Buondì!
Quanto tempo, vero? Lo so, sono
imperdonabile >_<
Ad
ogni modo, di questo parleremo dopo.
Per
ora, vi lascio un piccolo riassunto
per riprendere il filo, perché quando ho ripreso in mano la
fanfiction, tra
poco neanche io mi ricordavo la trama, quindi figuriamoci voi!
Spero
che vi sia utile e vi risparmi dal
dover rileggere tredici capitoli di vaneggiamenti!
Quindi, bando alle
ciance, iniziamo ^_^
Riassunto
Troubles cap 1-13
La
storia inizia un venerdì mattina di gennaio.
Quel
giorno Ran incomincia ad accorgersi di provare
qualcosa di più per il suo fratellino Conan, ma non ha
troppo tempo per
rimuginarci su perché è in ritardo e deve andare
a insegnare karate al corso.
Intanto
nel liceo Teitan si è appena svolta una verifica
sui kanji.
Ai
preoccupata dice a Conan che deve parlargli di cose
importanti, perciò lo invita a preparare un borsone per la
notte e andare a
casa del dottor Agasa.
Conan
decide di prendere come cambio i vestiti che
indossava quando era ancora Shinichi e, controllando nella cassetta
delle
lettere, trova una busta inviata da nientedimeno che Vermouth.
Quando
arriva da Haibara, il detective incomincia ad
indagare sul significato della busta, quando scopre che anche Ai ha
ricevuto
una lettera, ma anonima.
Discutendo,
arrivano alla conclusione che Ran è in
pericolo.
Conan,
preoccupato, chiama quest’ultima e scopre che
Heiji e Kazuha sono a Tokyo.
La
serata finisce con Ai, Conan, Hattori, Kazuha e Ran a
cenare a casa del dottor Agasa.
La
mattina dopo, Conan va a prendere un gelato insieme ai
Detective Boys.
Ran
quella mattina si era vestita in modo
“appariscente”
e Hattori manda un messaggio con scritto “Attento a
Mouri” a Conan per
avvisarlo.
Messaggio
che però viene interpretato male dal detective,
che corre preoccupato all’agenzia. Senza andare troppo nei
dettagli, diciamo
che li Conan riceve un pacchetto completo “Baci e
Abbracci” da Ran.
Successivamente
Heiji confessa a Conan di voler fare la
proposta di nozze a Kazuha.
Poi
Conan vede Ran baciare tra la folla un ragazzo e
scappa.
Ran
lo insegue.
Dopo
questa scenetta alla guardia e ladri in versione
angosciante Conan si sfoga con Ai e la bacia anche (un comportamento
maturo,
non c’è che dire XD). Successivamente decidono di
far finta di essere
fidanzati.
Ran
li raggiunge e lei e Conan fanno pace, ma poi lui
deve scappare perché un certo tonno di nome Hattori si
è disperso per Tokyo.
Lì
vedono la macchina di Gin e Vodka davanti ad un università
e ci attaccano una ricetrasmittente.
Tornati
da Agasa, arriva il momento dell’incontro con il
ragazzo che ha baciato Ran, ovvero Okita Hajime. Diciamo che non fa una
buona
impressione né su Ai né su Conan e finisce sul
divano K.O. dopo un pugno di
quest’ultimo.
Così
la banda arriva a casa Kogoro e, evitando di citare
le scenette che si creano, pranzano. Lì Okita racconta del
suo passato: da
bambino è stato ritrovato svenuto in una casa anonima con
quelli che
sembrerebbero i suoi genitori maciullati.
Conan
e Hattori, sentito il segnale della
ricetrasmittente muoversi, incominciano l’inseguimento.
Peccato che esso si
fermi ad un capannone che subito dopo esplode.
Nel
frattempo Ran crede di aver rivisto Shinichi scappare
e scoppia in lacrime, ma poi Kazuha la tranquillizza.
Per
quanto riguarda Ayumi, la ragazza sta valutando
l’idea di dichiararsi a Conan; ma quando finalmente si era
decisa di andare
viene intercettata da Mitsuhiko e Genta. Questi, senza accettare le
lamentele
decidono di seguirla e andare insieme a casa Mouri.
Così
i DB arrivano quando Ran e Kazuha sono uscite e pure
Okita si sta mettendo il giubbotto.
Lì
il gruppo incomincia a far conoscenza con Okita; ma
Mitsuhiko è costretto a scappare per aiutare nelle indagini.
Hajime
e Ayumi incominciano a parlare. Il ragazzo le
racconta di averla conosciuta 12 anni fa e da lì parte una
discussione.
Poi
Ayumi viene a sapere che Conan è fidanzato con
un’altra.
Genta
cerca di consolarlo ma lei stufa lo fa andare via.
Successivamente
Okita riesce a calmarla donandole che gli
aveva dato lei 12 anni prima.
Nel
frattempo Conan, Mitsuhiko e Hattori sono entrati nel
capannone e hanno scoperto il cadavere di un uomo imploso: Yukio
Ayashiro.
Poi,
nel bel mezzo dell’investigazione Ai chiede a Conan
di venire con lei perché ha da dirgli una cosa importante.
Nel
frattempo c’è un’altra esplosione.
A
casa Agasa poi si svolge lo storico discorso Conan-Ai
in cui lei gli dice di essere se stesso e cercare di non ferire
ulteriormente
Ran.
