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Autore: DanieldervUniverse    24/08/2016    1 recensioni
REPOST DELLA VECCHIA STORIA, RICORRETTA E BASTA.
Seguito di "Mio cioccolato!". Dopo il San Valentino al Santuario della Discordia, tocca a quello dell'Armonia.
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Cecil Harvey, Cosmos, Firion, Squall Lionheart, Zidane / Gidan Tribal
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore Nota: Daniele II dannato idiota. Mi ha lasciato qui solo mentre lui si gode San Valentino con la sua ragazza. E non mi ha neanche avvertito che Carnevale veniva prima, così mi sono giocato un'altra One-Shot. Non importa, la rimandiamo all'anno prossimo, tanto volevo comunque farla dopo quella di Halloween.

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Cecil mosse minuziosamente le proprie dita in modo di creare una decorazione che avrebbe fatto impallidire i motivi floreali di Aerith.

Effettivamente l'idea di decorare i dolci non era male, tanto di cappello alle tradizioni.

Forse, tornato a casa, avrebbe potuto fare una sorpresa a Rosa e prepararle qualcosa.

Pensando alla propria moglie lontana il paladino si portò inconsciamente un dito sporco di cioccolato alle labbra, finendo per sbiancare e crollare in ginocchio con le convulsioni.

Tra le lacrime di amarezza che gli stavano premendo oltre le palpebre, si manifestarono anche quelle di frustrazione: sarebbe mai riuscito nel suo compito, o anche quell'anno avrebbe dovuto portare sulla coscienza i volti sofferenti di tutti perché avevano voluto finire il suo cioccolato velenoso, pur di non sprecarlo?

Si passò un braccio sugli occhi, asciugandoli, prima di risollevare lo sguardo, trovando ad attenderlo la mano protesa di Kain.

-Cecil, tutto bene?- domandò, mentre l'aiutava a rimettersi in piedi.

-No. Si. No... uff, anche quest'anno temo di aver fallito amico mio.

Un brivido delle ciglia tradì l'impassibilità del Dragone.

-C-coraggio, non può essere peggio dell'anno scorso- affermo con coraggio l'uomo, bagnando un dito con il dolce e portandolo alle labbra prima che Cecil potesse fermarlo.

Il risultato fu che la sua faccia attraversò tutte le fasi cromatiche dell'arcobaleno, inclusi bianco e nero, prima di tornare normale.

-K-Kain...- lo chiamò incerto Cecil, prima che il Dragone potesse cadere all'indietro, rigido come una statua.

-Uh?- fece Cosmos, voltandosi verso i due, con sguardo preoccupato.

-Sir Cecil mi dispiace tanto- disse Yuna, provando pietà per il paladino, che stava ricominciando a piangere.

-N-n-no va tutto b-benissimo sniff.

Lightning sospirò rassegnata, lanciando un occhiata ai suoi disperati tentativi di produrre qualcosa di almeno invitante.

Non sapeva neanche come l'avevano convinta a partecipare, ma in qualche modo si era ritrovata nella cucina come tutte, ed ora fissava sconsolata gli ingredienti.

Non sapeva neanche da dove cominciare, e il suo grembiule era già in un pessimo stato... senza considerare che era l'unico rosa e con i pizzi.

Yuna ne aveva uno azzurro come il mare, Cosmos uno candido come la neve, Tifa uno a righe rosse e bianche, Aerith uno a quadri con motivi floreali, Prishe uno viola e Cecil uno nero.

Si vedeva chiaramente chi era la pecora nera del gruppo.

-Coraggio Cecil, ad arrendersi si può solo perdere- lo incoraggiò la fioraia, voltandosi il tempo sufficiente per parlargli, prima di gettarsi nuovamente nel suo lavoro.

Rispetto alle colleghe era molto più avanti, essendo riuscita a preparare l'equivalente di due vassoi di dolci più un paio di fiori di cioccolata, per essere precisi una rosa e un giglio.

-Si infatti- intervenne Tifa, sollevando facilmente Kain da terra e portandolo alla sedia più vicina, lasciando che ci si accasciasse sopra -Non ti abbattere. Prima o poi imparerai. Se non sbagli non vinci.

Yuna deglutì impercettibilmente, cercando di incoraggiarsi da sola.

Non era esattamente una donna di casa, era ingenua e pasticciona in cucina, per non parlare del fatto che aveva serie difficoltà a ricordarsi come funzionava il tutto.

Si era sempre concentrata su altro.

“Speriamo che almeno Gidan lo troverà piacevole” pensò, sempre per farsi coraggio.

Il Jenoma non si era ancora mostrato, ma la sedia con su scritto “Giudice Magister del Cioccolato” era già posizionata, e attendeva solo il suo occupante.

-Guerriero, mi passi un secondo quel mestolo?- domandò Cosmos al suo onnipresente paladino, che attendeva sull'attenti con un mezzo grembiule, che (con disappunto di Lightning) era blu scuro e privo di merletti.

-Non... sarai troppo dura con lui?- domandò Tifa, sorprendendosi della fedeltà dell'uomo.

-Nah. Ehi Guerriero mi sollevi un attimo che non riesco ad arrivare alla credenza?- chiese Prishe, venendo sollevata dal suddetto senza battere ciglio.

“Perché nessuno fa così con me?” si chiese la barista, prima di scostarsi i capelli dal capo e tornare al lavoro.


-Allora ragazzi- dichiarò Gidan, al piano di sopra -Oggi è San Valentino.

Firion, Vaan, Luneth e Bartz annuirono convinti, mentre Squall rimase in disparte.

Laguna era ancora addormentato: avevano provato anche con una secchiata d'acqua, ma non c'era stato verso.

-Sapete che vuol dire vero?- chiese il giovane, solenne nel suo metro e cinquanta d'altezza.

-Cioccolato!- declamò Bartz.

-Cioccolato- rispose preciso Luneth.

-Cioccolato?- chiese Vaan.

-C-cioccoLighto...- balbettò Firion.

-Squall...- insisté il Jenoma, con voce furbetta

-Una giornata insopportabile...- si lasciò sfuggire il SeeD, senza neanche alzare gli occhi.

-Andiamo! Mettici un minimo di entusiasmo. È solo una volta l'anno!- lo rimproverò Gidan, puntando il dito accusatore contro l'amico.

-E poi non è solo cioccolato! Ogni dolce che ti viene offerto contiene un po dell'amore e dell'affetto della ragazza che te l'ha offerto? Lo capisci?- Bartz rincarò la dose, provando a fronteggiare direttamente gli occhi del mercenario, venendo respinto dall'intensità dello sguardo.

-A-amore e affetto...- mormorò Firion, rosso come un peperone.

-E poi il cioccolato è il dolce più buono del mondo- affermò Luneth, aggiustandosi un paio di occhiali usciti dal nulla sul naso (completi di scintillio finale sul bordo).

-Hai capito adesso?- gli chiese Gidan.

Lo sbuffò che ricevettero in risposta si sarebbe potuto paragonare ad un ringhio.

-Fuori dai piedi, tutti quanti- minacciò il SeeD, scendendo di sotto senza tante cerimonie.

-Ahi ahi- osservò Jecht, nel suo angolino preferito -Il ragazzo ha ancora molto da imparare.

-E da quanto tu eri li?- domandò Gidan sorpreso.

-Shhh!! Venite qui ragazzi- li chiamò Squall in quel momento.

Quatti quatti i quattro (cinque incluso Jecht, che per qualche motivo si sentì chiamato in causa), scesero le scale, raggiungendo le spalle del guerriero del leone.

-Allora Squall- sussurrò Gidan -Qual'è il piano d'azione?

-C'è qualcuno nello sgabuzzino.

-E che c'entra?

Il SeeD si girò a fissare il Jenoma, con la solita aria da ma-sei-cretino? prima di ruotare gli occhi e avvicinarsi circospetto alla porta del sottoscala, da cui cominciarono ad arrivare scricchiolii e gemiti vari.

-Caspita che udito Squall. Chissà chi si nasconde nello sgabuzzino- mormorò Vaan, quasi impercettibile.

-Qualcuno mi spiega cosa c'entra con il cioccolato tutto questo?- insisté Gidan, ottenendo una serie di sospiri in risposta.

-Accidenti. Accidenti accidenti **** **** ****. E che cavolo!

Quando la voce fu abbastanza vicina, Squall spalancò la porta con fermezza, mentre gli altri si disponevano a ventaglio di fronte ad essa, ad armi spianate.

Tidus, dall'interno, sobbalzò, prima di adocchiare il padre e scagliarglisi contro a tutta velocità -VECCHIOOOO!!!- facendoli capitombolare entrambi a terra.

-Quello è uno dei guerrieri di Chaos- fece Squall, truce -Come è entrato qui?

Con un gesto deciso Firion separò i due litiganti ed intrappolò le braccia del biondo sotto le proprie ginocchia, puntandogli la spada al collo -Chi sei? Parla!

-Dove diavolo sono finito!?- esclamò invece il ragazzo.

-Quello è mio figlio, Firion. Lascialo in pace, altrimenti si mette a frignare- disse Jecht, rimettendosi in piedi con un ghigno di scherno sulle labbra.

