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Autore: Silvio Shine    25/08/2016    0 recensioni
Rage.
Questo è il nome con cui mi conoscono ora.
Già, mi conoscono ma non sanno chi sono.
Chi sono?
O meglio.
Chi ero?
Prima che indossassi quel casco che maledico tutt’ora, ero uno studente, un sognatore, solo un’altra persona che cercava di rendere la propria vita migliore e sperava di viverla in tutto e per tutto.
Chi sono?
No.
Chi sono diventato?
Ora altro non sono che l’ennesima pedina in questa folle partita, dalla quale non so neanche se uscirò in vita.
Anzi.
Non so neanche se ne uscirò proprio.
Già, perché sono bloccato qui.
Da tre anni.
E con me siamo cinquecentomila.
Un numero destinato a decrescere sempre di più.
Sempre di più.
Qualcuno ci salverà?
Qualcuno farà accadere questo miracolo?
O forse…
Siamo noi che dobbiamo fare in modo da farlo avverare?
Silvio Shine non esiste più.
Ora esiste soltanto Rage.
Colui che ha giurato di porre fine a questo incubo.
[Disclaimer: questa fanfiction non si basa sulla storia originale di SAO, quindi non aspettatevi di vedere i personaggi originali della serie. Non sempre, almeno. Inoltre, si noteranno non pochi riferimenti ad altri anime, manga e videogiochi, quindi questa storia è anche da considerarsi "crossover".]
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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« Questo è Rage. »

Colui che pronunciò queste parole era un uomo di circa quarant’anni. I suoi capelli erano perfettamente bianchi, acconciati in stile militare; il suo occhio destro era chiuso ed attraversato da una lunghissima (nonché disgustosa) cicatrice. La sua espressione severa incuteva timore in chiunque avesse abbastanza fegato da rivolgergli la parola e tradiva una vastissima esperienza in campo bellico. In quel momento, indossava un’armatura di colore nero lucido: il giustacuore, esattamente al centro dello sterno, vantava un simbolo singolare, una croce gotica, i suoi spallacci erano impressionanti, tutti coperti di spuntoni minacciosi, i guanti e i bracciali erano nascosti alla vista, dal momento che teneva le mani intrecciate dietro la schiena mentre stava sull’attenti, i fiancali erano lisci e composti da diverse placche metalliche, infine gli stivali non erano nulla di speciale, salvo per il fatto che anch’essi fossero corazzati.

Il tank veterano aveva appena pronunciato un nome e dinanzi agli occhi di tutte e sessanta le persone presenti lì dentro apparve il menù principale: qui, si vedeva chiaramente la fotografia digitale di un ragazzo di poco più di vent’anni, dalla chioma castana, un leggerissimo pizzetto ed uno spadone inimmaginabile infilato in un mezzo fodero piazzato sulle spalle. La sua armatura non era un granché: strano, dal momento che quasi tutti coloro che prediligevano un’arma simile, adottavano la tattica del tank, proprio come il comandante. Lui, invece, aveva addosso nient’altro che una maglia smanicata di colore blu notte, ampi pantaloni dall’aspetto vagamente militare, resistenti e massicci stivali in cuoio, e (questo sì che era fuori dal mondo) quella che sembrava una gigantesca manica nera agganciata all’unico spallaccio che aveva equipaggiato, quello destro, il quale a sua volta attaccato un grosso medaglione d’argento da cui spuntava una testa di lupo dello stesso materiale, ed un’altra “manica” simile legata alla gamba destra. Era tutt’altro che un tizio normale.

« L’età è di ventitré anni, nazionalità sconosciuta, nome reale sconosciuto. »

Il comandante riprese a parlare, mentre cambiava foto, come si fa con una diapositiva: « è ritenuto responsabile del massacro del quarantesimo piano, perciò è da considerarsi estremamente pericoloso. »

« Chiedo scusa, signore » una recluta, verso le ultime file, alzò la mano come si fa in classe durante una lezione; « chiedi pure, giovanotto » il primo gli concesse di parlare, inaspettatamente garbato nonostante il suo aspetto burbero.

« Io ho sentito dire che questo Rage non ha mai ucciso una persona, ma lei afferma l’esatto contrario. Allora sono tutte sciocchezze? »

« Quelle che hai sentito, sì » il comandante annuì, « il suo caso ci è stato passato dagli stessi Knights of the Soul, che ci hanno anche consegnato i rapporti dei loro migliori ricognitori. Di conseguenza, quel che ho detto è confermato: il bersaglio è da attaccare a vista. »

La recluta ringraziò del chiarimento e l’altro continuò: « è da ritenersi, inoltre, alta la probabilità che sia in qualche modo legato agli Insane Swordmasters, o i Pazzi come vengono chiamati da alcuni mesi a questa parte. »

La foto di Rage venne rimpiazzata con un diagramma a fiocco di neve che collegava un primo piano di quest’ultimo ad altre sei persone, sia uomini che donne, con tanto dei loro nickname scritti appena sotto le immagini.

