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Autore: Becky2000GD    16/08/2016    1 recensioni
Le relazioni non sono mai rose e fiori. Dylan l'ha imparato a sue spese. Il suo principe azzurro non esiste.
DAL TESTO:
Con il dorso della mano la ragazza si pulì qualche goccia densa e rossa che le stava scivolando lungo il mento. Aveva il labbro rotto e sanguinante. Mugolò per il dolore.
Certo, da quando stava con Syn c'era abituata ai suoi attacchi d'ira, specie quando finiva per ubriacarsi con gli amici. Però ora era davvero troppo: erano caduti in un circolo vizioso, in una spirale di insensata violenza che avrebbe solo finito per uccidere Dylan. E lei lo sapeva. Le previsioni non potevano essere rosee.
-PRECEDENTEMENTE PUBBLICATA SU WATTPAD-
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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"La gioia ineffabile di perdonare e di essere perdonati costituisce un'estasi che potrebbe suscitare l'invidia degli dei."
-Elbert Hubbard

 

 

 

Non appena la pesante e spessa porta si aprì, i cardini cigolarono in maniera a dir poco irritante e, a tratti, anche sinistra. Dylan esitò per qualche istante sulla soglia della stanza, fissandone l'interno. Immediatamente dopo aver ispezionato tutto il perimetro con lo sguardo si strinse nelle spalle, sentendo crescere in sé un forte bisogno di fuggire al più presto da quel posto.

Provò pena per Syn: perché un uomo doveva essere costretto a spendere ore preziose della sua vita in uno spazio tanto angusto? Avrebbe fatto venire la claustrofobia a chiunque! Se non fosse stato per l'impeccabile pulizia o per le pareti imbottite, allora di certo avrebbe dato l'impressione d'essere la cella di una prigione.

A passo lento e ben poco convinto, Dylan entrò in punta di piedi là dentro. Non poteva distogliere lo sguardo dal soffitto basso. Era talmente tanto prossimo al pavimento che sembrava essere sul punto di crollare da un momento all'altro, e la diciannovenne ne fu terribilmente spaventata.

L'infermiere ridacchiò divertito dalla reazione della ragazzina completamente spaesata. Fissò bene i piedi a terra ed incrociò le braccia al petto, appoggiandosi poi alla parete per potere avere una migliore visuale degli eventi e goderseli a pieno. Non sapeva molto della storia del paziente rinchiuso nella 81 se non che era finito in quella situazione per problemi legati alla droga. Ed è risaputo, chi ha un qualunque tipo di dipendenza da sostanze stupefacenti è spesso scontroso ed irritabile. Perciò, il paramedico credette erroneamente che Syn sarebbe potuto scattare da un momento all'altro, rivoltandosi contro la giovane.

Intanto, chiamando a raccolta tutto il coraggio che aveva, Dylan s'avvicinò a Brian che era ancora raggomitolato nel caro angolino. Infatti, quello risultava essere l'unico punto della stanza dove si sentisse effettivamente a suo agio, sebbene neppure lui sapesse darsi una giustificazione precisa. Forse per la buona angolazione che- quando era abbastanza attento -gli permetteva di tenere sotto controllo tutto ciò che gli accadeva attorno, o magari solo per via dell'aria fresca che andava a soffiargli tra i capelli penetrando dalla grata posta sulla finestra.

La seconda cosa in particolare rappresentava una divina sensazione per il trentacinquenne, che si beava d'ogni refolo di vento.

Sì, il vento. Quella forza della natura, talmente libera da poter passare per ogni luogo prima di giungere proprio lì, nella camera assegnata a Brian. Proveniva dall'Oceano Pacifico, motivo per il quale si portava appresso un profumo salmastro tanto familiare al chitarrista. Soffiava per interi kilometri di spiagge dalla sabbia dorata, per poi insinuarsi nelle strade trafficate e colorate della città.

