Storie originali > Fantascienza
Ricorda la storia  |       
Autore: RottingMind    09/08/2016    1 recensioni
Cosa succede quando Nama, un sicario abbastanza noto nella Zona Grigia, con un misterioso tatuaggio sulla schiena, accetta di accompagnare Scylla, una ragazza con un particolare potere vocale, al vecchio santuario a nord? A Nama non sembra importarne molto, fintanto che viene pagato per i suoi servizi. Ma allora perché non riesce a stare tranquillo, quando si tratta del potere della ragazza? Anche se le stranezze, a Dulcin, non sono di certo una cosa fuori dal comune.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non faceva freddo in quel posto, anche se stava nevicando. I piccoli fiocchi cadevano delicati sulla sua pelle, per poi disciogliersi in acqua poco dopo. “Che strano” pensò Scylla toccando la neve a terra “Dove sono finita?”. Si guardò attorno, in quel mondo composto da bianco, grigio e blu scuro, e capì di essere all'interno di una casa, o almeno, ciò che rimaneva di quella casa.
Era una costruzione di legno, quasi come quelle di vari secoli fa, e aveva subito ingenti danni, almeno giudicando dalla parete vicino al camino, che era stata quasi totalmente distrutta. Scylla si avvicinò alla parete, per toccare le assi di legno rimaste in piedi: anche se erano coperte di neve, non sentì freddo al tatto. “La cosa si fa ancora più strana”. Guardò all'esterno, e vide altre case come quella dove si trovava ora, alcune con più danni di altre. “Devo uscire da qui” pensò scavalcando la parete con un salto. Il terreno era soffice, e lo strato nevoso non era troppo alto. “Che razza di posto è questo?” si chiese ancora una volta, guardandosi attorno, da sola in quella strada innevata. Attorno a lei c'erano solo case. Sembrava un labirinto di case crollanti e ricoperte di neve, e lei ci era finita per sbaglio. E tutto perché aveva usato il suo dono vicino a quel cadavere, quel corpo così innaturalmente intatto eppur freddo, troppo freddo anche per un morto. Aveva usato il suo dono inconsciamente, come se ipnotizzata, e ora si ritrovava lì. Mentre ripensava alle sue azioni, camminava nella strada, girovagando tra le varie case. Non sembrava che ci fosse una motivazione logica riguardo alla disposizione delle stesse, ma a lei non importava. Guardò il cielo, che era grigio chiaro e dal quale scendevano lenti fiocchi di neve. Sospirò, e continuò la sua marcia.
Ad un certo punto, per terra trovò un fazzoletto, o meglio, un pezzo della manica di Nama, che aveva usato per fasciargli il braccio non molto tempo prima. -Perché è qui?- si chiese mentre lo raccoglieva, stringendolo tra le mani e mettendoselo nella tasca destra del cappotto. Si guardò attorno, cercando una qualche possibile via di fuga, ma non vedeva nulla, se non neve e case diroccate. “Maledizione a me” pensò Scylla mentre tornava indietro, ma un qualcosa la fece fermare. Un suono catturò la sua attenzione, un suono alieno in quel mondo così etereo.
Si girò verso sinistra, e nel pavimento di una casa vide una piccola pozza d'acqua. “Forse dovrei andarmene” pensò mentre si avvicinava alla piccola macchia acquosa, che continuava a gorgogliare piano, quasi intimorita dalla presenza dell'estranea che la stava fissando. Quando Scylla chinò il capo per vedere meglio la pozza, successe qualcosa: due mani nere sbucarono fuori dalla pozza, cercando di afferrarla per la gola. A quella vista, indietreggiò d'istinto e inciampò nel gradino che separava la casa dalla strada, finendo con la schiena nel manto nevoso.
-Ma che diavolo...- disse a voce alta, grattandosi il retro della nuca mentre si rialzava. Dalla piccola pozza stava uscendo un essere deforme, che sembrava quasi fumare dagli arti. L'essere continuava ad uscire dalla pozza, usando le mani per afferrarsi al pavimento ed ergersi in piedi. A prima vista non seppe dire quanto era alto, ma sapeva che doveva andarsene da quel labirinto al più presto. L'essere sembrò fissarla per un periodo indefinito, da sotto al cappuccio bianco dal quale uscivano quattro braccia scure e magre, che riuscivano a toccare terra talmente erano lunghe. Non sembrava avere volto, poiché le braccia uscivano dall'apertura del cappuccio e impedivano di capire cosa ci fosse sotto, e anche se aveva delle maniche, non sembrava esserci nulla al loro interno, poiché sembravano vuote. “Devo andarmene, e alla svelta” pensò, mentre fece per andarsene. L'essere percepì quel movimento, e scaraventò i suoi arti contro di lei, che finirono per affondare nel manto nevoso.
