Fanfic su attori > Robert Downey Jr
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Autore: much_ado_about_nothing    10/08/2016    0 recensioni
Un'archeologa italiana che lavora in Turchia.
Una star hollywoodiana.
Due mondi troppo lontani per incontrarsi?
~~~~~~~
Lei era pentita di aver accettato quel lavoro ancora prima di iniziare.
Lui lo considerava una perdita di tempo.
Non immaginavano che quelle due settimane avrebbero cambiato le loro vite.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stare su un set è una esperienza esaltante, ma al contempo destabilizzante, almeno per me, abituata ai tempi "biblici" dell'archeologia, dove si può stare giornate intere a scavare una porzione di terreno grande quanto un fazzoletto. 
Qui è tutto frenetico: costumisti, truccatori, elettricisti, operatori, comparse, tutti si muovono in ogni direzione e ti chiedi come da questo caos possa venir fuori qualcosa di coerente, ma poi il regista dà l'avvio alla ripresa, senti il ciak, e tutto prende a funzionare come in un complicato meccanismo ben oliato. 
Le riprese sono cominciate da quasi tre settimane e ormai mi sono abituata a tutto questo, anche se, visto come era andato il primo impatto, non ci avrei scommesso...

Dopo la discussione che avevamo avuto e avere realizzato che tenevo più alla nostra amicizia che a qualche stupido pettegolezzo, ero andata sul set decisa a parlare con Robert prima dell'inizio delle riprese, ma quando ero arrivata, di lui neanche l'ombra. Probabilmente era in uno dei camper adibiti a camerini posti ai margini della zona delle riprese; così, senza pensarci troppo su, mi ero ritrovata a bussare alla porta su cui era incollato un foglio con su scritto il suo nome.
-Avanti.- la sua voce mi era giunta leggermente attutita, ma chiara nel suo assenso ad entrare.
Avevo girato la maniglia decisa, ma poi mi ero bloccata impietrita appena varcata la soglia.
Robert era di spalle, in piedi davanti ad un attaccapanni carico di abiti di scena, con addosso soltanto un paio di boxer.
-Dammi solo un attimo, Karen, poi potrai fare di me ciò che vuoi, honey.- aveva detto senza voltarsi.
Quella frase aveva avuto il potere di risvegliarmi dallo stato catatonico in cui ero caduta.
Con le guance in fiamme, mi ero voltata per uscire e sottrarmi a quella imbarazzante situazione, prima che lui si accorgesse che non ero la persona che stava aspettando.
Ma non ero stata abbastanza lesta, perché, mentre mi chiudevo la porta alle spalle, lo avevo sentito chiamare il mio nome. 
Mi ero allontanata quasi correndo, senza badare molto a dove stessi andando, così mi ero scontrata con qualcuno che camminava nella direzione opposta ed ero finita col sedere per terra.
Avevo accettato grata la mano che mi aveva aiutato a riguadagnare la posizione eretta, mentre una profonda voce maschile chiedeva:-Tutto bene?- Il  mio sguardo aveva incontrato gli occhi più azzurri che avessi mai visto e, per la seconda volta in quella disastrosa mattina, mi ero ritrovata pietrificata e senza parole.
Non erano ancora le nove ed avevo già reagito in modo esagerato ad una sciocchezza, sorpreso Robert mezzo nudo mentre aspettava una donna (...e poi, chi era questa Karen? Da dove spuntava?) e travolto Mel Gibson! Come primo giorno non c'era male.
-Si è fatta male?- aveva insistito lui, visto che io non ero ancora riuscita a riappropriarmi del dono della parola.
-No... no, sto... bene...- ero riuscita infine a dire, in realtà il mio era stato poco più che un balbettio.
-Venga, si metta seduta qui.- aveva continuato, conducendomi ad una sedia, evidentemente poco convinto dalle mie parole. Poi, rivolgendosi ad un ragazzo dietro di lui che prima non avevo notato, -Andy, andresti a prendere dell'acqua per la signorina, per favore?-
-No, non ce n'è bisogno, sto bene.- avevo tentato di protestare, ma il ragazzo si era già allontanato.
-Sto bene. Davvero.- avevo ripetuto, mentre lui mi si sedeva accanto e scrutandomi con quei suoi occhi così incredibilmente azzurri, diceva:-Lei è l'archeologa... la dottoressa Guerra, se non sbaglio.-
Avevo annuito imbarazzata: bel modo di presentarmi al regista, davvero molto professionale!
-Posso chiederle da cosa stava scappando, o sono troppo indiscreto?-
Ancora più imbarazzata avevo abbassato gli occhi, incapace di sostenere quello sguardo che sembrava quasi leggermi dentro; per qualche oscuro motivo, sapevo che se avessi negato, lui avrebbe capito subito che stavo mentendo.