-Ehi! Non è vero! Chiudi quella bocca vecchio!- protestò quasi squittendo Tidus -E togliti di dosso tu!

-Che faccio, lo libero?- domandò Firion.

-Si avanti: non vedi la scena che sta facendo?- rispose di nuovo il padre, sempre con la stessa espressione.

-Appena esco da qui ti distruggo una volta per tutte!- ruggì Tidus, agitandosi inutilmente come un forsennato.

-Dovrai faticare per riuscirci!- invei il lottatore più anziano.

-Squall che devo fare?- insisté Firion, ignorando i due.

-Se è un nemico dovremmo ucciderlo- rispose il SeeD, cupo.

-Fatevi sotto allora!- li sfido il biondo.

-No!- intervenne Jecht un po più forte del normale.

-Non asciare che i sentimenti ti annebbino il giudizio- gli rispose gelido il SeeD.

-Squall, sarà anche logico ucciderlo ma non possiamo farlo- intervenne Luneth.

-È mio figlio. Lascia che me ne occupi io- provò a scioglierlo l'ex blitzballer.

-Squall, smettila con questa storia. Non c'è bisogno di uccidere nessuno oggi- intervenne Bartz.

-Già, non rovinare l'atmosfera- gli fece eco Gidan.

-Qualcuno mi tiri fuori da qui, subito!- minacciò a vuoto il biondo, mentre Firion continuava a tenerlo a terra -Posso stendervi tutti con una mano dietro la schiena!
-Vorrei proprio vederti provare gradasso!- replicò Vaan, roteando la sua spada nel palmo della mano.

-Coraggio fatti sotto!- rispose l'altro.

-Oh, questa la dobbiamo assolutamente vedere. Firion lascialo andare- ordinò Gidan, tirando fuori un divano dallo sgabuzzino.

-Cosa?- esclamò Luneth, con la bocca spalancata.

-Lo hai sentito...!?- stava gridando Tidus prima di essere silenziato dalla lama del maestro d'armi.

-Zitto tu. Gidan, per favore: ti ricordi a Natale...- insisté Firion.

-Proprio per questo: secondo round!- insisté il biondo, battendo il cinque con Bartz mentre si mettevano comodi sul sofà, seguiti a ruota da Jecht.

-Coraggio non ho tutto il giorno da sprecare- disse Vaan, intento a fare piegamenti con determinazione.

-Si infatti! Lasciami!- protestò Tidus, per la centesima volta.

-Squall...- pregò quasi Firion, ottenendo uno -Scusa...- in ritorno.

-Uffa, e va bene, maledizione- si arrese il ragazzo, liberando Tidus e andando a raggiungere gli altri sul divano -Non vi farò favori per una settimana.

-Vorrà dire che tappezzerò la tua camera con le immagini di quel magazine...- lo minacciò velatamente Gidan.

-No. Lo sai benissimo che Luneth è minorenne- rispose fermo quello.

-Di che cosa parli? Io sono abbastanza adulto da badare a me stesso!- esclamò infervorato il ragazzino, andando a sedersi in braccio a Jecht.

Ignorando i bisticci degli altri, Vaan e Tidus si portarono l'uno di fronte all'altro, a qualche passo di stanza e con le spade in posizione.

Se consideriamo la serietà dei due combattenti, sembravano averla presa con impegno.

Vaan scattò in avanti, imitato dal blitzballer, andando ad incrociare le spade tra i loro corpi, spingendo con tutto il loro peso.

-Andiamo, almeno una finta potevate farla!- si lamentò Jecht.

Vaan cominciò a perdere terreno, quindi affibbiò un calcio alla caviglia dell'avversario, il quale barcollò per un attimo, prima di buttare il ladro di lato con una torsione del corpo.

Vaan piroettò all'indietro e ripartì alla carica, intercettando Tidus a testa basa e cominciando a menare qualche colpo a distanza ravvicinata.

“Principianti” pensò Squall, senza esternare i propri pensieri.

-Andiamo! Aggiungete un po di pepe alla lotta!- li incitò Gidan.

Quasi ad averlo fatto apposta, Vaan evocò la balestra durante una giravolta e stava quasi per centrare Tidus in pieno ma quello riuscì ad abbassarsi appena in tempo.

Il dardo rimbalzò sul soffitto e non centro Gidan in fronte solo perché era rotolato via.

-Ehi! Uccidermi non è valido!

Vaan rievocò la spada, ma Tidus lo colpì alla spalla con un pugno, facendolo indietreggiare con passo incerto, prima di abbassare la Fraternity, che venne deviata appena in tempo dalla lama del ladro.

Per tirarsi fuori dai guai, Vaan evocò la lancia, costringendo il blitzballer ad una brusca ritirata, ma non durò a lungo, in quanto il suddetto afferrò l'arma per la punta, spezzando l'asta.

Ma il ladro non si fece cogliere impreparato, e con uno scattò torse il polso dell'avversario, forzando la Fraternity fuori dalla sua presa.

Presto i due si ritrovarono a rotolare sul pavimento senza la minima coscienza di cosa o del perché lo stessero facendo.

-Questa lotta mi annoia- fece presente Jecht.

-Noioso- gli fece eco Gidan, scagliando dei popcorn addosso ai due.

-Possiamo farla finita adesso?- domandò Firion scocciato.

-Che sta succedendo lì?- arrivò la voce di Cosmos dalla cucina.

-Ah niente!- esclamarono in coro il Jenoma e il mimo, balzando in piedi e tirandosi Squall dietro -Stiamo solo liberandoci della spazzatura!

Bartz indicò al SeeD una finestra posta proprio di fronte al punto in cui i due biondi si stavano massacrando, per poi evocare una mazza da golf e mimare il gesto di colpire e scagliare via, mentre Gidan si preoccupava della balistica, aggiustando la mira.

Leggermente poco convinto, Squall si fece dare una mazza da baseball da Jecht, che gli fece un ampio sorriso, e si mise in posizione, facendo nascere sul volto dei suoi compagni un ampio sorriso.

Bartz stava accovacciato sotto la finestra, con maschera e divisa, pronto a ricevere, mentre Gidan, con cappellino, guantone e divisa, saltellava sul posto, opposto all'amico, mimando la posizione di lancio.

-Oh signore e signori, siamo al lancio finale di questa partita. Gidan osserva il battitore fisso negli occhi- inizia il biondo, facendo da telecronista, ma non appena incrociò gli occhi di Squall tornò a portare lo sguardo su Bartz -Per quanto possibile. Ma è il momento di rompere gli indugi e il nostro campione tira...!- la palletta che Gidan teneva nascosta in mano finisce dritta contro la finestra, sfondando il vetro -E il battitore si muove per intercettare la palla...!- a comando Squall colpì con tutta la forza che aveva, scaraventando i due litiganti all'esterno come siluri.

-E colpisce! … Colpisce...!- Bartz alzò le mani al cielo, mentre le due scie bianche scomparivano all'orizzonte -FUORI CAMPOOOOO!!!!

-SIIIII!!!!- Jecht balzò in piedi e corse ad abbracciare i ragazzi, ma Squall lo evitò abbassandosi, per poi rimettere con non chalance la mazza al suo posto.

-Che perdita di tempo- fece Firion, ancora seduto, mentre il SeeD si apprestava a rimettere anche il divano al suo posto -Perché dobbiamo sempre essere così...

-Firion, scendi dal divano o ti chiudo nello sgabuzzino.

-Eh? Oh, scusa...- fece imbarazzato il ragazzo, scendendo subito.

-Ehi un momento- disse subito dopo, risentito -Che razza di modo di chiedere è?

Il bruno lo ignorò, limitandosi a richiudere la porta del sottoscala -Io esco.

-Oh si dovrei anch'io. Va a capire i danni che combineranno quei due se li lascio da soli...- gli fece eco Jecht, avviandosi a sua volta.

-Allora ragazze!- esclamò Gidan, entrando in cucina con un gran sorriso -Siamo pronte!?

-Quasi, Signor Giudice Magister!- gridò Aerith, arrossata e più attiva che mai.

-Ho sentito Giudice Magister!?

TUTTI IN CORO: -Oh no!

Shantotto sbucò da una botola nel pavimento, impeccabile come al solito e con la sua tipica faccia tosta.

-Shantotto ti prego, non c'è nessun Giudice qui, vai in pace e torna al tuo lavoro- provò a calmarla Cosmos.

-No. Il suo nome ho sentito, il gaglioffo qui in giro attende un invito.

-Che ha detto?- domandò Tifa, giusto prima di prendersi uno sgabello sul naso.

-Come osi offendere? La tua voce è orribile e i tuoi gridi non son degni di esistere. UhahahahahaAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!

La nana malefica si schiantò nel profondo del suo laboratorio, come risucchiata da una forza sconosciuta, per poi essere definitivamente silenziata dalla botola che si chiuse con un tonfo.

-Non ditele che sono stato io.

-Fratello- esclamò Cecil, volgendosi verso il gigante attendeva nell'ingresso, con Terra saldamente ancorata alla spalla.

-Fratello. Guerrieri- rispose il gigante -Mia dea- finì inchinandosi.