Quando
Heiji smette di indagare, si disfa velocemente di
Mitsuhiko (che doveva andare a fare i compiti da Genta) e va a casa
Agasa.
Lì
Hattori, Haibara e Conan discutono sul caso e dividono
gli incarichi.
ECCO PER FINIRE UNA PICCOLA Immagine DI RIEPILOGO :)
Cambiamenti
«Bene,
per oggi abbiamo finito» Una voce frustrata, emise un
sospiro di sollievo accasciandosi sulla sedia girevole. Non credeva che
fare i
compiti di matematica con Genta fosse così faticoso.
«Finalmente!
Quelle espressioni sembravano non voler finire…»
borbottò Kojima portandosi la mano alla testa, cercando di
placare l’emicrania «Senti…
che ne dici di andare un po’ fuori, ho bisogno di
staccare»
«Questa
sì che è un ottima idea! Potremo chiamare anche
Ayumi-chan, che ne dici?» chiese sorridendo Mitsuhiko.
Ma,
inaspettatamente, l’amico si rabbuiò, e con un
lieve
movimento, fece cenno di no.
«Non
credo che Ayumi gradirebbe la mia presenza…»
“La ragazza
si accorse che Genta aveva appena finito
di sfogarsi, e si stava dirigendo con passo calmo verso di lei,
sperando
probabilmente di riuscire a tranquillizzarla.
Ayumi, sorpresa ma
allo stesso tempo stufa, si chiese
quando Kojima avrebbe imparato a non vederla come un cucciolo indifeso,
o
peggio, un pupazzetto da difendere e strapazzare.
La aveva seguita e
tormentata finora, diamine!
Veramente credeva di
poterla aiutare?
Lui che per tutta la
giornata non aveva fatto altro
che darle grattacapi?
Era
l’ultima persona che voleva accanto in un momento
delicato come quello.
Appena il ragazzo
provò ad appoggiarle una mano sulla
spalla lei si scostò, ringhiando una serie di borbottii
sconnessi di
disapprovazione.
«VAI
VIA!» poi proclamò, il tono autoritario e potente
non permetteva repliche.
«Ma
Ayumi…»
«Ti ho
detto di andare via! La vuoi
smettere di starmi appiccicato!? Ne ho piene le tasche di averti come
ombra,
SMAMMA!» urlò in preda ad un attacco
d’ira, senza pensare minimamente alle
parole dette.
La ragazza non
udì risposta: doveva aver colpito nel
segno con quelle parole.
Era da un sacco che
desiderava stare da sola. E forse ora si sarebbe riuscita.
«Oh…»
lo sguardo di
Genta da raggiante era appena diventato smorto e triste.
«Se
è quello che
desideri, mi toglierò dalla tua vita per sempre, Ayumi»
esordì, il viso dominato da
un’espressione sconvolta e quasi assente.”
«Ayumi-chan
ha detto che
non vuole più avere a che fare con me…»
borbottò amareggiato.
«Su,
Genta» esordì preoccupato
l’amico «Ayumi-chan non è il tipo da
tenere il muso a lungo, sono sicuro che
non dicesse sul serio»
«Lo
spero…»
«A
proposito… puoi dirmi
cosa diavolo è successo?? Quando sono andato via sembravate
così allegri…»
Kojima si
rabbuiò più di
quanto avesse già fatto. Poi, dopo aver stretto i pugni,
sentenziò: «Parlando
Okita e Ayumi hanno incominciato a discutere sulla loro situazione
sentimentale, e A-Ayumi-chan…»
«Ayumi-chan?»
chiese
Mitsuhiko particolarmente interessato di sapere quel particolare
aspetto
dell’amica d’infanzia.
«…Ayumi-chan
mi ha
allontanato e ha confessato nell’orecchio di Okita il nome
della persona che le
piace! »
«Oh…»
borbottò Tsuburaya
deluso che anche questa volta, si sarebbe dovuto rassegnare.
«Poi Okita
le ha detto
che l’impiastro era fidanzato e lei ha incominciato a
piangere… E quando ha
finito se ne è andato come nulla fosse! Come può
calpestare così i sentimenti
di Ayumi-chan! Quell’essere… E
poi
vorrei sapere chi è l’impiastro che ha preferito
un’altra ragazza ad Ayumi! No,
adesso sto incominciando a parlare come lui…Mh…
Al diavolo perché doveva
accadere una cosa simile!! Tutta colpa di quel decerebrato di un
Okita!»
Il ragazzo
continuò con
gli insulti, passando dalle più leggere offese alle
imprecazioni.
Mitsuhiko invece,
sgranò
gli occhi, assumendo una faccia stupita e abbastanza rassegnata:
«Genta-kun,
poco prima, quando Okita ci ha aperto la porta si è riferito
ad Heiji con il
termine ragazzo di colore, ma ti
ricordi come ha chiamato Conan!? »
Anche Kojima
sgranò gli
occhi, senza ormai più sapere cosa pensare:
«I-Impiastro…»
«Credo che
tu sappia
bene cosa voglia dire…»
«Ma…
Come ha potuto!? E
poi Conan è single!» rispose con
ovvietà l’amico, senza nascondere però
il suo
scetticismo.
