18/08/2016
1 recensioniCAPITOLO 1
Finn Mertens era un bambino come tanti altri, un po' esuberante, ma chi non lo sarebbe alla sua età? Finn era un marmocchio di una famiglia semplice, di provincia, amabile e possedeva la classica vita americana con tanto di cane da guardia: Jake. Ma la sua vita cambiò quando guardando il suo cartone preferito (Ben 10), il programma fu interrotto da un comunicato del governo: "Cittadini americani, la nostra sicurezza è messa a rischio. Prendete le cose indispensabili e rifugiatevi nei bunker, i militari e le autorità faranno il possibile per proteggervi", era la terza volta in 2 mesi che il piccolo Finn si ritrovava a scegliere il giocattolo più importante da portare con sé e questa volta scelse una spada, di quelle che si illuminano. Da grande avrebbe voluto essere come Ben Tennison e proteggere le persone, la mamma gli diceva sempre che era sicura che un giorno ci sarebbe riuscito davvero. Ma in quel momento poteva solo seguire i suoi genitori al bunker costruito in previdenza di una bomba nucleare, e proprio mentre stavano scendendo nel sottosuolo arrivò la prima bomba. Il panico si diffuse a macchia d'olio e Finn si ritrovò da solo con Jake che continuando ad abbaiare lo guidò alla stanza comune ove erano già a centinaia, successivamente arrivò la seconda bomba sta volta più lontana. In quel tempo gli anni, le date e le ore non avevano importanza e la tecnologia militare si era evoluta a tal punto da creare bombe capaci di spazzare via uno stato intero come l’America o metà Europa. La terra aveva perso quel briciolo di umanità, la terza guerra mondiale era all’apice della sua distruzione, o almeno così si credeva. L’allarme bomba era passato, ma il pargolo continuava a non trovare i suoi mamma e papà, così fece come gli avevano sempre detto, andò da uno di quegli uomini verdi con il casco e disse semplicemente “scusi signore, mi sono perso…” e l’uomo verde rispose “tranquillo, vieni con me” accompagnandolo con un sorriso verso poco non svennero. Tornati tutti a casa cenarono come una qualunque serata. Passarono vari giorni da quell’episodio e ci volle poco per un ulteriore comunicato del governo, stavolta del presidente, molto più preoccupante ove i telegiornali erano stati molto vaghi al riguardo:“Salve, come immagino tutti sappiate sono George Smith, ora so che è una situazione difficile, e per questo dobbiamo essere uniti come paese e come persone. Ho una comunicazione sconvolgente e molto cruda da fare a tutti voi. Sarò breve, la Russia non esiste più, come anche parte dell’Europa, al loro posto c’è solo…un gigantesco cratere, e purtroppo le radiazioni arriveranno in tutto il mondo. In questo momento di disagio dobbiamo essere uniti e fare fronte comune. E questo è tutto. Dio Benedica L’America”
La fine, del mondo che conoscevano era vicina, e mancavano poche ore alla morte..