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Autore: Becky2000GD    18/08/2016    0 recensioni
Quando Johnny Christ si trasferisce nella sua nuova casa decide di dare una festa per inaugurarla ma, proprio mentre i ragazzi si divertono e si godono la serata, qualcuno sparisce misteriosamente. Le cose assumono un tragico risvolto già dalla mattina successiva, quando con grande stupore di tutti viene rinvenuto un cadavere ...
-PRECEDENTEMENTE PUBBLICATA SU WATTPAD-
Genere: Horror, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Johnny Christ, Nuovo personaggio, The Rev, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Calisto's P.O.V.

 

 

La mattina: magico frangente che ricopre l'intrigante lasso di tempo che va da quando il sole risorge timidamente sul mondo, al momento in cui si ritrova già alto nel cielo a toccare quello che, da quaggiù, ci dà l'idea d'essere il punto più alto che quel ammasso di energia liquida possa raggiungere.

Sembra il perfetto istante della giornata in cui riposare.

Al diavolo chi sostiene che la notte sia fatta per dormire! Le ore di buio sono proprietà privata delle menti dei più celebri intellettuali conosciuti al mondo, e culla delle idee più stravaganti e congeniali ai bisogni della cultura occidentale odierna. In poche parole, Signori miei, il cosiddetto periodo "notturno" andrebbe tutelato e dichiarato Patrimonio dell'UNESCO, e con ragion di causa!

Perché, riflettiamoci attentamente, dove sarebbe ora l'umanità se i più famosi letterati, artisti e scienziati a noi pervenuti non avessero sacrificato le loro preziose ore di sonno per impegnarsi, immersi nel rassicurante silenzio notturno, a trovare le più logiche risposte ai quesiti più comuni e dirompenti delle loro epoche?

E ora soprattutto vorrei invitare tutti coloro che mi stiano leggendo a pensare a quanto, in secondo luogo, sia assurdo che queste grandi menti non abbiano neanche mai potuto trovare ristoro nel caldo abbraccio delle ore antimeridiane, solo perché la convenzione sociale ha pressoché da sempre imposto che bisognasse svegliarsi presto ogni mattina, nel tentativo di sfruttare al meglio ogni raggio di sole che la giornata offriva.

 

 

 

 

Con un entusiasmo che mi è totalmente estraneo a questo giovane orario, scrivo le poche righe che mi saltano in mente annotandole sul mio adorato quaderno rivestito di stoffa. Lo so, i pizzi e i cuori ricamati s'addicono senza ombra di dubbio molto di più ai grembiuli usati dalle nonne in cucina piuttosto che ai carnet di una "scrittrice esordiente" di quasi ventitré anni, ma la verità è che ci sono cose che ritengo ancora oggi irrinunciabili.

La mano si muove quasi convulsamente lungo la pagina, viaggiando da un'estremità all'altra ad una velocità facilmente definibile assurda.

È mio dovere non lasciarmi sfuggire neanche l'ombra di una buona idea. Scartare ciò che è inutile in un secondo momento ha certamente più senso che stare qui ora a perdere di vista le poche creazioni vagamente interessanti che, raramente, la mia stanca mente è ancora in grado di partorire.

-Capisco che la tua inoppugnabile eterosessualità ti faccia parere insensata e pesante ogni mia storiella sulla notte appena trascorsa, ma che cazzo Cali, potresti almeno fare finta di ascoltarmi!

Sento James sbuffare infastidito di fronte all'evidente realtà: siamo entrambi consci del fatto che non lo sto minimamente seguendo nei suoi deliranti e fin troppo dettagliati racconti legati all'ultimo rapporto sessuale che ha consumato.

Comunque, nel momento in cui mi urla addosso quella frase attirando praticamente su di noi l'attenzione di tutti i mattinieri radunatisi in questo locale per la consueta colazione, mi rendo conto di come con il passare del tempo il mio nome di battesimo abbia perso il privilegio d'essere pronunciato per intero. Infatti, da Calisto mi ritrovo ad essere chiamata sempre più frequentemente con l'informale appellativo di Cali, per via del quale i più sono portati erroneamente a credere io mi risponda al nome di California.

Dalle ninfe della mitologia greca alle superbe e dispotiche regine dei romanzi cinquecenteschi- il nome dello stato deriva da Calafia, dal romanzo di G. Rodrìguez De Montalvo -c'è non poca differenza, e questa confusione che si crea con il mio vero nome per via di uno stupido diminutivo non potrebbe tediarmi di più!

-Piantala di scrivere paroloni come tuo solito in quel fottuto libro e torna sulla Terra per cinque minuti!