«Deve
essere riuscito a
nascondere la cosa agli altri…» rispose
l’altro preoccupato «Ma io, detective
Mitsuhiko, e il mio fido assistente Genta scopriremo la
verità! »
«Ehi! Chi
sarebbe
l’assistente!? »
Mitsuhiko si
raggomitolò
pronto a ricevere un po’ di botte da Genta.
Uno…
Due…
Tre…
Ma
quanto tempo ci sta mettendo!?
Dopo essersi fatto un
po’ di coraggio, il ragazzo alzò lo sguardo, e
sorpreso si accorse che l’amico
era rimasto lì, immobile davanti a lui, con una faccia
più che scioccata.
«Genta-kun…?
»
«M-Mitsuhiko,
di ricordi
cosa è successo oggi dopo pranzo? Io, te ed Ayumi stavamo
camminando quando tu…»
«Io…»
«Allora,
secondo te Conan ci sarà, o come sempre starà
indagando per qualche caso…» borbottò
Genta stufo. Sin dal primo giorno in cui
avevano deciso di sciogliere la squadra dei giovani detective gli era
mancato
ricevere ringraziamenti dalla polizia, e il vedere il faccino di Conan
sui
giornali come “il miglior detective di tutti i
tempi” lo faceva imbestialire.
«Non credo,
altrimenti mi avrebbero chiamato per
analizzare le prove» confessò Mitsuhiko
soddisfatto. Era bello avere qualcosa
in cui primeggiare, senza avere ragazzini occhialuti davanti,
s’intende.
«Ma cosa
dici! Lo so che sei una palla al piede per la
polizia scientifica! È inutile che fingi!»
spiegò Ayumi ridendo. Parlare con i
suoi amici da sempre l’aveva rilassata, anche se avrebbe
preferito di gran
lunga essere sola.
«Non
è vero! Anzi, pensa che l’agente Nikaido mi ha
detto che sono stato di vitale importanza per
l’indagine!» ribatté il ragazzo
irritato.
«Mh…»
Genta stava per dire qualcosa «Secondo me gli
facevi pena…»
«Come
scusa!?» Mitsuhiko si avvicinò a Genta
tutt’altro che benevolo, ma venne bloccato da Ayumi.
A questo punto,
impossibilitato a muoversi, incominciò
a divincolare le braccia come un pazzo, cercando di colpire Genta; ma
suo
malgrado, travolse una passante.
Proprio per questo si
fermò, e preoccupato, si girò
per vedere chi fosse.
«Mi
dispiace, sta bene?» chiese incominciando a fare
una serie di inchini per scusarsi.
«Sì…non
si preoccupi…» rispose questa alzandosi in
piedi.
Ma bastarono pochi
secondi per far capire ai due di
conoscersi.
«Mitsuhiko!?
»
«Haibara!?»
«Oh, ciao
Ai!» salutò amichevolmente Ayumi.
«Noi stiamo
andando a casa di Conan, tu… vuoi venire?»
chiese Mitsuhiko impacciatamente arrossendo a dismisura.
«No,
grazie… ora torno a casa, sono appena andata via
dall’agenzia investigativa, non mi va di ritornarci. Ora, se
non vi dispiace,
devo andare» proclamò con freddezza mentre
s’incamminava dalla parte opposta.
Mitsuhiko
sgranò di nuovo gli occhi, e assunse una espressione mista
tra l’arrabbiato e
l’imbarazzato: «Aspetta non dirmi che Conan
…. E Ai…» il ragazzo batté
un pugno
sul tavolino, ignorando il dolore provocatosi «N-Non ci
credo, cioè, n-non può,
n-no… NON E’ POSSIBILE NON LO ACCETTO! »
«Mitsuhiko,
calmati! »
Ma
ormai il ragazzo non ascoltava più l’amico. Al
diavolo le buone maniere, quelle
erano troppe informazioni in una volta, e per giunta di dubbio gusto.
Lui
che era stato così occupato a scegliere quale delle sue due
amiche d’infanzia
effettivamente preferisse non si era reso nemmeno conto che entrambe
gli erano
già state portate via da Conan.
Sì,
da Conan. Quel bambino con gli occhiali che veniva sempre elogiato per
la sua
intelligenza e il suo straordinario acume. Tra tutti, lui spiccava
sempre più
di qualunque altro.
E a te cosa restava
Mitsuhiko? Almeno lo hai ricevuto il premio di consolazione??
Qualunque
cosa facesse, qualunque cosa dicesse, il bambino che veniva veramente
apprezzato era Conan.
A
tutti piaceva Conan.
Tutti
avevano bisogno di Conan.
Cosa speravi
Mitsuhiko?
Sapevi benissimo che i tuoi sentimenti per Ayumi e Haibara non
sarebbero mai
stati ricambiati…
«Mitsuhiko,
mi senti? »
La
voce preoccupata di Genta fece uscire dal quel mare di pensieri il
ragazzo, che
con un mugolio fece cenno di sì.
Era
brutto saper di avere a che fare con qualcuno di nettamente superiore e
non
poter fare niente al riguardo.
In
effetti, guardandola da questo punto di vista, sia Haibara che Ayumi
avevano
avuto buon gusto.
La
faccia del ragazzo si contorse in una strana morsa di tristezza, e un
sentimento oscuro si fece largo nel suo cuore: la gelosia.
