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Autore: irene_alice    22/08/2016    0 recensioni
Elisa è una ragazza carina e intelligente ma è costretta a vivere una vita da schiava, trattata come un oggetto, costretta a lavorare ed esposta alle urla dei compratori. Ma cosa accadrebbe se qualcuno cominciasse, pur mantenendo la sua condizione di schiava, a trattarla con gentilezza e le facesse vivere una vita migliore e rispettabile?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci fu un momento di pausa in cui il padrone sembrò riflettere su qualcosa, alla fine decise di parlare e ciò che disse mi stupì tanto che non fui nemmeno in grado di aprire bocca per ringraziare. Cominciai a pensare che avrei dovuto cominciare ad abituarmi alle gentilezze di cui mi circondava, anche se mi facevano sentire in imbarazzo. La proposta che mi aveva appena fatto era infatti una sorta di paga settimanale, anche se la mia condizione di schiavitù non me lo avrebbe permesso ma il padrone era lui e, in effetti, non mi avrebbe dato del denaro. La sua proposta infatti era quella di un baratto, in cambio dei miei lavori lui mi avrebbe dato un oggetto ogni settimana, non aveva specificato di cosa si sarebbe trattato ma io ero felice comunque, non avevo mai posseduto nulla e ora anche solo un mozzicone di matita mi avrebbe fatta sentire una principessa. L'unica cosa che gli sembrò necessario specificare, e io non feci obiezioni, fu che per un mese non avrei ricevuto nulla a causa dei vestiti che già indossavo e degli altri oggetti che avevo a disposizione.

Alla fine di questo lungo colloquio il padrone si alzò e lasciò la stanza senza aggiungere altro e non ricomparve fino alla sera.

Io avevo ricevuto l'ordine di preparare una cena, dopo avergli assicurato che sapevo cucinare, così mi spostai in cucina e, poiché avevo molto tempo a disposizione, feci le cose con calma e meglio che potevo, apparecchiando nella sala da pranzo e mettendo l'unico posto a capo tavola come mi era stato ordinato. La sala era molto elegante ma un elemento stonava nell'armonia del luogo: nel centro della tavola vi era un grande vaso di vetro vuoto, sembrava che dovesse contenere dei fiori che però non c'erano, mi dava un senso di solitudine e tristezza che aleggiava in tutta la casa ma solitamente era ben simulata dall'eleganza delle sale e dai colori gradevoli. Rimasi ferma a guardarlo per qualche momento, poi mi ridestai e tornai in cucina per preparare la cena.

Quella sera mangiai gli avanzi, scoprii che il padrone mangiava molto poco e imparai che le volte successive avrei dovuto preparare molto meno perchè non avanzasse anche a me.

Dopo cena il padrone sparì ancora ma, dopo aver riordinato la cucina e la sala da pranzo, scoprii dal rumore di una sedia che si era rifugiato in biblioteca, non avendo altro da fare decisi di andare in camera mia e provare a riposare. Addormentarmi quella sera non fu semplice come pensavo, mille pensieri mi affollavano la mente e mi ci vollero almenno un paio d'ore per esaurirli e riuscire, finalmente, a scivolare nel sonno.

   
 
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