-Golbez. Guerriero mettila via- lo avvertì la donna, quando il paladino evocò la propria spada.

Cecil si gettò verso il fratello per abbracciarlo ma inciampò miseramente in Kain, finendogli sopra.

Immediatamente tutte le donne nella stanza si protesero in avanti per vedere qualcosa, mentre il paladino di risollevava con un sonoro smooch.

-Ehi Kain. Stai bene?

-Auch. Si, sono sveglio- fece Kain, massaggiandosi il capo, indolenzito e confuso.

-Bene, il bacio a funzionato- disse Cecil, sorridendo, aiutando l'amico a rimettersi in piedi.

Le ragazze si girarono a tempo di record nell'altra direzione e s'infilarono dei tamponi nel naso per contenere la perdita di sangue.

-Fratello! Che piacere vederti- proseguì il paladino, andando ad abbracciare l'immensa armatura.

-Anche per me.

-Non mi aspettavo di incontrarti qui- fece invece Kain, più freddo e incrociando le braccia sul petto.

-Oh, passavo di qua, e ho portato un'ospite- affermò lo stregone, posando la mezza Esper delicatamente a terra.

-Oh! L'amica di Vaan. Mia signora è un piacere incontrarvi... da vicino- disse Gidan, esibendosi in un elegante baciamani seguito a ruota da uno scappellotto di Firion e un calcio negli stinchi da Luneth.

-Ahi!- si lamentò il Jenoma, saltellando su un piede solo e massaggiandosi il capo.

-Lo scusi, tende ad essere troppo espansivo- lo silenziò Firion, spingendolo da parte prima di rivolgersi a Terra, ma a quel punto il suo lato timido emerse e gli gelò le parole in bocca.

-Ti abbiamo già vista a Natale- affermò a quel punto Luneth, facendosi avanti -Ma non ci siamo mai presentati.

-T-Terra- fece incerta afferrando la mano che le veniva offerta -Mi chiamo Terra.

-Cavalier Cipolla, ma Luneth è più semplice.

-Guarda quante arie si dà, con quel vegetale in testa- mormorò il Jenoma all'orecchio del mimo, quasi velenoso.

-Io sono pronta!- esclamò Aerith, alzando le braccia in segno di vittoria, strappando un miagolio di sofferenza a Lightning.

-Perfetto!

-Scusatemi- chiese Golbez, mentre la sala si riempiva di fervore -Con lui che devo fare?

Cecil, che ancora non si era staccato dal fratello, alzò lo sguardo e trovò Squall sospeso in aria a testa in giù.

-Golbez!- lo rimproverò, sconvolto.

-Squall!- esclamarono in coro Bartz e Gidan, sorpresi dalla condizione del SeeD.

-Mettilo giù subito!- ordinò Guerriero, pronto a passare all'attacco.

-Mi dispiace- ammise il gigante, liberando il SeeD dalla sua presa -Ha cercato di assalirmi quando sono entrato, ho dovuto difendermi.

-Cosmos!- disse il paladino, chiedendo di poter attaccare.

-Lascia perdere, hanno fatto entrambi il loro dovere. L'importante è che nessuno si sia fatto male. E anche io sono pronta- proseguì la dea, freddandolo senza tanti problemi.

-Bene bene bene sono ansioso di cominciare- applaudì Gidan, già al suo posto e spalleggiato dal fido Bartz.

Squall emise un mezzo grugnito di protesta prima di andarsi ad appoggiare allo stipite della porta, in silenzio.

“Finché ci saranno due sgherri di Chaos qui, io non vado da nessuna parte”.

-Allora- fece Aerith, evitando apposta di dire Signor Giudice Magister, -Ecco a lei.

Il Jenoma prese in mano la piccola forma di rosa, dai colori tendenti al verde scuro e al viola, e l'assaporò con le labbra, calmo e pacato, prima di lasciarlo scivolare nella bocca con gusto e aria sognante.

-Mmmhhh, è un piacere ogni volta- fece, lasciandosi andare all'indietro -Ma se si parla di fiori quello più bello è qui di fronte a me.

-Ahahah quanto sei simpatico quando fai così- rispose tutta contenta la castana, prima di ritornare al proprio piano da lavoro, con un andatura saltellante.

-Il prossimo- fece Bartz, mentre Cosmos si faceva avanti, con Guerrieri al seguito, intento a scrutare attentamente le mosse di Golbez e Terra.

La ragazza era stata fatta sedere in un angolo, in compagnia di Luneth, e sembrava essersi acclimatata piuttosto bene.

Cecil, intanto, se l'era filata immediatamente alla sua postazione, cercando in qualche modo di risolvere il macello che aveva combinato.

“Per favore non voglio tornare a casa con un altro mal di stomaco. Cosmos, aiutalo” pregò in silenzio lo stregone, volteggiando a braccia incrociate dietro la sedia del “giudice”, affiancato da Kain.

-Mmhhh, mia dea, si è superata stavolta. Non mi aspettavo si potesse ascendere ai cieli così.

La dea sorrise soddisfatta e fece un inchino, a cui risposero tutti, tranne Squall, Kain e Golbez, che fino a prova contraria non si sentivano proprio a loro agio lì in mezzo.

-Il prossimo- ripeté Bartz, mentre Cosmos e Guerriero si facevano indietro.

-Un attimooooohhh!!!- gridò Prishe dalla sua postazione, che era un macello.

Per sua fortuna Tifa si esibì un mezza scivolata, fermandosi di fronte al seggio del giudice -Ecco a lei.

Il suo dolce non era più grande di un Bacio Perugina, così lui lo inghiottì tutto intero.

-Mmmhhh, mhhhh... mh-mh... mh non riesco ad indovinare il liquore. Che hai usato? Whisky? Nah, non so neanche cos'è? Un vino magari?

-Il bello sta proprio lì- rispose Tifa inclinandosi un po in avanti -Indovinare.

-Ohhh si- annuì il Jenoma, chinandosi in avanti a sua volta -Indovinare.

Inevitabilmente il suo sguardo scese giù, lungo la scollatura della ragazza, ma lei furbetta gli fece lo scherzo del dito, sollevandogli il mento in aria.

-Eddai, non cascarci tutte le volte.

La sala scoppiò a ridere di cuore, chiudendo la faccenda, al che la ragazza tornò sorridente al suo tavolo.

Yuna deglutì, sentendo la gola più secca che mai.

Non era sicura, non era pronta! Era accaduto tutto troppo presto. E ora?

-Gidaaaan!- trillò Prishe in quel momento -Ho fatto un pasticcio!

In effetti la Elvaan era ricoperta di cioccolato dalla testa ai piedi, e l'aveva schizzato ovunque.

“Almeno non sono l'unica imbranata qui” pensò l'evocatrice, dimenticandosi di Lightning, prima di tornare a fissare i propri modesti risultati.

“Non ho tempo per pensare a qualcos'altro. Se solo...” -Lascia fare a me- disse Gidan, recandosi a passa tranquilli verso Prishe, per poi prenderle una mano grondante e ripulirla con lentezza dal cioccolato.

-Fai il solletico.

-Non posso trattenermi. E così dolce...

-Va bene ora basta- intervenne serio ma tranquillo Guerriero, allontanando il Jenoma dalla compagna.

-Come vuoi.

“Coraggio coraggio coraggio, sei stata capace di far sorridere Squall, sarai anche capace di far mangiare i tuoi dolci a Gidan...” -Tutto bene?- le domandò Terra sbucandole alle spalle di colpo, facendo crollare tutta la sua determinazione in un singolo colpo.

-No...- replicò l'evocatrice, chinando il capo in avanti -Ho paura, ho veramente paura di quello che succederà. Io non voglio fallire...

Le mezza-esper sentì una forza nuova farsi strada dentro di lei (compassione eh, non fatevi idee strane) e con semplicità assaggiò uno dei dolcetti.

Passò un secondo. Due. Tre. -Posso averne un altro?- domandò con le lacrime agli occhi la seguace di Chaos, commossa e travolta da quel sapore.

Yuna arrossì fino alla punta dei capelli, prima di rabbrividire alla frase corale -Posso averne uno anch'io?

Si voltò e ritrovò Gidan, Bartz, Firion, Cecil, Tifa, Prishe, Luneth e perfino Kain (rosso come un peperone ma più posato) che chiedevano l'elemosina con gli occhioni da gatto.

-P-p-p-p-prego- rispose lei, abbassando gli occhi.

Qualche attimo dopo perfino Golbez ebbe il proprio, ringraziando mentalmente Cosmos per il miracolo.

Squall si mangiò il suo in disparte, per nascondere il fatto che il volto imbarazzato ma lieto di Yuna l'aveva messo a disagio.

“Non le capisco le donne” si disse, sciogliendo il dolce con la propria lingua quasi inconsciamente.

-Non sembri condividere l'emozione del momento- lo fece rinsavire Golbez, andandogli incontro, facendo rapidamente sparire la viola-cioccolato di Aerith dentro l'elmo.

Squall gli scoccò un'occhiata truce, ancora infuriato per la figuraccia che gli era toccata.

-È un vero peccato- continuò il gigante, fermandosi di fronte a lui.

