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Autore: destiel87    20/08/2016    0 recensioni
Sette sono le Dee che cambieranno il destino dell' eroe Sigfried, giunto dalle terre nordiche fino alle sponde della grecia.
Afrodite, dea dell' amore, Ixchel, dea della passione, Hel, lunare e gelida come i monti dove dimora.
Ecate, dea degli incantesimi, Atena, dea della saggezza e della guerra, Artemide, la vergine cacciatrice.
Ed infine, Perfesone, malinconica regina dell' oltretomba...
Ad accompagnarlo nelle sue avventure, il fidato destriero alato Pegaso, e la veggente guerriera Cassandra.
A sfidare la sua ira e la sua spada, il valoroso e crudele Ares, ed Ade, dio dei morti e delle ombre.
(Nota: I personaggi della storia sono ispirati alla mitologia greca, romana e normanna)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10: LA DEA DELLA SAGGEZZA





Una volta che Cassandra raccontò la sua visione a Sigfried, fu chiara ad entrambi quale sarebbe stata la loro prossima destinazione: Il tempio di Atena.
"Se Ares è il Dio della guerra e della battaglia, dedito al sangue e al combattimento, Atena è invece una dea astuta, un abile stratega militare. Se c'è qualcuno in grado di battere Ares, è lei." Così dicendo, Sigfried richiamò il suo fidato destriero, partendo insieme a Cassandra verso il cielo di Atene.
Proprio sull' Acropoli della città, sorgeva il Partenone, il tempio dedicato alla dea, sacra protettrice di Atene.
Il Partenone era senza dubbio il tempio più maestoso, elegante e riccamente decorato dell' intera Grecia; al centro di esso, si ergeva una statua raffigurante Atena, in oro e avorio.
La Dea, indossava un armatura e la sua testa era cinta da un elmo, portava uno scudo sul quale veniva raffigurata la testa della gorgone Medusa, e la mano destra reggeva una lancia. Una civetta era appoggiata sulla sua spalla, simbolo di saggezza.
Più si avvicinavano al tempio, più la voce della dea riecheggiava nella mente di Cassandra.
"Dobbiamo fare presto!" Diceva lei, incitando Pegaso.
Non sapeva come spiegarlo al suo cavaliere, ma qualcosa dentro di lei, le diceva che rimaneva poco tempo, prima che la guerra incombesse su Tebe.
Un istinto radicato nel più profondo della sua anima mortale.
Una volta arrivati al tempio, Cassandra percorse i grandi scalini di pietra correndo, inseguendo la voce impaziente della dea.
Quando vide la sua imponente statua, il suo spirito ritrovò un po' di pace.
Si inginocchiò dinnanzi a lei, riponendo le sue speranze nella sua saggezza.
Sigfried la seguì silenzioso, preoccupato per le parole di Ares, ma confortato dall' aiuto che ella poteva offrire loro.
Arrivato ai piedi della statua, si inginocchiò anche lui, accanto a Cassadra.
Entrambi si guardarono qualche istante, cercando il coraggio l' uno negli occhi dell' altro.
Poi La fanciulla fece un profondo respiro, chiuse gli occhi e sussurrò il nome della dea.
"Atena... Protettrice e saggia guerriera... Siamo giunti a te, in cerca di consiglio. Ti prego, mostrati a noi, guidaci nelle nostre imprese e aiutaci a sconfiggere i nostri nemici."
Un vento caldo sfiorò il viso di Cassadra, quasi come una carezza.
Quando riaprì gli occhi, il vento si tramutò nella mano della Dea.
Alzando lo sguardo, potè ammirarla in tutto il suo splendore.
Aveva un viso gentile ma forte, occhi profondi e azzurri come il mare in tempesta, biondi capelli che ricadevano liberi sulle sue spalle e l' espressione calma ma determinata.
"Non temere, vergine guerriera, so cosa turba il tuo cuore. - Disse la Dea ritraendo la mano e sorridendole pacatamente - Le sorti del regno sono ricadute sulle tue giovani spalle, ma esse, sono più forti e resistenti di quanto tu creda."
Sigfried, rimase incantato da come le due donne si guardavano, come se un destino più grande di loro, avesse incrociato le loro vite.
Come se l' immortale, rivedesse lei stessa negli occhi della fanciulla, ed ella, vedesse in lei la forza che tanto disperatamente cercava.
Si era creato un legame magico, che anche nel corso degli anni avvenire, non si sarebbe mai spezzato.
"Vorrei avere il tuo coraggio mia Dea... " Disse Cassandra, ammirata dalla grande forza che ella emanava.
"Ma tu già lo possiedi, anche se ancora non te ne rendi conto..."
"Eppure ho anche molta paura..." Rispose lei, chinando il viso.
Atena le accarezzò la guancia, alzando poi il suo viso verso di lei.
"Le due cose sono legate, Cassandra. Non possono esistere se non insieme. Se ti lascerai guidare da entrambe, non potrai compiere scelte sbagliate."
"E quale scelta devo compiere ora? Che posso fare, per salvare il regno? Non sono che una fanciulla, nessuno da peso alle mie parole, neppure Ares. Non ho forza sufficente per sconfiggere il mio nemico, e per quanto il mio cavaliere sia forte e valoroso, temo che neppure la sua spada possa uccidere un Dio... Eppure, se non troviamo un modo, molte persone innocenti moriranno."