Se
Conan non si fosse mai trasferito nella tua stessa
scuola a quest’ora tutto sarebbe diverso…
Mitsuhiko
trasalì, e, senza pensarci, si tirò un pugno in
faccia.
Stupido,
idiota, testa bacata.
Sul
serio aveva anche lontanamente pensato queste cose??
Dopotutto
Conan era un suo caro amico, e se davvero avesse voluto bene ad Ayumi e
ad
Haibara non avrebbe dovuto neanche farsi sfiorare da pensieri del
genere.
Era
stato un demente a perdersi in quegli stupidi pensieri: qualunque cosa
fosse
accaduta, la felicità delle sue amiche d’infanzia
era prima di tutto.
E
ora una di queste aveva bisogno di essere consolata.
Con
uno scatto si alzò, e con sguardo d’intesa
guardò Genta, che, non capendo più
niente di quello che passasse per la testa del ragazzo, rimase
piuttosto
stranito.
Sul
serio aveva un amico così lunatico??
«Genta,
dimentica la tua lite con Ayumi-chan. Se veramente le vuoi bene quando
lei ha
bisogno di te non devi pensare a queste sciocchezze. »
Il
ragazzo in questione annuì perplesso, chiedendosi da quando
in qua Mitsuhiko
fosse capace di simili discorsi.
Ma
ora questo non importava, niente importava.
Era
vero, quel pomeriggio, si era completamente scordato della parola
“priorità”.
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
«Sono
Heiji Hattori, investigatore privato. Desidero incontrare
l’ispettore Juzo Megure»
la voce impaziente e frustrata del detective di Osaka toglieva tutta la
formalità alla frase.
Improvvisamente,
la donna dall’altra parte dello sportello con uno scatto
fulmineo si scansò gli
occhiali e squadrò il ragazzo.
Il
suo sguardo serio e sprezzante toccava quasi il ridicolo, e i
lineamenti forti
e marcati che caratterizzavano il suo volto enfatizzavano ancora di
più la
cosa.
Hattori
si chiese se la signora in questione stesse scontando qualche ora di
volontariato per evitare il riformatorio, ma preferendo non interagire
più del
minimo necessario con quella irascibile vecchietta sorvolò
la questione.
«Il
signor Megure al momento è occupato. Per favore provi a
passare più tardi»
l’acidità con cui questa frase fu pronunciata
eliminò completamente quella
specie di forzatissima gentilezza che la donna era intenta a mostrare.
Di
questo passo non avrebbe incontrato Megure neanche a sera inoltrata.
«Devo
discutere con lui del caso di oggi. La mia non è una visita
di cortesia. »
«Lo
spero, sarebbe deprimente scoprire che solo perché la sua
faccia è comparsa in
qualche giornale e trasmissione televisiva lei si sia montato la testa
a tal
punto di credere di poter convocare agenti e ispettori a suo
piacimento. Lo sa,
odio proprio la gente come lei. E’ colpa vostra se questo
settore sta cadendo
in miseria. »
Sbaglio
o stava parlando dei delitti come se fosse un business??
E
soprattutto con “odio proprio la gente come lei”
cosa diavolo
intendeva??
«Ehm…
mi scusi. Devo proprio parlare con Juzo Megure. Entro sera. »
«Che
arroganza! Crede che l’intero dipartimento di polizia sia ai
vostri ordini per
caso?? Scenda dal piedistallo, cocco! »
Cocco.
Cocco. Cocco.
Cocco…
Ma
che razza di commessa si rivolge alle persone chiamandole
“cocco” !?
Haibara
aveva detto che dovevano ritrovarsi da Agasa entro tre ore. Ma non era
tanto
certo di farcela, ormai.
«Senta
signora, io vorrei soltanto…»
«Hattori!
Da quanto tempo! »
Una
voce interruppe la disputa dei due.
Il
ragazzo di Osaka si girò verso essa.
«Agente
Takaji! Mio salvatore!»
Non
ci fu da stupirsi che il ragazzo venne squadrato dal poliziotto.
«…Ad
ogni modo, ti serve qualcosa…? »
«S-Sì,
vorrei parlare con Megure.» il detective tentò di
trattenere la felicità di
poter finalmente ottenere ciò che voleva, ma tutto quello
che venne fuori dalla
sua bocca fu una frase pronunciata con un tono estremamente sforzato ed
altalenante.
«Hattori…
stai bene? »
«Certo,
certo!» rispose portandosi una mano alla nuca.
«Ok…
se lo dici tu…» mormorò piuttosto
scettico «Forza, vieni con me. »
Heiji
si avviò insieme al poliziotto per i corridoi che, oramai,
conosceva
praticamente a memoria.
^*^*^*^*^*^*^*^
«Ancora
cinque minuti e il gelato sarà pronto!»
All’agenzia investigativa “Kogoro Mouri
una voce particolarmente allegra proclamò queste parole.
«Ehm…
sicuro di saper preparare del gelato partendo da zero!? Senza offesa,
ma non mi
sembri un tipo tanto portato per questo genere di cose,
Hajime…»
«Certamente!
In fondo non deve essere così complicato se tutti quei
gelatai ci riescono… ah,
poi perché tutto ad un tratto mi chiami per cognome!? Ci
conosciamo da dodici
anni Ayu-chan! »
«…
AYU-CHAN!? Sembra
il soprannome di una
bambina dell’asilo! »
«Per
me infatti sarai sempre quella bambina dell’asilo spensierata
a cui devo tanto,
Ayu-chan» la risposta era venuta da sola, con un immediatezza
tale da sembrare
preparata.
