Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: _Elwing    15/08/2016    1 recensioni
« Se proprio ci tiene ad andare via, può sempre farlo da sola! Senza chiederlo a nessuno... »
Aveva commentato con la sua consueta sensibilità Kurogane, ascoltando le parole di quella canzone per lui fin troppo melensa, ma che sembrava invece aver fatto presa su Fay, che sedeva accanto a lui.
« Tu probabilmente faresti così, Kuro-tan... ma io ho aspettato per un sacco di tempo che qualcuno mi portasse via. »
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Portami via
 
« Se proprio ci tiene ad andare via, può sempre farlo da sola! Senza chiederlo a nessuno... »
Aveva commentato con la sua consueta sensibilità Kurogane, ascoltando le parole di quella canzone per lui fin troppo melensa, ma che sembrava invece aver fatto presa su Fay, che sedeva accanto a lui.
« Tu probabilmente faresti così, Kuro-tan... ma io ho aspettato per un sacco di tempo che qualcuno mi portasse via. »
 
Quando aveva cominciato a provare quel desiderio? Era così profondamente radicato nel suo cuore che gli sembrava appartenesse a lui da sempre. Ma c’era un giorno in particolare, un giorno che ritornava puntuale ogni anno, sempre uguale eppure diverso, in cui quel desiderio diventava quasi un’ossessione. Perché – così gli era stato raccontato quando era ancora bambino – in quel giorno i desideri si realizzano.
Era il giorno del suo compleanno. Ogni anno, la sera che precedeva l’atteso evento, trascorreva ore interminabili chiuso nella sua stanza, affacciato alla finestra; e mentre contemplava l’oscurità senza fine del cielo, tra le labbra socchiuse lasciava fuggire la sua preghiera:
« Portami via, portami via, portami via. »
Questo desiderava, questo sperava che accadesse, questo si aspettava accadesse il giorno seguente: che qualcuno venisse da lui, lo prendesse con sé e lo portasse via. Non aveva un volto, non era nemmeno sicuro che fosse una persona colui al quale si rivolgeva nella sua mente ogni volta che esprimeva quel desiderio. Non ci pensava neppure, in quel momento, a dargli un volto e una fisionomia.
Dalla mattina fino alla sera del giorno seguente, quello del suo compleanno, rimaneva in uno stato di perenne attesa. Trascorreva il giorno impegnato nelle solite attività (con l’unica eccezione che di frequente veniva interrotto da qualcuno che voleva porgergli i suoi auguri); ma di tanto in tanto rivolgeva uno sguardo alla finestra o si accostava alla soglia della porta, sperando di vedere finalmente colui che aspettava arrivare e dirgli:
« Eccomi Fay, sono venuto a portarti via, per andare dove più desideri. »
Ma ogni volta non si vedeva nessuno. Nessuno che facesse sussultare il suo cuore per l’emozione, che gli facesse pensare:
« È lui, è arrivato. »
Perché, Fay ne era sicuro, quando l’avrebbe visto avrebbe subito saputo riconoscere il suo salvatore.
« Pazienza. – si ripeteva per incoraggiarsi – La giornata non è ancora finita. »
Il sole calava su quel giorno e sopraggiungeva la notte, fredda e silenziosa. Fay si ritirava di nuovo nella sua camera, solo, davanti alla solita finestra, nella quale vedeva riflessa l’espressione delusa e sconsolata del suo viso. Così andava a finire, sempre.
 
