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Autore: lauren_cheval    18/08/2016    0 recensioni
Nell'immaginario stato di Newcorp, vige un governo dittatoriale e classista le cui idee trovano diffusione e applicazione già negli ambienti scolastici d'elité. La Newcorp High School è tra queste. E' proprio qui che Brett Livingstone, protagonista della nostra storia, si trasferisce nella speranza, da parte dei genitori, di far inserire il figlio in ambienti più privilegiati. Ben presto Brett viene a conoscenza della struttura della propria scuola, della mancanza di meritocrazia tra studenti e dell'attività di vigilanza dei moderatori, ossia studenti che hanno il compito di sorvegliare altri studenti. La placida vita da studente del ragazzo viene sconvolta quando riceve in custodia uno strano ciondolo a forma di goccia da Alyss, una studentessa in fuga dai moderatori. Che infrazione avrà mai commesso la ragazza? Come mai, dopo la fuga, sparisce nel nulla? Perché la sua scomparsa genera così tanto clamore nei media? Sono questi gli interrogativi che si pone il ragazzo che comincerà un'indagine personale alla ricerca della verità.
Genere: Avventura, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno 

La Newcorp High school era un edificio enorme e appariscente. Modernissimo e ipertecnologico, circondato all’esterno di pareti metallizzate, rispecchiava idealmente il secolo in cui viveva. Un secolo rapido, moderno, spietato e fuori controllo, ma allo stesso tempo composto. Un secolo che sa di stare andando incontro alla fine, alla fine dei tempi, ma che mantiene comunque intatta la sua forma e il suo stile. Un po', come i musicisti che suonano pur sapendo di andare incontro alla morte a bordo del Titanic, per così dire.
L'istituto era uno dei migliori della regione di Newcorp, se non anche dell'intero stato. Tutti i figli degli industriali più ricchi, dei nobili decaduti e dei funzionari, rinnovavano regolarmente l'iscrizione ogni anno. Le brave persone vanno con le brave persone, fin da subito. Per questo erano esclusi i giovani provenienti da nuclei familiari meno abbienti. La struttura era rinomata non tanto per la qualità dell'insegnamento (era risaputo che il sistema valutativo non si basava sulla merictocrazia ma su ben altro) quanto invece per la sua tendenza all'odine e al controllo, nonché al fatto di essere in tutto e per tutto un sistema elitario. Era impossibile favorire all'interno dell'istituto la nascita di gruppi studenteschi in rivolta contro le ingiustizie quotidiane perpetrate dai moderatori o dai professori. Tutto era sotto controllo, per mezzo del Consiglio dei Moderatori, che era l'unica forma di affiliazione studentesca consentita e autorizzata. Essa era, inoltre, necessaria al mantenimento dell'ordine e rappresentava una struttura chiusa, a cui avevano accesso soltanto gli srudenti provenienti dalle famiglie più ricche e potenti. Il consiglio era composto da nove affiliati, capeggiati da un rappresentante che aveva la facoltà di comunicare tutto l’operato della squadra al preside dell’istituto, Markus Ziegelmann. Tra tutti gli affiliati, la più famosa era Jacqueline Torne, una ragazza di sedici anni, figlia dell'ambasciatore Edwin Torne. Era la moderatice più temuta in assoluto. Aveva lunghi capelli rossi, mossi, due piccoli occhi verdi e una pelle bianca. Non aveva pietà per nessuno e non sorrideva mai. Era sicuramente quella che, più di tutti, aveva preso sul serio il suo mandato. Non faceva favoreggiamenti e, ogni volta che puniva qualcuno, non nascondeva un certo piacere nell'umiliarlo davanti a tutti. Aveva un ottimo rapporto col preside, quindi ottimi voti in tutte le materie scolastiche, e si vociferava che molto presto avrebbe rivestito lei il suo ruolo di rappresentante. Era solo questione di tempo.

