Serie TV > Provaci ancora prof
Ricorda la storia  |      
Autore: ImmaEFP    20/08/2016    2 recensioni
Gaetano non riuscirebbe mai a dirle cosa sente ora, guardandola negli occhi. E ancora una volta scrive su carta, senza sapere se la invierà mai. Forse resterà solo un ricordo come quello che ha di lei, custodito con premura.
Tratto da una piccola isprazione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non ero ancora pronta per riprendere la mia vecchia storia, o meglio ho un blocco dall'ultimo capitolo e quando ho un pò di tempo mi dico sempre che ci vedo provare ma poi, il vuoto totale. E allora dopo un' ispirazione suggerita da una di voi, ho provato a far scrivere qualcosa a G. per C. solo che non so in che contesto inserirla. Dovrebbe essere un pò tutto anonimo. Non saprete se questa lei la riceve, se la leggerà mai. Voglio solo scrivere i suoi sentimenti dopo la mazzata finale e cosa sente di provare nei suoi confronti. Ero un pò incerta, perchè avrei voluto scrivere più cose, ma poi altro che lettera, avrei potuto fargli pubblicare un libro drammatico. Spero solo che sia di vostro gradimento, critiche e consigli ben accetti!
 


Una volta ti dissi che Le perdite sono dolorose anche quando si fa finta di niente. Forse non ti avevo mai persa, mi sbagliavo. Quello non era il modo più doloroso di perderti.
Non ho mai capito veramente però cosa c'era che mi facesse così male quando scappavi. E non si faceva mai finta per davvero, qualcosa non lo sentivo solo io, ma anche tu. Ma cosa importava? Nè io, nè tu avremmo perso niente. Anche se forse con il solo pensiero che saresti rimasta un ricordo,stavo perdendo me stesso.
Ora non ci riesco. No, non riesco a dire che non ho perso nulla. E tutte le altre volte, non sono mai state dolorose quanto questa.Tu non puoi capire come ci si sente, Camilla. Io l'ho provato per anni, seppur in modo diverso, e con questo, hai portato via tutto quello che in poco tempo ero riuscito a costruire.
 Quando mi hai guardato negli occhi prima di prendere la tua nipotina in braccio, ho capito che io non l'avrei piú fatto. Non avrei potuto più stringerti come tu stringevi lei. Non avrei più potuto baciarti o toccarti. Non saresti stata più mia da quel momento e mi faceva un male terribile. E quel tuo sorriso, che non avrei potuto più togliere a suon di baci, mi ammazzava come un coltellata inferta con forza, che ti uccide, subito o quasi. Ma ti uccide apparentemente. Perchè è un dolore che persiste,che ti si attacca addosso e che non ti dà pace. Un dolore che ti ammazza ogni volta, come se fossi destinato a sentirlo sempre. E non riesci a morire mai definitivamente.
 E tutto questo non ha senso. Non ha senso continuare a pensare a te, a svegliarmi e affondare il viso nel cuscino dove dormivi tu. C'è ancora il tuo profumo. Non ha senso girare in casa e non trovarti, oppure sedermi al tavolo da solo e mandare giù quasi niente, se non qualche bicchiere di vino, o di whisky, quando proprio la mancanza è forte. Dovrei dire 9 volte su 10. E no, non ha senso sbronzarmi, continuare a pensare che possa farmi stare meglio, e far sbiadire il ricordo che ho di te. Di noi. A che serve? Basta che dormi, poi torni quello di prima. Che si addormenta mentre singhiozza in silenzio, che si sente impotente per la prima volta. Perché no. Prima non era così. Prima di respirarti, averti addosso, non mi sentivo impotente. Mi sentivo e basta. Volevo qualcosa certo, era chiaro. Volevo te. Ma non in questo modo. Non ti avrei mai voluta così. Quello che sognavo non era questo, non era perderti come se non ti avessi mai avuta. Avremmo rovinato un rapporto messo su da anni, che anche se non era mai stato consumato, a me piaceva.  Avrei preferito restare quelli. Due stupidi esseri umani legati da un filo rosso, che si perdevano e si ritrovavano un attimo dopo. Che si guardavano. Che si volevano bene.
Avrei preferito mille volte averti accanto come amica o come 'consulente alle ricerche della polizia di stato' così come a volte te ne uscivi tu.
Si, Camilla. Ti avrei preferito mille volte così. Perché non avremmo perso nulla. E invece ora sento che non è più lo stesso. Tra di noi c'è stato qualcosa di diverso questa volta, non erano solo più sguardi, o carezze o sorrisi. Ma era concedersi, divenire una sola cosa, sentire il sapore dell'altro.  E quel giorno ho capito che non solo non avrei più dormito con te, o fatto l'amore di notte come due che hanno represso per troppo tempo i sentimenti. Quel giorno ho perso anche la nostra sintonia, la nostra complicità che c'era una all'inizio, a prescindere dallo stare insieme fisicamente. E a me piaceva. Era questo che adoravo, che custodivo dentro di me da sempre. La certezza che nonostante tu rifiutassi i miei continui avvicinamenti, che magari per qualunque altra donna potevano risultare pesanri,  sei rimasta la stessa. Mi sorridevi con la stessa intensità, mi ascoltavi se ne avevo bisogno. Mi guardavi allo stesso modo, mi volevi bene anche tu. Mi cercavi.
