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Autore: Crilu_98    13/08/2016    0 recensioni
François Marchand, appartenente ad una famiglia della media nobiltà francese, è alla disperata ricerca di sua sorella Amélie, sparita senza lasciare traccia; ancora non sa di essere diventato il bersaglio di un manipolo di congiurati e che per venire a capo dell'enigma dovrà ricorrere all'aiuto di una giovane ladra, Claire, dal passato misterioso. Amélie, invece, nel tentativo di riconquistare la propria libertà incrocia la strada di James MacMallon, un bandito scozzese in esilio perennemente diviso tra il profitto materiale e la propria coscienza.
Nel frattempo, a Parigi, il Cardinale Richelieu indaga sulle voci che girano a palazzo, avendo tra le mani un unico indizio: il simbolo del Giglio Scarlatto.
Tra briganti onesti, affascinanti contesse, spie, sicari e pedine si dipana la storia di una congiura che potrebbe mettere fine al regno di Francia...
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Richelieu aggrottò la fronte, esaminando con attenzione le persone che aveva davanti:
-Ebbene?- sbottò.
Per tutta risposta, Mouchoir Rouge si strinse nelle spalle, evitando lo sguardo del Cardinale, Renard rimase impassibile, e Amélie e James si scambiarono un'occhiata divertita e maliziosa.
-Dove sono mia figlia e Monsieur Marchand?- chiese il prelato, decisamente infastidito. I presenti sembravano sapere qualcosa che lui ignorava e questo lo destabilizzava: lui, che era sempre un passo davanti a tutti, che smascherava congiure con la stessa imperturbabilità con cui avrebbe condotto una partita a scacchi... Lui, il secondo uomo più potente di Francia, per la prima volta da molto tempo, non riusciva a carpire un segreto.
"Sto veramente diventando vecchio..." pensò, con una punta di inquietudine, e non seppe spiegarsi perché gli sovvenne alla mente Lumière, la sua spia assassinata dai sicari del Giglio Scarlatto.
Proprio in quel momento Claire fece la sua comparsa sull'uscio e gli occhi del Cardinale brillarono di compiacimento: esteriormente poteva anche assomigliare incredibilmente a sua madre, ma dentro sua figlia era come lui. Acuta, scaltra, pronta a cogliere al volo le situazioni favorevoli... Sì, era una creatura straordinaria e in quei giorni aveva avuto modo di apprezzare le mille sfaccettature della sua personalità. Finalmente anche Richelieu si accorse dei vestiti spiegazzati, delle gote rosse e del respiro affannato di Claire; quando François apparve dietro di lei, nonostante il moschettiere non lasciasse trapelare nulla, il Cardinale assottigliò le labbra e la sua espressione si fece, se possibile, ancora più fosca.
-Sbrigatevi a prendere posto, il tempo è agli sgoccioli!- ringhiò, indicando con un gesto secco gli scranni decorati ed imbottiti su cui erano assisi gli altri: lui, come al solito, preferiva restare in piedi e ragionare camminando lungo il perimetro dello studio.
Chinando il capo come due bambini in castigo, Claire e François obbedirono, bene attenti a sedersi a distanza.
Richelieu iniziò a parlare:
-Dunque, sono compiaciuto del fatto che siate riusciti ad appianare le vostre divergenze. Come potrete ben capire, siamo le uniche persone che possono sventare la congiura: non è prudente cercare aiuto a Corte, visto che non sappiamo con certezza quanti e quali nobili sono coinvolti.-
-E Carlo d'Angouleme? E' stato lui ad aiutarci a scappare da Parigi!- intervenne François. Richelieu liquidò l'intervento con un cenno seccato del capo:
-Non mettetevi a discutere con le mie decisioni, Marchand: ciò che faccio, lo faccio per il bene della Francia. E io ho deciso che questa compagnia è tutta la forza di cui abbiamo bisogno: meglio un gruppo ristretto, ma fidato, che un esercito pronto a trafiggere sia il Re che la mia persona. Ed essendo così pochi, non sarà per voi un problema infiltrarvi alla festa in maschera: neanche monsieur e mademoiselle Marchand, gli unici volti noti a corte, saranno riconoscibili...-
