi ad interrompere il nostro confronto.
<< Massi, andiamo? >> Gli domanda. Andare? Andare dove?!
<< Sì… Arrivo. >> Conferma lui. Prende giacca e cellulare per poi seguirla.
<< Avete un appuntamento galante vedo… divertitevi! >> Saluto indispettita. Massimiliano mi guarda senza risponde prima di uscire accompagnato da quella! Noto che gli è caduto qualcosa, mi chino e raccolgo il biglietto da visita di una palestra. Sul retro è annotato un numero di telefono cellulare, la data di oggi e l’ora, le 21. Ma guarda un po’, ho voglia di fare un po’ di tapis-roulant!
 
 
 
Betty
Dopo la riunione mio marito ed io ci prepariamo per discutere con i nostri figli. Il primo della lista è Lorenzo, il quale ci tiene la porta aperta per accoglierci nell’ufficio che un tempo era di mio marito.
<< Credevo che ci fossimo detti tutto ieri sera! >> Esclama appena richiude la porta alle sue spalle. Si accomoda sulla poltrona.
<< Forse non ne abbiamo parlato abbastanza! Noi vogliamo sapere cosa sta avvenendo fra te e Roberta. >> Asserisce mio marito, Lorenzo sbuffa. Armando è convinto che se messo sotto pressione cederà raccontando quella che lui pensa essere la verità.
<< Ancora con questa storia?! >> E’ il bussare ad interrompere la conversazione.
<< Avanti! >> Esclama Lorenzo. Dalla porta fa capolino Roberta per l’appunto.
<< Scusate, non sapevo foste sui. Vi lascio soli allora io posso ripassare dopo! >> Decide.
<< No cara, accomodati pure! >> La invita Armando quando sta per andarsene. Roberta chiude la porta e si siede sul divano.
<< Stavate parlando di quello che è successo con Daniele? >> Domanda Roberta.
<< In un certo seno tesoro. Vedi, Armando ed io ci stavamo domando, beh ecco… Se tra voi due ci fosse qualcosa di più di un’amicizia. >> Asserisco non sapendo bene come impostare il discorso. Roberta diventa di tutti i colori.
<< Betty, cosa ti viene in mente? >> Mi chiede imbarazzata.
<< E’ quello che dico anche io… Andiamo lei è… lei è… è la figlia di Nicola! Abbiamo condiviso la culla! >> Interviene Lorenzo osservandola.
<< Ecco, spero solo che tu lo tenga bene a mente. E poi Roberta ti conosce bene sa quali sono le tue abitudini con le donne, dubito che voglia finire come le altre, no? >> Le domanda Armando.
<< Assolutamente zio. Senza offesa per te Lorenzo… Diciamo che tuo padre ha ragione… >> Interviene lei timidamente. Mi sembra talmente a disagio!
<< Non sono offeso. >> Risponde lui picchiettando con una penna sul tavolo.
<< Tesoro c’è solo una cosa che mi sfugge. Per quale motivo il tuo ragazzo è scappato in quel modo? >> Le domanda Armando. L’argomento attira anche l’attenzione di nostro figlio.
<< Dovete sapere che Leon è di animo molto sensibile e fragile… Non ha gradito l’illazione di Daniele… >>
<< Quando ha ipotizzato che foste fidanzati? >> Le chiedo conferma. Lei annuisce.
<< E vi siete lasciati? >> Le domanda Armando.
<< Forse, non lo so… Oggi non sono riuscita a parlargli, non mi risponde. >> Ci informa Roberta. Il ticchettio della penna di Lorenzo si fa tediante.
<< Ti dispiace? >> Lo riprende il padre. Lui posa la penna.
<< Se non c’è altro che mi coinvolge posso lavorare? >> Chiede scontrosamente Lorenzo. Roberta è la prima ad alzarsi.
<< Comunque ero solo venuta perché non ti ancora chiesto grazie… >> Afferma Roberta rivolgendosi a Lorenzo.
<< Figurati. Io ci sono. >> I due sembrano essersi dimenticati che attorno a loro c’è vita perché si scambiano un’occhiata intensa. E vogliono farci credere che tra di loro c’è solo amicizia!
<< Bene, ti lascio lavorare. >> Asserisce lei interrompendo lo sguardo dopo di che scappa via dall’ufficio. Noi due ci alziamo.
<< Andiamo a casa. Non dimenticarti quello che ti ho detto… Ti mando in seminario che vengo a sapere che hai delle mire su di lei! >> Ribadisce suo padre.
<< Sì papà! >> Risponde nostro figlio seccato. Usciamo dal suo ufficio.
<< Mamma ti stavo cercando. Possiamo parlare da sole? >> Mi domanda Camilla.
<< Certo tesoro. >> Le confermo.
<< Io raggiungo Camilla e la sua famiglia al bar, dopo ce ne andiamo. Mostrilla a presto! >> La saluta mio marito baciandole il capo.
<< Cami, cosa succede? >> Le domando.
<< Volevo solo informarti che David è a conoscenza di tutto… Della faccenda di Giulio! >> Mi fa sapere. Traggo un respiro di sollievo.
<< Suppongo l’abbia presa bene se state ancora insieme! Ieri sera ti ha fatto una bella dichiarazione d’amore di fronte a tutti. >> Ricordo contenta per lei. Camilla sorride. Vediamo passare Roberta con soprabito e 24 ore.
<< Ciao Camilla a domani, ciao Betty! >> Ci saluta.
<< Ciao cara! >> La saluto.
<< Ciao Roby, a domani! Inizialmente l’ha presa malissimo mamma! Domenica fuori dal ristorante abbiamo incontrato Samuel Martinelli il quale ha presentato le sue illazioni su una presunta storia tra me e Giulio! Dopo questo episodio ho dovuto raccontare a David che sì c’era stato qualcosa. Ha abbandonato il mio appartamento come una furia impazzita, non mi ha dato il tempo di spiegargli com’erano andate le cose. Ieri abbiamo chiarito tutto! >> Mi racconta.
<< E con Giulio è stato molto duro immagino! >>
<< Certo mamma, non si parlano più! Stava per prenderlo a pugni e Giulio è venuto a farmi la predica per non aver tenuto fede al patto… Lo detesto quel soggetto! >>
<< Tale padre…. >> Chioso quando David esce dal suo ufficio.
<< Betty, gliela posso rubare? Amore mio cosa dici se vai a casa, ti rilassi e io intanto vado a prendere del sushi? >> Propone il mio futuro genero baciando mia figlia dopo averle passato un braccio dietro al collo. Quanto sono bellini!
<< Mi sembra un’ottima idea amore. Mamma ci vediamo presto, passate una buona serata! >> Ci salutiamo con un guancia a guancia quando Lorenzo esce dal suo studio.
<< Se cerchi Roberta è andata via due o tre minuti fa! >> Intervengo a mo di batttuta, battuta che lui non sembra apprezzare!
<< Pronto?! Ma che lingua parlo? Non m’interessa Roberta! >> Tuona sbattendo la porta del suo ufficio e tornandovi dentro.
<< Però, che caratterino! Da chi ha preso?! >> Scherza Camilla.
<< Devo rispondere a questa domanda figlia mia? >>
 