Ma prima che riuscissi a trovare qualcosa di sensato che non risultasse troppo falso, una voce che conoscevo fin troppo bene, si era intromessa:-Si, decisamente sei stato indiscreto, Mel.-
-Dovevo immaginare che c'eri tu di mezzo, Robert.- aveva ribattuto lui in tono divertito, finalmente distogliendo da me quel suo sguardo indagatore.
-Ti sbagli, io non ho fatto proprio niente.- si era difeso Robert puntando però gli occhi su di me.
Avevo sostenuto il suo sguardo scettica. "Certo, aspettare donne nel tuo camerino, mezzo nudo, è una cosa del tutto normale!" Aveva replicato la mia vocina interiore.
Ora che avevo finalmente recuperato la mia razionalità, era il momento di porre fine a quella situazione assurda, considerato anche che stavamo cominciando ad attirare l'attenzione. 
Mi ero alzata in piedi e ignorando deliberatamente Robert, mi ero rivolta a Gibson:-Mi dispiace di averle fatto perdere tutto questo tempo, Mr Gibson. Lei ha un film da dirigere ed io dovrei già essere con lo scenografo per definire i dettagli sull'uso degli scavi. E tu,- avevo aggiunto  voltandomi verso Robert, -dovresti ritornare nel tuo camerino, non vorrai far aspettare troppo la "dolce Karen".- Il sarcasmo con cui avevo condito le ultime parole aveva sorpreso anche me: in fondo lui era libero di fare tutto ciò che voleva, non doveva certo rendere conto a me di chi riceveva nel suo camerino! 
Sicuramente tutto il mio dispetto veniva dall'imbarazzo per essermi trovata nel posto sbagliato al momento sbagliatissimo. 
Ma anche lui, poteva almeno accertarsi che chi aveva bussato fosse realmente la sua amichetta Karen. E poi come l'aveva chiamata? Honey... Ma per favore!
"Sei gelosa." si era intromessa la solita vocina.
Gelosa io? Ma figuriamoci! 
Una risata camuffata da colpo di tosse, aveva riportato la mia attenzione su Gibson che ci osservava divertito; di bene in meglio, mi ero resa ridicola anche di fronte a lui, con quella frase che sembrava tanto una scenata di gelosia. Accidenti alla mia linguaccia! 
E quando ormai pensavo di aver toccato il fondo dell'imbarazzo, Robert mi aveva afferrato per la mano trascinandomi via con lui.
-Ora tu ed io parliamo.- aveva intimato fermandosi in un angolo lontano da sguardi indiscreti.
-Non c'è niente da dire.- avevo ribattuto tentando invano di sfilare la mano dalla sua.
Ma lui, ignorando la mia puntualizzazione, aveva chiesto:-Perché sei scappata a quel modo dal mio camerino? Ti ho chiamata, ma eri già svanita.-
-Io NON sono scappata, mi sono semplicemente resa conto che eri occupato e ho tolto il disturbo.-
-In effetti aspettavo una persona, ma...-
-Questo era più che evidente.- lo avevo interrotto.
-Sei gelosa, per caso?-, aveva ribattuto lui, per nulla impressionato dal mio sarcasmo. 
-Gelosa?- poi, con uno sbuffo che voleva essere derisorio, avevo puntualizzato:- Forse il tuo ego smisurato ti fa pensare che tutte le donne ti trovino irresistibile, ma, credimi, non è così. E ora, se non ti dispiace, dovrei andare: non vorrei arrivare tardi proprio il primo giorno.- Mi ero girata per allontanarmi, ma poi non avevo resistito e tornando a voltarmi verso di lui, avevo aggiunto:-...e la prossima volta che senti bussare alla tua porta, forse è meglio se prima chiedi chi è. Pensa se Karen fosse entrata quando io ero ancora lì, come l'avrebbe presa? Sarebbe stato imbarazzante. Come minimo.- 
L'espressione divertita che era allora apparsa sul suo volto era veramente troppo! Che diavolo ci trovava di divertente?
A quel punto ne avevo avuto abbastanza di lui e mi ero girata per andarmene, ma la sua mano sul mio polso mi aveva trattenuta. 
Di nuovo.
Adesso ero decisamente arrabbiata e puntando i piedi avevo sbottato:-La smetti di tirarmi?-
-Quando tu la smetterai di farti idee sbagliate e mi starai a sentire.-
Avevo incrociato le braccia, in attesa, curiosa di sentire cosa c'era da spiegare in una situazione che era fin troppo palese.
