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Autore: Sakkaku    14/08/2016    0 recensioni
Ciao a tutti! Ci tengo solo a precisare che in questa storia non troverete il "classico" caso di disturbo dissociativo dell'identità, assolutamente no, è qualcosa di molto diverso, di certo non posso svelare tutto in queste poche righe, altrimenti che divertimento ci sarebbe a leggere i vari capitoli e scoprire la verità man mano che la storia prosegue? Vi ho incuriosito almeno un pochino? Se le cose stanno così, smetto di scrivere e farvi perdere altro tempo e vi auguro una buona lettura ^_^
Dal testo, capitolo 5: Una volta aperto gli occhi, tutto sembrava accecante. Perfino quelle specie di pallini neri dalla forma indefinita. Shyla si sentiva gelare, come quando anni prima, il Comandante l'aveva obbligata a restare per un giorno intero dentro una caverna di ghiaccio in Siberia, con addosso degli abiti estivi e senza un parka a riscaldarla.
"Questi..." iniziò a dire Shyla.
"Sì" affermò Trudy "Sono dei ricordi. Uno è sicuramente il tuo, ma l'altro...?"
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9


Le anime si agitarono quando l'indovino fece la sua comparsa nella stanza. Lui abilmente riuscì a placare la loro ansia, rassicurandole che avrebbe esaudito il loro desiderio.
Senza nessun preavviso i suoi antenati apparvero come una visione, rimproverandolo di aver agito in modo sconsiderato, eppure pronunciavano le parole con un sorriso lieve. In cuor loro approvavano il suo comportamento, il loro sangue era stato versato ingiustamente e ora era giunta l'ora della vendetta.
- Chi diavolo è Martin? Si può sapere con chi stai parlando Skyller? - Winkowski si stava agitando, detestava essere all'oscuro di qualcosa.
- Con me - fu la risposta sibilante dell'indovino, rendendo visibile solo da quel momento la sua presenza a tutti.
- Come ha fatto a scappare?!??!! - il Comandante era furioso - Perché sono circondato da incapaci? Cosa aspettate catturatelo e rinchiudetelo nella sua cella!
Martin fece perdere i sensi a Josh, per tutelarlo. Se lui era lì era grazie al suo contributo. Le anime gli chiesero delle motivazioni per quel suo gesto, perché la sua promessa riguardava la morte del Comandante e dei suoi seguaci, l'indovino rispose che era in debito con lui e quello era il modo di ripagare il favore.
- Degli alti dovresti occupartene tu, sai ho i poteri limitati, dopotutto fino a pochi minuti fa ero ancora imprigionato - fece un sorriso con fare innocente.
Shyla sogghignò, prima di occuparsi dei soldati, lo avvisò - D'accordo, riposati. Scordati di divertirti con lui soltanto te!
- Come se potessi farti un torto del genere - ribatté offeso, senza smettere di sorridere beffardamente.
- Sai Comandante, quando sono fuggita da qui, mi sono ripromessa di non uccidere più facendo soffrire la gente. Ti riassumo brevemente la nostra attuale situazione: vuoi catturare Martin e imprigionarmi di nuovo, quindi è impossibile restare ad osservare senza muovere un dito. Il mio corpo è stato mutato e addestrato per combattere le guerre al posto di chi tiene il proprio culo al sicuro su qualche lussuoso divano, mentre sorseggia drink... nessuno accetterebbe un ruolo simile, quindi non vedo ragione per cui debba farlo io - rimase in silenzio.
- Skyller cerca di riflettere! - gridò Winkowski - La persona che richiede i tuoi servigi è il Primo Ministro Stesnikov! Una volta al potere potrà esaudire ogni tuo desiderio, ti tratterò come mio pari se lo desideri!
- Bugie! - Shyla voleva porre fine alla discussione.
I soldati attendevano ordini dal superiore, così passò all'azione e ne uccise cinque, senza dar loro la possibilità di agire o realizzare quello che stava accadendo. Gli uomini caddero con un tonfo, tutti con le gole tagliate in modo chirurgico, il sangue colorava le piastrelle della stanza di un colore vivo, rispetto al giallo cereo.
"Shyla... cosa succede? I tuoi pensieri sono oscurati... cosa stai cercando di fare?" Trudy era in preda al panico "Smettila di fingere di non sentirmi!"