I compleanni si erano susseguiti, più rapidi di quello che avrebbe voluto, portandosi via l’infanzia, i sogni infranti e le belle illusioni, lasciandolo solo ad affrontare la crescita.
L’unica cosa di quel tempo che era sempre rimasta con lui era il suo prezioso desiderio, a cui sembrava non riuscisse a rinunciare.
La sera del suo ventunesimo compleanno si mise a piovere. Per tutto il giorno il cielo aveva avuto un aspetto minaccioso e dopo il tramonto era esploso un vero e proprio acquazzone. Nonostante questo, benché solitamente a quell’ora si chiudesse nella sua stanza, Fay uscì, senza nemmeno preoccuparsi di coprirsi.
« Anche oggi non verrai! – gridò, alzando lo sguardo al cielo – Anche oggi mi hai lasciato ad aspettarti invano! Perché mi odi? Non sai forse che ti sto aspettando? Cosa devo fare più che pregarti per chiamarti e farti accorgere di me? Ma questa sarà l’ultima volta: non ti cercherò più. Ho capito, adesso, che tu non esisti. Sei solo una fantasia della mia mente e io uno stupido che per tanto tempo ha voluto ostinarsi a credere che il suo sogno si sarebbe avverato. Non ti chiamerò più, non ti cercherò più, non ti aspetterò più. Perché tu tanto non verrai mai. Non puoi liberarmi dalla mia prigione, non puoi salvarmi da me stesso. »
Solo la pioggia che cadeva fitta dal cielo ascoltò le parole di Fay, quella notte.
 
« Fay. – si sentì chiamare all’improvviso. Qualcuno gli stava stringendo il braccio, ma lui non riusciva a distinguerne i lineamenti. Sbatté più volte le palpebre, come per mettere a fuoco lo sguardo: sentì gli occhi umidi, e si accorse così che stava piangendo.
« Fay, cosa ti prende? »
Riconobbe subito in quella voce il timbro di Kurogane. Era lui che lo stava scuotendo e, a giudicare da come lo guardava, era preoccupato.
« Sto bene, scusa. Mi sono solo commosso. – rispose, pentito di esseri lasciato trasportare dai suoi sentimenti. Doveva rimediare in fretta, prima che Kurogane avesse il tempo di capire che stava mentendo.
« Te ne sei andato ugualmente, alla fine. »
Fay rivolse uno sguardo interdetto a Kurogane, come se non capisse a cosa si stesse riferendo.
« Non si può sempre sperare nell’aiuto degli altri. Bisogna imparare a cavarsela, a bastare a se stessi. Se la tua vita non ti sta bene sei tu che devi impegnarti per cambiarla. »
« La fai facile, tu. »
« Sarebbe facile anche per te, se la smettessi di fuggire da te stesso e cominciassi a fidarti degli altri. »
Era troppo tardi. Di nuovo, Kurogane era stato più veloce di lui e aveva scoperto i suoi pensieri prima che lui potesse avere il tempo per nasconderli.
 
 

 
Angolo Autrice
Cominciamo da persone educate e salutiamo: ciao a tutti! :D
Solitamente quando mi metto a scrivere ci metto millemilioni di anni per concludere, perché ho sempre troppe idee che vagano per la mia testa e faccio sempre una grande fatica per catturarle tutte e imprimerle sulla carta. Scrivo, cancello e riscrivo un numero indecente di volte, aggiungo modifico, cambio personaggi e storia. Questa fan fiction invece l’ho scritta questo pomeriggio – evento più unico che raro. Non so se e quanto possa essere bella, né tantomeno se piacerà a qualcuno. Io l’ho scritta semplicemente perché oggi non è stata proprio una bellissima giornata. Mi sentivo esattamente come si sente Fay nelle poche righe che ho scritto, e che ovviamente non sarò riuscita a rendere come avrei voluto o come voi avreste preferito.
La scena a cui mi sono ispirata è una delle mie preferite, così come sono i miei personaggi preferiti Kurogane e Fay. A Fay in modo particolare sento di somigliare molto, motivo per cui mi è venuto spontaneo “usarlo” per sfogare la frustrazione del momento.
I commenti sono ben accetti, anche quelli negativi, purché costruttivi: ricordatevi che ogni autore ha un cuore e che qui si pubblica prima di tutto per condividere delle passioni con gli altri. Quindi, non prendete a schiaffi l’altrui sensibilità :)
Un saluto grande,
_Elwing
  
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