-Ti ascolto. Anche se...-
-Senza interrompere, magari.-
-Volevo solo dire che non mi devi nessuna spiegazione.-
-Bene, ora che hai chiarito la tua posizione, posso continuare?-
Avevo fatto un cenno con la mano per invitarlo ad andare avanti.
-Prometti che mi farai parlare senza interrompermi?- Avevo annuito con uno sbuffo impaziente.
-Non so cosa tu abbia pensato quando sei entrata nel mio camerino,- avevo aperto la bocca per parlare, ma lui, aveva alzato il dito ad ammonire, -Ehi, avevi promesso!-
Avevo richiuso la bocca con una smorfia -... ma posso immaginarlo.- aveva concluso con un mezzo sorriso. Poi, guardandomi negli occhi, aveva aggiunto:-Voglio che tu venga con me a conoscere Karen, così potrai farti da sola un'idea del nostro rapporto.-
Oh, no. 
No no no, ma è impazzito? 
Farmi conoscere la sua amichetta? 
Cosa vuole, la mia benedizione? 
Va bene essere amici, ma questo mi sembra un po' troppo! In fondo non siamo poi COSÌ amici.
Già, ma come posso evitarlo senza che mi accusi di nuovo di essere gelosa?
-Vedrai ti piacerà.-
"Ne dubito"
-È una donna davvero speciale-
"Oh, immagino!"
-So che andrete d'accordo.-
"Ma davvero? Da dove ti viene tanta sicurezza?"
Intanto eravamo arrivati alla porta del camper che fungeva da camerino, ed io non avevo ancora trovato una valida scusa per evitare quell'incontro di cui avrei fatto volentieri a meno. Così, rassegnata, lo avevo seguito dentro, mio malgrado.
-Barbara, vorrei presentarti Karen Wislow, la migliore sarta cinematografica dai tempi del cinema muto.-
-Che è più o meno la mia data di nascita!- aveva ribattuto ridendo una donna dai capelli bianchi che somigliava più alla tipica nonna che ti cucina la torta di mele, che alla bambola sexy che mi ero aspettata di vedere.
-Karen, questa è la dottoressa Barbara Guerra, l'archeologa che controllerà che, con questo nostro carrozzone cinematografico, non facciamo troppi danni.-
La mia espressione doveva lasciar trasparire una buona dose dell'imbarazzo che provavo, perché lei mi aveva sorriso rassicurante mentre tendeva la mano:-È un piacere conoscerla, dottoressa.-
-Anche per me... - avevo risposto sorridendole a mia volta. 
-So che ha passato due settimane a insegnare a questo individuo,- aveva continuato lei lanciando a Robert uno sguardo di scherzoso rimprovero -Povera cara, deve essere stata una esperienza traumatizzante. Non è la prima volta che lavoro con lui e so quanto può essere irritante e indisponente a volte.-
-Anche io ti voglio bene, Karen.- aveva scherzato Robert circondandole le spalle con un braccio, -ma ora non ti devi occupare degli altri attori?-
-Visto cara? Cosa le avevo detto? Veramente indisponente. Comunque, ho lasciato i costumi con le modifiche per le scene di oggi sull'appendiabiti, vorrei ritrovarli stasera in condizioni accettabili.- poi rivolgendosi a me:-Dottoressa, è stato un piacere conoscerla, spero che avremo modo di chiacchierare un po' nei prossimi giorni.-
-Mi farebbe molto piacere.-
-Senza attori egocentrici intorno, ovviamente.- aveva aggiunto sorridendo complice, mentre si chiudeva la porta alle spalle.
Ora che eravamo soli, il mio imbarazzo aveva raggiunto il livello di guardia. Sapevo che Robert mi stava guardando, sentivo il suo sguardo su di me, ma continuavo a fissare il pavimento.
Mi era venuta in mente una mezza dozzina di frasi che avrei potuto dire, ma le avevo scartate una dopo l'altra.
In fondo cosa avrei potuto dire se non:-Scusa,- avevo alzato gli occhi e incrociato i suoi, -per come mi sono comportata in albergo... e anche per poco fa... ho fatto un gran casino per una sciocchezza. A mia discolpa posso dire che ero nervosa e a stomaco vuoto, e questa combinazione ha effetti deleteri sulle mie facoltà mentali. So che non è una giustificazione, ma...-
Avevo teso la mano:-Possiamo essere ancora amici?- 
Aveva preso la mia mano fra le sue, serio:- Per quello che mi riguarda, non abbiamo mai smesso.- poi mi aveva sorriso e aveva continuato:-Quindi posso restare da Flore? Perché ho chiamato ogni albergo della città, ma sembra che siano tutti al completo. Mi spiace.-
Sorridendo a mia volta, avevo insinuato:-Com'è che ho l'impressione che non ti dispiaccia affatto?-
   
 
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