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Autore: Amily Ross    22/08/2016    4 recensioni
(Sequel de: “Il Ritiro Natalizio della Nazionale Giovanile.”)
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È passato circa un mese dal ritiro natalizio in Austria, molte cose sono cambiate da allora, e molte altre dovranno ancora cambiare; è rimasto indelebile il ricordo di quella “vacanza” nel cuore di tutti. Ognuno ritorna a vivere la propria vita: chi in Francia, chi in Germania e chi in Giappone, ma c’è profumo di cambiamenti nell’aria: nuove vite, nuove città e nuove conoscenze, cambieranno la vita di alcuni di loro. Fanny ha intrapreso la carriera di manager alla Mambo, al fianco di Amy, ma presto una nuova avventura la porterà nel paese dei suoi sogni, là dove gioca il suo ragazzo: la Germania.
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Questa fiction è temporalmente collocata nel 2018, e i ragazzi e le ragazze hanno tutti ventuno anni o quasi.
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Grace (Machiko Machida), Jun Misugi/Julian Ross, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note introduttive: eccomi qua, gente, finalmente sono tornata, ebbene sì… dopo un anno ecco qui il tanto agognato sequel del Ritiro, l’ispirazione è tornata, e per i nostri cari calciatori le vacanze sono finite, ora è tempo di ricominciare. Come già detto in precedenza qui verranno spiegate alcune cose lasciate in sospeso nella precedente fiction, ma senza fretta. xD ringrazio ancora tutti voi che mi avete sostenuta con il Ritiro e il Diario di Grace, voi che avete costantemente recensito e voi che avete amato con me questi personaggi – anche Fanny – siete stati davvero fondamentali nella stesura di quelle fiction a me/e a voi tanto care. Non nego di essere un po’ emozionata per questo improvviso ritorno, e tanto felice di pubblicare. Che dire? Vi aspetto e spero che tutto questo vi piaccia. Un ringraziamento particolare e doveroso, va alla mia Darling, reggina. Senza di lei probabilmente non sarei qui a pubblicare, lei, compagna di scleri e notti di puro cazzeggio. ♥ Bien, gente, adesso la smetto di ciarlare e vi lascio alla storia. Un bacione immenso, la vostra affezionatissima Amy.

 

Capitolo 1: Nuovi inizi

 

Le vacanze natalizie sono ufficialmente finite, le università riaprono i battenti e con esse anche i campionati riprendono incessanti. Chi in Francia, chi in Germania, chi in Giappone, i nostri campioni riprendono a dar calci ad un pallone.

Molte cose sono cambiate da quel ritiro, che rimarrà nei cuori per gli anni a venire. Uno tra questi è sicuramente il Baronetto, mai Julian avrebbe immaginato di ritrovarsi la cugina – Fanny – tra lo staff delle managers; così come mai avrebbe immaginato di potersi dichiarare e vivere alla luce del sole il suo amore con Amy – la sua storica manager ora affiancata dalla cugina.

Fanny dal canto suo, mai avrebbe pensato di poter iniziare ad amare il calcio, ha imparato che non tutto è scontato e che a volte le apparenze ingannano. Se quel giorno non avesse incontrato Marshall ora non sarebbe la ragazza di Benji.

Il portiere è dovuto tornare ad Amburgo, mai avrebbe pensato che potesse mancargli così tanto Fanny. Per fortuna, grazie alla tecnologia, possono sentirsi e vedersi in ogni momento libero – nell’attesa di poter stare presto insieme.

Holly e Patty, sono la nuova coppia del momento. Nessuno avrebbe mai scommesso uno yen che il tonto capitano sarebbe riuscito a mettersi con la storica manager maschiaccio, e invece il miracolo è accaduto.

Tom dimenticata velocemente Azumi, ha conosciuto una nuova ragazza, Charlotte, con la quale si frequenta da qualche settimana.

Non tutto va come deve andare, per alcuni c’è aria di tempesta, presto una catastrofe spezzerà l’equilibrio di una coppia e dei loro amici.

***

 

Amburgo: lunedì 10 gennaio, 2018 campo di allenamento, h. 16:00

La seduta di allenamento è appena iniziata, i calciatori stanno eseguendo gli esercizi di riscaldamento, tutto procede normalmente, i ragazzi corrono lungo il perimetro del campo seguiti dal mister. Grace in panchina, da brava manager, sistema tutto con puntiglio.

«Va bene, basta scaldarsi. Indossate le pettorine e schieratevi in campo, oggi faremo una partitella.» dichiara Thomas Schneider. La squadra annuisce, e prontamente, si schiera sul rettangolo verde, l’allenatore fischia l’inizio dell’incontro ed il gioco comincia.

