Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Zahlen    26/08/2016    0 recensioni
Sulla via del ritorno, l' autobus che portava indietro Li Shoaron ebbe un incidente. Lui muore.
Non riuscendo a sopraffare il dolore, Sakura va da Tomoyo, sperando che parlandole si sarebbe sentita meglio. Invece la sua amica ne approffitta per avvicinarsi a lei in modo più intimo. Benché non funzioni...
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Shoujo-ai | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji, Touya/Toy, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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« Asahi Shinbun


Il XX XXXX XXXX


Cronaca : Incidente stradale tra Tokyo e Osaka. Quando un autobus incontra un animale, è l' animale ad avere risparmiata la vita.


Dal XX al XX, di notte, un autobus giacqui dopo essersi cappottato. Alcuni passeggieri, così come il conduttore del veicolo lui stesso, descrivono il passaggio di un animale selvatico sulla strada. Velendo evitarlo, avrebbe accidentalmente fatto una mossa troppo pericolosa, fattore che non prese in conto, e con schiacciò il freno e giro il volante bruscamente. Per ora, il conduttore, principale sospetto, è inteso dalla polizia. Rischia più anni di prigone per omicidi involontari. Ci sono state quattro vittime : Misao Aizawa, Yoshiki Tachibana, Miyuki Morishige e Li Shaoran, un allievo delle elementari in uno scambio scolastiico che stava tornando da lui, a Hong Kong... »


Sommerso dall' emozione, Yuki pose il giornale sul tavolino del salotto della casa della famiglia Kinomoto. Le mani sulle ginocchia e la testa abbassata, il suo sguardo portava verso il pavimento, uno sguardo di lutto. A poco a poco, dell' acqua si depose sulle lenti dei suoi occhiali; erano lacrime. Touya, seduto in una poltrona di fronte a lui, le braccia incorcciate, non staccava gli occhi di adosso al suo amico lacrimevole e dietro alla sua facciata dubitativa un pizzico di amarezza stringeva il fondo della sua gola.

“-Ora capisco meglio... Perché...” Incominciò Yuki.

“-Perché se ne sta in camera sua da giorni senza voler né uscire né vedere qualcuno.” Finì Touya.

“-S... Sì” Disse Yuki sotto voce.

E mentre giungeva le sue mani al suo volto, il suo compagno venne a sedersi accanto a lui. Le loro divise scolastiche adosso, rimuginarono su questo per lunghi minuti. I singhiozzi di Yuki rompevano puntualmente l' ambiente silenzio da chiesa.


Nel frattempo, al piano di sopra, in una stranza da ragazzina dove i peluche si ammucchiavano sui cassettoni, Sakura, in pigiama, gli occhi rossi con alle code sottili gocce di acqua e il cuore compresso a tal punto che si stava quasi per strappare si rannicchiava con un lungo traversino qui prendeva nelle sua braccia, piantandoci le unghie.


“-Io ho capito i miei sentimenti! Ti voglio bene” Aveva detto Sakura a Li prima che salisse sul bus.

-Tornerò sicuramente... Quando avrò finito quello che devo fare a Hong Kong” Le aveva risposto.

-Aspetterò quel giorno perché... Shaoran è la persona a cui voglio più bene!”.


Ripettutesi queste ultime parole che lei e il suo amico di cuore si potettero rivolgere, lei chiuse gli occhi, sconvolta dal dolore, e pianse. Niente, né la magia, nel il suo custode, potevano ammorbidire questo male.


Qualche giorno dopo, la giovane ragazza, l' espressione di destruzione ostentata sul viso, trovò la forza per scendere al piano di sotto e fare colazione. Era ancora presto. Dalla finestra il sole muto urlava, sotto forma di raggi caldi arancioni lo stesso sbadiglio della catturacarte amareggiata. Suo padre manteneva un sorriso quieto sulle labbra, come di consueto. La salutò e le servì un copioso piatto. Suo fratello fece la stessa cosa e finì la sua frase con un solo punto invece del “mostricciatolo” che lo accompagnava di solito. Mangiò senza vero appetito e anzi ne lasciò una buona parte. Poi tornò in camera sua, infilò i suoi abiti da scuola, scese un' altra volta le scale, calzò i rollerblade e uscì da casa. Touya rimase stupito dal comportamento di sua sorella, ma lo stupì molto più quello del padre che continuava a sorridere.

“-La lasci partire? Gli chiedò

-Già. L' aria fresca e la compagnia delle sue amiche le farà molto bene.” rispose.

-Pensi che ce la farà?

-Non bisogna che si preoccupi tanto. Il suo amico è tornato alla terra come vostra madre prima di lui. Vedrai, tutto andrà per bene.”


Arrivata a scuola, Sakura riprese le sue abitudini. Rimpiazzò i rollerblade con le sue scarpe nere classiche, salì su per le scale penetrò nell' aula di classe silenziosamente e si accomodò al suo banco con tuttora il viso lungo. Alle sue spalle c' era il banco del suo amico defunto.