 
Marcella
<< Sei certa Marce di voler partire? >> Mi domanda mia sorella, dopo che le ho spiegato le mie intenzioni. Sto anche facendo la valigia.
<< Si Bea, ho deciso di rimettere piede a Bogotà e credo che questa lontananza sarà solo un bene. >> Le spiego.
<< Ma io vengo con te allora! >> Esclama tutta contenta.
<< Speravo lo avresti detto. >> Le sorrido mentre le accarezzo la spalla.
<< Ma a Russell l’hai detto? >> Mi chiede. Scuoto la testa.
<< Dovresti dirglielo, in fin dei conti siete ancora sposati, digli semplicemente che ti allontanerai con me per qualche giorno! >>
<< Non ho voglia di parlare con lui… >> Piagnucolo.
<< Tu non devi vergognarti di niente! Non hai fatto a non stai facendo niente di male! >> Insiste, mettendomi in mano il telefono. Ovviamente risponde subito.
<< Marcella! E’ bello sentirti… >>
<< Senti, non è una telefonata di cortesia, non voglio chiacchierare! >> Lo interrompo.
<< Marcella voglio tornare a casa….. ti prego! >> M’implora invano.
<< Se continui così butto giù! Ti chiamo solo per avvertirti che lascerò Miami con Bea, per qualche giorno! >> Gli comunico.
<< Per andare dove? >> Domanda sorpreso.
<< Non deve interessare! Bea ha suggerito che dovevi saperlo… Fosse per me neanche ti avrei telefonato. Arrivederci. >>
<< Marcella, asp… >> Sta per dire quando sbatto il telefono in faccia. Sono troppo dura? No, lui con me si è comportato anche peggio!
<< Spero solo che Alexander se la cavi da solo! Dovrà anche sopportare Russell! >>
<< Sono certa che se la caverà e poi c’è Bridiga con lui! >> Mi ricorda Bea.
 