La partitella procede senza grossi intoppi, con la squadre dalle pettorine rosse – capitanata dal Kaiser – in svantaggio per una rete a zero, contro quella dalle pettorine gialle – capitanata da Benji – artefice del goal ai danni di Müller è stato Jara.

Price sorride godendosi il vantaggio della sua squadra, sperando che i suoi due amici/rivali – Karl ed Hermann – non violino la sua porta, ma qualcosa lo turba deconcentrandolo leggermente dal gioco: Karl. Il Kaiser sembra ancora non esser entrato in partita, è lento e non riesce a giocare come è solito fare.

Dopo il goal, il secondo portiere dell’Amburgo rilancia il pallone ai suoi compagni, tutta la squadra marcata, si spinge in avanti, il pallone giunge ai piedi di Schneider –  che affiancato dall’onnipresente Kaltz – raggiunge la porta di Benji.

Il portiere li guarda con un sorriso, l’amico sembra tornato il solito di sempre, e ciò gli permette di rilassarsi e concentrarsi sull’incontro e sulla cannonata che a breve dovrà cercare di non fare entrare nella sua porta.

Karl lo guarda un attimo, uno strano lampo, attraversa i suoi occhi azzurri e sorride passando la sfera ad Hermann che inizialmente finge di tirare in porta, ma poi alza in alto il pallone; Price li guarda confuso, sorride lievemente e li lascia fare, attendendo il tiro. Ormai ha capito che a tirare sarà il Kaiser, che proprio in quel momento spicca un salto e si gira in aria per tentare la rovesciata.

Benji apre lievemente la bocca incredulo, il signorino tedesco, sa benissimo che oltre al suo tiro speciale non riesce a parere nemmeno la nota rovesciata del connazionale Hutton. “Che hai in mente?” si chiede, giusto il tempo di formulare il pensiero, che il pallone in discesa viene violentemente colpito dal biondo. Il bastardo ha unito la potenza della rovesciata a quella del Fire Shot. Una bomba impossibile da parare, insomma.

Ovviamente il portiere ci prova con tutta la sua abilità a non farla entrare, ma è del tutto inutile, il pallone entra facendo una parabola perfetta sotto la traversa – Price si tuffa – ma la palla schizza giù velocemente insaccandosi nell’angolino basso della porta. Benji ricade sbattendo il polso destro sul terreno di gioco, ma non se ne preoccupa più di tanto, si alza e sorride all’amico, mentre il mister fischia decidendo di far finire la partitella al 45’.

Schneider sorride vittorioso ed alza il pugno destro al cielo, Benji sorride e gli si avvicina. «Ammetto che questa non me l’aspettavo, gran bella mossa, bravo, Kaiser.» dice stringendolo. «Mi è venuta al momento di tirare, credo la userò anche domenica contro il Bayer.» risponde Karl. Price sorride assieme ad Hermann, e col resto della squadra, raggiungono la panchina – dove alcuni bevono ed altri si asciugano il sudore.

Grace si avvicina al fidanzato e lo stringe. «Wow! Che tiro, sei stato fantastico, amore mio.» gli sussurra all’orecchio per poi baciarlo, lui sorride, la solleva da terra e ricambia il bacio con infinita dolcezza. «Siete tutti in ottima forma, gran bel tiro, Karl.» dice Thomas Schneider, orgoglioso del figlio e soddisfatto della buona forma fisica dei suoi ragazzi. «Adesso ci spostiamo in palestra.» dichiara avviandosi verso l’interno della struttura.

I calciatori e la manager lo seguono. «Amore come ti senti?» chiede Grace mano nella mano col fidanzato. «Non preoccuparti, Starlet,[1]  sto benissimo nessun mal di testa.» risponde il Kaiser sorridendole, mentre entrano in sala attrezzi.

Arrivati in palestra i calciatori prendono posto sui vari attrezzi, riprendendo così l’allenamento. «Che ti ha detto?» chiede il mister avvicinandosi alla manager. «Ha detto che si sente bene, nessun mal di testa o altri fastidi.» risponde lei. «Capisco. L’ho osservato durante la partitella, nei primi dieci minuti non è stato partecipe, poi si è sbloccato ed ha fatto quel goal sensazionale.» dice Thomas con un sorriso fiero, osservando il figlio sulla panca, mentre esegue degli addominali.

