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Autore: Angel_Mary    12/08/2016    2 recensioni
“La prossima volta faccia più attenzione” e si mise a raccogliere i libri sparsi sul pavimento. James si preoccupò di aiutarla.
“Posso aiutarti?” chiese, prima di sgranare gli occhi, scorrendo i titoli dei tomi che appartenevano alla ragazza. ‘Armi permesse nei conflitti armati fra Stati’ e ‘Tecniche di reclutamento clandestino durante i conflitti armati’ risaltavano nel mucchio.
“Sei una soldatessa?” domandò incoraggiante, ma la ragazza, invece, parve non gradire la battuta, tanto che, dopo averlo fulminato con lo sguardo, rispose gelida “le sembro un soldato, signore?”
James la osservò riprendere i libri e sedersi accanto alla sua amica, la quale si stava facendo beffe di lui senza alcun problema.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Nuovo personaggio, Oliver Phelps
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partenze e novità.
 
 
I mesi erano trascorsi in fretta, portando con il vento primaverile un’ondata di novità: Valérie aspettava una coppia di gemelle, Erminia aveva ricevuto un’importante offerta di lavoro, Marianna aveva impostato la sua tesi, ricevuto le ultime istruzioni per il suo impiego in Kosovo, e, infine, Anne portava all’anulare sinistro un simpatico monile, che era stato in grado di suscitare gridolini, misti ad eccitazione, in chiunque avesse avuto a che fare con la ragazza dal mese di gennaio in poi.
Oliver ed Anne avevano scelto la fine dell’estate come periodo in cui sarebbero diventati una nuova famiglia, e le commissioni per quell’evento si erano accavallate con una velocità sorprendente. Tutti i loro amici avevano accolto la notizia con gioia, e quando la giovane sposa aveva comunicato a Marianna, Valérie ed Erminia che avrebbe voluto anche loro come damigelle, gli impegni delle tre ragazze si erano moltiplicati in maniera esponenziale: il termine della gravidanza di Valérie era previsto per luglio, Erminia cercava di dividersi tra l’università e il lavoro, mentre Marianna, a cui era stato affidato il compito di damigella d’onore insieme alla sorella della sposa, si affannava per aiutare l’amica con il matrimonio, finire la tesi prima di partire, e prepararsi adeguatamente per quello che avrebbe fatto lì.
Più si avvicinava la partenza di Marianna, più James si sentiva agitato, e cercava di trascorrere il più tempo possibile con lei, cercando di aiutarla. Spesso le preparava la cena, l’aiutava con la casa, e più di una volta si era fermato a dormire da lei per controllare che si impegnasse al massimo con la tesi.
Era giugno e l’indomani James e Oliver avrebbero dovuto lasciare l’Inghilterra per una settimana per un evento in Australia. Anne aveva preso con gioia la notizia, perché poteva organizzare al meglio tutto ciò che per tradizione lo sposo non poteva vedere prima del matrimonio, mentre Marianna si sentiva leggermente persa.
James era steso sul letto, leggeva un libro e osservava di tanto in tanto la sua ragazza, che batteva frenetica al computer parte della tesi. Quella mattina l’aveva accompagnata a fare le analisi di rito prima della sua partenza, e nei giorni precedenti si era sentita parecchio male: aveva avuto frequenti cali di pressione, avvertiva la necessità di dormire, e non riusciva a mangiare un pasto completo, perché aveva sempre dei problemi con lo stomaco. Sia Marianna che il medico erano arrivati alla conclusione che tutto lo stress, che la ragazza stava accumulando, le stava facendo quell’effetto, e per questo motivo non c’era motivo di preoccuparsi.
James controllò l’orario sulla sveglia poggiata sul comodino della ragazza, le lancette erano vicine alla mezzanotte, e la ragazza stava continuando a scrivere.
“Non puoi continuare domani? È già mezzanotte, e tu dovresti riposare … tra due settimane dovrai essere fresca e riposata …” esordì James, sapendo già in partenza che Marianna non l’avrebbe nemmeno ascoltato.
“Si, arrivo tra cinque minuti …” disse con un tono di voce molto stanco, ma James aveva deciso che sarebbe intervenuto. Chiuse di scatto il libro, lo poggiò sul suo comodino, si alzò e raggiunse svelto Marianna.
“Non ti stavo facendo una domanda. Salva il lavoro di oggi, spegni il computer e vieni a letto. Adesso, non tra cinque minuti” disse, prendendole il mouse dalle mani. Marianna schioccò la lingua, ma era talmente esausta che non aveva nemmeno la forza di rispondergli a tono.