“Che cosa vuole adesso questo qua?”.

-Accompagnami, c'è qualcosa che voglio spiegarti- gli disse, con voce neutra.

-Non se ne parla- rispose gelido il ragazzo

-Se non ti fidi di me puoi sempre chiedere a Kain di accompagnarci- propose con calma lo stregone.

Il SeeD scosse il capo, cocciuto.

-Ho capito, va bene- sospirò Golbez, intrappolandolo nella sua presa gravitazionale -Temo dovrò convincerti alla vecchia maniera.

“Mettimi giù adesso!”

Niente da fare, Golbez infilò la porta d'ingresso e scomparve, portandosi dietro il SeeD.

-Tuo fratello è strano Cecil- osservò Kain, l'unico ad aver notato la cosa.

-Mh-mh?- domandò il paladino, stracarico di ingredienti vari che sperava di usare per creare un dolce commestibile.

-Uff, niente- replicò vagamente deluso il dragone.

-Allora Terra- le domandò Luneth, mentre ripulivano la cucina assieme agli altri -Com'è essere una guerriera di Chaos?

-Luneth!- lo rimproverò Tifa, con abbastanza veemenza da farlo sentire offeso -Non sono un bambino. Trattami come un adulto!

Terra si lasciò sfuggire una risatina, che Gidan colse con il suo super udito selettivo.

-Ci stiamo divertendo eh? Scommetto che lì al Santuario erano tutti dei gran maleducati vero?- disse, attaccando bottone, mentre il piccoletto era distratto.

-Si- ammise con una punta di rassegnazione la ragazza, quasi esalando nel dire la frase.

-Non ci vuole molto a capirlo. Una banda di psicopatici che pensano solo a come distruggere il mondo? Non valgono molto come compagnia- continuò affabile il biondo, cercando di incontrare lo sguardo di lei senza successo.

-Qualcuno di carino...- rispose lei, arrossendo e interrompendosi prima di finire la frase -Qualcuno di... gentile c'è.

Percependo che la preda gli stava sgusciando tra le dita il Jenoma passò al contrattacco -E chi è?

-Uhm... C-Cloud...

-Quel Chocobo color moviola con cui ballavi alla festa di Natale?- fece genuinamente sorpreso il Jenoma.

Prima che Terra potesse controbattere, la porta d'ingresso venne spalancata senza tante cerimonie e una specie di gigantesco essere rosso, nero, bianco e qualche altro colore improbabile irruppe nella cucina.

-BAAAARRTZZZ!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

-EHHHHHHHH????????

-Finalmente ti ho trovato! Era ora che ti facessi vivo rivale! È giunto il momento di combattere!- esclamò l'essere, dondolandosi da una gamba all'altra, gli occhi fissi sul suo bersaglio.

-Chi è questo qua?- domandò il mimo, che ci capiva poco e niente della cosa.

-È Gilgamesh santo cielo, era qui anche la settimana scorsa- rispose Firion, al che tutti quanti emisero un verso di noia e ripresero il loro lavoro.

Tutti tranne Terra, Bartz e Gidan. E Luneth, che si era rimesso al fianco della nuova amica.

-Ehi, lo conosci?- domandò il Jenoma alla ragazza.

-Allora mio rivale? Sei pronto a combattere da uomini? E donne! E donne vestite da uomini!?- domandò esuberante il tipo.

-Che cosa sta dicendo?- domando Bartz, muovendo il capo di lato, confuso.

-Si, ricordo che qualche volta capitava al Santuario del Chaos, per via di qualche ordine di Ex-Death o per chiedere dove fosse Bartz- rispose Terra.

-Oh, allora è uno dei commilitoni di Chaos. Ehi Bartz- gli disse il biondo -Fallo nero.

-Sicuro?- domandò quello.

-Certo che si- fu la risposta.

-Bene allora. Coso strano, accetto la tua sfida.

-È Gilgamesh! E comunque così sia. Finalmente avremo la nostra battaglia definitiva, Bartz. Chiudiamo questa faida una volta per tutte!

-Ben detto! E ora...- fece il giovane, guardandosi frettolosamente attorno -Ti sfido a mangiare più cioccolatini di me!

L'intera sala si congelò, mentre a Gidan sfuggì un ghigno compiaciuto.

-Cosa?- domandò Gilgamesh colto nell'atto di estrarre la Zanketsuken e l'Excalipur da chissà dove.

-Coraggio, pensi di perdere?

-No, posso sconfiggerti come voglio quando voglio!

-Perfetto allora. Signori, prego.

Firion considerò brevemente l'idea di prenderli a bastonate in testa e cacciare fuori l'intruso a calci, ma ci ripensò, e con un sospiro acconsenti alla richiesta.

-Meno male che è sbucato Gilgamesh, altrimenti credo che quei dolcetti ce li saremo dovuti mangiare di nascosto per non farli avanzare- sussurrò Aerith nell'orecchio di Cosmos.

-Concordo, non fa bene alla linea- replicò la dea, annuendo

-Vero. Ho già abbastanza problemi di abbondanza, pensa se dovessi aggiungere peso- si aggiunse Tifa, sottolineando le dimensioni delle sue forme.

Intanto i due contendenti si fissavano dai bordi opposti del tavolo, determinati e concentrati l'uno sull'altro.

-Trema di fronte a me Bartz- minacciò il ladro di spade -Perché io ho... sei braccia!- e i quattro arti aggiuntivi sbucarono dai fianchi del suddetto.

-Irregolare!- esclamò Luneth, pronto a fischiare ma Bartz lo anticipò -Bene allora. Io ti sconfiggerò con una mano dietro la schiena.

-Eh!?- fecero tutti, tranne Gilgamesh.

-Ahahah, accolgo la sfida mio rivale. Preparati a combattere per la tua vita.

Dato che i due avevano concordato i termini della sfida, Cosmos si limitò a sollevare le palpebre scettica, prima di dare il segnale -Ora!

Gilgamesh fece per lanciarsi vorace sulla montagna di dolci, ma appena si distrasse Bartz evocò il Laguna Rock e lo spedì in volo con una cannonata, usando solo una mano -Voilà, vinco io.

A quel punto la sala dell'Armonia venne pervasa dalle irrefrenabili risate dei suoi componenti, tranquillamente indifferenti al fatto che Bartz avesse barato.

Persino Lightning e Kain si unirono al coro, tossicchiando per nascondere il fatto che stessero attualmente ridendo.

Alla fine anche l'ondata d'ilarità passo e, chi più chi meno, i dolci vennero spartiti tra gli occupanti della cucina.

-Cecil, sei davvero deciso a finire quell'impasto?- domandò Kain, notando che il suo amico ancora non cedeva.

-Certo che si. Devo riuscirci, e non arrendermi mai- gli rispose Cecil, super concentrato, e intento a rovesciare una bustina di zafferano nel dolce.

-Ma non credi di esagerare?

-No, perché?

-Solo un impressione.

-Ecco qua- disse Guerriero, letteralmente a caso -Finito.

-Aspetta, time out- intervenne Gidan -Hai fatto dei dolci anche tu?

-Per la mia dea ovviamente.

-G-grazie- replicò Cosmos, girando la testa dall'altra parte per nascondere le guance color porpora (che le costarono gli squittii di gioia delle sue sottoposte).

-Mmmhh, beh il Giudice Magister sono sempre io quindi...- affermò con naturalezza il Jenoma, prendendo uno dei cioccolatini e divorandolo per intero, prima di schizzare in aria come una trottola e riatterrare in Trance -Oh per tutti i peli del mio corpo, cosa ci hai messo dentro!?

-Il mio amore indiscusso per la causa e la mia dedizione alla missione della mia signora.

-Wow, un super energizzante- commentò Lightning, staccandosi per la prima volta nella giornata dal suo banco da lavoro e prendendo uno dei dolcetti a sua volta, sparando qualche saetta qua e là mentre tornava al suo posto.

-Ehi! Avvisa prima- protestò Luneth, che ne aveva schivata una per miracolo.

-Quindi non abbiamo ancora assaggiato i dolcetti di Lightning- osservò maliziosamente il Jenoma, facendo scendere un brivido lungo la schiena della soldatessa -Fatti gli affari tuoi!

-Ecco a voi- fece Guerriero offrendolo anche agli altri.

Cecil lo prese di buon gusto, triplicando i suoi intenti, e anche Prishe e Tifa favorirono, ma gli altri accamparono scuse.

-Che sta succedendo qui?- domandò Golbez, sbucando dal buco nel soffitto da cui era uscito Gilgamesh.

-Niente, è arrivato un guastafeste, ma Bartz se ne è occupato- gli spiegò Aerith, prima che potesse farlo qualcun altro -Oh, Guerriero ha fatto dei dolcetti super-energizzanti. Ne vuoi uno?

-Non lo rifiuterei mai. Ehm voglio dire...- provò a correggersi il gigante, ma Guerriero apatico glieli offrì comunque, cosa di cui lo stregone gli fu eternamente grato, anche dall'aspetto che aveva l'intruglio che stava preparando Cecil.

-Che diavolo è passato qui, Gilgamesh?- domandò Squall, passando sulla porta d'ingresso scardinata.