 
Daniele
<< E quando arrivi?.... Domani verrò io all’eroporto!... Certo, vi suggerirò un buon albergo…. Va bene Marce, che bello che ritorni! Un bacio e buonanotte! >> La saluta mia moglie. Mia sorella torna a Bogotà. Sono ventisei anni circa che non vedo mia sorella!
<< Marcella torna? >> Chiedo conferma e Patrizia annuisce. << E ha chiesto di me? >>
<< No Daniele, non farle troppa pressione ed evita di fare cose tipo improvvisate come accompagnarmi all’aeroporto, sai com’è fatta Marce, può darsi che apprezzi o può darsi di no. Soprattutto adesso che attraversa un momento difficile! >>
<< Perché, cosa le succede? >> Chiedo con apprensione.
<< Se vorrà te lo racconterà lei. >>
<< Se vorrà parlarmi. >>
<< Io sono certa che avrà pensato anche a questo sapendo che ti avrebbe incontrato prima o poi venendo qui. Daniele io penso che Roberta non vorrà mai parlarci! >>
<< In mio tentativo è servito solo a peggiorare le cose… >> Ammetto. Patrizia mi accarezza il viso.
<< Apprezzo il tuo tentativo… Anche se l’hai presa troppo di petto, sei stato troppo audace. Io avrei cominciato con una telefonata! >> Mi fa notare Patrizia.
<< Credevo che mi avrebbe per lo meno ascoltato! >> Mi lamento.
<< Danielino, non tutti ti ascoltano e lo sai bene! Il tuo modo di fare arrogante, per la maggior parte delle volte, fa indispettire le persone! La gente non è mica costretta ad ascoltarti! >> Mi critica mia moglie. Questo ho di carattere e lo sapeva quando mi ha sposato!
<< Parlando d’altro… Ti ho comprato alcune cose! >> Interviene tutta gasata esibendo il suo shopping.
 
 
 
Alexander
Leggo per la centesima volta il biglietto che ieri Olga mi ha infilato in tasca quando mi ha abbracciato.
 
 
Alex,
In questi giorni mi sei mancato davvero tanto, non ho fatto che pensare a te in quella cella e fuori. Ho capito quanto tu sia realmente importante per me e che farò di tutto per impedire a mio padre di separarci.
Certo, la mi speranza è che papà approvi la nostra storia quando vedrà che sei uno zuccherino. Se così non dovesse essere, io ho preso la mia decisione: fuggire con te! Lo so, ti sembrerà la decisione di una diciottenne impulsiva ma sappi che non la cambierò, anche se tu, per quel poco che conosco del tuo carattere, proverai a dissuadermi.
Durante questi giorni sono stata in pena perché temevo di averti messo nei guai e per questo ti domando scusa! Temevo che tu non volessi più vedermi, poi tutto è andato apposto quando ti ho visto fuori dal penitenziario. Promettimi che lotterai con me per la nostra storia?
Con tutto l’amore del mondo, tua Olga.