Ma
la ragazza non ci diede peso, e piuttosto confusa, si
domandò due o tre
cosette.
Quindi
per Okita era come se lei una bambina dell’asilo…
Era
per questo che era stato così premuroso con lei...?
E
poi perché tutto ad un tratto parlava come se fosse suo
padre!?
«…In
ogni caso siamo pur sempre a casa di Ran, non possiamo usare
così latte e panna…»
esordì, cercando di cambiare discorso.
«Dai,
non credo che Ran-san si arrabbierà, in fondo ormai siamo
come una famiglia!»
rispose sorridendo «Io, Ayu-chan e anche Ran-san. Scommetto
che appena saprà
che noi due abbiamo mangiato del gelato fatto in casa ne
sarà entusiasta! E poi
da quanto ho sentito alle donne piacciano i ragazzi che sanno cucinare,
quindi
potrei guadagnare qualche punto in più con lei!»
Ayumi
rimase un attimo interdetta, a riflettere sulle parole appena dette dal
giovane.
“Ormai
siamo come una famiglia” Una frase a dir poco inusuale da
dire per un uomo
adulto dopo aver conosciuto due persone da qualche ora.
E
questa sua fissazione sul fare colpo su Ran!?
Da
quando aveva cominciato a preparare il gelato l’aveva
nominata parecchie volte,
e sempre in occasioni strane.
Ma
ancora non aveva capito quale fosse il suo legame con la sorella di
Conan.
Lui
diceva che la stava corteggiando, ma Ayumi non aveva capito cosa Okita
fosse
per la karateka.
Un
conoscente? Un amico? Un fidanzato?
No,
Ran non sembrava interessata ad un fidanzato.
Ma
forse si stava sbagliando, dopotutto.
In
ogni caso, se prima era quasi divertente, il suo nominare Ran ogni tre
per due
stava diventando inquietante. E parecchio anche.
«Okita-san?
»
«Finalmente
ti sei decisa a chiamarmi per nome, Ayu-chan! »
«Cosa
sei per Ran-neechan? »
Okita
sussultò alla domanda, e dopo un attimo
d’indecisione mormorò: «…Non
lo so.
Stamattina sembrava interessata a me, ma ora non ne sono più
sicuro. Beh,
qualunque cosa stia pensando, si ricrederà! »
Ayumi,
con un piccolo velo di amarezza, sorrise. Non essere certi di essere
ricambiati, anzi essere sicuri del contrario, ma non mollare.
Era
una cosa che lei non sarebbe mai stata capace di fare.
Improvvisamente,
sentirono le chiavi girare e la porta aprirsi.
Alla
vista di chi stava entrando, sia Okita che Ayumi sussultarono.
Ran e Kazuha.
«Ran-san!
Sto preparando il gelato, vuoi venire ad assaggiare?» Il
ragazzo col codino,
ridestatosi subito dalla sorpresa iniziale, chiese questo con
incredibile nonchalance.
Ran
sgranò gli occhi, e leggermente irritata,
borbottò qualcosa simile al “cosa
diavolo ci fate qui.
Era
una situazione al limite dell’ospitalità,
effettivamente.
Sia
Ayumi che Okita erano stati per più di un’ora in
quella casa, che non era
neanche loro, a chiacchierare amabilmente.
E
avevano fatto il gelato, per giunta.
«Okita-san,
non eri andato via prima…» chiese una Ran che,
tentando di mantenere la calma,
cercava di capire il motivo per cui un ragazzo di quasi
trent’anni e l’amica
d’infanzia di suo fratello erano in casa sua a cucinare.
Okita
tossì, e cercando di assumere uno sguardo deciso,
appoggiò il gomito sulla
spalla di Ayumi pronto per incominciare il suo monologo.
Era probabilmente
talmente tanto concentrato da non riuscire a notare lo sguardo stranito
di
Ayumi e quello spazientito di Ran.
«Mi
dispiace, mia cara Ran» La frase era stata pronunciata con
enfasi, quasi
teatrale a dirla tutta: «Ma quando un gentiluomo sente
suonare il campanello,
esso va ad aprire»
«E
sentiamo, chi era?» chiese Ran socchiudendo gli occhi.
«Beh
era Ayu-chan che voleva ved…»
«Ayu-che…?»
stavolta era Kazuha ad essersi intromessa.
Fu
allora che Okita perse la sua faccia da poker.
Come
aveva potuto chiamare Ayu-chan davanti alla sua Ran-san?
«Ecco…»
Kazuha
sospirò.
«Lasciamo
stare. Comunque cosa ci facevate voi due a casa di Ran? »
«Ehm…ve
lo stavo dicendo, no?» il discorso fu interrotto da una
risatina nervosa.
Ayu-cha…san voleva entrare per vedere l’impiastro
e poi… e poi…»
«Impiastro?
»
«N-No
ecco… io volevo dire che…»
Ormai
era ufficiale, Okita era andato completamente nel pallone.
Come
poteva spiegare una cosa del genere omettendo i fatti personali?
Come
poteva anche sperare di sembrare attraente e far colpo su Ran se non
riusciva
neanche a spiegare la situazione!?
