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Autore: HarleyHearts    09/08/2016    2 recensioni
Lyla ha sempre avuto una vita normale, come tante sue coetanee ventitreenni.
Viveva con la madre e la sorellina minore, in una piccola casetta a schiera a Washington, e divideva le sue giornate tra l’Università e i migliori amici Rebekka e Robert. Andava tutto bene nella sua quotidiana monotonia.
Almeno, era così prima di incontrare in ospedale il nuovo medico pediatra Ciel O’Konnor; 27 anni di pure bellezza canadese, e un passato traumatico alle spalle.
Da quel giorno, da quel lieve sfioramento di mani, tutto è cambiato drasticamente.
L’esistenza di un mondo che credeva impossibile, una guerra sanguinosa che durava da decenni, creature straordinarie... persino Alpha; tutte cose che travolgeranno la sua vita, come un fiume in piena.
Prima storia della serie “Diversi, Simili ed Uguali”
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitolo 25
Capitolo 25
Finalmente la verità.


- Non avrei mai immaginato che la mia Bekka fosse una maga; sono rimasta davvero sorpresa - disse Lyla, non appena si sedette sul sedile in pelle scura della macchina del suo ragazzo.
- Noi mostri viviamo in mezzo a voi indisturbati da secoli. Molto probabilmente Rebekka non è nemmeno l'unica ragazza mostro che conosci. Siamo tantissimi, e sappiamo come non farci notare troppo -
Le parole di Ciel riuscirono ad incuriosire la ragazza ancora di più.
Da quanto le aveva detto, chiunque incontrasse per strada poteva essere una potenziale creatura sovrannaturale. Dal bambino che giocava con lo skate nel parchetto, all'uomo in giacca e cravatta che uscita dal proprio ufficio per l'ora di pranzo.
La cosa non dispiaceva minimamente alla corvina.
Si sentiva come un quattordicenne ad una fiera del fumetto: elettrizzata.
Ciel portò la ragazza in un piccolo ristorantino, vicino alla casa di quest'ultima e sotto sua richiesta.
Lyla era ben decisa a parlargli della misteriosa lettera di suo padre, e sentire cosa ne pensava in proposito.
Purtroppo quella mattina, prima di andare a lezione, si era dimenticata di mettere in borsa la lettera.
Al massimo, non appena avrebbero finito di pranzare, avrebbe invitato Ciel a casa sua e gliela avrebbe fatta vedere lì.
Pranzarono con una bistecca ai ferri e due bicchieri di Diet Coke.
- Lyla, ti vedo strana... c'è qualcosa che non va? - le chiese lievemente preoccupato il suo lupo, sfiorandole la mano con la propria.
- Una cosa ci sarebbe - gli confidò, stringendo di rimando la mano del ragazzo, che in quel momento le sembrava notevolmente più grande e calda rispetto la sua.
- C'è una cosa che mi sta turbando da diverse settimane, e volevo proprio parlartene per avere un tuo giudizio a riguardo -
La serietà nello sguardo di entrambi era quasi palpabile, tanto era forte.
Ciel non aveva mai visto Lyla così seria, da quando la conosceva.
Sapere che c'era qualcosa che la turbava, da diverso tempo, agitava anche lui, e per questo le chiese - Di che si tratta? -
- Di mio padre -


Lyla non aveva mai avuto l'occasione di parlare di Cedric con il suo lupo, da quando avevano iniziato a frequentarsi.
Lui sapeva solo che non c'era una figura maschile all'interno della famiglia Moore, e niente di più fino ad allora.
Ciel aveva preferito non fare domande a riguardo, anche per rispetto nei confronti della propria futura compagna; preferiva aspettare che fosse lei ad aprire l'argomento, seguendo i propri tempi, e a tempo debito.
La corvina gli raccontò, davanti ad una fetta di Carrot Cake, tutta la storia sulla sua situazione familiare fino ad arrivare al ritrovamento della lettera nello studio di sua madre.
- Quella lettera era di mio padre. Da quanto ho letto ci doveva essere questo scambio reciproco via epistolare già da un po' di tempo, ma non so da quanto di preciso. In tutti questi anni pensavo che fosse semplicemente scomparso, in una notte di tanto tempo fa, abbandonando me, mia sorella e soprattutto mia madre; ed invece è rimasto in contatto con lei per chissà quanto tempo -
Lyla dovette prendere un grande respiro, prima di riprendere a sfogarsi e parlare con il dottore.