La ragazza annuisce con un sorriso, osservando anche lei il ragazzo, con occhi sognanti perdendosi in quei muscoli che si contraggono e decontraggono appena percettibili dalla maglia aderente. «Grace in ogni caso, anche se oggi sta bene, tutta questa storia mi preoccupa. Stanotte è stato nuovamente male.» sospira l’uomo, seriamente preoccupato per la salute del figlio. Nell’apprendere la notizia gli occhi della manager si velano di lacrime, ma non piange, lei è Grace la forte – perché sì, adesso è tornata ad esserlo.

Guarda ancora un attimo il fidanzato, poi volge lo sguardo ambrato al mister e sorride. «Lo so, anche io e i ragazzi siamo preoccupati. Stai tranquillo, oggi gli parlerò e cercherò di convincerlo a fare delle analisi. Hai la mia parola, Thomas.» sorride Grace decisa, non le importa, ormai ha deciso – o con le buone o con le cattive – lo costringerà a fare un controllo.

L’allenatore sorride riconoscente, è felice che questa dolce e temeraria ragazza sia la manager della sua squadra e fidanzata di suo figlio, soprattutto. L’allenamento continua tranquillamente, tutti i ragazzi sui vari attrezzi, continuano a svolgere i rispettivi esercizi.

Karl inizia ad accusare la fatica dello sforzo, e come ogni volta che ciò accade, arriva il consueto mal di testa, ma non gli dà peso, continua gli addominali imperterrito – non un cenno che lasci intendere il crescente malessere. Sarà solo un eccessivo periodo di stress, così convince se stesso a non fermarsi, spronandosi ad andare avanti, rassicurando così anche gli altri che si preoccupano per lui.

Alle 18:00 in punto Thomas Schneider dichiara finito l’allenamento, gli atleti abbandonano gli attrezzi e vanno a fare le docce. Benji sente un leggero dolore al polso destro, ma non se ne preoccupa più di tanto, associandolo alla botta presa prima, con una pomata passerà tutto nell’arco di due giorni.

I ragazzi ridono e scherzano sotto le docce, Kaltz osserva il suo migliore amico, che non si accorge dello sguardo e a occhi chiusi si sciacqua i capelli, trovando anche sollievo dal potente mal di testa che continua a infastidirlo senza dargli tregua.

Intanto Grace sul rettangolo verde, da brava manager qual è, mette i palloni nella rete, riponendoli poi nel magazzino e le pettorine in un cesto per lavarle, nel frattempo pensa a come convincere il fidanzato a farsi fare un controllo. Sa bene che non sarà facile, ma non ha nessunissima intenzione di arrendersi, non l’ha mai fatto in tutta la sua vita e non intende farlo adesso.

***

Casa Schneider: camera di Karl, h. 19:00.

Il Kaiser è disteso sul suo letto, sebbene abbia preso un analgesico, il mal di testa non è ancora del tutto passato, ma inizia ad attenuarsi. Ha gli occhi chiusi e sta quasi per addormentarsi, quando la suoneria di un messaggio lo costringe a riaprire le sue gemme azzurre.

Allunga la mano destra e prende il cellulare poggiato sul comodino per leggerlo.

«Amore ci vediamo? Devo parlarti.»

Sorride leggendo il messaggio della fidanzata. «Va bene, Starlet, ti porto a cena fuori, passo a prenderti tra un’ora.» risponde Karl sospirando, immaginando già di cosa vorrà parlargli la sua dolce e temeraria manager.

Guarda l’orario sul display e decide di mettere la sveglia per concedersi un’altra mezz’oretta di riposo, nella speranza che il dolore passi definitivamente, posa il cellulare sul cuscino e chiude gli occhi cercando di rilassarsi senza pensare a nulla, poco dopo si addormenta.

Casa Machida: camera di Grace, h. 19:00.

«Ich liebe dich, Kaiser! » gli scrive ancora lei , per poi aprire il contatto del suo migliore amico e mandare un messaggio anche a lui.

«Vado a cena fuori con Karl, ho tutte le intenzioni di convincerlo a fare un controllo.
Potrei aver bisogno di te ed Hermann.» gli scrive. Benji è online, in quanto sta messaggiando proprio su WhatsApp con Fanny, attendendo la risposta della fidanzata risponde all’amica.

«Noi abbiamo deciso di andare al Paulaner’s, come sempre del resto.
Almeno che non abbia intenzioni di portarti in un ristorante di lusso possiamo vederci lì.» scrive il portiere.

«Va bene, allora ci vediamo lì. Dite a Derek di farvi mettere nella sala fumatori, così Karl non si accorgerà della vostra presenza.» risponde ancora Grace.

«Agli ordini!» risponde Benji, rispondendo poi al messaggio della fidanzata.