 
 
Appoggio la carta al petto e nascondo le mani sotto la testa, fissando il soffitto. Sì, mi spaventa la prospettiva di scappare nonostante l’opposizione del padre, so che questo gesto comporterà solo problemi e temo che lei un giorno se ne possa pentire. Spero che dopo ieri sera la cose prendano una piega diversa. E’ l’entrata di mamma nella mia stanza a destarmi dei miei pensieri. Speriamo che il periodo di lontananza le possa servire.
<< Pronta la vaglia? >> Le chiedo, lei annuisce e mi abbraccia.
<< Mamma non stai mica parendo per la guerra! >>
<< Te la caverai da solo? >>
<< Certo mamma, e c’è Bridiga con me. Non mi accadrà niente! >> La tranquillizzo.
<< Io tornerò al massimo Lunedì! Stai attendo tesoro, sul giornale di oggi ho letto che i Simpson e gli Ortiz sono stati derubati! >> Mi spiega parlando di due famiglie residenti nelle vicinanze.
<< Ricorderò d’inserire l’allarme prima di andare a letto e per sicurezza sposterò la Glock in un posto più facilmente raggiungibile,come il soggiorno! >> Mi ricordo mentalmente.
<< Per carità cerca di non usarla quella cosa… Non ero per niente d’accordo a prenderla ma tuo padre ha insistito tanto per avere il porto d’armi! >>
<< Mamma io sono il primo ad augurarmi che non serva. Comunque penso sia meglio tenerla in soggiorno, se dovesse entrare qualcuno dove troveremo il tempo di salire il camera e prenderla?! >> Suggerisco.
<< Cosa stavi leggendo? >> Mi domanda, notando la lettera piegata in due. Gliela faccio leggere.
<< Tu non pensi di fuggire con quella ragazza, vero? Sarebbe una follia bella e buona! >>
<< Io spero di non dover arrivare a quel punto mamma! >>
<< Secondo me state esasperando tutto, dopo ieri sera credo che Nicola si sia rifatto l’opinione che aveva di te. >> Mi fa notare rendendomi la lettera.
<< Suppongo che l’abbia scritta prima di ieri sera. >> Osservo.
<< Cerca di non commettere pazzie! >> Mi appunta mamma.
 
 
 
Armando
<< Certo Armando, l’ho saputo. Mia figlia mi ha informato! Ti dico solo che mi sono fatto un’endovena di valeriana, come la Regina di Saba, per calmare i nervi! Lo ammazzo Armando… Quando verrò li lo ammazzerò! >> Tuona il mio amico Nicola.
<< Non esagerare Nicola! >> Lo ammonisce Betty. La telefonata è in viva voce.
<< Già Lorenzo non sopporta Daniele nelle sua giornate buone, figurati dopo che ha avuto una trovata del genere. >> Commento.
<< Tuo figlio Armando si è guadagnato tutta la mia ammirazione! >> Chiosa Nicola. Mia moglie ed io ci guardiamo. Chissà se la penserebbe ancora allo stesso modo sapendo che ha delle mire sulla sua bambina!
<< Nicola, verrete al lancio? >> Domanda Betty per spostare l’attenzione da quell’argomento.
<< Non lo so sinceramente. Olga non può lasciare la città figuriamoci lo stato! Non saprei chi potrebbe badare a lei, appena ci organizzo meglio vi facciamo sapere. >>
<< Perfetto Nicola. Potreste chiamare la sorella di Leonora! >> Suggerisco. Anche se corriamo il rischio che una delle due non sopravviva alla convivenza, più probabilmente la sorella di Leonora.
<< La tua non è mica un’idea tanto malvagia Armando! >> E’ proprio il caso di dirlo… Ossignore!
<< Lena come si sta comportando? >> Ci domanda.
<< Sembrerebbe bene! Vedo che non ha ancora litigato o sedotto nessuno! >> Commento.
<< I suoi genitori erano sicuri che qui si sarebbe data una regolata. Nicola ci aggiorniamo presto,va bene? >>
<< Certo, buona serata. >> Ci salutiamo ponendo fine alla comunicazione.
<< Armando potevi evitare di suggerire la sorella di Leonora come baby-sitter… Ce le vedi le due a convivere sotto lo stesso tetto?! >> Afferma sorridendo mia madre.
<< No! Magari Olga in quei due giorni cambierà visuale del mondo! >> Suggerisco.
<< Io so solo che Olga si arrabbierà tremendamente quando Nicola le comunicherà la cosa. >> Ipotizzo.
<< E se conosco Nicola aspetterà l’ultimo minuto per dirle tutto! >>
<< Sai dottoressa mostro, stavo pensando che non un’idea cattiva se mia sorella e la sua famiglia togliessero il disturbo… Potremmo tornare alle nostre attività. >> Intervengo, scostandole i lunghi capelli neri con qualche striatura grigia per baciarle il collo. Lei sorride divertita.
 