“Oh, d’accordo!” e nel giro di due minuti aveva spento il computer, si era messa il pigiama, e aveva raggiunto James.
“Domani in tarda mattinata andiamo a scegliere i nostri abiti, e dopodomani alle otto vado a ritirare le analisi, e subito dopo abbiamo la prova di trucco e acconciatura … spero soltanto che Anne non abbia scelto nulla di tremendamente imbarazzante. Non lo sopporterei!” disse una volta distesasi al fianco del ragazzo.
James sorrise, avvolgendo Marianna in un tenero abbraccio, mentre con una mano le accarezzava i capelli.
“Mi prometti che non ti strapazzi troppo in questa settimana, in cui sarò assente?”
Marianna annuì, chiudendo gli occhi e voltandosi verso di lui.
“Sono convinta che i dieci giorni che passerò in Kosovo, saranno quelli più rilassanti di tutta l’estate.”
“Vedrai che andrà tutto bene, ricordati di avvisarmi appena hai il risultato delle analisi. D’accordo?”
James non ebbe risposta, perché Marianna si era addormentata nel giro di mezzo minuto.
 
Il mattino seguente, dopo aver accompagnato James ed Oliver all’aeroporto, Anne e Marianna si avviarono verso l’atelier, dove avevano un appuntamento per trovare l’abito di tutte le damigelle. 
Anne non era mai stata così raggiante e radiosa nella sua vita, finalmente lei e Oliver avrebbero cominciato una nuova vita insieme, e durante l’organizzazione aveva deciso di circondarsi delle persone che le volevano bene. Nonostante il suo stato d’animo, aveva notato da un po’ che Marianna sembrava diversa, più stanca e il suo stress era palpabile.
“Mari, sicura di stare bene? Sei sicura di non volere un aiuto a casa?”
La ragazza scosse la testa “No, Anne. Grazie, in passato ho già affrontato periodi di forte stress. Per il matrimonio sarò fresca e riposata, vedrai.”
“Sinceramente, non mi stavo preoccupando per il matrimonio. Sembri diversa in questo periodo. Oliver mi ha raccontato che stai avendo spesso problemi con lo stomaco e con il sonno …”
Marianna sgranò gli occhi: non ricordava di aver parlato con Oliver dei suoi problemi fisici.
Anne, intuendo i pensieri dell’amica, aggiunse “quando decidi di stare insieme a un ragazzo che ha un fratello gemello, prendi il formato famiglia. Tutti sanno tutto.”
“L’ho sempre saputo … solo che rimango sempre un po’ stranita. Sai, essendo figlia unica, ho sempre avuto una particolare privacy in famiglia.”
“L’importante che tu e James siate felici insieme. Il resto è tutto un contorno.”
Marianna annuì.
“Vorrei soltanto che questo periodo pieno di stress finisca presto, che le analisi siano a posto, che il professore accetti la tesi e che riesca a trovare un lavoro quantomeno decente entro la fine dell’estate” rivelò tutto d’un fiato la ragazza.
Anne, sorrise, contenta che la sua amica cominciasse ad aprirsi in quel modo con lei. Aveva saputo dal fidanzato, che Marianna per quanto potesse essere espansiva e socievole, tendeva a essere fin troppo riservata su quello che la preoccupava. James la considerava molto indipendente sotto quel punto di vista, ma il fratello era convinto che quel comportamento fosse dovuto al fatto che fosse figlia unica. Col tempo aveva capito che molti amici, che erano figli unici, raggiungevano un livello tale di indipendenza da non sentire la necessità di parlare con tutti dei propri problemi.
“Pensa a una questione alla volta. Domani saprai i risultati delle analisi. A quanto mi hai detto, per la tesi devi scrivere soltanto le conclusioni e, da quello che so, il professore sembra essere soddisfatto. Per il lavoro, vedrai che molti studi legali faranno di tutto per averti nel loro staff. Stai tranquilla, che tutto si risolverà.”
“Da quando sei la versione più giovane di mia madre?”
Anne ammiccò solamente, prima di parcheggiare l’automobile.
 
Quando le ragazze, accompagnate dalle mamme degli sposi, entrarono nell’atelier, la responsabile le accolse con un caloroso sorriso, pronta ad affrontare un appuntamento lungo e complesso. Infatti, Anne aveva deciso che avrebbe avuto due damigelle d’onore e altre quattro, e la ricerca dei due abiti diversi era cominciata con fatica, perché la tonalità di verde acqua che la sposa desiderava era molto difficile da trovare, ma la commessa nell’arco di dieci minuti era riuscita a trovare due dozzine di abiti di quel colore, o di stilisti che producevano abiti in quella particolare tonalità.