Fu
allora che Ayumi mise una mano sulla spalla di Okita, e con sguardo
comprensivo
che sembrava dire “non ti preoccupare, ci penso io”
cominciò il discorso.
«Sono
venuta per cercare Conan, ma questo non c’era.
Così Okita mi ha fatto entrare.
Poi abbiamo cominciato a parlare…» ci fu un attimo
di silenzio «…del mio gatto
e mi sono ricordata che stamattina era scappato» la ragazza
finse uno sguardo
triste, che però, essendo troppo sforzato, sembrava quasi
un’espressione
disgustata.
Non va bene Ayumi,
impegnati di più…
«Okita
mi ha consolato, e mi ha spiegato che ho degli amici su cui mi posso
affidare,
e quel gatto non mi avrebbe mai lasciato sola, e se anche per qualche
ragione
potrebbe diventare il gatto di un altro padrone non si
dimenticherà di me»
improvvisamente la ragazza assunse un’espressione triste:
«Certo, io ho sempre
voluto essere io la padrona di quel gatto ma…»
Ayumi
stava per perdere il controllo. No, non se lo poteva proprio
permettere;
strinse i pugni, e giurando a se stessa di non crollare,
continuò: «Ran-neechan,
so che può non sembrare, ma Okita è un ragazzo
molto dolce, e s’impegna molto
per quello a cui tiene. Davvero, non so cosa sarebbe successo se non ci
fosse
stato lui. Non so quello che tu pensi di lui, ma per
favore…mhmhmh!»
La
bocca di Ayumi fu prontamente tappata da Okita che, leggermente rosso
in volto,
fece segno di zittirsi.
«Ahahah,
molto divertente, Ayu-chaehm Ayumi-sama… no che sto dicendo
Ayumi-san, assolutamente
Ayumi-san ma io non sono così
cioè…» Hajime, completamente rosso in
volto
balbettò: «Al diavolo, Ran mangia quel benedetto
gelato e…»
Ran,
che aveva assistito alla scena, rimase interdetta. Ma che razza di
persona era
Okita!? In una giornata lo aveva visto cambiare radicalmente modo di
fare
svariate volte. Si era passati dalla versione simpatica alla versione
playboy,
fino ad arrivare alla versione “insultiamo tutti a destra e
manca” che aveva
mostrato ad Ai e Conan.
E
poi… questo. Ran non sapeva bene come descriverlo. Sembrava
un ragazzino timido
alle prese con la sua prima cotta.
La
karateka era certa di non aver conosciuto una persona più
incoerente di lui, e
ancora non riusciva ad inquadrare quel ragazzo.
Lo
aveva conosciuto quella mattina, sapeva poco e nulla di lui, e questo
era un
fatto di cui ne era al corrente solo da pochi minuti.
Improvvisamente,
la porta di casa si aprì; alla vista del ragazzo sulla
soglia di casa, Ran
sussultò: <<
Conan? »
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
Poco
prima
Dopo
aver salutato Heiji, il detective dell’Est sorrise
soddisfatto.
«Perfetto,
secondo il tablet Ran dovrebbe essere a casa»
Ai
gli aveva dato il compito di tenere d’occhio Ran, e quella
sarebbe stata una buona
occasione per chiarirsi una volta per tutte.
La
sua vita, che era rimasta praticamente immutata in quegli ultimi dieci
anni,
stava prendendo una svolta epocale.
Certo,
se fosse stato per lui avrebbe preferito che tutto fosse rimasto
com’era, ma
sapeva che non era giusto nei confronti di Ran. Un ragazzino del liceo
non può
colmare il vuoto presente nel cuore della karateka.
L’aveva
vista piangere e disperare, e ancora, nonostante tutti gli sforzi fatti
dal
detective, vedeva che tutto era vano.
Lei aveva bisogno di affetto, affetto che Conan, il
bambino occhialuto,
non poteva dargli.
Il
ragazzo strinse i pugni, cercando di contenere la sensazione di
impotenza che
gli scorreva nelle vene.
Il
tempo passava, e Shinichi era scomparso da tempo dalla vita di Ran.
Lei
aveva tutto il diritto di trovarsi qualcuno ma…
Sentiva
che quello che stava succedendo non era giusto.
Okita.
Quel ragazzo, da qualunque lato la si guardasse, non era una persona
degna di
Ran.
Conan,
che nel bene e nel male aveva provato a starle accanto non poteva
tollerare che
un ragazzo del genere gli rubasse la sua tanto amata amica
d’infanzia.
Ma
Conan non poteva opporsi.
Improvvisamente,
un ricordo lampò nella mente del detective.
Riguardava
la discussione che aveva avuto con Ai poco tempo prima.
«Tsk…
Mi stai chiedendo cosa è successo a quel liceale sicuro di
sé che tu conobbi??»
chiese poi lievemente amareggiato «Semplice: è
morto in quell’incidente. La
fiamma di Shinichi Kudo è spenta ormai da un pezzo.
Quella di Conan
Edogawa l’ha sostituita…»
Il
viso
del detective si contorse in una strana espressione tra
l’arrabbiato e il
triste mentre il resto del corpo si adagiava sul divano, inerme
«…Ė inutile…»
borbottò con un filo di voce «è inutile
continuare a credere di essere Shinichi
Kudo, è completamente inutile… io ormai non ho
più niente di Shinichi, nulla…»
«Stupido.