- Nella lettera mio padre ha parlato di una guerra giunta quasi alla fine, di branchi e al fatto di averci lasciate a Washington per la nostra sicurezza -
Lo sguardo del corvino, per tutto il tempo in cui aveva parlato la ragazza, non aveva subito alcun mutamento, ma dentro di lui stava riflettendo a fondo sulle sue parole.
- Come si chiama tuo padre, Lyla? -
Quella domanda, priva di colore e posta così all'improvviso, prese di sorpresa la giovane ragazza.
- Cosa? -
- Il nome di tuo padre; qual è? - ripose la domanda.
- Cedric Fox -
Fu una questione di attimi.
Nell'esatto momento in cui Lyla rispose, il suo telefonino prese a squillare con insistenza, mentre gli occhi grigi di Ciel si spalancarono per lo stupore.
Sicuramente si trattava di un omonimo; non trovava altre spiegazioni.
Ma se così non fosse, Ciel necessitava di un'ulteriore conferma.
Tirato fuori il telefonino dalla tasca della giacca, la corvina lesse velocemente sul display luminoso il mittente della telefonata. Era sua madre.
"Strano" pensò, mentre declinava la chiamata "Di solito non mi chiama mai a quest'ora. La richiamerò dopo".
- Scusami tanto, Ciel - si scusò la ragazza, appoggiando il telefonino sul tavolo - Era mia madre -
- Come si chiama? - chiese il corvino.
- Shannon. Perchè? -
Cedric Fox e Shannon Moore.
Era quella la conferma che cercava, ed era veramente sconvolto. Se in positivo o negativa, Ciel doveva ancora deciderlo.
Non riuscì a dire nemmeno una parola, poichè i due furono nuovamente interrotti da una chiamata della madre della ragazza.
Lyla si scusò ancora - Devo rispondere -
Ciel O'Konnor non prestò molta attenzione alla telefonata in sè, ma si preoccupò maggiormente delle espressioni sul volto della sua ragazza; mutate in un'espressione sconcertata e confusa.
La telefonata durò un paio di minuti scarsi, e quando terminò Lyla parve molto scossa.
Lo stato d'animo in cui si trovava la corvina, fece preoccupare notevolmente l'uomo-lupo.
La chiamò dolcemente, cercando di attirare la sua attenzione ma, quando gli occhi verdi di lei incontrarono i suoi, capì che la situazione era più critica di quello che pensava.
- Mia madre ha detto che deve parlarmi, e devo andare a casa; ha detto che devi venire anche te - iniziò Lyla, trattenendo il respiro - Ha detto: "Porta anche il tuo lupo" -


Come facesse Shannon a sapere di Ciel, era un vero mistero per Lyla.
Troppe informazioni, e troppi pensieri affollavano la mente della giovane; presto sarebbe svenuta, Lyla ne era sicura.
Lei e il dottore arrivarono a casa Moore in una manciata di secondi, ma la ragazza non se la sentiva di oltrepassare la porta di casa.
Era felice di aver scoperto della natura di Ciel, e di Rebekka quella stessa mattina, ma erano comunque notizie che andavano metabolizzate lentamente e con calma.
Quello non era il momento giusto per una crisi di nervi; per niente.
Ciel strinse a sè la ragazza, cercando di darle un qualche conforto.
- Io sono con te, Lyla - le sussurrò, depositandole un bacio tra i lunghi capelli - Non importa cosa accadrà, nè ora nè in futuro: io sarò sempre con te, fino alla fine dei miei giorni - confessò con voce bassa, stringendola maggiormente.
Lyla si accoccolò contro il petto tonico dell'uomo-lupo, appoggiando una mano contro il pettorale sinistro, coperto dallo strato leggero della maglia.
Fece dei grossi respiri profondi prima di girarsi, pronta per aprire quella porta.
L'ingresso di casa era sempre lo stesso, così come ricordava.
Dal salotto sentì delle voci, una delle quali riconobbe essere di Marie, e un odore nuovo. Non seppe come definirlo, ma la ragazza era sicura che con sua madre e sua sorella ci fosse una terza persona a lei sconosciuta.
La sua supposizione si rivelò essere corretta quando vide, in piedi nel suo salotto, un uomo dai capelli così chiari da sembrare nivei.