Marianna, Camille, la sorella della sposa, ed Erminia provavano gli abiti in modo tale che riuscissero a vederne tre contemporaneamente, ma al quarto cambio d’abito Marianna aveva cominciato a sentirsi girare la testa, tanto che appena era uscita dal camerino per mostrare alle altre l’abito che aveva indossato, aveva cominciato a traballare.
“Devo sedermi … sto per avere un leggero calo di pressione” sussurrò, prima di raggiungere la poltroncina, dove era seduta Anne.
“Mari, ti senti bene?”
Erminia era corsa dall’amica, cominciando a farle vento e a chiederle molte cose in italiano.
Susan, preoccupata, le si era avvicinata con una caramella mou e aveva chiesto alla commessa di portarle immediatamente acqua e zucchero. 
“Cara, ti senti bene? James mi ha detto che in quest’ultimo periodo ti stai strapazzando troppo! Ti vengo ad aiutare io in questi giorni, sei troppo stanca per fare tutto da sola!”
Marianna annuì debolmente, mordendosi la lingua in maniera impercettibile.
“Sto bene, ho avuto un semplice calo di pressione … comunque, questi tre erano gli ultimi abiti. Anne, che hai deciso?” disse, cercando di sedersi in maniera più composta, e lisciandosi la gonna del lungo abito in chiffon. Le ragazze annuirono, appoggiando Marianna, anche perché erano tutte piuttosto stanche.
“Penso che per le damigelle d’onore vada bene l’abito che ha addosso Erminia, con lo scollo a cuore, mentre per le altre quello che indossava Marianna prima, quello mono spalla. Voi che dite?”
Le ragazze annuirono, erano rimaste tutte sconvolte da quelle ore trascorse nell’atelier.
 
Il giorno seguente, Marianna, accompagnata da Valèrie, era pronta per ritirare le analisi prima di poter partire per la missione elettorale in Kosovo. Aveva già cominciato a preparare la valigia, facendo attenzione a prendere solo lo stretto ed indispensabile.
Erano giorni carichi di tensione, e nel momento in cui doveva discutere con il medico del risultato delle analisi, avrebbe tanto voluto avere accanto a sé James.
“Sembri nervosa. Andrà tutto bene, stai tranquilla.”
“Quando vado dal medico sono sempre agitata, non si può mai sapere!”
Erano entrate nella sala d’attesa dello studio medico, e Marianna aveva cominciato a torturarsi le mani, mentre Valérie si accarezzava il pancione, ormai ben visibile.
L’ansia continuava ad aumentare, mentre mentalmente ripeteva le cose che avrebbe dovuto fare prima della partenza, le commissioni per il matrimonio di Anne ed Oliver, il termine ultimo per consegnare la tesi, e quando avrebbe dovuto cominciare a cercarsi un lavoro in qualche studio legale. Era completamente oberata dagli impegni, e quei momenti di attesa la stavano massacrando. Perché agitarsi tanto per delle semplicissime analisi?
Appena vide la segretaria che stava andando a chiamarla si alzò di scatto, voltandosi verso l’amica.
“Aspettami qui … ci vediamo tra un po’.”
Valérie le sorrise incoraggiante.
“Andrà tutto bene!”
Dopo parecchi minuti, Valérie vide tornare l’amica con un’espressione indecifrabile, sembrava felice ma allo stesso tempo preoccupata.
“Allora, che ti ha detto il medico?” 
“Che è tutto nella norma, e che devo cercare di riposarmi un po’ di più” rispose Marianna con una punta di inquietudine.
Valérie voleva approfondire di più, ma Marianna con un cenno del capo le fece comprendere che non aveva molta voglia di parlarne ancora “dovremmo muoverci, altrimenti chi la sente Anne!”
 
Dopo aver finito le commissioni previste per la giornata dedicate al matrimonio di Oliver ed Anne, Marianna si era rifugiata in una sala da the insieme ad Erminia e Valérie. Dissero le loro ordinazioni ancora prima di sedersi ad un tavolino, talmente erano agitate per l’improvviso cambiamento della giornata.
