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Autore: Natory28    11/08/2016    1 recensioni
Questa storia è basata prevalentemente sulla storia tra Marina e Esther.
Sono episodi con un filo conduttore.
L'avevo scritta tanto tempo fa e postata sul sito di terapia d'urgenza, alla fine mi sono decisa di pubblicarla ancche su EFP.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 16 – UN DURO MESTIERE

Una Milano particolarmente radiosa si era già svegliata con il suo solito tram tram. Esther era sull'autobus diretta al Morandini. Era persa nei suoi pensieri. Lei e Marina non avevano trovato ancora una soluzione per l'appartamento, il signor Ranieri era ancora ricoverato, le sue condizioni erano stabili, si stava riprendendo anche se molto lentamente. Era molto preoccupata per la sua dottoressa, dall'operazione del padre era rimasta sempre in ospedale con sua madre, il suo unico svago era il lavoro, praticamente dormiva poco o niente. Riuscivano a vedersi solo in ospedale, Esther cercava di tirarla un po' su come meglio poteva, cercava di starle accanto, anche se non lo ammetteva Marina si sentiva in colpa per quello che era successo. Esther faceva di tutto ma le sembrava sempre poco, pensava e ripensava a come aiutare il suo amore ma non ne veniva a capo.

In orario come al solito Esther varcò la soglia del pronto soccorso dirigendosi all'accettazione. Con un tono ancora un po' perso esclamò “Buongiorno Terry, ci sono novità?” “Ciao Esther … Se il buongiorno si vede dal mattino … Guarda qua?! Sono sommersa di cartelle e sono solo le 8 ...” l'infermiera si sforzò di abbozzare un sorriso ma non ribatté nulla, si era appoggiata al bancone nell'attesa quasi di un miracolo. Terrygan ci mise un paio di minuti per accorgersi che Esther era un po' assente (ah perdiamo colpi ispettore eh!?!) “Esther tutto bene?”, tornando con i piedi per terra replicò “Si si, stavo solo pensando ...” “A che cosa se è lecito?” “Beh siamo curiosi come al solito vedo?! Visto che ci tieni tanto te lo dico … Pensavo a Marina, a suo padre e a quello che è successo, sono molto preoccupata per lei, se continua ad andare avanti così crolla … Non so come aiutarla”. L'ispettore un po' scetticamente replicò “Immaginavo che fosse per quello ... Oddio non è decisamente il mio campo ma se vuoi un consiglio stalle vicino più che puoi…”, l'espressione di Teresa si trasformò da dolce a quella solita, un po' cinica “Oh questa poi, ma cosa mi fai dire, non ti azzardare a dire a nessuno che te l'ho detto io di stare vicino alla Ranieri?!”, Esther ridendo disse “Si si ti voglio bene anche io Teresa … A dopo”.

Dopo essersi cambiata, si diresse verso la camera del padre di Marina, aveva bisogno di vedere la sua amata e sincerarsi che stesse bene. Da fuori attraverso il vetro vide che il signor Ranieri era cosciente e che stava parlando con la madre e la figlia, apparentemente in armonia. Dopo qualche minuto la dottoressa si girò verso la vetrata, notò Esther e le sorrise, qualche attimo dopo uscì dalla camera. “Ciao tesoro” esclamò Marina “Ciao, come va?” “Direi bene si è appena svegliato, abbiamo parlato un po' e sembra che stia bene, al momento non sembrano esserci ripercussioni …”. Un po' timorosa l'infermiera accarezzò dolcemente la sua donna “Sono contenta sai, è bello vederti con questa espressione serena e rilassata … Tuttavia mi sembri stanca ... Perché non vai a riposarti un po' in sala medici?! Più tardi faccio il giro delle medicazioni, devo cambiare le garze anche a tuo padre, ti vengo a chiamare io ok?!”. Marina avvicinandosi al suo viso le sussurrò “Come farei senza di te amore mio?! Lo sai che sei il mio angelo?!” “Ah si?! … E tu lo sai che ti amo tanto?!”. Udendo quelle parole la gioia comparì sul viso della dottoressa, erano così vicine l'una all'altra, e lei aveva una voglia immensa di baciarla, ma non lo fece, la prese dolcemente la mano e la trascinò con sé. “Marina ma dove mi stai portando?” lei non rispose si girò solo verso Esther con lo sguardo eloquente e allo stesso tempo audace come per dire “Ora vedrai!”. Giunte in magazzino richiuse la porta dietro di loro. Esther era decisamente perplessa “Ma cosa ci facciamo qui?”, Marina avvicinandosi a lei ribatté “Ho una voglia matta di baciarti, prima ho fatto fatica a trattenermi, non volevo metterti in imbarazzo, ma adesso ...”. La dottoressa fece una pausa voleva che quel momento non finisse mai. La strinse sempre di più a se, era quasi ipnotizzata dal suo sguardo. Prese fra le mani quel viso magnifico, scostando le ciocche di capelli che le coprivano gli occhi, delineandone tutti i suoi contorni fino ad arrivare a quello delle labbra così terribilmente sensuali. Marina avvicinandosi sempre di più alla sua donna la baciò con infinita passione. Ancora abbracciata al suo amore Esther esclamò “Quanto vorrei rimanere qui con te non lo puoi neanche immaginare ... Ma devo andare, avrei dovuto cominciare il mio giro 10 minuti fa …” “E se io non ti lascio andare?” ...