Grace torna sul contatto del fidanzato e sospira vedendo che l’ultimo accesso è delle 19:00, e a un quarto d’ora dall’invio, non lo ha ancora letto, poggia il cellulare sul letto, prepara i vestiti e va a farsi una veloce doccia.

Automobile di Schneider, h. 19:55.

Karl del tutto ripresosi dal mal di testa, sta aspettando da circa cinque minuti la fidanzata a bordo della sua Porsche Carrera nera, intanto si stranizza del fatto che né Price né Kaltz lo abbiano chiamato per uscire, poi sorride; immaginando il primo al computer a fare Skype con la fidanzata in Giappone, e il secondo che avrà optato di passare la serata alla Playstation in compagnia dell’immancabile birra e stecchino in bocca.

Il candido sorriso del Kaiser si allarga ancora di più quando Grace esce di casa – bellissima come sempre – con indosso una minigonna in velluto nero, i collant color carne, le immancabili ed insostituibili Dr. Martens, un golfino bianco come la sciarpa ed il cappotto nero. I lunghi e morbidi capelli mossi lasciati sciolti sulla schiena, appuntati ai lati con due forcine e i bellissimi occhi ambra liberi dagli occhiali – ormai li indossa raramente – optando il più delle volte per le lenti a contatto.

Grace entra in auto, lo stringe e lo bacia, Karl le carezza  i capelli e ricambia con dolcezza. «Come stai?» gli chiede dopo essersi staccati dal bacio. «Benissimo!» risponde lui con un bel sorriso; lei lo osserva, annegando inevitabilmente nei suoi profondi e meravigliosi occhioni azzurro ghiaccio. Il suo bel viso è rilassato e i suoi occhi sono sinceri, ormai dopo tre anni, è capace di leggere in essi ogni emozione e sensazione. «Va bene, mio bel Kaiser.» dice infine Grace, ancora persa negli occhi del fidanzato.

«Ti sei incantata?» le chiede Karl trovandola dolcissima, dandole un tenero buffetto sul naso. Grace sorride e scuote la testa. «Ammiravo solo i tuoi bellissimi occhi.» mormora, mentre le sue guancie si tingono di rosso, lui sorride e la guarda trovandola bellissima e dolcissima. «Paulaner’s?» chiede. «Come sempre.» ride lei.

«No, sul serio, se vuoi ti porto in un posto più romantico.» dice Schneider mettendo in moto. «Assolutamente no, il Paulaner’s va benissimo. Nessun posto per me è più romantico di quello, non perché negli effetti lo sia, ma perché è lì che ci siamo messi assieme e per me significa molto.» risponde sinceramente Grace, mettendo la mano su quella che lui tiene sul cambio.

Karl sorride e poco dopo parcheggia proprio davanti al locale che ha visto sbocciare il loro amore, proprio tre anni fa. Il biondo esce dall’auto, e veloce, raggiunge la portiera del passeggero, che apre cavallerescamente. «Starlet!» dice con tono dolce, porgendole la mano. Grace sorride divertita, l’afferra ed esce. «Kaiser!» risponde a tono, prendendo la gonna con la mano libera, facendo un lieve inchino.

Schneider sorride e la guarda perso, mai avrebbe immaginato che un giorno si sarebbe innamorato così perdutamente di una ragazza, tantomeno di una giapponese. Tante ragazze sono entrate nella sua vita – nel suo letto soprattutto – ma mai nessuna è entrata nel suo cuore come solo Grace è riuscita a fare.

Paulaner’s Miraculum: sala fumatori, h. 20:15

Benji ed Hermann sono arrivata con largo anticipo rispetto ai due amici, e per non farsi beccare, oltre ad aver preso posto nella sala fumatori – nella quale si stanno terribilmente intossicando – hanno parcheggiato le moto al garage del figlio del proprietario, il loro amico Derek. «Illuminami, perché siamo qui ad intossicarci di fumo e non nella solita sala?» sbuffa Kaltz sventolando una mano davanti al proprio naso.

«Perché dall’altro lato ci stanno i due piccioncini, Grace vuole costringere Karl a fare un controllo, mi ha detto che potrebbe aver bisogno del nostro aiuto.» spiega Price, non badando al terribile puzzo di fumo, bevendo tranquillamente la sua birra. «E cosa dovremo fare esattamente?» chiede ancora il tedesco. «E cosa vuoi che ne sappia, suppongo intervenire nel caso il caro Kaiser inizi a protestare. E non fare l’esagerato per un po’ di nicotina, non è mai morto nessuno, lo so c’è puzza, ma se Schneider ci vede si incazza.» dice ancora Benji, mentre la cameriera di turno porta loro la cena.