-Letteralmente- puntualizzò Bartz.

-Dove sei stato Squall?- domandò Firion, rendendosi contro solo in quel momento che il SeeD era stato assente per gli ultimi dieci minuti.

-A fare due chiacchiere con il nostro amico- rispose il bruno, indicando il gigante nero.

-Squall...- cominciò Bartz, pensando si trattasse di un combattimento, ma quello lo fermò -Abbiamo solo parlato nient altro.

-Bene. È bello sapere che mio fratello si sta acclimatando a questo... posto... ungh- commentò Cecil, allegro ma intento a girare il suo intruglio, con risultati piuttosto scadenti.

-Cecil, non sarà ora di lasciar perdere?- insisté Kain, preoccupato.

-No tranquillo. Ci sono.

-Ah, Cecil? Lo sappiamo che per te è molto importante ma ormai quella roba ha la consistenza della colla...- osservò Tifa, un secondo prima che il paladino compisse un passo falso, risultante nel recipiente contente il malloppo che finì a spiattellarsi in faccia al cuoco.

-Ah'uhuu, mhhh- mugolò l'ex cavaliere nero, cercando di negare l'evidenza fino al limite.

-Ce lo siamo giocati- sospirò Luneth, nascondendo il sospiro di sollievo da parte dei commensali nella sala, che realizzarono di aver scampato la tragedia di dover mangiare il cioccolato peggiore del millennio.

Tutti tranne Squall.

-Non è irrecuperabile- dichiarò il SeeD, spingendo Cecil via dalla sua postazione e tra le braccia di Kain, prima di fissare gli ingredienti con sguardo deciso -Questo non serve, questo nemmeno, questo no, neanche...

E uno dopo l'altro le buste e i pacchi prelevati dal paladino vennero ammonticchiati da una parte.

-Golbez, che gli hai detto?- domandò Cosmos, sottovoce.

-L'ho iniziato all'arte dei cultori del cioccolato. Fortuna che sapeva anche cucinare.

-Va bene, non so cosa gli sia preso a Squall, ma direi di non disturbarlo, tanto è testardo come un mulo. Pensiamo a tirare Cecil fuori da qui- disse Kain, rivolgendosi a tutti.

-Concordo- fece Firion, facendosi avanti assieme a Tifa e Guerriero.

-Allora, direi che Tifa debba essere quella che tiene il recipiente, mentre noi altri tiriamo Cecil. Guerriero e io potremmo prenderlo per le spalle...- iniziò a pianificare Luneth.

-Scusa ma non sei abbastanza alto, lo faccio io- intervenne Kain.

-Uffa, e va bene. Firion tu prendilo per la vita..- continuò il bambino.

-No!- scattò il Dragone.

-Vuoi prenderlo tu per la vita?- gli domandò scocciato il ragazzino

-Si!

-Bene allora è deciso. Fate passare un braccio sotto l'ascella e con l'altro tenetelo per l'avambraccio tutto chiaro?- finì di spiegare Luneth.

-Si- gli risposero in coro.

-Bene allora tirate!

Gidan, da bravo ragazzo qual'era, non si fece sfuggire l'opportunità.

-Serve una mano?- chiese, andando a stringere il seno di Tifa con tutta la naturalezza possibile.

-Gidan!

Quasi subito dopo il Jenoma sentì un dolore lancinante alla coda, per poi venire mazzulato come un sacco da boxe dal bastone di Aerith.

-Fuori dai piedi, ci penso io- gli comunicò la ragazza, prendendo Tifa per lo stesso identico punto.

-Eddai per favore...

-Fate meno rumore, sto cercando di concentrarmi- abbaiò Squall, già mezzo nudo.

-Questi tamponi sono proprio utili- osservò Yuna, non riuscendo a contenere la fuoriuscita di sangue dal naso.

-Coraggio tirate un po di più!- Luneth incitò i braccianti, ancora ben lontani dal riuscire a liberare il paladino dalla massa di cioccolato.

Prishe accorse in loro soccorso, cingendo la vita di Aerith, ma ancora non bastava.

Allora si unì anche Bartz, afferrando Kain da dietro, e infine lo stesso Luneth, che prese il mimo per la mantellina.

Vedendo chiaramente un excalation di demenza, Golbez si mosse a pietà scagliando un filmine contro l'impiastro, facendolo esplodere e spedendo tutti a terra, causando qualche gemito Yuri e Yaoi.

Ansimante, il gruppo si rimise in piedi.

-Non... credevo che cucinare... fosse tanto pericoloso...- ansimò Cecil, con le guance imporporate e i capelli scomposti.

-Già... meglio... non perdersi in follie...- gli rispose Kain, pressappoco nella stessa condizione, riuscendo a mettergli una mano sulla spalla.

-Ragazzi posso farvi una foto?- domandò Cosmos, tirando fuori una macchina fotografica.

-Uff, finalmente- sbuffò Squall, asciugandosi la fronte tersa.

-Squall? Hai cucinato del cioccolato!?- fece Gidan, con la coda piegata e mezza faccia ridotta ad un unico, immenso, pallone viola per le botte.

-Si, perché?

-E lo hai fatto nudo?

-Eh?- domandò il SeeD, prima di constatare la realtà e schizzare in camera sua rosso come un peperone.

“OhmioHyne che figuraccia! Non è possibile! Ho rovinato la mia immagine. Perché ho rovinato la mia immagine!? Non c'è niente di peggio, adesso passerò come un idiota di fronte a tutti...!” diciamo, disperazione allo stato puro.

Il resto delle persone in cucina rimase a fissare la porta, aspettandosi da un momento all'altro il rientro assassino del giovane (che quando non c'era Cloud in giro finiva sempre in un fuggi fuggi generale), ma una volta constatato che non sarebbe sceso per un po, il Jenoma ruppe gli indugi.

-E va bene, il cioccolato è cioccolato, quindi se qualcuno non ha niente in contrario...

Ma appena sollevò il dolce, l'odore penetrante dell'aroma lo colpì alle narici.

“Che cos'è? Non riesco a riconoscere l'origine di questa... questa...” sussulto, arrivando a reggersi al tavolo “Cosa diavolo gli è preso a Squall? Gli hanno impiantato un'altra anima? “

Mentre tremava peggio di un idiota in crisi erotica, il Jenoma riuscì a portare nella sua bocca il prodotto di tanta agitazione e...

-WHOOOOOOO!!!!- occhi di fuoco, muscoli pompati, e vestiti esplosi in ogni direzione.

Non scherzo.

-La potenza di un vulcano inserita in un piccolo chicco di cacao! QUESTO. È. UN. ORGASMO!

Di fronte alle facce sconvolte dei suoi colleghi e non, il caro nano cadde all'indietro, nudo come una stella, con il volto arrossato e il sorriso smagliante di soddisfazione stampato sul volto.

Il silenzio agghiacciante che seguì fu piuttosto eloquente: perché di punto in bianco Squall cucinava del cioccolato che causava orgasmi?

-Fermo lì!- esclamò Kain, voltandosi di scatto e puntando un dito accusatore contro Golbez, che stava provando a filarsela di soppiatto, prima di essere beccato -Che cosa hai combinato!?

Lo stregone ringraziò mentalmente se stesso per combattere con un armatura completa, altrimenti la sua faccia avrebbe mostrato tutto il suo disagio interiore e la sua colpevolezza.

-Di che stai parlando...?- provò a svagarsi, ma il dragone gli si fece incontro con gli occhi di fuori.

-SEI STATO L'ULTIMO A VEDERE SQUALL TRA DI NOI! CHE COSA GLI HAI DETTO!?

-Una semplice discussione...- provò a dire una mezza verità, sperando di calmarlo.

-Lo sapevo! Lo hai traviato con la tua passione per...!- minacciò il Dargone, prendendolo per il bavero dell'armatura.

-TI COMANDO DI STARE ZITTO!- lo bloccò deciso lo stregone, facendolo crollare di nuovo sotto al suo controllo mentale.

-Si padrone- rispose il guerriero, sull'attenti.

-EHI! Molla subito il controllo mentale!- intervenne Cecil, altero.

-Possiamo discuterne noi tre e basta?- chiese lo stregone, a disagio.

-Prima liberalo!- insisté il paladino, sputacchiando saliva in giro.
-No.

-Si!

-No

-Si!

-CALCIO ROTANTE!- gridò Jecht, spedendo i tre fuori con una delle sue migliori emulazioni di Chuck Norris (a quanto pare c'è una ragione per cui il bestione tiene testa a Sephiroth).

-Ehi ragazzi, che mi sono perso? Questi due idioti si sono cacciati in un mare di guai- salutò giovialmente l'ex-blitzballer, reggendo Tidus e Vaan, più morti che vivi, sottobraccio -In ogni caso, a dopo le chiacchiere, prima metto questi due a letto. Non avremo problemi, spero.

-Prego fai pure, non siamo barbari- replicò Cosmos, leggermente allucinata dagli ultimi fatti (incluso il fatto di aver sempre avuto un Chuck Norris a portata di mano e averlo considerato solo un ubriacone molesto).