Allora Gates semplicemente restava con lì con le ginocchia strette al petto, gli occhi chiusi e il capo appoggiato alla parete dietro di lui. Annusava l'odore del mare che gli arrivava tanto forte alle narici e gli era come sempre più gradito d'ogni altra fragranza.

Quel magico effluvio faceva riaffiorare nella mente di Synyster portentosi ricordi risalenti alla seconda metà degli anni novanta, quando assieme al suo migliore amico Jimmy trascorreva ore intere seduto sulla rena beige, in quel tratto del lido denominato bagnasciuga. I due ragazzi ascoltavano lo sciabordare delle onde e lasciavano che l'acqua salata e schiumosa bagnasse i loro corpi dai piedi all'addome, e nel frattempo i loro giovani sguardi s'infrangevano contro l'orizzonte.

E come dimenticare le giornate passate con una surfboard di legno d'acacia koa in mano, nelle cosiddette "Beach Break" ? Da Santa Barbara a San Diego, Brian aveva avuto l'opportunità di giocare ad imitare il surfista australiano Cheyne Horan in tutte le località più famose per il surf in California.

Un sorrisetto arricciò le labbra di Syn nell'esatto momento in cui gli tornò anche alla mente il ricordo delle sue speranze adolescenziali, quando oltre che conoscere i Guns N' Roses o i Metallica avrebbe voluto incontrare Curren Tom e farsi insegnare da lui qualche trucchetto per cavalcare le onde al meglio. Sì, quel uomo era l'unico ed indiscusso idolo del Brian di quegli anni a non essere un musicista. E, per sua sfortuna, a Gates non era mai riuscito di stringergli la mano.

Dylan rimase in piedi davanti il suo compagno per qualche minuto, prima di farsi coraggio ed allungare una mano verso la sua spalla.

Syn aveva un'aria tanto appagata e serena che pareva un peccato intromettersi tra lui ed i pensieri nei quali era immerso. Tuttavia, la diciannovenne era cosciente del fatto che non sarebbe stato loro concesso troppo tempo. Avevano bisogno di parlare, di chiarirsi, ma più di tutto di esprimersi il loro amore reciproco. L'affetto che provavano l'uno per l'altra era chiaramente l'unica cosa che avrebbe potuto salvare la situazione ed aiutare Gates a tenere duro fino alla fine di quella insensata prigionia. Perciò era davvero essenziale che Dylan gli si dichiarasse nuovamente.

-Brian ... come ti senti?

Con la voce colma di commozione pronunciò le parole più spontanee che s' affacciarono alla sua mente, con l'unico risultato di fare aprire di scatto gli occhi a Syn che per un secondo temette d'essersi solo immaginato la voce della sua amata.

Con suo grande stupore, però, scoprì che neanche la mano piccola e delicata che lo scuoteva leggermente era frutto della sua psiche tormentata, bensì era qualcosa di reale, vera, da poter toccare.

Gli occhi ambrati di Brian incontrarono quelli chiari della sua ragazza e si incatenarono ad essi, questione di qualche misero istante. Poco dopo, il trentacinquenne era già balzato in piedi e aveva avvolto la sua Dylan in un abbraccio colmo d'amore e incredulità. La giovane, dal canto suo, restò talmente sbigottita da non riuscire neanche a ricambiare, sul momento.

Una simile reazione non era qualcosa che ci si poteva aspettare da Synyster Gates, il mitico chitarrista degli Avenged Sevenfold.

E poi come faceva ad aver già recuperato le forze a tal punto da essere addirittura capace di muoversi così agilmente? Dylan trovava strambo e particolare quanto Syn fosse a suo agio con il suo stesso corpo e come fosse anche capace di riprendersi sempre molto in fretta. Aveva notato questa sua abilità già altre svariate volte, eppure restava sempre e comunque colpita.

