Un brutto scherzo
Era straordinario notare come,
appena affondate le mani in quel morbido manto, tutti i dubbi e i
sospetti
provati fino ad ora venissero spazzati via lasciando solo emozioni come
felicità e nostalgia.
Ora che lo teneva così stretto a se non si pose
più la preoccupazione che lo
avesse quasi fulminato, perché quel momento ormai gli
sembrava lontano, quasi
fossero passati interi anni. Anni che in realtà
scoprì non erano neanche pochi
secondi, dato che fu colto di sorpresa sia da Oak che da sua madre
appena
entrati in stanza.
Nel guardarli si sentì il viso in fiamme ed ebbe la
terribile sensazione di
essere stato colto in flagrante.
Sorpreso dalla risatina imbarazzata che gli uscì dalla bocca
e che manco
riconobbe per la sua, sciolse pikachu dall’abbraccio e si
apprestò a salutare:
“Ah, buongiorno professor Oak è da un
po’ che non ci si vede!”
Ash lo salutò senza pensarci troppo ma guardando il sorriso
tirato sulle labbra
del professore, ancora palesemente spaesato nel rivederlo sveglio, si
rese
conto di quello che ebbe appena fatto e ne fu tremendamente in colpa.
“Io... sono stato in coma… Come ho potuto
dimenticarlo…” pensò.
Gli venne d'istinto abbassare lo sguardo e si mise a fissare un punto
imprecisato della coperta con occhi spenti.
Come se il tempo rispecchiasse ciò che succedeva in quella
camera d’ospedale,
il vento si fermò e in quel silenzio che si venne a creare,
una cupa atmosfera
si affermò nella stanza illuminata ormai solo dalla luce
abbagliante del sole che
al contrario di dare un piacevole calore iniziò a rendere
quel locale torrido,
mozzando il respiro e accentuando la sudorazione alle mani,
già umide dalla
tensione.
Guardandolo, l’uomo continuò a non capacitarsi di
come si fosse giunti a quella
situazione, anche con la dichiarazione rilasciata
dall’infermiera Joy riguardo
l’incidente di un anno prima, era rimasto sconvolto nel
sapere come Ash fosse
entrato in coma.
Certo, rivederlo finalmente “vivo” era bellissimo
ma allora perché, nel
guardarlo, sentiva come se fosse in uno di quei momenti di calma,
tipici
annunciatori di una violenta tempesta?
Oak si concesse un profondo respiro per cercare di scrollarsi di dosso
quell’incredibile pressione che ormai lo opprimeva, si
schiarì la voce e decise
di prendere iniziativa.
“Buongiorno tesoro, hai dormito bene? Ti ho portato un succo
e una brioche, il
dottore ha detto che nei primi tempi sarebbe stato bene che non esageri
con il
cibo ma conosco il tuo appetito”
Nel dire questo, Delia scoccò a suo figlio
un’occhiata tra lo nostalgico e il
divertito, felice di vedere gli occhi di Ash riprendere un
po’ di calore.
Si sedette sul letto e porse il sacchetto riprendendo a parlare:
“Quindi mangia con calma e poco alla volta, devi rimetterti
in forze perché tra
un paio d’ore verrà la psicologa a farti
visita”
Oak ricacciò quello che stava per dire, strabiliato di come
la donna riuscì a
spezzare quella specie di incantesimo che si era installato nella
stanza.
Non solo ora si sentiva più rilassato ma lei aveva
addirittura riportato il
buon umore ad Ash che in quel momento, malgrado avesse fame, cedette a
pikachu
parte della sua brioche dopo un corteggiamento supplichevole da parte
del
pokémon.
Il ragazzo fu costretto a bere per non sentirsi la bocca troppo
impastata. Ora che
l'atmosfera si era di nuovo stabilizzata se la sentì di
porre le domande che
gli avevano invaso la mente quella mattina, prima dell'arrivo di
pikachu.
"Mamma, professore... Cos'è... Cos'è accaduto un
anno fa? Per favore,
raccontatemi tutto. L'ultima cosa che ricordo è che mi sono
addormentato
sull'aereo per tornare a Kanto e poi un turbinio di colori..."
Gli venne un dubbio e gli si ingrandirono un po' gli occhi per
ciò che pensò.
Deglutì e continuò la frase:
"In quale ospedale siamo? Siamo a Kanto, giusto?"
I due adulti si scambiarono uno sguardo, indecisi di come
rispondergli
finché il professor Oak non prese la parola:
"Si Ash, siamo nell’ospedale di
Celestopoli…”
Si interruppe per il sospiro di sollievo che il ragazzo tirò.
Dopo un attimo di pausa riprese a parlare:
“Ash, so che ti chiedo un grande sforzo ma puoi parlarci del
turbinio di colori
che avevi menzionato poco fa? Hai qualche ricordo di cosa sia successo
prima di
quello?
Se si, ti chiedo di raccontarlo”
Il ragazzo guardò il professore, voleva essere lui quello
che cercava le
risposte e non darle ma si convinse infine che erano chi aveva davanti,
quelli
più confusi in questa vicenda, e non lui.
Delia invece lo fulminò con uno sguardo ma non disse nulla
per rispetto
dell’uomo, ormai amico di famiglia.
Ash, non accortosi di nulla, iniziò a raccontare di come
avesse vinto la Lega,
della sua partenza da Luminopoli e del viaggio in aereo.