"Finiscila di urlare nella mia testa!"
"Finalmente sei tornata a parlarmi" si sentiva sollevata.
"Ho preso la mia decisione. Se questa sceneggiata continua, il tuo corpo finirà con patire infinite sofferenze e di stare attaccato ad una macchina a vita. E questo è una cosa che non riesco ad accettare" era risoluta e dopo quell'affermazione schermò di nuovo a Trudy i propri pensieri.
"Smettila di comportarti da egoista! Se vuoi fare qualcosa io esigo di saperla! Siamo in simbiosi, abito in questo corpo esattamente come te! Io devo sapere le tue intenzioni, altrimenti non posso esserti d'aiuto!" si zittì all'improvviso, perché si accorse di essere nel buio più totale.
Shyla le stava impedendo di vedere e sentire.
Trudy si sentì abbandonata.
Se avesse potuto, sarebbe scoppiata a piangere. Invece rimase a riflettere, senza avere pensieri e a chiedersi il motivo di questo suo vuoto mentale. Lei aveva sempre pensieri, a volte apparivano senza saperne l'origine.
Ora era tutto vuoto e nero.
Trudy si sentiva opprimere da quella sensazione mai vissuta prima di quel momento. In fondo aveva sempre avuto Shyla al suo fianco.
Shyla dal canto suo, aveva lo stato d'animo a pezzi. Bloccare completamente Trudy dopo tutti quegli anni in cui aveva creduto che facesse parte di lei, le procurava un enorme sofferenza. Anche perché lei sapeva come avrebbe preso questo suo gesto Trudy. Espirò cercando di calmarsi.
- Skyller, cosa credi di fare? Hai finito di consultarti con Trish? Ho ordinato ai miei uomini, a quelli ancora vivi, di non attaccarti, nonostante la tua provocazione di trucidare e sgozzare i loro compagni d'armi. L'ho fatto perché sono curioso di sapere cosa avete architettato, guidate dalla speranza di potermi ingannare e battermi - Winkowski aveva gli occhi che brillavano dall'eccitazione. Poteva quasi sentire l'odore della battaglia, la ragazza di fronte a lui era in grado di regalargliene una con i fiocchi.
Lui bramava questo scontro, per questo aveva messo in atto un piano tanto dettagliato, quanto spietato. Era per metterla alla prova.
- Sai Comandante, - iniziò a dire Shyla - Qualche mese fa, avrei inconsapevolmente accontentato i tuoi desideri di una guerra con i tuoi uomini e li avrei trucidati senza trattenermi. Per quanto riguarda quelli deceduti poco fa, l'ho fatto solo per diminuire i suoi alleati e eliminare quelli più pericolosi. Oltre ad allentare un po' la tensione - fece una pausa. – Oggi sono venuta a conoscenza di molti fatti avvenuti in passato, del quale ero completamente ignara, nonostante Trudy sapesse tutto, questo ha cambiato molto il mio modo di pensare e agire. Stavolta ti deluderò e ti impedirò di ottenere ciò che brami di più, soldi e sangue versato sul campo di battaglia - mise una mano nella tracolla ed estrasse il coltello a serramanico. Con uno scatto uscì la lama e prima che il Comandante o qualcun altro capisse le sue intenzioni, la lama aveva raggiunto il cuore, trafiggendolo.
Quel gesto inaspettato pietrificò Winkowski. Superato lo shock iniziò a ridere fragorosamente sotto gli occhi sconcertati dei suoi sottoposti.
- Ti sei dimostrata più abile di me! E' qualcosa di impareggiabile. E' una tattica spettacolare! Mai prima di quest'oggi mi ero lontanamente immaginato di pensare a un piano simile!
- Comandante - lo riprese il braccio destro - Sta spaventando gli uomini. Sa cosa deve fare.
- Mi avete deluso! - sbraitò Winkowski - Se non capite, siete stati sopravvalutati! - delle venature rosse comparvero nei suoi occhi - Voi non meritate di stare nella mia unità d'élite. Siete come quegli smidollati di scienziati! Loro almeno si rendono utili per la causa, voialtri siete solo delle nullità! Feccia! - smise di urlare.
Il soldato alla sua sinistra, impugnava un mitra, con uno strattone glielo strappò e una volta impugnato, lo puntò contro la truppa, colpendoli senza sosta e ridendo di gusto.
