Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: GiulyjVessalius    09/08/2016    2 recensioni
Dal testo:
"Un grido di dolore mi strappò dal sogno che stavo facendo. Mi girai verso mio fratello minore, che dormiva alla mia sinistra. "Ciel, che succede?". Notai che anche mio fratello maggiore, Sebastian, tremava. "Sorellona" la voce di Ciel mi riportò alla realtà "il mio marchio... è scomparso!"
Questa è la mia prima fanfiction! Vi prego sprecate 5 minuti x leggere e commentare!
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vivere con un demone era sempre stato strano.
Io, Giulia, una normale ragazzina umana di 16 anni avevo, infatti, due fratelli. Uno era un demone, mentre l'altro, il più piccolo, era umano.
Il fratello demone si chiamava Sebastian e aveva più o meno 3000 anni. Lo avevamo evocato per sbaglio io e Ciel, il mio fratellino biologico, la notte in cui i nostri genitori avevano perso la vita in un incidente d'auto.
Mi ricordo ancora quella notte: io e Ciel stavamo correndo per chiamare aiuto. Ma ci eravamo persi, sotto la freddissima neve.
"Per favore, qualcuno ci aiuti! Chiunque, vi prego!" . Dopo quello che sembrava un tempo infinito qualcuno o meglio qualcosa ascoltò le nostre preghiere. Un enorme bagliore ci illuminò e una strana figura avvolta dalle tenebre ci si presentò davanti. L'unica cosa visibile erano gli occhi, rossi come il sangue.
"Oh, ma che bimbi piccoli ci sono qui! Non siete troppo giovani per andare in giro da soli a quest'ora?" Ci guardò sorridendo. Era un sorriso dolce che mi ispirava fiducia. Ci porse una mano.
"C-chi sei?" Chiesi, abbracciando Ciel per proteggerlo. "Io mi chiamo Sebastian e sono un demone. Ho sentito le vostre preghiere e sono accorso per aiutarvi" sorridendo, io e Ciel gli afferrammo la mano. "E voi chi siete?" Continuò lui.
Io mi schiarì la gola: " mi chiamo Giulia, ho 10 anni e lui è Ciel, il mio fratellino. Ha sei anni". Lui ci prese in braccio e ci strinse tra le braccia per scaldarci.
Decidemmo, dopo un po' di tempo in cui stemmo insieme, che lui sarebbe diventato parte della nostra famiglia. Sia a me xhe a Ciel era comparso uno strano simbolo, a me sulla mano sinistra e a Ciel sull'occhio destro. Il simbolo del patto che ci avrebbe legati per sempre
E ora ero lì, a distanza di sei anni, a ripensare a quella notte. Mi girai e nella fioca luce della stanza riconobbi l'esile figura di Ciel.
"Sorellona, a cosa stai pensando?" Mi chiese lui, mettendosi seduto sul letto.
" No, niente" dissi distogliendo lo sguardo dal suo volto. Lui si alzò, mettendosi di fronte a me.
Alzai lo sguardo e non potei non ammettere che era diventato uno splendido bambino.
"Stavi pensando a mamma e papà, vero?" Mi chiese. Annuì e lui mi abbracciò.
"Ti voglio bene" sussurrai. Sentii un leggero"anch'io".
A quel b punto ci alzammo e scesimo giù in cucina.
Cosa sarebbe successo se quella notte non saremmo riusciti a evocare Sebastian?




Nota dell'autrice:
Questa è la mia primissima fanfiction, grazie se siete arrivati a leggere fin qui.
Per favore lasciate un commentino, così saprò se continuare la storia (che sinceramente a me non è piaciuta).  Un bacione, soprattutto a chi avrà cuore di commentare.
Ancora grazie, Giulyj Vessalius
   
 
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