"Non è con le parole che placherete l' animo di un dio. E non è con tua spada, prode Sigfried, che potrai sconfiggerlo."
"Cosa ci rimane allora? Quale scudo potremmo mai usare, per difendere la città?" Chiese Sigfried preoccupato.
"Nè con lo scudo nè con la spada, vincerete questa guerra."
"Siamo perduti allora... E' la fine..." Disse Cassandra affranta.
Nello sconforto, strinse la mano di Sigfried, che prendendola tra le proprie, la strinse saldamente.
"Non arrenderti! - La spronò lui - Nulla è perduto, fintanto che abbiamo la forza per combattere ancora!"
Atena annuì, felice nell' udire tanto coraggio nelle sue parole.
"Non temete... La fine non è ancora giunta. Avete ancora la possibilità di vincere questa battaglia, sebbene non è nelle mie mani, che troverete l' arma che vi porterà alla vittoria."
"Dove allora, mia Dea? Ovunque essa sia, giuro che la troverò!" Esclamò Sigfried, con rinnovata speranza.
Se c' era un arma, mortale o divina, in grado di salvare il regno, avrebbe fatto qualsiasi sacrifico, pur di averla.
"Solo l' arco di luce divina, è in grado di penetrare fino al cuore dei mortali e degli immortali. Ma esso è dotato di un' anima propria, e non colpirà mai un cuore innocente. Se scaglierete le sue frecce verso un anima pura, esse si trasformeranno in raggi di luce.
Ma se al contrario, saranno dirette ad un cuore malvagio, lo trafigeranno senza pietà."
"Non desideriamo la morte degli innocenti, solo la loro salvezza. Ti prego, dicci dove si trova, il tempo della pace, è quasi giunto al suo termine. La guerra e la morte ci attendono alle porte di Tebe." Disse Sigfried, stringendo più forte la mano di Cassandra.
"Non vi sarà nè morte nè guerra, se Ares cadrà, nessuno oserà attaccare la città. Cercate la Dea Artemide, ella è la creatrice e protettrice dell' arco. La vergine cacciatrice, è propensa ad aiutare le fanciulle valorose; Ritengo quindi che per una causa giusta come questa, sarà onorata di donarlo a Cassandra, che come lei, sarà in grando di usarlo per il bene degli uomini, e non per le sue brame personali."
"Voi mi onorate, riponendo in me così tanta fiducia, mia Dea. Spero di non deludervi mai, e di riuscire ad entrare nel cuore della Dea Artemide, come sono entrata nel vostro."
"Sono certa che ce la farai, non avere timore. Ora andate, non avete più molto tempo, prima che l' esercito di Ares giunga alle porte della città. Il giorno della luna crescente, cercate Artemide nei boschi. Sarà lei a trovare voi, se ne avrà desiderio."
Cassandra annuì, poi baciò la mano di Atena, ringraziandola ancora per l' aiuto datole.
"Spero di rivedervi, mia dea."
"Mi rivedrete di sicuro, in queste spoglie di carne o nei vostri sogni, io ci sarò." Rispose lei, accarezzando i suoi capelli.
Poi, un vento forte e caldo, aprì le porte del tempio, incoraggiandoli a varcarle.
Quando i due giovani si voltarono di nuovo, la dea era scomparsa, ma la sua forza era ancora tra loro, come un grande fuoco che scaldava le loro anime.
Senza smettere di stringere la mano di Cassandra, Sigfried si alzò in piedi, inziando a percorrere la strada che li separava dalle grandi porte del Partenone.
"Domani notte, ci sarà la luna crescente..." Disse Cassandra guardando verso il cielo.
"Domani notte dunque, andremo alla ricerca di Artemide, nei boschi sacri."  
Mentre il cielo diveniva notte e le stelle iniziavano ad illuminare il suo nero manto, Sigfried e Cassadra volavano sopra i cieli di Atene, con le mani ancora giunte e i cuori sempre più vicini.
"Spero che qualsiasi cosa accada, non lascerete mai la mia mano..." Disse Cassandra, sentendosi sempre più invasa da un sentimento fino ad ora a lei sconosciuto, ma che le pareva talmente famigliare, da poterlo paragonare alla sua casa.
"La mia mano sarà solo vostra e della mia spada, mia signora... Fintanto che la vita scorrerà nel mio sangue. E' una promessa." Rispose lui, che da tempo ormai aveva capito, che il suo legame con la giovane era molto più profondo e importante di qualsiasi cosa avesse mai avuto.
Sperava solo che non fosse la morte, a separare per sempre le loro mani, e le loro vite.

Nota: Nella mitologia greca Atena, figlia di Zeus e della sua prima moglie Meti, è la dea della sapienza e della strategia militare. In tempo di pace gli uomini la veneravano poiché a lei erano dovute tutte le invenzioni tecnologiche, mentre in tempo di guerra, fra coloro che la invocavano, aiutava solo chi combatteva con l'astuzia, propria di personaggi come Odisseo. L'astuzia e la furbizia erano delle doti che Atena poteva donare ai suoi protetti.



 
  
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