Marianna non appena Anne era dovuta andar via, si era rinchiusa in un silenzio che nessuna delle due amiche era riuscita a spezzare. Erminia la osservava preoccupata, mentre Valérie aspettava che fosse lei stessa ad affrontare il discorso, ma era stato subito evidente che non era in grado di farlo da sola. Solamente quando una delle cameriere portò le loro ordinazioni, che Marianna riprese a parlare.
“E adesso? Che succede?” chiese alle amiche con lo sguardo impaurito. Era la prima volta che nella sua vita non si sentiva all’altezza di quello che le era capitato.
Valérie sorseggiò la sua tisana, poggiò la tazza nel suo piattino e si sistemò comoda nella poltroncina “succede che adesso devi parlare con James”. Marianna la scrutò, come per assicurarsi che la sua amica non le avesse davvero dato quella risposta.
“Sì, certo. Io cercavo di andare oltre a questa ovvietà” le rispose leggermente afflitta. Erminia che era rimasta in silenzio ad ascoltare l’amica, intervenne “se non parli con James, non puoi sapere quello che potrebbe accadere dopo” prima di prendere la sua tazza di the e di portarla alla bocca. Valérie fece un segno di approvazione all’amica, prima di riprendere a parlare “Mari, adesso devi fare un passo alla volta. Al momento James è a Sydney, quindi la precedenza va alla consegna della tesi” concluse rivolgendosi a Marianna con un tono di voce incoraggiante, la quale parve riprendere un colorito più sano.
“Sì, la tesi devo consegnarla in questi giorni … e poi devo aspettare solo che torni James” concluse, afflitta. Erminia scosse la testa in segno di disapprovazione. Aveva avuto modo di conoscere bene il ragazzo di Marianna e lei ne era sicura, tutti i problemi che si stava creando la sua amica erano inutili.
“Mari, hai ancora un paio di giorni per abituarti all’idea di quello che è successo. James tornerà lunedì e oggi è solo mercoledì! Ti conosco e sono sicura che ti stai preoccupando per …”
“Oliver” rispose veloce Marianna senza nessuna esitazione nella voce. Valérie sobbalzò sulla poltroncina e per poco non si versò la tisana addosso “non vorrai dirci che …”
“Ma cosa vi è mai potuto saltare in mente! Sapete che io e Oliver abbiamo un rapporto … controverso!”
 
 
Dall’altra parte del mondo Oliver e James si stavano godendo gli ultimi giorni della loro permanenza in Australia. Erano andati allo zoo di Sydney, che li aveva ospitati, ed erano stati invitati in parecchi programmi televisivi e radiofonici, durante i quali avevano risposto a parecchie domande.
Erano nel pulmino che li avrebbe portati all’evento del pomeriggio insieme ai fans, e James stava controllando nervosamente il telefono.
“Doveva avere il risultato delle analisi quattro giorni fa! Possibile che non abbia saputo ancora nulla? Perché mi sta tenendo così sulle spine?”
Oliver smise di guardare il paesaggio fuori dal finestrino, per voltarsi verso il fratello, che era visibilmente preoccupato.
“Non avevi detto che in questo periodo è super impegnata tra l’università, il lavoro e il matrimonio?”
James guardò per l’ultima volta il cellulare, prima di rimetterlo in tasca.
“Si, ma aveva promesso che mi avrebbe fatto sapere. E’ vero che sta aiutando Anne, ma potrebbe anche farsi sentire un po’ di più!”
“Jim, siamo dall’altra parte del mondo. C’è un fuso orario di quasi dodici ore, ed entrambi siete molto occupati. Non puoi pretendere che ti mandi messaggi ogni cinque minuti, anche perché tu non lo sopporteresti!”
“Da quando sei diventato così bravo nel dare i consigli?” chiese ironico, dandogli una leggera spinta.
“Da quando ho preso la folle decisione di sposarmi … Dio, io sposato! Ma mi ci vedi?”
“Saresti molto credibile, sì!”
Oliver assestò un pugno sulla spalla del fratello, prima di ridere insieme a lui.
Una volta arrivati alla fiera, dove si sarebbe tenuto l’evento, furono condotti in una piccola sala d’attesa, allestita per gli ospiti invitati. Oliver aveva preso posto su una sedia, cominciando a controllare i messaggi vocali che Anne gli aveva lasciato su whatsapp, mentre James continuava a camminare avanti e indietro per tutta la stanza. Il fratello alzò leggermente lo sguardo dallo schermo del suo smartphone, studiando il gemello: da quando si comportava in quel modo?