Si lasciò stringere al petto del proprio compagno e sospirò piano, sentendosi finalmente bene. Sì, perché l'essersi ricongiunta a Brian aveva appena spento tutta l'angoscia che da diverse ore le era cresciuta dentro, arrivando persino ad impedirle di mangiare e dormire.

-Non pensavo che saresti venuta a trovarmi ...

Commentò Brian, e Dylan andò immediatamente a nascondere il viso nell'incavo del suo collo.

-Ci sono anche Jimmy e Johnny, ma Myers non ha permesso loro di arrivare fin qui. In realtà, inizialmente non voleva permettere neppure a me di venire da te. Diceva che avevi bisogno di stare solo ... però non potevo andarmene senza aver visto con i miei stessi occhi in che condizioni ti trovavi.

La ragazza si morse il labbro inferiore quando sentì le mani grandi di Gates percorrerle tutta la schiena dall'altro verso il basso e viceversa. Si zittì, aspettando che adesso fosse di nuovo lui a dire qualcosa, quanto meno una parola sui due amici che non avevano avuto la possibilità di raggiungerlo.

Ma lei non sapeva che tutto nella testa di Brian si era praticamente azzerato pur di far spazio all'insistente pensiero legato alla sua stessa visita. Già, perché ogni cosa era decisamente troppo bella per essere vera, e l'uomo aveva la completa consapevolezza di non meritarsi più la vicinanza di quella splendida creatura dopo tutto ciò che le aveva fatto passare nella notte in cui aveva tentato il suicidio.

L'infermiere, piuttosto annoiato e tediato da tutte quelle romanticherie che non s'aspettava, si fece avanti e andò a separare bruscamente i due innamorati, spingendoli in direzioni opposte.

-Hey! Ma che diamine credi di fare?! Questo è il nostro momento, perché non giri al largo?!

La voce seccata del chitarrista precedette il suo tentativo di ricambiare la spinta ricevuta, però l'altro fu più veloce e riuscì a scansarsi prima che Syn potesse anche solo toccarlo.

-Haner, non costringermi ad andare a raccontare della tua aggressività a Myers, o potrai anche scordarti di rivedere ancora questa dolcezza.

Dylan arrossì sentendo quelle parole e subito tornò ad avvicinarsi al suo compagno, come se stesse tentando di nascondere la timidezza e l'imbarazzo trovando rifugio tra le braccia di Synyster.

Quest'ultimo non poteva far altro che stringere i denti e guardare storto colui che era appena divenuto il suo primo e nuovo nemico all'interno della struttura, fatta eccezione per il vecchio psichiatra.

-Ora qui le regole le detto io.

Riprese il giovane infermiere, mentre un piccolo ghigno gli si dipingeva in volto.

-Posso lasciarvi soli, ma non devono succedere cose strane, non so se ci siamo capiti. Se avrò anche solo il minimo sentore che nella stanza stia accadendo qualcosa di proibito potete stare sicuri che entrerò all'istante. Chiaro?

Parlava come un despota arrogante, godendo dell'ira che infuocava lo sguardo di Syn.

Per Gates era ormai chiaro: prima o poi l'avrebbe fatta pagare a quel giovane saputello per avere approfittato della situazione. Ma, al momento, sapeva bene che gli sarebbe stato impossibile torcergli anche un solo capello senza poi finire nei guai.

Dylan intrecciò le dita della propria mano a quelle del suo ragazzo, in una muta richiesta. Sperava che con quel gesto avrebbe fatto capire a Brian che doveva stare tranquillo. In risposta, il chitarrista strizzò leggermente la mano della sua partner.

Entrambi annuirono quindi al paramedico, che uscì dalla stanza 81 gongolando.

La diciannovenne tirò un respiro di sollievo non appena udì la porta di ferro richiudersi e si passò una mano sugli occhi.

-Abbiamo pericolosamente sfiorato la tua ennesima rissa ... ho avuto temuto davvero che ti saresti scagliato addosso a quel coglione.

