Ziva
loves Paris.
Parigi,
la città dell’amore.
Da pochi mesi era realmente sbocciato un nuovo amore, un po’
particolare e
diverso dagli altri, un amore unico e indissolubile: l’amore
di un padre per
sua figlia.
Tony
era seduto su una
panchina intento a guardare Tali, mentre la piccola giocava con altri
due
bambini al parco giochi, ripensando a quanto aveva desiderato vivere
quelle emozioni.
L’essere padre, sapere che qualcuno gli avrebbe voluto bene a
prescindere se
lui fosse stato un agente dell’NCIS, della CIA o un
mercenario agli ordini
della Mafia russa. Ma nonostante questo, il Molto
Speciale Agente Anthony Dinozzo – come amava
presentarsi – sapeva che c’era
qualcosa di sbagliato in tutto questo. Seduta al suo fianco non doveva
esserci
quell’anziana signora, bensì Ziva David, il suo
grande amore. L’israeliana
aveva deciso di lasciare Tony, l’NCIS e Washington qualche
anno prima, per
ritrovare sé stessa, senza però rivelare la
verità sulle sue condizioni e su
Tali.
Per
Dinozzo non era
stato facile accettare, da un giorno all’altro, che la donna
che tanto amava
era morta per mano di Trent Kort e, subito dopo, che
quest’ultima gli aveva
nascosto la sua gravidanza. Ne aveva diritto almeno quanto lei, o
quasi, di
sapere. Avrebbero potuto crescerla insieme, avrebbe potuto trasferirsi
a Tel
Aviv e, magari, Ziva sarebbe ancora viva.
Sto
lottando per te, Ziva ,
ripeteva nel sonno quasi tutte le
notti. Ma non poteva lasciare che il dolore lo abbattesse, non per lui,
ma per
Tali. Era tutto per lei ed era una sensazione mai provata prima; la
madre di
Tony morì quando lui era ancora piccolo, suo padre, invece,
nonostante l’impegno
negli ultimi anni, non era stato proprio un esempio da seguire. Dinozzo
non s’era
mai sentito indispensabile per qualcuno, non era mai stato tutto. Non per Jeanne, non per Ziva. Ma
per Tali era diverso, lei
aveva perso tutte le sue certezze a soli tre anni, tutte tranne suo
padre.
Il
suo cellulare iniziò
a vibrare nella tasca del jeans. Già, Anthony non indossava
più i soliti capi
firmati di Ermenegildo Zenga. Non erano l’ideale per stare al
passo di una
bambina sveglia e iperattiva come Tali; così Dinozzo
tirò fuori il telefono.
Sul
display comparve il
nome del suo mentore, Gibbs. Leroy
Jethro Gibbs, occhi di ghiaccio, sguardo penetrante e un grande cuore
messo al
sicuro dopo anni di tradimenti, inganni e perdite. Il Capo
– come continuava a chiamarlo Tony – molti anni
prima, aveva
deciso di continuare il suo lavoro, nonostante avesse messo su
famiglia.
Shannon e Kelly Gibbs erano state uccise mentre lui era via;
ciò ha segnato
terribilmente la vita di Jethro, motivo in più per cui Tony
aveva deciso di
sacrificare la carriera a favore della sua bambina.
-
Pronto Capo?
-
Dinozzo.
Gibbs,
per Anthony,
nonostante i tanti anni passati insieme all’NCIS, era ancora
un mistero.
-
C’è qualcosa che non
va con Abby o Ducky? Non dirmi che McImbranato ha combinato qualche
guaio?
-
Calma, prendi fiato.
-
Scusa Capo.
-
Regola numero sei
Dinozzo.
“
Non chiedere mai scusa, è segno di debolezza” ,
era una delle famose regole di Gibbs.
-
Giusto. Perché mi ha
chiamato?
-
Volevo solo sapere
come vanno le cose con la bambina.
Gibbs
aveva sempre
avuto un rapporto paternalistico con Dinozzo, sgridandolo molto spesso
e
riempiendolo di scappellotti. Ma nonostante ciò, lo stimava
molto, al punto da
definirlo il miglior agente con cui abbia
mai lavorato. Lo stesso Jethro, per Tony era come un secondo
padre.
-
Ce la caviamo – disse
con tono ottimista – Ma non è facile.
-
Lo so Dinozzo, ma
sono convinto che ce la farai.
-
Grazie Capo – rispose
orgogliosamente – Come stanno tutti? E il Re degli Elfi?
Il
Re degli Elfi
era l’agente speciale Timothy McGee,
soggetto ad ogni tipo di atto di bullismo da parte di Tony, che amava
riempirlo
di soprannomi. Dinozzo e McGee non hanno legato sin da subito, ma con
gli anni,
nonostante le perdite di Kate prima, e Ziva dopo, al fianco di Gibbs
c’erano sempre
loro due. E col tempo sono diventati un duo inseparabile, colleghi,
amici,
fratelli d’armi.
-
Stanno tutti bene,
siamo carichi di lavoro ultimamente!
Quello
era un modo
molto velato, da parte di Gibbs, per confermargli quanto mancasse alla
squadra.
-
Mi mancate tutti voi.
-
Non hai voglia di
tornare a Washington?
-
Sì, ma qui ho ancora
delle questioni in sospeso. Ho i miei...
-
Lo so. Bene, ora devo
andare, è stato trovato un altro sottufficiale morto, il
terzo questa
settimana.
-
Va bene Capo,
salutami il Pivello, Bishop, Abby, Ducky e Palmer. Ah, e il direttore
Vance!
-
Senz’altro, abbi
sempre cura di te e di tua figlia.
Tony abbassò lo
sguardo. Aveva i suoi
motivi per restare
lì, visto che
Ziva ama Parigi; alzò il
capo,
vedendo la sua piccola ridere, correre e scherzare. Per un attimo si
sentì
stupido.
-
No, Tali ama Parigi.