“James, te l’ho già detto: sarà impegnata. Cosa credi che stia facendo?”
L’interpellato scosse la testa, e appena intravide una delle hostess che li aveva accompagnati nella sala d’attesa, le fece un cenno con la mano per chiamarla.
“Mi ha chiamato signor Phelps?”
“Sì. Potrebbe portarmi un cappuccino con molta schiuma e senza zucchero, per piacere?”
La ragazza annuì e nell’arco di trenta secondi era già scomparsa, per recuperare quello che le era stato chiesto.
Oliver udita la richiesta del fratello, strabuzzò gli occhi e James, alla sua domanda inespressa rispose solamente “ho una ragazza italiana. Non ho visto mai nessuno ingerire caffeina, come lo fa lei. Ho imparato che una buona tazza di caffè è la panacea di tutti i mali.”
“Poi sono io quello che ha perso la testa, solo perché mi sposo alla fine dell’estate?”
“Non eri tu il gemello razionale?”
 
Mentre i due fratelli erano in procinto di salire sul palco e prendere posto per il momento dedicato alle domande e risposte con i fans, Marianna ed Erminia stavano affrontando una nottata particolarmente travagliata. La prima non riusciva a dormire e dopo essersi alzata per andare a bere dell’acqua fresca per la quarta volta, la seconda si era svegliata e visto che il giorno seguente sarebbe stato sabato, si erano messe a chiacchierare sul divano.
“Mari, davvero, dovresti smettere di preoccuparti anche di Oliver! Tu stai con il fratello, perché ti importa così tanto quello che pensa lui?”
Marianna guardò l’amica, stringendosi un po’ la vestaglia “mi sto preoccupando per una cosa che ha detto Anne, dopo aver lasciato i ragazzi all’aeroporto …”
Erminia si legò i lunghi capelli biondi in una coda, quando faceva quel gesto significava che era pronta ad ascoltare “che avrebbe detto di tanto sconvolgente?”
Marianna esitò, lanciando uno sguardo a due foto che aveva messo su una mensola della stanza in cui si trovavano, dove c’erano lei, James e Oliver, prima di rispondere “Anne dice che quando stai insieme a un fratello gemello, prendi il formato famiglia …”
“Ed è normale e sacrosanto, non trovi?” incalzò Erminia, che stava cominciando a capire le paure che avevano assalito l’amica.
“Sì, è giustissimo solo che …”
“Solo che?”
“Solo che mi auguro che non abbia da ridire” rivelò, agitata.
Erminia le sorrise “perché non chiami Oliver e ne parli con lui? Quando doveva fare la proposta, lui non ha avuto esitazioni nel chiedere il tuo aiuto” suggerì, vedendo Marianna farsi coraggio e prendere lo smartphone. Mentre digitava il numero ebbe qualche dubbio in merito al fuso orario e agli impegni dei ragazzi a Sydney, ma era sicura che Oliver avrebbe capito.
 
James e Oliver erano seduti dietro al tavolo allestito sul palco e rispondevano alle domande che venivano fatte dai fan. Alcune sembravano essere ripetitive, altre esilaranti, altre ancora dedicate a uno o all’altro. Tutto si stava svolgendo come sempre, quando Oliver parlava, James ascoltava facendo ogni tanto qualche commento di sottofondo, mentre, quando era James a dover rispondere, Oliver si versava dell’acqua controllando sempre l’orario sul display del suo smartphone. Fu proprio in uno di questi momenti che il telefono cominciò a squillare, per poco non versò l’acqua sullo schermo e James si voltò verso di lui indignato.
“Scusate, metto sempre il silenzioso, credo di essermene dimenticato” disse alla platea, che non sembrava preoccuparsi.
“Sì, Ollie tanto lo sappiamo che ti sta chiamando mamma!” lo prese in giro il fratello e a quelle parole tutto il pubblico rise.
Oliver guardò di sfuggita a chi aveva rifiutato la chiamata, prima di abbassare velocemente la suoneria. Non si aspettava che Marianna chiamasse, e poi perché voleva parlare con lui?
C’è qualcosa che vorreste chiedere a Joanne Rowling dei vostri personaggi dopo la fine dei Doni della Morte?”
Oliver era sul punto di rispondere, ma il suo smartphone aveva ripreso a vibrare incessantemente. Era Marianna, di nuovo. Fece in tempo a prendere in mano il telefono, prima che James notasse chi lo stava chiamando e poi fece segno al fratello di rispondere prima di lui.