Ciel era esattamente al suo fianco, e le stava tenendo teneramente la mano.
Shannon, non appena vide la figlia, le rivolse un dolce sorriso materno, e si avvicinò alla coppia.
- È un onore conoscerti, Alpha Ciel O'Konnor. Ho sentito molto parlare di te - si rivolse al corvino l'avvocatessa, accennando un lieve inchino con la testa.
Lyla era sconvolta.
Sua madre sapeva!
Come diavolo era possibile?
La donna, percependo solo in parte lo stato d'animo della sua prima genita, si girò verso di lei, accennando un sorriso colpevole - Ci sono così tante cosa che non ti ho detto, figlia mia, ma è giunto il tempo della verità. Avanti, sedetevi pure - li invitò, indicando con la mano il divano e le due poltrone.
Lyla si sedette sul divano, vicino alla sua piccola pulce che osservava prima Vieri poi Ciel.
- Tu sei il dottore dell'ospedale - affermò con molta sicurezza la piccola bionda, osservando il corvino che era rimasto in piedi vicino alla sua ragazza - Mi ricordo di te - aggiunse subito dopo, mentre Ciel le rivolgeva un sorriso intenerito.
- Mi ricordo anche di te - affermò poi Marie, rivolgendo lo sguardo in direzione di un Vieri lievemente sorpreso.
L'ultima volta che aveva visto la piccola bionda Moore, questa aveva poco meno di un mese di vita. Era impossibile che si ricordasse di lui.
- Ti ho visto in un mio sogno -
Vieri lanciò una rapida occhiata a Shannon.
Un'occhiata che solo lei riuscì ad interpretare.
Con i nervi a fior di pelle, Lyla osservava tutti i presenti facendo saettare lo sguardo da una parte all'altra, come una pallina impazzita.
- Mamma - la chiamò - Io in questa situazione non ci sto capendo più niente, e sento la testa che sta per scoppiare. Dì quello che devi dire, te ne supplico - la pregò la ragazza, come una velata supplica.
Shannon emise un sospiro di stanchezza - Quello che sto per dirti, non è semplice. Fatico a trovare le parole giuste, e un inizio adeguato... -
- Lyla e Marie non sono umane, vero? -
La domanda precisa del lupo fece calare momentaneamente un pesante silenzio.
Lyla si voltò sconvolta, prima in direzione del suo ragazzo che osservava dritto negli occhio la madre, poi in direzione di quest'ultima.
Ora la studentessa ne era più che certa: sarebbe svenuta da lì a poco.
Cosa diavolo voleva dire che lei e sua sorella non erano umane? Stavano scherzando, forse?
- - confermò l'avvocatessa, studiando le reazioni sui volti delle figlie.
Se Lyla pareva sconvolta e confusa, la piccola Marie invece sembrava  tranquilla e completamente a suo agio.
Come se sapesse già cosa volesse dire la madre.
- Cosa? - balbettò la corvina, stringendo di riflesso la mano di Ciel, cercandovi un piccolo conforto.
- Come è possibile? -
- Ora vi racconterò ogni cosa, e tu Lyla finalmente riuscirai a comprendere le parole scritte da tuo padre nella lettera che hai trovato -
La ragazza sgranò gli occhi verdi, per la sorpresa.
Sua madre sapeva che aveva trovato la lettera di Cedric.
Come diavolo era possibile tutto questo?
La ragazza sentiva la testa che stava per scoppiare, per colpa di tutte quelle domande che le frullavano dentro, causandole quella terribile emicrania.
- Ti spiegherò anche come faccio a sapere tutto questo, e del fatto che so che conosci la natura del tuo compagno. Vi chiedo solo di non interrompermi, e di farmi parlare fino alla fine -
Lyla e Marie annuirono in silenzio, pronte ad ascoltare le parole della genitrice e a scoprire la verità che Shannon aveva taciuto per tantissimi anni.