Hermann sorride alla ragazza, la quale purtroppo per lui, ha occhi solo per il bel portiere nipponico – non sapendo che questo si è fidanzato. «Hai ragione, se siamo qui per convincere quella testaccia dura a fare un controllo posso anche sopportare un po’ di fumo, la salute di Karl vale di più di qualche indumento impuzzato.» risponde il biondo, dopo che la cameriera è andata via. Benji annuisce con un sorriso ed inizia a mangiare. Nulla è più importante della salute di un amico, e lui, per i suoi migliori amici è disposto a fare di tutto.

Paulaner’s Miraculum: sala non fumatori, h. 20:15

I due fidanzati sono appena arrivati al locale, Derek li accoglie facendoli accomodare gentile e ospitale come sempre. «Il solito?» chiede, facendo annuire i due amici. Sparisce scrivendo le ordinazioni e torna poco dopo con due birre e degli stuzzichini. «Lizzy sta già preparando per voi.» dice poggiando tutto quanto sul tavolo.

«Grazie, Der.» sorride Karl, prendendo un sorso di birra, poi una manciata di arichidi. Grace sorride guardandolo e mangia qualche patatina, sapendo che nella sala accanto ci stanno già i due amici, in quanto Benji le ha mandato un messaggio poco prima che lei uscisse di casa. «Di cosa volevi parlarmi, amore?» chiede il Kaiser non riuscendo più a trattenere la curiosità.

«Non c’è fretta, Karl, abbiamo tutta la sera per parlare di tutto quello che vogliamo.» sorride dolcemente Grace, bevendo poi un po’ della sua birra.  Il ragazzo sospira e annuisce, sorridendole e sgranocchiando distrattamente stuzzichini, finché Derek non porta loro la cena.

Con un bacio a fior di labbra si augurano buon appetito, ed entrambi iniziano a mangiare, Karl è insolitamente silenzioso e pensieroso, anche Grace mangia in silenzio e pensierosa – pensando a come prendere il discorso – mentre lo guarda e gli sorride per non farlo insospettire più di tanto, in quanto sa che il suo ragazzo non è affatto scemo, e che forse, ha già capito tutto.

La manager ingoia il boccone, prendendo definitivamente il coraggio di esporre la questione, ma il fidanzato l’anticipa. «So già qual è lo scopo di questa uscita e la mia risposta è sempre la stessa: è solo stress, non avete alcun motivo di preoccuparvi così tanto.» dice guardandola dritto negli occhi. «Karl, amore mio.» sussurra Grace stringendogli la mano e ricambiando lo sguardo, riuscendo a stento a trattenere le lacrime.

«Ti prego fallo per me, probabilmente hai ragione tu, ma non ti chiedo chissà cosa, voglio solo che domani fai un prelievo. Ho già preso appuntamento con l’ambulatorio di analisi.» dice in lacrime, stringendogli più forte la mano e non smettendo di fissarlo. Karl la guarda, sospira e chiude un attimo gli occhi. «E va bene, domani farò questo prelievo così starai più tranquilla.» risponde con un sorriso, alzandosi e stringendola forte. «Non piangere, Starlet, poi mi diventi brutta col trucco sbavato.» le dice ancora, cercando di farla ridere, asciugandole gli occhi con un tovagliolo di carta.

Grace lo guarda e sorride stringendolo forte. «Grazie, amore mio. Se non vuoi andare solo posso venire con te.» gli propone con un dolce sorriso. “È andata bene, pensavo avesse fatto più storie.” pensa. Karl la guarda, ponderando la proposta, poi annuisce baciandola teneramente e lei ricambia più sollevata.

«Vado un attimo in bagno a sistemarmi il trucco, dato che sono diventata un panda.» ride la ragazza dopo il bacio, il calciatore ride a sua volta, le dà un bacio sul naso e annuisce tornando al suo posto, riprendendo a mangiare. Grace arrivata in bagno, si sistema il trucco che ormai è un mezzo disastro e ne approfitta per mandare un messaggio a Benji e informarlo della decisone dell’amico.

Poco dopo torna in sala, dove il fidanzato l’accoglie con un sorriso. «Pensavo che dopo il prelievo potremo andare a fare colazione e poi andare direttamente agli allenamenti.» le dice pulendosi la bocca con il tovagliolo e poi bere la birra. Grace lo guarda un attimo assorta, poi annuisce. «Alle 7:30 dobbiamo essere già lì per le analisi.» gli dice. «E sia, alle 7:15 sarò da te e non farmi aspettare mezz’ora in auto come tuo solito.» le risponde lui ridacchiando. Grace per tutta gli risposta sorride e gli esce la lingua.