“Io vorrei chiederle: perché proprio Fred?”
Dal pubblico si udirono tanti “già!” “perché Fred?” e “io ancora piango per la sua morte!”
Oliver prese subito la parola “Io le chiederei come si trova George con il suo negozio, se” ma venne interrotto di nuovo dalla vibrazione del suo smartphone, Marianna lo stava richiamando di nuovo.
“Ragazzi, scusate. Devo rispondere al telefono: è una questione di famiglia” e si alzò. James lo guardò preoccupato, credendo che si trattasse di qualcosa di molto grave, ma Oliver non ebbe tempo. Rispose quando era ancora sul palco, dirigendosi in tutta fretta dove orecchie indiscrete non avrebbero avuto il modo di udire la sua conversazione.
Paul, il loro agente che era seduto di lato al palco, strabuzzò gli occhi: era la prima volta che accadeva una cosa del genere. Si alzò immediatamente anche lui per rincorrere Oliver. Quando lo raggiunse, Oliver era in silenzio ad ascoltare l’interlocutore o interlocutrice all’altro lato del telefono. Lui annuiva, a momenti sembrava essere preoccupato in altri sembrava che volesse ridere.
“Sai che quello che hai detto non ha nessun senso logico? Perché ti stai preoccupando tanto?”
Paul notò che si incupì leggermente, prima di sorridere felice.
“Sono diventato ufficialmente uno dei tuoi confidenti preferiti?” domandò di nuovo, prima di riuscire ad udire distintamente una risata di una donna. Quando Oliver si accorse della presenza di Paul, cercò di abbreviare la telefonata.
“D’accordo. Non ti preoccupare, mandami un messaggio. Adesso devo proprio chiudere. Ho lasciato James solo. A dopo!”
Interruppe la telefonata, prima di guardare Paul.
“Si può sapere perché sei corso di qua?”
Oliver alzò gli occhi al cielo.
“Potevi anche non corrermi dietro!”
 
Due giorni dopo, ancora confusi per il fuso orario, erano atterrati a Birmingham. Oliver era sereno, e felice di rivedere Anne, mentre James era preoccupato, nervoso e facilmente irascibile. Era riuscito a parlare con Marianna, che al telefono le era sembrata ancora più stanca, e lui le aveva chiesto di aspettarlo a casa, ma in cuor suo sperava di vederla sorridente all’aeroporto insieme alla ragazza di suo fratello. Oliver in quelle ultime quarantotto ore era cambiato, come se stesse provando a nascondere qualcosa al fratello, senza che lui capisse. Era stato difficile, ma forse ci era riuscito. Stavano per uscire dalla zona degli arrivi, quando si rivolse al fratello “non essere così nervoso, Marianna avrà avuto le sue ragioni se si è comportata così!”
James si fermò e lo guardò dritto negli occhi “tu sai qualcosa e non mi hai detto niente?” chiese con un tono di voce che non faceva presagire niente di buono.
“So soltanto che di là c’è la mia futura moglie e voglio vederla, perciò …” rispose prontamente, dirigendosi verso l’uscita senza aspettare James.
Lui scosse la testa, perché tutti gli nascondevano qualcosa?
 
“Ragazzi, sono qui!” Gridò Anne, dopo aver superato una coppia di signori anziani, che stazionavano davanti all’area arrivi.
Oliver si diresse velocemente verso di lei avvolgendola in un abbraccio prima di darle un bacio.
“Mi sei mancata”
“Anche tu … finalmente siete tornati!” concluse all’indirizzo di James, che li stava raggiungendo.
“Anne! Marianna dov’è?”
“Sì, fa piacere anche a me rivederti, James” rispose sarcastica, ancora abbracciata al fidanzato “Marianna ti aspetta a casa, glielo avevi chiesto tu, no?”
Oliver sorrise, la sua fidanzata le sembrava ancora più entusiasta di quando l’aveva lasciata la settimana precedente. Indossava un vestito leggero con una fantasia floreale, che lui le aveva preso ad Orlando, la prima volta che lei l’aveva accompagnato in Florida, al parco a tema di Harry Potter.
“Anne, scusalo, ma da un paio di giorni è insopportabile …” disse, cercando di capire se anche lei sapesse, ma a quanto gli era parso di capire doveva essere uno dei pochissimi a essere a conoscenza di quel segreto.