- Non siamo umani, e non lo siamo mai stati. Giustamente vi starete chiedendo cosa siamo, e la risposta è semplice: mutaforma. Ero molto giovane quando conobbi ed ebbi l'imprinting con vostro padre, ma è stato davvero amore a prima vista. All'epoca l'Alpha del nostro branco era mio fratello maggiore, vostro zio Barann; ma non era un buon leader, nonostante fosse un Alpha di nascita. Barann era ed è sempre stato un mostro spregevole, dedito solo ai suoi meri interessi, e il nostro branco era prossimo alla rovina. Fu così che un giorno vostro padre decise di sfidare apertamente l'Alpha in un combattimento, da cui uscì vincitore diventando così il nuovo capo. Barann non prese affatto bene l'umiliazione della sconfitta, così decise di scappare e abbandonare il branco, sparendo nel nulla. La felicità della pace raggiunta grazie a vostro padre non durò molto, con l'inizio della Grande Guerra contro i licantropi -
Il corpo di Shannon fu percorso da un lungo brivido, al ricordo della guerra appena scoppiata, e dovette prendere un grosso respiro prima di riprendere il proprio discorso.
- Io ero da pochi mesi incinta di Lyla, quando Cedric mi convinse a lasciare il Canada per nascondermi, inizialmente momentaneamente, qui a Washington D.C.. Lentamente i mesi si trasformarono in anni, e la nostra permanenza qui divenne praticamente definitiva. Vostro padre cercava di venire qui da noi il più frequentemente possibile, ma non poteva lasciare il branco; specialmente durante le battaglie. Fui io stessa a convincerlo a lasciarci. Il branco necessitava la sua presenza, molto più di noi -
Lyla sentiva gli occhi pizzicare, e dovette premere la mano libera dalla presa di Ciel contro la bocca, per soffocare il singhiozzo che minacciava di uscire.
Aveva passato così tanto tempo ad odiare quel padre, che era convinta le avesse abbandonate all'improvviso senza ragioni, non sapendo la realtà della situazione.
Si sentiva tremendamente male.
Ciel era al suo fianco, sempre in piedi, mentre le stringeva ancora la mano destra ed ascoltava in silenzio le parole della madre della sua ragazza.
Anche Shannon, come la figlia maggiore, non stava per niente bene.
Tenere nascosta la verità e le loro origini alle proprie figlie le era costato davvero tanto, ed innumerevoli volte si era ripetuta come un mantra che era per il loro bene.
- Quindi... - la voce le uscì più strozzata, di quello che Lyla potesse immaginare - Siamo anche noi degli uomini-lupo? -
L'espressione sul volto della madre divenne a dir poco sconvolta.
- Assolutamente no - esclamò poco prima di voltarsi nella direzione del dottore, come una tacita scusa.
- Nutro un forte rispetto per la razza del tuo compagno Lyla, ma non siamo lupi. Per carità! -
Tempo prima Ciel aveva spiegato alla corvina che per ogni animale esisteva una controparte mutaforma, ma che solo i mostri capaci di trasformarsi in animali carnivori vivevano in branchi.
Se non erano dei mostri lupo, cosa potevano essere?
- Siamo volpi -
Uomini-volpe.
Lyla impiegò qualche secondo per analizzare la notizia.
- Cosa? - le sfuggì, con voce leggermente più acuta del solito.
La sua migliore amica era una maga, il suo ragazzo un lupo Alpha e lei, insieme a tutta la sua famiglia, era una volpe.
Sembrava una barzelletta di pessimo gusto.
- Se siamo delle donne-volpe perchè non ci siamo mai trasformate? - riuscì a chiedere, poco dopo.
- Perchè siete per un quarto umane - le spiegò Shannon - Vostro nonno paterno è umano, e il suo sangue rallenta la trasformazione. Inoltre fin da bambine non avete mai ricevuto i giusti stimoli che vi avrebbero portato ad una trasformazione completa -
- Come mai avete deciso di rivelare tutto adesso? -
Questa volta a prendere la parola fu Ciel, dopo aver lanciato una rapida occhiata a Vieri, rimasto indisparte in un angolo per tutto il tempo del discorso della Femmina Alpha.
Il dottore conosceva molto bene quella volpe, e sapeva che la sua presenza lì non voleva dire niente di buono.
- Si tratta di Barann -
La piccola e melodiosa voce di Marie precedette quella di Shannon e Vieri, sconvolgendo la sorella più grande.
Shannon dovette trattenere l'ampio sorriso che stava per increspargli le labbra; la situazione non era delle migliori.
Ora il malessere della bionda le fu subito più chiaro.
Non era legato ad un'influenza stagionale, ma bensì ai suoi poteri che lentamente si stavano risvegliando nonostante la tenera età.
La sua piccola Marie sarebbe diventata una grande Volpe Veggente.