-Non ci sto capendo più niente- fece Tifa, appoggiandosi ad una parete, ancora arrossata dal salvataggio di Cecil -Troppe cose strane. Una doccia farebbe miracoli a questo punto.

-Già anche a me- aggiunse Cosmos, passandosi una mano sulla fronte.

-E me!- si aggiunse Aerith, gioviale come non mai.

-Anch'io...- mormorò Yuna, sentendo lo stress pesarle addosso.

-Anche io!- alzò la mano il Jenoma

BAM, Firion calciò Gidan contro la parete, con la forza di Jecht (e poi lo prendiamo tutti per la mezza sega del gruppo), senza pensarci due volte.

-Ehi! Non puoi essere un po più gentile? Non è un nemico, è solo Gidan. Dovresti esserci abituato- lo rimproverò Bartz, con le braccia incrociate.

-Lo so, ma come ha detto Tifa, troppe cose strane oggi- gli rispose sinceramente il maestro d'armi, scosso.

-Cioè sarebbe strano che Gidan tentasse di sgattaiolare nelle docce non visto?- domandò Bartz, alzando il sopracciglio.

-Non ho detto questo- disse il ragazzo, andando all'indietro mentre inalava profondamente.

-Firion, credo una doccia farebbe comodo anche a te- osservò Cosmos.

-Ah non immagina quanto... EH!?- esclamò il ragazzo, mentre il panico si faceva avanti: lui, nelle docce, con tutte loro...

-Una volta che noi ragazze avremo finito. Non farti idee strane- puntualizzò la dea, cosa che lo fece arrossire ancora di più e girare la testa dall'altra parte.

Ovviamente le risatine si fecero sentire.

-Ehi Terra, vieni anche tu- la invitò Yuna.

-I-io!? Ma non... sono...

-Coraggio, ormai sei della famiglia- insisté Aerith, spingendo la mezza-esper fuori dalla cucina, assieme al gruppo di ragazze.

Rimasti soli, i ragazzi sbuffarono e si strinsero nella spalle, tranne Firion, ancora imbarazzato a morte.

Almeno finché non si accorse che Guerriero lo stava guardando con una furia cieca in corpo.

-B-b-bene... allora noi...- cominciò a dire il ragazzo per svagarsi.

-Voi staccate Gidan da quel muro e restate qui sotto la mia guardia finché tutto questo macello di cocci e dolce non viene ripulito chiaro!?- ordinò come un despota il paladino, terrorizzandoli.

-Si signore...- fecero Bartz, Luneth e Firion in coro.

-Bonjour, ragazzi- fece con voce lucente e pimpante Laguna, scendendo le scale e arrivando in cucina -Che si racconta oggi?

Il giornalista tuttofare venne ignorato alla grande, sentendo l'atmosfera nella stanza farsi più pesante.

-Dove sono tutti? Che è successo?- insisté ancora l'uomo, ma non ottenne risultati migliori, guardando i volti mogi dei tre (quattro con Gidan) intenti a ripulire, con Guerriero che i guardava con rabbia, per qualche ragione sconosciuta.

-Serve una mano a pulire?- si offrì.

-Fa sempre comodo- gli rispose Luneth, passando un mocio per terra.

-Perfetto allora! È arrivato il momento di provare la mia nuova... un momento che la trovo... qui no, qui neanche... eccola! La nuova Aspirapolvere Modello A-113 di Laguna! Neanche il più piccolo frammento di Caos può sfuggirle!- fece il giornalista, estraendo un intero aspirapolvere da una delle tasche dei suoi pantaloni -E sapete la parte migliore? Non esplode.

-Almeno non dovremo ricostruire questo posto per l'ennesima volta- commentò Firion, spingendo stancamente la propria scopa avanti.

Laguna rimase immobile a fissare il gruppo, aspettando un segnale.

-Sapete che potrei...

-Laguna mettila via!- ordinò Guerriero con un tono che avrebbe fato marciare dritto persino Chaos.

Il problema è che Laguna era ribelle di natura.

-Ah, ma stai zitto una buona volta, stupido cornuto raggrinzito. Ma ti sei visto? Con quelle corna e quei capelli sembra quasi che tu non abbia un character designer capace. Il capelli argentei sono troppo standard- replicò acido il giornalista, infilando la presa e puntando il braccio del marchingegno contro il paladino, il cui livello di oscurità crebbe pericolosamente.

-Laguna sul serio non...!- scattò Luneth, facendo per fermarlo, ma troppo tardi: l'uomo accese il marchingegno e quello lo travolse in pieno, risucchiando la testa di Luneth nella bocca d'ingresso.

-WHAAAAAA!!- esclamò terrorizzato Laguna, mentre l'aspirapolvere schizzava come una macchina da formula uno per tutta la cucina, con lui a cavalcioni.

-Questa tuo ammutinamento non durerà Laguna! Affronta la giustizia...!- Guerriero avrebbe voluto aggiungere qualcos'altro, ma venne asfaltato da quel bolide assassino come se nulla fosse.

Le grida di terrore di Bartz, Firion, Gidan e Laguna finirono per attirare l'attenzione indesiderata di Squall, Jecht, Vaan, Tidus, Kain, Golbez e Cecil, i quali si scaraventarono in cucina come delle furie.

-Tenete duro ragazzi arriviamo!

-Carica!

-Eccoci!
-BUTTIAMOCI NELLA MISCHIA!

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!


Yuna sospirò pesantemente, mentre si lavava.

Tifa aveva ragione, una doccia era proprio quello che ci voleva.

-Sorprendente quante cose sono successe in poche ore- osservò Aerith, rivolta a tutta la sala, mentre si insaponava i capelli.

-Già, oggi è stata davvero una giornata intensa- le fece eco Cosmos -Da non credere.

-Beh, è stato anche molto divertente no!?- chiese Prishe, con il suo tipico entusiasmo.

-Non saprei, di solito il posto è più tranquillo- le rispose Tifa -Non mi va di dare un senso a quanto ho visto.

-Credevo che da voi fosse così tutti i giorni- si lasciò sfuggire Terra, prima di arrossire -Beh... ecco... intendevo dire...

-Nel Santuario di Chaos siamo considerati una banda di perdi giorno?- domandò Cosmos, con una nota d'irritazione nella voce -Non mentirmi.

-I-inetti, sciocchi, imbranati...

Il doccino che Cosmos reggeva in mano andò in frantumi nella sua stretta, mentre gli occhi della dea si facevano oscuri come la notte -Io lo ammazzo.

-Andiamo su basta con tutto questo nervosismo. È San Valentino, dovremo fare le pettegole no?- osservò Aerith, facendo rabbrividire tutte.

-N-n-noi non...- provò a dire Yuna, rossa in volto, ma fu troppo tardi.

-Presumo che la relazione amorosa tra Kain e Cecil non sia più un segreto- partì in quarta la fioraia, facendo l'occhiolino alle altre.

-Non è segreto da tanto tempo- provò a rispondere Tifa, mentre il suo naso grondava sangue peggio di una fontana.

-Ah-ah, immagino. E dello “schienale” di Squall che mi dite?

Il naso di tutte subì una perdita ingente.

-Finiscila! Non è giusto che ti prendi gioco di noi in questo modo!- protestò Yuna, reggendosi il volto.

-Oh andiamo, è fin troppo ovvio che quel tipo passa più tempo nei nostri pensieri che a combattere- replicò gioviale la ragazza, facendo l'occhiolino alla compagna.

-Aerith il tuo naso è fuori controllo- osservò la barista.

-Andiamo, uno schienale del genere è più raro che unico, ne ho visto solo uno migliore.

-E quanti ne avresti visti?

-Più di te di sicuro.

Calò il silenzio, mentre Tifa, crollava in depressione.

-Credo sia ora di uscire- osservò Terra, a sorpresa -L'ambiente si sta scaldando troppo per i miei gusti.

-Concordo- rispose Cosmos, afferrando il proprio asciugamano e iniziando a coprirsi il petto, quando nell'aria echeggiò uno sparo.

Poi ne seguirono svariati altri a raffica, accompagnati da urla selvagge.

-Chaos!

-Siamo sotto attacco!

-Prendiamoli prima che prendano noi!- Prishe scattò in avanti, infilandosi un panno a protezione del corpo a tempo di record.

Tempo dieci secondi e le ragazze erano tutte nell'atrio, dove il suono degli spari e le grida erano violentemente amplificate, ma ad aspettarle trovarono solo Golbez, Kain e Squall intenti a fare face-palm.

Sentendo puzza di guai Cosmos sporse la testa oltre l'ingresso della cucina e vide Guerriero legato ed imbavagliato ad un totem indiano uscito dal nulla, mentre Jecht e Laguna ci giravano attorno vestiti da Cow-Boys e a cavallo di uno strano marchingegno dotato di una proboscide snodabile.

In un cerchio più piccolo danzavano, vestiti da indiani, Gidan, Bartz, Firion, Cecil, Luneth, Vaan, Tidus e Shantotto, muovendosi come degli indemoniati ed agitando asce e penne come dei pazzi.