A James tutta quell’aura di mistero, che ruotava intorno alla sua ragazza, sembrava forzata, come se tutti in qualche modo gli stessero nascondendo qualcosa. Si sentiva stanco per via del fuso orario, ma allo stesso tempo non vedeva l’ora di incontrare Marianna, di abbracciarla, di baciarla e di dormire con lei fino alla sera dopo senza mai doversi alzare dal letto.
Si diressero verso il parcheggio ed entrarono nell’auto di Oliver, che Anne aveva preso per andare a prenderli all’aeroporto, e ancora pensieroso si mise a riflettere sul comportamento inusuale della sua ragazza durante l’ultima settimana. Quando l’aveva salutata, aveva promesso di avvertirlo sui risultati delle analisi, sulla consegna della tesi e della probabile data per la seduta di laurea, ma lei non aveva fatto nulla di tutto ciò. Si erano sentiti solo per sapere come fossero state le rispettive giornate e come organizzare l’addio al nubilato di Anne e l’addio al celibato di Oliver, ed erano stati in grado anche di discutere tramite messaggio sui vari metodi di festeggiamento, che a Marianna sembravano tanto assurdi.
Il fratello e la fidanzata avevano cominciato a parlare del matrimonio, di partecipazioni, segna posto, intrattenimento per il ricevimento e della durata della giornata. Entrambi ignoravano completamente James, e a lui parve che Oliver lo avesse guardato intensamente dallo specchio retrovisore, quando erano fermi ad un semaforo rosso.
Durante tutto il tragitto rimase in silenzio, guardando le strade familiari della sua città, e non appena Anne si stava avvicinando all’appartamento di Marianna ed Erminia, vicino al campus, venne colpito da una morsa allo stomaco, come se l’istinto lo volesse avvisare per qualche motivo.
Fu solo allora che Oliver si rivolse a lui, con un tono di voce abbastanza misterioso.
“Jimi, stai tranquillo. Marianna ha solo bisogno di riposarsi un po’ in questo periodo” disse, spezzando quell’atmosfera che si era venuta a creare.
“Lo so. Era molto stanca prima che partissimo … spero che non si stanchi troppo in Kosovo.”
Oliver rimase in religioso silenzio, senza commentare le parole di James, mentre Anne ebbe l’assoluta certezza che il ragazzo le stava nascondendo palesemente qualcosa di molto importante, ma che doveva essere evidente agli occhi di tutti, così deviò il discorso riprendendo a parlare del matrimonio.
“Scelto cosa fare per l’addio al nubilato?”
“Oh, si. Siamo un po’ preoccupate per il termine della gravidanza di Valérie, e vostra madre è  incredibilmente entusiasta all’idea di partecipare all’addio al nubilato!”  cinguettò tutta contenta.
“Cosa? Ma vi siete bevute il cervello?!” berciò James.
“Escludilo, nostra madre non parteciperà ad una festa dove vi ubriacherete!” commentò Oliver, abbastanza infastidito.
“Ormai abbiamo deciso … e chi vi dice che ci ubriacheremo come fate voi? Quindi, mettetevi l’anima in pace! Comunque, James siamo arrivati.”
 
Marianna era sul divano che cercava di guardare una puntata di Gilmore Girls, che stranamente non aveva mai visto. Era l’episodio del matrimonio di Lane, la migliore amica di Rory, e per qualche strana ragione si era commossa quando la sposa era entrata nella piccola chiesetta del paese. Aveva preparato la cena e aperto una bottiglia di vino per James, il quale avrebbe gradito molto il pensiero.
Guardò distrattamente lo schermo del suo smartphone, James l’aveva chiamata appena erano atterrati, mandandole anche un numero considerevole di messaggi su whatsapp, a cui lei non aveva risposto e solo in quel momento, stava cominciando ad agitarsi. Sapeva che l’aveva fatto preoccupare, ma la parte più complicata doveva ancora arrivare, e tutto il discorso che aveva minuziosamente preparato davanti allo specchio, andò a farsi benedire non appena udì il rumore della porta dell’ascensore che si apriva proprio sul loro pianerottolo. Appena sentì suonare il campanello, si precipitò alla porta per aprire e per abbracciare James.
“Jim!” gridò entusiasta, prima di abbracciarlo. Lo baciò senza nessuna remora, prima di mettergli le mani nei capelli per assaporare ogni momento. Lui le cinse i fianchi, sorpreso da un’accoglienza simile. Il loro bacio parve durare un’infinità, ma quando Marianna cominciò a tremare, entrarono nell’appartamento.
James chiuse la porta, e si avviò verso il divano, dove la televisione era ancora accesa.