Con il suo abituale linguaggio scurrile e l'irrinunciabile sorriso provocatorio ad arricciargli le labbra, il mio caro amico mi strappa di mano il quaderno e incomincia a leggere frettolosamente i miei appunti per l'inizio del nuovo saggio che devo scrivere.

-Quella roba mi serve per il corso di scrittura creativa! Hey Sullivan, ridammi tutto immediatamente o qui finirà molto male!

-Uuh, davvero spaventosa la ragazzina! Il porcospino ha drizzato gli aculei!

Inutile dirlo, tutti gli altri clienti ci stanno fissando e non sembrano per niente al mondo intenzionati a tornare a rivolgere lo sguardo ai loro piatti stracolmi di cibo.

L'uomo seduto davanti a me non ci fa troppo caso abituato com'è alle luci della ribalta e fa scorrere velocemente gli occhi per tutta la pagina.

Mi sporgo sul tavolo con l'intento di riacciuffare dalle mani di Jimmy il tanto caro quaderno e, non appena ci riesco, stringo l'oggetto al petto come una bambina.

-Sono riuscito a leggere qualcosa, sai? Quando scrivi diventi un'altra persona! Scommetto che pensi anche in modo diverso. Lasciatelo dire, non ti si addice proprio quel linguaggio forbito. Non mi piaceresti neanche un po' se fossi sempre così noiosa nella vita reale, non ci sarebbe gusto!

Da dietro le lenti rettangolari degli occhiali il suo sguardo s'incatena al mio, ed è come l'impressione che sia abbastanza divertito. Resta stravaccato sul divanetto con ben poca classe e, giocherellando con il piercing sotto il labbro, resta silenziosamente ad aspettare una mia risposta.

Dannazione, perché quest'uomo ha sempre ragione su tutto? È vero, quando mi immergo nel mio mondo con una penna in mano non sono più io. Il mio alter ego si impossessa del mio corpo e della mia mente, lasciando spazio solo a frasi ben congeniate ma che, ahimè, nella vita pratica di tutti i giorni hanno ben poca utilità. Eppure è questo l'unico modo per guadagnarmi dei bei voti.

-Eh, che ci vuoi fare?! Mica tutti abbiamo le tasche piene di soldi come te e i tuoi amici. C'è chi deve impegnarsi fino a ritrovarsi con una personalità multipla pur di mantenere una borsa di studio e assicurarsi un futuro degno di questo nome ...

-Proprio perché non voglio che ti danni l'anima fino a questo punto mi sono più volte offerto di pagare io per i tuoi studi, ma tu ...

Ora, con aria di sufficienza, si fissa sulle proprie unghie ricoperte da un sottile strato di smalto nero, mentre come al solito sta per riaprire uno degli argomenti più spinosi che ci siano mai stati tra noi.

-Hey, sbaglio o prima mi hai dato del porcospino?

Lo interrompo così. Inclino leggermente la testa da un lato fissandolo con la bocca spalancata come se avesse commesso il peggiore peccato possibile.

Sì, ormai a causa della decontrazione quella gran intellettuale che ero riuscita a diventare poco fa è completamente svanita, facendo spazio al mio vero essere. Questa sono io. Una ragazza qualunque che sta solo provando con un stupido pretesto a cambiare discorso per impedire al suo ricco amico di pensare che, forse, avrebbe potuto fare di più per aiutarmi.

Perché la verità è proprio che non mi interessano i suoi soldi, non li voglio. Non ho nulla contro di lui o la sua gentilezza, però queste sono faccende personali. Sono abbastanza grande da sbrigarmela da sola e, intendiamoci, non sto peccando di presunzione. Voglio solo abituarmi a non fare affidamento su gli altri perché, purtroppo, arriva un momento in cui ci si trova senza nessuno intorno e con le spalle al muro. Voglio essere pronta per quando succederà, dovrò sapere come comportarmi.

-Sì, ma non volevo paragonarti ad un enorme istrice. Pensavo di più ad un piccolo riccio quando l'ho detto ... quegli animaletti carini che da ragazzino mi divertivo tanto a catturare.

-Sempre di roditori si parla.

Rispondo io prontamente, fingendomi assai ferita dal confronto da lui ideato.

Lo guardo scettica e lo squadro attentamente, storcendo il labbro inferiore.

-Dovresti pensare meglio prima di aprire la bocca, soppesare le parole quantomeno ...

Rincaro la dose, sperando di far nascere nel mio amico anche solo un minimo senso di colpa.