La cena passa in tutta tranquillità, tra chiacchiere e risate, una volta finita Karl paga e vanno a fare un giro alle bancarelle, lungo il viale che costeggia il fiume Elba. «Se papà me lo concede, anziché andare a Leverkusen con il resto della squadra per la trasferta di domenica prossima, vorrei andarci sabato con te e passare un weekend romantico.» dice Karl fermandosi davanti a una bancarella, mentre osserva dei braccialetti, interessato.

«Va bene, mi piace come idea, amore mio. Spero proprio che tuo padre acconsenta alla tua richiesta.» risponde Grace con un dolcissimo e bellissimo sorriso, il Kaiser ricambia il sorriso e prende una cordicella rossa con delle lettere e un cuoricino in argento, a dividerle. «Potrebbe farmene uno con la K e la G, con in mezzo un cuore e una stella?» chiede al tipo della bancarella, lui annuisce e si mette subito a lavoro.

«Karl…» sussurra Grace guardandolo con occhi lucidi di commozione e colmi di gioia. «Shhh. Non dire nulla, Starlet.» risponde lui baciandola con dolcezza. «Ecco a lei, le piace?» chiede l’uomo mostrando il braccialetto al ragazzo, che annuisce e mette la mano destra dietro la schiena per prendere il portafoglio dalla tasca posteriore dei jeans. «Ma lei è Schneider?» chiede ancora l’uomo, riconoscendolo. «In carne ed ossa.» risponde il biondo con un sorriso. «Quanto le devo?» chiede subito dopo, gentilmente, aprendo il portafoglio in pelle nera, pronto a estrarre i soldi.

«Un autografo e siamo in pace. Mio figlio è un suo grande ammiratore, siete il suo idolo.» dice il tipo. Karl sorride, ma scuote la testa. «L’autografo glielo faccio solo se si fa pagare il bracciale.» insiste il calciatore. «Va bene, verrebbe dieci euro, ma per le è cinque.» risponde l’uomo con un sorriso. Karl sospira, capendo che non glielo passerà mai a prezzo intero perché è lui, ma è già un passo avanti, visto che nemmeno voleva farselo pagare; paga e gli fa l’autografo su un taccuino che il tipo gli porge, ringrazia consegnandogli carta e penna e prende il braccialetto, mettendolo al polso sinistro della fidanzata.

Grace osserva il braccialetto che lui le ha appena legato al polso e sorride. «Grazie, amore mio, è bellissimo e tu sei dolcissimo.» gli dice mettendosi in punta di piedi per baciarlo, lui la stringe forte sollevandola, e ricambia pensando che la ama con tutto se stesso.

Passeggiano un altro po’ per le vie di Amburgo, poi verso le 22:30 decidono di prendere l’auto per tornare. Karl guida cercando di non dar troppo peso al mal di testa, che è di nuovo tornato prepotente, non vuole darlo a vedere per non far preoccupare ancora la fidanzata. Accende lo stereo e si ferma davanti a un semaforo rosso, voltandosi a guardarla. «Scegli tu che canzone mettere.» le dice baciandola sulla fronte e ripartendo.

Grace annuisce e cambia le varie stazioni radio, per trovare qualcosa di decente da ascoltare, ma non trova nulla e intanto Schneider si ferma davanti casa sua.  «Allora ci vediamo domani alle 7:15, Starlet?»  chiede spegnendo momentaneamente l’auto, la ragazza annuisce e gli carezza la guancia, lui sorride e chiude gli occhi – provando un lieve sollievo dal dolore. La stringe forte e la tiene tra le sue braccia, inebriandosi del profumo dei suoi capelli. Vorrebbe non staccarsi mai più da quell’abbraccio che lo fa stare bene, ma la vita è fatta anche di altre cose, non solo di coccole. «Ti amo.» sussurra al suo orecchio senza lasciarla, lei sorride e ricambia la stretta carezzandogli i capelli con delicatezza.

«Anche io, troppo.» sussurra Grace allontanando il viso dalla spalla del suo ragazzo, per specchiarsi nei suoi meravigliosi cristalli di neve. Karl la guarda intensamente, le carezza la guancia e la bacia. «Guten nacht, Starlet.»[2] le dice dopo il bacio, Grace sorride facendo brillare i suoi occhioni ambra e poggia la mano su quella di lui sulla sua guancia. «Guten nacht, Kaiser.» risponde baciandolo a fior di labbra, per poi uscire dalla macchina ed entrare in casa.