Il tenente Piotr rimase impassibile di fronte a quella scena. Era abituato a quel comportamento dal parte del Comandante. Il suo compito era ripulire il caos del superiore e rimanere in silenzio su quanto accaduto con chiunque avrebbe fatto domande in merito. Finché si sarebbe comportato in quel modo, la sua posizione e la sua vita sarebbero state salve.
Trudy era isolata, completamente sola. Ogni suo tentativo per contattare Shyla risultava essere inutile. Era come se fosse incatenata nel suo angolino della testa e niente sarebbe cambiato, almeno finché Shyla non avesse voluto. In fondo lei era solo un'estranea in quel corpo, la sua presenza era imposta, era un ospite, forse non più gradito. Avvertì una leggera scossa, seguita da un dolore straziante, era talmente acuto da bloccare ogni suo senso.
Gli occhi color malva tornarono blu come la notte, la pupilla luccicava e brillava come una piccola stella solitaria. Il viso di Shyla mostrava solo un sorriso beffardo, qualunque emozione regnasse in lei, restava celato.
Martin era inginocchiato a fianco a lei - Perché hai fatto un gesto tanto folle? - la risposta fu un forte boato.
Winkowski abbassò lo sguardo allibito, poté vedere le proprie viscere uscire da un foro all'altezza dell'ombelico o giù di lì. Utilizzando la magia presente nel suo corpo, aveva creato un proiettile velenoso, in grado di corrodere la pelle umano e liberare gli organi interni.
- Questo è il mio regalo di addio, Comandante. Ti ho colpito con la sostanza tossica dei DNA di tutte le creature presenti nel mio corpo. Sai, mi hai addestrata per essere come te, però è qualcosa che non accadrà. Ti sei sbagliato su tutto, i tuoi ultimi anni li hai spesi in un progetto fallito miserabilmente - sorrise - Scacco matto.
Winkowski era rimasto senza parole. L'aria che inspirava sembrava pesante, come una tonnellata. Tutto sembrava attutito. Espirava aria calda e brividi percorrevano lungo tutto il corpo, chiudeva gli occhi cercando di placare il suo animo tormentoso che continuava ad agitarsi, chiedendo di dar libero sfogo a tutto quello che percepiva. Voleva distruggere. Era l'unico desiderio. Far inginocchiare quei luridi vermi schifosi, spappolarli, renderli cibo per vermi... quella sarebbe stata una visione affascinante. Sì, poteva chiaramente sentirlo... l'istinto omicida che cresceva. Voleva gridare, farsi sentire, ma dall'altra parte invece preferiva rimanere in silenzio, per poter colpire alla sprovvista le ignare vittime. Tutto avrebbe avuto senso se solo fosse stato possibile. Nulla era così chiaro come l'immagine di quel desiderio morboso e viscerale. Sangue. Se fosse possibile, ricoprirebbe i muri con il sangue, creando una nuova tappezzeria. Sangue di gente spregevole e barbara, che spreca la propria esistenza cercando di rendere deteriorare la vita di coloro che non provano l'odio. Quel sentimento continuava a crescere e crescere, andando sempre più in profondità, come se l'oblio stesso rendeva ancora più vivo il sentimento dell'odio che faceva vibrare l'intero essere.
Quando gli impedivano di fare qualcosa, questo aumentava soltanto la rabbia, che ora scalpitava, voleva farsi sentire e, opprimere quel sentimento lo rendeva ancora più furioso. Sangue. Si dice che la vendetta non risolva nulla, eppure i nervi e l'odio, una volta ottenuta, provavano soddisfazione e si placavano, a breve termine.
"Possibile che provo questo, perché in fondo ho paura della morte?" pensò Winkoski con entrambe le mani teneva i propri organi cercando di rimetterli al loro posto "Ero partito con un buon proposito, eppure mi sono fatto corrompere dai soldi e ho rovinato tutto." Il suo respiro era affannato, espirò e tutto finì.
Le anime presero a festeggiare, subito dopo, mantennero la loro promessa e si fecero divorare dall'indovino, il quale accettò di buon grado il dono.