E lo facevi perché lo sentivi davvero.
Ora non può essere così Camilla. No. Perché un conto è reprimere qualcosa che per fini coniugali non può esplodere, e un conto è averti avuta, sfiorata, amata e continuare a farti spazio nella mia vita, come se nulla fosse successo. Ma guardarti e basta. Io stavolta non posso accettarlo. Una volta avrei anche potuto continuare così, sulla stessa strada e magari non avrei mai smesso di lottare per averti. Ma ora spiegami che senso ha continuare a rincorrerti quando poi vuoi essere libera. Non ti ho mai chiesto di dipendere da me, anzi. Magari sarebbe stato troppo presto per te, questo lo capivo. Ma non è che ti facessi sentire in prigione. Ti ho sempre lasciato fare le tue scelte, non mi sono mai intromesso, e non ti ho mai costretta a stare con me quando non volevi o potevi. Ti lasciavo andare, anche se sentivo di voler morire sapendoti con qualcun altro. Anche se non ci avresti poi fatto nulla. Ho come ingoiato la mia lingua e sono stato in silenzio. Ti amavo. Non ti avrei mai imposto nulla.
Però se tu non eri così certa di potermi dare quello che ho sempre cercato in te, perché l'hai fatto? Perché hai permesso a te stessa di cedere? Sapevi che ci tenevo da morire. Che per te avrei fatto l'impossibile. Non capisco se sia stato per compassione, per pietà o perché volevi darti e darmi una possibilità. Mi ha fatto male tutto questo.
Una volta immaginavo che se fosse davvero successo, sarebbe stato completamente diverso. Forse mi illudevo anche. Desideravo solo baciarti, fare l'amore con te ma restare poi tutta la notte a dormire. Insieme. E non a vederti scappare verso casa  perché tua figlia Livietta non sa ancora niente. A trattarmi come tuo compagno, a presentarmi come l'uomo che ami, con cui vuoi ricominciare da capo e non come un amante o un surrogato di marito. Avrei solo voluto aspettare il pranzo e la cena che preparavi quando tornavo dal lavoro. E magari a tavola avresti come sempre riempito la mia testa di domande sul caso e con il tuo sesto senso mi avresti portato sulla strada per la verità.                         
 Avrei solo voluto vedere i nostri cognomi sulla porta di ingresso e avere lo stesso mazzetto di chiavi. O chissà, farti spazio nel mio armadio e guardarti mentre scegli quelli giusti. Avrei voluto condividere lo stesso bagno, lo stesso tetto ogni giorno. Avrei voluto essere quella coppia che tu non credevi esistesse ancora, ma che non era detto che non potevamo diventarlo.E invece no. Non ti sentivi pronta e sapevo che non lo saresti stata mai. Non saremmo mai stati veramente una coppia, almeno non come volevo io. Non mi bastava solo fare l'amore. Non era più quello a rendermi felice, appagato. Tutto quel tempo ad aspettarti per cosa? Niente Camilla.
Neanche la certezza che tu mi amavi davvero avevo. Non riusciivo a sentirlo quando mi guardavi, e anche se a modo tuo cercavi di farmelo capire quando stavamo insieme, quando i nostri corpi si univano, non mi bastava. Perché poi a un certo punto mi sembrava anche quasi impossibile fare l'amore. Cercavamo il momento perché magari ci mancava farlo. Ma intanto si perdeva l'intensità, la completezza.  
Invece NOI dovevamo fare l'amore soprattutto perché entrambi avevamo bisogno l'uno dell'altro. Per riempirci di certezze. Ecco.
Era un momento che doveva venire da sé, che non doveva essere cercato. Dovevamo essere di fronte e guardarci. Oppure dovevamo litigare di brutto e fare la pace. Fare l'amore anche con gli occhi, con le mani, con le certezze. E ultimamente non c'erano più. Gli occhi non guardavano solo me.
Avrei solo voluto una vita con te.
Perché forse non l'hai mai capito veramente, non hai mai preso in considerazione che Se una persona non se ne va dopo tutte le tue stranezze, i tuoi sbalzi d'umore, i tuoi errori faresti meglio a prenderla, stritorarla tra le tue braccia e non lasciarla piú. E intendo mai più. O almeno, è quello che farei io se ci scambiassimo di ruolo. Lo farei perché ti amo. Perché non smetterò mai di farlo, anche se un giorno tu decidessi di prendere un'altra strada, che sia lontano o sempre qui. Ma comunque una strada senza di me. A prescindere.
Ti amerò anche quando saranno passati trent'anni. Ma non posso permettere che non sia successo nulla. Perché vuoi o meno è successo. E non si può più ritornare quelli di una volta. Perciò abbi solo cura di quello che siamo stati e ogni tanto ricordati di me. Non come poliziotto. Non come amico adottato. Ma come Gaetano. Quello che 'forzami' o 'sto così bene che ho paura di svegliarmi'. Queste sono cose che continua a dirti un uomo pazzo di te e che non ha fatto altro che aspettarti in tutto questo tempo. E anche se ovunque io vada tu NON verrai più con me, ti porterò sempre a un millimetro di cuore. Sempre. Ti amo, vita mia.
Gaetano.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Provaci ancora prof / Vai alla pagina dell'autore: ImmaEFP