Videogiochi > Ib
Ricorda la storia  |      
Autore: Zahlen    13/08/2016    0 recensioni
"Promettimi che d' ora in avanti... saremo insieme per sempre, Ib!"
Finalmente, la giovane Ib riuscì a scappare al mondo di Guertena e alle stranezze che le diedero la caccia. Però, da allora ogni notte rivive questi strani eventi che sarebbe dovuta dimenticare.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ib, Mamma di Ib, Mary
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Un inquietante corridoio buio e stretto dai muri dipinti del colore del legno morto che la polvere insozzava e che le svariate scalfitture profonde indebolivano. Appesi a queste architetture ruvide, un' infinità di ritratti di donne, tutte uguale tranne il colore del loro vestito. Sennò, era la stessa posizione con le braccia incrocciate, la stessa testa legermente inclinata verso la destra e gli stessi occhi aperti di cui lo sguardo acuto attraversavano l' anima della bambina dalla gonna plissettata rossa per intravederci tutto lo spavento che si ammucchiava ad ogni nouva tela di donna.

Questa bambina, era Ib che nonostante i suoi nove anni e la sua esperianza incompleta del mondo affrontava le numerose personificazioni della paura mentre altri sarebbero facilmente diventati pazzi e si sarebbero suicidati. Per descriverla brevemente, le sue gambe coperte da scuri collant aderenti e calzate da scarpe comuni tra le scolare giapponesi risuonavano nella lunga galleria spaventosa. La sua gonna copriva quel poco di carne che le calze non nascondevano. La sua camicetta bianca e il suo foulard le attribuivano una specie di aspetto borghese. Quelli contrastavano con la giacca blu rovinata che portava sopra, di cui le maniche e la schiena si strappavano, che alcuni qualificherebbero di abito da teppista. Una sottile bocca e un nasetto le si disegnavano sul volto, raggiunti da due grandi occhi rossi scuri caricati da un chiarore grigiastro che tradiva la sua insecurezza mentale. Lunghi capelli castani le scorrevano lungo la schiena e tenava saldamente nella mano destra una rosa carminio priva di spine. Soltanto tre petali spuntavano dall' estrimità dello stelo. Nell' altra mano impugnava un accendino d' argento che teneva come una pistola, il police sull' interruttore che espelleva una fiamma gracile che tagliava l' oscurità, e le altre quattro dita sul serbatoio della benzina.

Ad un tratto, un bagliore luccicante sorse dall' fondo dell' interminabile corridoio, a qualche decina di metri dalla sua attuale posizione. Si precipitò con uno slancio fulmineo verso questa fonte di luce. Vide un uomo familiare per terra, adossato ad un muro, le gambe piegate, una inchiodata al pavimento e il ginocchio dell' altra puntava il soffitto. Il suo capo abbassato coltivava corti capelli viola. Il suo sguardo era vuoto, rimaneva di lui una connessione di membra senza possibilità di muoversi. Intorno a lui, sparpagliati, dei petali di rose blu così come un piccolo bastoncino verde.

Ib impaurì nel vedere questo e sentendo una risata infantile rialzò il capo per ammirare un quadro differente da tutti quelli che aveva visto fin qui. Si trattava di una ragazzina della sua stessa età, di certo, dai lunghi capelli biondi. Una corona di fiori gialli la circondava. Portava un vestito verde che scendeva fino alle sue ginocchia. Si ostentava sul viso un sorriso subdolo e machiavellico che travolse Ib di brividi gelidi. Sotto questo dipinto, una targa svelava il titolo di essa. Leggendolo, la piccola fu scossa. Ecco quello che era scritto : “Garry è morto!”

Improvvisamente sentì rumori sordi dietro di lei. Si svoltò e constatò con terrore una marea di busti di donne che le venivano incontro strisciandosi grazie alle loro mani.

Al momento quando la prima di loro sfiorò la fronte della sua preda, Ib si svegliò, ansimante e in lacrime, nuotava nel suo pigiama per via del proprio sudore. Non fece in tempo a comprendere che aveva vissuto un sogno, la porta della camera si spalancò talmente veloce che urtò il muro e lasciò che sua madre entri, l' aria preoccupata.

