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Autore: eliala    28/04/2009    1 recensioni
-Hisui… il tempo curerà anche questa tua
Ferita…-
-E se non fosse solo una ferita?
Se fosse una malattia, come un cancro inguaribile?
Allora il tempo non potrebbe fare che peggiorare le cose,
non potrebbe fare altro che aggravare questa malattia che dall’interno consuma-

è una riflessione di Hisui, di Wish, dopo un'ipotetica morte di Kokuyo, e come si può immaginare non sta proprio bene...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non poteva essere accaduto davvero…



Non a lui
Non era giusto, non se lo meritava,
Non se lo meritavano


…con questo orecchino rimarrei sempre con te


E se non bastasse?
Se non fosse sufficiente metà spirito per compensare la perdita di tutto il resto?
Hisui non capiva più nulla, non aveva mai pensato a quell’eventualità, non aveva mai voluto immaginare…
Sebbene fossero passati anni e anni, generazioni intere, il dolore non si era ancora calmato.



-Orribile paura, solitudine opprimente,
Delizioso dolore-



[Kokuyo, avevi giurato!]



L’arcangelo dell’aria lasciato da solo con le proprie paure, con quelle angosce dalle quali Kokuyo lo aveva salvato... no, neppure più arcangelo oramai, infinitamente più di un mortale, nulla di simile ad un uomo



Un immortale sommerso da un dolore…
Un dolore così insostenibile…
Un dolore così straziante…
Così disumano.



Le lacrime salirono ancora una volta ai suoi occhi, ma le ricacciò in dietro, ingoiando quel nodo che gli stringeva la gola ogni volta che le dita sfioravano l’occhio sinistro che Kokuyo gli aveva donato secoli prima.



È usanza della famiglia reale del mondo delle tenebre
donare l’occhio sinistro al compagno della vita



Quell’orecchino ormai non era più sufficiente, non gli bastava metà del suo spirito, non era sufficiente se non poteva vederlo, se non poteva toccarlo:



lui non era reale.



Che importanza aveva sapere che parte della sua anima era vincolata a quel mondo che sembrava non avere più senso senza di lui, che aveva perso ogni colore, ogni bellezza, se comunque non poteva amarlo?
Non aveva neppure importanza continuare ad esserci a quelle condizioni…
Era stata la prospettiva di una vita immortale quella che avevano creduto di poter avere insieme, un’infinità di tempo quella che sarebbe dovuto appartenere a loro, a loro due soli, un tempo infinito scandito da inutili vite mortali sacrificabili e trascurabili.



Nessuno può vivere da solo, ma d’ora in poi tu lo sarai sempre.



Non gli importava degli altri, non aveva mai avuto importanza nient’altro, c’erano loro, loro e basta. Hisui aveva rinunciato a tutto quello che aveva, aveva rinunciato a quel paradiso privo di passione, aveva rinunciato a quei compagni che non lo conoscevano, a quei poteri che lo rendevano uno degli esseri più importanti del regno dei cieli. Non rimpiangeva nulla, per lui lo avrebbe rifatto mille e mille volte, anche sapendo che avrebbe poi dovuto affrontare quel dolore imperituro.



-Hisui… il tempo curerà anche questa tua
Ferita…-
-E se non fosse solo una ferita?
Se fosse una malattia,come un cancro inguaribile?
Allora il tempo non potrebbe fare che peggiorare le cose,
non potrebbe fare altro che aggravare questa malattia che dall’interno consuma-



Eppure per Hisui una cura ci sarebbe potuta essere, un modo per lenire il dolore che col tempo non ne voleva sapere di guarire… proprio quando credeva di non poter sopportare un altro minuto giunse Ushagi, il messaggero di quel Dio che aveva tradito per amore, a portargli un aiuto.
Dio, addolorato per i suoi tormenti, gli porgeva una mano per risollevarlo da quel baratro nero in cui era caduto: a Hisui era concesso di tornare in cielo, là dove c’era sempre stato bisogno di lui. E solo una condizione era posta affinché tutto tornasse come prima, come quando l’eco delle sue angosce non era ancora giunto in quel mondo che sarebbe dovuto rimanere sempre immacolato, in altre parole che lui rinunciasse a tutto, che rinnegasse ogni cosa, accettando che la sua mente straziata fosse manipolata, in modo tale che, dimentico di tutto, avrebbe costituito un esempio ed insieme non avrebbe più sofferto.



