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Autore: ChizuSuzuki    13/08/2016    1 recensioni
Haru aggrottò le sopracciglia e provò un profondo odio per Sosuke: come poteva dire che non gli importasse niente di lui? Non lo conosceva, non doveva azzardarsi a mettergli in bocca pensieri o sentimenti che non provava
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno e buona salute a tutti!
Premetto che questa è la primissima fanfiction su Free! che scrivo, per cui abbiate pietà della mia anima. Annuncio che NON sarà una fanfiction breve, o quanto meno questo è il mio intento, non voglio scrivere una storia frettolosa. Magari invece usciranno quattro capitoli e al diavolo tutte le mie buone intenzioni xD

Detto questo...buona lettura!!

Capitolo Uno

 

Non era solito rispondere ai messaggi sul telefono, più in generale non era sua abitudine guardare il cellulare, ma quella volta non poté non ignorare quell'invito

 

"Nanase, ti aspetto davanti al tuo vecchio club di nuoto alle 23.00.

Dobbiamo parlare.

Sosuke Yamazaki"

 

Che cosa poteva mai volere da lui? E incontrarlo a quell'ora così tarda per parlare? Dal momento che aveva recuperato il suo recapito poteva chiamarlo o dirgli tutto quello che doveva per messaggio. Avrebbe voluto cancellare la mail eppure, per una ragione che nemmeno lui riusciva a spiegarsi, rispose.

 

Come gli aveva scritto, Haru si presentò davanti al club all'orario prestabilito e Sosuke era già lì ad aspettarlo, appoggiato al muro e con il solito sguardo corrucciato.

Lo irritava.

Si avvicinò e quando l'altro si accorse di lui, abbandonò la sua posizione e lo fissò con aria di sfida

-Sei venuto alla fine-

-Te l'avevo detto che sarei arrivato-

-Tsk, mi stupisce che tu l'abbia fatto- Haru si sentì insolitamente offeso da quell'affermazione e si pentì di essersi presentato

-Sosuke...prima di iniziare, voglio sapere come hai avuto la mia mail- Che domanda stupida, pensò, c'era una sola persona che avrebbe potuto darglielo

-Rin, o meglio, il suo telefono. Mi sono preso la libertà di sbirciare i suoi contatti-

-Non potevi chiederglielo?-

-Lui non sa che sono qui- Rispose secco, senza mai abbassare lo sguardo dal suo interlocutore. Non parlarono per qualche istante, come se entrambi si stessero studiando, cercando di prevedere la prossima mossa

"Perché Rin non deve saperlo?" Era strano come Haru si infastidisse ogni volta che Sosuke lo nominava

-Non vuoi sapere perché non voglio che lo scopra?-

-Non mi interessa-

-Già...a te non importa di niente e di nessuno- Continuò lui, stizzito -Tanto meno ti importa di Rin- Haru aggrottò le sopracciglia e provò un profondo odio per Sosuke: come poteva dire che non gli importasse niente di lui? Non lo conosceva, non doveva azzardarsi a mettergli in bocca pensieri o sentimenti che non provava

-Cosa c'entra lui adesso?-

-Sai, non ho mai capito come potesse ammirarti, eri solo un bambinetto gracile senza nulla di interessante, se non il tuo modo di nuotare. Non ho mai capito come abbia potuto preferire te a me-

-Preferire?-

-Ha lasciato la scuola perché voleva gareggiare con te in una staffetta, lo sapevi?- Certo che lo sapeva, Rin non faceva che ripeterglielo alle elementari. Credeva forse di essere l'unico a sapere qualcosa di lui? Pensava di avere davvero un rapporto privilegiato? Haru si agitò: mai in vita sua aveva avuto questa voglia di prendere a pugni qualcuno.

Tutto per lui.

Tutto a causa di ciò che provava per lui.

-Però poi quando è partito per l'Australia e ha iniziato a scrivermi ero felice, perché era tornato da me, in qualche modo- Il sorriso beffardo del ragazzo svanì, poco prima di lasciar spazio a uno sguardo pieno d'odio -Ma poi è arrivata quella lettera e tutto è cambiato-

Sapeva di che lettera stava parlando, quella che Sosuke gli aveva consegnato quasi quattro anni prima, durante una gara.

Una lettera spedita a Sosuke, ma indirizzata a lui.

Quelle poche righe scritte dall'amico l'avevano reso felice come non mai e mai avrebbe ammesso che custodiva quella busta in un cassetto, lontano da occhi indiscreti.

Un piccolo momento solo per loro due.

Haru non disse una parola, si limitò a guardare l'altro ragazzo, che stava aspettando una sua risposta: l'aveva fatto uscire solo per ricordargli quella lettera?

Era così ridicolo e patetico

-Mi hai stufato. Se non hai alto da dire, torno a casa- Si voltò e iniziando a camminare si concentrò solo sui suoi passi e il vento che muoveva timidamente le foglie. Ma poi, la voce di Sosuke tornò a martellargli nella testa

-Lui è mio-

Si arrestò di colpo, sbarrando gli occhi, il cuore che perse un battito.

Che cosa aveva detto?

Si voltò piano, impaurito: il ragazzo moro e alto era incredibilmente serio, nessuna espressione di scherno o l'ombra di un atteggiamento di sfida, solo una terribile sicurezza.

Senza rendersene conto, lo studente della Samezuka aveva già preso a camminare, lasciandolo solo e senza la possibilità di replicare.

Era paura quella che sentiva?

No.

Allora cosa provava?

Timore?

Terrore?

E per che cosa?

Per quello che gli aveva detto o perché Sosuke aveva capito cosa provava per Rin?

 

E lui? Lui cosa provava davvero per Rin?

 

Continua...


Nel caso non si fosse capito, odio Sosuke. E nel caso non si fosse capito, ora l'ho detto :D 
Al prossimo capitolo!!

   
 
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