Il musicista ridacchiò guardando il viso ora rilassato della sua ragazza.

-Non sono così stupido, anche se di cazzate ne ho fatte molte. Non volevo bruciare la chance che ho di passare del tempo con te, fosse anche solo altri cinque minuti ... ho preferito sopportare.

In una mossa ben studiata, Synyster si fece più vicino al corpo di lei e la prese in braccio, andando poi a farla stendere sul letto ad una piazza che era presente nella camera.

-Brian, che diamine vuoi ...

Dylan fu bloccata sul finale della frase dalle labbra dell'altro che, in un attimo, si ritrovarono sulle sue. Gates si sentiva dannatamente idiota in quel momento, tuttavia sapeva di dovere sfruttare al meglio l'occasione. Sin da subito cercò infatti di approfondire quel bacio con una straordinaria urgenza. Aveva bisogno di sapere che la sua ragazza lo amava ancora come il primo giorno, se non addirittura di più. Ma soprattutto, aveva bisogno di scusarsi con lei per l'Inferno che le aveva dapprima mostrato e nel quale, successivamente, l'aveva fatta precipitare.

La lingua del chitarrista non tardò a chiedere accesso alla bocca della giovane che, a sua volta, la accolse senza la minima esitazione. In pochi istanti la stanza si riempì di gemiti sommessi, mentre i corpi dei due amanti si stringevano tra loro con un'impellenza del tutto nuova. Dylan si ritrovò premuta contro il materasso e sovrastata dall'altro che, incurante delle raccomandazioni ricevute poco prima dall'uomo con il camicie bianco, aveva tutte le intenzioni di arrivare fino infondo con la sua ragazza. Ma proprio quando la mano di Brian si insinuò tra le cosce di Dylan, quest'ultima pensò che quello fosse il miglior momento per interrompere Syn. Dapprima accarezzò gli addominali solidi di Gates, poi lo spinse via esercitando una leggera pressione sul suo petto.

-Cosa credi di fare? Non mi tocchi da mesi e ti va di farlo proprio qui, proprio adesso?

Il comportamento di Brian le faceva chiudere lo stomaco, dandole la nausea.

-Con tutto quello che è successo, sul serio ora riesci a pensare solo al sesso?!

Fu solo allora che Synyster si rese conto di quanto il suo atteggiamento poteva risultare offensivo e scorretto. Subito si allontanò da lei ed alzò le mani, scuotendo la testa spaventato.

-No. No, assolutamente! Pensavo che anche tu lo volessi ...

Replicò con lo sguardo confuso e, a tratti, perfino spaventato.

Vederlo così era più unico che raro,motivo per cui Dylan non lo aggredì aggiungendo altre parole, o sarebbe anche stata capace di dire cose che non pensava.

-Proprio perché non facciamo l'amore da tanto pensavo che questo fosse il momento migliore.

Brian respirò forte e andò a grattarsi la nuca, sentendosi proprio uno sciocco di prima categoria. 

Più si sforzava di farle piacere e tenerla vicina, più finiva ogni stramaledettissima volta per fare o dire la cosa più sbagliata e peggiore del mondo. La verità era proprio questa: per quanto Brian fosse sicuro di sé e avesse successo con le donne, se posto davanti alla sua amata diventava un imbranato qualsiasi, senza arte né parte. Gli sudavano le mani, non riusciva più a ragionare e aveva una costante morsa allo stomaco che lo rendeva assai irritabile. E anche da questa sua incapacità di trattare con la diciannovenne nascevano le sue peggiori gelosie e paranoie.

Lei rientrava tra le cose che lo spingevano a continuare con l'abuso di alcool e droghe. Certo, allo stesso tempo voleva smettere con quella merda per vivere accanto alla sua ragazza una vita normale e felice, eppure era cosciente che, senza il coraggio liquido o una dose di tranquillità dentro una siringa, non era proprio capace di essere il solito tizio disinvolto che Dylan amava alla follia.