-E' proprio necessario che partecipino anche le donne?- borbottò James, allungando una mano a sfiorare quella di Amélie, ma ritirandola immediatamente intercettando l'occhiataccia del fratello.
-Sono una parte essenziale del piano che ho messo a punto!- esclamò Richelieu con enfasi -Non possiamo, per ovvie ragioni diplomatiche, procedere direttamente contro il Duca di Buckingham: se ha un po' di buon senso, e io credo ce l'abbia, non sarà presente al momento in cui la congiura sarà in atto. Probabilmente si garantirà un alibi di ferro facendo... La corte alla regina, come è solito fare, rendendo Sua Maestà lo zimbello delle corti europee! Vorrei evitare, per quanto possibile, contrasti con l'Inghilterra in un momento così delicato della guerra: d'altro canto, è anche possibile che la Corona inglese sia estranea a questa faccenda, e che la congiura sia solo un piano scellerato di Villers... Ma non ne sono sicuro e alla fine non è rilevante per i nostri fini.
Dunque, ascoltatemi bene: la sera della festa i miei servi vi faranno entrare a palazzo senza passare davanti alle guardie. Mademoiselle Amélie e Claire si mescoleranno alla folla delle dame, mentre voi, signori, dovrete sempre restare vicino a me e a Sua Maestà: non sappiamo in che modo i sicari decideranno di agire, ma ho il forte sospetto che colpiranno... Dall'interno. E certamente non saranno così scellerati da tentare il delitto in un salone pieno di nobili fedeli alla Corona: aspetteranno sicuramente il momento più propizio, in cui io e Sua Maestà saremo isolati. E qui entrate in scena voi, figliole!-
Richelieu sogghignò nel vedere le facce degli astanti perplesse e concentrate che pendevano dalle sue labbra: il mistero e la teatralità gli erano sempre piaciuti. Nella jounée du dupes aveva gongolato nel vedere le espressioni instupidite e confuse dei congiurati, attirati nella loro stessa trappola senza via d'uscita; anche questa volta il suo asso nella manica era la messinscena, il teatro. L'inganno.
-E' di vitale importanza, per la salvaguardia dell'immagine del Re e del trono di Francia, che la congiura venga scoperta dal minor numero di persone possibile: pensate che effetti disastrosi avrebbe per la nostra politica estera la notizia che i nobili stessi si ribellano alla Corona!
Tutta la Corte non fa altro che parlare della vostra sparizione, mademoiselle, e della caccia a vostro fratello. Immaginate quindi lo stupore, la sorpresa, di vedervi sana, salva e fresca come una rosa in una sala da ballo, a godervi i festeggiamenti per il genetliaco della Regina!-
-Perciò, mentre Amélie e Claire terranno occupati la maggior parte degli invitati, e Buckingham sarà impegnato a conversare con la Regina per garantire la sua estraneità, noi dovremo fermare i sicari...- mugugnò François.
-Qualcosa non vi convince?- chiese Mouchoir Rouge, freddo.
-Al contrario, è un piano molto semplice, che potrebbe reggere e che risponde alla perfezione al nostro bisogno di segretezza. Ciò che mi preoccupa sono le menti del Giglio Scarlatto.-
-Intendete la contessa Lefevre e il conte LaMarche?- intervenne James con lo sguardo cupo.
-Anche. Non sappiamo quanto è estesa la rete dei traditori, e questo potrebbe rendere fragile la nostra messinscena: potremmo essere sopraffatti dalla forza dei numeri!-
-Avete ben poca considerazione degli aristocratici, per essere uno di loro!- commentò Jean Martin.
-Non bisogna tralasciare alcuna possibilità...-
-Monsieur Marchand ha ragione.- disse Richelieu -Ma è un rischio che dobbiamo correre. Se arrestassimo ora i nobili implicati, la congiura sarebbe semplicemente spostata nel tempo, perché non possiamo certo imprigionare un ambasciatore straniero... Ma non disperate: ho informatori insospettabili e può darsi che da qui ad una settimana, quando avrà luogo la festa, avremo in mano qualche informazione in più!-
 