“-Ib, stai bene?” disse. “Ti abbiamo sentita urlare dalla nostra camera. Che cos' è successo?”

Sua figlia le ripose che aveva simplicemente fatto un incubo e che c' era nulla di cui preoccuparsi.

“Bene, allora me ne posso andare quieta. Se non ti senti bene o se hai paura non esitare a venire a trovarci.” riprese.

Detto questo, la trentenne partì, richiudendo delicatamente la porta la cui rallentava il muovimento con una mano, l' altra tenendo la maniglia per impedirla di sbattere.

Una volta la mamma fuori dalla stanza e il ritmo cardiaco di Ib stando tornando alla normalità, avvertì una presenza che penetrò all' interno del suo letto. Una cupola di copertura si formò e questa misteriosa cosa si avvicinò all' ospite assonnato del letto. Finalmente, ce l' ebbe fatta, quello che si trovava fra le lenzuola raggiunse le sottili gambe di Ib. In preda alla paura di quest' invintato sconosciuto e non desiderato, chiuse gli occhi e si irrigidì. Le era venuto un batticuore incredible al punto che il cuore le potrebbe saltare fuori dal petto e lasciare inerte la persona che ebbe servito per più anni con, a mo' di segno di partenza, un enorme buco da cui zampillerebbe lo stesso liquido rubicondo di quello che usciva dalla bocca dell' adulto dai capelli viola.

La coperta si sollevò, scoprendo l' identità della presenza tanta temuta. Era solo una ragazzina bionda con il pigiama verde. I suoi occhi blu riflettevano il volto di Ib come uno specchio. Questa ragazzina, era Mary.

“-Sorellona” disse “so che hai mentito alla mamma. Cos' è realmente accaduto? Di cos' hai sognato?”

Le narrò lo strano incubo sinistro in modo molto dettagliato e realista. Da Mary non fuggì alcun' emozione, né sorpresa, né compassione, neanche timore e ascoltava la sua coetanea in un silenzio da chiesa.

“-Ancora!” Esclamò mentre provava a soffoccarsi le labbra con le mani per fare in modo che i loro genitori che dormivano nella stanza vicina, non le potessero sentire. “Da quando siamo tornati da questo museo ogni notte fai sempre lo stesso brutto sogno. Comincio a preoccuparmi per te, Sorellona.”

Costei annuì con la testa e per schivare i perenni pianti della sua sorellina la rassicurò con un abbraccio lungo e caloroso precisandole che non era nulla di più di un sogno e che fra qualche giorno le sarebbero passati di mente questi traumi orinici virtuali.

“-Va bene.” concluse Mary asciugandosi le lacrime.

Ib afferrò calmamente la sua coperta, se mise sul lato sinitro, quello che permetteva di vedere attraverso la finestra attraversata da raggi lunari. La sua sorellina, ricoperta dalla sua coperta, continuò a fissarla senza che se ne rendesse conto. Singhiozzi soffocati risalivano lungo la sua gola.

“-Ib” pensava Mary “mi dispiace. È colpa mia si ogni volta che ti addormenti vivi ancora gli eventi successi nella galeria di Papà. Non dovresti ricordare tutto questo. Non capisco come mai lo puoi rivedere quando dormi. Ah! Dev' essere stato lui. Questo maledetto adulto di Garry. Come osi tormentare mia sorellona ancora e ancora! Soltanto uno di noi poteva scappare ed eri troppo debole!

Guarda come sta! Vuoi che soffra per tutta la vita? Vuoi che ogni volta che chiuda gli occhi le torni in mente la tua morte? No, non la farai così. Ti proibisco di farle del male, mi rimane solo lei.”

Mary si voltò. Una foga vendicativa la bruciava, impedendola di prendere sonno, tentativo già compromesso dalle gocce d' acqua che si formavano alle code dei suoi occhi.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Ib / Vai alla pagina dell'autore: Zahlen