- Stupidi!-
-vogliono solo farti stare bene, lo fanno per te…-
-Vogliono farmi dimenticare di te!-
-Ma io resterò sempre con te-



“Se io dovessi morire faresti anche tu come il piccolo?”
“No… allora saresti così crudele da lasciarmi solo?”
“No. Insieme a questo orecchino resterei sempre con te.”



Colto da una rabbia cieca a quel ricordo, al ricordo della speranza che quelle parole gli avevano messo nel cuore, si tolse con violenza l’orecchino e lo lanciò lontano, fingendo di odiare lui e tutto quello che lo riguardava, fingendo che la sua rabbia incondizionata non fosse rivolta a quella debolezza che gli aveva impedito di salvare l’unico essere che nella sua vita avesse rappresentato qualcosa di importante, l’unica cosa che aveva e che avrebbe desiderato a tutti i costi conservare. E l’orecchino volò lontano, nell’erba alta che circondava la casa. Però subito Hisui si sentì perso senza quell’ultimo frammento che aveva del suo amore, e come un folle si gettò carponi nella terra, noncurante della veste che si sporcava mentre con le mani cercava quello che gli rimaneva della sua vita.
Non sarebbe tornato dal suo misericordioso Signore, quello che gli rimaneva di Kokuyo



…Ricordi, sogni infranti…



Valeva infinitamente di più e andava custodito con bramosia, non svenduto in cambio di un po’ di pace apparente.
Appena ritrovò il suo tesoro, comprese che cosa doveva fare.



Non c’erano mai state alternative, in realtà



Sorrise teneramente, come aveva smesso di fare il giorno in cui era rimasto solo, allontanandosi persino da Kohaku e dalla reincarnazione del suo Shuichiro, e strinse forte l’orecchino contro la propria guancia, sentendo sulla pelle il tocco leggero delle mani di Kokuyo.



Aspettami ancora per qualche tempo ancora…
C’è un po’ di posto lì vicino a te?



Con quel sorriso malinconico e dolcissimo tornò nella casa, quella casa in cui avevano vissuto loro due insieme, loro due soli, piccola e accogliente e si diresse nella stanza da letto.
Preparò in fretta tutto quello che gli sarebbe servito, e, una volta finito, si distese con grazia sul letto, posando la testa sul cuscino, il palmo aperto con l’orecchino nel centro aperto a pochi centimetri dal viso.
Chiuse gli occhi quando sentì il calore crescere, e rimase immobile, sorridendo beato.
Non sarebbe tornato nel regno dei cieli, non avrebbe fatto più nulla. Si sarebbe lasciato solo guidare dalle fiamme, quelle fiamme che un tempo Lui governava, e si sarebbe fatto portare sino a lui.
Avrebbe di nuovo sentito quel calore



(Il suo calore)


Sarebbe tornato a casa.



Aspettami Kokuyo
, non sto più soffrendo per te,
sto arrivando per te, e starò accanto a te per sempre e di più.









Angolino dell'autrice:
sarò sincera, questa storia non l'ho neppure riletta prima di postarla, quindi non mi stupirei di errori o cose simili, e non so neppure in quale angolo malato della miamente sia nata una cosa del genere, solo che pensavo a cosa avrebbe fatto Hisui senza il suo amato, e così ecco cosa è venuto fuori. Solo un delirio piccino scritto per sfizio personale, perchè una canzone come "Like You" degli evanescence mi fa venire sempre in mente cose così ma non avevo mai avuto il coraggio di scrivere nulla ^__^
  
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