20/08/2016
1 recensioniHaunted house
< Makoto... >
< C-Cos'è stato quello?! >
< Makoto, ascoltami... >
< S-Sousuke! Ho sentito qualcosa! Qualcosa contro la mia gamba! >
< Mako- >
< Te lo giuro! C'era qualcosa di viscido e... >
Sousuke sospirò, tappandosi le orecchie per non dover sentire l'ennesimo urlo terrorizzato di Makoto e salvare i suoi poveri timpani prima che venissero definitivamente perforati dalla voce ormai acutissima del ragazzo.
Makoto affondò il viso nella sua spalla, scosso da violenti brividi, e gli si avvinghiò ancora più addosso, stritolandolo così forte che Sousuke temette di ritrovarsi con due costole rotte (oltre che alla sordità precoce) prima di uscire da quel maledetto postaccio.
Il nuotatore della Samezuka rimpianse amaramente il momento in cui, con un ghigno malizioso, aveva sollevato di peso Makoto dalla panchina del luna park e lo aveva trascinato a forza nella casa dell'orrore, sapendo benissimo che il suo ragazzo era una delle poche persone al mondo a possedere il fisico di un wrestler e il coraggio di un pulcino e pregustandosi già la passeggiata memorabile che avrebbero fatto là dentro, da soli, al buio.
E le sue aspettative erano sfumate al primo urlo che aveva lanciato Makoto (causato da una testa mozzata che era precipitata a terra con tanto di schizzi di sangue e grida), che per tutto il resto del percorso gli era stato attaccato alla schiena come uno zaino da montagna.
Sousuke si ripromise di comprare almeno una mezza dozzina di torte al cioccolato per farsi perdonare, e giurò a sé stesso che non avrebbe mai più portato Makoto in un posto del genere.
Non che gli dispiacesse avere Makoto così vicino a sé (era dannatamente timido, quel ragazzo) ma vederlo ridotto in quello stato e non poter fare nulla per consolarlo era un supplizio.
Se fosse stata una ragazza piccola e graziosa a Sousuke sarebbe semplicemente bastato abbracciarla e nasconderla fra le sue braccia fino a quando non sarebbero usciti da quell'inferno, ma con Makoto la cosa era solo leggermente più complicata.
Sospirò nuovamente, attendendo che il respiro di Makoto tornasse più tranquillo per voltarsi e picchiettargli la testa con le nocche, chiamandolo a bassa voce per non spaventarlo ulteriormente.
Makoto non diede cenni di averlo sentito.
Gli baciò dolcemente i capelli e solo allora Makoto sollevò il viso, ancora scosso ma in più lievemente imbarazzato, adesso.
< Ci sei, Makoto? >
< S-Si... >
< Tra poco saremo fuori. Resisti ancora un po' >
< O-ok... Scusa... >
Sousuke sorrise, intenerito.
< Stupido > mormorò, sfiorandogli le labbra con le proprie < Perché ti stai scusando? >
Riprese a camminare, stringendo le mani di Makoto che lo cingevano sulla vita e accarezzandole piano, per calmarlo.
Makoto affondò di nuovo il viso sulla sua spalla, più sereno, e si lasciò scappare un piccolo sorriso che non sfuggì a Sousuke, il quale ridacchiò.
< Sei così indifeso che ho voglia di saltarti addosso... > scherzò.
< T-Ti sembra il momento, Sousuke?! >
< Non mi merito un premio? >
Makoto balbettò delle parole sconnesse, indignato e rosso come un pomodoro, per poi dare un rapido bacio sulla guancia di Sousuke e sprofondare nell'imbarazzo più totale, non osando più alzare lo sguardo.
E Sousuke sarebbe stato l'uomo più felice del mondo, se solo avesse avuto una minima idea di dove si trovasse l'uscita.
Angolo autrice
Ok, voglio essere sincera: questa storia piccina piccina è nata grazie a un post che ho trovato su Tumbrl, ma quello era un post di poche righe, io l'ho sviluppato in una flashfic XD.
Spero di non essere stata troppo OOC, ho considerato il fatto che Makoto è un tenero fifone e Sousuke un adorabile tsundere con zero senso dell'orientamento, quindi dovrebbe essere IC (teoricamente...) ma potrei essermi sbagliata XD.
Sousuke e Makoto mi ispirano tenerezza, ma tanta tenerezza, li amo troppo insieme <3<3 ma shippo anche il primo con Rin e il secondo con Haru, è sbagliato, per caso...? Chi lo sa XD
Comunque, spero che la storia vi sia piaciuta!
Bacioni
Ayato-sama