In tutta risposta lui, da bravo batterista qual è, tamburella le dita sul ripiano di compensato del tavolo al quale siamo seduti e, dopo avermi fissata per trenta secondi buoni senza il minimo accenno ad una risposta, allunga una mano nella mia direzione quel tanto che basta per afferrare una ciocca dei miei capelli marrone cioccolato. Prima che possa anche solo immaginare di dirgli qualcosa, Jimmy tira il medesimo ciuffo così forte da costringermi a sporgermi nuovamente verso di lui, fin quando non mi ritrovo in una strana ed equivoca posizione: sono praticamente a novanta gradi, con il busto piegato sulla nostra colazione.

Jimmy avvicina il viso al mio fin quando a separarci non c'è solo una quasi impercettibile distanza di due o tre centimetri, e mi lascia un bacio a fior di labbra prima di ghignare di fronte alla consapevolezza che, per la seconda volta in meno di cinque minuti, tutta la gente attorno ha ripreso a fissarci con sguardo indignato. So che dare spettacolo lo fa impazzire, ci gode per davvero.

Arrossisco nel ritrovarmi come un giocattolo tra le sue mani in questo contesto, e neanche tanto per quello che gli sconosciuti da fuori potrebbero pensare di noi. Più che altro perché nella mia mente riaffiorano ricordi fin troppo piacevoli legati all'ultima volta in cui, questo stesso ragazzo dagli occhi chiari, è stato manesco come ora nei miei confronti.

-Mi stai forse facendo la morale, Cali? Vuoi sul serio costringermi qui ed ora a ricordarti che cosa succede alle ragazzine saputelle che tentano di mettermi in difficoltà? Sembra tu abbia bisogno che ti rinfreschi la memoria ...

Le sue labbra sono ora talmente in prossimità del mio orecchio che anche il più flebile sussurro da parte di Jimmy è abbastanza per farmi capire chiaramente ciò che dice con voce tanto maliziosa.

Sì, direi che anche lui ha diverse personalità. E questa in particolare non penso sarò mai capace di smettere di trovarla tanto sexy. È un dominatore nato, ce l'ha nel sangue. E dubito esista caratteristica capace di rendere un uomo più interessante ai miei occhi.

-Magari sì, Jimmy ... anzi, sono sicura di averne bisogno al cento per cento. Penso converrebbe che dopo la festa di stasera a casa di Johnny ci si divertisse insieme, come siamo soliti fare noi.

Questo ragazzo è uno dei miei migliori amici. Non ci facciamo problemi ad essere sinceri l'uno con l'altra e a passare del tempo di qualità insieme, talvolta arrivando anche ad azzuffarci come bambini. Ma mentirei se dicessi che non c'è mai stato niente di più tra noi due.

Non sono la sua ragazza, lui non è il mio. Non stiamo insieme e, anzi, siamo talmente tanto aperti di mente da raccontarci anche delle nostre esperienze con altri partner , proprio come lui ha tentato in vano poco fa di fare con me.

Siamo semplicemente giovani e curiosi e, al di fuori dell'università, non sono una persona tanto diversa da lui o dai suoi band mates. Con gli Avenged Sevenfold vado d'accordo proprio per questo. So come ci si sente ad essere il contrario di quello che gli altri si aspettano, a pensare fuori dagli schemi comuni, a non omologarmi solo per fare piacere a qualcuno di cui non mi importa niente.

Ecco perché io e James riusciamo ad essere molto liberi in tutto ciò che facciamo, perché non si tratta di amore. Il nostro è solo un volerci bene, espresso in tanti modi diversi e, magari, a tratti quasi esagerati. Amici con benefici, ci definiscono Zacky e Syn con il loro solito essere indiscreti.

-Ne convengo.

Mi risponde imitando il modo colto che ho di scrivere. Mi lascia andare e io immediatamente me ne torno a sedere, mentre con fare imbarazzato fisso gli occhi a terra fingendo di non notare gli sguardi atterriti e basiti ancora puntati su di noi.

-Perché tutte le volte che sono con te non siamo mai capaci di evitare di farci riconoscere, Sullivan?

Scuote le spalle e, dopo avere lanciato una rapida occhiata all'orologio che ha al polso, si alza prendendo la sua giacca. Sfila una banconota da venti dollari dal portafogli e la lascia sul tavolo come se nulla fosse.

-Devo andare, si è fatto tardi. Sarà che il tempo passa in fretta quando ci si diverte ...

Ridacchia alla sua stessa affermazione, e io non sono da meno.

-Ti vedrò stasera quindi?

-Johnny ha invitato anche me, perciò ...

Non mi lascia il tempo di concludere la frase e mi saluta con un rapido cenno della mano, prima di sparire fuori dal locale senza aggiungere una sola parola.