L'avvocatessa confermò con un cenno della testa - Di questo però ve ne parlerà il qui presente Vieri, il beta di vostro padre -
Chiamato in causa l'uomo dai capelli nivei si fece avanti, sotto lo sguardo attento di Lyla e quello incredibilmente consapevole di Marie - Di recente ci è giunta la voce che Barann si stia nascondendo dai lycan, e che gli stia rivelando per pura vendetta tutti i punti scoperti di noi volpi. I licantropi stanno perdendo e ne sono consapevoli; stanno giocando tutte le loro carte, tutte quelle rimaste. Vostro zio sa che Cedric ha costretto la propria compagna gravida ad abbandonare il branco per la vostra sicurezza, come sa che voi siete il suo punto debole -
- Arriverebbe ad uccidere la propria sorella e le sue nipoti, solo per vendetta? -
Il disgusto nella voce del lupo era tangibile, e nell'udirla Lyla ebbe un brivido.
Shannon abbassò il capo, e si lasciò sfuggire una smorfia - Arriverebbe a fare di peggio, e ne ha già dato prova in passato -
La donna non riusciva a trattenere il disgusto nella propria voce, e gli occhi le si fecero tremendamente lucidi, prossimi al pianto.
- Prima di vostro padre, un'altra volpe osò sfidarlo per toglierli il ruolo di Alpha del branco - iniziò a raccontare - E la volpe in questione era nostra sorella Lyanna -
Shannon si dovette premere una mano sulla bocca, pronunciato quel nome, per soffocare i singhiozzi che le stavano scuotendo il petto.
Vieri, sapendo già la fine del racconto, le si avvicinò e posò una mano sulla schiena per darle conforto e per dirle, in un silenzioso messaggio, che poteva continuare lui a parlare; lei non ce l'avrebbe fatta a raccontare, quell'orribile storia, una seconda volta nella propria vita.
Nessuno ci sarebbe mai riuscito.
Sia Lyla che Marie si strinsero nella spalle, avendo già intuito la fine che aveva fatto quella zia che non avevano mai conosciuto.
Le due, però, non potevano nemmeno immaginare le atrocità di quella storia.
Non potevano.
- L'ha... uccisa? - chiese, con voce flebile, Lyla.
- Non si è limitato a quello - prese la parola Vieri, mentre i singhiozzi dell'avvocatessa diventavano man mano più silenziosi - Durante il combattimento, nella loro forma trasformata, Barann le ha staccato la testa con un solo morso... - si sentì un singhiozzo più forte, da parte di Shannon - E l'ha messa su una picca, nel centro della nostra città, lasciandola lì per sette giorni e sette notti, come monito d'avvertimento per chi avesse anche solo pensato di sfidarlo nuovamente -




ANGOLO DELLA MENTE MALATA:
Wow... No, sul serio.
Finalmente è arrivato il Giorno Gioiglorioso! :D (Ogni riferimento ad Alice in Wonderland è puramente casuale)
Era dai primi capitoli che morivo dalla voglia di rivelare la natura di Lyla :3
Se devo essere sincera Barann mi sta uscendo più cattivo di quello che avevo pensato agli inzi, ma anche lui ha il suo perchè. Ho grandi, gloriosi propositi per questa storia *^* (Mi sento molto Loki in questo momento).
Il prossimo capitolo sarà uno molto tranquillo di passaggio, ma tenetevi pronti perchè succeranno un sacco di cosette d'ora in poi (sia cosine belline sia... alcune molto molto molto molto molto... MOLTO brutte)
Ma non odiatemi per questo >.<
Già mi sento in colpa per aver accoppato senza pietà Lyanna. Mi sto rendendo conto che uccidere un personaggio di una propria storia non è per NIENTE semplice, almeno per me. Mi sento una persona orribile :(
Cosa ne pensate del capitolino?
Ve lo aspettavate che Lyla era una volpe?
Posso dire che i lettori di Wattpad avevano già dagli inizi un paio di spoiler (sia nelle vecchie copertine che nei tag della storia), mentre i poveri lettori di EFP no.
Piccola nota: sì, scrivo un solo "angolo della mente malata", sia per Wattpad che per EFP.
Sinceramente mi sembra stupido farne due diversi per dire le stesse cose, ne faccio uno e risparmio tempo :)
Fatemi sapere cosa pensate del capitolino con un commentino <3
Tanti biscotti e cuoricini per voi <3
- Harley



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