-Dov'è quella maledetta casa?!- chiese a se stessa mentre correva da quell'essere, che sembrava volerla morta, anche se lei ne ignorava la ragione. Continuò a correre, guardando dietro di se ogni tanto per vedere se quella cosa stesse continuando a seguirla, e ogni volta la trovava che spiccava balzi verso di lei, protendendo i suoi arti fumanti verso il suo collo. “Maledizione! Dove diavolo è?!” pensò, ma mentre si girava, si immobilizzò alla vista di un'altra pozza d'acqua nel pavimento di una casa. “No, no no no no, non un altro di quelle cose!”. Fortunatamente per lei, l'acqua rimase ferma, e scavalcò il resto della parete di legno per acquattarcisi dietro, tentando di nascondersi dall'essere. Non seppe quanto tempo passò, ma cercò di rimanere immobile il più a lungo possibile. Quando fu sicura che era da sola, provò ad avvicinarsi a quella pozza. Un pensiero le attraversò la testa, ma si rifiutò di metterlo in pratica, almeno all'inizio. “Quel potere mi ha portato qui, forse mi permetterà di uscire”. Si massaggiò la gola, inspirò e chiuse gli occhi, il tanto giusto per non vedere gli arti di quell'essere che gli arrivavano dal davanti, dalla parete di legno distante sui due metri dalla pozza. Annaspò, cercando di prendere aria, ma l'essere continuò a stringere. Quando la sua vista sembrava sul punto di annebbiarsi, sentì qualcosa. Non era certa di cosa fosse, ma c'era una buona probabilità che provenisse da quella cosa che la stava strangolando. Era un verso cupo, gutturale, ma non si capiva da dove provenisse di preciso, dato che non riusciva a capire i suoi lineamenti a causa degli arti sporgenti. Man mano che il verso continuava, sembrava sentirsi più leggera, quasi sollevata dal dolore che stava provando. Ma lei non si arrese. “Non provare ad usare la tua voce sporca contro di me, abominio!” pensò, mentre inspirò a lungo, chiuse gli occhi e fece un acuto che riuscì, senza sapere come, a liberarla dalla sua presa. Si ritrovò a terra, inginocchiata e con la gola dolorante, a pochi passi dalla pozza. “Non me la faccio fuggire un'altra occasione!”. Si mosse il più velocemente che poté e toccò la pozza, generando come una bufera di neve attorno a lei. Gli sembrò di sentire un grido in lontananza, e l'eco di una voce familiare.

 -..la. Scylla! Mi senti?- riaprendo gli occhi, vide la figura del volto di Nama a poca distanza da lei.
-Cosa... cosa è successo?- chiese lei, facendosi aiutare dal sicario per rialzarsi.
-Ti sei avvicinata al cadavere, l'hai toccato e poi ti sei messa a cantare. E sei svenuta.- Nama la guardava preoccupato, ma non sembrava esserlo solo per lei. Continuava a guardarsi attorno, come un cane con i sensi al massimo dell'allerta. -Cosa ti è successo?- le domandò.
-Sono finita in un labirinto di case diroccate, c'era la neve e... uno strano essere che mi inseguiva- disse lei calma, stringendo il pezzo di stoffa nella sua tasca.
-Siamo nei guai.- Nama raccoglieva nervoso le sue cose nella borsa che aveva messo a terra, poi si guardò attorno e si rialzò -Dobbiamo andarcene subito, prima che...- non finì la frase, ma si bloccò.
Scylla lo guardava con crescente preoccupazione, poi lo sguardo del sicario si indurì come pietra.
-Scylla. Dimmi che non hai usato il tuo potere da quella parte.- chiese duramente Nama
-Lui. Lui è qui.- disse lei tremante.
L'acqua nel lavandino cominciò a gorgogliare.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: RottingMind