Lo odio quando se ne va così ...

 

 

Johnny's P.O.V.

 

 

Fisso la tazza stracolma di caffè che tengo stretta tra le mani, cercando in questo liquido scuro ed amaro una qualche spiegazione alle cose che stanno succedendo.

Non ho idea di che cosa sia che mi tiene sveglio ormai tutte le notti, né del perché quelle poche volte che riesco ad addormentarmi finisco sempre per fare incubi terrificanti.

Non ho la forza necessaria neanche per avvicinare la tazza alle labbra. Sono così stanco che potrei semplicemente crollare qui e adesso, ritrovarmi da un momento all'altro steso sul pavimento senza alcun preavviso. Non sarebbe la prima volta che mi succede ...

Da quando mi sono trasferito nella mia nuova casa non ho praticamente avuto un solo momento di pace. Sistemare ogni cosa al suo posto è stato un disastro, come anche dovermi occupare di alcuni lavoretti per rimettere in buono stato determinate stanze.

Speravo davvero che quando tutto fosse stato finalmente pronto mi sarei potuto rilassare in un nuovo spazio, e invece non è andata come prevedevo.

-Christ ultimamente parla addirittura meno del solito. Se continua così si ritroverà a non essere più in grado di tirare fuori una frase di senso compiuto! Gli morirà la lingua in bocca e quando inizierà ad imputridirsi saranno costretti ad amputargliela.

-Forse è caduto in una specie di mutismo selettivo ... o magari ha deciso che non gli piace più fare il bassista e preferirebbe fare il mimo.

Due voci mi giungono chiare e forti e mi riportano alla realtà. Alzo lo sguardo solo per ritrovare Zacky appoggiato allo schienale della mia sedia e Syn a pochi passi da noi, che mi fissa con aria curiosa come farebbe con uno strano animale esotico.

-Sono solo stanco ...

Mormoro a fatica, andando a strofinarmi gli occhi con la mano libera.

-Oh, ma davvero? Non ce ne eravamo mica accorti! Quelle occhiaie poi ti donano sul serio ... sono un tocco in più alla tua già incommensurabile bellezza.

Brian non può mai esimersi dal proseguire con le prese in giro, tanto che in alcuni momenti risulta addirittura pesante. Magari sono solo troppo nervoso di mio e la mancanza di sonno mi rende scontroso più del solito.

-Tu non ci arrivi così a dare una festa stasera, crollerai addormentato prima ... puoi giurarci.

Zacky cambia tono di voce, risultando quasi apprensivo e preoccupato. Poggiandomi una mano sulla schiena attira la mia attenzione, e immediatamente mi giro di nuovo verso di lui come per mettermi in ascolto.

-So bene che non è per niente bello non riuscire a riposare. Perché non ne parli con il tuo dottore? Non è sano passare la giornata in studio a lavorare e poi una volta a casa non essere in grado di chiudere occhio. Dovresti cercare una soluzione.

Aggrotto la fronte e per un secondo mi ritrovo ad essere incredulo davanti al suo nuovo atteggiamento. Da quand'è che il buon vecchio Vee si comporta come una mammina? Nei miei confronti poi?

Non fanno altro che prendermi in giro dalla mattina alla sera. E lo so che scherzano, in fin dei conti mi va bene così perché so che spesso e volentieri le prese per il culo sono qualcosa che mi vado a cercare con tutte le cazzate che combino. Ma sta di fatto che è strambo ritrovarsi qui a ricevere consigli riguardanti la mia salute psico-fisica, soprattutto da lui.

-Sto bene.

Fisso gli occhi nei suoi e annuisco con la testa cercando di convincerlo di qualcosa che, lo sappiamo entrambi, non è assolutamente vero.

-Ma sì, il nostro Johnny è tosto. È sopravvissuto ai nostri scherzi per anni, figurati se ora si lascia mettere K.O. da qualche ora di sonno persa ...

Con la sua solita superficialità, Synyster si intromette ancora nel discorso.

Mi tedia non poco questa sua tendenza a vivere ogni cosa come se si trattasse d'una sciocchezza, ma se non altro mi dà man forte in questo caso e io ne approfitto.

Bevo tutto d'un fiato il mio caffè ormai tiepido, ed un rivolo appiccicoso mi scende dall'angolo delle labbra fino al mento.

-Ecco, questo è lo spirito! Mi piace il tuo atteggiamento da vero uomo!

Gates pensa bene di darmi una manata giocosa in piena schiena, e quasi non mi va di traverso la bevanda. Inizio a dare forti colpi di tosse coprendomi la bocca con la mano, mentre le risate di quei due idioti riempiono la stanza.