Esther lasciò il magazzino dopo un po' di tira e molla con Marina, era felice, un sorriso le si era stampato sul viso, Il buongiorno del suo amore era ottimo per iniziare la giornata. A metà del suo giro si diresse verso la camera del signor Ranieri con il carrello per le medicazioni, di colpo un velo di tristezza prese il posto della felicità, aveva già discusso con il padre di Marina e un altro round non lo avrebbe sopportato, così decise che qualsiasi cosa fosse uscita dalla bocca di quell'uomo non l'avrebbe toccata in nessun modo, sarebbe dovuta essere superiore. Prima di entrare nella stanza tirò un grosso sospiro. “Buongiorno, signora Ranieri … signor … Dovrei fare la medicazione a suo marito, se cortesemente può uscire un attimo” “Buongiorno signorina Bruno, certo non ci sono problemi esco subito” replicò Caterina con estrema gentilezza poi rivolgendosi al coniuge disse “Caro vado al bar a prendermi un caffè torno fra un po' ...”, l'uomo annuì senza proferire parola. Esther cercò di abbozzare un sorriso, ma era molto difficile “Cercherò di farle meno male possibile signor Ranieri” “Con tutto ciò che hai già fatto alla mia famiglia, direi che non puoi fare altro” rispose Enrico acidamente. L'uomo fece una piccola pausa e poi continuò “Tu credi che ti abbia trattata ingiustamente?! E' vero sono stato duro con te, lo ammetto, ma è giusto così, tu non hai idea di cosa significhi essere un Ranieri, cosa comporti … Tu non sei e non sarai mai alla nostra altezza … Tu e mia figlia non avete futuro”. Esther si sforzò di mandare giù tutte quelle orribili frasi, le sembravano pugnali dritti al cuore, cercò di mantenere la sua calma e la sua tranquillità e alla fine esclamò “Signor Ranieri per favore può stare fermo? Deve mantenersi rilassato con l'intervento che ha subito”. Enrico era un po' perplesso, sembrava che l'infermiera non avesse udito le sue parole e questo lo fece ancor più irritare. “Ecco ho finito tutto a posto, torno più tardi per sostituire la garza, la saluto” l'infermiera uscì dalla stanza spingendo il carrello, appena fuori incontrò sia Marina che sua madre e disse “E' tutto a posto, signora se vuole può entrare” sforzandosi di sorridere. “Mamma vai pure ora ti raggiungo” “Ok vado, grazie signorina Bruno” “Dovere, signora Ranieri”. Marina rimasta sola con il suo amore esclamò “Come è andata tutto bene? Che ti ha detto mio padre?” “E' andata bene, non abbiamo parlato” Esther mentii, non voleva far sapere alla compagna che quell'uomo l'aveva insultata ancora. “Ora continuo il mio giro, ci vediamo dopo ok?” Esther se ne andò.

