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Autore: comefosseunchiodofisso    22/08/2016    0 recensioni
-Mh, Edith- incominciò Reid, verso la ragazza di fronte a lui -Colei...-
-...che lotta per la felicità- conclusero insieme. Lei gli sorrise, che si era fermato a guardarla, ovviamente non direttamente negli occhi. Spencer non era il tipo: "quelli come lui", così si descriveva egli stesso, restavano in disparte. Passavano inosservati, per lo più come acqua che scorre sotto i ponti. Silenziosamente, senza dare nell'occhio.
***
Come poteva lei? Cercava la felicità in ogni posto. Persino dove la perse. Persino dove gli avevano detto di non cercare. Spencer abbassò lo sguardo sui suoi occhi lucidi e nascose tutta la timidezza di cui era sottomesso e la strinse più forte che poteva, fino a sentirla dentro alle ossa. Fino a sentirla dentro al cuore.
***
Questa è la storia di Edith Anderson e Spencer Reid, due giovani introversi che si trovano a combattere insieme le difficoltà della vita. E tra sguardi, incomprensioni, sbagli, litigate, gelosie e intimità, i due si guardano negli occhi e capiscono cosa si prova ad amare veramente.
Spero vi possa piacere.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Garcia informò che una settimana prima dell'uccisione di Karl e John, ci fu stato un altro omicidio uguale, identico, a quello di cui si stava occupando la squadra. Mandò tutte le informazioni sui due ragazzi alla BAU che prima di pranzare di riunirono per esaminare; ma anche da lì trovarono poco e niente. I due ragazzi erano omosessuali, trovati morti quattro ore dopo che la notizia colpì la polizia del quartiere, e che i due giovani furono trovati abbracciati di fianco ad un mazzo di fiori, sul ciglio di un vicolo cieco. Mentre la squadra stava pranzando, Reid spiegò a Edith come andò dopo aver preso quel killer con disturbi di personalità. Le spiegò che lo presero, e lo uccisero perché continuava a tenere in ostaggio uno dei ragazzi che aveva intenzione di uccidere e minacciava di uccidere uno della squadra. Ma la mattina dopo, in ufficio, si trovarono una lettera scritta a mano, e recitava:"Ora che mio fratello è stato ucciso, proseguirò io le sue azioni. Buona ricerca BAU."
-E come sapete che è suo fratello?-
-Perché lui ci è sfuggito. Ed era un complice- rispose Reid. Sospirò. -Quella sera il killer sapeva che lo avremmo cercato e fermato. Fece perciò il lavaggio del cervello a suo fratello . Ce lo disse lo stesso killer, subito dopo che il fratello riuscì a sfuggirci.-
Edith rimase in silenzio. -Garcia sa dove può essere?-
-Non lo so... ora finiamo di mangiare, poi ci rimettiamo subito al lavoro- Reid vide Edith scossa. -Ehi tranquilla. Lo prenderemo.-
-Lo so, non è quello...- sospirò Edith.
-Però tranquillo. Non preoccuparti.-
Spencer arricciò il naso. -Se hai bisogno di parlare...-
-So di poter contare su di te- concluse Edith. -Grazie Reid.-
-Garcia?- chiamò Rossi. -So che hai molto da fare, ma intanto...-
-Ditemi- disse vivace Garcia.
-Mitica- sospirò Rossi. -Cercaci Tim Layton-
-Ma è...-
-Proprio lui- concluse Rossi. -Hotch!-
-Dimmi-
-Ti ricordi il killer? Il suo marchio?-
-Si, metteva i ragazzi abbracciati. Infatti è per questo che Emily se ne ricordò-
-E poi?- spronò Rossi, di rimando.
-I fiori- spalancò gli occhi Hotch. -I fiori, c'erano anche questa volta. Come ho potuto non dare importanza a quel mazzo di fiori-
-Ragazzi- interruppe tutto Reid. -Le tracce trovate sui ragazzi e il
sangue non sono solo di Karl, John e Tim...-
-E chi c'è ancora?-
-Un certo Harry Pearl. Vi mando la sua foto immediatamente.-
Garcia, che era ancora in linea, cercò subito questo Harry.
-Ragazzi, è un tossico-dipendente. Non ha né un telefono, ne una casa-
-E come lo rintracciamo?- chiese Jj.
-Dobbiamo prima trovare Tim- rispose Edith.
-Garcia, trovalo- ordinò Hotch.
-Il problema di questo simpaticone, è che non ha telefoni
né tanto meno una residenza. Ora provo a cercare se ha qualche carta di credito. Guardo anche i suoi precedenti e provo a capire dove possa essere adesso- -Sei favolosa Garcia- disse Rossi.
-Ah ragazzi, comunque ho trovato Tim. Il suo telefono si sta muovendo in direzione di casa sua. Abita vicino all'Hyde Park-
Hotch e Rossi andarono verso l'abitazione di Tim. Arrivati davanti alla sua porta, Hotch le diede un calcio ed entrarono.
-Agenti federali!- disse Hotch puntando la pistola in faccia a Tim. Era proprio lui: non era cambiato molto. Si vedeva che era lui: stessi occhi marroni e stanchi, stessi capelli unti e lunghi. Solo che si contavano qualche ruga in pù. -Tim Layton, sei in arresto- disse Hotch, legandogli i polsi con delle manette. -Hai il diritto di stare in silenzio. Portatelo via.-
-Dove saranno mai?- farfugliò lui, evidentemente ubriaco.
Rossi e Hotch si guardarono, anche un po' consapevoli che trovare Harry non sarebbe risultato così facile.