Karl sorride, aspetta che entra e riaccende l’automobile per tornare a casa sua. La testa gli gira e duole terribilmente, accelera e raggiunge velocemente la sua abitazione, parcheggia l’auto nel vialetto di casa, dietro quella del padre. «Scheiße!»[3] sussurra poggiando le braccia sul volante ed il capo sopra di esse. La testa gli duole più del solito e ha anche una nausea terribile, stringe occhi e denti e si fa forza per uscire dalla vettura, mette l’antifurto ed entra in casa in punta di piedi, chiude pianissimo la porta e corre come un felino in camera sua, al piano di sopra, sperando di non svegliare i genitori e la sorellina.

Casa Schneider: camera di Karl, h. 23:15.

Il Kaiser si chiude in camera sua e poggia il braccio contro la porta, poggiandogli sopra la testa, con la vana speranza di alleviare un po’ il dolore, sospira e alla fine si cambia per mettersi a letto e riposare; un improvviso capogiro però lo costringe a poggiarsi al muro per non cadere a terra, mentre il senso di nausea si fa sempre più intenso.

Reggendosi al muro con la mano sinistra, raggiunge il bagno – che per fortuna ha in camera – tenendo la mano destra premuta sulla bocca, entra, accende la luce e si china sul water rimettendo la cena e anche l’anima. Spera che vomitare allevi il dolore, questa volta sul serio, in genere è sempre così; tira lo sciacquone e raggiunge il lavandino per sciacquarsi viso e bocca, poi si guarda allo specchio: ha un aspetto orribile, gli occhi arrossati per lo sforzo ed è pallido da far paura.

Sospira e torna in camera, si stende sotto le coperte, imposta la sveglia e poggia il cellulare sul comodino chiudendo gli occhi per cercare ristoro nel sonno. Il dolore non accenna a diminuire, il povero Karl si gira e si rigira nel letto iniziando a piangere – non è molto da lui – ma il dolore lancinante lo sta uccidendo; passa così la buona metà della notte, alle 2:30 circa, vinto dal sonno e dalla stanchezza si addormenta esausto.

Amburgo: martedì 11 gennaio, 2018 laboratorio di analisi cliniche, h. 7:35.

Karl e Grace sono arrivati da circa cinque minuti, stanno seduti in sala d’aspetto nell’attesa di esser chiamati dentro, lei si è accorta dell’espressione semistravolta del fidanzato, ma non dice nulla – si limita a stringergli la mano e coccolarlo. Lui sta seduto alla sua sinistra, con la testa poggiata sulla sua spalla e con gli occhi chiusi. «Sto morendo dal sonno, stanotte non riuscivo ad addormentarmi.» dice, Grace lo stringe più forte e lo coccola con tutto il suo amore, finché non vengono chiamati.

Schneider sta disteso sulla lettiga, mentre Grace è rimasta fuori ad aspettare, l’analista dopo avergli fatto qualche domanda di routine inserisce l’ago nella vena del suo avambraccio sinistro e inizia a riempire la prima provetta col sangue del ragazzo. «Senta, sono un calciatore, tra un’ora e mezza ho allenamento. Posso?» chiede. L’analista lo guarda e passa a riempire la seconda provetta. «Certo che puoi, Kaiser, solo fai una buona colazione e non strapazzarti troppo.» risponde con un sorriso paterno, avendolo riconosciuto, e iniziando a riempire la terza e ultima provetta.

Karl annuisce e chiude gli occhi, aspettando la fine del prelievo. «Fatto!» dichiara l’analista poco dopo, sfilando l’ago delicatamente e tamponando la fuoriuscita di sangue, per poi mettere un cerotto. «Rimani disteso due minuti o ti girerà la testa.» gli consiglia, offrendogli una caramella e facendo entrare la ragazza. Il calciatore lo ringrazia e mette la caramella in bocca, sorridendo poi alla fidanzata. Grace gli si avvicina e lo riempie di baci e carezze, finché l’analista non gli dà il permesso di alzarsi e poter andare, non prima di aver fatto le opportune raccomandazioni.

Campo di allenamento, h. 9:30.

La seduta mattutina è iniziata da circa un quarto d’ora, sotto l’attenta supervisione del mister, i ragazzi stanno eseguendo il riscaldamento; finita la corsa – che ha già stancato il Kaiser come se avesse fatto un allenamento intenso di ore. Iniziano a fare stretching, Thomas Schneider osserva i suoi ragazzi soddisfatto, notando però che il figlio è lento e sembra essere stanco. «Grace ha fatto il prelievo?» chiede. La manager annuisce e guarda il fidanzato, che affiancato dai due migliori amici, cerca di dare sempre il suo massimo – non badando alla fatica crescente.

