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Autore: Rue Meridian    28/04/2009    1 recensioni
[Bartender]
Raccolta di tre one-shot ambientate nel capitolo 14 del manga.
E' san Valentino e tre persone lo stanno vivendo in diversi modi... Ma tutti legati a Cocktail serviti al Lapin da un certo bartender... Fanfiction ad alto tasso alcoolico XD
Partecipa alla V Disfida di Criticoni
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Valentine's Cocktails

Autore: Rue Meridian

Fandom: Bartender

Sotto-bando: Equanime

Rating: Per tutti

Genere: Romantico, Introspettivo

Avvertimenti: Raccolta in tre capitoli di tre flashfic

Betareader: Shatzy

Conteggio Parole: 1800 parole, 600 esatte a capitolo (Conteggio OpenOffice)

Note: Fa riferimento soprattutto al capitolo 14 del manga; non fa riferimento alcuno all'anime.

Il primo capitolo è incentrato su Yukari, il secondo su Miwa Kurushima, il terzo su Ryu Susukara.

Disclaimer: Non possiedo Bartender, né i suoi personaggi che sono proprietà di Joh Araki e di Nagatomo Kenji. La citazione iniziale di ogni capitolo è in realtà una citazione unica di Charles Bukowski, spezzata per esigenze della fanfic.



Valentine's Cocktails




Amaretto Alexander

Quando sei felice bevi per festeggiare...

Si era proprio presa una cotta. Decisamente.

D'altronde, Susukara-san era il prototipo dell'uomo perfetto: alto, moro, bei lineamenti, attento e cortese nei suoi confronti, un buon parlatore, colto, capace nel suo lavoro.

Soprattutto quest'ultima qualità l'aveva colpita: le sue mani rapide, ma eleganti, versavano liquori dosandoli con sicurezza, senza commettere errori o avere tentennamenti.

Il risultato, poi, era divino: d'altronde non era un caso se Kurushima-san diceva che i suoi cocktail erano definiti universalmente “i bicchieri degli Dei”.

Era stato naturale rimanere affascinata: i suoi movimenti, le sue mani stesse le erano parsi così sexy!

L'aveva incontrato a causa del suo lavoro: era impiegata, insieme a Miwa Kurushima, nel reparto catering di un albergo di prossima apertura. Proprio quel giorno il suo capo l'aveva ripresa poiché in un ordine aveva confuso i calici Goblet con dei bicchieri Tumbler: a quel punto, Kurushima-senpai aveva pensato di portarla in un bar per poter fare un po' di esperienza.

Il Lapin l’aveva stupita, tuttavia: quello non era affatto un posto dove gli anziani andavano per bere, come aveva sempre pensato, evitando quindi quei locali fino al punto di non metterci mai piede.

Dietro la pesante porta d'ingresso, si era ritrovata in un locale estremamente pulito ed ordinato, dai mobili in mogano, che riscaldavano l'ambiente, ed un caldo “benvenuta” al suo ingresso; Susukara-san poi aveva preparato per lei un raffinato e profumatissimo cocktail: l'Alexander.

E, oggi, a pochi giorni dal nostro primo incontro, è San Valentino: di certo, un segno del destino!”

Era stata una decisione improvvisa, tanto che aveva dovuto mentire per prendersi un giorno di ferie! Aveva comprato gli ingredienti necessari e ci aveva lavorato l'intera giornata; poi, la sera aveva preso il suo treno e si era diretta verso il Lapin. “Ero così su di giri che non mi sono accorta fino all'ultimo della tragedia!”

Si era spezzato. Il suo cuore si era infranto.

Il cuore di cioccolata su cui aveva lavorato tanto si era rotto nella calca del vagone: “Ero a pezzi... sono arrivata a pensare ad un segno del destino!”. La sua cotta era finita in dolcissimi frammenti di cioccolato; era talmente amareggiata che era arrivata al bar come in trance e neppure le gentili domande di Susukara-san erano riuscite a scuoterla. Kurushima-senpai l'aveva trovata col groppo in gola e le lacrime agli occhi, e questo probabilmente l'aveva salvata da una sfuriata per le ferie fintamente motivate.

Aveva spiegato all'altra ragazza il suo problema, ovviamente glissando sulla persona alla quale era destinato il piccolo regalo, ed a quel punto aveva avuto la conferma che Susukara fosse l'uomo perfetto: pensando che si trattasse di un dono di San Valentino per il suo fidanzato, l'aveva confortata ed aveva “risuscitato” il suo regalo.

Aveva sciolto il cioccolato, preparando una variante dell'Alexander, in cui vi aveva mescolato la “bevanda dell'Amore”, così l'aveva definita, da quello sconosciuto nome straniero: Amaretto.

Che meraviglia! Ed il bello è arrivato proprio alla fine...”

Infatti, quando aveva rivelato al barman che il cuore di cioccolata era un regalo per lui e che, di conseguenza, l'Amaretto Alexander gli era destinato, il bel moro aveva accettato di berlo!

Non si era educatamente rifiutato, come in precedenza, “perché ai bartender non è permesso bere di fronte ai clienti, se non per testare l'alcoolico”.

Ha accettato il simbolo dei miei sentimenti!”

Che giornata meravigliosa! Il sapore di cacao e mandorla le addolciva ancora la bocca, mentre sorrideva senza motivo apparente, tornando a casa dopo la lunga ed esaltante giornata.

Si era proprio presa una bella cotta!


   
 
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