I due agenti tornarono nella stazione di Chicago, e incominciarono a pensare ad un modo per far parlare Tim.
-Tim ha un disturbo psichico della condotta anti-sociale e della
personalità, i quali possiamo distinguere in gruppi: A, B, C e NAS- cominciò Reid. -Potremmo classificare Tim nel gruppo B, nel quale nuota nel più totale egoismo e narcisismo.-
-Che tecnica ci consigli di usare per potergli strappare qualche informazione?- gli chiese Jj.
-Non so, nelle sue fantasie sadiche lui si sente potente, quindi suppongo che sia meglio adularlo, perché lui è il dominatore- rispose Reid.
-Reid, pensi di poter cavartela?- lo spronò Hotch. -Pensi di potertene occupare tu?-
-Non so... io...- balbettò insicuro Reid. -Reid- iniziò Hotch. -Entra e fai quello che meglio sai fare: fai sentire gli altri importanti.-
Reid si sentì lusingato, ma sapeva che questo significava anche che lui non era di carattere fote. Deglutì ed entrò nella stanza. Lo guardarono tutti dal vetro oscurato della sala. In prima fila c'era Edith, che si sentiva disorientata senza il suo partner e in ansia per Reid. Quella chiacchierata sarebbe valsa oro.
-Ciao Tim- iniziò Reid-
-Mh, hanno mandato quello fragile a parlare con me- disse con tanto sarcasmo Tim. Reid si sentì offeso, insicuro, e subito iniziò a balbettare.
-Tim...- iniziò Reid. -Ci serve sapere dov'è Harry.-
-Secondo te, vengo a dirlo ad uno come te?-
-Tim, noi siamo colpiti da come stai lavorando- mentì Reid, per farlo sentire importante. -Nemmeno io, il cervellone del gruppo,
sono riuscito a trovare qualcosa che potesse aiutarci.-
Tim si mosse sulla sedia.
-Segno che si sente a suo agio. Bravo Reid.- sussurrò Rossi.
Edith sospirò, ancora ansiosa.
-Beh, ci avete provato. E ci siete anche quasi riusciti a strapparmi
qualcosa. Ma tutto quello che posso dirvi è: dove saranno mai.-
Reid, scorraggiato uscì dalla stanza. Appena uscì, alzò le spalle.
-Ho provato ma...-
-Tranquillo, hai fatto tutto quello che potevi fare. Tim è un osso duro. Ora chiamiamo Garcia e sentiamo se ha qualcosa da dirci.- lo rassicurò Hotch. -Garcia, ci sei?- -La maga della tecnologia è a vostra disposizione.-
-Trovato qualcosa?-
-Harry ha dei precedenti che farebbero paura persino a voi: è stato arrestato cinque volte per guida in stato di ebrezza, due volte per abuso di minori e tre volte che tentati omicidi, a cui è riuscito tutte le volte ad uscirci salvo. Non ha carte di credito, non ha nulla a cui si può; fare
riferimento, però fino a quattro giorni fa lavorava, ma ora l'hanno licenziato, dal meccanico vicino a West Side in cui lavorava.-
-Andiamo a vedere se c'è ancora, e andiamo a chiedere al proprietario se riesce a darci qualche informazione su di lui.- disse Hotch a Rossi ed Emily. -Jj, tu avvisa la stampa di non spargere tanto la voce, dato che Harry è quello recessivo, e appena verrà a sapere qualcosa si organizzerà per fuggire. Garcia?- -Si?- rispose pronta.
-Continua a scavare.- disse autoritario. -Reid, Edith, voi starete qui in stazione e provare a capire cosa significa "dove saranno mai?". Quel bastardo deve essere da qualche parte.-
Annuirono tutti, sotto ai comandi dell'agente Hotch.
Jj chiamò immediatamente la stampa, Garcia riattivò le sue dita veloci, mentre Edith e Reid si sedettero per capire quale indizio ci fosse in quella apparentemente facile frase.
-Per quanto sia dominante, Tim non è un tipo complicato e intelligente.-
-Da cosa lo deduci?- chiese Reid a Edith, non capendo dove volesse arrivare.
-Le sue frasi sono molto lunghe, e ciò significa che esprime emozioni false. Gesticola poco; ha sentenze non vere. Poi sa che tu e lui non eravate da soli. In una situazione più intima probabilmente sarebbe stato più aperto, più vero. Ha una competitività eccessiva, esagera nel parlare di sé. Si vede che è sicuro di sé, data la sua postura eretta. Più volte ha anche cercato il contatto visivo. Si sente, si, superiore. Ma abbiamo visto che è stato molto sulla difensiva. Cosa che caratterizza un insicuro.- finì Edith.
-Quindi per capirlo...-
-...è facile.- conclusero insieme.
-Esatto!- esultò; Reid. -Come ho fatto a non capirlo prima?!-
-Basta contare le lettere di ogni parola: dove, quattro lettere;
saranno, sette lettere; mai, tre lettere. 473.- contò Edith.
-Cosa pensi che sia?-

Ciao a tutti :))
Come state? Ecco il secondo capitolo! Spero vi possa piacere. Sono stata contentissima di tutte le visite che ho avuto (nulla di enorme, però sono felice lo stesso) e quindi volevo ringraziarvi, del fatto che abbiate anche solo letto.
Mi piacerebbe sapere che ne pensate; se avete da dirmi qualcosa,
potete, non mi offendo ahah. Ci vediamo presto.
Ciao bellissimiii :)))
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