»
«Cosa?
»
«Sei
uno stupido, Kudo»
«Ti
ho
detto di chiamarmi Conan, e poi non ripronunciare mai quel
no-»
«Basta.
Faresti meglio ad ascoltarmi, Kudo. Non pensavo che tu fossi veramente
capace
di annegare così bene in un bicchier d’acqua. Chi
sei tu? Non sarebbe del tutto
corretto definirti Conan Edogawa, tantomeno Shinichi Kudo. In questo
momento il
nome ideale per te sarebbe Idiota. In ogni caso tu sei semplicemente te
stesso.
Che importanza ha se gli altri ti chiamano Shinichi o Conan!? Tu devi
semplicemente comportarti come credi equilibrando le tue scelte, non
stilare un
grafico con la tua percentuale di
“Kudità” …! »
Al
ricordo di quelle parole l’investigatore sorrise:
«E’ vero, Conan non ha parola
in merito, tantomeno Shinichi, ma io sì»
borbottò.
Avrebbe
potuto sbagliare, e lo sapeva.
Avrebbe
potuto rovinare tutto, e questo era ancora più chiaro.
Ma
ora, in tutto quel caos generale, sentiva che almeno una cosa andava
chiarita.
Il
ragazzo, non Conan, non Shinichi, ma semplicemente se stesso,
aprì la porta di
casa Mouri.
Era
giunto il momento di venire a capo dell’enigma più
difficile di tutta la sua
vita.
«Ran»
^*^*^*^^*^*^*^*^*
«Conan?
»
In
quella stanza ci fu silenzio. Ayumi abbassò lo sguardo, e
Okita in risposta le
accarezzò la testa. Kazuha guardava Ran preoccupata, mentre
quest’ultima
guardava l’investigatore esitante.
L’ultima
volta che lo aveva visto, a pranzo, lo aveva scambiato per Shinichi e
nella sua
mente erano affiorati brutti ricordi.
Ma
ora grazie a Kazuha Ran aveva capito che era stata una stupida a
demoralizzarsi
tanto, perché un po’ del suo tanto amato amico
d’infanzia sarebbe rimasto
sempre con lei.
Ora
doveva guardare avanti, e pensare al futuro.
Con
uno scatto, si alzò in piedi, e si diresse verso il
fratellino.
«Conan…»
borbottò avvicinandosi.
«Ran»
i suoi occhi, blu come l’oceano, la guardavano fissa senza
accennare la benché
minima esitazione, ma era chiaro il tormento che li stravolgeva.
Uno
sguardo profondo, indomito, che sembrava poter conquistare il mondo.
Uno
sguardo potente che il suo fratellino aveva avuto sin dalla
più tenera età, uno
sguardo che negli ultimi tempi era stato per lei impossibile da
affrontare.
Ma
ora, anche a costo di piangere, di far riaffiorare brutti ricordi, di
essere
presa dal desiderio di baciare quello che fino a prova contraria
è il suo
fratellino, doveva saperlo reggere.
La
karateka guardò Conan: il ragazzo allora strinse i pugni, e
fu allora che per
un attimo, per un veloce singolo attimo, si distinse un velo di
insicurezza e
paura nei suoi occhi. La karateka sussultò.
«Ti
devo parlare, vieni con me»
Ran
annuì, avviandosi insieme a Conan fuori da quella agenzia
investigativa che era
stata centro dei suoi tormenti degli ultimi tempi.
«Allora…
Di cosa volevi parlarmi?» chiese la karateka esitante.
Fu
allora che il detective sospirò, e rivolgendole uno sguardo
gentile, sorrise.
Alla
vista di quell’espressione, la karateka avvampò
inconsciamente, pensando che
sì, Conan era davvero cresciuto bene.
«Ran…
ti ricordi per caso da quanto tempo ci conosciamo?»
«Da
dieci anni e tre mesi, tra una settimana quattro»
Un
silenzio imbarazzante avvolse i due.
Conan
guardava la ragazza non poco stupito, e questa non sapeva proprio come
replicare.
Aveva
risposto istantaneamente, come se fosse stata la più banale
delle domande, ma
forse lo era veramente.
In
fondo la karateka non avrebbe mai dimenticato quel giorno ormai lontano
in cui
a casa del dottor Agasa aveva trovato quel bambino un po’
saputello che diceva
di chiamarsi come due scrittori.
In
quel momento Ran era probabilmente troppo persa nei troppi ricordi per
notare
il velo di tristezza nel fratellino alla risposta dieci anni.
Già, perché in
realtà si conoscevano da ben più tempo, ma
ciò ora non era importante.
Fatto
sta che dopo un po’ d’imbarazzo, la ragazza si
schiarì la voce e sentenziò,
convinta: «Vai avanti»
«Dieci
anni fa sono piombato nella tua vita. Mi dispiace di essere stato un
peso certe
volte, ma non è questo ciò che voglio
dirti» Il ragazzo prese un respiro
profondo «Grazie. Grazie per avermi accolto. Grazie per
avermi salvato. Grazie
per esserti presa cura di me. Grazie per…»
«Fermo»
Ran, inizialmente guardandolo con meraviglia, poi con stupore, poi con
un velo
di rimorso mormorò questa unica parola tutta d’un
fiato.