Ripresosi dalla sorpresa della reazione inaspettata della ragazza, si rese effettivamente conto, che lei stava continuando a tremare e osservando bene il suo volto, non sembrava avere un aspetto salutare. Ipotizzò che poteva aver vomitato appena poco prima che lui arrivasse.
“Hai freddo? Perché stai tremando? Hai la febbre?” avrebbe voluto farle altre domande, ma tutto il nervosismo dei giorni precedenti passò dopo averla rivista.
Marianna negò con il capo, guardandolo profondamente. Avrebbe tanto voluto che lui la potesse capire senza bisogno di spiegar nulla. Prima di proferire parola, cercò il telecomando del televisore, spegnendolo proprio nel momento in cui Lorelai, la madre di Rory, saliva sul palco, durante la festa del matrimonio di Lane e Zac, per fare un brindisi.
Fece un respiro profondo.
“Non parto più per il Kosovo” disse, mentre James si era alzato e si stava togliendo la giacca. Infatti, udite quelle parole, rimase immobile, non sapendo bene cosa dire. Quando lei gli aveva comunicato quella notizia, mesi prima, era rimasto sbigottito e di nuovo, in quel preciso istante, ebbe la medesima reazione.
“Perché?”
Vide Marianna esitare, mentre si avvicinava al tavolino posto davanti al divano, per prendere una busta.
“Beh, diciamo che non posso …” rispose lei, ancora titubante, stringendosi addosso la maglietta, di almeno cinque taglie più grande, sulla quale c’erano la faccia enorme di Leonardo Di Caprio e di Kate Winslet, nei loro rispettivi personaggi di Titanic.
“Come non puoi? Che diavolo è successo in questi benedettissimi sette giorni?” James aveva raggiunto Marianna sul divano, stringendola e allungando le gambe, che stavano cominciando a risentire del lungo viaggio.
Marianna aveva cominciato a respirare affannosamente. Forse avrebbe potuto evitare quell’atteggiamento assente nei giorni precedenti.  
“Senti, non so come dirtelo …” disse con un tono esasperato, quasi quanto quello di James di poco prima “vuoi vedere il risultato delle analisi?”
Il tono di voce di Marianna doveva essere stato un campanello d’allarme per James, perché subito dopo decise di controllarsi e di aspettare, che lei lo informasse di quello che stava succedendo.
“Amore, tutto okay? Che hai?”
Marianna gli porse la busta che conteneva le analisi. Lui notò immediatamente, che la busta doveva essere stata aperta un sacco di volte in quei pochi giorni di lontananza, ma non badò più di tanto a quel particolare dettaglio e prese i risultati, cominciando a leggere.
“Dice che stai bene, che è tutto okay e …” sussurrò James, ancora intento nella lettura di quei fogli, fino a quando non aveva cominciato a tremare pure lui.
Guardava Marianna, poi i fogli che aveva davanti agli occhi, poi di nuovo Marianna e poi i fogli.
In quel momento ogni pezzo del puzzle stava andando al proprio posto, il perché Marianna si sentisse sempre stanca, perché avesse così tanti cali di pressione, il fatto che sentisse lo stress in maniera ancora più acuta … aveva pensato a tutto, ma non alla cosa più naturale del mondo.
“Fino alla fine, hai trovato un buon modo per non farmi andare in Kosovo …” disse debolmente Marianna, ancora in attesa della reazione di James.
“Cioè, noi, noi due, aspettiamo un bambino?” le domandò carico di emozione.
Lei sorrise “tecnicamente, quella che diventerà grande come una mongolfiera sono io … ma se vuoi, lo aspettiamo insieme …”
Lui la strinse forte a sé, accarezzandole la pancia e baciandola stava rispondendo a tutti i dubbi, che avevano colto la ragazza in quei pochi giorni di lontananza.
 
 

Eccomi qui! 
Dopo almeno due anni - DUE ANNI! - eccomi tornata! Dovevo provare l'ebbrezza della tonsillite in piena estate, prima di pubblicare questo capitolo (che era salvato da un sacco di tempo, prima che Oliver si sposasse DAVVERO - per chi non lo sapesse, sì si è sposato l'anno scorso, ma ormai è risaputo). Ora, manca soltanto che facciano dei figli prima della pubblicazione del prossimo capitolo e ciaone a tutti. 
Spero che ci sia ancora qualcuno che legga questa storia, e se ci siete, fatevi sentire!!! 
Al prossimo capitolo!
Un bacio,
Angel. 
  
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