« I Pazzi sono il gruppo terroristico che sta dietro diversi gravissimi attacchi ai danni di alcuni gruppi militari e in alcune delle città più grandi di tutta Aincrad. I sopravvissuti affermano che agiscono sempre in coppie, e pochi altri hanno avuto il coraggio sufficiente a riferire della presenza dello stesso Rage, quando l’attentato si è rivelato particolarmente grandioso. »

« Ma dicono che Rage faccia parte delle pochissime persone che stanno scalando il castello, non è così? »

« Queste sono stupidaggini messe in giro dai Pazzi stessi. E’ questa la loro tattica: attirarsi l’amicizia della gente, in modo da non subìre contrattacchi causati dalle loro malefatte. »

Il comandante fece una piccola pausa di riflessione, durante la quale il capo dei mercenari approfittò per rifilare la propria di domanda: « d’accordo, ma quand’è che discutiamo di numeri? Per quanto ne sappiamo, far fuori uno dei combattenti più famigerati di tutta Aincrad dovrebbe costringere voialtri a svuotare i vostri conti, quasi letteralmente. »

L’interpellato scoccò un’occhiata glaciale al folle che gli si era rivolto con tanta sfacciataggine (il cui nome sapeva essere Gale), quasi tentato di sfoderare la spada e fargliela assaggiare, ma si costrinse a rispondere nella maniera più gentile che la rabbia gli permetteva di tirar fuori: « è vero, l’uccisione di Rage frutterà un guadagno non indifferente a tutti voi Teschi, più un generoso bonus per ogni Pazzo messo a tacere oppure arrestato. Tuttavia, sappiate che il pagamento non proverrà da parte dei Crusaders, ma dagli stessi Knights of the Soul, quindi sono loro i vostri datori. »

« E allora tu che ci fai qui? » Gale si alzò dal suo sgabello e si avvicinò al Crusader, le dita della mano destra che già accarezzavano il pomolo del suo pugnale; non aveva intenzione di sfoderarlo, si sapeva, la sua intenzione era quella di spaventarlo abbastanza da costringerlo a sputare tutte le informazioni in suo possesso. Ma non aveva idea che, lì, quello in svantaggio era lui ed ogni singolo Teschio che stava in piedi poco oltre.

« Sono qui solo per comunicarvi quello che dovete fare » replicò il cavaliere.

« Ma perché non vi mettete voi contro i tizi più letali che si possano incontrare? Eh? »

« Perché i Crusaders sono tra le gilde distrutte dai Pazzi. Altrimenti, li avremmo già uccisi tutti. »

Gale soffocò un ghigno quando si risedette, poi gli fece cenno di continuare il discorso.

« Il vostro bersaglio primario, Rage, è inaspettatamente astuto, per la sua età: infatti, tutto il suo equipaggiamento, nonostante l’aspetto poco curato, è selezionato con estrema parsimonia da lui stesso ed il set che ha assemblato gli dà capacità che vanno ben oltre di quanto crediate. E’ addirittura confermato che… » sospirò, « che sia riuscito ad uccidere parecchi guerrieri e mob di potenza estrema con un solo pugno. »

« Avrà potenziato di brutto la Skill corpo a corpo One-Punch Kill, » mugugnò Gale, più a sé stesso che al comandante, « il chè significa che ha una statistica di forza non indifferente, oltre all’abilità corpo a corpo al massimo… »

« Sono esattamente gli stessi sospetti che abbiamo » lo interruppe il crociato, « ma ancora più letale è la sua abilità con le armi bianche. »

La foto cambiò ancora e stavolta vi era rappresentato il ragazzino durante diversi combattimenti: in uno stringeva il proprio spadone in una posa da fendente con una sola mano, in un altro usava una semplice spada a una mano e mezza, in un altro ancora degli artigli di metallo, dei coltelli da lancio e addirittura una katana.

« E’ estremamente versatile, quindi preparatevi per una battaglia parecchio impegnativa. »

Detto questo, il comandante offrì un inchino a coloro che fino ad allora lo avevano ascoltato e lasciò la base dei Teschi.

« Okay, signorine! » latrò Gale, quando l’ospite non fu più a portata d’orecchio. « Si parte all’alba; le squadre Alpha, Bravo e Charlie setacceranno tutta Aincrad dal primo al sessantesimo piano alla ricerca dei Pazzi. Whiskey, Tango, Foxthroat, voglio che voialtri contattiate le maggiori gilde per verificare le ultime posizioni conosciute di Rage! »

« E noi, Gale? »

« Voi vi tenete pronti. »

Il Teschio guardò il suo capo, evidentemente confuso.

« Vi tenete pronti per la battaglia della vostra vita. Dimostreremo a quel bamboccio che nessuno è più pericoloso di noi, in Sword Art Online! »

   
 
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