Sono quasi tentato di spaccare loro una sedia addosso, quando per fortuna arriva Matt a risolvere come sempre la situazione prima che diventi un vero e proprio conflitto.

-Beh ...? La finiamo con le stronzate e andiamo a lavorare al nuovo album?

Il suo sorriso sarà anche caldo e rassicurante, ma la sua voce tradisce una certa irrequietezza.

È il più laborioso, così innamorato della perfezione da risultare quasi antipatico in alcune situazioni. No, di certo non augurerei neppure al mio peggior nemico di ritrovarsi così, da un giorno all'altro a dover avere a che fare sul lavoro con Shads. È una cosa che richiede una certa preparazione mentale, oserei dire. Io stesso, dopo tanto tempo, non credo d'essere ancora in grado di sopportarlo completamente. Ci sono dei giorni in cui lo strozzerei con le mie stesse mani ...

No. Sto diventando un po' troppo ... aggressivo. Dovrei cercare di recuperare la calma.

-Signorsì signore!

Risponde Syn, mettendosi sull'attenti come fanno i soldati.

Immediatamente il nostro vocalist lo fulmina con lo sguardo, anche se per Gates non sembra fare alcuna differenza. Quei due sono agli antipodi, e indubbiamente vorrebbero entrambi avere il controllo completo della situazione. Brian non ama quando Matt esercita così la sua autorità, e Matt non ama che gli venga fatto notare che si comporta più da boss che da leader.

-Mi metterei volentieri a suonare, ma si dia il caso che manchi ancora all'appello il batterista ...

-Mi chiamate e io entro in scena!

Zacky pronuncia la parola magica, ed effettivamente vediamo Rev sbucare dalla porta. Con una mossa fluida si toglie la giacca di pelle nera che lancia sul divanetto posto a lato della stanza e un attimo dopo ha già in mano le sue bacchette.

-Ora ci siamo tutti. Qualcuno ha obiezioni da fare o possiamo tranquillamente recarci di là e riprendere da dove ci eravamo interrotti ieri?

Tutti, o quasi, facciamo cenno d'essere pronti e stiamo per dirigerci verso l'altra stanza.

-Hey Capitan Matthew, posso andare a pisciare prima che cominciamo o per te è un problema?

Quell'unica persona a non aver detto la sua decide che è il momento di far valere i suoi diritti, suscitando qualche risatina da parte di Jimmy.

-Muovi il culo Gates.

Risponde secco il frontman della band, lanciando all'altro un sorriso più provocatorio che comprensivo.

Come se nulla fosse, Syn se la ride e va verso il bagno mentre noi ci rechiamo tutti a prendere i nostri strumenti.

Proprio quando inizio ad accordare il basso, Rev mi si avvicina e attira la mia attenzione.

-Mh?

Mormoro subito nella sua direzione, come per dargli udienza.

-Sul serio hai invitato anche Cali questa sera a casa tua? Pensi che si troverà bene? È solo una ragazzina ...

-Non sta per compiere ventitré anni ...?

Mi riscopro piuttosto colpito dalla nuova preoccupazione che anche lui dimostra. Che cosa è preso a James e Zacky? Sono maturati in una notte come la frutta ed ora cercano di tenere tutti i loro amici sotto una campana di vetro?

-Appunto. È una mocciosa.

Scandisce lentamente quelle parole, come se il suo intento fosse quello di farmi notare che ha ragione.

In tutta risposta alzo le spalle, tornando ad occuparmi del mio strumento.

-Non so che dirti Jimmy, se non fosse voluta venire avrebbe benissimo potuto dire di no ... ed è ancora in tempo per rinunciare, comunque. Ci sarà tanta gente, molti vecchi amici del liceo. Non sentiremo la mancanza di una singola persona.

Sarò acido, ma davvero non vedo dov'è il problema. E comunque Calisto ha solo un anno meno di me, quindi quattro in meno del qui presente batterista che mi sta facendo la predica.

Rev se ne va, borbottando delle parole che somigliano vagamente a degli insulti ben poco velati e così mi rendo conto che la discussione è conclusa.

 

 

James' P.O.V.

 

 

Sono completamente fuori.

Non ho idea di che ore si siano fatte, non so dove si siano cacciati Matt e Syn ... non so più niente.

Ho passato la serata intera facendo finta che non me ne fregasse nulla del fatto che lei se ne stesse sempre là, nel bel mezzo del soggiorno trasformatosi in pista da ballo per l'occasione. L'ho vista ballare con chiunque, anche in maniera piuttosto spinta ... e non so perché, ma mi rode terribilmente.