 
 
Jimmy
Mi getto all’inseguimento di Camilla e David e riesco a fermarli sull’uscio prima che lei prenda la sua auto e David fermi un taxi.
<< Cosa succede Jimmy? >> Mi domanda David.
<< Devo dirvi una cosa! Ho raccolto questo biglietto dal tuo ufficio… scusa se sono entrato senza il tuo permesso ma era per una giusta causa! >> Porgo loro il biglietto e David ne recita il contenuto  a voce alta.
<< “Ti aspetto al Maison di San Diego dopo il lavoro per parlare. Giulio.” Che impenitente! >> Commenta David alla fine della lettura
<< E’ stata Lena a lasciarlo sulla tua scrivania. >> Spiego loro i quali mi piantano addosso due occhi stupiti.
<< Stai scherzando?! >> Mi domanda Camilla indispettita. Scuoto il capo.
<< L’ho vista con questi occhi uscire dal suo ufficio così sono entrato per vedere cos’avesse combinato e ho visto questo! >> Spiego.
<< Ma la calligrafia è di Giulio, ne sono certo! >> Asserisce sicuro di sé David.
<< Quei due stanno collaborando? Tz, la cosa non mi stupisce affatto! >> Chiosa Camilla incrociando le braccia indispettita.
<< Io sospetto che a questo appuntamento non ci sarà tuo fratello ma Lena! >> Azzardo.
<< Pensi che sia un’esca per me? >> Si chiede David.
<< Questa è la mia teoria! >>
<< Adesso vado lì a l’ammazzo! >> Tuona Camilla ma David riesce a calmarla.
<< Potrei andare io… Dirò che l’ho vista mettere il biglietto sulla scrivania e non ti ho detto niente! >> Mi offro.
<< Secondo me sarebbe meglio non affrontarla. Potresti andare lì solo per osservare se ci sarà Lena o Giulio a quell’appuntamento. Se ci sarà Lena sapremo che lei e mio fratello stanno progettando qualcosa.  >> Suggerisce David.
<< Giusto. >> Chioso.
<< Quando crescerà tuo fratello? Quando cambierà e ci lascerà in pace? >> Si domanda Camilla.
<< Mai Camilla, sono giunto a questa conclusione. Non so come ringraziarti amico… Tienici aggiornati! >> M’invita David. Ci dividiamo ed io monto la mia moto.
 
 
 
Isabella
<< Tuo padre mi sembra in fase di ripresa, che sollievo trovarlo così bene. >> Commento all’uscita dall’ospedale.
<< Sì, lo trovo un po’ meglio rispetto a Domenica. Il fatto di non aver più il tumore dentro di sé lo fa stare meglio mentalmente! >> Interviene Francesco.
<< Mente in sana in corpore sano! >> Interviene Diego.
<< Andate a casa adesso? >> Ci domanda Francesco.
<< No, ho una sorpresa per lei! >> Spiega Diego.
<< Basta non debba bloccare il traffico in autostrada stavolta! >> Scherza Francesco strappandoci una risata.
<< Noi faremo un giro, ti va? >> Gli propone Michael.
<< Certo. >> Accetta Francesco.
<< Buonanotte ragazzi. >> Ci salutano.
<< Anche a voi. >> Rispondiamo. Quando si allontanano Diego mi attira a sé e mi bacia.
<< Allora dottor Mendoza, questa sorpresa? >> Domando curiosa, lui si sfila cravatta.
<< Che fai? >> Domando divertita mentre mi benda gli occhi.
<< Niente di quello che avevi pensato, birichina! >> Mi soffia nell’orecchio per poi posare un bacio sulla guancia. Io mi volto e provo a dargli uno scappellotto sulla spalla ma mi rendo conto di aver solo colpito le mosche.
<< Signorina permetta che l’accompagni, prima che colpisca un palo della luce o inciampi! >> Mi cinge le spalle e mi aiuta a camminare. Tengo le braccia tese fino a che con le mani non tocco la sua auto.
 
