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Autore: _HARUKI_    11/08/2016    0 recensioni
Una porta si aprì, una luce grigio-azzurro accecò la mia vista.
Da quella luce una voce profonda come le profondità dell'oceano, mi chiese:
"La vita merita di essere vissuta? Entra, da qui inizia il tuo ultimo viaggio."
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Piove, piove, piove, bambole solo bambole che camminano intorno a me. »

Una porta si aprì, una luce grigio-azzurro accecò la mia vista.
Da quella luce una voce profonda come le profondità dell'oceano, mi chiese:
"La vita merita di essere vissuta? Entra, da qui inizia il tuo ultimo viaggio."
Rimasi sbigottito da questa sua affermazione.
Mi guardai intorno vedevo solo porte e corridoi, e un uomo dallo sguardo più triste che abbia mai visto, mi chiese di seguirlo.
Gli chiesi in che posto fossi finito, e lui mi rispose, che era un posto dove vanno le anime tormentate. E in ogni porta, c'è un anima che non riesce a donarsi la pace e che ripercorre il suo ricordo più doloroso.
"Ma tu chi sei?"
"Nessuno. Sono solo qui per guidarti. Vieni Edward voglio mostrati un ricordo di una persona."
Aprì una porta, dove una ragazzina di 16 anni circa ballava con le lacrime che le rigavano il viso. A un certo punto cadde, ma quasi subito si rialzò e iniziò a ballare di nuovo.
Ma dopo un po', cadde di nuovo nello stesso punto e nello stesso istante della melodia. Lo strano tizio si voltò verso di me, e mi chiese se mi fossi accorto, e io risposi di si.
"Questa ragazzina in vita, cadde e si ruppe il ginocchio mentre stava danzando. I dottori gli dissero che non avrebbe più potuto ballare. Si gettò dal balcone di casa, anche qui ancora adesso e legata a questo ricordo, non riuscendo a proseguire."
Mi avvicinai a lei, fino a che riuscì a udire la sua voce.
"Ci riuscirò questa volta a non cadere."
Ogni volta che cadeva, ripeteva la stessa frase, dentro di me avrei voluto gridarle fermati, fermati, ormai non puoi più tornare indietro.
Ma una mano mi toccò la spalla.
"Deve riuscirlo a capirlo da sola."
Mi portò in una stanza poco illuminata, mi guardò e disse:
"Siediti. E Rispondi. Perché bisogna vivere, se poi la vita ti dona queste ingiustizie?"
"Perché mi chiedi queste cose? E Perché sono qui?"
La persona misteriosa con tono duro rispose:
"Ti ho detto di fare domande?!"
Non capivo ancora il motivo, del perché ero li, non ricordavo niente in quel momento e chi potesse essere questa persona .
"Sì la vita è ingiusta, molte persone soffrono. Persone che meriterebbero una vita felice, hanno invece una vita che li fa soffrire. Altre invece che meriterebbero una vita infelice, invece sono felici. Una felicità creata sulla infelicità altrui."
"Parli da egoista."
Lo guardai stupito.
"Il solo vivere, crea una infelicità ad altri. Di conseguenza tutta l'esistenza è dolore. Tutte le persone nella vita, volendo o non volendo hanno creato infelicità ad altri. Tutti voi umani siete delle bambole che fanno sempre gli stessi errori. Questa è la tua stanza, rivivi il ricordo e vediamo se riesci ad uscire, se uscirai avrai una possibilità di tornare indietro."
Tutto intorno a me iniziò a girare.
E vidi che tutta la storia del mondo era pura sofferenza.
Poi si fermò.