Mi fa incazzare oltre ogni logico limite dovere restare qui a guardare la mia amica che si lascia toccare da dei coglioni di cui non sa assolutamente nulla e che le hanno messo gli occhi addosso solo per via del seno generoso e delle sue forme perfette.

-Ma vaffanculo ...

Ringhio a denti stretti nel frattempo che me ne sto qui in un angolo in disparte, insieme a Zacky e Johnny. Tutt'attorno mi ritrovo gente che non ho neanche mai visto, e sono quasi completamente sicuro che neppure Christ abbia la più pallida idea di chi si è portato in casa.

Prendo un altro lungo sorso di questo schifo che il mio amico ha offerto a tutti i suoi invitati. Non so che diamine abbia comprato, eppure sono sicuro che non sarebbe qualcosa che vorrei ad una mia festa.

-Che hai Jimmy?

Mi chiede Zacky, interrompendo la discussione con il nostro bassista.

Entrambi i miei amici iniziano a far vagare lo sguardo per la stanza, cercando una risposta da soli. Finalmente iniziano a guardare nella mia stessa direzione e vedono anche loro un tizio di circa un metro e ottanta che sta palpando il culo a Cali e lei che, in tutta risposta, si volta verso di lui e lo bacia passionalmente.

Stringo i pugni e sospiro forte, cercando ancora di mantenere la calma.

-Che hai bello, non sarai mica geloso spero ... ?

-Si tratta della sbronza, Rev. È ubriaca anche lei, come te d'altronde. Come tutti anzi ...

Vee mi tocca gentilmente la spalla come per tentare di farmi tranquillizzare, ma io mi scanso.

-Non sono geloso! Semplicemente mi aveva promesso che dopo la festa avremmo passato una serata delle nostre assieme, e a me non va l'idea di dovermi prendere quello che ha già avuto prima qualcun altro.

Che scusa idiota. Non potevo inventarmi una cazzata peggiore.

-Ma che discorsi sono? Non è tua, fattene una ragione! Se la volevi solo per te avresti dovuto proporle di diventare la tua ragazza, non limitarti a portarla a letto solo una volta ogni tanto.

Johnny, che è chiaramente piuttosto irritabile, alza la voce con me.

Sia io che Zacky restiamo sbigottiti, ma la cosa quasi mi diverte.

-Che c'è Christ, ti fa male trasferirti? Hai dato la festa perché volevi "inaugurare" la tua nuova casa. Sappi che se mi parli ancora così sono abbastanza nervoso stasera da gonfiarti come non succedeva da tanto. Così potrai dire di averle anche già prese tra queste quattro mura.

Mi avvicino minaccioso e sto per spingerlo, quando il chitarrista si intromette.

-Se vuoi evitare che un altro se la faccia prima di te, prendi Cali e portala di sopra ... non ti dirà di no, stravede per te.

Negli occhi azzurri del mio compagno leggo una muta richiesta, ossia quella di lasciare perdere Johnny e pensare ai cazzi miei. Sì, io e Zacky sappiamo bene com'è convivere con l'insonnia ... forse Christ deve solo abituarcisi, e allora sarà meno scontroso.

Senza aggiungere altro mi dirigo verso la ragazza che ha appena preso l'ennesimo bicchiere e sta bevendo come se non ci fosse un domani. Le arrivo alle spalle e la attiro verso di me, andando a far scontrare la sua schiena contro il mio petto.

-Te la ricordi la nostra discussione di stamattina in caffetteria? Mi hai promesso qualcosa ...

Le parlo all'orecchio, volendo evitare che altri sentano. Inoltre so che è una cosa che adora.

Intanto Cali inizia ad accarezzare le mie mani che la costringono a restare ferma e non la lasciano fuggire.

-Io non ti ho promesso niente ... era una proposta. E poi avevo detto dopo la festa.

-Hai ballato e bevuto abbastanza per stasera, non trovi?

-Jimmy, mi sto divertendo, ora non mi va di ...

-Ti divertirai anche con me, come sempre.

È un botta e risposta, e nessuno di noi due ha intenzione di mollare.

Adoro il suo modo di fare, non si arrende facilmente. È più soddisfacente alla fine quando inevitabilmente riesco poi ad averla vinta.

Decido di prendere in mano la situazione e, afferrandole il polso, inizio a tirarla con me verso le scale. Non so se sia perché è già psicologicamente pronta a quello che sa succederà una volta giunti nella camera di Johnny o solo perché è fin troppo sbronza, ma ora mi segue di buon grado e senza protestare. Si è arresa alle mie volontà.