Un gruppo di uomini a cavallo irruppe all'improvviso nel cortile del palazzo. Il più vecchio degli stallieri si fece incontro al cavaliere che sembrava essere a capo del drappello:
-Chi siete? Cosa volete? Non avete il permesso di sostare qui!-
Neanche il tempo di finire la frase, e l'uomo si ritrovò con una lama sottile puntata alla gola. Incrociò tremando lo sguardo azzurro e gelido dello sconosciuto:
-Ho da disquisire con il tuo padrone. Affari molto importanti, che di certo un vecchio cencioso come te non può capire.-
Il vecchio annuì, terrorizzato, e istintivamente fece un passo indietro quando sentì il metallo allontanarsi dal suo collo:
-Venite, signore, vi accompagno...-
-Non ce n'è bisogno, troverò da me la strada. Occupatevi dei miei uomini e dei cavalli!-
Il vecchio lo vide varcare a passo di marcia il portone di quercia lasciato spalancato e dopo aver udito i suoi passi allontanarsi su per le scale si affrettò ad obbedire.
Il conte LaMarche si stava dedicando con voluttà al suo vizio personale, il tabacco, seduto comodamente nel suo studio. Di certo non si aspettava che la porta si spalancasse senza nessun preavviso, facendogli rovesciare parte della preziosa e costosissima polvere sul pavimento. Ma quando vide l'ospite inatteso la sua ira evaporò, lasciando il posto all'inquietudine:
-Capitano Schmitt.- borbottò, allarmato.
Il capitano chinò brevemente il capo, prima di avvicinarsi al tavolo dietro il quale era seduto il conte.
-Cosa ci fate qui? Vi credevo ancora nelle campagne di Tours, alla ricerca di mademoiselle Marchand e del suo salvatore!-
-Questo, signore.- mormorò il capitano, poggiando i guanti sul tavolo e facendo vagare lo sguardo per tutta la stanza -E' esattamente il motivo per cui sono qui.-
LaMarche si sporse verso di lui, roteando nervosamente la pipa nella mano.
-Volete dire... Che sono riusciti a raggiungere Parigi?-
Schmitt ringhiò:
-Non sono riuscito ad impedirlo. Sono stati aiutati e...-
-Non cercate giustificazioni, capitano!- urlò il conte, livido di rabbia -Avete riposto fiducia nell'uomo sbagliato, rischiando di mandare a monte tutto! Avete rischiato di mandarci tutti quanti alla forca!-
Il capitano serrò le labbra, infastidito: odiava i nobili, con le loro crisi d'isteria e le manie di grandezza. Sarebbe bastato un suo rapido gesto perché la sua fedele spada si macchiasse di un sangue uguale a quello di ogni plebeo... Eppure quel sangue debole e corrotto era molto, molto più prezioso del suo, umile bastardo, figlio della strada...
Si riscosse quando il conte sembrò rilassarsi sulla sedia, tornando ad aspirare quel fumo denso, nero ed acre che usciva in ampie volute dal fornello della pipa.
-Per fortuna vostra, e anche mia, a tutto c'è rimedio: il piano è cambiato. Il vostro compito adesso è un altro.-
-Quale?-
-Assicurarvi che i nostri sicari non incontrino ostacoli quando sarà il momento di colpire il Cardinale e il Re. Entrerete alla festa come mie guardie personali. Tenetene d'occhio uno, in particolare, che abita qui a Parigi. Il suo nome è Balthazar Faure-
Schmitt aggrottò la fronte:
-Credevo che non aveste trovato nessuno in grado di arrivare così vicino al Re da colpirlo. Il corpo dei moschettieri...-
LaMarche lo interruppe:
-Non è un vostro problema, questo, ve l'ho detto: sono stati apportati dei cambiamenti... Dall'alto. Avendo fallito con Monsieur Marchand, ci è sembrato inutile tentare nuovamente la fortuna, anche contando il disastro che ne è scaturito. No, l'assassino di Sua Maestà sarà un professionista, quanto al Cardinale... Beh, meglio che non faccia nomi, neanche con voi. Andate, adesso!-
Schmitt si sforzò di ignorare il tono pomposo e arrogante di quell'ordine e stringendo i denti si congedò. Avrebbe venduto l'anima al diavolo pur di poter ripagare tutte le offese che gli erano state arrecate nella sua vita di mercenario, ma aveva imparato a contenere la sua furia, limitandosi a rivolgerla sulle sue vittime: erano pur sempre gli aristocratici, tedeschi o francesi che fossero, che pagavano i suoi servigi.
 
 
Angolo Autrice:
Beh, non c'è molto da dire su questo capitolo: funzionerà il macchinoso piano ideato dal Cardinale? La journée du dupes l'avevo citata già nei primi capitoli, è la soluzione di una congiura ai danni di Richelieu che lui sventò in maniera teatrale.
A presto
 
Crilu

 
   
 
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