- Martin ho un favore da chiederti – Shyla era consapevole di avere le facoltà di agire, solo grazie ai residui dei vari poteri rigenerativi. Sentiva il proprio corpo indebolirsi sempre di più, lentamente, ma in modo inesorabile.
- Dovresti recidere il legame che c'è tra la mia anima e quella di Trudy... così lei sarà libera di tornare nel suo corpo.
"Cosa stai dicendo?? Non prendere decisioni per entrambe!!" la voce riecheggiò nella sua testa, la barriera creata precedentemente era calata, questo significava solo una cosa, il tempo stava per scadere.
L'indovino poteva sentiva la voce di Trudy, per procedere con la richiesta di Shyla, necessitava di un'armonia interna.
- Dovete essere d'accordo, perché in caso contrario morirete entrambe - pronunciò quella frase con qualche esitazione, ma doveva essere sincero.
"Trudy non cambierà nulla, ci invertiremo semplicemente i ruoli, sono presente nella tua testa esattamente come te" quelle parole risuonavano rassicuranti, tuttavia parevano allo stesso tempo una bugia.
"Se le nostre anime si dividono come facciamo a essere come siamo ora?"
"Abbi fiducia nel nostro legame. Ricordati, gli scienziati hanno fatto molti test prima di definire ciò che siamo un esperimento di successo. Funzionerà."
Quelle parole cancellarono ogni dubbio in Trudy che acconsentì a procedere "D'accordo, dì pure all'indovino di procedere e di ricollegare le nostre anime se per qualche ragione dovessero perdersi."
- Una volta... - Martin si bloccò vedendo lo sguardo intransigente di Shyla - Preparatevi, sembra stupido dirlo, considerando tutti i test al quale vi hanno sottoposte, ma vi assicuro che non sarà una passeggiata.
Trudy avvertì uno strattone, come se fosse un albero e la stessero sradicando dal terreno. Ebbe l'impressione di cadere, precipitare senza raggiungere mai una fine, almeno finché non atterrò con un tonfo sordo, senza farsi male, intorno a lei c'era morbidezza, come se si fosse buttata sopra un enorme cuscino. Provava un senso di disagio, era come se fosse tornata a casa dopo anni di assenza e aveva l'impressione di essere fuori posto, nonostante fosse consapevole di essere di nuovo nel suo corpo a cui apparteneva fin dall'inizio.
Shyla trattenne il dolore destinato a Trudy. Era consapevole che avrebbe sofferto una volta scoperto del legame spezzato e della sua scomparsa. Martin l'aveva avvisata senza farsi sentire da Trudy. Se tutto sarebbe andato per il verso giusto, senza complicazioni, lei sarebbe diventata un fantasma, nel peggiore dei casi, il suo spirito si sarebbe dissolto, diventando meno di un granello di sabbia.
“Per mia fortuna ho mangiato una notevole quantità di anime” pensò l'indovino “Altrimenti non sarei riuscito a concludere l'incantesimo di separazione e rimandato Trudy al suo recipiente originale”.
Passarono alcuni minuti, si rilassò solo quando ebbe la certezza di aver raggiunto il suo obiettivo.
- Eri davvero serio - borbottò - Pensavo non avresti finito più.
- Sterminatrice...
- Oh ti prego, non chiamarmi in quel modo! - mugolò il fantasma.
- D'accordo... Shyla, mi stupisco della tua presenza, la tua linfa vitale era completamente sparita, pensavo fossi disintegrata nell'aria.
- Stai per caso cercando un modo per offendermi? - mise il broncio, poi sospirò rassegnata - Devi accompagnarmi da Trudy, voglio essere certa che stia bene. Nella mia condizione attuale è un po' complicato. Sono in grado di attraversare le pareti, peccato solo che lei non può né vedermi né sentirmi, solo tu puoi.
L'indovino la osservò attentamente, era diversa dai precedenti fantasmi o anime, la sua essenza sarebbe scomparsa da lì a breve.
"Uno spirito non è destinato a morire, bensì a esistere tormentato per l'eternità, salvo se non ottiene il mio aiuto..." rifletté Martin, tutto d'un tratto arrivò alla conclusione "Ha chiesto un favore a loro."
- Shyla dimmi che non hai implorato...