Una volta giunti in stanza la situazione tra noi due cambia, anzi, decolla. Chiudo la porta a chiave dietro di noi e mi siedo ai piedi del letto mentre Cali mi si posiziona davanti, con lo sguardo attaccato al pavimento. Non osa guardarmi negli occhi.

Senza bisogno che dica una sola parola lei si spoglia completamente, lasciando cadere i vestiti a terra. Mi basta muovere il dito indice in modo circolare e Cali fa una lenta e sensuale giravolta, mostrandosi senza vergogna. Ed è già abbastanza per farmi rendere conto che stasera ci divertiremo forse addirittura più del solito.

-Ti ci vorrebbe proprio una punizione per come ti sei comportata stamattina ...

Cali si morde il labbro inferiore tentando di trattenere un sorriso. Perché in realtà lo sappiamo entrambi che adora questo genere di cose, soprattutto le sculacciate.

Sorrido a mia volta, prima di farle cenno con il dito di avvicinarsi e lei, senza attendere un secondo di più, si mette sulle gambe pronta a ricevere il suo castigo.

 

 

Johnny's P.O.V.

 

 

Ho la testa pesante. È la prima cosa di cui mi rendo conto e, in un gesto puramente istintivo, alzo la mano per andare a massaggiarmi la tempia. Però sento anche le braccia grevi e ben poco laboriose, a tal punto che muoversi sembra una vera e propria sfida. Neanche se mi avesse calpestato una mandria di elefanti starei altrettanto male ...

Lentamente apro gli occhi, ritrovandomi sul pavimento di casa mia. Mi guardo attorno e vedo solo qualche amico di vecchia data ancora addormentato sul divano o al suolo come me, bicchieri di carta e bottiglie ovunque ...

Qualcuno dietro il mio corpo ancora russa e non sono troppo stupito quando, voltando mi a fatica, vedo il viso di Zachary.

Mai una volta che anche io possa semplicemente addormentarmi con al mio fianco una signorina. Certo che no, queste cose capitano solo a Shads o a Syn o a James ...

Sospiro forte non appena ricordo come stanotte io e il caro batterista ci siamo ritrovati a litigare. Stavamo per passare alle mani, e credo fosse chiaro per tutti che le avrei prese come poche altre volte nella mia vita se Vee non mi avesse salvato.

Mi tiro su esercitando una certa dose di forza sui palmi delle mani, finchè barcollando non riesco a mettermi in piedi. Mi gira la testa, puntura ... è terribile. Non sono più abituato alle sbronze. L'unico lato positivo di tutto questo macello è che almeno ho dormito qualche ora.

Senza svegliare nessuno inizio a vagare per casa raccogliendo quanta più mondezza riesco. Non appena gli invitati rimasti si renderanno conto che sono ancora qui, allora muoveranno il culo e neanche avranno bisogno di sollecitazioni da parte mia.

Al piano di sopra ci trovo Syn praticamente svenuto nel corridoio dentro una pozza di quello che presumo essere- e glielo auguro caldamente -il suo stesso vomito. Vorrei dire che lo trovo rivoltante, eppure devo ammettere d'avere visto scene del genere così tante volte che non ci faccio più troppo caso ormai. Provo solo pena per il mio pavimento appena lucidato.

-Gates ... pulisci, accidenti. Che schifo!

Commento dopo avergli dato qualche leggero calcetto proprio sul fianco ed essermi assicurato che si sia svegliato. Lui borbotta un qualcosa e subito si gira dall'altro lato, tornando a dormire come un bambino.

Non ho voglia di litigare adesso e non intendo farlo. Lo costringerò a occuparsi lui stesso di quel macello che ha combinato, ma intanto è meglio lasciarlo poltrire.

Piuttosto divertente invece è ritrovare la porta della mia stanza chiusa dall'interno. Provo a sbirciare dalla serratura, tuttavia non vedo nulla. Non ho bisogno di spiegazioni, so già che cosa è successo là dentro. Non mi va particolarmente a genio, ma hey, Jimmy è pur sempre un mio amico ...

Finisco di fare il giro di tutta la casa e solo a questo punto mi rendo conto di non avere ancora trovato Matt. Subito mi corre un brivido freddo lungo la schiena, perché prima passando davanti alla finestra sono sicurissimo d'avere visto la sua auto ancora parcheggiata nel vialetto davanti casa. E poi lui lo sa che può sempre rimanere quando sono io a dare feste ...

Con un'ansia che neppure io stesso so spiegarmi riprendo a perlustrare nuovamente stanza per stanza, pensando che magari si possa essere mosso proprio mentre anche io stavo girando da un punto all'altro. Per un secondo mi sfiora anche l'idea che possa essere assieme a Jimmy e Cali, però se conosco bene i miei due amici so che è da pazzi l'idea che possano avere condiviso una ragazza. Non è nel loro stile!