Invece 'sta volta, senza neanche averlo fatto apposta, aveva pronunciato le parole magiche.

"Proprio perché non facciamo l'amore da tanto pensavo che questo fosse il momento migliore."

Quella frase continuava a risuonare a ripetizione nella testa della giovane e la fece sorridere.

-Farei per sempre l'amore con te, Bri' ... non sarei mai capace di stancarmene.

Sussurrò allora Dylan, prima di sporgersi a lasciare un casto bacio sulle labbra appena schiuse del suo uomo.

-Sei stato il primo con cui ho avuto un rapporto, e mi auguro tu possa rimanere l'unico.

E allora, dopo quella dolce ed inaspettata confessione, furono le gote di Brian a rinunciare al loro solito colore rosato per passare ad un rosso piuttosto acceso. Non che fosse imbarazzato ... più che altro si commosse. Iniziò anche quasi a tremare.

-E io che pensavo mi odiassi ...

Balbettò, sconvolto.

-Insomma, almeno in parte. Credevo che avresti approfittato della situazione per fuggire da me e non tornare mai più.

Dylan notò gli occhi lucidi di Brian che aveva appena esposto le sue peggiori paure. In silenziò accarezzò il suo braccio, capendo che non aveva ancora finito di dire tutto quello che voleva.

-Mi dispiace per essere stato di nuovo un egoista e avere rovinato le cose per l'ennesima volta. Non so mettermi in secondo piano e pensare a prendermi cura di te, figuriamoci che razza di padre potrei essere ...

L'uomo si morse il labbro, prima di passarsi una mano sul volto per evitare che una lacrima cadesse.

-Sbagliamo tutti, Bri'. Io avrei dovuto pensarci meglio ... ti ho trattato così tanto male che me ne vergogno. Sono stata una stupida e se tu fossi morto ... non sarei mai e poi mi stata in grado di perdonarmelo.

Dylan scosse la testa e sbiancò. Aveva lo sguardo vuoto, perché davanti agli occhi le si ripresentavano le orrende scene di quando il suo compagno sembrava ormai prossimo alla morte. Il fiato corto, il colorito bluastro della sua pelle ...

-Lì per lì ho davvero creduto che saresti scivolato via tra le mie braccia. Non sarei stata in grado di lasciarti andare così ... sarei morta un po' insieme a te. Sarei impazzita di dolore sul serio, avrebbero dovuto rinchiuderci me qua dentro.

La ragazza scosse le spalle, per poi tornare a fare silenzio.

Syn si odiò nuovamente, perché comprese alla perfezione quale grande sofferenza le aveva arrecato. Aprì le braccia, come per invitare la sua partner ad andare a stringerlo.

-Non lo farò mai più. Mai e poi mai.

Il tono di voce di lui era ora sicuro e deciso come mai prima di quel momento.

Senza pensarci troppo la giovane gattonò sul letto, finchè non fu vicina a Synyster quel tanto che bastava per sedersi sulle sue gambe e abbracciarlo come chiedeva.

Ne avevano entrambi bisogno. E, in un certo senso, si ritrovarono così ad essere più intimi l'uno nei confronti dell'altro rispetto a come lo sarebbero stati se avessero consumato un rapporto in quello stesso momento.

Brian le lasciò qualche bacetto sul collo proprio sotto l'orecchio ma, questa volta, non aveva la benché minima malizia. Le sue braccia forti avvolgevano il corpo minuto e indiscutibilmente più debole della sua Dylan, mentre le mani della ragazza restavano una sulla schiena dell'uomo e l'altra tra i suoi capelli scuri e morbidi. Quest'ultima scese di poco,andando ad accarezzare il volto dai lineamenti tanto mascolini di Syn.