I suoi compagni di scuola che le volevano più bene vennero da lei per riconfortarla. Così Rika le parlò di un negozio che aveva aperto poco fa e che vendeva accessori decorativi per vestiti, per borse e anche per cappelli. Naoko le raccontò la trama del nuovo romanzo di avventura che aveva preso in prestito dalla biblioteca scolastica; una storia con delle fate e un eroe molto coraggioso che doveva compiere una ricerca. Chiharu le mostrò un volantino di un evento festivo tradizionale a cui la invitava. Yamazaki provò pure lui, disperatamente, a tirarle su il morale grazie ad una delle sue invenzioni magnoliquente rigardo i primi funerali.

“Sapete che le prime bare di tutta la storia sono stati fabbricati dai Maori di Nuova Zelanda? All' inizio erano fatti perché ci venissero conservati le ossa degli animali i cui si nutrivano le tribù nomadi. Era per loro segno di rispetto : sebbene avessero tolto la vita perché sopravvissero loro, riportavano le spoglie dalla propria iniziativa sperando che la loro colpa venisse riscattata dallo sboccio di una pianta sul luogo dovo il cadavere era sepolto. D' altronde, era per questa stessa ragione che erano bucate, perché le radici giungano un giorno le spoglie e che ci siano connesse ad esse.”

Però, i diversi tentativi per distarla fallirono. Sakura non rialzò il capo che era nascosta tra le sue braccia inchiodate sul banco. Tomoyo arrivò nell' aula e, comprensiva e rispettuosa, si accontentò di un saluto amicale caricato di compassione, la videocamera in fondo alla sua cartella. Poi si susseguì con un tempismo perfetto l' entrata del professore, il signore Terada, che cominciò la lezione del giorno senz' altra introduzione che concedere uno sguardo veloce.


Nel tardo pomeriggio, in stanza sua Tomoyo guardava continuamente una delle innumerevoli trasformazione della sua cugina che poi sigilava la carta di Clow con l' estremità del suo bastone. Un giornale riposava sul suo tavolino.

Inaspettatamente, sentì qualcuno suonare alla porta. Non fece in tempo a chiedersi chi la stava infastidendo nel bel mezzo del suo settacolo preferito che l' attrice del suo programma si si gettò nelle sue braccia e scoppiò in lacrime. Andanrono tutte e due nella camera di Tomoyo, si sederono sul letto e l' ospite ordinò delper la sua invitata. La signorina, le mani porse sulla tazza bollente, bevve un minimo sorso del liquido aromatizzato al gelsomino. Quando la sua familiare l' interrogò sulla ragione che l' aveva spinto a casa sua, le rispose che si sentiva il bisogno irrefrenabile di espiare tutto quello che non poteva più sopportare e che le sembrò l' unica persona in cui aveva abbastanza fiducia per poter farlo. Tomoyo ascolto, in silenzio.

“-Non so se ce la farò a vivere senza lui... Mi sento perduta... È come se un avvoltoio vi stesse beccando il seno per rissucchiare il mio cuore...” ripeteva.

“-Ma dai Sakura, su con la vita.” le consigliò Tomoyo. “Un' eroina non deve piangere, quanto la sua anima è tormentata. Sei una guerriera.”

“-No...”

“-No...?”

“-No, sono troppo debole per battermi.”

“-Ma come, debole.”

“-Debole, simplicemente debole. Non c' è verso. Questa volta non mi riprenderò”

“-Non è questo la Sakura che conosco. Lei non avrebbe mai detto una cosa simile.”

I pianti di Sakura ripresero.

“-Sakura!” esclamò Tomoyo. “Io ci sono! Tuo fratello, tuo padre, i nostri amici a scuola, tua madre. Insieme ti aiuteremo, tu che la partenza di Shaoran rende la più triste!”

“-Tomoyo...”

E con un gesto non retenuto, Sakura si buttò nelle braccia della sua migliore amica. Queste erano lacrime di gioia, di tenerezza che le scendevano lungo le guance. Ciononostante, le ormone di Tomoyo ebbero la meglio su di lei. Afferò il mento della sua amica tra il pollice e l' indice e le loro bocce s' incontrarono.

Sakura non ci credeva. Fu un tale schok per lei di vedere, impotente, il suo primo bacio rubato dalla sua confidente. Con una violente repulsione, si divincolò dalla stretta della sua amica e uscì fuori dalla stanza con un balzo lampo che sbatté la porta. Le mani sulle labbra, Tomoyo espulsò anche lei i sentimenti pesanti. Per via di un muovimento che non controlò, forse aveva persa l' essere a chi voleva più bene.

Chiuse gli occhi lacrimevoli e cantò :

“È ogni secondo che ti amo

Ogni minuto che io rallento

Dovunque i sogni ti portino

Tu sei qui e io ti guardo


È ogn' istante che assaporo

Ogn' immagine che memorizzo

E ben prima che sorga il giorno

Di te gli occhi non tolgo”


(Traduzione personale di “Si je manquais de ta peau”, di Pascal Obispo, un cantante francese)

   
 
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