Al momento di parlare di quello strano sogno prima del risveglio si
bloccò e
prese a mordersi il labbro stringendo i pugni, non sapendo come
affrontare la
questione.
La madre che all’esterno sembrava calma e composta era in
realtà paralizzata da
ciò che suo figlio stava dicendo, le peggiori paure sue e
del dottore si
stavano rivelando vere.
Si riprese vedendo Ash in difficoltà e iniziò a
preoccuparsi del suo nuovo
silenzio:
“Tesoro va tutto bene? Puoi anche fermarti, non
c’è bisogno che continui!”
Nel dir questo lanciò un’altra occhiataccia al
professor Oak e se prima rimase
in silenzio, ora disse:
“Perché lo ha messo sotto pressione! Si
è risvegliato solo ieri ed è anche
svenuto per un forte shock. Prima di porgli domande del genere, sarebbe
stato
meglio aspettare un po’ di tempo, lei non crede?!”
Il professore rimase spiazzato da quella dichiarazione, non per il
messaggio in
sé ma per colei che gli parlava.
Decise di ribattere:
“Ti capisco ma più si aspetta e più
sarà difficile parlarne perciò è
meglio che
ne parli ora e che si tolga il peso subito. Inoltre, qualcosa mi dice
che
questo sia l'elemento più importante per chiarire tutto
ciò che c'è di ignoto
in questa vicenda, quindi se riuscisse a dire ciò che ha
provato in quel
momento non credi che potremmo capirne di più?"
Delia si alzò dal letto con il sangue che le ribolliva dalla
rabbia:
"-Aspettare è peggio-, -Potremmo capirne di più-
Lei vuole che Ash sforzi
la sua mente per rispondere alle sue domande
quando la situazione
potrebbe peggiorare. NON HA PENSATO A QUESTA EVENTUALITÁ?!"
"CERTO che ci ho pensato, ma rimango dell'idea che parlarne ora sia la
cosa
migliore per fare un po' di luce sulle vere condizioni di Ash!"
Per Delia fu come ricevere uno schiaffo in faccia, era come se quelle
parole
affermassero che lei non si preoccupasse per come stesse realmente suo
figlio.
Ash non poteva credere che quella discussione stesse avvenendo e
proprio di
fronte a lui, non lo accettava, non gli pareva possibile.
Fu così concentrato su Oak e sua madre che solo allora
l'attenzione gli ricadde
su pikachu che diventava via via più nervoso. Irritato da
tutta la situazione
decise di reagire
"BASTA! IO STO BENISSIMO!"
Il ragazzo urlò o almeno, tentò di urlare, ma
purtroppo, neanche stavolta la
voce gli diede credito tanto che i due litiganti fecero fatica a
sentirlo ma
ugualmente si zittirono per ascoltare il giovane.
"Mi sono fermato nel raccontare prima, perchè ero ancora
confuso su ciò
che avevo sognato"
Dicendo questo accarezzò pikachu con aria malinconica e
proseguì.
"Quando mi sono addormentato sull'aereo ho sognato tutto il mio
viaggio,
ma era strano, era come se si riavvolgesse un nastro, in poco
tempo è
come se avessi rivissuto tutto ma guardandolo al contrario e poi..."
Si fermò un attimo, indeciso su come argomentare e alla fine
scelse di dire:
"Si, insomma, è come se avessi rivisto tutti i miei viaggi
partendo da
Kalos e poi Unima, Sinnoh, Hoenn, Johto, le Isole Orange ed
è continuato fino a
Kanto, ero a Smeraldopoli, mi ricordo che il Centro pokémon
era esploso e...
Pikachu era con me... era stata l'agente Jenny a portarci lì"
Ash aggrottò la fronte e chiuse gli occhi cercando di
ricordare.
"Professore... Quando un ragazzo parte per il suo viaggio di allenatore
può scegliere un pokémon che sia o di fuoco o di
acqua o di erba,
giusto?"
Oak che già stentava a credere a ciò che
ascoltava e mano a mano che il
racconto continuava diveniva sempre più sconvolto fu
totalmente preso alla sprovvista per quella domanda così
fuori luogo ma
rispose lo
stesso:
"Si, hai ragione, i tre starter di Kanto, ad esempio, sono bulbasaur,
squirtle e charmander rispettivamente un tipo erba, uno d'acqua e uno
fuoco"
Ash riprese:
"Ma allora, perché ho iniziato il viaggio con pikachu?"
Oak e Delia rimasero impietriti, si guardarono per qualche secondo
e le loro labbra si stiracchiarono in un sorriso distorto,
guidato dalla più totale paura e preoccupazione:
volevano che quello fosse solo un brutto scherzo
Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Chiedono perdono a tutti quelli che aspettavano la mia storia, con impazienza (?) ma un po' per idee mancanti e un po' perchè ho avuto da fare, solo ora sono riuscita a tirare fuori un capitolo abbastanza lungo da poterlo chiamare tale. Questo capitolo, e probabilmente anche i prossimi, è stato realizzato grazie ai consigli del mio ormai socio che mi è venuto in aiuto.
Spero che vi piaccia e per qualsiasi opinione lasciate pure un commento. Per il prossimo cercherò di essere meno ritardataria.
Detto questo... Un saluto a tutti,
Blackama