Lui cullava dolcemente Dylan come se fosse la creatura più preziosa e vulnerabile sulla faccia della Terra, lei accarezzava timidamente del guance del compagno, sentendo sotto i polpastrelli un accenno di barba ruvida. Passò poi a disegnare i tratti caratteristici del viso di Brian, facendo scivolare le dita dalle labbra al naso. Dylan percorse persino il contorno dei suoi occhi, e Syn socchiuse le palpebre sorridendole.

Da troppo tempo non si dedicavano più a queste cose. Brian alzava le mani, la sua ragazza le prendeva e poi facevano pace sotto le lenzuola, esclusi gli ultimi tempi in cui in seguito alle sfuriate avevano anche smesso di riappacificarsi.

-E comunque, anche se me ne fossi andato per via dell'overdose, non ti avrei mai lasciata completamente. Non so che cosa c'è dall'altra parte, ma puoi stare certa che niente potrebbe essere tanto allettante da spingermi ad allontanarmi da te, neanche il Paradiso. Perché voglio solo proteggerti e darti l'amore che meriti, piccola ...

Con una tenerezza che non era mai sembrata appartenergli per come Dylan lo aveva conosciuto, Brian ruppe il silenzio che era venuto a crearsi uscendosene con una delle cose più romantiche che la sua ragazza avesse mai sentito. Di certo non si era mai immaginata lui a parlare in quel modo.

Avrebbe voluto replicare, ma Brian la stupì di nuovo rubandole l'ennesimo bacio.

-Qualsiasi cosa succeda da ora in avanti, sappi che ti amo Dylan. Non potrei desiderare una ragazza migliore. Sei tutto quello che voglio e di cui necessito.

Sussurrò sulle sue labbra fissandola negli occhi chiari. E fu tutto così bello che le tolse il respiro.

 

 

*** 

 

 

-Joe! Joseph, aspetta!

Gomez rincorse il suo collega per il corridoio che conduceva dai loro uffici fino all'ascensore.

Myers aveva sentito l'altro chiamarlo ma non si voltò, così da costringerlo ad entrare nella cabina assieme a lui.

Curry o spaghetti cinesi? Non aveva idea di che cosa avrebbe potuto mangiare una volta tornato a casa, e la cosa lo disturbava alquanto. Era un uomo metodico e trovava imperdonabile il fatto di non essere riuscito a programmare già da prima la cena di quella sera.

Non gli andava sul serio di pensare ad altre faccende ora come ora. La cena, accidenti. Doveva capire cosa avrebbe voluto per cena!

-Me ne stavo andando Miguel ... che succede?

L'uomo inclinò leggermente la testa di lato, ponendo quella domanda all'latro che, nel frattempo, stava recuperando il fiato.

-Sono arrivati i risultati delle analisi di Brian Haner, il tuo paziente!

-Oh, capisco. Ma che c'è di tanto sconvolgente da farti venire voglia di inseguirmi per la clinic ...

Gomez lo interruppe bruscamente, dandogli in mano dei fogli con una certa foga.

-Leggi tu stesso, Joe. La situazione è grave, per non dire gravissima ...

Con la calma che lo contraddistingueva, Myers scosse la testa ed inarcò un sopracciglio, rigirandosi i documenti tra le mani.

-Suvvia, sono sicuro che non è nulla che non possa aspettare fino a domani.

-Joe, credimi, meglio se controlli subito. Rischiamo di perdere Haner da un momento all'altro.

Lo psichiatra restò quasi scioccato dall'allarmante affermazione del collaboratore.

-Oh, no, spero non ci sia niente di tanto terribile. Sarebbe un vero problema se proprio lui dovesse morire dopo avere soggiornato qui ...

Bianco come un lenzuolo, Myers prese ad analizzare i risultati delle analisi e, prima che l'ascensore fosse giunto al piano terra, l'uomo aveva già capito che, quella notte, avrebbe avuto problemi ben più seri di cui occuparsi della cena. E, in verità, gli era anche passato l'appetito.

 
   
 
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