-Hey Syn ... muovi il culo, andiamo! Non riesco a trovare Matt da nessuna parte. Dammi una mano, ho un brutto presentimento!

Provo di nuovo a svegliare lui, è la prima persona che mi viene in mente.

-Sarà andato a casa sua ... perché la fai tanto tragica? Hai paura che qualcuno lo abbia rapito? È grosso come un armadio se non te ne sei reso conto, perfino l'Incredibile Hulk avrebbe paura a toccarlo.

Brian ride alle sue stesse parole e io, dopo avergli mostrato il dito medio, torno di sotto a chiamare Zacky che, per mia fortuna, mi presta un minimo di attenzione sebbene sia anche lui ancora assonnato e poco volenteroso.

-Sei sicuro di avere cercato bene?

Mi dice, mentre come se nulla fosse si versa una tazza di caffè appena preparato.

-Insomma, anche in giardino? È sempre così accaldato dopo una sbronza che ha il vizio di dormire sul prato persino con la pioggia ...

Vee mi apre un mondo. Non ricordavo questa stramba e pericolosa abitudine del nostro amico.

-Non ci avevo pensato. Vado subito a cercare Shads ...

Un secondo dopo mi dirigo verso la porta che dà sul retro, sperando di trovarlo in giardino.

Inizio ad ispezionare la zona fino a quando non vedo qualcuno steso a pancia sotto sul prato, praticamente di fianco alla piscina. È a torso nudo e spiccano sulla sua pelle chiara una moltitudine di tatuaggi colorati.

-Eccoti Sanders! Non ti trovavo più!

Con un sorriso mi avvicino sempre più, finchè non noto qualcosa di strano: ha la testa infilata sott'acqua.

-Matt ... ? Ma che diamine stai facendo? Se volevi lavarti la faccia bastava venissi in casa ...

Non mi risponde. Non si muove. Non respira.

Preso dal panico mi chino su di lui e, afferrandolo dai capelli, lo costringo a riemergere.

-Matthew, cazzo, che hai?!

Quando lo vedo in viso resto scioccato, talmente tanto che senza volerlo apro la mano mollando la presa sui suoi ciuffi castani e lui ricade di faccia dentro l'acqua.

Ha il viso completamente tumefatto. Il naso è palesemente rotto in più punti, gli ho occhi sono vitrei e spalancati ma contornati da enormi lividi violacei, mentre in entrambe le sclere sono presenti capillari rotti. Il sangue fa da contorno alle sue pupille che hanno ormai assunto un colore spento. Non sono più dello stesso verde smeraldo che conosco tanto bene.

Cado a sedere mentre un brivido dovuto allo spavento spavento percorre la mia spina dorsale, e subito mi allontano più che posso.

-Matt ... no. Che cosa ti è successo? Matt ...

Sento le lacrime pungermi gli occhi, ma neppure riesco a lasciarle scivolare giù lungo le guance. Lo chiamo ancora e ancora, sperando in una qualche reazione da parte sua. Niente. Non accade assolutamente niente.

Guardandolo con più attenzione, noto che ha enormi ematomi a ricoprirgli ogni zona del corpo, soprattutto sulle costole. L'hanno massacrato di botte, fino a lasciarlo svenuto ad affogare nella piscina. Questa è la conclusione più palese e logica e che mi viene in mente.

E quel che è peggio è che noi eravamo tutti qui, eppure non ci siamo accorti di nulla.

Mi sento pervaso da un senso di colpa potente, qualcosa che non ho mai provato prima d'ora. Inizio a singhiozzare come un bambino e proprio non riesco a distogliere lo sguardo da quel freddo cadavere immobile che giace a pochi passi da me ...

Mi domando se abbia gridato, se abbia tentato di chiedere il nostro aiuto. Non posso non immaginare a come si sia sentito quando nessuno è arrivato in suo soccorso ...

Fin troppi pensieri affollano la mia testa, cose confuse: la band, il funerale, il medico legale che gli farà l'autopsia, la polizia da chiamare ... il dolore. Tutta la sofferenza che qualcosa che ancora non credo minimamente reale porterà nelle nostre vite.

-Shads ...

Sussurro per un'ultima volta il suo nome, con ancora una minuscola speranza di vederlo alzarsi e venirmi a dire che lui e gli altri mi hanno solo giocato l'ennesimo brutto scherzo.

Ma non si tratta di uno scherzo ... Matt è stato veramente ucciso.

 
   
 
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