Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: lfmartem21    14/08/2016    0 recensioni
Sansa deve sposare Joffrey. È sicura che la sua vita sia finita. Ma quando tutto sembra ormai perduto, troverà in una persona speciale l'aiuto che cerca.
Questa fan fiction vuole essere un miglioramento della prima che ho scritto. Spero vi piaccia. Accetto qualsiasi vostro parere per continuare a migliorare la mia storia.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sandor Clegane, Sansa Stark, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sansa venne svegliata dal bussare alla porta dei suoi appartamenti.
Era passata una settimana dal suo menarca ed era certa che presto o tardi la data delle nozze sarebbe stata fissata.
Si stropicciò gli occhi e mettendosi a sedere sul letto chiese: "Chi è?"
"Sono io uccelletto. Il re vuole che ti presenti nella sala del trono il prima possibile".
"Va bene sarò pronta fra un attimo" non era saggio far aspettare Joffrey, l'aveva imparato a sue spese.
"Ti aspetto qui fuori uccelletto"
"Uccelletto" le aveva affibbiato quel nomignolo il giorno del torneo in nome di suo padre. "Sei come uno di quegli uccelli del sud: ripeti tutto ciò che ti hanno insegnato" aveva detto.
Qualche momento dopo era uscita dalla stanza.
"Sai perché il re vuole vedermi, sir?"
Sandor Clegane si fermò di colpo, era proprio un gigante. Con la sua mano ciclopica la scaraventò contro il muro.
"Quante volte dovrò ripetertelo ancora?! Io non sono un sir, ci piscio sui loro titoli. Il Sir è mio fratello"
Poteva sentire il corpo dell'uomo contro il suo, il suo alito, il suo odore.
"Guardami! Ho detto guardami!"
Aprì gli occhi che aveva chiuso in automatico quando l'aveva toccata. Il suo viso era spaventoso, ma non per quella cicatrice che tutti trovavano rivoltante, ciò che più le faceva accaponire la pelle erano i suoi occhi, ardenti di rabbia e allo stesso tempo di paura. Sembrava che dovessero esplodere da un momento all'altro.
"Scusami"
"Le tue scuse non mi servono a nulla, piscio anche su quelle"
Si fissarono a lungo, poi lui sputò per terra e riprese a camminare.
"Muoviti! Il re sara contrariato se il suo uccellino continua a tardare"
Lei, ancora contro il muro, lo seguì velocemente.
Entrarono nel salone e Sansa non poteva fare a meno di notare come tutti i presenti si scostavano all'arrivo del mastino. Tutti lo temevano, re incluso.
"Benvenuta mia giovane Sansa" era la vocina stridula di Joffrey.
"Buongiorno mio re" disse esibendosi in un inchino.
"Vi  trovo raggiante oggi"
"Sicuramente non più di voi" quel ragazzino viziato sembrava compiaciuto dalla sua risposta, forse quel giorno non l'avrebbe umiliata come suo solito.
"Volete sapere perche vi ho fatta chiamare?" sul suo viso si dipinse un languido sorriso.
"Certo, mio re"
"A quanto pare mia madre pensa sia giunta l'ora che noi ci sposiamo, dato che ora voi potete darmi un erede. Siete contenta?"
Sansa si sentì crollare il mondo addosso. No!  Non voleva, la sua vita sarebbe stata ulteriormente rovininata. A quella gente non era bastato tradire e uccidere suo padre davanti ai suoi occhi? Non era bastato torturarla per il loro piacere? Cosa volevano da lei? Cosa tutto il mondo voleva da lei? Forse il mastino aveva ragione, lei era solo un uccelletto nella sua bella gabbia d'oro. Forse la sua vita non valeva nemmeno quanto la sua prigione, almeno per il re era così. Aveva solo commesso errori dall' arrivo del re a Grande Inverno e solo i nuovi e gli antichi dei sapevano quanto avesse voluto porporvi rimedio.
"Vi ho fatto una domanda"
"Certo che sono felice"
"Bene. II matrimonio sarà celebrato fra una settimana, non possiamo permettere che mio zio, l'usurpatore, disturbi la nostra prima notte di nozze"
A quel pensiero Sansa sentì il bisogno di vomitare. Ma ancora una volta adottò la sua solita facciata di cortesia e buone maniere.
"Sono entusiasta"
"Certo che lo sei. Ora va'"
Sansa camminò il più velocemente possibile, cercando di trattenere inutilmente le lacrime.
Raggiunse la sua stanza e crollò in un pianto incontrollato
   
 
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