Era una pallida mattina di un giovedì, una giornata come tutti gli altri. Wendy Torrent, per una sconosciuta ragione, aveva cominciato a dimenarsi vicino ai distributori automatici su al terzo piano. Urlava come un ossesso e stava cominciando a strapparsi la camicia della divisa di dosso. Immediatamente aveva attirato l'attenzione di tutti gli studenti che si erano messi in cerchio attorno a lei, esterrefatti dello spettacolo a cui stavano assistendo. Nessuno osava toccarla, nessuno poteva farlo. << Odio questo posto, odio questa schifezza che ci fanno mettere addosso, voglio la libertà >> continuava a urlare << Tutti la volete! >>. Nessuno rispondeva, anzi, qualcuno soffocava qualche risolino. Qualcun altro, invece, sussurrava verso i compagni << Non vorrei essere nei suoi panni ora >>.
Attirata dalle urla nel corridoio, Jacqueline, che stava bevendo un cappuccino caramellato, non poté non intervenire. A passi lenti, ma decisi, si avvicinava sempre di più a Wendy Torrent. Se la prendeva comoda, sapeva di essere sotto gli occhi di tutti. Sapeva che tutti la stavano guardando e stavano avendo paura di lei. Un brivido le percosse la schiena: quella popolarità, seppure negativa, era davvero eccitante per lei. Immediamente la folla le fece spazio per lasciarla passare. Ormai Wendy Torrent era spacciata.
Quando finalmente le due ragazze si trovarono faccia a faccia, Wendy, smise immediatamente di urlare e rimase in silenzio in prenda al panico. Ma si riprese subito e la affrontò << Tu, sporca figlia di papà! E' facile fare la dittatrice coi soldi di papà e le raccomandazioni di quella testa di cazzo, ma presto finirà tutto questo e finirai nella merda come tutti gli altr... >>. Un piccolo clic era scattato in prossimità dei piedi della ragazza. Le cavigliere elettriche che tutti i ragazzi erano obbligati a portare con annessi bracciali, si erano uniti tra loro, come spinti da una forza magnetica. Wendy non aveva nemmeno finito di parlare che si era subito ritrovata a terra. Davanti a lei, Jacqueline premeva un piccolo tecomando puntato nella su direzione, mentre con l'altra mano continuava a sorseggiare il cappuccino. << Lurida puttana! >>.  Wendy mugugnava per il dolore alle caviglie, stava cercando a fatica di rialzarsi quando Jacqueline aveva nuovamente premuto il telecomando. Adesso anche i bracciali si erano uniti. La procedura era chiamata di smorzamento e veniva effettuata soltanto nei confronti degli studenti che violavano le regole. Adesso Wendy era lì per terra, in posizione fetale. Con le lacrime agli occhi cercava di staccare i bracciali, invano. Nel frattempo Jacqueline aveva buttato il bicchiere del cappuccino e aveva infine rotto il silenzio. Premette di nuovo il telecomando: questa volta l'intero corpo di wendy cominciò a sollevarsi da terra: Jacqueline si era avvicinata alla sua faccia e aveva sentenziato << Lurida puttana sarà tua madre che è dovuta andare aletto col preside per farti entrare in una scuola che non merit i>>. << Lasciami! >>. Le urla di Wendy erano disperate. Dal volto di Jacqueline sembrava trasparire quasi un sogghigno. Aveva sedici anni ma sembrava averne molti di più quando si ritrovava a punire un suo coetaneo. In men che non si dica, altri sue moderatori erano giunti sul posto, pronti a completare la procedura. Ma Jacqueline voleva divertirsi fino in fondo, così, dopo che urla di wendy si erano sparse un pò per tutto il corridoio, premette un altro pulsante e la fece cascare a terra. I due moderatori afferrarono Wendy per la braccia, e la trascinarono in presidenza. Jacqueline si allontanò soddisfatta. << Ho bisogno di un altro cappuccino, quello di prima era terribile >>. E si riavvicinò ai distributori come se niente fosse accaduto.
   
 
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