Mentre una dopo l'altra le ragazze rivolgevano il loro sguardo allucinato alla scena, l'abito di Cosmos mutò da un semplice panno bianco ad una tuta aderente (di quelle con le chiusure lampo allucinantemente grandi), un paio di stivali e un impermeabile, tutti in pelle, una benda sull'occhio destro, un paio di occhiali da sole, il tutto rigorosamente nero, una sigaretta accesa in bocca, i capelli lucidi e tirati all'indietro, e una mitragliatrice pesante in mano.
-È arrivato il momento di fare pulizia qui.


La cucina risplendeva come mai prima di allora, quasi abbagliante.

Grazie ai dolcetti di Squall, e nonostante la sfuriata di Cosmos, tornò il buon umore, e le ragazze non si risparmiarono di lanciare al SeeD occhiate di rispetto e curiosità, cosa che lo mise a disagio, data la sua abitudine a schivare tutti.

E, sorpresa sorpresa, anche Laguna cucinò i propri dolcetti, dolcetti normali per la prima volta nella giornata, per cui furono accolti con maggior gusto di tutti gli altri.

Le cose semplici spesso sono le migliori.

-Oh, come è tardi- disse Aerith d'improvviso, guardando fuori dalla finestra, e notando che era sceso il buio.

-Beh, allora concludiamo la mano- replicò Gidan, rompendo gli indugi -Colore.

-Scala minore- replicò Tidus.

-Scala Reale- disse Laguna.

-Tris- sospirò Jecht.

-Doppia coppia- si arrese Aerith -Peccato.

La ragazza si alzò in piedi e si slacciò l'abito rosa, facendolo scivolare a terra.

Di sicuro se l'era cavata meglio di Tidus, Laguna e Jecht, tutti in mutande.

-Va bene ragazzoni, avete giocato anche troppo. È ora di riposare, altrimenti saranno guai seri- intervenne Tifa, ritirando calici di birra vuoti e tazzine da caffè su un vassoio -Aerith, ti fermi a dormire?

-Oh no- replicò lei, rivestendosi -Ho il mio alloggio personale. Preferisco stare un po da sola.

-Come vuoi- rispose Tifa.

-Qualcuno convince il bambino e lo sfregiato a staccarsi da quella scacchiera? Le loro partite durano più della vita a quella maniera- osservò Shantotto, uscendo soddisfatta dal suo laboratorio.

-Già. Risiko è molto più rilassante vero?- ringhiò sottovoce Bartz, mentre lui, Kain, Firion e Prishe fissavano sconsolati il piano di gioco, dominato dal colore di Guerriero.

Tifa aveva già perso da un pezzo.

-Forza, rimettiamo tutto via- disse Cosmos, invitando con dolcezza Terra, Yuna e Vaan ad interrompere la loro partita a Monopoli.

-E tu fratello, ti fermi con noi?- domandò Cecil, finendo una mano di briscola con Golbez, seduto con le braccia incrociate sul peto e le carte sospese in aria, grazie ai suoi poteri.

-No, adesso vado via anch'io- rispose tranquillo e rilassato lo stregone, conquistandosi la partita grazie all'asso di coppe -Ma gradirei che per stanotte Tidus e soprattutto Terra restassero qui. Non mi fido di riportarli al Santuario.

-E tu allora?- fece Cecil, preoccupato.

-Per favore, scommetto che per quando tornerò lì probabilmente avranno demolito tutto. Non avranno neanche la forza di badare a me.

-Allora facciamo un pezzo di strada assieme? Camminare da sola nel buio mi spaventa un po- gli chiese la fioraia, afferrando il bastone e la sua giacchetta rossa.

-Non c'è problema- acconsentì lui.

-Abbiamo spazio a sufficienza per tutti di sopra, dormite tranquilli- fece invece Cosmos, rivolta a quelli che rimanevano.

Nel giro di pochi minuti gli esausti guerrieri dell'Armonia (e della Discordia) stavano salendo tutti le scale, alcuni sbadigliando e altri no, mentre Aerith e Golbez uscivano in silenzio dal Santuario.


-Mi dispiace per quello che è successo oggi, mia signora- fece Guerriero, sistemando il proprio giaciglio ai piedi del letto della dea -Avrei dovuto essere più duro con loro.

-No, non dovevi e non devi. So che sono molto indisciplinati, ma loro non devono essere tenuti in una gabbia. Non importa se causano danni qualche volta, non era niente di terribile- replicò la donna, fissandolo dal bordo del letto, avvolta dalla sua vestaglia candida.

-È solo... a volte mi chiedo perché insistano a comportarsi così. Non vedono la follia delle loro azioni?

-Certo che la vedono, proprio come tu ben sai che senza quella continua, ardente voglia di vivere non ci sarà vittoria contro le forze del male. Non confondere, Guerriero: saranno anche folli ma sono forti nell'animo, ed è questo che conta- gli rispose con calma Cosmos, mettendogli una mano sulla spalla.

Guerriero la toccò in risposta, prima di voltarsi a fronteggiarla -Le auguro un buon sonno mia dea- disse, inchinandosi e baciandole il dorso dell'arto.

-Buona notte mio fido- replicò la donna, cingendogli il capo e facendolo appoggiare contro il proprio addome.

Da dietro la porta della loro stanza Prishe sorrideva, tutta soddisfatta che quei due alla fine avessero il loro momento magico di San Valentino.

Peccato che avrebbe dovuto interromperlo presto.

Shantotto era su di giri, e dormire in camera con quella che volteggiava avanti e indietro dicendo formule ad alta voce era impossibile.

Bussò lieve, e attese che la dea la facesse entrare.

-Posso dormire qui per f-favore?- domandò una volta entrata, andando a posare il proprio sguardo su Guerriero.

Per qualche ragione l'idea di dormire nella stessa stanza con lui era... possibile che...


-Tenterai di produrre un cioccolato decente anche l'anno prossimo?- chiese, lanciando un ultimo sguardo al compagno che si sfilava i pantaloni

-Certo che si. Finché non ci riuscirò.

Kain sospirò, alzando gli occhi al cielo, e si girò verso la finestra.

Quella notte sarebbero stati lui, Cecil, e Firion.

Per qualche ragione lo irritava un po la cosa, ma rimase in silenzio.

Il maestro d'armi ancora non era rientrato, questo era di sicuro positivo, per ora.

Poi sentì qualcuno mordergli l'orecchio.

-Cecil, che stai facendo?- disse, cominciando a preoccuparsi.

-Ahhhh... quello che faccio sempre?- replicò con aria furbetta il paladino.

-Shhh, Firion potrebbe entrare in qualsiasi momento...

-Aspetterà sulla porta. D'altronde, deve rispettare gli anziani- replicò Cecil, calmo, sedendo a cavalcioni sul corpo del suo amico -Stanotte è per noi.

Kain rimase in silenzio, color porpora e incapace di dire di no.

Voleva che quella notte fosse per loro, ma era imbarazzante.

-Coraggio sappiamo entrambi che aspetti questo momento da tutto il giorno- insisté Cecil chinandosi su di lui e sussurrandogli nell'orecchio.

-E va bene, ma solo per stasera- replicò di fretta il Dragone invertendo le posizioni con un gesto deciso -E solo per cinque minuti.

-Basteranno- esalò l'ex cavaliere nero -Buon San Valentino Kain.

-Buon San Valentino- rispose l'altro, baciandolo.


Firion fece avanti e indietro per i corridoi del Santuario, controllando che fosse tutto a posto.

Di solito era un lavoro che faceva Guerriero, ma quella sera Firion aveva deciso di sostituirlo, dato che lui e Cosmos dovevano comunque pensare a smistare le camere, visto il sovraffollamento.

E così era ancora in giro.

Aveva chiuso la porta d'ingresso, dopo che un improvvisa folata di vento inspiegabile e rumorosa l'aveva spalancata bruscamente, e aveva richiuso lo sgabuzzino sottoscala, nel caso qualche altro guerriero di Chaos ci fosse voluto passare attraverso.

E fu allora che scorse un lumicino solitario in cucina.

“Qualcuno avrà dimenticato una luce accesa” pensò, dirigendosi verso la stanza, ma appena superata la soglia impietrì.

-Ah! Accidenti, di nuovo- mormorò Lightning, ancora china al suo lavoro nella solitaria notte.

Dal modo in cui la ragazza si guardava la mano, Firion dedusse che doveva essersi tagliata.

-Light...?- la chiamò, facendosi avanti di un passo incerto, e fu un bene perché lei si volto con un coltello stretto in mano e puntato verso di lui.

-Oddio Firion...- fece la donna, prima di voltarsi frettolosamente e poggiare l'arma sul tavolo, tagliandosi di nuovo nel farlo -M-m-mi hai spaventato.

Nel suo intimo Firion era pietrificato dall'imbarazzo di vedere la donna, per cui il suo cuore si tramutava in una bomba a tempo, ancora intenta a produrre un cioccolatino decente...

-Aspetta. Ti sei fatta male- disse a voce bassa, avanzando deciso.

“Che stai facendo idiota? Rallenta. Non così!”.

-No, è solo un graffio...- cercò di rispondere lei, ma lui le prese con ferma delicatezza la mano, osservando il taglio lungo il palmo, oltre che i vari sulle dita.