 
 
Roberta
Proprio non mi vuole parlare e non lo biasimo. Il portinaio del suo palazzo mi ha detto che non era in casa, magari gli ha lasciato detto di non farmi salire se fossi andata a cercarlo! Reggendo una busta di cartone con qualcosa per la cena lotto per individuare con una mano sola la chiave giusta dal mazzo.
<< Dannazione! >> Esclamo per non riuscire ad aprire la porta. Improvvisamente una mano mi copre gli occhi. Il mio cuore batte forte, che sia lui?
<< Chi è? >> Mi chiedo. Lui mi sfiora la mano quando mi ruba le chiavi di casa. Riesce a trovare la chiave giusta (con una mano sola) ed apre la porta, continua a tenermi la mano sugli occhi mentre mi accompagna all’interno. Chiude la porta e sono certa che abbia acceso le luci. Quando con cautela toglie la mano dal mio viso, mi accorgo che regge davanti a me una rosa rossa, avvolta nel cellophane, sembra un po’ secca. Sento le gambe molli.
<< Lo so che questa rosa la vissuto giorni migliori, non è che te l’abbia comprata secca! E’ che te l’avevo presa qualche giorni fa! >> Quando sento la sua voce a momenti svengo! Mi volto e lo vedo davanti a me, in tutto suo splendore! Devo reggere le spesa con più forza prima che mi cada!
 
 
 
Silvia
Quando entro nel locale mi guardo intorno prima di individuare Leon, seduto al banco del bar. Mi accomodo accanto a lui, come la notte scorsa.
<< Non hai già bevuto a sufficienza ieri? >> Lo canzono. Lui mi sorride. Ci scambiamo un saluto guancia a guancia.
<< E’ analcolico. Mi scusi? Uno uguale per la signorina. >> Ordina Leon per mio conto, fermando il barista che sta correndo a destra e a manca per accontentare tutti i clienti.
<< Andrò a Cartagena questo week end, partirò domani. >> Mi fa sapere.
<< Svago o lavoro? >> Domando.
<< Entrambi diciamo! Devo andare lì per affari e già che ci sono mi ritaglio due giorni per rilassarmi. >> Risponde mentre il barman mi serve l’aperitivo.
<< Gran bel posto! >> Chioso.
<< Ha provato a mettersi in contatto con me oggi. >> Mi spiega, cambiando argomento, riferendosi a Roberta.
<< Eh ho, non erano questi gli accordi! >> Rispondo sorridendo. << Non parliamo di questo, stasera siamo in compagnia per rilassarci e allontanare le cattive esperienze! >>
<< Allora a cosa brindiamo? >> Mi domanda. Ci penso un attimo prima di rispondere.
<< Alla resilienza! >> Suggerisco. Accostiamo i nostri bicchieri per poi sorseggiare l’aperitivo.
 
 
 
 
 
FINE CAPITOLO 46.
 
 
 
Insomma Roberta e Lorenzo sembrano aver finalmente capito che tra di loro non c’è solo amicizia e di essere ricambiati. Quanto ci metterà ad arrivare questo benedetto primo bacio? Il test d’amore di Camilla che esito e conseguenze avrà?
La cena di Paola e Alec come andrà? E quella tra Silvia e Leon? Diego che sorpresa ha in mente per Isabella? Giulia cosa farà una volta arrivata in palestra? Questo ed altro nei prossimi capitoli!
 
   
 
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