"Eleonor,la colazione è pronta."
"Arrivo tra un minuto tesoro mio."
Quella mattina feci colazione come al solito con la mia bellissima moglie.
Mi vestii,preparai il pranzo al sacco per me e per lei,la salutai con un bacio e mi incamminai per andare al lavoro. Presi la solita strada che costeggiava il parco, mi piaceva contemplarlo nella sua bellezza. Era anche autunno,la mia stagione preferita.
Quando gli alberi si trasformano e le foglie si colorano di giallo, arancione e rosso prima di cadere a terra.
Il piccolo fiume che passa al suo interno, con l'acqua che si increspa al passaggio degli anatroccoli che giocano.
Mi sedetti sulla panchina e mi ricordai di quando conoscetti lei,Eleonor.
"Ciao, mi daresti il tuo numero?"
Rimasi imbambolato... Non mi sarei mai aspettato che lei,una ragazza così bella chiedesse il mio numero.
Da lì iniziammo a sentirsi ed uscire insieme.
Ricordo ancora il nostro primo bacio sulle rive del lago.
E di quella sera,in particolare,che mentre la portavo a casa fermai la macchina.La feci scendere, accesi la nostra canzone e iniziammo a ballare.
Poi,la guardai e dissi:
"Ti amo Eleonor, sarà forse presto ma è quello che provo per te."
Alzai lo sguardo al cielo, sembrava quasi che le nuvole prendessero forma dei nostri corpi, inziando la danza di quella sera.
Guardai l'ora, mi incamminai e pensai tra me;
Che cos'è l'amore?!
Ma ad un certo punto, camminando mi scontrai con una donna.
"Mi scusi, non l'ho vista."
"Ritorna a casa." Sussurrò.
Colpito da quella frase, corsi a casa. Aprii la porta, mi accorsi che non era chiusa a chiave. Guardai al piano terreno e non vidi Eleonor.
Salii le scale, quando fui vicino al piano di sopra sentii dei gemiti di piacere. Vidi la porta scostata e guardai dentro.
Non credetti ai miei occhi. Mia moglie mi stava tradendo con il mio capo ufficio.
"No, no, no ancora... Aveva promesso che non avrebbe più fatto la sciocca." pensai nella mia testa.
"L'unico modo per far smettere tutto questo è farla sparire... Lo sai che sei debole e crederai di nuovo alle sue parole."dissi tra me.
Le lacrime irrigavano il mio viso, il dolore tenuto dentro per tanto tempo uscì prorompente dal cuore e dentro di me sentii calare l'oscurità.
Scesi con calma le scale, non ebbi fretta. Guardai fuori dalla finestra e vidi un uomo anziano che guardava un orologio da taschino, rivolto verso la casa.
Non mi preoccupai più di molto. Tirai giù la tapparella,e poi in tutte le stanze della casa, persino nel piano di sopra... Non si accorsero di nulla così intenti a copulare.
Mi diressi in cucina, presi il coltello, quello con la lama più lunga.
Staccai la corrente e mi nascosi nelle tenebre, aspettando il momento giusto. Quando ebbero finito, li sentii scendere le scale, lamentandosi del perché la corrente fosse staccata. Da in fondo la stanza li vidi baciarsi salutandosi.
Lui uscì dalla porta e lei si avviò verso le scale. Io lentamente emersi dalla oscurità.
"Ti stavo aspettando. Piaciuto?"
"Tesoro, ti posso spiegare tutto"
Ecco che comincia, pensai tra me.
"Fai Silenzio!!" Urlai.
Eleonor corse su per le scale urlando dal terrore appena vide il coltello.
"Eleonor, è inutile che ti nascondi. E' ora di finirla, non mi prenderai più in giro... Da quando ti ho conosciuta la mia vita è diventata un inferno. Te e le tue bugie. Sei sempre andata in cerca di altri uomini. Vuoi sentirti dire che sei bella. Ma loro te lo dicono solo per usarti. Ti cacciavo e ritornavi, implorando di perdonarti, gridando che mi amavi più di prima.
Ma dopo un po' ricominciavi. "
"Sei la mia rovina"dissi con voce cattiva e profonda.
" E' solo questione di secondi prima che ti trovi!"
Immaginavo che si era nascosta sotto il letto. Saltai col coltello sopra il letto pugnalandolo ma non la centrai.
Lei uscì fuori scappando e urlando.
"Non puoi scappare, non hai via di uscita. Ahaha" Uscii dalla mia bocca una risata pazza.
La ritrovai giù al pian terreno, che mi implorava di risparmiarla. Giurò persino su Dio che non avrebbe più sbagliato.
"Prega Dio che accolga la tua anima lussuriosa."le urlai contro.
La gettai a terra e si dimenava con tutte le sue forze. La stavo per colpire, ma mi fermai. Gettai per terra il coltello e me ne andai. Uscii di casa e tornai dove ci eravamo baciati la prima volta, guardai la riva del lago e mi chiesi:
"La vita merita di essere vissuta?! Sì lo merita,ma amare è la cosa più bella e pericolosa, perché questo sentimento è il più forte di tutti. E' come una danza di spine velenose, se ti punge puoi morire."
Mi gettai nelle sue acque profonde e il lago abbracciò il mio corpo.
Mentre sprofondavo, una voce mi disse:"Hai fallito, ricorda adesso."
"Tu..."
Non feci in tempo a finire la frase, che lui parlò di nuovo."Ogni giorno ripeterai la stessa cosa fino a che non riuscirai ad uscire. A fine giornata ricorderai tutto ma solo per un ora. Ad ora scaduta tutto ricomincerà".
Lo strano tizio sparì.
E se il prezzo per non ucciderla è questo, lo accetto volentieri.

   
 
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