L’allenatore decide di cambiare esercizio, facendo eseguire loro un dribbling, palla al piede con i coni, e degli scatti di velocità. Tutti eseguono, anche il capitano non si tira indietro, nonostante sia esausto. È questione di un attimo, Karl esegue uno scatto e improvvisamente una fitta al polpaccio lo costringe a chinarsi tenendosi la gamba. «Karl!» lo chiama il padre, preoccupato, correndo in campo con la manager e il medico, mentre tutta la squadra si ferma. Price e Kaltz si scambiano uno sguardo, mentre Grace stringe il fidanzato.

«Papà!» dice il Kaiser, che in allenamento non lo appella mai così. «È un crampo al polpaccio.» spiega. Il genitore annuisce e carezza i capelli del figlio, lasciando il posto al medico della squadra, che gli fa allungare il muscolo stirato, iniziando a massaggiarlo. Karl chiude gli occhi e poggia il capo sull’incavo della spalla della fidanzata, baciandole la guancia, Grace sorride gli carezza i capelli e lo stringe più forte; mentre il medico continua il massaggio.

«Tornate ad allenarvi.» ordina il mister al resto della squadra, che esegue immediatamente. «Karl tu adesso ti siedi dieci minuti in panchina, rientrerai in campo per la partitella.» ordina al figlio, senza ammettere repliche. Il ragazzo annuisce e accompagnato dalla fidanzata raggiunge la panchina. «Was für bälle!»[4] sbuffa Karl sedendosi e prendendo una bottiglietta d’acqua per bere. «Dai, amore, lo ha fatto solo per farti  riprendere dal crampo.» risponde Grace con dolcezza asciugandogli il sudore con un asciugamano. Il Kaiser posa la bottiglietta e la stringe. «In ogni caso mi sento benissimo oggi, vedrai che goal segnerò.» dice baciandola, lei ride, lo stringe forte e ricambia.

Dopo dieci minuti di pausa, nella quale i calciatori ne approfittano per bere, rientrano in campo per disputare la partitella – le squadre miste di riserve e titolari – come sempre Kaiser contro S.G.G.K. Le due fazioni sono pari sull’1-1, ma entrambe sono agguerrite più che mai per vincere, nessuna delle due formazioni ha intenzione di perdere o finire con un pareggio.

Schneider e Kaltz si spingono avanti, superando i compagni/avversari con una serie di finte e passaggi, arrivati sotto porta Hermann – che ha già segnato – passa il pallone all’amico, Karl sorride al portiere, che ricambia il sorriso e vedendolo di nuovo in forma si prepara al Fire Shot – che come da copione arriva – insaccandosi in rete. Benji sorride, non gli importa di non aver parato, non questa volta, questo è il più bello che mai  abbia subito – perché l’amico in forma è molto più importante di un goal.

Il Kaiser dopo la rete, alza il pugno in aria in segno di vittoria, guarda la sua manager e le manda un bacio con la mano sinistra, un attimo dopo si accascia al suolo privo di sensi. Kaltz si abbassa e lo solleva, Price lascia i pali e corre dagli amici. «Karl!» dice con voce tremante. Il mister e Grace corrono nuovamente in campo – lei con le lacrime agli occhi – lui sospira, si china sul figlio e lo prende in braccio. «Ragazzi abbiamo finito per oggi.» dice raggiungendo l’infermeria, tenendo il suo bambino svenuto tra le braccia.

Benji, Hermann e Grace lo seguono, il portiere stringe la sua migliore amica – anche il resto della squadra accorre preoccupata – e attendono tutti davanti la porta chiusa dell’infermeria, dove il medico visita il ragazzo. Il Kaiser riprende conoscenza, ma si sente stanchissimo, Thomas Schneider sorride e lo stringe. «Riposa, piccolo mio, sei stato bravissimo.» gli sussurra baciandolo sulla fronte, Karl sorride e si addormenta felice e senza mal di testa, soprattutto.

«Sta bene, tranquilli, ragazzi. È stato solo un calo di pressione dovuto al prelievo, adesso sta riposando.» dice il mister ai ragazzi, che tirano un sospiro di sollievo e vanno a fare le docce, mentre Grace entra in infermeria e lo coccola con tutto il suo amore.

 


[1] Stellina

[2] Buonanotte, Stellina

[3] Merda

[4] Che palle

   
 
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