La giornata proseguiva molto lentamente, Marina si era riposata un paio d'ore, ed era tornata nella stanza del padre, per permettere alla madre di riposarsi. Enrico dopo un po' si decise a parlare “Allora, non hai niente da dirmi?” “Beh, no papà” “Non ti ha detto niente la tua infermiera?” “Si, mi ha detto che non avete parlato, perché?” “No, no niente”. Ranieri rimase molto stupito, pensava che Esther avesse raccontato tutto a sua figlia, invece no, neanche una parola, magari non era una persona così orribile come pensava. Marina era un po' titubante ma decise di non approfondire il discorso.

Poco prima di finire il turno, Esther tornò nella stanza del signor Ranieri per la sostituzione della garza. Nella stanza non c'erano né Marina né la signora Caterina “Buonasera, devo sostituirle la benda” esclamò l'infermiera. Enrico rimase in silenzio per qualche attimo poi disse “Non ha detto nulla a Marina della nostra conversazione, perché?”, Esther sospirando e prestando attenzione a quello che stava facendo replicò “Perché non ho intenzione di far soffrire Marina, per quanto sia, lei è suo padre, sapere quelle cose vi farebbe litigare di nuovo, e io di certo non voglio questo … Io vorrei che Marina fosse felice”. Il signor Ranieri non riuscì a ribattere. “Ho finito. Ora è tutto a posto, a domani. Buonasera” disse l'infermiera andandosene.
Marina e sua madre tornarono nella stanza di Enrico. “Caro come ti senti? Va un po' meglio?” “Sì, sto abbastanza bene direi”, la moglie sorridendo disse “Sono proprio contenta”. L'uomo girandosi verso la figlia esclamò “Marina, ti vorrei parlare” “E di cosa?” “L'infermiera è appena andata via ...” la dottoressa non gli fece finire la frase “Papà, senti non ho voglia di discutere, e poi nel tuo stato non è consigliato” “Fammi finire per favore ...” incalzò l'uomo che proseguì il discorso “Non ho cambiato idea su di lei e tanto meno sul vostro rapporto, questo non credo potrà accadere mai … Ma mi sono arreso all'idea, quella ragazza ci tiene veramente a te, nonostante tutte le mie cattiverie ti ha sempre difeso con tutta se stessa” l'uomo prese fiato e continuò ”Diciamo che io, Enrico Ranieri del Colle, sono stato messo a sedere da un'infermiera, ovviamente la cosa non deve uscire da questa stanza se no, addio alla mia reputazione, chiaro?! Beh insomma tutto questo per dirti fai quello che vuoi, tanto lo avresti fatto comunque no?!”. Marina non credeva alle parole che aveva appena sentito, voleva quasi abbracciarlo quel burbero uomo, si limitò a stringergli la mano e a sorridere “Grazie”. Caterina era rimasta in silenzio per tutto il discorso, alla fine afferrando l'altra mano del marito esclamò “E' questo l'uomo che ho sposato!”.
Marina corse fuori dalla stanza. Voleva assolutamente trovare Esther, cercò in tutto il pronto soccorso. Alla fine si rivolse a Terrygan in accettazione. “Teresa, ha visto Esther per caso?” “Dottoressa, dovrebbe essere in magazzino doveva sistemare alcuni carrelli” “Grazie” ribatté la donna e quasi di corsa si diresse verso la dispensa. La porta era aperta, l'infermiera di spalle stava riempiendo il carrello coi medicinali mancanti, non si accorse di nulla. Marina lentamente si avvicinò a lei e la cinse da dietro, ed all'orecchio sussurrò “Ciao, principessa”. Un po' colta di sorpresa Esther rispose “Ah... Ciao Marina che bello vederti, oggi non ho avuto molto tempo” “Il turno non è quasi finito?” “Beh si, 10 minuti, che hai in mente?”. La dottoressa girò verso di se la compagna e disse “Che ne dici di un cenetta romantica … Poi non so possiamo vederci un film abbracciate strette strette … E poi chissà ...” ”Che intenzioni hai? Quindi non rimani in ospedale da tuo padre?!” “Già, abbiamo parlato poi ti racconto, ma non cambiamo discorso non hai ancora risposto che ne dici del mio programma?”, Esther mettendo le braccia al collo di Marina replicò “Io direi che si può fare, sai ero quasi in astinenza ...”.
   
 
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