Conan
la stava… ringraziando?
Il
suo fratellino orgoglioso, che si comportava da adulto e voleva fare
l’indipendente
da quando aveva sette anni!?
E
poi… si può sapere per cosa la stava ringraziando?
«Cosa
stai facendo?? Non capisci quanto questa cosa non abbia senso!? Sono io
quella
a essere stata salvata!!!» Ran si tappò la bocca,
arrossendo lievemente.
Praticamente, le parole si erano dette da sole, usando lei come
tramite. Ma
sentiva che non sarebbe stata capace di fermarle ora.
«Nel
momento del bisogno, tu ci sei sempre stato. Nei momenti tristi eri
accanto a
me, ma io continuavo lo stesso a frignare. E poi cosa fai, mi
ringrazi?? Non
capisci che io non ho mai fatto niente per te e invece
tu…» La karateka prese
fiato e continuò «Anche stamattina! Ti ho solo
complicato la vita lasciandomi
andare baciandoti! E poi fai questi discorsi… Sono solo un
peso per te…»
«No.»
Il detective ribatté fermamente «Non sei mai stata
un peso per me, Ran»
La
karateka sentì una mano sui capelli. Una mano ferma e
gentile, che però trasmetteva
sicurezza. Si lasciò cullare dai delicati movimenti, che, a
lungo andare, la
stavano ipnotizzando.
Stupida, drogata di
Conan, Stupida, ha dieci anni meno di te e ti considera la sua
Onee-chan, non
hai speranza, stupida…
In
quel momento per lei magico, come se il tempo si fosse fermato, neanche
la sua
vocina interiore poteva disturbarla.
Ma,
purtroppo, il ragazzo tolse la mano dai suoi capelli. Lei lo
guardò,
interdetta, ma questo si avvicinò e le rivolse un grande
sorriso, subito prima
di abbracciarla. Fu allora che nell’orecchio la karateka
avverti un suono, o
ancora meglio una frase;
«Ti
amo Ran»
Grazie di esistere.
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
«Yukio
Ayashiro… Yukio Ayashiro… POSSIBILE CHE TUTTA LA
POPOLAZIONE GIAPPONESE SIA SUA
OMONIMA!?» Una voce, piuttosto tendente
all’adirato, sentenziò aspramente ciò a
casa Agasa.
Era
veramente così difficile, trovare il profilo di una persona
su Internet???
La
ragazza sbuffò, scostandosi una ciocca di capelli ramati dal
viso.
Se
lo sarebbe dovuta aspettare, in fondo.
Ma
essa non aveva intenzione di mollare così presto: anche se
quella non era e
probabilmente non sarebbe mai stata la sua specialità
sentiva di poter essere
da aiuto.
Doveva
essere d’aiuto.
Ai
sbadigliò e, mentre controllava l’ennesimo sito,
incominciò a sorseggiare distrattamente
una tazza di tè.
Mentre
annotava l’ennesimo fallimento, si accorse di non aver
visitato ancora tutte le
pagine presenti. Ce n’era una, rimasta inosservata fino ad
allora, che
richiamava particolarmente la sua attenzione.
Era
scritta in inglese.
La
scienziata diede uno sguardo veloce alla pagina.
Bingo.
Senza
farselo dire due volte, aprì il blocco appunti e
salvò l’URL della pagina.
Un
sorriso soddisfatto comparì sul volto della ragazza che non
faceva altro che
digitare e digitare, avida di informazioni.
Finalmente,
ora aveva una traccia da seguire, e che traccia!
«Crash!!
»
Improvvisamente,
un rumore proveniente dal piano di sopra attirò
irrimediabilmente l’attenzione
di Ai.
…
C-Cos’era??
Agasa
era partito per un'altra mostra di videogiochi fuori città e
non sarebbe
tornato fino al giorno dopo, non poteva essere lui.
Spaventata,
intimò a se stessa di calmarsi.
Non
c’è bisogno di
preoccuparsi.
E’
solo un normalissimo rumore.
Sarà stata
una persiana
lasciata aperta o sarà caduto qualcosa.
Non
c’è bisogno di
preoccuparsi.
La
ragazza, recuperando del coraggio che lei stessa non pensava di avere,
afferrò
una scopa e decise di andare a vedere cos’era successo.
Se ti tranquillizza
avere
in mano un attrezzo per pulire,
Lasciatelo dire,
Sei davvero messa
male, Shiho.
Allora la ragazza si
alzo in piedi, ma prima che potesse fare qualcosa
sentì qualcuno premerle con forza un panno sulle vie aeree.
Quindi la ragazza
provò a divincolarsi, ma quel qualcuno era davvero forte,
e i suoi pensieri sempre più offuscati.
Allora la
ragazza… la ragazza decise di…
E allora la ragazza
svenne.
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
grazie a chi ha messo la mia storia tra le preferite: | zumi_chin | SiMoNe GrAnGer | _AnnairA_ |
grazie a chi ha messo la mia storia tra le seguite: | brenda the best | Kyem13_7_3 | sweet_el_0812 |
Grazie a chi ha recensito: | SiMoNe GrAnGer | shinichi e ran amore | kokka1110 |
_fantasie_ | Zanexd22 | martini02 | Conan Kid |
Davvero... sumimasen... scusate tanto >_<