- Sì, l'ho fatto - rispose lei senza dargli il tempo di finire la domanda. - Sono conscia del fatto che mi tortureranno per l'eternità, ma vendere la mia anima martoriata ai demoni è un prezzo equo da pagare, se teniamo conto dei miei comportamenti passati. Andiamo, nemmeno uno come te avrebbe potuto salvarmi, sarei diventata un ossessione per Trudy e alla fine sarebbe impazzita. Era qualcosa che mi terrorizzava. Soltanto quando avrò la certezza che si è ripresa senza complicazioni e può vivere una vita normale, loro avranno questo spirito con cui divertirsi.
Si avviarono per raggiungere la stanza. Il corpo di Trudy era dentro un sarcofago di vetro con molti tubicini attaccati su braccia, gambe, busto, schiena, collo, persino sul volto. Allibita da quella visione, Shyla usò il residuo di magia che le restava, per liberarla in modo indolore da quella prigione. Martin si avvicinò per aiutarla a uscire, Trudy aveva già ripreso i sensi e aveva lo sguardo spaesato.
- A quanto pare hai messo fuori gioco tutti i dottori della stanza, mi hai evitato di faticare - disse sarcastico l'indovino.
Lei non rispose, sembrava alla ricerca di qualcosa, piano piano realizzò. Appena fu consapevole della mancanza di Shyla, a Trudy parve di soffocare. Voleva gridare, la voce uscì fievole e si disperse poco lontano dai suoi passi. Era straziante e difficile da sopportare quel senso di abbandono, era di gran lunga ben peggiore della barriera divisoria. Grosse lacrime riempirono i suoi occhi. Shyla si mise accanto a Trudy. A Martin sembrava strano che la stessa non se ne accorse. Trudy in quel momento avvertì una sensazione di freddo che l'avvolgeva.
- Shyla? - si guardò intorno in cerca di un segno che rivelasse la presenza della perduta amica.
- E' lei - le confermò Martin - Solo che non puoi né vederla né sentirla. E' simile a un fantasma.
- Dille che mi dispiace di averle mentito. Volevo liberarla da questo fardello, in modo che lei potesse decidere chi voleva essere, senza imposizioni da medici o ricercatori. Dille di essere felice.
Pazientemente l'indovino ripeté il discorso di Shyla. Trudy singhiozzò e pianse per mezz'ora buona. Quando si fu calmata disse - Non mi dimenticherò mai di te! Ricorderò del tuo coraggio di affrontare il pericolo e ne trarrò forza.
- E' orgogliosa di te - ripeté nuovamente l'indovino.
- Oh, ma smettila! Sai bene che riesco a sentirla! - nonostante la brusca reazione Shyla sorrise.
Trudy si allontanò dalla stanza, voleva andare a cercare Josh.
- Lei pensa che rimarrai nelle sembianze di un fantasma... non può vederti ma crede che non sparirai - sussurrò Martin – E immagino che toccherà a me dire la verità a lei e a tuo fratello.
Una lacrima le scivolò lungo la guancia. - Ho fatto la scelta giusta. E' quello che merita, una vita libera. Poter scegliere cosa si vuole realmente fare, non a tutti è concesso un lusso simile e poi ora potrà vivere come una persona normale.
- Ora è sotto shock, ma penso si arrabbierà con me quando mi ricollegherà alla vostra separazione - era seriamente dispiaciuto - Mi sembra quasi di aver agito nella maniera sbagliata.
- Hai agito in modo corretto, invece. L'hai liberata da quello che era con me, hai tolto il legame di un passato pieno di torture e di assassinii. Sono io che ho fatto la scelta, tu l'hai soltanto eseguita. Non devi preoccuparti, capirà che è opera mia. Guardando il mio stato, mi sono resa conto di come quest'esperienza mi abbia segnato l'anima, quindi posso solo ipotizzare che lo stesso valga per Trudy. Tra le due lei è la sapiente e la sua visione del mondo sarà sempre condizionata dal passato. Grazie a te non avrà mai il peso di dover controllare i suoi istinti a causa del DNA appartenenti a creature soprannaturali... - Shyla smise di parlare, sembrò incerta se continuare, scosse la testa e aggiunse - Ho un altro favore da chiederti. Ti ricompenserò. Questo sarà veramente l'ultimo, i demoni stanno arrivando a prendermi.
Con un sospiro teatrale e alzando le mani al cielo Martin disse - Dimmi.

  
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