-Non fare così. Sei stata qui tutto il giorno- le disse, quando Lightning provò a sottrarre l'arto alla sua presa -Aspetta un attimo.

Estrasse delle fasce di seta dalla sua armatura, cominciando a fasciarla con delicatezza, sotto la luce del faro solitario, loro due soli.

“Questa situazione è incontrollabile. Come faccio ad essere così calmo!?” pensò sorpreso lui, pur rimanendo impassibile all'esterno.

-Dammi l'altra- la invitò, una volta finito con la prima, e lei gliela offrì senza fiatare.

-G-grazie- gli disse, facendogli salire una strana sensazione di appagamento alle labbra.

-Dovere- rispose, alzandosi e posando gli occhi lungo il piano di lavoro -Continuerai?

-Fino alla fine. Ora lasciami lavorare- gli rispose brusca, scostandolo.

Il ragazzo fece un passo indietro, preso ala sprovvista.

“Andiamo idiota, smettila di perdere tempo. Lascia perdere. Sei solo d'intralcio” pensò, dicendosi che era ora di andare a letto.

Ma invece, le sue mani scivolarono sopra quelle di lei, cingendole la schiena in un silenzioso abbraccio.

-In due si fa meglio- le sussurrò in un orecchio.

Lei non replicò, ma non si sottrasse, lasciando che accompagnasse i suoi gesti.


Yuna salì sul tetto, volendo fissare gli astri quella sera.

Aveva anche intenzione ringraziare Yevon per non averle fatto fare una figuraccia con il cioccolato.

Ma una volta arrivata, trovò un ragazzo seduto sul parapetto, intento a fissare il cielo.

-Ehi- lo chiamò, facendolo voltare -Tidus?

-Si- rispose lui, rimettendosi in piedi -Scusa, non sapevo che il posto fosse occupato.

-No no no va benissimo. È perfetto. Stare qui sopra da soli è bello, ma in compagnia si sta meglio.

Così si sedettero, in tutta calma, l'uno affianco all'altra.

-È così confusionario qui?- domandò Tidus, prendendola alla sprovvista.

-Beh...

-Intendo, non trovi che a volte facciano troppo casino?

-Ah...- replicò incerta, prima di rispondere -Forse. Non ne sono sicura, ma trovo che sia piuttosto divertente averli attorno- ammise -È strano, lo so, ma molto rassicurante

Yuna lo fissò intensamente, non sapendo cosa dire di lui, un ragazzo qualsiasi con cui aveva parlato poche volte.

-Ti piace guardare il cielo?- gli chiese.

-Qualche volta- ammise lui.

Rimasero in silenzio per alcuni secondi, prima che Tidus parlasse di nuovo.

-Qui è molto più bello il cielo. Non credevo si potesse godere di una vista simile.

Yuna sorrise, prima di avvicinarglisi e cingergli il collo con una mano -Vorresti restare a vedere il cielo qui con me?

Tidus arrossì, prima di annuire.

Così la ragazza si appoggiò con dolcezza all'incavo del suo collo, restando a fissare la notte l'uno affianco all'altra.


Terra sobbalzò quando la porta della sua camera venne spalancata di colpo, e richiusa altrettanto in fretta.

Yuna era uscita, e non c'erano altre persone nella stanza, dato che Aerith non era rimasta per la notte.

Quindi rimase molto sorpresa di trovarsi davanti Cloud, vestito da cameriera, arrossato, affaticato e con l'aria di uno che aveva appena corso cento miglia in meno di tre secondi.

-C-Cloud- disse imbarazzata -Cosa...?

-Shhh, non deve trovarmi- le disse il SOLDIER, fissando dal buco della serratura come un ipocondriaco.

-Chi?- domando ancora Terra, confusa.

-Sephiroth. Il mio cioccolato era talmente terrificante che quello è impazzito e ha seminato distruzione per tutto il giorno.

-Oh- fece lei, non riuscendo a reprimere un brivido di paura.

-Perché sei vestito da cameriera francese?

-Me l'ha chiesto Artemisia... cioè quasi tutti me l'hanno chiesto, ma lei mi ha convinto- replicò lui, sbrigativo

-Come?

-Abbiamo fatto sesso.

-Co-co-co-co...- cominciò a fare lei, alzando la voce di mezzo tono, ma come un fulmine lui le tappò la bocca.

-Shhh, se i guerrieri dell'Armonia mi scoprono mi faranno a pezzi- le sussurrò, a pochi millimetri dalla sua faccia.

La mezza-esper annuì di comprensione, spaventata, e lui la lasciò andare, andando ad appoggiare l'orecchio alla porta.

-Che cosa farai ora? Se fossi capitato in qualsiasi altra stanza ti avrebbero attaccato- gli chiese la ragazza.

-Ho riconosciuto il tuo respiro, lo riconoscerei tra mille. Credo di non avere altra scelta se non passare la notte qui.

-Cosa? Ma Yuna tornerà presto.

-Allora non mi vedrà- replicò lui sicuro, andando ad appoggiarsi nell'angolo dietro la porta, in silenzio.

Terra restò a fissarlo, sbalordita, e impietosita.

Era stanco, sporco e affaticato, e dormiva su pavimento... in camera sua.

Rimase a riflettere per un momento o due, prima di decidersi.

Tolse le proprie coperte dal letto e si andò a raggomitolare al fianco del biondo, avvolgendoli entrambi nel morbido abbraccio del tessuto.

Il pavimento era freddo, ma con i suoi poteri da Esper, riscaldarlo era una passeggiata.

-Prenderai freddo- le disse lui.

-Ho te- replicò lei, stringendoglisi forte.

Dopo qualche attimo lo sentì cingerle le spalle, prendendola in braccio -Grazie.


-L'amore è nell'aria stasera- osservò Jecht, sentendo qualche frase provenire dalla stanza accanto.

-Che ne facciamo dell'intruso?- domandò Laguna.

-Lascia perdere. È un bravo ragazzo, non sta facendo niente di male, sono sicuro che staranno bene- rispose il blitzballer, guardando fuori dalla finestra.

-Allora... la madre di Tidus?- chiese il giornalista, a bruciapelo.

-Mi manca. Si, mi manca. Ma qui è solo un ricordo vago. Amavo tutto di quella donna, ma forse non potrò più rivederla- rispose tranquillo lui -Ho altre cose a cui pensare.

-Anch'io ho qualcuno che mi manca- disse il giornalista -Sai, se ti fa stare meglio.

Jecht si volse verso il compagno, notando che reggeva in mano una fotografia di una donna dai lunghi capelli, folti, lisci e neri, tenuti indietro da un cerchietto.

-È bellissima.

-Grazie.

-Ricordi almeno il suo nome?

-No.

-Mmmhh, ti capisco: è frustrante- rispose il barbaro, chinandosi a prende due lattine di birra da sotto il letto.

-Propongo un brindisi: agli amori infranti.

-Non sono tipo da bere ma va bene- replicò Laguna, prendendone una.

-A noi.

-A noi.

Dopo pochi istanti il giornalista era addormentato sul letto, ubriaco dopo aver bevuto una sola lattina.

-Principiante- disse Jecht, sorridendo malinconico -Sai, sarebbe stato divertente avere un appuntamento a quattro, amico.


Aerith fissava in silenzio il panorama sotto di se, fin dove arrivava il suo sguardo.

Era un po delusa dalla giornata: lui non si era fatto vivo.

Una volta separatasi da Golbez, era certa di aver visto passare un Chocobo bianco e nero con una cuffietta in testa, che andava troppo veloce perché lei potesse riconoscerlo.

Ma nessun altro.

Nulla.

Sola.

Sospirò, lanciando uno sguardo alla luna, che sorgeva dal lago, illuminando tutto con la sua immensa forma.

Per qualche motivo sembrava molto più grande in quel punto.

-Buon San Valentino Aerith- si disse, sorridendo comunque.

-Stavo per dire la stessa cosa.

Si volse, non credendo alle sue orecchie.

Ed eccolo lì, possente e fiero, risplendente nella luce del satellite.

Non poté trattenersi dal saltargli al collo, quasi ridendo per la gioia.

-Credevo non ti saresti fatto più vivo.

-Ho avuto una giornata difficile.

-Ahahah, anch'io. Tieni- rispose, estraendo una piccola rosa dolcetto dalle tasche dell'abito -È l'ultimo rimasto.

-Allora consumiamolo assieme.

Si sorrisero, poi avvicinarono le loro labbra, chiudendole sull'ultimo dolce, e consumando un bacio al cioccolato e all'amore.

Molto presto Aerith si sentì adagiare sull'erba fresca e umida, della notte, mentre lui lentamente scioglieva i nastri nei suoi capelli.

-Buon San Valentino Aerith- le sussurrò nell'orecchio.

-Buon San Valentino Sephiroth.


A N: Finalmente è finita, cavolo. Se non era per la canzone dei Coldplay “A Sky Full of Stars” l'ultima parte non mi sarebbe mai venuta. La musica è la vera maestra qui. Era da tantissimo che volevo scrivere una storia d'amore tra Sephiroth e Aerith, non ci credo di esserci parzialmente riuscito. Alla prossima. Ciao.

  
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